Skip to main content
Racconti Erotici Etero

L’Amore di una donna

By 27 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

L’Amore di una donna

In piedi sulla banchina della stazione ferroviaria sto aspettando il treno per Ventimiglia, finalmente le ferie sono arrivate e vado a riposarmi al mare.
Il mio nome &egrave Vitaliano ma tutti mi chiamano famigliarmente Vito, da poco diplomato Ragioniere, lavoro come contabile in uno studio di amministrazione stabili.
Orfano fin da quando ero piccolo, per aver perso i genitori in un incidente stradale, sono stato allevato con amore dai nonni materni che hanno provveduto anche alla mia istruzione fino al raggiungimento del diploma.
La mancanza dei genitori l’ho sempre sentita come una grande sofferenza, pur non essendomi mai mancato l’affetto dei nonni ed il loro prodigarsi nel soddisfare ogni mio più piccolo desiderio.
Vi lascio pertanto immaginare quanto sia legato ai miei due vecchietti, ma nonostante tutte le loro attenzioni, l’affetto della mamma mi &egrave sempre mancato.
Mi &egrave mancata la presenza e la protezione di una donna giovane che ho sempre desiderato sentire al mio fianco e che, purtroppo, non ho mai avuto.
Il desiderio di questa presenza &egrave sempre stato così grande che mi sono legato fin da piccolo, con affetto quasi morboso, alla moglie di zio Luca il fratello di mia madre.
Seduto nello scompartimento di una carrozza di seconda classe, sto viaggiando proprio per raggiungere gli zii che, come ogni anno, mi hanno invitato per le vacanze estive in casa loro, sulla riviera ligure, proprio davanti all’isola di Bergeggi.
Come sempre mi hanno invitato per il periodo delle mie ferie, non avendo avuto figli, mi hanno un po’ adottato anche loro e frequento la loro casa, sia in città che al mare come fosse la mia.
Zia Tina é una bella donna alta e formosa e dimostra molto meno dei suoi anni, ha compiuto da poco i quaranta, ma &egrave ancora seducente come quando era molto più giovane.
Vi confesso che dai primi tempi che ho cominciato a guardare le donne, con un interesse diverso da quello che può avere un bambino, diverse volte mi sono masturbato pensando a lei, al suo corpo sensuale e ai suoi seni giunonici.
Certi suoi comportamenti hanno sempre eccitato la mia fantasia di giovinetto, con conseguenti furiose masturbazioni.
Sono peraltro convinto che lei non abbia mai fatto nulla con intenzionalità, anzi credo che i suoi atteggiamenti siano sempre stati improntati ad una innocente ingenuità, fatto &egrave, che spesso esibiva davanti ai miei occhi le sue gambe stupende.
Quante volte l’ho spiata quando, sollevandosi la gonna, la sorprendevo nell’atto di aggiustarsi le calze. Ancora oggi usa calze e reggicalze non amando molto i collant, e in quelle occasioni mi offriva uno spettacolo che era quanto di più arrapante potesse apparire agli occhi di un ragazzo, a quel tempo, adolescente.
Altre volte mi eccitavo ancora di più sbirciando i suoi seni turgidi attraverso le profonde scollature dei suoi vestiti.
Queste paradisiache visioni di intimità producevano un solo risultato: quello di farmi fiondare al gabinetto dove mi esibivo in feroci masturbazioni che mi lasciavano sistematicamente soddisfatto e sfinito.
Mano a mano che crescevo, il mio desiderio di poter godere carnalmente di questa donna, di riuscire a possedere colei che così tanto aveva influenzato la mia immaginazione, aumentò a tal punto che cominciai a crederci seriamente.
Ad avvalorare le mie speranze di poter avere realmente qualche possibilità di riuscita fu il caso.
Venni, infatti, involontariamente a coscenza di alcune confidenze che la zia stava facendo ai miei nonni senza accorgersi di essere ascoltata anche da me.
Venni così a sapere che si sentiva sessualmente insoddisfatta e che ne soffriva parecchio, in quanto zio Luca pare avesse perso quasi del tutto la sua potenza virile.
Questa notizia, pur avendomi procurato molto dispiacere per le condizioni dello zio, nello stesso tempo mi aveva fatto nascere nella mente la possibilità di ricoprire un ruolo agognato fin dalla pubertà: sostituirlo a letto con la zia.
Sarà anche un’idea cinica quella di approfittarsi della debolezza di un’altra persona, ma la zia mi era entrata troppo nel sangue ed io impazzivo per lei.
Esco dal torpore causato da tutti i miei pensieri, il treno sta entrando sferragliando in stazione e in piedi, davanti allo sportello di uscita, comincio a scrutare il marciapiede alla ricerca di una figura famigliare.
C’&egrave molta gente in attesa di parenti ed amici, ma non vedo nessuno di mia conoscenza, dovrò prendere un taxi per raggiungere la casa… ma no! Eccola!
In fondo al marciapiede, presso l’uscita, spiccano i suoi capelli biondi ed il viso, come sempre, sorridente.
Il cuore accelera i suoi battiti e non appena il treno si ferma, mi precipito verso di lei trascinandomi a rimorchio una pesante valigia.
E’ felice di vedermi, &egrave allegra come una ragazzina e mi bacia sulle guance scompigliandomi i capelli con le dita, un vezzo che ha sempre avuto nei miei riguardi.
“Vieni, andiamo alla macchina, &egrave qui al parcheggio.”
Mi precede e mentre la seguo, non perdo l’opportunità di ammirarla da dietro, di vederla ancheggiare armoniosa su quelle gambe lunghe e tornite, ancora più belle per l’abbronzatura che hanno preso.
“Lo zio non &egrave venuto perch&egrave sta organizzando un torneo di Bridge con amici e vicini di casa, vedrai che pandemonio ha messo in piedi! Non ne posso proprio più di avere sempre un sacco di gente in giro per casa.”
Arriviamo a quella che la zia chiama la sua casina delle vacanze, in realtà una bella villa su due piani con un ampio giardino intorno.
E’ appena fuori dal paese, immersa nel verde degli ulivi e dalle sue finestre si gode un’ampia panoramica del golfo, da Bergeggi fino a Capo Noli.
Lo zio mi viene incontro per salutarmi e darmi il benvenuto, &egrave tutto preso con altri amici nel dare una sistemazione a diversi tavolini sparsi nell’ampio soggiorno e sulla veranda.
“Ti ha già informato la zia? Stiamo organizzando un torneo di Bridge per riempire le serate, siamo più di venti coppie in gara e per un certo tempo ci sarà un po’ di trambusto.
Spero che sopporterai il disagio per il tuo zietto e non darai corda alle lagne della zia che mi sta facendo due… così!”
Con le mani unisce i pollici e gli indici in cerchio per farmi vedere le dimensioni ipotetiche che avrebbero raggiunto le sue palle, poi con slancio mi abbraccia dandomi piccole pacche sulla schiena. “Scusami se adesso non posso dedicarti maggior tempo, ma vai pure, tu sai già dove andare, la zia ti aiuterà lei a sistemare le tue cose.”
Mi trascino la valigia al primo piano dove c’&egrave la mia solita camera, la zia &egrave già là e sta sprimacciando il letto che mi ha preparato per la notte.
Mi aiuta a riporre nei cassetti la biancheria e come sempre un brivido di eccitazione mi percorre tutto il corpo perch&egrave i miei occhi cadono nella sua scollatura.
E’ a dir poco vertiginosa e ogni volta che lei si piega sulla valigia a raccogliere le mie cose, aprendosi mi permette di spaziare con la vista sulle sue tette, malcontenute da un ridotto reggiseno.
Cerco di controllarmi perch&egrave temo si accorga del mio turbamento, certo che &egrave dura resistere alla tentazione di infilarle le mani dentro il vestito ed accarezzare quella palpitante visione.
“Eccoti sistemato Vito, noi abbiamo già mangiato ma se tu hai fame possiamo andare in cucina che ti preparo uno spuntino.”
Ci avviamo e mentre scendo le scale alle sue spalle, cerco di sistemarmi l’ingombro che mi si &egrave ingrossato nei pantaloni, per mia sfortuna, vengo sorpreso dalla zia proprio mentre compio questa azione poco educata e frettolosamente mi devo scusare con lei dando la colpa ai pantaloni troppo stretti.
Terminata la cenetta fredda saluto da lontano lo zio che ha cominciato a giocare il torneo coi suoi ospiti, quindi bacio sulla guancia la zia dandole la buona notte e vado in camera mia con gli occhi pieni di sonno per la pesante giornata di viaggio. Non so quanto tempo sia passato dal momento in cui mi sono coricato, ma ciò che successe, avvenne in pochi istanti, come di solito accade nei sogni quando questi appaiono reali.
