Skip to main content
Racconti Erotici Etero

la tela del ragno

By 29 Gennaio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Parte Prima

Giugno, mattina, per sfortuna di qualche anno fa, sembra ieri. L’universita’ e’ finita, o meglio ho finito gli esami, ho conseganto la tesi e mi manca circa un mese per discuterla. Non ho voglia di tornare a casa, non mi va. Sono ormai passati 6 anni dalla mia ‘fuga’. Ho vissuto, stabilmente a Torino, escluso le scappate mensili, un week and non di piu’, a casa, sono cresciuto nella culla Depressa Demoniaca e Depravata di questa citta’ ho girato da solo l’Europa e l’Italia, nelle estati trascorse alla ricerca di soldi ed esperienze e ora’ So gia’ cosa fare, o meglio cosa faro’ da grande. Certo, le classiche domande esistenziali di un tardissimo adolescente che sta per entrare a pieno titolo nel pantagruelico mondo dei grandi. Sara’ un anticipo della sindrome di Peter Pan ?. Saranno questi pensieri, o forse la finta lettura delle ‘Foglie d’Erba’ seduto lungo la scalinata di ‘Palazzo Nuovo’, che a mala pena sento

‘Hei, ma io ti conosco’

io no, mi viene da rispondere, a volte divento burbero, ma oggi non mi va di essere scortese anzi un po di compagnia, perche’ no.

‘Scusa, non ricordo’
‘Tu sei un laureando, sei entrato a lezione, una volta, per portare degli appunti al prof. Sai ci aveva anche avvisato che saresti passato, era dispiaciuto perche’ non volevi continuare con il dottorato’
‘beh ti manca il numero di scarpe e la data di nascita, scusa per l’interruzione ma era urgente, anzi li voleva urgentemente, comunque io sono Antonio tu ?’
‘Giorgia piacere’

Classica universitaria al primo, viso ancora acerbo, alta, circa 1,70, sembra abbia un bel fisico, visto che il pantalone e la maglietta le camuffano poco la corporatura, capelli legati, senza trucco, bel seno, belle labbra, non riesco a vederle gli occhi coperti da un paio di occhiali da sole specchiati. Complessivamente carina, forse, un po oca, molto faccia tosta. Probabilmente acerba a letto. Mi sembra la classica ragazzina perfettina, goffa e impacciata, a cui non manca la parlantina, ma manca il sesso, l’eros’ la passione. Certo potrei sembrare misogino, ma le sensazioni di noia ti prendono e coinvolgono anche chi non c’entra.

‘Come va la tua tesi ?’
‘Bene grazie ho finito devo solo discutere e poi”
‘E poi”
‘Ho qualche offerta, cerchero’ di analizzarle o di realizzare qualche idea.’

Mio dio, banale scusa per attaccare bottone, accendo una sigaretta, non chiedo se ne vuole, ma dalle dita sembra che non fumi. Bhe se odia i fumatori se ne andra’.

‘Me ne offri una’

Ecco appunto , meno male che non faccio il poliziotto.

‘Certo’
‘Grazie, senti lo prendi un caffe’, mi andrebbe di conoscerti meglio, sai mi interessa il tuo percorso universitario, per qualcuno sei una mezza leggenda, sotto molti punti di vista’..’

Ecco faccia tosta e goffa, ma accetto volentieri, in fondo risulta simpatica.

‘Non sei piemontese, vero’
‘No sono nato e vissuto fino al diploma a Bari, poi ho deciso di andarmene un po’ aiutato dai mie,i molto aiutato da me stesso con lavoretti vari, sia fisici che mentali che improvvisati.’
‘Ma non vuoi tornare giu’?’
‘No guarda sto bene via e poi di fatto giu’ ci torno spesso anche perche’ sono fidanzato da qualche anno’

ometto di dirle che la mia fidanzata, se cosi’ si puo’ definire, e’ un animale mitologico. Un misto fra una donna, un cervo multiplo e un cesto di lumache. L’infedelta’ congenita ed endemica, e’ il mio vizio peggiore. Ho tradito, con il corpo, con il cuore con la testa tutte le donne che ho avuto.

‘Senti mi dai il tuo numero’

sto per mentire, ma decido, ok le do un pezzo di carta una penna e lei scrive.

‘Ti chiamo io dopo’

si alza,mi da un bacio sulla guancia e va via.
Penso, di aver fatto una fesseria, e’ troppo una brava ragazza, non mi va di farle del male. Pago I due caffe, giro le spalle alla Piazza e mi incammino verso casa

Pomerigio tardo dello stesso giorno, sono a casa, o meglio nel due camere con cucina e bagno che divido con Stefano, un amico conosciuto in facolta’ . Stefano e’ giu’, lui e’ abruzzese, a studiare. Il telefono suona, rispondo

