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Racconti Erotici Etero

L’AMANTE

By 26 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

O forse dovrei già dire capitolo II visto che sto per raccontare del nostro secondo incontro.. chissà’ in fondo però parlo anche dell’inizio di una grande e bellissima storia. Dunque dopo il nostro primo meraviglioso incontro abbiamo continuato a sentirci. Io ero emozionato, estasiato da te, e dal modo in cui avevamo fatto l’amore per quelle tre ore. Bramavo ogni giorno che passava di rivederti, e quotidianamente tu pensavi lo stesso di me. Mi hai sempre detto che dopo quel primo incontro ti si è aperto un mondo nuovo e meraviglioso. Per oltre vent’anni eri rimasta una donna tranquilla, fedele nel tuo ruolo di moglie e madre perfetta, senza sapere di poter essere qualcosa di forte, di unico e intenso, ma soprattutto di diverso da tutto ciò che sei sempre stata. Poi sono arrivato io a tirare fuori la vera te che dormiva, ma non lo sto dicendo con superbia, per prendermi un merito. Te l’ho sempre detto tesoro, io ho solo tolto il tappo a una boccia d’essenza erotica e carnale che da sempre profumava nella tua anima, e che ora si sta librando nell’aria. Ora io la respiro a pieni polmoni. Allora però non era come è oggi, eri una splendida amicizia mescolata a del sesso meraviglioso che ogni volta sognavo, e che ogni volta che un intoppo si frapponeva tra di noi aumentava il mio, il nostro, desiderio. Da quella gelida mattina di dicembre quante date abbiamo fissato per poi rinviarle all’ultimo momento? Quanti imprevisti si sono messi in mezzo alla nostra passione? Io mi sono anche scoraggiato e te l’ho detto a un certo punto. Un fuoco deve essere alimentato sempre affinchè non si spenga, soprattutto per me, che sono la volubilità fatta a persona. Alla fine però ce l’abbiamo fatta, e all’inizio della primavera era finalmente arrivato di nuovo il nostro momento. Ti stavo vedendo scendere dal treno dopo più di tre mesi che ti desideravo e la pancia mi si contorceva dall’emozione. Questa volta non c’erano contrattempi, non c’erano ritardi che aumentavano l’attesa. Stavolta era tutto perfetto per noi, e solo per noi. C’era però ancora un po’ di imbarazzo, quella minuscola tensione che si crea tra due anime che si sentono sempre ma non si vedono mai. Erano voglia e desiderio però che ci muovevano..e in men che non si dica io sull’ascensore dell’hotel stavo già iniziando a spogliarti prima ancora di giungere in camera, ammirando quel completino blu così sexy. Ti baciavo perché erano giorni e settimane che non sognavo altro che baciarti. Eri l’amante del mio desiderio bramante, e volevo godere di ogni goccia di te. Abbiamo scopato, sì, questa parola forte perché forte era tutto ciò che facevamo. Abbiamo scopato in modo furioso e forsennato, ancorchè con una vena di controllo dovuta a un pudore che io leggevo ancora erroneamente nei tuoi sguardi. Mi ricordo come la prima volta non sono riuscito a trattenere un orgasmo incredibile mentre ti prendevo da dietro e tu godevi completamente posseduta, sapendo di esserlo e volendo fortemente esserlo. Volevi essere scopata senza sosta. In questo secondo incontro finalmente ho potuto vedere la tua incredibile fame di me, che ha alimentato il mio enorme desiderio di soddisfarla. Abbiamo ricominciato quasi subito a farlo’me l’hai succhiaro con l’avidità di chi non vuol perdere nemmeno un secondo di estremo godimento, così come io ti ho leccata per succhiarti fuori tutto, penetrandoti ovunque e sempre più in profondità, quasi ipnotizzato dai tuoi gemiti di piacere ma perfettamente padrone della situazione, e del tuo piacere’ Ti ho cavalcata con la furia della passione tanto quanto tu mi hai sbattuto come se fossi un oggetto quando mi stavi sopra, così verticale e reclinata indietro di modo da sentirmi dentro più profondamente possibile’ oppure quando mi hai dato le spalle non volendomi guardare, ma volendo solo sentire come il mio cazzo, di una durezza non comune, ti stava aprendo le viscere’ Soprattutto, mi hai fatto impazzire col tuo godimento, quei tuoi continui intensi orgasmi a ripetizione che hanno squarciato le mura della stanza portandomi davvero alle porte del paradiso. Ora si che stavamo godendo tesoro, stavamo godendo davvero come desideravamo da mesi. La prima volta di fatto ci siamo conosciuti. Ora invece scopavamo veramente. Ce lo ripetevamo di continuo. Scopare, scopare e scopare senza controllo solo per il gusto di godere ogni volta più di quella precendente. Scopavamo amore, e non riuscivamo a smettere di scopare, tanto che è stato l’orologio a ricondurci alla dura realtà della tua partenza. Mi avevi fatto godere davvero però, mi hai fatto sentire davvero un dio del letto, come raramente mi era capitato di sentirmi. Ma tu sai bene amore, la costante su cui si è sempre basata la mia vita è che a me, in fondo, non basta mai. Io avevo capito che razza di adorabile e amabile tornado sessuale eri. Avevo capito che con te potevo finalmente andare oltre i limiti che mi ero sempre dato, avevo capito che insieme potevamo toccare vette di piacere mai sperimentate prima. Un’unica fantasia perversa non avevo ancora realizzato nella vita ma già pensavo che saresti stata perfetta. Volevo fortemente che tu diventassi l’unica amante della mia vita perché avevi tutto per esserlo, ma probabilmente non eri ancora pronta, non ad esserlo ma semplicemente a sentirtelo dire. Ci siamo lasciati non ancora sazi di desiderio e vogliosi di riprovarci ancora. Lo avremmo fatto sicuramente, ma il nostro rapporto sarebbe andato avanti di questi incontri fugaci solo in questa modalità, sempre con quella fretta animale di godere il più possibile per soffrire un po’ meno sino alla volta successiva, senza il giusto tempo di una conoscenza reale e meravigliosa. Serviva una svolta alla nostra storia, perché così alla lunga si sarebbe esaurita nonostante tu per me fossi il sesso più meraviglioso del mondo. Il disagio si faceva sentire ed ero un po’ giù, la mia vita non mi permetteva di viverti come volevo. La tua anche, e la distanza faceva il resto. Ci credi nel destino? Ultima giornata di campionato. A 10 secondi dalla fine noi siamo secondi in classifica e andiamo a giocarci un bel concentramento nel veneto, dove io sarà inviato per una due giorni. Poi su quel campo sperduto del milanese la palla tirata da una giocatrice sconosciuta che all’ultimo secondo entra e batte la prima in classifica, emozioni che solo il basket può dare, ma soprattutto primo posto insperato per la nostra squadra. E così tutti a vedere a quale concentramento avremmo dovuto partecipare ora e appena letta la destinazione la solita luce diabolica che si accende nei miei occhi. L’indomani mattina la domanda è stata: ‘Quanto dista Castello da te?’ ‘5 minuti d’auto’. ‘Bene, per il ponte del 25 aprile non prendere impegni, finalmente sto arrivando’.

