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Racconti Erotici Etero

l’amica di mia madre

By 15 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Ormai hai vent’anni!!!!!! Questo era quello che mia madre mi aveva urlato per anni, quando mi vedeva davanti al pc o alla TV. Stavo pensando proprio quello il giorno in cui aprii il mio portatile per provare a studiare un po’ prima dell’esame; sapevo già che sarebbe stato molto difficile ma intendevo provarci, faceva un caldo insopportabile e mi ero già preparato una bottiglietta di succo di frutta accanto al libro, sul tavolo. Cominciai a leggere le prime righe, la stanchezza si faceva già sentire, dopo la giornata a lavoro….lavoro, forse definirlo tale è esagerato, visto che facevo il bagnino in un parco acquatico, però già il fatto di stare sotto il sole mi debilitava; comunque sia mi feci forza e cominciai, l’attenzione poco dopo fu attirata da una persona che passeggiava di fronte all’ingresso della mia casa, dapprima non la inquadrai subito ma poi capii che era Silvana, un’amica di mia madre. Devo ammettere che questa Silvana, pur avendo circa quarant’anni era davvero una bella donna, alta, mora, un fisico da far invidia e soprattutto un viso che ispirava sesso, il solo vederla poteva, alle volte, eccitarmi ma fino a quel giorno avevo cercato di controllarmi riuscendoci piuttosto bene. Non passò troppo tempo che si fece avanti e suonò il campanello, a piedi nudi mi precipitai ad aprirle la porta trovandola in attesa lì fuori sotto il sole; esordì salutandomi educatamente e chiedendomi dove fosse mamma, aveva già la fronte imperlata di sudore, quando le confessai che mia madre era uscita assieme a mia sorella, ma visto che sarebbe tornata presto la invitai ad entrare. La risposta che mi aspettavo era negativa e, mi stupì quando al contrario accettò dicendo: “D’accordo. Però solo se mi offri una bibita fresca!” al che la mia risposta a tanto sarcasmo fu di getto: “Certamente per chi mi hai preso??”; con un sorriso splendente mi passò davanti ed entrò in casa, io dietro di lei spinsi la porta in modo da chiuderla senza accompagnarla; fu particolare il gemito che sentii uscire dalla sua bocca quando si sedette sul divano in direzione del getto d’aria fredda del condizionatore…..in quel momento avevo rischiato di eccitarmi sul serio, indossava una gonna di jeans che forse era più per un’adolescente che per una donna sposata, poi avevo un top rosa con un fiore cucito in centro che disegnava in modo perfetto la forma del suo seno; infine la cosa che mi piacque di più furono i sandali, un paio di ciabatte con la suola in legno e la fibia nera decorata con perline.
Quando finii di squadrarla mi ripresi e mi diressi spedito in cucina a prendere un’aranciata e dei bicchieri; quando tornai aveva tolto gli occhiali da sole e mi fissava coi suoi occhi azzurri, quasi mi tremavano le mani. Mi sedetti sul divano ma un po’ distante da lei, al che lei stupita mi invitò ad avvicinarmi, mi feci così vicino da sentire l’odore del suo profumo, era inebriante, mi faceva impazzire; mentre versai il liquido nei bicchieri si spostò i capelli su un lato e mi guardò fisso, temevo di sentirmi male in quel momento; ma la cosa che mi fece scoprire le carte fu quando si passò la lingua sulle labbra umide, dopo avere bevuto. Quasi non me ne resi conto, avevo il pene durissimo e mentre pensavo questo ripensai ai pantaloni che indossavo, erano aderenti e lasciavano immaginare la forma del cazzo, non sapevo come nascondere la cosa e lei come se se ne fosse accorta si alzò dicendomi di dover andare via e chiedendomi di accompagnarla verso la porta; non sapevo che fare, in un attimo di coraggio, con la speranza che non si accorgesse di nulla mi alzai di scatto e andai con lei alla porta. Ero convinto che non avesse notato nulla quando prima d’uscire mi sussurrò: “Sapevo di piacerti, tesoro” e mi congedo con un bacio sulla guancia appoggiando il suo corpo al mio; avevo l’impressione di star per venire nei pantaloni, la osservai mettersi in macchina e andare via sempre più eccitato, ero deciso a farmi una sega ma sapevo di durare poco, infatti feci appena in tempo a godere prima del rientro di mia madre.