Forse non ero del tutto addormentato, ho aperto gli occhi perch&egrave mi sono sentito rimboccare le coperte e… incantevole visione, alla luce lattea della luna che filtrava dalla finestra aperta, ho visto i seni nudi della zia che dondolavano davanti al mio naso.
Anche se in maniera fugace, ho potuto avere la nitida visione dei suoi capezzoli quasi a portata delle mie labbra e poi, nel momento che si &egrave allontanata, la vista delle sue gambe meravigliose e del suo culetto a malapena coperto dalle mutandine di tessuto leggero.
La zia, infatti, indossa una camicetta da notte cortissima e trasparente che appena, appena le copre l’inguine e che nulla o poco più di nulla lascia all’immaginazione.
Con le dita mi arruffa leggera i capelli nel suo abituale gesto di affetto ed esce silenziosamente dalla stanza lasciandomi con una paurosa erezione.
Mi masturbo subito con gli occhi ancora pieni della visione delle sue forme.
Immagino i suoi capezzoli nella mia bocca, le mani sulle sue natiche, fra le sue cosce, fino a raggiungerla sul sesso e quando con la fantasia mi immagino di penetrarla… godo.
Godo pur gemendo la mia disperazione di non poterla possedere veramente, di non poter veramente accarezzare quelle carni tanto desiderate.
Mi asciugo col fazzoletto che domani dovrò lavare di nascosto per nascondere le tracce della mia passione, quindi cerco di riprendere il sonno interrotto.
Inutile, resto sveglio ancora per molto torturato sia dalle immagini della zia che continuano a tornarmi in mente senza darmi pace, sia dalla mia ancora accesa eccitazione che la recente masturbazione non &egrave riuscita a placare.

Il mattino successivo, rintanato sotto l’ombrellone, mi sto facendo ungere di olio solare.
Ho l’epidermide così delicata che l’esposizione al sole, per il solo tempo dedicato al primo bagno, mi ha già notevolmente arrossato la pelle.
Mi godo la carezza delicata delle mani della zia, ma vorrei tanto che mi accarezzasse così anche per altri motivi.
“Tuo zio &egrave così preso per il torneo con i suoi amici, che &egrave più di una settimana che mi parla solo quando &egrave l’ora di mangiare, adesso almeno sei arrivato tu, mi farai un po’ di compagnia? Non mi lascerai sola anche tu, vero?”
Mi volto a guardarla nel suo due pezzi azzurro dal quale straripa il seno.
“Stai tranquilla zia, resterò vicino a te tutto il tempo delle vacanze. Lascia pure che lo zio si diverta con i suoi amici, quando vorrai usciremo insieme per andare al cinema, a ballare o a cena da qualche parte, sei contenta?”
“Come sei caro Vito, davvero vuoi così bene alla zia da sacrificarti per lei?”
Mi schiocca un bacio sulla guancia, vicino all’angolo della bocca e mi ritrovo subito in difficoltà perch&egrave nel baciarmi mi appoggia il seno contro un braccio e in un attimo viaggio in orbita per quel solo piccolo contatto.
Forse sono anche arrossito perch&egrave mi sento tutto avvampare e anche per distrarre la sua attenzione dalla mia improvvisa erezione, chiedo dove sia lo zio cercando attorno con lo sguardo.
Lo vedo sotto un altro ombrellone che sta discutendo e prendendo appunti su un blocco di carta. Poveretto mi fa molta pena, avere una moglie così e non potersela godere come probabilmente vorrebbe, chissà quanto soffre anche lui per la sua impotenza.
Cerco di scacciare questi tristi pensieri, mi sdraio sulla pancia per nascondere l’evidenza del gonfiore che mi si &egrave formato nel costume da bagno, poi torno alla conversazione con la zia.
“Allora, vuoi uscire con me questa sera?”
“Per me va bene, dove mi vuoi portare, al cinema?”
Non sto più nella pelle per la felicità, questa sera staremo insieme da soli e potrò godere interamente della sua compagnia, solo noi due, io e lei!
Questa &egrave la donna che avrei voluto avere vicino come mamma dopo aver perso la mia, anche se ora sono attirato più dalle sue forme procaci che non dall’amore filiale.
Il locale che abbiamo scelto &egrave all’aperto e danno un film comico con Benigni, c’&egrave poca gente e ci sediamo un poco in disparte, là dove siamo più riparati dal venticello fresco della sera.
Senza secondi fini, ma solo per un gesto di affetto, le cingo le spalle con un braccio e lei subito si abbandona leggera contro il mio fianco.
La fragranza del suo profumo, il tepore del suo corpo morbido così vicino al mio, danno sostanza immediata a tutti i fantasmi che mi sono creato negli ultimi anni.
Nella mia mente si creano passaggi fulminei di immagini dei suoi seni, del suo culetto, di tutto il suo corpo e di ciò che mi sarebbe piaciuto fare con lei.
Ho il cuore che mi batte tumultuosamente per la sua vicinanza e se all’inizio non avevo altre intenzioni, ora che la stringo vicino a me comincio a meditare di poter approfittare dell’occasione, cercare se possibile un contatto più intimo.
L’accarezzo delicatamente con la mano che le ho appoggiato sulla spalla e mi perdo con gli occhi nella scollatura del suo vestito.
Se mi chiedessero che film sto guardando non saprei cosa rispondere e infatti neppure ora, a distanza di tempo, ne ricordo il titolo.
Le mie dita le accarezzano il collo, leggero come il tocco di una piuma le vellico il lobo dell’orecchio per tornare poi sulla spalla nuda.
La mancanza di una reazione da parte sua mi fa diventare più ardimentoso e lentamente scendo verso il seno che si muove ritmico in sincronia col suo respiro.
Assaporo coi polpastrelli, se così mi &egrave concesso di dire, la carne turgida che dà inizio al gonfiore dei seni, riporto le dita a sfiorarle la gola sulla quale indugio qualche attimo e poi con decisione mi tuffo nel solco che separa le mammelle.
“Cosa fai Vito? sei diventato matto?”
Non grida la sua protesta e nemmeno cerca di sottrarsi alla carezza, mi blocca soltanto la mano, che &egrave tutta dentro la sua scollatura, per impedirmi di andare oltre, ma in realtà non sembra avere intenzione di opporsi alla mia intrusione.
Ho la mente confusa e agisco senza quasi rendermi conto delle mie azioni, le scocco un bacio sulle labbra così vicine alle mie e con l’altra mano le accarezzo le cosce intrufolandomi, in alto, sotto il vestitino.
“Si zia, sono diventato matto! Sono impazzito per te perch&egrave ti amo e ti desidero da tanti, troppi anni.
La notte scorsa quando sei venuta nella mia camera e ti ho visto nella tua nudità, credevo di morire per il desiderio e quando sei uscita mi sono dovuto masturbare pensando a te, alle tue gambe al tuo seno…”
Mi prende di sorpresa, mi bacia sulle labbra e saetta rapida la lingua nella mia bocca impedendomi di continuare nella confessione.
“Vieni usciamo, non voglio farmi notare, in paese mi conoscono.”
Ce ne andiamo dal locale, ma ho la mente sconvolta per gli eventi che si sono susseguiti in così rapida sequenza.
Il cuore mi batte sempre più tumultuoso nel petto, mi rendo conto che non sto comportandomi bene nei confronti dello zio, ma la Natura e la mia giovinezza mi impediscono di prestare attenzione ad un’etica della quale in questo momento non me frega proprio niente.
Usciamo dal paese dirigendoci verso casa, temo che la zia ci abbia ripensato o che io non abbia capito nulla delle sue vere intenzioni, ma per mia fortuna mi sbaglio.
Senza parlare, mi guida su per un viottolo che si inerpica in collina fra le piante di ulivo.
Appena ci troviamo al buio del bosco la sospingo contro un muretto di pietra e la stringo al mio petto baciandola sulla bocca, per un attimo risponde al mio bacio, ma poi mi respinge gentilmente.
“Non ancora aspetta, potrebbe passare qualcuno… ci sono delle case lì dietro… ancora un poco di pazienza… vieni!”
Riprendiamo il cammino e abbandoniamo la stradina per inoltrarci nei campi fra gli ulivi, ci fermiamo infine a ridosso di una pianta e ci avvinghiamo come due innamorati che da troppo tempo non si vedono.
Mi perdo col viso fra i seni che ho messo a nudo, succhio quelle mammelle che da tanti anni ho sognato di baciare, lei ansima sotto il mio attacco e cerca la mia bocca con la sua.
Mi raggiunge saettandomi la lingua fra le labbra che succhia ed esplora con un ardore che non le conosco.
Non &egrave una donna di più di quarant’anni, &egrave una ragazzina tutto fuoco e pepe che mi imbarazza con la sua irruenza.
In un attimo si sfila il vestito che lascia cadere a terra e mi si offre senza riserve.