per chi volesse commentare, jaysole7911@gmail.com oppure su facebook aggiungete Il Sole di Tom, lì ci sono molti altri miei racconti… Abbiamo passato delle settimane intere a pianificare quella mia trasferta di due giorni, ma come sempre ci accade tanti imprevisti si sono messi tra di noi e ci hanno fatto cambiare i piani. La tua vita di famiglia ti ha impedito di stare costantemente con me per 48 ore come avresti voluto. Io stesso comunque dovevo lavorare e non potevo esserci sempre, e anche i miei orari in questo senso fino all’ultimo hanno subito imprevisti e cambiamenti. Programmato e riprogrammato, coincidenze cercate per stare insieme il più possibile, e anche il mio essere stato paccato all’ultimo dall’incoerenza di un’altra persona ha giocato tutto a nostro vantaggio. Alla fine abbiamo deciso quel giorno stesso: ci saremmo visti 4 volte in quei due giorni. Al pomeriggio appena arrivato mi avresti aspettato lì, la sera saremmo usciti a cena e poi saremmo stati insieme. Poi tu saresti tornata anche la mattina dopo per un saluto prima di andare al lavoro e infine io, prima di ripartire, sarei passato dal tuo lavoro a salutarti, visto che eravamo così tremendamente vicini. E forse da quel giorno così vicini lo siamo rimasti sempre. Il viaggio di due ore e mezza sotto il primo caldo estivo è stato piacevole e pieno di emozione per me, pur se ancora non potevo rendermi conto di ciò che mi aspettava e come sarei cambiato poi. Una volta arrivato tu eri lì ad aspettarmi bella come sempre. Che risate ci siam fatti quando quasi stavamo per essere beccati da quel mio concittadino che aveva fatto anche lui la trasferta. Avevi organizzato tutto per me e di questo te ne sarò sempre grato, l’albergo era davvero accogliente in tutto e per tutto, comodissimo per tutti i nostri spostamenti. Mi hai accompagnato in camera anche se eri di fretta e ti aspettavano a casa, ma forse proprio per questo la tua voglia animale ha preso il sopravvento. Lo ha fatto però perché come sempre io ho acceso la miccia della tua passione. Così tanti giorni per vederti, e ora eravamo lì soli, come potevo resistere? L’abbiamo fatto in modo forsennato, con poca dolcezza e pochi convenevoli. Ricordi come ti ho prima sbattuta al muro e poi sul letto? Quasi ti strappavo la camicia dalla foga che avevo di togliertela. Tu ti sei eccitata immediatamente e mi sei subito salita sopra per cavalcarmi con pura voglia di godere. Sei riuscita a venire due volte, mentre continuavi a ripetermi che avresti fatto tardi ma mentre lo dicevi eri ancora più eccitata e ti muovevi più forte. Volevi godere e hai goduto, così come l’ho fatto io, quando poi ti ho presa da dietro sbattendoti forte, facendoti sentire quanta voglia animale avevo di te con dei sonori colpi sul fondoschiena. L’essere schiaffeggiata, presa, posseduta ti eccitava, ti faceva sentire davvero in tutto per tutto femmina. L’orgasmo che ho provato è stato particolarmente violento tanto da farmi piegare sulle ginocchia mentre ti prendevo da dietro. Hai avuto solo un minuto per riprenderti prima di rivestirti, mi guardavi e mi dicevi che non era possibile che io ti facessi questo effetto, e invece era tutto meravigliosamente reale, e soprattutto reciproco. Una bellissima scopata non c’è dubbio, degno antipasto di una cena che non ci saremmo più dimenticati, ma che ancora non potevamo immaginare. Per la serata era tutto perfetto. Avevi trovato un posto carino e sicuro per andare a mangiare, la tua amica ti avrebbe coperto per tutta la sera e parte della notte, eravamo pronti, liberi e reciprocamente disponibili. Era la nostra prima serata insieme, pubblica, all’aria aperta, dopo tutti quegli incontri clandestini chiusi in luoghi bui all’insegna del semplice piacere. Era ora che finalmente i nostri due mondi si conoscessero per qualcosa che fosse diverso dalla passione. Sarebbe stato meraviglioso. E allora eccoti puntuale lì sotto ad aspettarmi, talmente puntuale che qualche minuto ho dovuto farti aspettare. Ti ho vista arrivare dalla finestra ma quando sono sceso e ti ho vista la sorpresa è stata comunque enorme. Dio quanto eri bella, con quel vestito, i tacchi, i collant, elegante quasi da farmi sentire inadeguato a quello splendore. Avevamo deciso di andare con la mia auto, era ora di partire. Anche la gioia di condividere insieme un momento di chiacchera in auto non l’avevamo mai avuta tanta era sempre stata la nostra attenzione e attrazione per il sesso. Ora però eravamo insieme, e tu eri bellissima al mio fianco tanto che mentre guidavo non staccavo gli occhi dalle tue gambe. Era bello stare insieme e viverci, era emozionante finalmente fare la coppia. La strada per arrivare al ristorantino di quel posto in Romagna è filata via veloce, ed eccoci qua, a braccetto per una via deserta nel tragitto dal parcheggio all’entrata, dove riecheggiava solo il rumore dei tuoi tacchi, con la paura di essere visti che era sopraffatta dalla gioia di stare insieme. Ci baciavamo tanto tesoro,continuamente, consci che tutto questo sarebbe stata l’anticamera di un momento di passione fortissimo, ma non per questo con la fretta di arrivarci, solo con la voglia di stare bene insieme. Il posto che avevi scelto era davvero molto carino, soprattutto intimo, con solo quel gruppetto di anziani oltre a noi in sala. Eravamo seduti di fronte senza quasi poterci toccare con le mani. Potevamo e continuavamo a farlo con gli occhi però, che si divoravano ogni minuto di più. Abbiamo mangiato molto bene, io i gnocchetti col ragù e tu il risotto col sangiovese, e poi le piadinette artigianali coi salumi, tutto estremamente delizioso. Parlavamo tanto tesoro, ci siamo raccontati come mai forse abbiamo fatto anche se avevamo già parlato delle ore al telefono. Ho scoperto che dietro la meravigliosa amante che sei sempre stata c’era una persona con un’anima speciale, che mi piaceva. Forse l’ho sempre saputo, ma solo in quel momento è stato chiaro ai miei occhi. Al caffè non ho più resistito e mi sono seduto vicino a te. Volevo baciarti, nient’altro, e la mia mano sotto la lunga tovaglia che la nascondeva ti stava accarezzando una gamba. Era stupenda quell’atmosfera e quel tempo che sembrava essersi fermato solo per noi due. La mia mano scorreva sulla tua coscia dandoti un brivido, con l’eccitazione ulteriore dal poter essere beccati, e quelli dell’altro tavolo che ci guardavano ma immaginavano soltanto cosa facevamo sotto il tavolo. La voglia ha preso il sopravvento.

