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Racconti Erotici Etero

L’appartamento di Veronica

By 26 Dicembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Conseguita la laurea in economia, Veronica era pronta ad intraprendere le prime esperienze lavorative e per questo attraverso una serie di contatti aveva ricevuto una proposta presso un’azienda ben lanciata sul mercato: la proposta era allettante, ma accettare avrebbe voluto dire trasferirsi in una nuova città; Veronica però era pronta per il grande passo e decise di accettare il lavoro. A dire il vero non si trattava di trasferirsi in una grande metropoli, ma in una cittadina di circa trentamila abitanti, dove tutti conoscono tutti, quindi nulla di sconvolgente. Veronica era una ragazza molto estroversa, comunicativa, emanava sensualità ma in maniera inconsapevole, senza immaginarlo, ed era molto socievole, ma allo stesso tempo ingenua, per questo a volte i suoi gesti erano interpretati in modo sbagliato dagli uomini con cui aveva a che fare, spesso attratti dalla sua figura. Infatti Veronica era una ragazza piuttosto carina, capelli biondi, non naturali, che portava alternativamente o lisci, con una leggera frangia davanti alla fronte, o un po’ mossi, due occhi neri molto espressivi. Insieme a questo viso così carino, la ragazza aveva anche un bel corpo: infatti le sue lunghe gambe, sotto ad un gonna di qualsiasi tipo non passavano certo inosservate, così come il suo seno generoso, ma non troppo, proporzionato alle sue forme, rese in questo modo ancora più femminili e piacevoli.
Veronica era molto felice, in quanto oltre a quel lavoro interessante, in poco tempo aveva trovato un appartamento non troppo grande adatto alle sue esigenze, carino e allo stesso tempo non troppo costoso. Era situato su una via parallela a quella centrale: infatti uscita dal cortile sulla destra con cinque minuti di camminata sarebbe arrivata in centro, mentre nello stesso tempo, girando a sinistra avrebbe raggiunto la piccola spiaggia di sabbia, dove fin dai primi caldi molti cittadini erano soliti trascorrere i propri momenti liberi. L’appartamento era situato al primo piano di una costruzione, formata da un grande atrio d’entrata, dove tra l’altro era situata una guardiola per il portinaio; in fondo all’atrio vi era un grosso scalone, che alla propria sommità si divideva in due rampe di scale, una sulla sinistra che portava alle porte di tre appartamenti, tra cui quello di Veronica e una sulla destra che portava all’ingresso degli altri tre appartamenti.
Fin dalle prime volte che la ragazza si era recata nel palazzo, per visionare l’appartamento e per concludere il contratto col proprietario, la sua attenzione era stata attirata da due figure, un po’ particolari: infatti l’attività di portinaio era svolta alternativamente da due fratelli, i quali, non essendo sposati, abitavano insieme in una casa accanto al palazzo. I due, sebbene distanziati da qualche anno di differenza, si assomigliavano parecchio: infatti quello più anziano aveva poco più di 60 anni, molto magro, carnagione scura e due baffi sottili e neri, mentre l’altro, il più giovane, aveva superato da poco i 55 anni e si differenziava dal fratello solo perché al posto dei baffi portava la barba. A dire il vero, più che attenzione verso quei due, in quanto non erano belli e comunque avevano un’età molto diversa da lei, Veronica nutriva un senso di curiosità verso di loro, in quanto sicuramente loro conoscevano tutto di tutti, magari al suo passaggio, come a quello degli altri inquilini, commentavano, si scambiavano battute’e questo in un certo senso la incuriosiva.
Al suo interno, l’appartamento di Veronica appariva come un open space, illuminato da una grossa vetrata centrale: Veronica aveva ricavato proprio sotto la vetrata, nel centro della parete opposta alla porta di ingresso un angolo per il suo relax’un bel divano comodo in pelle nera, affiancato da un piccolo impianto per la musica e, proprio di fronte al divano oltre un piccolo tavolino di vetro, un televisore. Sul lato sinistro rispetto all’ingresso, diviso dal resto del locale da una parete di legno sottile c’erano l’angolo cucina e un tavolo, anch’esso di legno, nel quale era solita mangiare. Dalla parte opposta invece era situato il bagno abbastanza spazioso e dotato fra l’altro anche di una comoda vasca. Sempre sul lato destro rispetto all’ingresso, poi vi era una scala di legno che portava ad una piccola mansarda, dove era posizionato un letto a due piazze, molto basso. Mentre l’armadio, con tutti i suoi vestiti e le sue scarpe era situato di fianco al bagno.
Nell’appartamento di fronte al suo abitava un uomo sui 45 anni, ben agiato ma da una vita sentimentale piuttosto incostante, mentre in quello di fianco abitava un coppia, marito sui 50 ben agiato, ma a dire il vero un po’ cafone, che aveva sposato una ragazza di colore sui 35 anni, conosciuta durante un viaggio. Sul lato opposto dell’edificio invece gli appartamenti erano occupati l’uno da una sorta di ambulatorio nella quale un fisioterapista ormai in pensione continuava a svolgere la propria attività a tempo perso, quello di fronte dallo studio di un uomo sui 55-60 un po’ sovrappeso e tutt’altro che attraente, di cui però Veronica non sapeva un granché, mentre l’ultimo appartamento per il momento era ancora in attesa di essere riempito.
Ormai la ragazza abitava da un paio di mesi in quel palazzo e aveva stretto conoscenza con tutti i condomini e in particolar modo con quell’uomo che abitava di fronte al suo appartamento, Gianni, con la quale era uscita qualche volta.

PS: per commenti, suggerimenti ed impressioni scrivetemi a vfpare@virgilio.it. Inoltre, aiutatemi a riempire l’ultimo appartamento; da chi lo posso fare abitare? Si accettano suggerimenti che magari possano intrigare la mia fantasia ed ispirarmi nuove avventure.

Dopo un’estenuante giornata di lavoro, Veronica ritorna a casa. Appena aperta la porta, la ragazza si dirige in bagno e apre il rubinetto della vasca, versa un po’ di latte di mandorle nella vasca ed esce dalla stanza. Si ferma davanti all’armadio, appena fuori dal bagno e con molta calma si spoglia: dapprima si leva la scarpa nera col tacco del piede destro, piegando all’indietro la gamba a novanta gradi e sfilandola con la mano; poi si piega e sfila l’altra scarpa aiutandosi con entrambe le mani. Tolte le scarpe abbassa la zip laterale della gonna nera e la spinge verso il basso, lasciando cadere l’indumento sul pavimento. Fatto questo, la ragazza, piegando il busto in avanti, si sfila una per volta le autoreggenti nere e successivamente si slaccia la camicetta verde chiaro di seta, aprendo ad uno ad uno i bottoni con la contrapposizione tra l’indice e il pollice della sua mano destra. Rimasta in reggiseno e mutandine di pizzo coordinate, di colore rosa, Veronica ritorna in bagno dove la vasca &egrave ormai colma d’acqua e piena di schiuma.
Veronica &egrave inconsapevole, ma &egrave stata protagonista di uno spogliarello involontario per un uomo che, grazie alla vetrata che domina l’appartamento della ragazza, aveva osservato ogni suo movimento da un edificio adiacente al palazzo. Quella figura alla finestra aveva sperato che la ragazza si spogliasse completamente, e durante la scena non disdegnava di provocarsi piacere: osservando con bramosia quella bella biondina, le sue curve coperte solo da quei lembi di stoffa sottili e trasparenti, l’uomo si toccava il pene, dapprima fuori dai pantaloni, poi, col proseguire dell’ inconsapevole spogliarello, si era fatto più audace, entrando con la mano nei boxer e masturbandosi; con la sua mano destra andava su e giù, provando un forte piacere, mentre la ragazza toglieva ad uno ad uno i propri indumenti. Poi quando la ragazza si era trasferita in bagno, l’uomo della finestra continuò a masturbarsi; ora il suo pensiero correva a quella bella ragazza, alle sue forme prive delle mutandine e del reggiseno che prima la coprivano, immaginava di averla di fronte nuda in tutta la sua bellezza; così facendo continuò ad andare su giù con la mano finché un fiotto di sperma caldo uscì dal suo pene, invadendo i propri boxer.