“Prendimi Vito, prendimi…! Voglio essere tua questa sera, sei riuscito a turbarmi, hai saputo accendere un desiderio che pensavo di non dover provare mai più… tieni baciale…!”
Si slaccia il reggiseno che raggiunge il vestito e sollevandole col palmo delle mani verso il mio viso, mi offre le mammelle per farsele baciare.
Affondo la bocca nella carne turgida perdendomi nel sogno che &egrave diventato realtà, ancora duro fatica a credere a quanto mi sta capitando.
La zia mi desidera, vuole essere amata da me, ora non sono più solo il suo nipote preferito, sono diventato anche il suo amante.
Anch’io la desidero follemente, frugo le sue carni e le mie mani scendono per la prima volta ad accarezzarle le reni, le natiche forti e piene che mi nascondono e proteggono il tesoro così tanto sognato.
Mi inginocchio ai suoi piedi e le faccio scivolare in basso le mutandine che raggiungono il resto della biancheria, lei dischiude le gambe protendendo il ventre verso di me.
Vuole concedermi la sua parte più intima e raggiungo il calore del suo sesso che bacio come fosse una seconda bocca.
Spazio nel suo intimo con la lingua, la frugo in ogni anfratto gustandomi il suo sapore di donna, lei comincia fremere di piacere.
Mi ha afferrato la testa tenendola premuta sul suo inguine, poi prende a muovere dolcemente le anche sulla mia bocca che la sta divorando.
Anch’io la tengo saldamente per le natiche, la esploro da dietro con le mani, la penetro analmente con un dito strappandole un piccolo grido e continuo a leccarle la fica finch&egrave la sento raggiungere l’orgasmo che la scompone in mille movimenti incontrollati.
Mugola il suo piacere gridandomi che vorrebbe morire così, mentre la bacio sul sesso.
Si inginocchia anche lei e mi riempie di baci il viso, mi tiene abbracciato stretto, stretto mentre con le mani mi scompiglia i capelli.
“Caro, caro… quanto ti voglio bene Vito! Forse ti ho sempre desiderato anch’io e non me ne rendevo conto, ma ora ti voglio amare, voglio essere tua completamente… mi vuoi? Vuoi la tua zia?
Vieni! Entrami dentro… dammi il tuo cazzo… ahh come &egrave duro e grosso…! Prendimi Vito… non farmiaspettare ancora…!”
Si sdraia nell’erba trascinandomi su di lei, fra le sue gambe spalancate, pronte ad accogliermi.
Impugna il mio scettro e lo guida nella vulva dove penetro lentamente per gustarmi quel momento sublime da tempo desiderato e che vorrei non finisse mai.
Si avverano così i miei sogni, i miei desideri più nascosti e inconfessati che mi porto dietro da quando ero ancora ragazzino.
Avvinghiati nell’erba umida, mi muovo dolcemente in lei e la frugo col pene in ogni angolo più remoto della sua natura.
Asseconda i miei movimenti muovendo i fianchi in sincronia con le mie spinte, poi mi stringe a s&egrave incrociando le caviglie all’altezza delle reni e si avventa col pube contro la mazza che le sta martellando l’utero.
“Godo… godo gioia mia! Vieni anche tu insieme a me… resta dentro… godimi dentro… non uscire…! Ahh cosii…!”
Non riesco più a resistere oltre al piacere che si annuncia prepotente, sono al culmine della resistenza e mi lascio andare godendo nel suo ventre.
Sento sprizzare lo sperma nella sua vagina e fuoriuscire per l’abbondanza colando fra le cosce.
Anche lei avverte i getti della linfa nel suo crogiolo d’amore e si esalta in un nuovo parossistico godimento, mi morde sul collo e mi conficca le unghie nella schiena e nelle spalle.
Ahh quale dolce, appagante dolore sentirmi ferito nelle carni, mentre dolcemente mi sussurra parole d’amore, mentre &egrave rapita dall’orgasmo e si stringe a me con la forza di un pitone per impedirmi di abbandonarla troppo presto.
Ora si muove quieta, la furia dei sensi si sta lentamente placando e mi bacia dolcemente il viso, gli occhi e la bocca.
“Resta così per un po’, non uscire… ti voglio sentire dentro di me. Come &egrave stato bello! A te &egrave piaciuto? Gioia mia adesso non devi lasciarmi mai! Voglio essere la tua donna, la tua amante, sempre disponibile ogni volta che lo vorrai… il tuo cazzo &egrave ancora duro…, chiavami ancora… ti prego fallo ancora…. ahhh come &egrave bello… fammelo ancora amore!”
Con la sua logorroica richiesta si rivela essere la donna bisognosa di sesso come ho sempre immaginato che fosse e poich&egrave mi ha accettato come la fonte alla quale spegnere la sua sete, non lesino ogni energia per raggiungere il reciproco piacere.
Riprendo a muovermi dentro di lei, sono colmo di una libidine senza fine e la cavalco con forza, la prendo senza alcuna gentilezza con colpi impietosi, quasi animaleschi.
La chiavo come ho sempre sognato di fare durante le mie masturbazioni solitarie, come fosse una troia di strada e non la mia amata zia, in questo momento &egrave, per me, solo un corpo da usare per fottere, per il mio unico piacere.
“Sei la mia troia e voglio che tu lo sia per sempre… solo per me… zia sto per goderti ancora dentro…!”
“Si Vito, sarò la tua troia! Lo sarò solo per te, tutta per te… ogni volta che lo vorrai… potrai fare l’amore con me come ti piacerà di più… più forte… colpiscimi forte sull’utero… ahh come mi piace…! Spaccami tutta… ti sento, ti sento! Quanta sborra! Come mi piace… godo ancora! Non lasciarmi… eccomi amore… godo con te…”
Ci abbandoniamo esausti, l’uno sull’altra la bacio sulle labbra dischiuse dalle quali esce il respiro affannoso per l’ultimo orgasmo.
Mi sdraio al suo fianco accarezzandole i seni che si sono come svuotati, poi prendo dalla tasca dei pantaloni il fazzoletto e cerco di asciugarla come posso.
Lei vuole ricambiarmi il favore, ma non potendo riutilizzare lo stesso fazzoletto ormai completamente intriso dei nostri umori, mi pulisce il pene forbendolo con la lingua.
Sotto l’azione delle sue carezze labiali mi ritorna immediatamente duro, si affretta ad ingoiarlo e lo pompa con le labbra, si stacca solo per dirmi:
“Ti piace? Se ti piace te lo farò tutte le volte che lo vorrai, prima mi hai detto che vuoi che sia la tua troia e queste sono le cose che le troie sanno fare bene.”
Riprende a pomparmi fino a farmi godere ancora, ma quello che ha detto mi ha fatto nascere la paura di averle mancato di rispetto e non appena finisco di eiacularle in bocca cerco di scusarmi.
“Non devi prendermi alla lettera, sono parole che si dicono solo in certi momenti, quando la libidine prevale sulla ragione, non ho mai pensato che tu lo sia davvero zia!”
“Non devi giustificarti, so perch&egrave &egrave successo e ti assicuro che, proprio perch&egrave detta in quel particolare momento, alle mie orecchie quella parola &egrave suonata come un complimento. Ecco perch&egrave ti ho detto che se lo desideri saprò esserlo per te ogni volta che lo vorrai.”
L’abbraccio di nuovo accarezzando il suo corpo meravigliosamente nudo, il pene palpita sul suo ventre anelando un nuovo amplesso, ma dobbiamo riprendere la strada di casa perch&egrave si sta facendo tardi.
Ci succhiamo le lingue in un ultimo bacio poi l’aiuto a rivestirsi.

Sedute ai vari tavolini da gioco le coppie sono nel pieno del cimento nella prima partita del torneo, svicoliamo senza disturbare al piano di sopra e ci buttiamo sotto la doccia.
Finalmente ho l’opportunità di guardarmi la zia in piena luce e completamente nuda a mio piacere.
“Sei bellissima zia! Ora mi rendo conto che non solo mi sei sempre piaciuta, ma che sono sempre stato innamorato di te.”
Mi sorride civettuola, ci asciughiamo a vicenda e andiamo a sdraiarci sul letto in camera mia.
Accarezzo le sue forme soffermandomi a palpare le mammelle che sono sempre state il punto principale della mia attrazione.
Mi chino a baciarle i capezzoli e passo la lingua in una carezza voluttuosa vellicandone le punte brune che subito si induriscono.
Le accarezzo il ventre piatto fino a raggiungere il vello biondo del pube e lei subito dischiude le cosce per permettere alla mia mano di raggiungere il centro dei nostri desideri.
Non parla, ma mi guarda in silenzio con quei suoi occhi azzurri che mi penetrano nel più profondo dell’anima e che mi mettono in imbarazzo.
“Perch&egrave mi guardi così senza dire nulla? Sei dispiaciuta per quello che abbiamo fatto?”