Era ora di tornare quindi, e così una volta che ci siamo alzati siam tornati all’auto, sempre abbracciati, ora un po’ più stretti perché il venticello che si era alzato un po’ ci faceva freddo. Ora siamo ripartiti verso il mio albergo, pieni di voglia di far esplodere il desiderio. Tanto tempo insieme però aveva reso la nostra voglia incontenibile. Il tratto di autostrada che dovevamo fare per tornare faceva al caso nostro, non richiedeva grande impegno alla guida, una volta messa la quinta la strada era tutta diritta. Ecco quindi che la mia mano è andata subito a sentirti tra le gambe, per capire quanto fosse il tuo desiderio di me. Ti toccavo sui collant, ma riuscivo già a percepirti umida. Anche la tua voglia era troppa per essere trattenuta, e così mi hai subito slacciato i pantaloni e abbassato la cerniera.

Mi hai toccato, ma non ti è bastato sentire che ce l’avevo duro come il marmo. Hai abbassato i boxer, ti sei slacciata la cintura, e ti sei chinata per succhiarlo, per sentirlo tutto in bocca. Il buio della notte ci ha nascosto agli occhi delle altre auto che ci sorpassavano, solo di pazzi però.. visto che andavamo comunque a 130. L’adrenalina della velocità e del pompino che mi stavi facendo era troppo grande, incontenibile, mi hai fatto toccare l’ecstasy. Io non potevo stare fermo però, e così la mia mano ti cercava il culo sollevandoti il vestito, e infilandosi nei tuoi collant per sentire che il sottile perizoma che indossavi era fradicio. Le mie dita non hanno faticato a penetrarti a fondo, così come ti piace, come ti fa sentire troia come mi dici sempre. Anche il tuo culo era umido e aperto per me, ma non era ancora il momento. Volevo penetrarti la figa.. e lo facevo con forza e l’eccitazione dettata da quella situazione inconsueta, rischiosa, scomoda ma forte.. ogni volta che le mie lunghe dita affondavano in te sentivo la tua bocca stringere in un gemito il mio uccello durissimo. Mi stavi quasi facendo venire ma il casello dove dovevamo uscire mi ha ‘salvato’. Volevo decisamente venire con te in un modo più degno. L’albergo era lì ora e così abbracciati siamo saliti, finalmente soli per vivere la notte, in tutto e per tutto la nostra notte.

Una notte che non potrò mai dimenticare. Non so come andrà tra noi, so solo che come abbiamo fatto l’amore quella notte è stato qualcosa di unico, che mi porterò sempre dentro. è strano davvero come io riesca chiaramente a vedere come da quel momento abbiamo smesso di scopare e abbiamo iniziato a fare l’amore. L’abbiamo fatto una volta davvero intensamente, ricordi? E ricordi anche che è durato un’ora e mezza? Ricordi quanti orgasmi hai provato? Ricordi in quanti modi ci siamo presi? è stato senza fine, senza tempo e senza pause. Eravamo noi amore, noi soli persi nel vortice dei sensi. Non venivo mai cara, mi sentivo onnipotente, continuavo a leccarti e a penetrarti senza sosta, a spostarti e a girarti di continuo. Ti possedevo ogni minuto più forte, tanto quanto aumentavano i tuoi gemiti.

Abbiamo giocato con quella banana ricordi? E ricordi come con maestria l’ho usata per aumentare il tuo godimento a dismisura? E tu continuavi a godere e a urlare, a venire e a rivolermi ancora. E quando sono venuto è stata una vera esplosione incontrollabile, durata un eternità che a tua volta ti ha fatto toccare un nuovo apice di godimento. Ricordi che abbiamo fatto dopo i nostri orgasmi? Nulla, per 5 minuti non abbiamo avuto nemmeno la forza di parlarci, eravamo preda della nostra stessa lussuria e ne stavamo godendo l’attimo di sublimazione totale. Immobili, abbracciati, esausti, ma ora più che mai.. amanti.

Davvero, per una volta nella vita penso di non essere in grado di descrivere compiutamente quell’emozione, tanto forte e incontrollabile è stata. I dettagli non escono dalle mie dita, è stata tutta troppo intensa. Mi hai lasciato davvero senza parole. Ricordo ancora i nostri respiri affannati dopo quei minuti di calma dopo la tempesta. Noi stessi eravamo increduli di come era stato, esterrefatti ma finalmente felici di esserci vissuti a pieno. Da quella volta non sarebbe più stato lo stesso. Subito dopo l’abbiamo rifatto ma l’ho voluto io preso dalla tristezza di doverti lasciare, e voglioso di regalarti un orgasmo ancora.