Un altro episodio che mi cambiò la vita avvenne la sera stessa, avevo ormai deciso di non uscire, quando Silvana chiamò al telefono a casa mia; rispose mia madre e dopo un breve parlottare la sentii entrare in camera mia dicendomi:” Devi andare da Silvana, ha avuto qualche problema con la macchina e visto che il marito è fuori per lavoro, vuole che le dia un’occhiata!”. All’inizio non sapevo che fare poi colsi la palla al balzo e andai a casa sua, trovai la porta aperta perché incrociai, Camilla, la figlia, figa come la madre aveva solo 18 anni io ne avevo 22 , mi salutò e mi disse che sarebbe tornata tardi dandomi un bacio sulla guancia; mi sarei scopato anche lei se ne avessi avuto la possibilità. Comunque sia entrai in casa, mi aspettava distesa sul letto con una vestaglia di seta e lingerie di pizzo rossa; ero arrapatissimo mi si avvicinò, non potei dir nulla che eravamo già abbracciati con le lingue che si toccavano, ad un tratto si staccò si mise davanti a me in ginocchio, mi sfilò i pantaloni e cominciò lentamente a succhiarlo, cominciò dalla punta, girandoci attorno con la lingua e poi lo ingoiò, praticamente tutto. Non avevo mai sentito una sensazione del genere, dopo pochi secondi sentii il mio orgasmo partire e il mio sperma inondargli la bocca; mi guardò soddisfatta ma mi chiese com’è che non avessi resistito di più; fui costretto a confessarle quanto mi piaceva e tutte le volte che mi ero masturbato pensando a lei, non si stupì di ciò anzi ne era contenta. Poco dopo mi chiese il secondo round, ormai ero pronto cominciai io a leccarle la figa, era bagnatissima, passai le mani sui seni, trovai i capezzoli turgidi e questo mi eccitò ancor di più, dopo poco mi alzai, la adagiai sul letto e delicatamente entrai dentro lei, i primi colpi erano calmi e i suoi gemiti contenuti, dopo poco cominciai a prendere un ritmo sempre più rapido incalzato dalle sue urla e dai suoi incitamenti, ero diventato velocissimo quasi non me lo sentivo più quando mi guardò e mi disse: “Fammi vedere come ti piace il mio culo!!” non ci pensai due volte, la girai e la misi a novanta gradi, cominciai a massaggiarle l’ano con le dita, ma lo trovai già rilassato, evidentemente era abituata, non trovai fatica a far entrare due dita e subito dopo il mio cazzo, che ormai era diventato rosso; avevo tolto il preservativo ma avevo lubrificato bene con la saliva. Sapevo che il culo era il mio punto debole, infatti una volta dentro riuscii a dare pochi colpi ben assestati prima di venirle dentro, la cosa che però mi eccitò furono i suoi gemiti e le sue imprecazioni di dolore, forse le stavo facendo veramente male. Quando venni mi appoggiai sulla sua schiena e le baciai il collo, mi ringraziò ma mi disse di voler venire anche lei, allora senza perder tempo le infilai tre dita nella figa e una nel culo muovendomi velocemente mentre lei mi faceva una sega coi piedi, una cosa mai provata prima ma mi piaceva molto, dopo alcuni minuti, io sborrai di nuovo e a lei venne l’orgasmo nell’attimo in cui il mio sperma cadde su i suoi piedi, si contorse dal godimento, ebbe addirittura un’eiaculazione, le vennero quasi le convulsioni, una volta calmatasi mi abbracciò, mi baciò e mi ringraziò dandomi appuntamento alla settimana successiva.
Tornai verso l’ingresso, erano già passate le 24 e mia madre aveva già chiamato diverse volte, avei dovuto inventare una scusa…..uscendo rincrociai Camilla che mi chiese con aria di sfida:”Ti sei scopato quella zoccola??”, aggiunse poi, prima che potessi ribadire:”Domani tocca a me!!” mi palpò il cazzo e andò dentro dalla madre.
Il giorno dopo sarei tornato in quella casa.