‘Ciao sono Giorgia’
‘A ciao ‘
‘Senti sei in giro ?’
‘No veramente sono a casa, non ho voglia di uscire’
‘Dove abiti’
‘Via Cernaia, di fronte la RAI’
‘Io sono in centro non vuoi uscire?’
‘No guarda credimi facciamo un altro giorno, volentieri’

cade la linea, batteria finita, meglio cosi’. Doccia, musica a palla, sigaretta e birra. Penso che il programma sia buono, poi se mi va sul tardi vado al Valentino a bere una cosa.
Inizio con la doccia, non veloce, non lunga, ma fredda, mi e’ sempre piaciuta la sensazione del freddo sulla pelle, quasi mi eccita, stranamente. Finisco. Sono, bagnato, nudo, mi asciugo a malapena esco dal bagno e vado in camera. Il campanello della porta di casa e adesso chi e’? I vicini che vogliono il basilico ? Non trovo l’accappatoio, prendo un asciugamano per coprirmi un po apro stanco la porta senza neanche chiedere e’

‘Ciao scusa il disturbo ma volevo vederti’

Non e’ lei, e’ un altra ragazza, o meglio, il baco da seta visto stamattina e’ diventato una farfalla bellissima.

‘Ciao Giorgia ma come?’

I capelli, castano chiaro sono sciolti, mossi lungo le spalle fino alle scapole, non ha piu’ gli occhiali da sole e mostra dei bellissimi occhi verdi, le labbra, che gia’ mi avevano colpito, sono evidenziate da un magnifico lucidalabbra. Sono rosse carnose e morbide, leggermente rigonfiate, sembrano nate per baciare, per succhiare per leccare. La maglietta di tutti i giorni e i pantaloni un po goffi hanno lasciato spazio ad una magliettina corta ed una gonna a portafoglio che fanno intavedere ampi centimetri di pelle bianca. Ha delle bellissime cosce, e un seno invitante, non grande, ma sicuramente sodo e ben definito. Il suo profumo ha riempito la stanza. Sara’ l’effetto della doccia di prima, o la sorpresa di vederla, ma sento una notevole attrazione per lei, vorrei scoparla ora subito. Penso che i miei occhi, neri come la pece, siano molto espressivi e le stiano comunicando esattamente quanto penso. Lei ride, ha capito anche lei chiaramente e’ qui solo per quello.

‘Conosco il tuo cognome, sapevo gia’ cove abitavi e’.’
‘Scusa ero sotto la doccia entra non stare sulla porta’

Mi segue, non parla, quasi non respira. Faccio il paio di metri del corridoio dandole le spalle, mi affaccio in camera mia

‘mi vesto un po se non ti imbarazza entra pure’

accetta, non fiata, sembra raggiante, io rido nell’animo, e’ chiaro cosa vogliamo, ma voglio farla penare.

‘Accomodati’

le indico il letto, ma nel fare questo faccio cadere l’asciugamano. Ora lei mi da le spalle e non si e’ ancora accorta che sono nudo, ma mi stupisce, senza voltarsi, si toglie la magliettina, vuole assumere l’iniziativa, vuole essere chiara ed esplicita, non ha messo il reggiseno e ridendo

‘E’ meglio se sto comoda anche io’

vuoi giocare, giochiamo. Mi avvicino a lei e l’abbraccio dalle spalle. Sente il contatto del mio petto sul suo, sente il mio cazzo appoggiarsi e spingere sulla parte alta del suo culo, ridiamo, si gira ci baciamo. Ha un seno veramente bello. Una seconda abbondante , quasi terza. I suoi capezzoli sono duri e li sento premere sul mio petto. Ci continuiamo a baciare, le lingue girano vorticose fra di loro, escono dalla bocca si leccano, si cercano e poi rientrano nelle bocca per permettere alle labbra di sfiorarsi di nuovo. Le nostre mani si accarezzano, si cercano, si toccano. Inizio ad accarezzarle le spalle, a toccarle il seno, gioco con I suoi capezzoli turgidi, stringendoli, tirandoli, accarezzandoli, massaggiandoli. Il suo respiro e’ affannoso, sempre piu’. Smetto di baciarle la bocca, passo sul suo collo, ma mi concentro subito dopo sui suoi capezzoli. Glieli succhio, li lecco, li ciuccio. Lei e’ ormai persa nelle mie mani. Continuo ad accarezzarle la schiena ed il seno, ma piano scendo sulla gonna, apro un lembo del portafoglio, inizio ad accarezzarle le cosce, sono vellutate, lisce, morbide. Salgo, diretto verso il suo fiore succoso e con sorpresa scopro

‘Hai visto come sono porca, non ho neanche le mutande, e tu mi pensavi una santarellina no?’
‘E’ vero sei una porca, ma preparati’
‘Lo so che mi aspetta, conosco un po di gente che ti sei scopato e ora scopa me’

ecco mai giudicare a prima vista, va bene. Sono veramente eccitato le ho infilato due dita in figa e’ bagnatissima, anzi fradicia. Le stimolo il clitoridecon il police, mentre con medio indice e ora anche anulare le apro le labbra della sua fagina e le entro dentro. La preparo a essere aperta dal mio cazzo. Ansima, stimolata dalle mie dita, dalla lingua sui capezzoli. Afferra il mio cazzo, lo accarezza, lo stringe, inizia a farmi una sega lentamente, sento le sue mani scivolare, accarezzarmi le palle, mi piace ci sa fare.