Era piena notte ormai quando ci siamo dovuti tristemente lasciare. Ti ho vista dalla finestra mentre camminavi sola nel parecchio mentre mi fumavo una sigaretta, impaziente del nostro prossimo incontro. Solo sei ore dopo io ero già sveglio, giù a fare colazione, con una fame mai avuta dovuta allo sforzo abnorme della notte prima. Ero di nuovo carico, ero di nuovo pronto, ed eccoti risalire di nuovo in camera vestita dal lavoro per fare di nuovo l’amore. Hai provato ancora due orgasmi quella mattina, sconvolta com’eri dalla durezza del mio uccello di prima mattina dopo una colazione abbondante. Ora ci dovevamo lasciare davvero, avresti lavorato tutto il giorno e io anche. Nel pomeriggio però sono venuto a trovarti e con gioia mi hai fatto conoscere i tuoi colleghi. Per loro ero un semplice tuo amico, per te molto di più e lo leggo nei tuoi occhi ogni volta che mi guardi. Per me è lo stesso. Ci siamo abbracciati e salutati, dopo le partite sarei ripartito. Mai come stavolta però sapevo che ci saremmo rivisti presto.. e lo desideravo da morire.

per chi volesse commentare, jaysole7911@gmail.com oppure su facebook aggiungete Il Sole di Tom, lì ci sono molti altri miei racconti… Da quei due giorni insieme il nostro rapporto è cambiato del tutto, almeno per me, e lo sai bene. Ora mi sento male se so che per un giorno non ti sento, ora so che il nostro appuntamento del mattino è irrinunciabile, così come quello del pomeriggio. Ora soprattutto ho potuto finalmente conoscere tutti gli angoli più reconditi di te. Voglia, passione e amore muovevano le nostre anime sempre e costantemente a cercarsi. Lo potevo dire con certezza. Sei diventata la mia numero uno. E con te voglio provare qualsiasi esperienza. Ma fino al prossimo incontro potevo solo sognare con la tua voce. Una voce carica di desiderio irrefrenabile e incontenibile. Quel giorno che eri sul divano sola a casa e non ne potevi più di fare a meno di me ci siamo fatti godere come non mai. Sentivi la mia voce entrare nel tuo corpo e godevi, ansimavi di continuo. Ti sei sentita troia finalmente, nel senso che hai liberato completamente tutto quanto hai sempre tenuto dentro. Ora eri finalmente te stessa senza nessun giudizio, ma con la sola voglia di godere. Quella telefonata davvero tantissimo piacere ti aveva provocato, così come aveva fatto con me, un turbine di emozioni dal quale poi non sono più riuscito a liberarmi. Quante volte poi mi hai chiamato appena sveglia, nuda ed eccitata nel tuo letto con il bisogno fisico che la mia voce ti facesse venire, un orgasmo dietro l’altro, sempre più forte e sempre più intensamente. Quante volte da quel giorno ci siamo sentiti, e sempre più spesso, per sapere delle nostre vite e dei nostri desideri. Ti chiedevi meravigliata perché non avessi preso già ogni singola parte di te. In fondo volevo che fossi tu a chiedermelo. Hai provato in ogni modo a rendermi eccitato e il bello è che ci sei sempre riuscita. Le tue foto, fatte solo per me e tremendamente erotiche, nutrivano un desiderio di cui non ero mai sazio. Ci vivevamo del tutto e così ogni occasione era buona. Compresa quella quando sei venuta da me non più sola ma con chi hai di più caro al mondo. Quel giorno dovevamo essere solo amici, ma mentre si parlava i nostri occhi non hanno mai smesso di essere amanti e complici, e così anche le nostre mani sotto al tavolo, che cercavano di darsi più piacere possibile, col rischio di essere beccati che aumentava solamente la nostra adrenalina. Un bellissimo pranzo quello, che mi ha lasciato un sorriso ma che se possibile ha saputo ancor di più accendere il mio desiderio. L’attesa per il prossimo incontro iniziava a diventare pesante ma i giorni passavano e alla fine ce l’abbiamo fatta. Eccoci qua amore, amanti finalmente conclamati e pronti a viversi un’altra volta. Avevamo solo due ore e mezzo questa volta, ma tutta la voglia di farci godere a vicenda come mai. Il nostro solito albergo era lì come se ci aspettasse. Stavolta avevi promesso una sorpresa, e come sempre hai saputo stupirmi. Hai voluto bendarmi, hai voluto che io fossi completamente in tuo potere. Ti ho sempre detto che la cosa che mi eccita di più è vederti godere, e così quando ho potuto riaprire gli occhi ti ho vista cavalcare quell’enorme cazzo finto, che ti apriva completamente, ma che ti faceva gemere di piacere. Ci ho giocato parecchio con lui, ti penetravo mentre ti scopavo la bocca e tu gemevi per la forza di quella sensazione. Non ne avevi mai abbastanza, non riuscivi a fermarti e mi facevi impazzire. Sei venuta più volte, ma era completamente la mia carne che volevi e così mi hai preso, senza più barriere, volevi possedermi e mi hai posseduto, volevi il mio corpo dentro al tuo e l’hai avuto. Abbiamo fatto l’amore senza sosta per tre lunghissime volte in quelle due ore e mezza, senza mai riprendere fiato, solo con la voglia di godere. Ti sono entrato ovunque, anche là dove ancora non avevo osato ma dove volevi tanto, per essere posseduta completamente. E lì per la prima volta sono esploso di desiderio dentro di te, in quel modo così brutale ed animale, che ti fatto godere da morire. Il tuo essere troia era un essere la mia troia e mi faceva impazzire. I limiti con te non esistono e ora più che mai non esisteranno più. Poi ben presto ci è tornata la voglia e abbiamo ricominciato a farlo, lasciandoci andare al desiderio irrefrenabile, prendendoci in ogni posizione possibile. Stavolta hai deciso anche che volevi bermi, e così quando ti ho chiavata in piedi davanti allo specchio poi ti sei chinata a succhiare tutto il mio nettare di eccitazione, e l’hai ingoiato avida fino all’ultima goccia. Avevamo goduto in modi indicibili. Quante volte sei venuta? Otto? Nove? E non potevamo smettere di darci piacere. Purtroppo però dovevamo, anche questa volta il tempo era tiranno. Ci siamo salutati felici ma non ancora sazi, consci però che non ci saremmo visti poi dopo molto. E volta dopo siamo saliti ancora di livello. Era ora di abbandonare l’angusta alcova di città e di regalarci un lusso 4 stelle. In fondo, il nostro amore merita questo ed altro.