-2-
Ah, Camilla…..una ragazza diciottenne coetanea di mia sorella; visto che la conoscevo da quando era bambina non l’aveva mai guardata seriamente dal punto di vista sessuale anche se spesso si spingeva a stuzzicarmi con battutine maliziose riguardanti il suo corpo. Corpo che era al dir poco spettacolare, aveva il fisico da ballerina, con un seno non troppo grande ma che aveva una forma perfetta, ventre piatto ed un culo tondo da favola; mi era capitato spesso di incontrarla al mare e devo dire che negli ultimi tempi era davvero molto sexy in bikini. Il viso era angelico ma a differenza della madre aveva i capelli chiari, un nasino a patatina e occhi azzurri come la madre; ripensavo ancora alle sue parole dette poco prima a casa sua mentre parcheggiavo la macchina nel viale di casa, proprio in quel momento ricordai di riaccendere il telefonino……trovai diverse chiamate di mia madre, quasi in pensiero ed un sms… fu proprio quest’ultimo ad attirare la mia attenzione, era un numero sconosciuto, in preda alla curiosità l’aprii d’istinto, era di Camilla. C’era scritto: “il tuo numero l’ho preso dal cell di tua sorella, domani incontriamoci alle 6 all’ingresso della palestra. Camilla.” Ero ancora un po’ frastornato, un misto tra gioia e stanchezza, la scopata si faceva sentire, però ero già deciso a presentarmi a quell’appuntamento; entrai in casa farfugliando qualche parola per giustificare il mio ritardo, mamma sembrò quasi non farci caso e mia sorella meno di lei, fin quando non mi chiese se avevo idea del motivo per cui Camilla volle il mio numero; seguì un attimo di silenzio e poi mi decisi a rispondere omettendo l’arrivo del sms e dicendo che non ne avevo la più pallida idea e che averebbe dovuto chiedere direttamente a lei. Mi congedai da loro in fretta e corsi subito in camera mia, avevo ancora il pc acceso dal pomeriggio, aprii la pagina di facebook e mi collegai al profilo di Camilla, mi vergognai un po’ ma mi piacque vedere la sue foto in costume da bagno, più pensavo all’appuntamento del giorno dopo più mi sentivo eccitato ma evitai di farmi una sega solo perché, dopo la botta con Silvana, mi faceva ancora male il cazzo. Passò pochissimo che vidi la chat aprirsi e comparire il nome di Camilla, stava già inviandomi qualcosa quella troietta…infatti dopo poco, lessi:” Allora ci sei domani?? o mi lasci a casa a masturbarmi da sola?”-risposi immediatamente:”Certo che ci sarò non temere!!”.
La notte passò senza troppi intoppi, il mattino seguente per stare un po’ più tranquillo m’alzai di buon ora e riuscii anche a studicchiare qualcosa, alle sei del pomeriggio presi il casco, salii in moto e mi diressi verso la palestra, girato l’angolo la trovai appoggiata al cancello con il casco in mano davanti al suo motorino, era splendida, aveva i capelli raccolti con una coda, dietro il capo, indossava shorts blue e una camicetta bianca che lasciava intravedere il costume color bronzo sotto, aveva uno zainetto sulle spalle e stranamente indossava gli occhiali da vista, che mi facevano arrapare sul serio, perché le davano un’aria da segretaria porca, infine ai piedi indossava il suo solito infradito nero. Fermai la moto a mezzo metro da lei, sfilai il casco e riaprendo gli occhi la vidi avvicinarsi a me e stamparmi un bacio sulle labbra prima che potessi parlare; la prima cosa che mi disse fu:” sei pronto??”, senza attendere la risposta indossò il casco e si sedette sulla sella posteriore della mia moto dicendomi:”andiamo ti dirò io la strada”, partimmo subito senza aspettare ed ogni volta che provavo a chiederle della destinazione mi zittiva dicendo che sarebbe stata una sorpresa, ad un tratto, per farmi rilassare m’infilò la mano destra nei pantaloni chiedendomi di arretrare un po’ perchè sennò toccava troppo il serbatoio. L’assecondai e poco dopo sentii il pene indurirsi insieme al movimento lento della sua mano che lo massaggiava, era quasi fastidioso sentirlo contro il serbatoio ma era una cosa nuova mai provata e m’intrigava, dopo alcuni km mi disse di rallentare, tirò fuori la mano dai pantaloni e indicò un