Veronica ora &egrave in bagno, con la mano destra controlla la temperatura dell’acqua, immergendola nella vasca, dopo di che si slaccia il reggiseno, permettendo al suo seno di uscire dalla stoffa e adagiarsi in maniera naturale sul proprio corpo, e sfila le mutandine, piegando dapprima la gamba destra e poi quella sinistra. La ragazza, dopo un sospiro di rilassamento si infila nella vasca: l’acqua bollente avvolge il suo corpo, rilassando completamente ogni suo muscolo. Con la schiena appoggiata al bordo della vasca, Veronica ora si rilassa, non pensa a nulla, e dopo qualche momento di pausa, con la mano sinistra si accarezza il sesso; con il dito indice penetra nel suo corpo, sforzando la piccola fessura: ora Veronica &egrave completamente sciolta, con l’indice continua a stuzzicare il proprio sesso, poi con il pollice e l’indice apre leggermente le grandi labbra e con il dito medio produce uno sfregamento sul clitoride; la ragazza continua per qualche attimo e successivamente entra col dito nel proprio sesso, continuando a stuzzicare il clitoride con l’indice; in quel momento per Veronica non esiste nulla, non pensa a nulla, solo al suo sesso, al suo piacere, continua a provocarsi godimento, dentro quell’acqua così calda e profumata; improvvisamente, ormai giunta al culmine del piacere, la sua quiete viene interrotta; il suo cellulare suona: la ragazza non sa cosa fare, se uscire oppure no dalla vasca, ma il telefono continua a suonare insistentemente; decide di uscire. Così tutta nuda, coperta soltanto da un po’ di schiuma, interrompe quella piacevole pratica e tutta gocciolante afferra il cellulare posto sul mobiletto del bagno: dal display nota che &egrave un numero sconosciuto.
Veronica: ‘Sì?! Chi &egrave?’.
Dall’altra parte una voce conosciuta: ‘Ciao, sono Gianni! [il suo vicino di casa 45enne]’.
Gianni: ‘Sei impegnata questa sera?’.
Veronica: ‘No, perché?!’.
Gianni: ‘Volevo invitarti fuori a cena!’.
Veronica: ‘Veramente sono stanchissima, non so se riesco a reggere un’uscita!’.
Gianni: ‘Dai, allora ti aspetto a mangiare da me; basta che apri la tua porta e vieni di là’.
Veronica: ‘Dai, se &egrave così va bene!’.
Gianni: ‘Ah, bene, allora ti aspetto tra una mezz’oretta da me!’.
Veronica: ‘ Ok, mi vesto, mi preparo e sono da te. Smack!’.
A quel punto Veronica ritorna nella vasca, immerge tutto il suo corpo nell’acqua calda, con le mani passa su ogni centimetro della sua pelle, si lava con accuratezza e prendendo la lametta posta sul bordo della vasca coglie l’occasione per depilarsi in modo perfetto le gambe, ancora bagnate: la lama fredda sulla pelle resa bollente dall’acqua le provoca un forte brivido, ma prosegue nella depilazione; poi si alza in piedi, sempre nella vasca e con delicatezza passa la lametta sui peli che le ricoprono il sesso, con leggerezza, senza depilarsi completamente. Terminata la pratica, Veronica esce dalla vasca e infila il proprio accappatoio, esce dal bagno dirigendosi verso l’armadio per scegliere cosa indossare. Per prima cosa decide di infilarsi un paio di mutandine marroni molto normali e caratterizzate soltanto dal fatto che il lembo di stoffa davanti e collegato a quello posteriore da due fili sottili ed elasticizzati che si adagiano perfettamente sui suoi fianchi, e successivamente infila un reggiseno a balconcino, anch’esso di colore marrone. Poi si ferma, fa mente locale su cosa possa indossare, in fondo sa che l’idea di Gianni &egrave quella di finire a letto, &egrave lei certo non lo disdegna, per questo vuole mettere qualcosa che intrighi quell’uomo. La sua attenzione cade su una canotta con le spalline sottili, di maglia leggera e abbastanza trasparente, color marroncino chiaro, che appare quasi color carne e che mette in risalto il reggiseno a balconcino indossato sotto. Infilato l’indumento, Veronica prende una gonna bianca elasticizzata: piegando prima la gamba sinistra e successivamente quella destra, la infila da sotto e la sistema, facendola adagiare perfettamente alle forme del suo corpo. E’ perfetta, e ormai pronta per uscire, attraversare il pianerottolo e recarsi a cena dal suo vicino. Manca solo un ciondolo di oro bianco a forma di conchiglia ed ornato da brillantini bianchi e rosa chiaro, che la ragazza non tarda ad allacciarsi intorno al collo; torna in bagno e si osserva allo specchio: si trucca soltanto con un filo di rossetto molto chiaro e guardando la sua immagine riflessa &egrave consapevole della propria bellezza.
Sono le otto, ed &egrave arrivata l’ora di andare da Gianni; senza nemmeno infilarsi qualcosa sopra esce dalla porta di casa, attraversa il pianerottolo e bussa alla porta del vicino. Dopo qualche istante ecco che la porta si apre e ad accoglierla c’&egrave quell’uomo dai capelli brizzolati, molto corti, quasi rasati, che la attende con un sorriso.
Gianni: ‘Ciao Vero!Finalmente’ero ansioso di vederti!’.
Veronica: ‘Scusami, ma dopo una giornata di lavoro come oggi, un bel bagno caldo non me lo potevo far mancare!’.
Gianni: ‘Accomodati pure”.
La ragazza entra e si fa a sedere su una poltrona che insieme ad un divano letto, ora però chiuso, ed un tavolino nero forma il salotto; sedendosi accavalla la gamba sinistra su quella destra, con non poche difficoltà, data la strettezza della gonna.
Veronica: ‘Allora cosa mi hai preparato di buono?!’.
Gianni: ‘Io niente, sai che non cucino. Ma ho ordinato al ristorante di là dalla strada un po’ di pesce. Vedrai ti piacerà’.
Veronica: ‘Sì, lo sai che il pesce mi piace molto’&egrave uno dei miei cibi preferiti’.
Gianni, fra sé e sé pensa ‘Lo so, lo so. Non avevo dubbi che ti piacesse il pesce!’.
Trascorre qualche minuto e suonano alla porta’
Gianni: ‘Vero, vai tu per favore, io intanto tolgo il vino dal frigorifero. I soldi sono lì sul tavolo!’.
La ragazza prende i 50 ‘ dal tavolo e apre la porta, trovandosi davanti un ragazzo del ristorante con in mano una scatola di polistirolo con dentro ovviamente la loro cena.
Il ragazzo: ‘Ecco, signorina, la vostra cena. Sono 45 ”.
Ovviamente il ragazzo, nel vedere Veronica dentro quei vestiti così sottili e trasparenti, era stato subito rapito dalla bellezza della ragazza e la sua mente volava già ad immaginare l’epilogo di quella serata e al fortunato che avrebbe avuto il piacere di restare in compagnia di quella biondina.
Veronica: ‘Ecco qui (allungando la banconota da 50 ‘)’tenga pure il resto’.
Il ragazzo: ‘Oh, &egrave molto gentile’. E strizzando l’occhio: ‘Buona serata allora!!’.
Veronica appoggia il contenitore sul tavolo, mentre Gianni arriva con una bottiglia di vino, ovviamente bianco, così i due si possono sedere a tavola. Uno di fronte all’altra, due candele accese nel mezzo; si crea davvero una bella atmosfera: Gianni e Veronica parlano del più e del meno, ogni tanto ci sono allusioni al sesso, al dopo cena, ma tutto molto soft; Gianni ha dei modi molto garbati e la ragazza apprezza moltissimo, ormai ha deciso che questa sera si concederà al suo vicino.
Già l’antipasto’un vassoio di cozze alla tarantina’aveva contribuita ad alzare il quoziente di erotismo della serata: infatti la visione di quella ragazza che, con le mani sporche di sugo, mangiava ad una ad una quelle cozze aveva contribuito ad alimentare in Gianni una serie di pensieri proibiti; ora aveva la mano appoggiata sulla coscia di Veronica, di tanto in tanto la stringeva con vigore, mentre lei continuava a mangiare.