per chi volesse commentare, jaysole7911@gmail.com oppure su facebook aggiungete Il Sole di Tom, lì ci sono molti altri miei racconti… Ti sei fatta due ore e mezzo di macchina per venire qui quel giorno, con quel primo insopportabile caldo estivo che però non aveva minimamente tolto nulla alla nostra voglia. Ci eravamo organizzati ancora spettacolarmente, stavolta eri venuta proprio da me, e mi dava in qualche modo emozione che tu vedessi la mia terra, i luoghi dove sono cresciuto. Non avevamo moltissimo tempo ma sapevamo bene come lo avremmo usato nel migliore dei modi. Quel giorno dovevamo provare qualcosa per te di nuovo. Ci siamo visti in quel parcheggio sperduto e vederti con quell’abitino succinto mi aveva già fatto salire il sangue al cervello. Dio com’eri bella, non potevo augurarmi di meglio. Sei salita in macchina con me e siamo andati in questo posto che tanto ti avevo descritto, e appena entrati ti sei subito meravigliata. Era molto meglio di quanto tu avessi potuto immaginare. Le anguste stanzette di quegli alberghi metropolitani erano nulla rispetto a quanto stavi vedendo ora. La stanza enorme e quel letto grandissimo, i mobili intarsiati e nuovi, i faretti regolabili e le luci colorate, il letto enorme e comodissimo ma soprattutto gli specchi della nostra passione. Tanti specchi, davvero tanti, di fronte al letto enorme, così come di fianco ma soprattutto sopra, che ci rifletteva sdraiati. Mi eccitava da morire quel tuo vestito, ti avevo giurato che non gli avrei saputo resistere e così è stato. Con voglia animale ti ho presa e te l’ho sollevato. Volevo la tua carne, volevo sentire l’eccitazione che era già assolutamente massima. Non potevo toglierti il perizoma, non volevo, avrei rubato anche solo qualche secondo alla nostra passione, così infuocata e desiderata. Ti ho presa, ti ho posseduta subito così, sul tavolo, appoggiati allo specchio, in modo barbaro e senza convenevoli, constatando subito come i tuoi umori fossero già al massimo dell’eccitazione per quanto mi avevi pensato durante il viaggio. Anche tu mi volevi così. Anche tu volevi sentire la mia carne dentro la tua senza poter più attendere, e mi tenevi lì, premuto contro di te per andare più in fondo. Eravamo due animali che scopavano senza voglia di fermarsi. Eravamo due amanti che finalmente potevano riviversi. Due facce della stessa medaglia che può solamente causare il più estremo dei piaceri. Poi mi hai fatto sedere sul letto, e ti sei inginocchiata per succhiarmelo. Lo ingoiavi freneticamente vogliosa quasi di mangiarlo tutto dal furore che ci mettevi. Non potevo più resistere così inerme, e così quel letto enorme l’abbiamo esplorato tutto, ti ho spogliata del vestito rimanendo solo a giocare col tuo perizoma mentre ti leccavo col massimo dell’ingordigia e della voglia di farti godere. I tuoi orgasmi erano la miglior colonna sonora di questo momento di passione. Nessuna come te è mai riuscita a farmi percepire il godimento che prova ogni volta che la tocco. Venivi una volta ma subito volevi ricominciare per venirne un’altra, e ogni volta l’apice del tuo godimento era qualcosa di squassante. Mi hai cavalcato in ogni modo, insaziabile e decisa a farmi impazzire come sempre, fino a quando hai voluto bere ogni singola goccia del mio orgasmo poderoso. Lo ricordo bene il mio cazzo vibrare nella tua bocca mentre veniva percorso dallo sperma che ti si riversava in gola, così abbondante e denso, schizzato prepotentemente dall’incredibile voglia che avevo. Ancora una volta avevamo fatto l’amore in modo grandioso, eppure non riuscivamo mai ad abituarci a questo. Ogni volta godevamo come se fosse una nuova frontiera della pace dei sensi raggiunta, ma subito dopo tornava la voglia di riaverci. E infatti è passato ben poco tempo prima che le nostre bocche riaccendessero un desiderio ancora più intenso di prima. Avevi promesso uno spettacolo per me, volevi rendermi inerme a guardarti ma non ce l’hai fatta. L’amore e il desiderio erano troppo forti in quel momento per pensare ad altro. Mi sei salita sopra, ti sei rimessa dentro con le mani ciò che sogni ogni giorno e ogni notte, il mio cazzo, ancora duro e voglioso. Hai ricominciato a cavalcarmi ancora senza sosta amandomi con tutta te stessa. Le tue frasi, le parole che mi dicevano che non potevi farne a meno, che la tua voglia superava l’umana immaginazione, che volevi costantemente sentirmi dentro di te erano una perfetta sintesi del nostro amore. Ci guardavamo, voltandoci verso quello specchio di lato che ti riprendeva sopra il mio corpo. L’abbiamo fatto ancora una volta in un modo molto più che stupendo, ci siamo presi e girati in tutti i modi possibili. Siamo tornati animali nel momento in cui abbiamo abbattuto per l’ennesima volta tutte le barriere del pudore. Avevi l’olio, volevi che lo usassi, volevi che ti entrassi anche là dove non dovrei. Non potevi sopportare l’idea di non essere posseduta da me. Eri tanto eccitata quanto dilatata, entrarti in modo animalesco lì è stato fin troppo facile. Spingevo forte però, aprivo a ogni colpo sempre più le tue viscere. Eravamo carne nella carne in modo sporco ed erotico ma per questo meraviglioso. Te lo riempivo delle mie spinte prima, del mio vigore e della mia forza di essere il tuo padrone in quel momento. Godevi, godevi fortissimo tanto quanto le tue urla me lo comunicavano. Volevi sentirmi venire dentro stavolta, volevi che te lo inondassi del mio succo di piacere, volevi la massima unione sessuale. Mi ci è voluto davvero poco in questo modo per riempirti per la prima volta di me per davvero, ed è stato ancora una volta qualcosa che mi ha fatto perdere il lume della ragione. Eravamo esausti, in tutta quella passione non ci eravamo mai fermati un attimo. Ma nella nostra diabolicità avevamo previsto anche questo, un momento per riprenderci e provare qualcosa di nuovo. Quella enorme vasca ci stava aspettando, era ora che facessimo il primo bagno insieme. Il tepore di quell’acqua ha ritemprato presto le nostre membra. L’unione dei nostri cuori e delle nostre menti ha reso questa esperienza unica come tutte le altre. Ci rilassavamo parlandoci in quella comoda vasca, uno di fronte all’altra, le nostre gambe che si incrociavano e i nostri occhi che si amavano come sempre. Ci siamo avvicinati e baciati naturalmente, e il contatto tra le nostre bocche è più che sufficiente per far riesplodere la passione. Non ci siamo rigirati e ripresi mille volte come tutte le altre volte che l’abbiamo fatto. Ci siamo amati in modo semplice, tu distesa nell’acqua e io sopra ti te che ti entravo dentro, sentendo l’acqua che faceva attrito a ogni movimento del mio bacino, e senza mai smettere di baciarti. Abbiamo veramente fatto l’amore in modo tanto bello quanto puro e semplice, venendo entrambi ancora una volta praticamente all’unisono, ma sempre con le nostre bocche vicine, sempre coi miei occhi nei tuoi occhi e viceversa. Meraviglioso, non ci sono altri termini. E anche questa volta il tempo è fuggito e dovevamo separarci, sperando erroneamente che ci saremmo rivisti presto stavolta, con quel maledetto collega che però poi si è messo in mezzo. Sappiamo però che l’amore continua. Ora ce lo siamo anche detti. Ora spero solo arrivi al più presto il momento di viverti ancora.

