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Racconti Erotici Etero

L’amico medianico

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Era successo ancora una volta e, come tutte le altre volte, adesso lei era follemente arrabbiata con se stessa per non essere riuscita a mollarlo prima. Dopo alcuni giorni di silenzio, lui si era rifatto vivo improvvisamente e, senza neppure chiederle come stava, le aveva chiesto di andare in giro da qualche parte.

Così, per l’ennesima volta si erano incontrati, lei aveva cercato di mostrarsi distaccata a causa del suo comportamento, lui aveva ostentato le solite smancerie da strapazzo e poi aveva spostato il discorso su quelle che considerava le ‘cose serie’, vale a dire solo e soltanto scopare. Lei c’era rimasta veramente male: per fortuna, era ancora lucida per capire che nessuno poteva avere il diritto di trattarla come un oggetto da utilizzare al momento opportuno. Quindi, era subito scesa dalla macchina di lui ed aveva deciso di tornarsene a casa e di mettersi a letto, con la speranza di dimenticare l’umiliazione subita.

Stava per spegnere il cellulare, quando lo sentì squillare tra le sue mani. Il numero che lesse sul piccolo display fosforescente la fece subito sentire meglio. Si trattava di un amico conosciuto da poco tempo, a cui era riuscita a raccontare senza inibizioni praticamente tutto della sua vita. Non un amico normale, comunque, ma un amico che possedeva particolari doti medianiche.

Questo amico era capace di avvertire presenze sovrannaturali in molti luoghi e aveva una particolare sensibilità nel leggere la mano e nell’interpretare gli stati d’animo della gente.Tutte le volte che lei si era confidata con lui, poi, aveva avuto la sensazione che lui conoscesse già quanto aveva da dirgli. In effetti, lui le aveva poi spiegato di riuscire anche a leggere, in determinate situazioni, il pensiero degli altri.

Leggendo il nome dell’amico medianico, lei si chiese subito perché mai la chiamasse a quell’ora. Aveva capito da tempo che lui era piuttosto strano ed il fatto di dover rispondere, se da una parte le procurava piacere, dall’altra la preoccupava un po’. Tuttavia, alla fine rispose. Lui disse d’aver chiamato per sentirla e per ricordarle che sapeva quanto era accaduto con l’altro. Se ne dispiaceva molto, ma era pure tempo che lei dimostrasse un po’ di carattere nell’affrontare la faccenda. Poi l’aveva salutata e le aveva promesso che presto le avrebbe inviato un altro dei suoi racconti erotici. Proprio così, perché l’amico medianico, tra le altre cose, si dilettava anche a scrivere racconti erotici di grande atmosfera!

‘Un altro racconto erotico’, pensò lei col sorriso sulle labbra. ‘Chissà questo da dove prende tutta l’energia e la fantasia necessarie’. Non ebbe il tempo di lasciarsi sopraffare dai primi sbadigli, che subito diede libero sfogo ai suoi pensieri. In fondo in fondo, l’amico medianico la incuriosiva parecchio’

In più d’un occasione si era chiesta se a letto le sue virtù eguagliassero quelle che possedeva nel prevedere ed interpretare gli eventi, e pensando ciò si era spesso scoperta a fantasticare di trovarsi con lui a letto, di saltargli addosso e strappargli uno ad uno i vestiti, fino a scoprire completamente il suo fisico asciutto e, a tratti, addirittura ossuto. Lei sapeva che a lui non sarebbe dispiaciuto. D’altra parte, quando erano assieme lui la osservava, la studiava, aveva la capacità di innescare in lei un forte desiderio’ Una cosa, tuttavia, sembrava non quadrare e la confondeva parecchio: come mai questo suo amico non ci aveva ancora provato apertamente?

Stava appunto riflettendo su questo fatto quando, inaspettatamente, sentì suonare alla porta. Si alzò, raggiunse in fretta lo spioncino della porta stessa e, facendo silenzio, osservò attentamente chi c’era dall’altra parte. Il suo stupore fu grande quando, al di là della porta, riconobbe colui con cui aveva appena finito di parlare al telefono.