casolare, eravamo arrivati in campagna al che riconobbi il luogo, era la masseria dei nonni dove qualche volta eravamo andati coi genitori a passare qualche pasquetta, mi fermai davanti all’ingresso del garage, lei saltò giù e andò ad aprire per entrarci con la moto; parcheggiai la moto ed entrammo in casa, era tutto pulito e in ordine, mi fece accomodare su un vecchio divano e dopo aver preso della coca cola dal frigorifero mi si sedette di fronte. Aprì le gambe, sotto il pantaloncino si distingueva perfettamente la forma della sua figa, sentivo di nuovo le mutande troppo strette rispetto al normale, sorseggiai la bibita mentre lei la mandò giù tutta d’un colpo; col ghiaccio cominciò a rinfrescarsi il collo ed il petto, era davvero una gran troia esattamente come la madre, non mi rimaneva che scoprire come scopava. A questo punto mi venne da chiederle: “cosa ci facciamo qui??” lei subito rispose:”questo è stato il posto in cui ho perso la mia verginità, ma siccome la prima volta mi ha fatto schifo voglio ripeterla con te sperando di godere come quella troia di mia madre ieri sera. Ci ho parlato sai?? mi ha detto che sei bravo anche a fare i massaggi. Voglio vedere come mi tratti.”
La considerai come una sfida, mi alzai lentamente dal divano e andai a sedermi nello spazio che c’era tra la poltrona e la sua schiena, come si appoggiò a me lasciò partire un gridolino dicendomi:”Cazzo che bestia….adesso capisco come ha goduto la mammina!!!” misi le mani sulle spalle e cominciai un lento massaggio baciandola di tanto in tanto sul collo, quando capii che si era rilassata la feci alzare e la deposi sul divano allungata pancia giu; mi sedetti delicatamente su di lei e cominciai a scendere con il mio massaggio passai sulla zona lombare, saltai per il momento i glutei e ripartii dai piedini abbelliti dallo smalto viola alle unghie; ogni mio movimento era un suo mugolio o un suo fremito, sentivo il cazzo che voleva uscire dalle mutande per penetrarla violentemente ma riuscii a controllarmi. Finito il massaggio la girai e lentamente cominciai a leccarle i piedi poi salii fino alla figa, la leccai da sopra gli shorts, sbottonandole la camicetta arrivai a massaggiarle i seni, sentivo i capezzoli turgidi già da sopra il costume, le sfilai la camicia, slacciai il bikini e tornai nell’area pubica, sbottonai il pantaloncini e li sfilai dolcemente con il suo aiuto, rimase solo da sciogliere la mutandina, tirai i lacceti e spostai dalla figa quel costumino; rimasi quasi impietrito, era tutta depilata e vedevo già la labbra umide. Ci affondai la lingua assaporando i suoi umori, mi prese per i capelli spingendomi dentro di lei, ormai era eccitatissima, le infilai due dita nella figa, urlò di piacere mentre continuavo a leccare il suo clitoride, appoggiai un dito all’ano massaggiandolo e continuai sospinto dai suoi gemiti a massaggiare. Ebbe una spasmo ad un tratto, l’avevo fatta venire nei preliminari, lei che aveva sempre detto che aveva bisogno d’un uomo tosto per godere sul serio; vista la situazione la lasciai riprendersi qualche secondo, in quel momento avrei potuto violentarla e lei non avrebbe opposto resistenza, comunque la feci sedere e mi sfilai i vestiti di dosso, il mio cazzo era rosso e tiratissimo, come lo vide dinanzi al suo viso, non perse tempo e lo mise subito in bocca, fu un pompino favoloso, mi apriva tutto il cazzo con la mano e intanto faceva girare la lingua sulla punta, poi accompagnò il movimento della mano con la bocca ingoiandolo tutto, aveva quasi anche le palle un bocca, infatti due o tre volte rischiò di vomitare. Dopo questo tran tran prese un preservativo lo mise in bocca e durante il pompino ci vesti il mio cazzo, era più abile della madre con la bocca, bisognava vedere il resto, ero sempre più arrapato, la alzai la baciai e la presi in braccio, la portai in camera da letto, l’adagiai sulla coperta e li cominciai a penetrarla molto dolcemente all’inizio e poi sempre più rapidamente; la rete del letto era molto vecchia e ad ogni mio colpo cigolava, rumore che veniva coperto solo dalle sue urla di