Veronica: ‘Dai Gianni, stai tranquillo’abbiamo tutta la serata davanti’godiamoci prima questa buonissima cena’.
Gianni: ‘Hai ragione, tu!Abbiamo tutta la notte!’.
Così i due continuano nella cena, ovviamente innaffiata da del buon vino che, se ce ne fosse ancora bisogno, li rende ancora più sciolti, fino a terminare tutti i piatti che Gianni aveva ordinato.
Il padrone di casa ora si alza in piedi e dice a Veronica: ‘Dai Vero, vieni di là insieme a me che c’&egrave il dolce!’. La ragazza non poteva immaginare a cosa alludesse Gianni, o almeno che non fosse così diretto. Arrivati in cucina’
Gianni: ‘Vero, ora girati, e aspetta finché non te lo dico’.
Veronica: ‘Come vuoi tu”.
Intanto Gianni, senza far rumore si toglie i pantaloni, e senza perdere tempo si priva anche dei boxer, appoggiando il tutto sul tavolo; poi apre il frigorifero e afferra una bomboletta di panna montata. Con la mano sinistra scopre del tutto il glande, ormai rosso dall’eccitazione, e cosparge completamente il proprio pene di panna, fino a ricoprire anche le palle. Sempre facendo poco rumore, afferra un cucchiaino e, dopo aver aperto un barattolo di nutella, lo riempe sistemando la stessa sopra la panna; poi compiaciuto si osserva il pene, dicendo a Veronica: ‘Ora ti puoi girare, il dessert &egrave pronto!’. La ragazza allora si gira e, aprendo gli occhi, si trova davanti Gianni con il pene ricoperto di panna e nutella: dapprima rimane sorpresa, poi, in un secondo momento, compiaciuta dice: ‘Come fai a sapere che adoro la nutella?!’. Così dicendo, Veronica si avvicina a Gianni, si inginocchia davanti a lui e delicatamente, con il pollice e l’indice, afferra quel pene nell’estremità vicina ai testicoli; lo muove su e giù, sporcandosi le dita di panna e nutella, e dopo poco porta il dessert alla sua bocca: dapprima con l’attrito delle labbra toglie la panna e la nutella poste sul glande, assaporandole con gusto; poi si concentra sul resto: con la lingua passa su tutto il pene, dal glande fino all’attaccatura, in modo molto sensuale; Gianni, ormai estasiato, avverte ogni minimo colpo di lingua della ragazza che, di tanto in tanto, si sofferma sui testicoli, anch’essi coperti di panna e nutella, leccandoli e succhiandoli con grande avidità. Ora la panna e la nutella di cui Gianni si era ricoperto &egrave stata quasi completamente leccata da Veronica, a cui ora appaiono con chiarezza le dimensioni e la forma di quel pene; la ragazza si ferma un attimo, lo osserva, con delicatezza prende fra le mani quell’arnese lungo circa 20 cm, ma molto sottile, lo muove su e giù con entrambe le mani e successivamente si getta con tutte le energie nel proseguire quel pompino tanto apprezzato: ora con la sola mano sinistra fa salire e scendere quel pene, mentre con le labbra un po’ socchiuse garantisce un buon attrito, lo accoglie nella sua bocca, assaporandone l’odore; continua questo movimento, alternandolo a colpetti di lingua sul glande e sui testicoli, ancora un po’ sporchi di panna montata e nutella; Gianni ormai &egrave pronto ad inondarla del suo seme, geme, osserva la ragazza inginocchiata ai suoi piedi, mentre lei continua in quella pratica di cui sembra essere molto esperta, prosegue nel leccare e succhiare il suo pene, finché Gianni, giunto all’apice del piacere, emettendo un forte gemito, esplode sulle sue labbra uno schizzo biancastro molto denso, che si allunga fino a produrre un filo quando egli si stacca dalle labbra della ragazza. Una buona quantità di sperma ora le cola dal labbro inferiore sul mento, scendendo poi sul collo fino a sporcare la parte superiore della sua canotta color carne. Veronica si alza e prende un fazzoletto di carta, si pulisce dapprima le labbra e successivamente il collo, passa anche sulla canotta che tuttavia rimane macchiata dall’alone del seme di Gianni. Lei vorrebbe continuare quell’incontro amoroso, ma d’altra parte &egrave soddisfatta del piacere provocato all’uomo che ha di fronte, sente ancora l’odore di quel pene e il gusto di qualche goccia di sperma che ha inghiottito qualche istante prima. Guarda l’orologio: ormai &egrave mezzanotte e la stanchezza inizia ad avere la meglio su di lei; Gianni la sta osservando, le sorride compiaciuto, dicendo: ‘Vero, sei stata fantastica!Hai una bocca stupenda!’. La ragazza accoglie con piacere quel ‘complimento’ e sorridendo dice: ‘E non hai ancora vista nulla di me!’ e così dicendo aggiunge: ‘Ma ora &egrave tardi, devo andare!Tanto, non abitiamo troppo lontani. Ci vediamo presto!’. Veronica si sistema la canotta e la gonna bianca, poi invia a Gianni un bacio con la mano, si dirige verso la porta e attraversando il pianerottolo, apre la porta del proprio appartamento ed entra.

PS: per commenti, suggerimenti ed impressioni scrivetemi a vfpare@virgilio.it.
Dopo quella sera Veronica e Gianni si erano rivisti altre volte, e in quel mese e mezzo successivo avevano potuto approfondire la propria conoscenza, aumentando la loro intimità; tuttavia, sebbene si frequentassero con una discreta regolarità ed erano finiti più volte a letto, tra loro non era stata stabilita nessuna regola in quanto fra loro non vi era un legame fisso. Era la fine di maggio, e in quel periodo Veronica era molto presa dal lavoro: la sua azienda doveva intraprendere un progetto molto ambizioso e lei, insieme ad altri due colleghi, era l’indiziata numero uno per guidare quel progetto, per cui molte delle sue energie erano concentrate sull’ottenere quell’incarico: infatti, sebbene fosse ancora molto giovane, il suo lavoro presso quell’azienda era piuttosto apprezzato da tutti e in particolar modo dal Direttore Generale, che aveva il compito di scegliere la persona a cui assegnare la guida del progetto; alle sue capacità poi si aggiungeva la sua bellezza, non eclatante, ma da tutti chiaramente visibile.

Ormai un’altra settimana &egrave giunta alla fine, &egrave venerdì e oggi Veronica deve presentare al Direttore e all’Assemblea Generale dell’azienda le idee da lei elaborate per l’esecuzione del progetto, che ovviamente peseranno sulla scelta del responsabile: infatti in lizza per quell’incarico erano rimasti lei ed altri due suoi colleghi. Vista l’occasione, Veronica si era vestita in modo molto elegante: una gonna di seta nera che scende dritta sui suoi fianchi e lunga cinque centimetri sopra il ginocchio; ad ornare la gonna molto sobria una cintura, costituita da una sorta di catena dorata allacciata con un gancino a livello della parte iniziale dell’anca sinistra della ragazza; sopra invece indossa una camicetta beige, sempre di seta molto fine e ornata nel colletto e nei polsini di pizzo nero; ovviamente sotto questi indumenti indossa un reggiseno a balconcino nero, con le mutandine coordinate e un paio di calze velate nere autoreggenti. Oltre a ciò, la ragazza aveva curato ogni minimo dettaglio: insieme ad un leggero trucco di colore azzurro sugli occhi, si era passata un filo di rossetto rosso, ma di una tonalità non troppo forte, e si era raccolta i capelli in un fermaglio dietro la testa.
Erano le tre e i suoi colleghi avevano già esposto le loro proposte, riscuotendo sia critiche che complimenti; ora tocca a lei: &egrave nervosa; mentre si avvicina al tavolone centrale della sala riunioni si sente addosso gli occhi di tutti, in prevalenza uomini, sa che probabilmente la sua bellezza e il suo modo di fare possono essere un’arma in più, ma allo stesso tempo deve fare una buona impressione a tutti ed in particolar modo al Direttore Generale, a cui spetterà la decisione della scelta. Dopo qualche attimo di tensione, la ragazza si scioglie ed espone al meglio il proprio progetto: tutti la ascoltano, non le staccano gli occhi e l’attenzione di dosso, attratti dalla sua bellezza oltre che dalle sue argomentazioni, e forse specialmente attirati da quel colletto e da quei polsini di pizzo che nell’immaginario maschile provocano un senso di proibito, di sensualità e malizia, che le fanno assumere un’immagine ancora più intrigante e carismatica. Terminata l’esposizione la ragazza si siede, nota gli sguardi convinti della maggior parte dei presenti ed &egrave confortata dal sorriso che le indirizza il Direttore; al termine della riunione, il Direttore le si avvicina convocandola immediatamente presso il suo ufficio; così pochi minuti dopo si ritrova in quell’ufficio ansiosa di conoscere il motivo della convocazione.