Sul pianerottolo lì davanti, frattanto, l’amico medianico aspettava che lei venisse ad aprire la porta. Non vedeva l’ora di vederla dentro i suoi jeans stretti che mettevano in risalto le lunghe gambe e, soprattutto, il suo invidiabile fondo schiena. Molte volte si era trovato a fantasticare su di lei e, ispirato da lei, di recente aveva anche scritto alcuni tra i suoi più bei racconti erotici. All’improvviso la porta si aprì. Lei guardò l’amico con un attimo di esitazione, poi sorrise e lo invitò ad entrare.

_ ‘Dunque eri nei paraggi quando mi hai telefonato’.

_ ‘Diciamo che volevo farti una sorpresa, e spero che sia stata gradita’.

_ ‘Certo che lo è. Accomodati pure’.

Lei chiuse la porta e invitò l’amico a seguirla nella sua stanza. I suoi genitori e le sue sorelle erano fuori città e non sarebbero rientrati per quella notte. In altri termini, lei realizzò all’improvviso che per quella notte sarebbe stata sola e la presenza del suo amico medianico, lì accanto a lei, cominciò subito a suscitare in lei strani pensieri. Lo sapeva, ormai la curiosità di vedere ‘in azione’ quella persona così misteriosa era diventata talmente grande che, nei prossimi minuti, l’avrebbe condotta ad annullare qualunque freno inibitorio. Del resto, era proprio quello che voleva ed ora era pronta ad inventarsi subito qualcosa per fare in modo che lui le saltasse addosso! Ma ciò non era affatto facile. Sapeva benissimo che, se voleva, lui era in grado di prevedere ogni sua mossa ed in quel momento stava di sicuro osservandola cercando di leggere i suoi pensieri. Cosa avrebbe pensato di lei se avesse colto il suo desiderio irrefrenabile di possederlo?

Certo, tutte le volte che avevano parlato, lui si era rivelato una persona molto aperta, ma lei sapeva bene che gli uomini preferivano pur sempre essere loro a prendere l’iniziativa e che, di solito, si infastidivano se accadeva il contrario. Dunque, doveva essere molto cauta e lasciare che fosse la sua disarmante ingenuità ad attirare lui tra le sue braccia. Insomma, si convinse all’improvviso che la cosa migliore era forse non fare assolutamente nulla di particolare.

L’amico medianico prese posto in un piccolo divanetto che si trovava nella sua stanza e lei si sedette accanto a lui. Ci fu un attimo di silenzio in cui lei si trovò a pensare.

_ ‘Chissà se gliel’ho già fatto venire duro’, e mentre pensava ciò si passò senza accorgersene la lingua sulle labbra.

Lui la guardò negli occhi grigio-azzurri e non riuscì a trattenere il sorriso. Il viso di lei divenne immediatamente un fuoco. Ecco che la storia si ripeteva: anche quella volta, come già altre volte in passato, senza volerlo lui le aveva letto il pensiero.

_ ‘Non è il caso di arrossire, tranquilla. Ho provato a distrarmi ma purtroppo ho letto lo stesso i tuoi pensieri. Mi dispiace molto. Comunque, se ti interessa saperlo la risposta è sì: l’avevo già duro al solo pensiero di vederti’.

A quel punto, lei esplose in una sonora risata. La lusingava sapere che l’amico medianico provava attrazione fisica per lei. Poi abbassò lo sguardo e aspettò che fosse lui a riprendere il discorso.

_ ‘Lo so, tu ti sarai già chiesta molte volte come mai io non ci abbia ancora provato, ed hai ragione di chiedertelo. Se sono qui, è anche per darti una risposta’.

_ ‘Meno male’ pensò lei ‘almeno capirò una volta per tutte se ha deciso di farmi impazzire o se me lo sbatterà dentro al più presto’. Nuovamente, lui lesse subito quanto le passava per la testa.