piacere, la cosa di eccitava da matti aumentai il ritmo sin quando non sentii il mio cazzo contrarsi e cominciare a sborrare, in quel momento decisi di uscire, per evitare rischi e sborrai sulla coperta della nonna, fu un orgasmo particolarmente forte il mio cazzo schizzò per diversi secondi, non pensavo di averci dentro tanto sperma. Camilla più eccitata di me addirittura si chinò a leccare la sborra facendomi vedere il suo ano, non ci capii più nulla l’afferrai per i fianchi e appoggiai il cazzo al culo, mi pregò di fare piano perchè non l’aveva mai fatto, fui “grezzo” ci sputai sopra e ci infilai due dita di colpo, urlò di dolore e si contrasse all’inizio, continuai a massaggiarle il buco per allargarlo, quando lo vidi aperto a sufficienza ci infilai l’uccello tutto d’un colpo, lanciò un urlo fortissimo di dolore, mi sentii quasi in colpa ma l’eccitazione era tanta che non ci pensai subito e cominciai da subito a darle dei colpi violentissimi facendola urlare sempre più forte, solo dopo alcuni momenti di panico cominciai a capire che stava godendo davvero come una puttana, ad ogni colpo avvicinava il suo bacino al mio per far entrare meglio il cazzo, faceva movimenti circolare per far godere anche me, continuammo così per parecchi minuti, il culo non era più il punto debole, smisi solo quando sentii arrivare un altro orgasmo e lasciai il mio sperma uscire libero nel suo culo inondandolo, continuava a gemere come una gatta in calore, non sapeva più dove aggrapparsi per accompagnare quel godimento.
Non so come feci ma mi ripresi subito, il cazzo era ancora eretto, mi faceva quasi male ma in preda a quell’eccitazione, la presi per le spalle, l’alzai, la girai, la feci appoggiare al mobile di fronte e la scopai di nuovo a pecora, aveva la figa fradicia, le nocche delle mani erano bianche per quanto forte stringeva il bordo del mobile; urlava non la smetteva più ad un tratto durante l’ultimo orgasmo quasi le mancò il respiro, le cedettero le gambe e dovetti sostenerla io con le braccia, ebbe un’eiaculazione sul pavimento, stavo per venire di nuovo anche io, la feci inginocchiare e le misi con violenza il cazzo in bocca la succhiò fin quando il mio sperma non le riempì la bocca, mi sorrise lo ingoiò e si alzò asciugandomi quello che era rimasto sul cazzo. Mi diede un bacio appassionato la sua lingua era in pratica nella mia gola mentre il mio uccello si abbassava, andammo in bagno assieme, ci demmo una risistemata e ci rivestimmo, fuori era quasi buio, Camilla continuò a baciarmi fino alla moto, vi risalimmo in sella e tornammo verso la palestra. La lasciai dove l’avevo presa, mi bacio di nuovo, mi ringraziò e mi diede appuntamento alla prossima scopata.
Non sapevo però che la prossima avrebbe avuto una sorpresa.

Tornai a casa quella sera col cazzo dolorante, mia madre mi avvisò che la cena sarebbe stata pronta a breve e per rilassarmi decisi di salire in camera mia per ascoltare un po’ di musica, mi ero fatto due scopate coi fiocchi negli ultimi due giorni; salite le scale scorsi la figura di mia sorella di fronte alla mia camera, come ho detto prima è coetanea di Camilla e vederla li con lo sguardo soddisfatto cominciava a preoccuparmi. Non ebbi modo d’aprir bocca che mi zittì dandomi il 5 con la mano, senza proferir parola mi spinse in camera e chiuse la porta, ‘Ti sei scopato quella troietta di Camilla, eh?’ continuò dicendo ‘L’hai fatta godere per bene, le hai sfondato il culo?’ non capivo come facesse a saperlo e perché mi chiedeva tutto con così tanta soddisfazione. La risposta alle mie domande arrivò poco dopo, senza che io proferissi parola, infatti mia sorella proseguì dicendomi: ‘Quella puttana non si sa tenere un cazzo in bocca e mi ha raccontato tutto quando l’hai lasciata a casa!’ senza pensarci ribattei: ‘A dire il vero il cazzo in bocca lo tiene davvero bene!!’ cominciò a ridere e mi spiegò che aspettava quel momento da quando Camilla si era scopata il suo ragazzo qualche mese prima e aspettava il momento in cui la sua pseudo amica avrebbe concesso il suo culetto d’oro a qualche cazzone duro.