“No, no! Che dici? Rifarei tutto da capo, non sono pentita affatto, solo… solo che mi sembra di conoscerti per la prima volta, sto scoprendo di te cose che non avevo mai pensato e sei così giovane che ho paura di perderti troppo presto. In fondo ho il doppio dei tuoi anni!
Sappi fin d’ora, che non ti imporrò mai delle catene. So che un giorno tutto questo finirà perch&egrave troverai la tua donna, quella che riempirà la tua vita e ti darà dei figli ed &egrave questo pensiero che &egrave venuto a turbarmi, &egrave l’unico motivo del mio silenzio, ma ora non voglio più pensare a quell’evento, voglio vivere questo momento di insperata felicità vicino a te… baciami, baciami… tienimi stretta!”
Non &egrave possibile stringere fra le braccia questa meravigliosa creatura ed evitarne le conseguenze. Un’erezione prepotente fa ergere il mio bastone ed &egrave un attimo scivolare fra le sue cosce affondando nel calore delle sue carni morbide.
Con la bocca incollata alla sua mi muovo nel ritmo lento che ho imposto al coito, voglio godere a lungo del suo corpo e mi fermo ogni volta che sento innescarsi l’onda che porta al piacere.
Godo nel sentirla godere, quello che provo ogni volta che la zia perviene ad un orgasmo, &egrave un piacere della mente forte quasi come quello fisico.
La sto chiavando in ginocchio tenendola sollevata per i fianchi, le mani strette alle sue natiche che sento fremere ad ogni mia spinta, ad ogni mio colpo.
La penetro con la mente lucida per percepire tutto di lei.
Come se il mio glande avesse la sensibilità delle dita, tasto l’interno della sua vagina, percepisco l’umido delle sue secrezioni, il vibrare delle sue pareti interne che a cicli alterni si contraggono e si rilassano avvolgendomi il pene in una carezza voluttuosa.
Sottovoce mi sussurra il piacere che sta provando, invoca il mio godimento, vuole sentire il mio seme sprizzarle nel sesso e si aggrappa alle mie spalle piantandomi le unghie nella carne.
Al mulinare delle sue anche rispondo con colpi vibrati con forza maggiore e mi sciolgo in lei, mi annullo nelle sue viscere spruzzando le ultime gocce di sperma che mi sono rimaste.
Riposiamo fianco a fianco, ma all’improvviso un pensiero mi fa agghiacciare il cuore.
“Zia… e se ti avessi messo incinta?”
Ride con allegria.
“Non temere Vito, non lo sai che non posso avere figli? Anni fa, quando ancora lo zio andava forte, li abbiamo cercati senza successo. Entrambi abbiamo fatto tutti gli esami possibili e i risultati, purtroppo, hanno detto che la colpa &egrave mia, sono io che ho la macchina guasta.”
Rassicurato la bacio sulla bocca cercando la sua lingua, ma ci dobbiamo rivestire subito perch&egrave sentiamo salire di tono le voci dei giocatori che probabilmente stanno concludendo la loro serata.
Ci diamo la buonanotte con un ultimo abbraccio e appena la zia se ne &egrave andata, mi corico nel mio letto a luci spente; il sonno mi coglie mentre sto riandando con la mente agli eventi di quella serata.

Il giorno dopo siamo tutti in spiaggia e ogni volta che guardo o parlo con lo zio mi prende il rimorso per quello che ho fatto, ma mi basta ripensare alla zia perch&egrave tutto passi e riesco perfino a trovarmi delle ciniche giustificazioni.
La giornata trascorre pigramente. Lo zio frequenta quasi esclusivamente i suoi amici e si dimentica di noi per la maggior parte del tempo.
La cosa anzich&egrave darmi fastidio mi dà un senso di sollievo, anzi sono felice perch&egrave così non ho l’imbarazo della sua presenza e non devo dividere con nessuno le attenzioni della zia.
Durante tutto il giorno non abbiamo avuto un solo momento di intimità, anzi, abbiamo dovuto prestare molta attenzione a non eccedere negli atteggiamenti per non dare adito a sospetti o chiacchiere.
La sera sta scendendo a coprire ogni cosa con le sue lunghe ombre e solo ora mi si apre il cuore per la speranza di poter rimanere solo con zia Tina.
La cena, volutamente frugale e leggera, &egrave da poco terminata e già arrivano gli ospiti dello zio.
Le varie coppie si siedono ai tavoli assistiti da un paio di persone, che non ho capito bene se fungano da arbitri o da camerieri.
Per dimostrare un interesse che non ho, mi apposto in piedi alle spalle dello zio ad osservare il gioco che non conosco, ma vengo fermamente, anche se gentilmente, invitato ad allontanarmi e a non disturbare.
Gaudio magnum! Me ne vado con l’anima in festa perch&egrave il loro desiderio autorizza me e la zia a rimanere per conto nostro, non dovremo neppure cercare scuse per le nostre sparizioni.
Esco in giardino con lei e ci portiamo sul retro della casa camminando come se non avessimo di meglio da fare, ma appena fuori dalla vista di tutta quella gente, entriamo da una porta di servizio e saliamo in camera mia.
Mi chiudo la porta alle spalle e faccio girare la chiave nella toppa.
“Non si sa mai!”
Dico alla zia che ha nello sguardo una muta domanda.
“Potrebbe venire qualcuno a cercarci per un qualsiasi motivo, una precauzione in più.”
In un attimo siamo l’uno nelle braccia dell’altra a cercarci affannosamente la bocca.
Le lingue s’intrecciano in giochi vorticosi, in guizzi repentini, preludio ad un amplesso più intimo, più profondo, poi la bacio sul collo strappandole gemiti di voluttà.
Con le labbra dischiuse passo da una parte all’altra del suo viso leccando e baciando la carne tenera e profumata, risucchio i lobi delle orecchie penetrandole con la punta della lingua in un bacio lascivo e lei si abbandona fra le mie braccia con gli occhi chiusi e ansante di piacere.
“Ahh Vito, piccolo mio… quanta gioia mi stai donando… il mio nipotino adorato… baciami ancora tesoro, non ti fermare…!”
La bacio in bocca e la frugo nell’incavo dei seni, poi insinuo la mano nella scollatura sbottonata del vestito e le palpo a mano piena le tette sopra il reggiseno di velo.
Avverto i capezzoli inturgidirsi e con le dita le faccio sgusciare le mammelle dalle coppe, le bacio golosamente facendo vorticare la lingua sulle punte.
Stringo ed impasto le tette così forte da farle quasi male, poi torno a baciarle la bocca soffocando il suo ansimare.
Mi accarezza il pene turgido dopo avermi sbottonato i pantaloni, la sua mano si insinua e mi sfiora lasciva i testicoli e l’interno delle cosce procurandomi brividi incredibili.
Un dito mi esplora dietro lo scroto dove nessuna donna ha mai osato arrivare, mi vellica girando intorno all’apertura anale e questa volta sono io che mi abbandono sul cuscino lasciando a lei l’onere della fatica.
Mi sfila i pantaloni e gli slip per meglio continuare la sua carezza così intima, le apro allora le gambe per facilitare i suoi movimenti, soprattutto a quel dito birichino che mi stuzzica nel punto più remoto.
“Ti piace? – mi sussurra con le labbra sulle mie – Adesso voglio sentirti godere nella mia bocca!”
Si abbassa sul mio inguine senza darmi il tempo di replicare alla sua decisione e comincia a succhiarmi. Mi frulla la lingua sul meato e sul frenulo donandomi sensazioni sublimi, la bocca si apre e inghiotte il glande cui fa seguito l’asta e si fa penetrare fin in fondo alla gola.
E’ una vera regina nell’arte della fellatio, muove le labbra su e giù per il pene che ora accoglie sulla punta della bocca, ora fa scivolare nel profondo della cavità orale.
Non dimentica di tormentare con la lingua lo scroto e i testicoli e mi mordicchia tutto intorno all’asta per poi inghiottirla di nuovo in un continuo senza fine.
Si accorge del piacere a cui sto per arrivare e mi incita a godere.
“Vieni amore, vieni… godi nella mia bocca… ti voglio bere, voglio la tua sborra… tutta per me…!”
Mi abbandono all’orgasmo che sta per travolgermi e proprio in quel momento il dito birichino mi penetra nell’ano.
Ricevo come una scossa elettrica che dà l’abbrivo alla furia dei sensi, godo con tutto me stesso senza ritegno alcuno e solo pensieri osceni e lussuriosi passano nella mia mente: – Le sborro in bocca… sto sborrando nella bocca di zia Tina..! Nella sua bocca..! –
La tempesta si placa e mi gusto gli ultimi palpiti di quella lingua che ha saputo darmi così tanto piacere. Mi lambisce ancora il pene che &egrave rimasto parzialmente rigido e lo ripulisce dalle ultime gocce di sperma. Mi guarda poi con i suoi occhioni sorridenti e ricchi di soddisfazione.