_ ‘Mi dispiace se in certi momenti sarò apparso ambiguo ai tuoi occhi, ma ti assicuro che non l’ho fatto apposta. La situazione è molto più complessa di quanto tu riesca ad immaginare’.

Quelle parole la fecero subito irrigidire. Dove voleva andare a parare? Aveva forse un’altra? Voleva semplicemente tenerla in tensione per farla scoppiare di desiderio? Poi lui intervenne a rassicurarla.

_ ‘Nulla di tutto questo, rilassati. Ti ricordi quando ti parlavo delle vite parallele?’ Lei annuì senza aprire bocca. ‘Ebbene, il lontano ricordo di quelle vite mi mette nelle condizioni di non riuscire ad amare pienamente in questa vita, provocandomi un grande, inconcepibile dolore. L’ho capito da un po’ di tempo, da quando, cioè, sono riuscito ad interpretare certi strani momenti di improvvisa depressione’.

Da qualche istante lei aveva cominciato ad ascoltarlo con attenzione. Sentiva che lui non le stava mentendo, anche se le sue parole le facevano un po’ paura ed erano come un violento pugno allo stomaco.

_ ‘I ricordi sono confusi, lontani, indecifrabili, ma qualcosa mi fa pensare che provengono da momenti che io ho davvero vissuto. Si presentano all’improvviso, quando vedo o sento qualcosa, e a quel punto non capisco più bene cosa desidero veramente. A volte vedo in lontananza un uomo, a volte una donna, ed in entrambi i casi capisco che, in qualche modo, in un lontano passato devo essere stato legato a loro. E poi vedo sempre una città che non conosco ma che potrebbe essere Praga come pure Edinburgo”

Lui si era fermato e la guardava ora negli occhi. Aspettava un segno, un invito a proseguire. Lei intervenne subito.

_ ‘Continua, non fermarti, voglio ascoltare tutto’.

_ ‘Vedi, è da tempo che aspetto un segno, che cerco di capire se quel richiamo lontano un giorno sparirà e mi sarà dato modo di vivere ed amare completamente in questo mondo. E nell’attesa ho deciso di utilizzare la mia forza medianica per portare serenità a chi mi circonda’.

Mentre parlava, gli occhi di lui erano diventati lucidi e lei, che aveva ascoltato attentamente e seriamente, adesso per la prima volta li trovava profondamente vivi e veri. Poi lui riprese a parlare.

_ ‘Con ciò voglio che sia chiara una cosa: non mi va di essere il tuo n-simo errore, l’n-simo uomo che ti sbatte e poi si tira indietro inventandosi una scusa. Non è questo ciò di cui tu hai bisogno. Tu hai bisogno di una persona capace d’amare’.

Sul viso dell’amico medianico una lacrima attraversò lentamente uno zigomo e cadde senza far rumore. Finalmente era chiaro il motivo del suo comportamento: lui la desiderava, questo era certo, ma non voleva in pratica procurarle dolore.

_ ‘Sai, molte volte mi sono chiesto se questo sia il prezzo da pagare quando si possiede lo shining, il potere di ‘sentire’ e ‘vedere’ cose che gli altri non sentono né vedono. Ma purtroppo non ho ancora trovato una risposta. Questo è quanto avevo da dirti. Ora conosci il segreto del tuo amico medianico’. Le accarezzò la guancia e, sorridendole, aggiunse: ‘Spero solo che tu, adesso, ti senta un po’ meno ‘cunfunnuta’.

‘Cunfunnuta’ era un termine che lei usava spesso al posto dell’italiano ‘confusa’ e che a lui piaceva da impazzire. Quando lei lo diceva, con quell’aria ingenua e mezzo schizzata che gli trasfigurava il viso, lui l’avrebbe montata subito come una bestia in calore, con una forza che si sarebbe definita sovrannaturale, fino a sentire lei priva di forze chiedergli di fermarsi.