Era davvero soddisfatta, scese di corsa le scale e con un sorriso luminoso si sedette a tavola con i miei genitori; io rimasi ancora un po’ in camera mia disteso sul letto, continuavo a ripensare al pompino di Camilla, il cazzo mi si drizzò di nuovo e cominciò a farmi davvero male, l’avevo stressato parecchio ma ne era valsa la pena. Scesi al piano di sotto, cenai con la mia famiglia e in seguito andai a dormire onde evitare di dover parlare di nuovo con mia sorella delle mie prestazioni sessuali; la cosa poteva mettermi spesso in imbarazzo; quella notte dormii come un angioletto, il mattino seguente mi alzai con il cazzo durissimo, per fortuna senza dolori, passarono con la solita routine alcuni giorni. Un bel mattino mi alzai un po’ prima del solito e scoprii di essere solo in casa; non passarono troppi minuti che sentii squillare il cellulare; era un sms di Camilla e diceva che mi avrebbe aspettato nel primo pomeriggio a casa sua perchè era sola e aveva bisogno di un po’ di compagnia; risposi all’istante a quel messaggino accettando l’invito, accesi il pc e mi collegai ad una serie di siti porno, ero deciso a farla godere ancor più della volta precedente. Cominciai a masturbarmi senza sosta davanti a video e immagini osè, continuai fin quando la punta del cazzo non ebbe un colore che si avvicinava al rosso e mi causava dolore, in quel momento ero pronto; aspettai mia sorella che uscisse da scuola e pranzai con lei. Fu la prima a parlare dicendo: ‘Mi raccomando oggi con Camilla!!! Mi ha detto che ha una bella sorpresa per te, però non m’ha detto cos’è’ la mia curiosità ormai era alle stelle, non risposi mi limitai a mangiare e poi uscii di casa, non persi tempo, andai direttamente a casa delle mia troie preferite. Suonai e mi aprì una dea, era Camilla ovviamente era nuda di fronte a me con solo delle scarpe con tacco 12 calzate ai piedi; sapeva che quel tipo di scarpa mi faceva impazzire, mi prese per l’uccello e mi tirò dentro, si distese sul tavolo della cucina e mi fece segno con un dito di andare verso di lei, la baciai affondando la lingua nella sua gola. Tuffai le mie dita nella sua figa già ben bagnata e cominciai a muovermi dolcemente, incitato dai suoi continui mugolii; continuai a lungo sin quando non mi afferrò l’uccello, lì capii cosa voleva, per darglielo però, volevo prima qualcosa io, mi chinai e guardai la figa con attenzione continuando il mio scrupoloso massaggio aggiungendo anche il dito medio che si appoggiava all’ano, avvicinai la lingua e cominciai a leccarla in tutta la sua lunghezza continuando a stimolare il clitoride e l’ano. Aumentavo e rallentavo il ritmo in modo da aumentare il suo godimento, vedevo la sua testa muoversi, capii che ormai era nelle mie mani, continuai il mio lavoretto sin quando il suo corpicino non fu attraversato da un fremito di piacere ed ebbe il suo primo orgasmo eiaculando sulla mia faccia, per una volta non ero io che le venivo in faccia. Con un sorriso a 32 denti sulle labbra mi alzai e la baciai dolcemente pieno dei suoi umori, a questo punto volevo la mia parte, portai la sua testa fra le mie gambe mi feci sfilare pantaloni e slip e dopo una leccata veloce alla punta del cazzo la feci ridistendere sul tavolo, le tolsi le scarpe e le leccai i piedi, dopo di che me li appoggiai sull’uccello e cominciai a farmici una sega, era una sensazione mai provata ma mi piaceva da morire, il cazzo mi faceva male sempre di più a causa delle seghe che mi ero tirato la mattina ma non mi importava, in quel momento ero troppo su di giri.

