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Racconti Erotici Etero

La Svezia

By 6 Giugno 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi aveva proposto di andare con lei in vacanza in Svezia. Nulla di strano dato che e’ la mia migliore amica e soprattutto lavora in un call center e mi fa conoscere molte sue colleghe, porche ovviamente.
Fui schietto e sincero e le chiesi se aveva qualche attrezzo tra le mani da strapazzare. Lei annuì. Praticamente io ero la scusa per sua madre per farsi autorizzare ad andare via di casa, in Svezia, per 10 giorni.
Come garante funzionavo bene, come amante di Federica molto meno dato che in dieci anni mi ha fatto a mala pena annusare la sua passerina due o tre volte. Ma l’amicizia era forte ed intrigante sin dal liceo.
Giunti a Stoccolma il programma era questo: Fede con il suo Peter a casa di lui, io con una amica di Peter, da lei. Speriamo sia almeno scopabile, pensai.
Giunti a casa di Helena, la chiamavo cosi’ perche’ il suo nome assomigliava all’italiano Elena, ma di fatto era impronunciabile, le diedi un bel sei per il portamento, sette e mezzo per le tette, sul resto mi sarei pronunciato piu’ tardi. Si parlava un inglese stentato per capirci, ma speravo che sul linguaggio internazionale non averi avuto problemi.
E invece i problemi arrivarono subito. Io mi sentivo lo stallone monta italiano che davanti a se aveva una terra da conquistare. Il problema che a fare il figo in italiano e’ un conto, in inglese un altro, in svedese non ne parliamo.
Va be’, cenammo a casa da soli, poi verso le sette davanti alla tv. Fuori, buio. E’ appena passato natale. In casa illuminazione con candele o luce soffuse. Alle finestre niente tende. Va be chi se ne frega sono italico e mandino, quindi un po’ di voyeurismo altrui non mi da fastidio. Coperta sulle gambe. Lei in jeans e felpa, io in tuta da ginnastica. Griffata ovviamente, ma soprattutto praticissima per trombare.
Incroci di sguardi, gambe che si accavallano, risatine di circostanza, gambe che si sfregana e toccano volutamente all’accavallarsi delle stesse; incrocio di sguardi sempre meno casuali, risate sempre piu’ pressanti,quindi azzardo un bacio sul collo. Lieve lieve. La pelle di Helena e’ diversa dalle altre donne che ho baciato. Mah..sara’ l’atmosfera, il fatto che per la prima volta non ho dovuto dire una parola o spendere uno stipendio in cene per trombare. Gia’ trombare. Per il momento le ho dato solo un bacino sul collo. Lei sembra non reagire, impassibile. Ci rimango male. In tv c’e’ la pubblicita’. Helena d’un tratto si sporge leggermente e allunga la mano sulla tuta, altezza ginocchio. Mentalmente rivedo la pagella che diedi nel pomeriggio e ora i voti variano dal 10 alla lode. Lei sorride aggiustandosi i capelli dietro l’orecchio. Io sorrido.La mano sale. L’uccello e’ gia’ durissimo. Lei ci mette la mano, sfiorandomi la cappella. Poi decisa scende sui coglioni e stringe leggermente. Mi fa un po’ male ma il dolore aumenta la voglia di scoparmela. Mi trattengo e lascio il gioco in mano sua. Mi slaccia la tuta e io l’aiuto con il movimento delle anche. Garbatamente mi abbassa i calzoni fino al ginocchio. Lei e’ in ginocchio davanti a me. Apre i boxer e mi tira fuori l’uccello. Lo scappella. E’ durissimo. A quel punto lei si ferma e lo guarda, abbassandosi, girandosi, sorridendo e contemplando la minchia. E’ una porca.
Da inginocchiata si slaccia la camicetta, tento di aiutarla, ma lei mi allontana le mani. Non vuole. Fa da sola. Slaccia il reggiseno e mi mostra un seno bello sodo, con i capezzoli rosei su una carnagione che mi sembra bianchissima, ma illumintata dalla tv, non rende onore allo strabordante piacere che sa trasmettere. Mi tira fuori le pale dei boxer. Ridacchia, ma intanto tocca. Punta la cappella su un suo capezzolo, facendolo roteare. Sento che gli diventa duro. Ho sempre piu’ voglia di scoparmela, alla pecorina. Ora me lo mena con grazia svedese e le sue dita affusolate e leggermente freddoline stringono il manico che e’ un piacere, appagando il mio piacere. Da’ un colpetto di lingua sulla cappella. Sospiro di piacere. Le labbra calde scendono sulla cappella per tutta la sua interezza. Su e giu. Lei comincia a mugolare. Io comincio a sussurrare un “Yes”, lei mi molla uno sguardo e, ancora piu’ decisa, si infila la minchia in bocca: tutta! Premetto che non sono dotatissimo, ma lei sembra apprezzare. La bocca è calda, lei e’ bravissima: ogni rivolo di saliva viene sapientemente ripulito dalla cappella. Con il mento tocca leggermente i coglioni dandomi piacere.Lecca i peli del cazzo, li mordicchia. Si stacca, sente che sto per venire. Vengo. Sporco pantaloni, mutande, divano e gli schizzo un po’ sotto la gola.
Vorrei pulirla ma lei si alza e va in bagno. Io, rimango sul divano, con la mischia a penzoloni;.guardo la tv e mi chiedo se non faccia parte di un reality show.

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