Ora la ragazza &egrave in piedi, mentre il Direttore &egrave seduto sulla sua poltrona di pelle nera.
DG: ‘Prego, signorina Veronica. Si accomodi’.
Veronica: ‘Grazie [Così dicendo si siede sulla sedia posta di fronte alla scrivania, accavallando la gamba sinistra su quella destra in modo molto naturale]’.
DG: ‘Guardi, l’ho convocata subito perché ritengo che le sue idee siano ottime; anzi a tale proposito, proprio domani devo incontrare il nostro finanziatore per discutere degli ultimi dettagli e visto che sono propenso ad assegnarle l’incarico, volevo che lei fosse presente’.
Veronica: ‘[Un po’ frastornata dalla notizia] Domani?…Sì, certo; per me sarebbe un onore. Ma dove? Qui in azienda?’.
DG: ‘No, signorina. Vede il nostro finanziatore &egrave un amante del mare, possiede una piccola barca a vela e pensavamo di discuterne proprio lì, in mezzo al mare, in piena tranquillità. Lei soffre il mal di mare?’.
Veronica: ‘Io? Tutt’altro, sono una grande amante del mare. [Poi indecisa se chiederlo] Ma posso portare anche il costume da bagno?!’.
DG: ‘Non’può, ma deve assolutamente’.
Veronica: ‘[Con un bel sorriso] Allora perfetto, a domani’.
DG: ‘Sì, ci vediamo domani alle 9 sulla spiaggia, e da lì partiremo con la barca. A domani!’.
La ragazza, uscita dall’ufficio, non sta più nella pelle, &egrave eccitata dall’esperienza lavorativa che l’attende e anche per quell’uscita in barca che le avrebbe garantito da un lato un po’ di relax e dall’altro di fissare gli ultimi dettagli del suo progetto.

La notte era trascorsa dapprima troppo lenta in quanto dall’eccitazione e dalla contentezza Veronica aveva faticato a prendere sonno, ed in un secondo momento, una volta addormentata, troppo veloce; così le 8 erano arrivate molto presto.
Veronica si alza, prima di scendere dalla piccola mansarda-camera da letto si spoglia completamente e si dirige in bagno; apre il rubinetto della doccia e subito si immerge nel getto di acqua tiepida; mentre si lava pensa a cosa indossare per essere libera senza però apparire troppo informale: sul costume non ha alcun dubbio, già la sera prima aveva scelto di indossare quel bikini bianco, con la parte di sopra formata da due triangoli collegati da un filo di stoffa allacciato dietro la schiena e da uno allacciato dietro al collo e con gli slip alla brasiliana, ovvero coi laccetti sui fianchi annodati a fiocco. Proprio per il tessuto non troppo coprente di quel costume ora Veronica, tutta bagnata e avvolta dalla schiuma, impugna la lametta passandola con cura dapprima sulle gambe e soffermandosi successivamente con molta delicatezza sul suo pube: infatti la bella biondina aveva deciso di depilare il suo sesso proprio per indossare con tranquillità quel bel costumino bianco. Ora Veronica, uscita dalla doccia, si ammira allo specchio e con una mano esplora il suo corpo, prova un’emozione stupenda a sentire sotto il suo palmo quella pelle così liscia, ora ammorbidita da un velo di crema idratante. Dopo essersi asciugata, ancora nuda, esce dal bagno e si reca vicino all’armadio posto subito fuori: in quel momento potrebbe essere esposta all’occhio indiscreto di quell’uomo che qualche tempo prima l’aveva osservata dalla finestra della costruzione di fronte, in quanto la ragazza non si era resa conto che quella grande vetrata posta al centro del suo open space era una sorta di televisione reale per il suo vicino di fronte; tuttavia in quel momento nessuno la stava osservando. Assorta nei suoi pensieri, Veronica ha indossato il bikini bianco ed ora ha in mano un vestitino di cotone nero dalle spalline sottili: lo osserva e in un attimo lo indossa; &egrave perfetto: le permette di essere libera, in quanto le arriva poco sotto la metà della coscia, e nello tempo &egrave molto carino. Ora &egrave pronta, afferra una borsa da mare anch’essa nera, la riempie con un costume di cambio, un tubetto di crema abbronzante, una bottiglia d’acqua e un pettine sottile, poi infila degli zoccoletti di legno con un po’ di tacco e con la fascia che aderisce al collo del piede fatta si stoffa nera, ornata da un fiore centrale formato da perline e brillantini. Così vestita si reca alla spiaggia; sono quasi le nove, ma i due uomini, il suo DG, un uomo sulla cinquantina, di media altezza, occhialini tondi e appena un po’ di pancetta, e il finanziatore, un uomo sui 58 anni con molta più pancia rispetto al primo, capelli neri, di carnagione scura e molto peloso.
Veronica: ‘[Avvicinandosi ai due] Buongiorno! Scusate il ritardo’:
DG: ‘Non si preoccupi, non &egrave in ritardo, ma siamo noi che siamo arrivati in anticipo!’.
La ragazza sorride, poi porge la mano all’altro uomo presentadosi; con molto garbo lui le risponde: ‘Il piacere &egrave tutto mio. Io sono Antonio. Diamoci pure del tu senza problemi’.
Veronica si produce in un altro sorriso di assenso: ‘Come vuole! Anzi, come vuoi!’.
Antonio: ‘Bravissima, così mi piace!’.

I tre partono per il mare su quella barca di sei metri, dotata sia della vela che di un motore, e dopo una mezzora buona di navigazione raggiungono una caletta non raggiungibile da terra. Antonio ferma la barca, così i tre si mettono a prua a godersi il sole che, giunte le dieci, pur essendo il primo di giugno era già sufficientemente caldo. I due uomini si erano da subito messi in costume, entrambi con un paio di boxer, mentre la ragazza indossa ancora sopra al costume il vestitino nero.
Antonio: ‘Veronica, puoi metterti in costume, non avere timore, tanto anche noi ci siamo messi in libertà; non ti preoccupare’:
La ragazza non se lo fa ripetere due volte ed in un attimo si leva da sopra il vestitino e rimane solo con quel bikini bianco. I due uomini, sebbene non lo dicano, sono estasiati da quel fisico, da quella ragazza coperta di così poca stoffa; non le tolgono gli occhi di dosso: la loro attenzione si sofferma sul sedere della ragazza che di tanto in tanto si alza per ammirare il mare, sulle sue cosce così lisce ed invitanti e su la riga che si forma tra i suoi seni quando si piega in avanti o quando si muove. I tre parlano del progetto, ma l’atmosfera &egrave piuttosto gioviale ed ormai &egrave certo (o quasi) che l’incarico sarà della ragazza.