‘E’ veramente grosso, posso dargli un bacino?”

e’ ironica, si abbassa, e’ in ginocchio, e inizia a leccare le mie palle con tutta la lingua, sbattendo con violenza sullo scroto, facendo un forte rumore, uno schiocco fragoroso e piacevole. Sale lungo l’asta, mordicchiandola dolcemente, con le mani mi tiene le palle le accarezza, ci gioca. Mi guarda, mi fissa negli occhi mentre gioca con i miei genitali, vuole essere sicura che mi piaccia quello che fa, vuole farmi capire che ha voglia, che e’ eccitata. Continua a succhiare tutto il cazzo, a cacciarselo quasi in gola. L’allontano un po, ha capito che la voglio nuda. Le tolgo la gonna, la faccio sedere sul mio letto, mi inginocchio e metto la mia testa fra le sue gambe. Dire che e’ bagnata e’ dire poco. Inizio a leccarle la figa, piano, dolcemente. Le accarezzo il clitoride con la lingua, scendo entro nel suo buco facendomi spazio fra le labbra del suo sesso e dopo riscendo puntando il suo buchino anale iniziando a leccarglielo.

‘Continua mi piace e’ bellissimo’

Sono le uniche parole che riesco a capire fra I suoi gemiti di piacere. Insisto e continuo a leccarla sempre piu’ approfonditamente. Lei si e’ stesa, per godere meglio questi momenti. Io faccio leva sulle braccia e mentre continuo a sentire il sapore del suo sesso del suo piacere le punto chiaramente il cazzo sulla bocca. Non se lo fa ripetere e inizia subito a succhiarlo con piu’ foga di prima. I suo gemiti ora sono sordi, strozzati dalla carne pulsante e viva che ha in bocca, cacciata fin quasi alle tonsille. Si stacca dal mio pisello

‘Se continui cosi’ godo’

Non doveva dirlo, mi fermo mi alzo la prendo per le mani la giro shiena all’aria e la metto a pecora, voglio prenderla cosi’. Lei si lascia guidare e’ in balia di me non capisce cosa le succede. Mi avvicino con il cazzo alla sua figa e la prendo in un solo colpo. Lei inarca la schiena, ha il mio cazzo tutto dentro e le piace, urla da impazzire. Inizia a muoversi in maniera simmetrica ai miei colpi.

‘Cosi’ dai spingi spingi piu’ forte che mi fa godere’

Mi incita a colpirla con sempre piu’ vigore. Lei e’ bagnatissima penso che le manchi poco per godere. Presto detto

‘Si dai sto godendo’

urla, trema, cede la presa nelle braccia e crolla poggiando, stanca, la testa sul letto, tremante, urlante, quasi piangente.

‘e’ vero, scopi da dio, la tua fama, oltre che da studente modello, e’ vera sei uno scopatore nato.’

Non doveva dirlo, quando sento queste cose divento cattivo, la devo inculare. Punto subito il cazzo sul culo, lei ha qualche remora, ha capito la mia intenzione.

‘No e’ la prima volta, non l’ho mai….’

Non finisce la frase. La cappella gonfia e’ gia’ dentro.

‘mi fai male’

fa niente, l’hai voluto tu, non si sveglia il cane che dorme. Inizio a pomparla, fra le sue grida di dolore e di piacere. Il suo buco, nonostante sia bagnato e preparato del succo della sua figa e dalle mie leccate, e’ancora stretto. Sento le pareti del suo retto stringere e spingere sul cazzo, e’ bellissimo, non resisto.

‘ti riempio questo bel culo’

le godo dentro, completamente e rimango, finche’ l’eccitazione non diminuisce gradualmente.

Dal suo buchino, arrossato, ora cola un rivolo di sperma misto a sangue, un po mi dispiace, non sono cosi’ animale, ma lei e’ contenta.

‘ Ti ho sempre voluto, ti ho sempre cercato da quella mattina in aula. So tutto di te, so che sei uno studente modello, che sei noto in facolta’ perche’ scopi da dio, ed e’ vero, mi sei sempre piaciuto. Sapevo gia’ dove abitavi, la tua macchina, dove normalmente esci, sapevo tutto di te, per favore non cacciarmi dopo questo pomerigio’

mi lascia basito, non posso lasciarla, le chiedo di passare la notte con me e poi vedremo. La tela di ragno che ha ordito per conoscermi e per scopare va premiata, e in piu’ scopa bene. Non le prometto amore, non l’ho mai promesso, ma le garantisco una notte da ricordare per entrambi. Chiama a casa, dice alla madre che dorme da un amica e passiamo la notte parlando e scopando divininamente, poi’.
Ma questa e’ un altro episodio”..

Scrivetemi e datemi il vostro feed back, e’ tutto vero, vi chiedo scusa per gli errori di battitura, odio scrivere al pc, ma almeno spero vi piaccia la trasposizione in narrativa. A presto

Leave a Reply