“Ti &egrave piaciuto? Sono stata una brava troia?”
“Sei stata semplicemente meravigliosa! Vieni stringiti a me, ti voglio vicino, sul mio petto.”
Ci abbracciamo non lesinandoci carezze e bacetti.
Ora che i sensi si sono un po’ assopiti, il mio pensiero ritorna allo zio e per placare i rimorsi che ancora mi tormentano, chiedo conferma delle sue debolezze.
“Davvero non fai più l’amore con lo zio?”
“Da molti anni ormai, abbiamo solo rapporti saltuari, potrei dire trimestrali o anche più, ma mai naturali… da tanto, troppo tempo non ha più un’erezione regolare…”
Lo dice con la tristezza nella voce, &egrave veramente dispiaciuta perch&egrave gli vuole bene, anche se sta facendo sesso con me non dimentica il suo amore per l’uomo col quale ha deciso di dividere la vita.
Con me ha ceduto al richiamo delle sue necessità fisiologiche perch&egrave già esisteva un affetto tra noi, ma ad un altro uomo, probabilmente, non si sarebbe mai concessa.
“Con lo zio faccio quello che ho fatto a te adesso, ecco perch&egrave ti sono sembrata esperta, la differenza &egrave che devo farlo con un sesso moscio, solo all’ultimo, quando capisco che sta per provare piacere, lo stimolo con un dito nell’ano provocandogli qualcosa di simile ad un’erezione e in quel momento gode.”
“Ma tu resti inappagata, come hai fatto a fare a meno del tuo piacere per tanti anni? Non sei impazzita dal desiderio?”
“Impazzita &egrave dire poco… a te lo posso confidare, ma devi tenere la cosa per te… un piccolo sfogo l’ho avuto, ma non con un uomo…”
“Con una donna? Hai avuto un rapporto lesbico…?”
Sono elettrizzato dalla notizia che mi provoca una forte eccitazione.
“Sì, qualche volta ho fatto l’amore con una donna, la conosci perch&egrave te l’ho presentata ieri in spiaggia, &egrave Angela la moglie di Piero, l’amico intimo dello zio e che ora &egrave giù anche lui per la gara.
E’ cominciato così per caso, le raccontavo i miei dispiaceri, piangevo… lei mi ha abbracciata, ha cominciato a baciarmi… e mi sono lasciata andare.
Ad Angela piacciono anche le donne, spesso fa l’amore con delle ragazze alla presenza del marito che a volte partecipa e a volte no, dipende dal suo umore del momento.
Anche a me hanno proposto più volte un incontro a tre ma ho sempre rifiutato.
Piero &egrave un bell’uomo e non nego di averci fatto un pensierino, ma non ho mai avuto il coraggio di dire loro di sì. Ma non parliamo di queste cose, adesso sto con te e voglio essere felice, non mi voglio più intristire!”
Mi bacia ed accarezza con passione, mi scompiglia i capelli baciandomi gli occhi, la bocca e tutto il viso.
“Mi hai davvero resa felice piccolo mio! In cambio di tutta questa felicità mi piacerebbe donarti, oltre quello che hai già avuto, ciò che nessun altro ha mai avuto prima d’ora.
Ti offro l’unica verginità che mi &egrave rimasta e che dicono faccia impazzire gli uomini…
Mi faresti felice ancora di più se tu… se tu accettassi di prendimi dietro… nessuno, prima di te, mi ha mai avuta così!”
Mi prende la mano e se la porta in mezzo alle natiche, accarezzo la carne soda e morbida delle sue rotondità e sfioro con la punta delle dita l’ingresso più stretto.
Sono eccitato all’idea di poterla prendere anche lì, ma ho paura di farle male ed &egrave l’ultima cosa che vorrei e glielo dico.
“Non devi temere gioia mia so che molte donne lo fanno e ne provano piacere, voglio che tu lo faccia, prendimi! Ti prego!”
Si gira a pancia sotto allargandosi le natiche, l’invito &egrave perentorio, ma prima di tentare la penetrazione la bacio e con la lingua insalivo abbondantemente l’ingresso che mi sto accingendo a violare.
Anche per me &egrave la prima volta che provo a penetrare il culo di una donna e sono molto incerto sul da farsi per la mancanza di esperienza.
Zia Tina sospira e mi invita a fare presto, mi vuole dentro di lei.
Spinge le natiche contro il duro randello che in maniera maldestra spingo contro il fiore bruno del suo culetto senza, peraltro, riuscire a penetrarlo.
All’ennesima spinta credo di essere riuscito nell’intento, ma mi ritraggo velocemente perch&egrave grida per il dolore, riprovo ancora ma con scarsi risultati.
“Metti della crema per aiutarti!”
Mi sento un imbecille per aver dimostrato la mia scarsa capacità, vorrei mettere in pratica il consiglio, ma non ho nessuna crema da mettermi e glielo dico.
“Vieni andiamo in camera mia che ho quello che serve, possiamo stare tranquilli, lo zio per un po’ non salirà di sicuro.”
Raccoglie i suoi vestiti e tutti nudi usciamo in corridoio per infilarci velocemente nella sua camera da letto.
Mi passa velocemente un barattolino di crema per le mani e si pone in ginocchio in mezzo al letto col sedere per aria rivolto verso di me.
Le ungo il culetto prima all’esterno e poi entro nell’ano con un dito facendolo scivolare avanti e indietro.
Quando ritengo sia lubrificata abbastanza bene, mi accosto alle sue spalle e riprendo a spingere.
Mi aiuta impugnando lei stessa il pene per guidarlo nella giusta direzione.
“Spingi adagio senza dare colpi… lascia che scivoli dentro lentamente… così… ecco stai entrando… ti sento dentro di me amore mio! Spingi… adagio, non farmi male… ora sono tutta tua… accarezzami davanti, sulla fica… ahh come sono felice…!”
La scopo nel culo lentamente godendomi quel passaggio così stretto.
Anche per me &egrave la prima volta che prendo una donna analmente e mi muovo con un certo imbarazzo.
Non avendo ancora la giusta esperienza, non so come fare per dare piacere senza recare dolore.
Dopo dieci minuti che mi muovo in lei accarezzandole nello stesso tempo il clitoride, la zia comincia a dare i primi segni di apprezzare la nuova esperienza, mugola e mi invita ad affondare i colpi con maggior decisione, credo che stia per raggiungere l’orgasmo…
“OH SANTO CIELO! SCUSATE…!”
Ci blocchiamo raggelati al grido improvviso.
Ho il cuore che mi sta scoppiando per la paura dovuta all’intrusione imprevista e faccio appena in tempo a intravedere una signora bruna che esce richiudendosi la porta della camera alle spalle.
“Angela, Angela! Aspetta!”
La zia con un’agilità insospettata salta giù dal letto e si precipita nel corridoio a bloccare la donna, sento le loro voci concitate, la porta si riapre e zia Tina sospinge in camera l’intrusa.
Mi copro come posso con un cuscino, l’imbarazzo &egrave fortissimo, sono completamente nudo davanti a quella signora che ci ha sorpresi nel bel mezzo del nostro rapporto sessuale.
“Mi dovete scusare, non potevo sapere… giù mi hanno detto che potevo salire… Tina non potevo immaginare che tu e tuo nipote…”
“Ora lo sai e spero che terrai la cosa per te, ti prego di non suscitare uno scandalo dal quale non ci ricaveresti nulla di buono…”
“Non preoccuparti Tina, lo sai che in queste cose so essere discreta. Su rilassatevi tutti e due ora!”
Mi guarda sorridendo e ammiccando con complicità.
“Niente male il tuo nipotino! E’ proprio un bel ragazzo e ti invidio. Da quanto tempo andate a letto assieme?”
“Solo da ieri sera… &egrave successo così… in modo imprevisto. Vito vado a prenderti i vestiti.”
Quando la zia esce, Angela, vincendo la mia resistenza, solleva con decisione il cuscino che mi copre le parti intime e mi sbircia l’uccello con interessata intenzione.
“Uhmm…!”
E’ il suo unico commento mentre mi guarda atteggiando il viso con un’espressione da porca.
Si porta un dito in bocca e lo succhia mimando i movimenti del coito.
Veloce come &egrave uscita la zia rientra gettandomi i vestiti sul letto.
“Quanta fretta! Fatemi approfittare della situazione, perch&egrave non facciamo una cosina insieme?”
La zia &egrave fuori di s&egrave balbetta e alterna pallori terrei a rossori incredibili che le imporporano il viso.
“Adesso che so il vostro segreto dovreste cercare di farmi vostra complice. Per voi sarebbe anche una valida garanzia, non vi sembra?”
Non attende risposte che peraltro non vengono, afferra il cuscino che mi copre e lo butta alle mie spalle, chiude a chiave la porta e comincia a spogliarsi.