Ad un certo punto Antonio propone di buttarsi in acqua: forse il mare non &egrave ancora caldissimo, ma in fondo la temperatura &egrave tale che permetta di fare il bagno; dapprima si butta Antonio, il DG declina l’invito, mentre Veronica, dopo un attimo di esitazione si getta; qualche schizzo d’acqua, qualche secondo e la sua chioma bionda riemerge dall’acqua; la ragazza si avvicina all’uomo, lo schizza con un po’ d’acqua, stuzzicandolo, poi si immerge ancora per risalire poco più avanti. In quel movimento di immersione la Veronica aveva esposto il suo fantastico culetto, coperto solo dal lembo sottile di stoffa degli slip, sia alla vista di Antonio che di quella del DG, posto in posizione di vantaggio rispetto all’altro, essendo rimasto sulla barca. Ora Antonio si avvicina alla ragazza, le sussurra qualcosa nell’orecchio [‘Se sei brava come sei bella e sensuale, il nostro progetto sarà un successo’]; la ragazza &egrave compiaciuta del complimento e si scioglie maggiormente; ora, producendosi in giochi acquatici, si avvicina sempre di più all’uomo fino ad abbracciarlo; Antonio ne &egrave felice e tra sé e sé pensa che &egrave vicino a cogliere quel frutto prelibato, non ne vede l’ora; dopo un po’ Antonio si avvicina ancora all’orecchio della ragazza e le sussurra: ‘Perché non torniamo sulla barca?! Inizia a far fresco in acqua!’. La ragazza fa un cenno positivo, nuotano fino alla scaletta della barca e con galanteria Antonio lascia la precedenza alla ragazza che, con l’aiuto delle braccia, sale sulla scaletta: questa sua salita permette all’uomo di guardare con accuratezza in mezzo alle gambe della ragazza, non nota alcun pelo dalla trasparenza del costume e, pensando alla possibilità che sia completamente depilata, prova un forte senso di eccitazione che si manifesta nel suo basso ventre; intanto furbescamente il DG si &egrave avvicinato alla scaletta per aiutare Veronica a salire e soprattutto per ammirare il suo decolt&egravee e quel segno tra i due seni così eccitante. I tre sono di nuovo sulla barca; &egrave inutile dire che il bikini bianco della ragazza così bagnato &egrave praticamente trasparente; oltre a questo, la leggera brezza che spira dal mare fa venire alla ragazza la pelle d’oca e contribuisce a rendere i suoi capezzoli molto turgidi. La ragazza nota che i de uomini sono eccitati, i loro boxer lasciano poco all’immaginazione e quel rigonfiamento ancora meno:Veronica &egrave divertita dalla situazione e ne &egrave eccitata. Antonio le si avvicina all’orecchio e come prima le sussurra qualche parola [‘Con quel costume bagnato sembri nuda: perché non te lo togli?!’]. La ragazza non &egrave scossa da quelle parole, e senza farselo ripetere dapprima slaccia il filo dietro la schiena e successivamente quello dietro il collo ed ora tiene quel pezzo di stoffa nella mano, coprendosi il seno; poi lo lascia cadere sul pavimento di legno della barca; ora passa agli slip, le &egrave sufficiente slacciare uno dei due fiocchi ed eccola completamente nuda e perfettamente depilata in tutto il suo splendore. Capita la disponibilità della ragazza, anche i due uomini si spogliano del costume prendono sotto braccio la ragazza e la accompagnano a poppa: i tre si distendono su dei materassini di stoffa sottili; Veronica &egrave in mezzo a quei due uomini, però sdraiata in senso opposto a loro: infatti girandosi da una parte o dall’altra può prendere in bocca l’uno o l’altro pene, mentre i due esplorano i suoi buchi con voracità; ora la biondina &egrave girata verso il DG, gli prende in bocca il suo arnese, abbastanza lungo e nodoso, e lo lecco come sa fare lei, mentre lui affonda la sua lingua nelle grandi labbra della ragazza, scostandole poi con due dita per arrivare a stuzzicarle il clitoride; allo stesso tempo la lingua di Antonio sta esplorando il buchino posteriore della ragazza: lo umidifica con colpi di lingua, di tanto in tanto con il dito indice cerca di affondare in quel buco sottile, poi riprende con la lingua, quasi penetrando; poco dopo la ragazza si gira verso Antonio e, mentre i due uomini si invertono i ruoli, la ragazza si trova a che fare con il pene del finanziatore, non troppo lungo, ma scuro e molto grosso, con un glande immenso: lo lecca con avidità, a grandi colpi di lingua e labbra; ognuno in modo diverso, ma sta godendo moltissimo; poi i due uomini si fermano e così anche la ragazza interrompe la sua pratica; Antonio la prende per i fianchi, mentre il DG osserva la scena, la fa stendere sul materassino e le sale sopra: dapprima le prende in mano le tette con molta forza, le stringe avidamente e poi prende in mano il proprio pene con la mano sinistra e lo infila nel sesso della ragazza che lo accoglie dentro di sé gemendo; Antonio la scopa per un po’, va su e giù dapprima lentamente e in seguito con più ritmo e forza, fino a raggiungere quasi l’orgasmo; poi esce e lascia il posto al DG; ora la ragazza &egrave su un fianco in modo tale che, mentre il DG la penetra da dietro, lei può succhiare avidamente il pene peloso di Antonio: di tanto in tanto si trova qualche pelo in bocca, ma &egrave troppo eccitata, continua in quella pratica mentre il DG la scopa con foga, poi anche lui, prima di venire si ferma. Antonio fa alzare la ragazza, prendendola per mano, mentre il DG si stende sul materassino col pene ancora dritto: poi Antonio indirizza la ragazza verso quel palo; con calma il DG tenta di forzare quel culetto così invitante: colpetto dopo colpetto, il suo pene entra; la ragazza prova un senso di dolore che a poco a poco diventa piacere; dopo aver assimilato quella pratica, Antonio si avvicina e penetra la ragazza da davanti: ora Veronica sente quei due peni dentro di lei, &egrave piena e gode di dei movimenti dei due, &egrave bagnatissima ed eccitata, asseconda i loro movimenti, li accompagna; dopo un paio di minuti i due si alternano e proseguono nella penetrazione di quella fantastica biodina; la scopano con avidità, godono nello stesso modo in cui sta godendo lei; orami sono pronti ad inondarla del loro seme; così dopo qualche minuto escono insieme da lei, la fanno adagiare a pancia in su sul materassino e si masturbano davanti a lei: il primo ad esplodere &egrave il DG che con un getto denso di sperma inonda il seno destro della ragazza; pochi istanti dopo lo segue Antonio che invece indirizza il suo schizzo, più copioso del primo sul viso di Veronica, che lo accoglie vogliosa. Ora lo sperma del DG le cola dal seno sul ventre, e mentre quello di Antonio le scende in parte dalla fronte sulla palpebra destra e sullo zigomo e in parte si adagia sul labbro superiore della ragazza; con la mano destra Veronica ne prende qualche goccia su un dito e la porta alla bocca, leccandola un po’, assaporandola con gusto. I due uomini ora sono distesi sul materassino, appagati, mentre la ragazza, piena di sperma, si alza e dopo aver sorriso compiaciuta ai due si tuffa in mare per pulirsi di quegli schizzi bianchi. Veronica osserva la barca, ora i due uomini si sono alzati ed insieme applaudendo in direzione della ragazza le gridano: ‘Complimenti signorina Veronica, le comunichiamo che sarà lei a capo del nuovo progetto!’.

PS: per commenti ed impressioni contattatemi a vfpare@virgilio.it .
Il progetto che le aveva assegnato il direttore generale nell’azienda in cui lavorava proseguiva molto positivamente e si avvicinava il momento in cui Veronica doveva consegnare la relazione finale che descrivesse i termini economici di quel progetto. Durante le tre settimane in cui era stata impegnata nel progetto aveva visto più volte sia il DG che il loro finanziatore, Antonio, per confrontarsi sull’andamento dell’affare e non solo, anche perché l’uomo aveva apprezzato molto il loro primo incontro sulla barca e non aveva perso tempo invitando più volte la ragazza fuori a cena; ovviamente quelle cene, in tutto quattro, non finivano con il cibo ma a casa dell’uomo, dentro un letto. Questo uomo non era bello, e come accadde la prima volta sulla barca, Veronica ne fu attratta più per la sua posizione e per la sua importanza che per altro; tuttavia questo uomo così lontano dai suoi canoni di bellezza l’aveva comunque attratta ed ora, ritornata dall’ennesima estenuata giornata di lavoro, si stava preparando per uscire nuovamente a cena con lui. L’appuntamento era per le otto al piccolo ristorante a pochi passi da casa sua, quindi aveva tutto il tempo per rinfrescarsi con una doccia e farsi bella per la serata.