La lasciai dopo alcuni minuti, non avevo neppure il sentore dell’orgasmo, i filmati porno del mattino avevano avuto il loro effetto, le aprii le gambe e appoggiai il cazzo sulla figa prima di penetrarla; lo feci scivolare in quella posizione per alcuni secondi e subito dopo cominciai il mio lavoretto, entrai dentro di lei cautamente sentendo il suo respiro diventare di volta in volta più affannoso; aumentai lentamente il ritmo dei miei colpi sentivo i suoi muscoli vaginali stringersi attorno al mio arnese mentre mi muovevo dentro di lei, me la stavo sbattendo senza profilattico, anche una sola goccia avrebbe potuto ‘incastrarmi’ per una vita ma non mi importava, l’importante era godere e far godere. Aveva ormai cominciato ad urlare ad ogni mia penetrazione, mi faceva arrapare sempre più cominciavo a sentire il bisogno di sborrare ma quella volta avrei resistito son tutte le mie forze; diedi ancora qualche colpo ben assestato alla figa bagnata e poi la fece scendere la tavolo a guardandola dritta negli occhi le dissi: ‘Sei davvero una gran troia’ lei sorrise rispondendomi che ne era consapevole e adorava quando glielo dicevano gli altri, la facevano sentire sexy e provocante, la feci girare e a pecora ricominciai a penetrarla dalla figa, non passò molto tempo che sentii di nuovo i suoi muscoli vaginali contrarsi e vidi le sue nocche diventare bianche per stringere i pomelli delle sedie, per capire che stava venendo di nuovo quella puttanella; insistetti ancor di più con colpi sempre più rapidi sin quando non dovetti sostenerla perché in preda a quell’orgasmo travolgente le gambe non la ressero in pedi per qualche istante, sentii di nuovo i suoi umori su di me e vidi una pozza di liquido formarsi lentamente a terra, potevo dirmi quasi soddisfatto ma non era abbastanza per quella giornata; la rimisi in piedi e con una decisione tanto rapida quanto crudele, affondai il mio cazzo ancora umido tutto d’un colpo nel suo culetto. La penetrazione fu fastidiosa perché poco lubrificata, questa fu la mia impressione, ribadita da un suo urlo, non me ne curai più di tanto e continuai a penetrarla con estrema violenza, sentivo che stavo quasi per venire dentro di lei ma non mi sarebbe bastato, un secondo prima di riempirla di sperma usci fuori da lei e la feci inginocchiare ai miei piedi infilandole, senza preavviso il cazzo in gola. Sentii da subito la punta pulsare nella sua bocca e gli schizzi di sperma la sorpresero perché rischiò di vomitare dopo quell’azione, per vendetta aspettò che finissi di riempirle la bocca dopo di che ingoiò lo sperma e alzandosi cominciò a baciarmi, sapeva ancora di me, sentivo lo strano sapore in bocca del mio seme ma non mi importava assolutamente.

Proprio in quel momento però ci fu la sorpresa, Silvana, nonché la madre di Camilla rientrò in casa e vedendoci avvinghiati non riusci a dire alcuna parola sbattendo la porta dietro di se; la sua reazione fu straordinariamente rilassata, schiaffeggiò la figlia con un manrovesciò il cui dolore lo sentii anche io e a me riservò solamente una carezza sul pacco ringraziandomi per aver fatto diventare donna la sua bambina. Tutto questo però me lo disse in disparte, altrimenti non avrebbe potuto spiegarsi dinanzi alla figlia, la quale aveva voluto sapere del nostro incontro ma non le aveva raccontato i suoi; alla fine di tutto ciò io smisi di scoparmi Camilla che si trovò un fidanzato, a cui non diede mai più il culo perché ormai era di mia proprietà mentre continuai a frequentare la madre scopandola regolarmente sin quando non trovai anche io una compagna che ahimè per il momento non è ancora ai livelli di quelle due donne.

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