Scivola fuori dal vestito rimanendo solo con un mini tanga che valorizza la curva dei suoi fianchi.
Ha gambe lunghe e ben tornite e i seni sono alti e sodi.
Dalla piega dell’inguine fuoriescono ciuffi di peli neri che il triangolino di stoffa non riesce a contenere, la mia attenzione viene magnetizzata su quel punto e Angela se ne accorge.
“Ragazzino se ti piace il pelo ti accontento subito, guarda!”
Si sfila le mutandine e si accarezza la folta pelliccia bruna che le copre completamente il sesso, il mio sguardo spazia dal suo grembo al viso della zia che &egrave rimasta in silenzio come avesse esaurito tutte le parole.
Cerco, invocandola con gli occhi, un suo parere, un suo cenno di consenso o di diniego, la chiamo. “Zia…!”
Mi risponde silenziosamente aprendo le braccia e facendo spallucce, &egrave annichilita ancora più di me e non può fare altro che arrendersi agli eventi.
Angela capisce di avere in pugno la situazione e prendendo l’iniziativa si china a lambirmi con la bocca il sesso.
“E’ tutto unto! Come mai? Sei ancora così stretta da aver bisogno di…”
Le sue parole si bloccano per un attimo, poi riprende come folgorata da luce improvvisa:
“Non dirmi che ti stava prendendo di dietro! Ah amica mia quante cose ti sei decisa a fare tutte in una volta, venite riprendiamo da dove avete interrotto!”
Mi spinge fra le braccia della zia e pur titubante, non posso far altro che stringerla a me.
La bacio sulla bocca mentre Angela mi pompa il sesso, mi succhia e mi manipola con la tecnica di una vera professionista.
Le sue esperienze, delle quali sono stato informato, si notano in ogni suo atteggiamento.
Quando riesce a riportarmi al massimo dell’erezione si sdraia supina attirando la zia in ginocchio e a cosce larghe sul proprio viso, ora &egrave lei a guidarmi il sesso fra le natiche, a puntarlo sull’orifizio anale e ad invitarmi a spingere per farlo entrare.
Eseguo con cautela spiando le reazioni della zia, quando sono tutto dentro di lei riprendo il coito poco prima interrotto.
Angela si sposta sul letto infilandosi con la testa fra le nostre gambe, prende il capo della zia fra le mani e le si offre a cosce spalancate per farsi leccare.
Mi muovo con colpi sempre più profondi e intanto riesco ad osservare le due donne che lesbicano, mi eccita guardare zia Tina mentre lecca la fica dell’amica.
E’ la prima volta che ho l’opportunità di assistere ad un rapporto lesbico e l’intrigo mi arrapa in maniera incredibile, quando poi la lingua di Angela passa dalla vulva della zia a leccarmi le palle, &egrave un attimo e precipito nel vortice del piacere eiaculando nello stretto pertugio.
Sono il solo ad aver goduto e vado in bagno a lavarmi, quando torno per lasciare il posto a zia Tina, Angela, a cosce oscenamente spalancate, mi invita a leccarle la vulva.
Immergo il viso tra il suo pelame morbido e profumato, non ho mai visto tanto pelo su una fica.
Le ricopre la parte alta del ventre fin quasi all’ombelico e l’interno delle cosce fino a serpeggiare tutt’intorno all’ano.
Bacio il suo sesso aprendolo con le dita. Per raggiungere la carne di quel fiore devo scostare il pelo coi pollici ed ecco, altra sorpresa, ergersi un clitoride che sembra un piccolo pene.
Fuoriesce dalle labbra carnose e scure della vulva per più di due centimetri, sembra invitarmi ammiccando e lo risucchio in bocca senza ulteriori indugi.
Succhio tenendo gli occhi chiusi, ho nella bocca il sapore degli umori che la vagina secerne per la naturale preparazione all’amplesso, mi piace gustare quel sapore aspro, ma vengo distratto dal mio egoistico piacere dal richiamo della femmina in calore che pretende la sua parte.
“Fottimi ora! Infilami la fica, con forza… Dai, spingi più forte che mi piace la violenza. Cosii…! Ahh se tu avessi un cazzo così grosso da potermi rompere la fica… mi piacerebbe sentirmi sfondare… e tu Tina vieni qui sulla mia faccia che te la voglio leccare!”
Assecondo i suoi desideri menando colpi senza riguardo, rialzo il busto per fare posto alla zia che si accoccola sul volto di Angela, l’abbraccio e riprendiamo a baciarci unendo le nostre lingue.
“Ti piace? – le sussurro – Ti piace farti leccare da una donna?”
“Si… Angela &egrave brava in queste cose… sa come far godere una donna…”
“E a te piace leccarla?”
“Si mi piace…”
Sono le sue ultime parole, gode nella bocca dell’amica sbavandomi sul collo, anche Angela grida muovendo convulsamente il ventre sotto i miei colpi sempre più violenti.
Io non ho goduto, ma ho l’affanno per l’impegno che ho messo nello scopare Angela, faccio sdraiare la zia e invito l’amica.
“Leccala ancora! Voglio guardarti mentre la lecchi!”
“Voi uomini siete tutti dei porci guardoni, guarda, guarda pure come lecco la fica alla tua zietta!”
Si butta fra le sue gambe e le afferra la vulva con la bocca spalancata come se volesse divorarla.
La sua lingua saetta rapida dal clitoride alla vagina, la penetra succhiandone gli umori viscosi poi la vellica tutt’intorno aspirandola rumorosamente con la bocca.
Zia Tina butta le gambe sulle spalle dell’amica e le stringe la testa fra le cosce mentre gode senza ritegno muovendo le anche a scatti.
Da parte mia ho il cazzo che mi scoppia da tanto &egrave duro e preso da un impulso irresistibile lo pianto nel culo di Angela affondandolo fino alle palle.
La donna urla con tale forza che mi spavento per quello che ho fatto, ma ho capito male perch&egrave non grida per il dolore, infatti, non non vuole che mi fermi.
“Continua, non ti fermare! Fottimi nel culo… riempimi col tuo cazzo, voglio sentirmi sfondare, avanti spingi più forte…!”
La volgarità della donna mi dà un po’ fastidio, ma il suo muoversi col corpo durante l’amplesso &egrave così selvaggio, così animale che in breve mi porta a godere e sfogo nel suo ano tutta la mia vitalità.
Appena mi sfilo dal suo corpo, con un guizzo si gira verso di me e mi pulisce forbendomi con la lingua.
Si &egrave fatto tardi e ci rimettiamo in ordine per poter scendere nel salone, &egrave durante questi preparativi che Angela si rivolge alla zia.
“Tina, perch&egrave non accetti la proposta che ti ho fatto? Ora so che ti piace scopare e non hai più scuse per negarti ancora.
Potresti far partecipare anche il tuo bel nipotino e potremmo divertirci un mondo!”
“Vuoi forse buttare mia zia fra le braccia di tuo marito?”
Stò sull’incazzato perch&egrave sono morso dalla gelosia, non mi va l’idea di vedere zia Tina scopare con un altro uomo e il tono della mia voce ha palesemente una tonalità risentita.
Angela se ne accorge e mi replica con tono altrettanto duro.
“Calma le arie galletto! Tina non &egrave tua moglie, non lo dimenticare! Anche a mio marito piacerebbe chiavare la tua zietta e credo che, tutto sommato, piacerebbe anche a lei farsi fottere da lui.”
“Rimaniamo calmi e non litighiamo, hai ragione di dire che non sono sua moglie, però ora sono la sua donna, la sua amante se preferisci e credo che questo gli consenta qualche diritto, certamente più che a tuo marito! Dammi tempo di pensarci, ne parleremo in privato io e Vito e poi ti darò una risposta.”
Ci lasciamo così, un po’ a denti stretti, per andare a dedicare la nostra attenzione agli ospiti che poco dopo la mezzanotte si accomiatano.
Dormo male quella notte, continuo a svegliarmi col pensiero ricorrente della zia che si concede a Piero. La sogno che gode nel suo letto mentre io sono impotente nel portargliela via, grido e non mi esce la voce, cerco di colpire il rivale con i pugni ma non riesco mai ad arrivare al bersaglio.
Posso solamente assistere passivo al loro amplesso e pur essendo colmo di rabbia, ho il sesso che mi scoppia da tanto &egrave duro.
Cerco di penetrare la vulva di zia Tina, ma non riesco mai a raggiungerle la fica, poi vengo respinto e deriso da Angela, Piero e dalla stessa zia perch&egrave, perch&egrave…?
Mi sveglio che sto urlando, forse &egrave stata la mia stessa voce a svegliarmi, sono madido di sudore e in pieno affanno.
Maledizione!
Sono incazzato come se tutto quello che ho sognato fosse realmente accaduto, guardo l’orologio, sono appena le cinque del mattino ma del sonno non c’&egrave più traccia.