‘Dopo una doccia si sta decisamente meglio’ pensa tra sé la ragazza e nel mentre, avvolta da un accappatoio molto sottile, rosso, si dirige verso l’armadio per scegliere la biancheria intima da indossare. Così, dopo essersi asciugata per bene, slaccia l’accappatoio, il quale aprendosi fino a scoprire tutta la parte centrale del suo corpo, dal suo sesso all’ombelico e fino alla piccola riga presente tra i due seni, le permette di indossare le mutandine, alzando una ad una le sue gambe lisce e depilate: un perizoma bianco, non troppo eccessivo, tutto ricamato sul davanti con una fantasia a zig-zag che alterna la stoffa a parti velate, mentre sui fianchi non &egrave costituito da un filo sottile, ma da due striscioline, larghe circa mezzo centimetro, che si ricostituiscono sul dietro, in un piccolo triangolino, ricamato come il davanti, da cui parte il lembo di stoffa che penetra tra i glutei della ragazza. Indossato il perizoma Veronica prende quel bel paio di pantaloni bianchi a vita bassa, che aveva acquistato da poco e non vedeva l’ora di indossare: in un attimo, come per le mutandine, li indossa e tolto l’accappatoio si guarda allo specchio, osservando anche il suo seno scoperto, poi si gira lentamente per osservare come quei pantaloni cadono sui suoi fianchi e si adagiano sul suo sedere: ‘Sono proprio belli’, pensa tra sé e sé, ‘anche se forse un po’ trasparenti in controluce: speriamo che nel ristorante non ci sia troppa luce (ridendo da sola)’. Fatto questo, prende il reggiseno, coordinato al perizoma, quindi con le coppe ricamate della stessa fantasia, e lo indossa agganciandolo dietro la schiena. ‘Sopra che mi metto?!’, pensa la ragazza. Poi la sua attenzione si sposta su una canotta di colore nero, che si allaccia sul collo e scende dolcemente sul pancino e sulla parte inferiore del costato della ragazza, lasciando la schiena e la parte superiore del costato nude, in modo da lasciar in vista il gancio posteriore del reggiseno. Ai piedi si infila un paio di scarpe bianche, a punta, con un tacco di 5 centimetri ed &egrave pronta per uscire. Ora &egrave pronta per uscire, manca poco alle otto, così esce di casa e si incammina verso il ristorante.

Veronica e Antonio, il finanziatore del progetto della sua azienda, stanno cenando e di tanto in tanto parlano di lavoro.
Antonio: ‘Allora come precede il nostro business? Lo sai, io sono molto fiducioso sul tuo progetto’.
Veronica: ‘Procede per il meglio, poi all’inizio della prossima settimana consegno al nostro DG la relazione finale, vedrai che andrà tutto bene! Sono fiduciosa anche io!’.
Antonio: ‘Bene, mi fa piacere! Vuoi un dolce?’.
Veronica: ‘Perché no?!’.
Antonio: ‘Cameriere?! Ci può portare un dolce? Cosa vuole signorina Veronica?’.
Veronica: ‘Ho tanta voglia di fragole con la panna MONTATA!’.
Cameriere: ‘Gliele porto subito signorina. E per lei?’.
Antonio: ‘Un TIRAMISU”.
Cameriere: ‘Bene’.
Poco dopo il cameriere torna coi due dolci. Veronica mangia le fragole in modo molto sensuale, senza farlo apposta, ma quando quei frutti rossi ricoperti di panna montata si appoggiano su quelle labbra, anch’esse rosse, nell’uomo non può altro che salire un forte sentimento di eccitazione, immagina il suo pene a contatto con le labbra di quella ragazza, alle volte che ciò &egrave già successo; ha un’erezione, tenuta nascosta dalla tovaglia lunga del tavolo, e sulla scia dei suoi pensieri si fa più audace, inizia i soliti complimenti alla bella biondina, mentre tra sé pensa già al momento in cui i due saranno a letto, corre con la fantasia a dove portarla per consumare il loro rapporto.
Antonio: ‘Allora sono buone quelle fragole?!’.
Veronica: ‘Sono ottime! E il tiramisù?’.
Antonio: ‘Buonissimo’io adoro il TIRAMISU’!’.
Dopo aver terminato la cena, verso le 21,30, i due si alzano, Antonio paga il conto ed escono dal ristorante a braccetto:
Antonio: ‘Adesso che facciamo? Dove vuoi andare?’.
Veronica: ‘Vuole salire da me? O preferisce fare una passeggiata?!’.
Antonio: ‘Andiamo da lei, se no le dispiace!’.
Veronica: ‘Certo che no, andiamo!’.
Così dopo qualche minuto i due arrivano nell’appartamento di Veronica, la ragazza prepara due drink, che presto sono susseguiti da altri due, e ancora altri due. L’atmosfera si fa decisamente calda, Antonio ripensa a come Veronica mangiava quelle fragole, si eccita fortemente e stavolta non c’&egrave la tovaglia a nascondere l’erezione; si nota palesemente.
Veronica: ‘Ehi, ma sei già eccitato? Non mi sono ancora spogliata!’.
Antonio: ‘Sì, lo so, ma ti sei resa conto che &egrave tutta sera che &egrave come fossi senza pantaloni? Con la luce del ristorante tutta hanno potuto vedere quel fantastico perizoma che indossi?! Hai un culo da 110 e lode’.
Veronica resta un attimo turbata dal fatto dei pantaloni trasparenti, poi dice: ‘Davvero?!’.
Antonio: ‘Ci puoi giurare. Sai, credo che stasera molte persone si masturberanno pensando al tuo culo e al perizoma che indossi. E il bello &egrave che solo io avrò il piacere di giocare con queste stupendo sedere’ (così facendo con un mano sfiora con un pacchettina il gluteo destro di Veronica).
La ragazza sorride poi si lascia cadere sul divano di pelle nera e, sdraiandosi, chiama a se Antonio, facendogli cenno con l’indice destro di avvicinarsi. L’uomo, già del tutto eccitato si avvicina, e, sdraiandosi, sale sopra la ragazza; avvicina la bocca alla sua e la bacia, mentre con le mani cerca di sfilare il sopra della canotta di Veronica, facendola scendere verso il basso e mettendo il evidenza il reggiseno bianco. Ora la sua bocca si concentra sul decolt&egravee della biondina, con colpi di lingua precisi si avvicina il seno, ancora coperto dal reggiseno; poi afferra il seno destro e con decisione lo fa uscire dalla coppa; si avventa su di esso con voracità, lo stringe della mano e con la lingua le stuzzica il capezzolo, di tanto in tanto lo morde; di seguito si concentra sul seno sinistro, senza mai abbandonare la presa del destro, sempre strizzato e stimolato con la sua grande mano sinistra. La ragazza sta gemendo, apprezza tutte queste attenzioni, si &egrave completamente abbandonata agli istinti di quell’uomo, lo asseconda, mentre con la sua mano destra &egrave passata a slacciare i propri pantaloni bianchi, sente un forte calore nel suo sesso, vuole essere penetrata.
Veronica: ‘Antonio, spogliami, voglio essere scopata per bene, mi hai stuzzicato troppo, dai!’.