se volete leggere altri racconti…. su facebook aggiungete Il Sole di Tom, oppure scrivete a jaysole7911@gmail.com… ce ne sono molti altri.. e sono tutte storie reali… Non potevamo sicuramente stare così tanto tempo senza viverci ancora. E il rischio era grosso, che passassero due mesi se non di più, e questo ci faceva stare male, anche fisicamente. Ho sempre bisogno di te, fisico quanto mentale cara, e d’altronde non saremmo a questo punto se non fosse così. Ogni giorno mi dimostri poi quanto per te sia la stessa cosa, quanto anche il tuo desiderio non riesca a trovare pace nonostante il sesso di qualità certo non ti manchi. Avevamo provato a realizzare questo incontro con mille ipotesi, e pensando a mille luoghi, ma come sempre le nostre vite piene ci hanno messo qualche ostacolo. Alla fine all’ultimo abbiamo deciso. Si poteva fare. Volevamo fortemente farlo. E così eccoti in auto di buon mattino per venirmi più vicino, e io altrettanto. Il posto scelto stavolta era molto carino davvero, con quella specchiera enorme di fianco al letto che giocava a favore della nostra passione. Ormai siamo arrivati al punto di non doverci promettere di provare questa o quella cosa, di intrigarci con questa o quella fantasia nascosta, perché sappiamo che nel momento in cui ci troviamo di fronte voglia e desiderio prendono il sopravvento su controllo e ragione, e ci amiamo in modo pazzesco. Ed è stato così anche in questo ultimo incontro, dove i convenevoli di rito su come stavi e come stavano a casa venivano accompagnati da una mano che risaliva sotto il tuo vestito a cercarti quel culo che mi fa impazzire fasciato solo da uno striminzito perizoma, nuovo e che tanto volevo vedere. Spogliarsi è stato rapido e naturale. So bene quanto non puoi resistere senza sentirmi dentro, e così ti ho accontentata subito, mettendoti a pecorina davanti allo specchio. Entrarti dentro nella tua figa già fradicia è stato un gioco da ragazzi. Mi sentivi al massimo della mia durezza ed eccitazione e questo ti faceva morire. Ho iniziato immediatamente a spingerti forte, a fartelo sentire dentro tutto. Ti sentivo eccitata da morire, ti sentivo da subito dimenarti per averne di più e più forte, senza sosta, ti ho sentita poi provare quasi istantaneamente il primo orgasmo fortissimo. Non poteva però certo bastarti. La tua fame di me era infinita, ma la mia non è mai stata da meno. E così abbiamo continuato a prenderci in ogni posizione, senza un filo logico che non fosse quello di darsi completamente l’uno all’altra. La tua bocca me lo cercava in continuazione, desiderava sentirlo, assaggiarlo, ma così la mia lingua con la tua intimità così calda e accogliente. Mi hai cavalcato dicendomi per l’ennesima volta di come non potessi fare a meno di sentirmi dentro, mi hai sbattuto come uno straccio bagnato, oggetto di un desiderio inenarrabile. Amarti è sempre meraviglioso, in ogni modo, con te so che non mi devo trattenere, e così ho liberato tutto il orgasmo caldo sulle tue labbra, sul tuo collo, sul tuo petto. è sempre un estasi fare l’amore con te. Così come stare con te dopo, con le nostre sigarette a far compagnia ai racconti delle nostre vite che tanto bene ormai conosciamo. Giusto il tempo di rifiatare e poi i nostri corpi sono tornati a cercarsi, con la dolcezza che si tramuta subito in desiderio incontrollabile. La tua bocca ha fatto il resto, riportandomi a un apice di piacere assoluto mentre le mie dita ti provocavano l’ennesimo orgasmo, e il tutto mentre il guardarsi riflessi in quell’enorme specchio aumentava a dismisura il nostro godimento. Dio quanto mi fa impazzire sentirti venire di continuo, e non averne mai abbastanza. Poi ci siamo presi, seduti di fronte, e io muovevo il tuo corpo sempre più velocemente per aumentare il tuo piacere, vedendolo entrare dentro sempre più forte. Anche questo orgasmo è stato incredibilmente forte, intenso, sfiancante. Così sfiancante da non aver più la forza di muovermi su quel letto grande. Non avevo bisogno di muovermi però, perché tu eri lì vicino a me, e questo mi bastava per essere felice. Ma prima che fosse ora di andarsene c’era ancora voglia, e così l’abbiamo rifatto, senza forze ma con infinita voglia, con me sopra di te ad abbracciarti forte mentre ti entravo dentro. Prima però, la voglia era tornata per la tua bocca, che me lo prendeva e stringeva, che lo succhiava. Mi faceva quasi male da quanto forte l’avevamo fatto prima, ma sentivo solo piacere. Poi mi leccavi la pancia, li sfioravi, salivi e mi baciavi, riaccendendo un desiderio fisico che nella testa non si era mai spento. E così l’abbiamo fatto ancora, per l’ennesima