Finalmente, lei era tornata calma e rilassata. Le parole di lui, stranamente, anziché procurarle dolore o rabbia, le avevano acceso un nuovo desiderio all’interno, ancor più forte di quello sentito in passato. Lo guardò negli occhi e posò la sua mano sul suo petto. Il cuore di lui quasi non batteva, sembrava immobile, ma lei sapeva che anche quello era un segno del suo enorme desiderio.

_ ‘Quello che tu hai appena detto è molto nobile. Ora mi sento un poco meno ‘cunfunnuta’. Quanto è grande il tuo desiderio? Dimmi quanto è grande’.

_ ‘Tanto, tanto grande quanto grande è il numero delle stelle del cielo’.

_ ‘E allora prendimi, ora, totalmente, sono io che te lo chiedo. Voglio essere posseduta dal mio amico medianico. Non importa quel che accadrà dopo. Prendimi come non hai mai preso nessuna fino ad ora’.

Lui sperava proprio di sentire quelle parole. La guardò negli occhi, simili a due piccoli turchesi scintillanti, ed aprì la sua bocca sensuale.

_ ‘Ti voglio, amica mia, ti ho sempre voluta. Forse sei tu il segno che aspettavo. Vieni qui, è giunto il tempo che io ti strappi l’anima’.

Le parole di lei lo avevano liberato totalmente ed ora, privo di qualunque senso di colpa, l’amico medianico era pronto per possedere totalmente e completamente la sua amica.

Si alzò in piedi e afferrò lei per i fianchi, tirandola su. I suoi occhi erano due specchi attraverso i quali era possibile vedere il fuoco. Lei ebbe un attimo di esitazione, non aveva mai percepito una tale passione nello sguardo di un uomo. Guardandolo, però, fu ancora più convinta di volerlo senza alcuna remora. Lui l’attirò a sé e, dopo aver recitato delle parole in una lingua a lei incomprensibile, fuse letteralmente la sua bocca con quella di lei.

Nello stesso istante, le sue mani corsero veloci lungo la sua schiena e, raggiunti i glutei piccoli e sodi, lì attirarono verso di lui, in modo che il pube di lei si spostasse esattamente sopra il suo sesso. Lei ebbe la sensazione di sbattere contro un corpo contundente, quando si rese conto della possente erezione di lui. Un fremito di piacere le attraversò la schiena. Poi sentì le mani di lui impossessarsi del suo seno e massaggiarlo con fermezza. A quel punto le sue mani seguirono la colonna vertebrale di lei in cerca della terz’ultima vertebra. L’amico medianico conosceva a fondo l’anatomia e sapeva che proprio da quella vertebra si generava il piacere femminile. Da quella vertebra aveva cominciato ad accarezzarla con lenti ma decisi movimenti circolari ed ora le mani di lui correvano lungo i suoi fianchi accendendola di desiderio. Cosa le stava facendo quell’uomo, quale enorme flusso di energia possedeva per farle letteralmente perdere la testa?

Ad un certo punto lei si accorse di non avere più addosso i suoi jeans. Lui glieli aveva di fatto strappati di dosso ed ora era il solo slip a coprire la sua intimità già umida di desiderio. Con una mano le strappò all’improvviso anche quello e lei rimase completamente nuda davanti a lui che la ammirava col suo sguardo pieno di calore. Si sorprese di non provare alcuna vergogna. Lui la fece stendere sul divano ed iniziò a spogliarsi. In un attimo le apparve con i soli boxer addosso e lei si stupì di non riconoscere in quelli la possente erezione di alcuni minuti prima. Fu allora che lui entrò nella sua mente per comunicare con lei e darle una spiegazione. Non voleva parlare, non voleva rompere l’incantesimo di quei momenti con le parole.