Antonio ovviamente asseconda il desiderio della ragazza, anche perché &egrave il suo stesso desiderio, toglie i pantaloni della ragazza e toglie i suoi, facendo uscire un po’ della sua pancetta, ricoperta da una folta peluria, un po’ bianca e un po’ di colore nero, poi si libera dei suoi indumenti e infine, con il pene eretto, toglie il perizoma della ragazza, lasciandole solo la canotta abbassata e il reggiseno ormai sovrastato dai seni usciti dal tessuto. L’uomo si adagia nuovamente sulla ragazza, con la mano destra tira indietro la pelle del suo pene, non troppo lungo, ma scuro e molto grosso, fino a scoprire il glande; lo punta sul sesso della ragazza, con le gambe leggermente aperte, pronta ad accoglierlo, e a poco a poco lo infila in quella fessura, aprendo dapprima le grandi labbra per insinuarsi poi nelle piccole labbra. Antonio inizia a muoversi dentro Veronica che geme, sentendo quel pene ingrossarsi sempre più dentro di lei; prima i colpi sono lenti, ma a poco a poco diventano sempre più forti; anche la ragazza asseconda i movimenti dell’uomo, lo aiuta muovendo leggermente il bacino, i due si muovono insieme, godono insieme; mentre la penetra Antonio &egrave sempre attratto dal seno di quella fantastica biondina, lo tiene tra le sue mani, lo strizza e di tanto in tanto si ciba di quei due capezzoli così turgidi da sembrare di marmo, li lecca con avidità, li stringe; poi prosegue nel suo movimento, la fa godere, poi ad un tratto si ferma, toglie il pene da quella fessura ormai dilatata, si alza e fa cenno a Veronica di fare lo stesso; la conduce alla parete, le fa appoggiare le mani sul muro, dicendole di lasciare il sedere un po’ in fuori; poi lui si abbassa, si inginocchia dietro di lei e con la lingua si insinua nel buchetto posteriore della ragazza: con piccoli colpetti a poco a poco forza quella fessura più difficile da scardinare, vi penetra con la lingua; poi si alza e passa ad entrare con l’indice sinistro; Veronica geme, mentre si stuzzica con la mano destra il clitoride, muovendosi su e giù ed in modo circolare; la ragazza &egrave molto bagnata, eccitatissima, aspetta che l’uomo la penetri nuovamente, stavolta nel sedere; dopo aver dilatato bene quel buchetto, Antonio, ormai giunto al massimo dell’erezione, lo infila dentro: dapprima Veronica prova una sensazione di dolore, che presto si trasforma in piacere; Antonio va dentro e fuori, si muove su di lei, i suoi testicoli colpiscono ad ogni colpo i glutei della ragazza; Veronica, ormai &egrave in un lago di piacere, sta godendo tantissimo, e anche l’uomo sta per arrivare al culmine del suo orgasmo; ormai pronto per venire, Antonio esce dal sedere della ragazza e restando in piedi chiede alla ragazza di inchinarsi; Veronica capisce al volo le sue intenzioni, e girandosi si inginocchia, prendendo quel pene in bocca, ormai lo sente pulsare dentro la sua bocca, sulle sue labbra; lei continua a sfregarlo sulle labbra rosse, carnose, introducendolo e facendolo uscire, finché un grande gemito dell’uomo accompagna un altrettanto corposo fiotto di sperma che investe le labbra, lo zigomo e l’occhio destro della ragazza; parte di questo liquido denso bianco le cola in bocca e senza esitazione, nonostante l’acidità della sostanza, lo ingoia. Ora Antonio, dopo quella sborrata, &egrave esausto, si lascia andare sul divano, mentre Veronica si alza sorride all’uomo e prende un fazzoletto di carta per pulirsi il viso dagli schizzi di sperma rimasti. Poi, va da Antonio gli sorride nuovamente e lo ringrazia della serata; l’uomo fa lo stesso e rivestendosi la saluta, dicendole ‘Ci vediamo presto in azienda!’.

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Dopo un’altra settimana di lavoro e dopo aver consegnato al DG la relazione completa sul suo lavoro, finalmente &egrave venerdì e Veronica, avvolta in una gonna nera di seta e in una camicetta bianca sempre di seta e aperta fino al secondo bottone (terzo, se si considera anche quello del collo), fa rientro nel suo appartamento; non vede l’ora di adagiarsi sul suo amato divano di pelle nera; entra in casa, si dirige verso il frigorifero, prende una bottiglia di vino bianco aperta la sera prima, poi uno di quei calici grandi, perfetti per il vino, e o riempie; afferra il bicchiere e si siede sul divano, senza però sdraiarsi; fa molto caldo, perché a fine giugno l’estate &egrave ormai alle porte, così la ragazza per sentirsi più libera si slaccia tutti i bottoni della camicia e la estrae dalla gonna; osserva il proprio reggiseno bianco, di seta, liscio, molto austero e da quell’indumento partono i suoi pensieri. ‘Sono qui da un paio di mesi e ripensandoci ho avuto molto successo; credevo di restare sola per parecchio e invece: prima Gianni (il vicino)’quanto mi sono divertita; poi quella volta i barca col DG e Antonio (il finanziatore)’non era mai stata con due uomini contemporaneamente, sono stata una maialina, lo ammetto; e infine, ancora con Antonio’un uomo che in altre situazioni non avrei mai guardato, ma lui ha fatto molto per me, per la mia carriera nell’azienda’. Mentre questi pensieri le frullano nella testa, Veronica &egrave compiaciuta di questo suo successo; ma chissà come avrebbe reagito nel sapere che c’era una vicino che di tanto in tanto sfruttava la vetrata dell’appartamento della ragazza per godere di spettacoli involontari; in ogni modo la bella biondina pensa alle sue avventure, mentre sorso dopo sorso vuota il calice di vino che ha riempito poco prima. Sono solo le sei e per la serata non ha programmi; si corica sul divano a pancia in su, in modo tale che la camicia resti aperta, ovviamente in maniera non volontaria, e dopo poco, rilassata come &egrave, si addormenta! Il tempo passa e dopo circa un paio d’ore il suono del campanello la sveglia; Veronica si alza dal divano, e con la camicetta aperta si avvicina alla porta per aprire poi chiede: ‘Chi &egrave?!’. Dall’altra parte della porta una voce le risponde: ‘Sono Giovanni, il massaggiatore (ovvero quel signore che aveva ricavato in uno degli appartamenti il suo piccolo studio per continuare a praticare la sua attività anche dopo la pensione). Mi sono permesso di venirla a chiamare, perché aveva una seduta da me per le 19,30, ma ormai sono le 20 e pensavo si fosse dimenticata!’. Intanto Veronica, tendendosi la camicetta chiusa con le due braccia incrociate, apre la porta. ‘Mi scusi signor Giovanni, me ne sono completamente dimenticata! Sono ancora in tempo o lei sta andando?!’. L’uomo, capelli bianchi intervallati da qualcuno di colore nero, alto 1,75 e con un po’ di pancetta, ma nonostante tutto in forma per i suoi 65 anni, le risponde: ‘Non si preoccupi, signorina, la sono venuto a chiamare apposta per fare il massaggio, tanto lei era l’ultima cliente per oggi’. Allora la ragazza, ammaliata da tanta gentilezza, sorride e dice: ‘Allora, guardi, mi infilo l’accappatoio e vengo subito nel suo studio, ok?!’. Giovanni le sorride gentilmente e va nel suo appartamento-studio per preparare l’occorrente per il massaggio: ovviamente una salvietta bianca da avvolgere intorno ai fianchi della ragazza e gli oli necessari per alleviare gli effetti dell’attrito sulla pelle.
Poco dopo, avvolta nel suo accappatoio rosso, senza reggiseno e con indosso solo un paio di mutandine bianche, Veronica entra nello studio di Giovanni.
Veronica: ‘Eccomi arrivata!’.
Giovanni: ‘Prego si accomodi. Guardi dietro a quella tenda si può togliere l’accappatoio e i suoi indumenti e può avvolgere sui fianchi questa salvietta. Prego!’.
La ragazza afferra la salvietta e dietro la tenda si toglie l’accappatoio, lo appoggia sulla sedia presente e poi si ferma, pensando ‘Che faccio tolgo anche le mutandine? Mi &egrave parso di aver capito di dover togliere tutti gli indumenti! Va beh, le tolgo, tanto ho la salvietta!’. Ora &egrave nuda, si osserva il seno e il pancino, fino all’ombelico, poi un’occhiata al suo sesso, leggermente depilato in modo da aver i peli abbastanza corti e non troppo estesi (circa due centimetri da ogni parte rispetto alla fessura centrale); si avvolge la salvietta bianca intorno ai fianchi ed esce da dietro la tenda coprendosi il seno con il braccio sinistro. A quel punto Giovanni le sorride dicendole: ‘Prego, si accomodi a pancia in giù e si rilassi!’. La ragazza si sdraia sul lettino e si abbandona al massaggio, alle mani sapienti e professionali del massaggiatore in pensione; la ragazza non si accorge di nulla, ma durante il massaggio, durante il passaggio di quelle mani pesanti sulle sue cosce, la salvietta stretta intorno ai suoi fianchi si &egrave alzata scoprendo parzialmente l’inizio dei suoi glutei e lasciando intravedere la fessura del suo sesso; Veronica &egrave completamente presa da quel massaggio: ora Giovanni &egrave appoggiato con una gamba al lettino, curando le gamba destra della biondina e con eccitazione crescente si &egrave avveduto dello spettacolo involontario offerto dalla ragazza; mentre massaggia quella pelle fresca e soda il suo pensiero corre al sesso, a quanto vorrebbe infilare un dito e poi il suo membro in quella fessura, poi pensa a quanto sarebbe eccitante toglierle quella salvietta e consumare con lei un rapporto; tutti questi pensieri, eccitano in maniera molto evidente l’uomo, e a poco a poco lui sente il suo pene crescere e gonfiarsi nei pantaloni; il suo massaggio cresce in intensità, ora &egrave più profondo e pronunciato. Tuttavia, l’idillio di quel massaggio viene interrotto da un rumore alla porta; qualcuno ha bussato. ‘Signorina non si muova, guardo chi &egrave e torno subito!’. Veronica fa un cenno di consenso. L’uomo si dirige alla porta e apre; dall’altra parte dell’uscio c’&egrave Antonio, il famoso finanziatore del progetto di Veronica, accompagnato da uno dei due fratelli portinai, il più vecchio ‘ quello 60enne, magro e coi baffi sottili e neri ‘ .