volta, ma ora era veramente giunta l’ora di separarci di nuovo. L’estate però, sono certo, passerà veloce, e la nostra prossima volta arriverà prima che ce ne accorgeremo. In quell’ultima ora tutta la nostra storia mi era passata davanti, immagini, suoni, profumi, sentimenti e ricordi di noi. In quell’ultima ora di attesa di vederti scendere dal treno, impaziente come sempre, voglioso di te. Avevamo rimandato il nostro incontro anche questa volta, come se fosse un destino al quale non riusciamo a sfuggire, e che puntualmente mette alla prova la resistenza del nostro desiderio reciproco. Ora però c’eravamo, intimiditi come sempre mentre scendevamo le scale, impauriti nel camminare da quell’errore che non ti lasciava, e non mi lasciava, tranquillo. La sigaretta, il semaforo, i passi svelti e finalmente il portico all’angolo, quell’angolo varcato il quale c’è spazio solo per il piacere. Il nostro piacere. Le paure si sono sciolte nell’abbraccio e nel bacio che ci siamo dati sotto quel portico. Quando ho potuto toccare la tua pelle siamo tornati finalmente noi. ‘Fortunato se arrivi all’ascensore’ mi avevi detto. E ora sull’ascensore che porta al nido della nostra passione ci sono, e le mie mani ti stanno già regalando godimento. Fortuna che i piani sono tanti, fortuna che non è salito nessun altro con noi semmai, perché il bacio profondo e intenso che ti sto dando non lo merita nessun altro che lo ammiri. Così come la mia mano impudica che cerca il piacere sotto i tuoi vestiti, nei tuoi pantaloni scoprendoti pronta, ma mai sazia. Eccoci chiusi dentro il nostro desiderio lasciando il mondo fuori, a spogliarci di ogni pudore ancora una volta, eccoci ad amarci sempre come due selvaggi bramosi di darsi. Vestito dopo vestito, il tuo corpo si scopriva ai miei occhi sempre con un sapore meraviglioso, il tuo che non mi dimentico ogni notte. L’avevi promesso, questa volta sarò solo in tuo potere. Nuda e vogliosa mi hai costretto su quella sedia legandomi le mani dietro. Io nudo e voglioso ero completamente nelle tue mani. Quelle mani che hanno iniziato a toccarmi, in una danza perversa che non aveva fine. La tua bocca, scesa sul mio corpo alla ricerca della mia eccitazione, e del succhiarla avida e ingorda di piacere. Ero immobilizzato. Mi avevi legato, e mi avevi legato a te per sempre pur non sapendolo. Non slegarmi mai. I nostri corpi eccitati dovevano aversi. Mi hai cavalcato come se volessi domarmi, mi hai fatto entrare dentro di te in modo repentino e improvviso. Sentivo la tua carne pur non potendola toccare con le mani. Sentivo solo il tuo corpo muoversi, sentivo che mi sbattevi come un oggetto, perché in quel momento l’oggetto del tuo desiderio altro non ero. Mi hai dato le spalle non per nasconderti ma per farmi vedere di più. Per mostrarmi lo sfregio che il mio membro durissimo faceva entrando nel tuo corpo a una velocità sempre maggiore. Ti sei girata per guardarmi in faccia e abbracciarmi con tutto l’amore che avevi nel corpo e nell’anima. Mi hai voluto e mi hai preso, come è sempre stato tra di noi. Mi hai scopato senza pietà ma anche senza cattiveria. Mi hai scopato per godere dell’amore. Ora mi hai slegato piena di voglia di essere presa, e così ecco a rotolarci sul letto assolutamente senza controllo, a fare l’amore come se non l’avessimo mai fatto prima, come se l’avessimo fatto sempre. Sono entrato nelle tue gambe con la mia mente e la mia lingua, a succhiare ogni goccia di piacere che eri in grado di darmi. Ti ho posseduta dominandoti io stavolta, non potendone fare a meno. Il culmine era vicino, lo volevo animale, lo volevo bello. Ti ho girata e ti ho posseduta ancora, là dove non a tutti è concesso, là dove è più perverso e la mia durezza è più invasiva. Ci ho messo ben poco a riempirti il corpo di me e del mio desiderio. L’estasi totale, unica, inimitabile. Le coccole e le chiacchiere, le risate e le telefonate. Ma non ancora finita. Perché la fame di ricominciare si è ben presto rimpossessata di noi. E così ancora a sfinire quel letto delle nostra passione incontenibile, a tornare ad amarci, a scoparci come due condannati a fare solo quello. Ti ho presa, mi hai preso, mi sono fermato e mi hai ripreso. Mi hai dominato ancora, in quel modo che sai mi fa perdere la testa. Ti muovevi col solo scopo di farmi godere e di godere tu di più. Con un sorriso, quel tavolo non ha potuto aspettarci. Sei anima e piacere unici nella mia vita. Il tempo stavolta è volato via davvero troppo veloce. Noi però via non voliamo e ora sto per viverti ancora. Con passione, con desiderio, con amore. L’amore che provo per te, e che solo noi possiamo sapere.