Nella sua mente lei sentì all’improvviso la voce di lui: ‘Ho annullato la mia erezione perché voglio che tu senta crescere il mio desiderio per te direttamente dentro la tua bocca. Voglio che il mio sesso cresca dentro la tua bocca fino a che tu non riuscirai più a contenerlo’. A quel punto lui le si avvicinò e le serrò la testa tra le sue gambe. Contemporaneamente la abbraccio all’altezza dei fianchi e, in un attimo, la capovolse a testa in giù lasciandola praticamente senza fiato. Istintivamente, lei si aggrappò alle gambe di lui, ritrovandosi come un fuscello tra le sue braccia forti e ossute, con il viso direttamente a contatto del suo sesso. Morse dannatamente l’elastico dei boxer, tentando di abbassarli in qualche modo, fino a che non riuscì finalmente a tirare fuori il sesso di lui.

In quello stesso momento, lui aveva comincìato a passare il suo mento dalla barba ispida e incolta sulla fica di lei protesa verso l’alto, procurandole sensazioni di intenso godimento. Con le gambe all’aria lei cercava invece di avvinghiare la testa di lui, che amava sentire sempre più presente su di lei. Adesso lui le stava leccando la fica dal pelo folto e, col naso, cercava di insinuarsi contemporaneamente nella piccola apertura del suo ano. Lei non resistette a quelle continue sollecitazioni e, per tutta risposta, cercò di prendere in bocca il sesso semi eretto di lui.

In quel 69 acrobatico, capovolta, col culetto per aria e la testa all’ingiù, lei poté osservare finalmente, e da vicino, il sesso dell’amico medianico. Una grossa vena partiva dalla radice e si estendeva lungo tutta l’asta per scomparire appena prima del glande. Il solo odore la fece trasalire e la condusse senza esitazione a prendere in bocca quel pezzo di carne pulsante. Subito lo sentì crescere come carne viva. Si espandeva, cresceva ed acquistava una durezza sempre maggiore. Fu curiosa, a quel punto, di tirarlo un attimo fuori dalla bocca, per osservarlo dopo la trasformazione. Quando lo fece rimase senza fiato.

In piena erezione, il sesso dell’amico medianico non era proprio lunghissimo, sui diciassette centimetri, ma era davvero grosso e possedeva la peculiarità di inarcarsi rigidissimo lungo l’asse, apparendo così come un piccolo atleta che si preparasse ad affrontare una gara decisiva! Due piccoli nei spiccavano su quella parte di pelle destinata, in condizioni di riposo, a ricoprire il glande. L’unico aggettivo che avesse potuto descrivere completamente quell”oggetto’ era ‘potente’.

La donna lo riprese in bocca, non senza qualche difficoltà, e con una mano ne afferrò la base e le palle piene. Il suo naso era adesso a contatto con un ricco ciuffo di peli che partivano dall’attaccatura dell’asta, e anche quelli parevano irradiare la potenza dell’amico medianico. Il suo seno era schiacciato, invece, sugli addominali di lui e ne percepiva tutto il calore. Improvvisamente, lui la riportò in posizione orizzontale e con un balzò le fu subito addosso. L’aveva adagiata carponi sul divanetto ed ora si trovava dietro di lei in posizione d’attacco. Tuttavia, l’amico medianico non attaccò subito.

Con le gambe sottili ma pur sempre muscolose le bloccò i fianchi. Con le mani, invece, spostò all’indietro le braccia di lei e poi cercò le sue mani, per intrecciarle alle proprie. In quella nuova posizione, lei poggiava direttamente il viso sopra il divano e si sentiva fortemente dominata da lui. Ciò fece crescere ancora di più la sua eccitazione. Adesso l’amico medianico giocava con le sue braccia costringendole ad una strana altalena, mentre, lentamente, la mordicchiava lungo la schiena e scendeva sempre più in basso. Presto raggiunse la sua fica gonfia e umida di desiderio. Dapprima accennò un piccolo morso, che strappò alla donna dei gemiti di piacere, quindi la sottopose alle cure della sua mano.