Il portinaio: ‘Mi scusi signor Giovanni, c’&egrave qui con lei la signorina Veronica? Perché questo signore (indicando Antonio) la sta cercando’.
Giovanni: ‘Certo, le sto facendo un massaggio, ma ha quasi finito. Se volete entrare!’.
Antonio: ‘Oh grazie, certo. Vorrei proprio vedere come lei lavora!’.
Giovanni: ‘Si accomodi!’.
Così il massaggiatore fa entrare nello studio Antonio, il quale insiste affinché anche il portinaio resti con loro: ‘Su entri anche lei!’. Il portinaio un po’ imbarazzato accetta ed entra.
Intanto si sente una voce: &egrave quella di Veronica: ‘Signor Giovanni, dove &egrave finito?’. Mentre la ragazza pronuncia queste parole Antonio con un cenno dice a Giovanni di rispondere senza avvertirla della loro presenza; Antonio vuole giocare con lei, vuole divertirsi. Dopo una breve consultazione i tre entrano nella stanza in cui si trova la biondina, e Giovanni riprende il massaggio, mentre Antonio e il portinaio osservano da dietro quello splendido sedere appena appena scoperto; Giovanni, sapendo della situazione &egrave più eccitato di prima, ormai il suo pene preme per uscire dai pantaloni, non ce la fa più!
Giovanni: ‘Signorina, non si muova, vado a prendere l’olio profumato e poi abbiamo finito!’.
Veronica non si gira, resta a pancia in giù, con la testa girata verso la finestra, senza la possibilità di vedere chi c’&egrave dietro. Nel frattempo i tre confabulano qualcosa; Antonio dice agli altri due di mettersi nudi. Senza fare rumore, in pochi attimi i tre restano completamente nudi. Senza farsi vedere dalla ragazza il massaggiatore continua il massaggio con l’olio profumato, scoprendo ancora di più i glutei, spostando un po’ la salvietta verso l’alto. Poi Antonio, parlando nell’orecchio al portinaio, gli dice di avvicinarsi un po’ alla ragazza, sempre stando dietro ed in piedi, e di iniziare a masturbarsi guardandole il sedere e quanto si vede del suo sesso; nell’orecchio gli sussurra: ‘Voglio che ti masturbi e che gli schizzi sulla schiena, capito?!’. Ovviamente lui non se lo lascia dire due volte e inizia nella sua opera; il suo pene va su e giù nella sua mano, trovando eccitamento nell’osserva quelle curve, si masturba con gusto, mentre Giovanni osserva la scena, anche lui eccitato; sta aspettando un cenno del portinaio, poco prima di venire, per dichiarare il massaggio finito e lasciare alla ragazza un inaspettato schizzo di ‘olio’ biancastro. Ormai il portinaio &egrave pronto per esplodere il suo sperma, scuote la testa per avvisare Giovanni, che proprio in quel momento dice: ‘Ecco, Veronica, abbiamo finito’. Mentre la ragazza fa per alzarsi, il portinaio esplode in uno schizzo enorme che le colpisce perfettamente la schiena, accompagnato da un grido di godimento. La ragazza dapprima non capisce, ma appena si gira, parte la risata di Antonio che dice: ‘Ciao bella, ti ho fatto una sorpresina!’. Veronica vede di fronte a sé Antonio e Giovanni nudi, con l’asta in tiro, e appena davanti da lei il portinaio con il pene ancora mezzo dura e gocciolante di sperma; arrossisce, non sa cosa dire, &egrave un po’ incazzata con Antonio, ma allo stesso tempo eccitata; pensa: ‘Chissà da quanto tempo erano lì, che si erano detti!’. Poi dice: ‘Sei un porco’ ma sai sempre come stuzzicarmi, vero?! Sei incorreggibile’. Così dicendo sorride anche agli altri due e con delicatezza sfila la salvietta che le copre il basso ventre e sdraiandosi a pancia in su si appresta ad accogliere quei tre membri, uno ad uno. Antonio, guardando Giovanni gli fa cenno di avvicinarsi alla ragazza: ‘Coraggio, dai, sdraiati sopra di lei e penetrala’&egrave bravissima!’. Mentre dice queste parole Antonio si avvicina alla testa del lettino e massaggiandosi il suo membro lo porta alla bocca della ragazza, che intanto ha leggermente alzato la testa per accoglierlo. Il portinaio osserva per riacquistare vigore dopo esser venuto con la mano; Giovanni invece non perde tempo e scoprendo il glande lo punta sulla fessura della ragazza, spinge dapprima delicatamente e, non appena &egrave parzialmente entrato, sferra un colpo più forte che fa sobbalzare Veronica, nel frattempo dedicata a leccare il glande molto grosso e nodoso di Antonio; Giovanni inizia nel suo movimento, sale e scende dentro quella fessura, esce e poi sferra un altro colpo, continua nella penetrazione; Veronica invece si dedica al pene di Antonio, lo lecca a piccoli colpetti di lingua, lo accoglie quasi interamente nella bocca, poi lo succhia, facendo attrito sulle labbra; lei &egrave eccitatissima e bagnata; la forza di quelle pompate la rendono più aggressiva, tanto da far gridare Antonio: ‘Non mi hai mai fatto un pompino così’sei magnifica!’. I due continuano a scoparla: uno la sua bocca, l’altro il suo sesso; nell’osservare la scena il portinaio ha riacquistato l’erezione, &egrave di nuovo eccitato; questa suo eccitazione cresce ancora di più perché nello stesso istante sia Antonio che Giovanni esplodono in due schizzi giganteschi: il primo viene completamente in bocca a Veronica, la quale &egrave costretta ad inghiottire gran parte dello sperma fuoriuscito da quel pene; mentre il secondo, dopo aver estratto il suo membro da quella fessura, le inonda il pancino, arrivando con qualche schizzo alla parte sottostante del seno. I due uomini sono, ognuno a suo modo, visibilmente soddisfatti del trattamento ricevuto; il portinaio, quasi timidamente si avvicina e rivolgendosi alla ragazza dice: ‘Per favore, potresti alzarti e appoggiare le mani al lettino’vorrei prenderti da dietro!’. La ragazza, sorpresa dal modo con cui il portinaio si &egrave rivolta a lei, si alza e, appoggiando le mani al lettino, sporge un po’ il fuori il suo sedere, aspettando la penetrazione dell’uomo. Lui si avvicina, mentre gli altri due osservano, e scoprendo il proprio glande lo indirizza sempre verso quella fessura già varcata i precedenza; l’uomo inizia a pomparla con foga, &egrave molto eccitato, continua a muovere dentro di lei il suo pene, gode visibilmente, geme; alla visione di quel fantastico sedere che sbatte contro i suoi testicoli si eccita ancora di più e dopo poco esce da quella fessura bagnatissima per esplodere in un nuovo schizzo che colpisce il sedere di Veronica, coprendolo parzialmente di quel caldo liquido biancastro.
Antonio a quel punto si avvicina alla ragazza e le sussurra all’orecchio: ‘Sei stata fantastica come sempre’credo che Giovanni non voglia nulla per il massaggio!’. La biondina sorride a quelle parole, così come fanno Giovanni e il portinaio. Così dopo aver indossato nuovamente il suo accappatoio saluta tutti e con un sorriso guadagna la porta per raggiungere il proprio appartamento ed una meritata doccia per levarsi di dosso tutto quello sperma ricevuto!

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