Ho la gola riarsa dalla sete e decido di scendere in cucina per bere un sorso d’acqua.
Sto bevendo davanti al frigorifero quando la zia mi raggiunge e mi scompiglia i capelli col suo solito vezzo.
“Che c’&egrave Vito? Ti ho sentito gridare poco fa, forse non ti senti bene?”
“No zia sto bene, ho avuto solamente un incubo… un brutto sogno, non preoccuparti.”
“Sei tormentato dai propositi di Angela?”
“Si zia, lei &egrave la causa che ha scatenato tutto, ma nel brutto sogno c’eri tu! Tu che facevi l’amore con suo marito e mi cacciavi via quando cercavo di impedirtelo, per questo credo di aver gridato, ma il peggio &egrave stato che mi sono svegliato eccitato perch&egrave, nonostante tutto, mi piaceva vederti far l’amore con lui e avrei voluto parteciparvi anch’io.
E’ una strana situazione perch&egrave vorrei che tu lo facessi e nello stesso tempo sono geloso di te zia!”
“Non pensarci più ora, ne riparliamo domani mattina con calma.”
Mi bacia sulla bocca scompigliandomi ancora i capelli con le dita e mi rispedisce a letto con le parole di affetto che avrebbe usato una madre col proprio figliolo.

Sono quasi le dieci e siamo appena arrivati in spiaggia.
Seduto ai piedi dello zio, sotto l’ombrellone, sto ascoltando una cassetta di musica attraverso le cuffie, la zia mi interrompe inginocchiandosi vicino a me.
“Vito non &egrave che porteresti la tua zietta a fare un giro in moscone? Ho voglia di prendere un po’ di sole sul mare, andiamo?”
“Andate, andate! – interviene lo zio – Un po’ di remo non può che farti bene.”
Appena usciamo in mare la zia mi rivolge la parola con una certa serietà.
“E’ l’unica maniera che abbiamo per poter parlare in santa pace senza essere disturbati.
Allora mio bel gelosone, cosa ti succede? Ti dispiacerebbe davvero così tanto se dicessi di sì a Piero e sua moglie? Anche a me non va per nulla bene l’idea di andare a letto con lui, ma Angela ci sta tenendo per i capelli dopo quello a cui ha assistito ieri.”
Rispondo col tono bellicoso di chi non vuol cedere a nessun ricatto.
“Può darsi zia, ma se lei può andare a raccontare in giro di noi, a nostra volta possiamo sputtanarla nel suo ambiente e non so fino a che punto se ne può fregare.”
La zia &egrave pensierosa e non mi risponde subito, &egrave evidente che sta ponderando i pro e i contro.
“Metti il caso che se ne freghino e che spifferino tutto allo zio, sai che casino ne viene fuori?
Io come minimo me ne dovrei andare di casa e anche i nonni caccerebbero te per quello che hai combinato al loro figliolo.”
“E allora devi per forza farti sbattere da Piero? Anche se non ti piace? Meglio se ci sbattono fuori di casa, andremo a vivere assieme!”
“Sciocco! E come ci manteniamo? Come viviamo? Meglio pensarci bene, io non ho mai detto che non mi piace, &egrave solo il loro modo di fare che non mi va. Hai visto anche tu come si comporta la moglie.
Se Piero mi avesse fatto un po’ di corte o usato qualche parola gentile per farmi sapere che mi desiderava, forse gli avrei detto di si già da tempo, ma invece no! Lui manda avanti la moglie con questi viscidi ricatti.
Se vogliamo uscire da questa situazione senza subire danni, credo proprio che dovremo accettare, però dovrai essere d’accordo anche tu, altrimenti… sia fatta la volontà di Dio.”
Adesso tocca a me essere pensieroso, &egrave vero che Angela mi ha fatto girare le palle col suo comportamento, però non mi dispiacerebbe scopare ancora con lei e da quanto ho capito anche alla zia, tutto sommato, andrebbe bene andare a letto con suo marito.
“Va bene se sei convinta che sia opportuno accettare e che questa sia l’unica via d’uscita, sono con te. Ti chiedo solo che il rapporto con quelle persone non diventi un’abitudine… io ti voglio solo per me! Zia io ti voglio bene, credo… di essermi innamorato di te!”
Si china verso di me per darmi un rapido bacio sulle labbra e mi invita ancora a non pensarci più per il momento.
Giro col moscone intorno allo scoglio di Bergeggi e poi mi dirigo per tornare alla nostra spiaggia. Verso mezzogiorno Angela ci raggiunge al nostro ombrellone e ci invita a fare due passi lungo il bagnasciuga.
“Allora ne avete parlato?”
“Si, siamo d’accordo ad avere un incontro, ma uno solamente e che poi non se ne parli più, inoltre non a casa nostra, meglio lontani da mio marito.”
“Vediamo… siccome anche Piero &egrave impegnato tutte le sere col torneo di Bridge… vi andrebbe bene il pomeriggio a casa nostra? Magari anche oggi?”
La zia mi guarda ed io mi stringo nelle spalle per farle capire di fare come meglio crede.
“Va bene per oggi…, diciamo alle tre?”
“Vi aspetto con ansia! A più tardi.”
La guardo allontanarsi ancheggiando nel suo bichini nero che le fa risaltare le forme piene delle natiche e delle gambe lunghe e affusolate. Sarà anche antipatica ma senza dubbio &egrave una gran bella figa.
Con la macchina della zia ci inerpichiamo su una strada in salita che ci porta ad un gruppo di ville.
Ne raggiungiamo una posta quasi in cima alla collina che sta alle spalle di Spotorno.
Siamo accolti con gentilezza in un ambiente dove il lusso si spreca ed &egrave ostentato a tal punto da dare fastidio.
Angela chiude a chiave la porta d’ingresso e ci guida al piano superiore.
Entriamo in una stanza dove l’arredamento &egrave fatto apposta per certi tipi di incontri, tappeti e cuscini sono disposti ovunque e al centro della camera troneggia un letto circolare a dir poco gigantesco. Piero, in veste da camera, ci attende mollemente sdraiato su dei cuscini e ci invita a raggiungerlo per bere un drink.
Ci sediamo a nostra volta su dei morbidi piumoni rivestiti di raso di seta e sorseggiamo il brandy impacciati per tutta quella messa in scena che sembra fatta per girarci un film di Fellini.
Per quanto mi riguarda mi aspettavo una cosina alla buona tipo: ci buttiamo su un letto e ci diamo da fare fino a che durano le forze e poi addio e chi s&egrave visto, s&egrave visto.
Quella teatralità mi ha invece colto alla sprovvista e giro fra le mani il bicchiere senza sapere che pesci prendere.
Per fortuna Piero prende l’iniziativa impartendo disposizioni e rompe il gelo che si &egrave creato.
“Ora tu Tina ti metti qui in ginocchio davanti a me e ti fai spogliare da Angela, ti voglio guardare mentre ti masturbi… e tu – si rivolge a me – ti spogli e ti dedichi a mia moglie, farai tutto quello che ti dice lei.”
Eseguiamo i desideri del padrone di casa come bravi scolaretti, in un attimo sono nudo e mi sto dando da fare coi seni di Angela che vuole essere palpeggiata.
Piero fa dischiudere le gambe alla zia e le chiede di toccarsi fra le cosce.
“Masturbati davanti a me… così entra con le dita nella vagina, muovile più velocemente… guardami! Anch’io me lo sto menando per te… guardami il cazzo, ti piace? Vuoi giocarci?”
Le esibisce un randello di tutto rispetto e lo agita con energia.
Il satiro mi sorprende, non so perch&egrave, ma mi ero fatto l’idea che fosse anche lui un mezzo impotente e invece ha una stanga che farebbe felice la più difficile fra le donne.
Le dita della zia frullano veloci in mezzo al vello serico che le nasconde la vulva, Angela la bacia e le accarezza le mammelle.
Si cominciano ad udire i primi sospiri di piacere da entrambe le donne perch&egrave anch’io sto accarezzando la fica di Angela tormentandole il clitoride.
Piero si &egrave accovacciato sui talloni fra le cosce di zia Tina.
Usando entrambe le mani le accarezza la pelle vellutata delle gambe con movimenti leggeri, parte dalle ginocchia per arrivare ai fianchi, le sfiora le natiche per ridiscendere sulle cosce e quindi risalire al sedere.
Ora le chiede di portare le mani dietro alla testa, sulla nuca e Angela l’aiuta a piegarsi all’indietro fino a farle appoggiare la schiena su un cuscino.
In quella posizione &egrave tutta divaricata e aperta alle attenzioni dell’uomo che si china sul suo ventre a ricoprirlo di baci, passa la lingua intorno all’ombelico e in mezzo al pelo del pube dove si sofferma a mordicchiare il monte di Venere.