per chi volesse commentare o criticare, jaysole7911@gmail.com oppure su facebook aggiungete Il Sole di Tom, lì ci sono molti altri miei racconti… Questa volta l’attesa è stata più lunga del solito amore, le due ore passate in stazione aspettando di vederti scendere dal treno e i mille pensieri che affollavano la mia testa. Questa volta però era passato solo un mese dall’ultimo nostro incontro che avevo ben saldo nella mente, con tutte le emozioni che mi aveva portato. E ora eccoti di nuovo lì per me, vogliosa di me, vestita anche per me. Gli stivali che stavano sopra quei pantaloni attillati, i tuoi glutei sodi in evidenza sotto il cappotto che erano carne per le mia fauci, non potevano che far aumentare a dismisura il mio desiderio già di per sé enorme. Era tardi e avevamo fretta di amarci ancora, lo dicevano i miei occhi tanto quanto i tuoi. E via a camminare veloci per la metropoli frenetica fino al nostro consueto rifugio di passione. Non riuscivo a non accarezzarti già quando davamo i nostri documenti, stavo esplodendo di voglia di te. Quella camera lontana da tutto e da tutti ci aspettava, il nostro desiderio invece non poteva più attendere. è incredibile la sensazione che provo ogni volta che ti bacio, con te l’elettricità è sempre quella della prima volta, ma diventa più forte di volta in volta. Finalmente le mie mani ti possono accarezzare quella pelle che da troppi giorni sognavano. Ogni tuo vestito accarezzava il pavimento, così come ogni mio, ed eccoci carne nella carne ad averci con tutta la passione di cui siamo capaci. Stavolta avevamo un accordo ben chiaro, tu non avresti potuto ne dovuto fare niente, volevo prendermi del tutto cura di te. In cuor mio, dovevo farlo, te lo dovevo amore. Sdraiata e pronta le tue mani erano legate, gli occhi bendati, eri completamente in mio potere, il potere del piacere che desideravo darti. Non potevi vedermi, non potevi toccarmi, ma potevi benissimo sentirmi, sentirmi scivolare con le mani lungo tutto il tuo corpo, sentirmi scendere con la bocca tra le tue cosce per ungerle di desiderio, sentirmi provare a violare la tua eccitazione con la lingua. Una lingua ingorda, di te, del tuo sesso, del tuo godimento. Ti ho leccata come se non ci fossimo mai conosciuti, davvero come se fossi un mondo nuovo ancora da scoprire, da esplorare, da conquistare, non ho lesinato attenzione e passione perché il mio cuore no, non me lo concede più quando stiamo assieme. Tu non mi hai risposto certo con disapprovazione coi tuoi gemiti. Ti tenevo ferma per le gambe perché volevo leccare sempre più a fondo, sempre più velocemente, la mia lingua ingorda voleva entrarti nell’anima oltre che nel corpo, il tuo clitoride era già di marmo così come dentro le tue labbra erano un lago di piacere. Non ti avrei dato respiro fino al tuo orgasmo, che hai raggiunto davvero molto presto. E allora eccomi senza che tu mi vedessi in ginocchio davanti al tuo viso.. la tua bocca aperta ad accogliere il mio membro eccitato, e quel giocattolo che invece sotto ha iniziato a penetrarti. Era la stessa foga mia amore, perché ero io a manovrarlo, a spingertelo dentro fino in fondo tanto quanto la parte più eccitata di me entrava nella tua bocca. Eri posseduta, immobile e cieca, riempita di passione. Provavi a divincolarti ma non potevi, potevi solo godere di tutto quello che ti stavo dando, e così hai fatto, regalando alla mia estasi un altro orgasmo favoloso. Ma non era finito il piacere, non avrebbe potuto mai essere finito. Ora mi volevi dentro, ora ti sei slegata e hai ricominciato a guardarmi, e mi hai preso. Anzi, io ho preso te, ti ho sbattuta sul tavolo. Ora su quel tavolo ci potevi finalmente solo salire, bloccata da me con la schiena al muro, me in piedi di fronte, a tenerti le gambe aperte al massimo. Ti ricordi come l’abbiamo fatto vero? Sai che ti stavo possedendo, tanto quanto tu stavi possedendo me con gli occhi, con quegli occhi pieni di fame, di passione, d’amore. Non dimenticherò mai come ci siamo guardati in quei minuti travolgenti, la tua bocca aperta e il tuo respiro affannoso, a battagliare con la forza con cui ti stavo possedendo, alla violenza amorosa con cui entravo dentro di te fino in fondo, insana, inarrestabile, senza controllo, senza fermarci, eravamo in un vortice di soli sensi. Sei esplosa nel momento in cui hai desiderato che esplodessi io. E la mia voglia accumulata in tutta quest’attesa, in tutta questa passione travolgente.. era lì pronta a inondarti l’anima, e tu l’hai bevuta, l’hai bevuta tutta senza lasciarne cadere neanche una goccia, assaporandola e gustandola, ubriacandoti di essa’ ma come sempre desiderandone ancora. E ancora sapevi che non era finita qui. Sdraiati nudi e avvinghiati come se fossimo una cosa sola, con le labbra che non smettevano di cercarsi, con le carezze che si inseguivano sempre più audaci, il desiderio ha preso di nuovo il sopravvento dopo pochissimo, e stavolta eri tu a dovermi qualcosa. Mi hai fatto una promessa, di essere come quando avevi acceso il mio desiderio con quella foto qualche giorno prima, e l’hai mantenuta. Gli stivali addosso sulle tue gambe nude, il perizoma striminzito a provare a contenere senza riuscirci il desiderio grondande, e quel bustino viola scollato coi lacci che fasciava la tua pelle rendendola sublime, alle mie mani, al mio sguardo, al mio inesauribile desiderio di te. Il tuo corpo sinuoso era vestito così provocante solo per me, così come lo muovevi, solo per me. E io in quel momento sono stato tuo come forse non mai. Te ne sei accorta? Quando ti sei spogliata di tutto l’hai sentito? E quando ci siamo di nuovo baciati? Ero tuo, completamente tuo, tanto che hai potuto prendermi, dominarmi, possedermi. Ero seduto e mi hai spinto contro la spalliera del letto. Ero bloccato, e ti sei seduta sopra di me. Mi hai guardato, non hai mai smesso di guardarmi, e mi hai preso dentro, fino in fondo. Il movimento del tuo corpo era una danza feroce, i tuoi occhi erano feroci, il tuo desiderio era feroce. E abbiamo iniziato a muoverci all’unisono, a fondere i nostri corpi a una velocità mai provata, con un’intensità che mi ha lasciato senza fiato, senza parole, senza contatto con la realtà. Mi hai preso in un modo talmente feroce che le parole non bastano a descriverlo. Facevamo l’amore come due condannati a scopare forsennatamente. E tu, così meravigliosamente cattiva in quel momento, non mi hai lasciato tregua, hai tirato fuori ogni mia energia per arrivare al più intenso e profondo degli orgasmi. Non dimenticherò mai davvero quello sguardo, quel movimento del tuo corpo che nessuna donna aveva mai avuto con me. Mi avevi portato ancora al limite, oltre al mio limite, e il mio nettare della passione ora lo meritavi sul tuo corpo, e di esso ti ho riempita, sfogando su di te amore e desiderio. è stato indicibile, e quasi non riuscivamo a capacitarci, perché dopo cotanta passione potente ha preso il sopravvento la dolcezza della nostra storia, le tue carezze e le tue coccole, tanto quanto le mie. Perché è quando ci si ama davvero in due che la passione diventa carnale al massimo. Perché è solo quando c’è un amore sincero che il sesso può raggiungere certe vette di piacere. Ed è questo sentimento che ci lega a rendere così i nostri incontri. Ho visto chiaramente le due anime di te, la tenera e la dominatrice insaziabile, ma tu hai visto le stesse due anime in me. Ce n’era abbastanza per essere soddisfatti, ma avevamo ancora un ultimo sfizio da toglierci, e tanta voglia non poteva essere esaurita così, nonostante il tempo per noi fosse sempre tiranno, nonostante settimane passate ad inseguirci e a goderci. Eccoci di nuovo a baciarci, eccoti di nuovo ad essere nelle mie mani con la sola voglia di non essere in quel momento da nessun’altra parte, eccoti a farmi tuo nella posizione che sai mi farà sempre impazzire perché solo tu riesci a muoverti in questo modo. Dopo avermi bevuto e dopo avermi accolto sulla tua pelle bianca, ora mi volevi dentro, ora volevi sentimi esplodere nel tuo corpo, ora volevi riempire la tua anima ancora una volta. E io dentro di te sono esploso, nell’ennesima estasi di noi due. Non potrò mai dimenticare questo momento con te, donna meravigliosa e feroce che sai essere. Baciandoti e rivestendoci, anche questa volta era tempo di andare. Quel giorno non hai voluto che ti toccasse nessuno per preservare più a lungo l’incredibile sensazione di noi due. Ma la fame di te non si potrà mai saziare, ed ora sono qui, ancora, a contare le ore per il nostro prossimo incontro.

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oppure su facebook, aggiungete Il Sole di Tom… ci sono molti altri racconti ;)

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