Negli istanti successivi, mentre lei sentiva ogni fibra di sé ribellarsi violentemente, la bocca, la lingua e la mano dell’amico medianico diventarono tutt’uno con la fica di lei. Lui aveva inserito il medio nella sua intimità facendolo ruotare lentamente e, allo stesso tempo, aveva cominciato a ‘spennellare’ con la lingua l’ano e la zona circostante. Col pollice aveva cominciato ad esercitare una pressione sempre crescente sul piccolo buco di lei, fino a sentirlo pulsare ritmicamente.

Lei lo stava esortando adesso a sbatterglielo dentro al più presto, in uno qualunque dei due buchi, perché la voglia che aveva rischiava di farla diventare isterica. Ma l’amico medianico aveva intenzione di aspettare. Avrebbe cominciato a cavalcarla solo quando lei si fosse accorta di desiderarlo, oltre che col corpo, anche con la mente, così come adesso lui la stava desiderando e dominando. Era questa, dunque, la sua intenzione, che subito le comunicò telepaticamente.

Presto il respiro della donna divenne pesante, il suo volto cambiò espressione ed il suo bacino prese a ruotare. In quell’istante lui la fece distendere sulla schiena, con la testa a penzoloni sul bordo del divanetto, e cambiò la posizione delle sue dita. Con l’indice della mano sinistra cominciò a tormentarle l’apertura del sesso umidissimo mentre col medio si fece strada lentamente dentro al suo ano. Sentiva le due dita avanzare sempre più dentro, distanti tra loro appena di quella sottile striscia di carne che, nell’anatomia femminile, separa i due buchi. Dopo un po’, cominciò a muovere le due dita avanti e indietro.

Quell’operazione mandò letteralmente in estasi la donna. Al suo respiro, sempre più affannato, si sostituirono ora dei veri e propri gemiti, che presto si trasformarono in grida di puro piacere. L’amico medianico non smetteva un attimo di muovere la sua mano. Con l’altra, intanto, aveva raggiunto il seno di lei e aveva cominciato ad accarezzarlo con tocchi ora delicati ora energici. Lei inarcava la schiena e si dimenava per quel piacere mai conosciuto prima. Con le mani all’aria cercò disperatamente il sesso di lui, ma la posizione glielo impediva. Prese quindi ad accarezzarsi il viso succhiando spasmodicamente le proprie dita.

L’amico medianico analizzò nuovamente la mente di lei, ed allora scoprì che, finalmente, non solo il suo corpo, ma anche la sua mente lo desiderava spaventosamente. Adesso poteva congiungersi a lei carnalmente. Prima di farlo, tuttavia, le comunicò attraverso il pensiero che non avrebbe usato alcun profilattico perché lui, l’amico medianico, aveva il potere di rendere infecondo il suo seme. Lei poteva stare quindi tranquilla: avrebbe sentito il sesso di lui direttamente a contatto con la sua pelle senza correre alcun rischio’

L’amico medianico estrasse in un attimo le dita dall’intimità della donna e, contemporaneamente, la girò sul divano costringendola carponi. Lei non aveva ancora smesso di emettere quelle piccole grida di piacere, quando lui affondò il suo sesso enorme nella fica bagnatissima di lei e cominciò a montarla con una forza e una determinazione che parevano dettate dalla rabbia. Con le mani le teneva saldo il bacino, imponendole un ritmo che le toglieva il fiato. Si adagiò su di lei e la morse dappertutto, cioè in tutte le parti che quella posizione gli consentiva di mordere. La donna adesso non gridava più: le sue erano diventate vere e proprie urla di piacere. Sentiva il sesso dell’amico medianico raggiungere punti inesplorati al suo interno, accendendola di un desiderio inspiegabilmente forte. Lui modificava di tanto in tanto l’angolo di penetrazione, e di tanto in tanto cambiava pure il ritmo delle spinte. Ad un tratto, però, uscì da lei e le afferrò la braccia, bloccandogliele con una mano sopra la schiena. Con la mano libera prese i suoi boxer, pregni dell’umore lasciato in precedenza dal suo sesso, e li inserì con forza nella bocca della donna. Subito il naso di lei percepì forte l’odore del sesso di lui, ed il desiderio la fece quasi star male. E mentre la donna pregava che l’amico medianico ricominciasse a sbatterla, lui avvicinò la punta del suo sesso durissimo sul piccolo buco di lei e si preparò ad incularla.