Noto con disappunto, perch&egrave sono roso ancora dalla gelosia, che Piero ci sa fare, sa come far godere una donna e nello stesso tempo come trarne piacere dal suo corpo.
La zia gode e si abbandona al piacere lubrico delle carezze che le tormentano il sesso.
Anche lei si avventa con la lingua fra le cosce di Angela che le si &egrave accosciata sul viso e le affonda la lingua nel taglio della vulva in un bacio saffico che sembra non aver fine.
Angela mulina le anche per offrire tutta la fica alla lingua di zia Tina e geme, geme di passione e mi attira contro le sue natiche afferrandomi per il pene che mi &egrave diventato così duro e teso da farmi male. “Infilami!”
Mi grida tra un mugolio di piacere e l’altro.
“Mettimelo nel culo! Così…! Spingilo più in fondo che puoi…! Ahh come &egrave bello… come mi piace…! Sai quanti uomini mi hanno già presa lì dietro…? Tanti! Un numero incredibile… hanno goduto tutti nel mio culo per il piacere mio e di quel porco di mio marito…”
Farnetica, ma il suo modo di fare da puttana &egrave arrapante, la sua volgarità ancora una volta mi dà fastidio ma nello stesso tempo acuisce la mia libido verso di lei e sento nascere in me il desiderio folle di profanarla, di violare la sua intimità più nascosta, di sporcarla, umiliarla, di fotterla!
Non mi riconosco più, mi sto comportando come un marinaio sbarcato in un bordello dopo mesi di navigazione.
Senza rendermene conto sto facendo proprio quello che lei e suo marito speravano che facessi. “Vito… Vito…”
La voce della zia mi raggiunge frenando il mio impeto ed evitandomi di raggiungere l’orgasmo troppo presto.
“Bambino mio… non credevo potesse piacermi così tanto…”
Parla a fatica perch&egrave Angela, mentre la sodomizzo, si agita ancora sulla sua bocca ed &egrave evidente come il piacere si sia impadronito di lei.
Piero intanto ha penetrato la fica della zia e la possiede con colpi lunghi e profondi, si agita in lei quasi con violenza urlandole parole oscene che anzich&egrave offenderla accrescono il suo piacere.
Rantola e urla al culmine del godimento, agita convulsamente il ventre andando incontro ai colpi inferti dall’uomo, lui subito la raggiunge e gode assieme a lei scaricando il suo seme nel profondo della vagina.
Mentre Piero, dopo l’orgasmo, si muove quietamente nel ventre della zia, Angela si stacca da me e sdraiatasi supina mi attira sul suo corpo per farsi penetrare nella vulva.
“Adesso voglio la tua sborra… voglio cha mi riempi la figa, ahh bel porcone chiavami come una vacca…”
Con lo sguardo torbido di lussuria, si rivolge poi al marito.
“Guardami Piero, guarda come mi piace fare la troia… anche con i ragazzi giovani come lui, ahh…!”
Sto per goderle nel ventre, ma lei se ne accorge e un attimo prima che eiaculi, con una spinta mi butta di lato e si getta come un’assetata sul mio grembo, mi prende il cazzo fra le labbra e mi fa morire nella sua bocca che riempio di sperma.

Sono passate più di tre ore da quando abbiamo cominciato a scopare.
Stremati di fatica riprendiamo la strada per tornare a casa, sono le sei passate e lo zio ci starà senz’altro aspettando con apprensione perch&egrave un ritardo potrebbe portare scompiglio all’inizio delle gare di quella sera.
Per fortuna le cose vanno per il meglio e lo zio non obbietta per la nostra prolungata assenza, &egrave tutto preso dagli impegni organizzativi del suo torneo e sembra ignorarci completamente.
La serata trascorre tranquilla, io e la zia usciamo a fare due passi sul lungomare, ma rincasiamo presto per andare a riposarci delle fatiche del pomeriggio.
Il mattino dopo siamo soli in spiaggia, lo zio non si &egrave visto e Angela, che abbiamo visto passare, ci saluta da lontano ma non viene a disturbarci.
Rientriamo per il pranzo, la zia prepara due spaghetti al pomodoro e un po’ di affettato, si mangia velocemente in uno strano silenzio.
Lo zio tiene gli occhi bassi sul piatto che ha davanti e non proferisce parola, si intuisce che debba avere dei problemi e la tensione che si avverte nell’aria, &egrave così forte da farci star male.
“Tina, ci prepari i caff&egrave e ce li porti in sala per favore?”
Mentre sorseggiamo la bevanda lo zio accende il televisore e fa partire il videoregistratore.
Io e la zia restiamo di gelo, le scene che appaiono sul video ci riguardano direttamente e sono le riprese di quello che abbiamo fatto il giorno prima in compagnia di Piero e Angela.
La zia &egrave impallidita e non proferisce parola, per quanto mi riguarda ho il cuore come stretto in una morsa e faccio addirittura fatica a respirare.
Bastardi!
Ci hanno ripresi a nostra insaputa per poterci sputtanare con lo zio, ma ve la farò pagare! Ahh se la pagherete!
Lo zio continua a sorseggiare il suo caff&egrave e guarda in silenzio le scene che man, mano si stanno svolgendo sul video.
“Luca…”
Tenta di intervenire la zia, ma lui senza parlare la zittisce col gesto della mano e continua a visionare il filmato.
Figli di puttana! Ma perch&egrave l’hanno fatto? Cosa ci hanno guadagnato? Che interessi potevano avere?
Di sottecchi guardo la zia che si tiene il viso tra le mani che tremano visibilmente per l’apprensione. Quando fa il gesto di alzarsi per andarsene, lo zio la blocca con un comando secco che non ammette replica.
“Dove vai? Siediti e guarda!”
Qualche minuto dopo spegne il video e con piglio severo ci fissa negli occhi.
Ormai sono preparato alla sfuriata, davanti alla prova così evidente dei nostri intrallazzi non abbiamo neppure una possibilità di giustificarci.
“La cassetta dura quasi tre ore e tutte scene sono come quelle che avete appena visto! Mi avete veramente sorpreso, tutti e due! E chi se lo sarebbe mai immaginato che mio nipote si sarebbe portato a letto la cara zietta… e non solo, se la porta anche in giro a fare i numeri con i miei amici come una vera baldracca!
State zitti! Ora parlo io!
Vito, credo che a questo punto… credo ormai tu sappia della mia attuale condizione sessuale, diciamo così, anomala… la zia ti avrà di certo raccontato tutto.
Quello che non sai, anzi che nessuno di voi due sa, &egrave che ho cercato di trovare uno sfogo al desiderio sessuale che mi tormenta da anni appoggiandomi ai miei due amici.
Ero a conoscenza dei loro gusti particolari e ho cercato di farmi coinvolgere per cercare un po’ di soddisfazione.
Hanno sempre cercato di aiutarmi con i loro giochini che sembra siano le uniche esperienze in grado di darmi una certa funzionalità.
Solo per questo Tina, ho complottato per farti sedurre da Angela, per cercare poi, tramite suo, di coinvolgerti anche con Piero.
L’idea di vederti fra le sue braccia, di vederti far l’amore con lui mi ha sempre intrigato moltissimo, ed ero convinto che fosse l’unico rimedio per provare ancora un po’ di piacere.
Ero deluso perch&egrave hai sempre respinto le sue attenzioni, ma ora la grande sorpresa: dove hanno fallito loro c’&egrave riuscito mio nipote!
La cassetta che abbiamo visto non l’ho commissionata, Angela e Piero hanno fatto tutto di loro
iniziativa sperando di farmi cosa gradita, di aiutarmi a risolvere il mio problema.
A questo punto spero in una cosa sola… e lo spero intensamente con tutto me stesso!
Non voglio che il vostro rapporto finisca, voglio invece che prosegua ancora, ma senza dimenticarvi di me; desidero essere partecipe dei vostri incontri quando farete l’amore.”
Se nella stanza prima c’era solo silenzio e gelo, ora &egrave anche peggio.
Una incredibile confusione di pensieri mi fa scoppiare la testa, ma la realtà &egrave una sola: mi sono ritrovato uno zio guardone che a conoscenza della situazione tra sua moglie e me, anzich&egrave incazzarsi e buttarci fuori di casa a bastonate, vuole partecipare, non so ancora bene come, ad un eventuale triangolo.

E’ arrivato l’autunno, ho lasciato la casa dei nonni per trasferirmi a casa degli zii.
Adesso vivo felicemente con loro e quando io e la zia facciamo l’amore, zio Luca assiste su una poltrona ai nostri amplessi e a volte, anche se a fatica, riesce persino a provare quel piacere che così disperatamente andava cercando.
La cosa più importante però &egrave che anch’io ho coronato i miei sogni: l’amore di una donna, di quella donna che ho sempre desiderato.

Leave a Reply