Sapeva che lei era un po’ impaurita per ciò che le stava facendo, ma sapeva pure che lo desiderava fortemente. La tranquillizzò col suo sguardò e con un colpo lento ma deciso affondò in lei come un coltello caldo nel burro.

Lei stava gridando, non per il dolore, che in pratica non c’era, ma per il piacere nuovo e senza limite che cominciava a provare. Le sue urla, tuttavia, non erano altro che forti gemiti, soffocati dai boxer che l’amico medianico gli aveva ficcato poco prima in bocca. Con una mano lui le bloccava le braccia sopra la schiena, con l’altra, invece, un po’ le tirava indietro i capelli, un po’ le stimolava la fica calda e gonfia. La fanciulla percepiva perfettamente dentro di sé quel pezzo di carne calda e rigida che era il sesso dell’amico medianico. Era tutt’altro che lo spessore delle dita di lui, era qualcosa di enorme che la dilatava e si faceva strada lentamente dentro di lei. Come avrebbe voluto che lui la chiamasse troia! Come desiderava essere dominata!

Il peso di lui la schiacciava e la annullava al tempo stesso. Sentiva la muscolatura interna lasciare il passo alla dura carne del sesso di lui, sentiva lui dentro di lei come mai aveva sentito nessuno. ‘Prendi il mio sesso, donna, prendilo fino in fondo. Fondi la tua anima alla mia ed urla di piacere per me’, era quanto l’amico medianico le stava comunicando telepaticamente. La donna era spossata dai colpi che adesso lui aveva cominciato ad assestarle. In quelle condizioni, inoltre, con le braccia bloccate sopra la schiena e la bocca piena dei boxer di quell’uomo, si sentiva terribilmente vulnerabile.

L’amico medianico aveva resistito a lungo, ma anche lui prima o poi doveva venire. Prima di esplodere tutto il suo desiderio, però, volle che la donna ricordasse a lungo quel loro incontro. Così, negli ultimi istanti intrecciò le dita della sua mano destra e le introdusse con forza nella fica di lei, muovendole velocemente dentro e fuori. Era quasi un miracolo: la stava possedendo in entrambi i buchi, lei era totalmente sua, lui la stava montando come un animale pazzo di desiderio.

All’improvviso, portò fuori da lei le dita e le assestò due energiche sculacciate che ebbero subito il risultato di innescarle un orgasmo violentissimo. Quindi si staccò da lei, la rigirò di scatto e le strappò i boxer dalla bocca. Quasi contemporaneamente, la afferrò per i capelli e la diresse vicino al suo sesso pulsante. In un attimo il suo seme caldo e copioso inondò il viso della donna, che lui attirò a sé con forza in modo che prendesse in bocca quella carne fumante per assaporare la fragranza dei fiotti che ancora uscivano interminabili. Poi l’amico medianico si chinò sulla testa di lei, che ancora teneva in bocca il suo sesso, e cominciò a baciarla teneramente’

Quando lei aprì gli occhi erano già le sette del mattino. Per fortuna era domenica e non doveva correre a lavoro. Si guardò in giro cercando qualcosa, ma rimase vagamente delusa.

Con i vestiti del giorno prima ancora addosso ed il cellulare poco lontano, si era addormentata sul divanetto della sua stanza ed aveva sognato l’amico medianico. Ma nulla era avvenuto per caso, di questo era assolutamente certa’

Quanto lesse poco dopo sul piccolo display del suo telefonino le diede un’ulteriore conferma di quanto supponeva. Il messaggio che lui le aveva inviato la sera prima, subito dopo averle telefonato, diceva semplicemente: ‘Sogni d’oro, il tuo amico medianico’.

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