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Racconti Erotici Etero

Lay

By 29 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Da circa un mesetto avevo iniziato a chattare con lay,
succedeva tutti i giorni anche per cinque ore di fila,
perchè parlavamo dall’ufficio e poi riprendevamo a casa,
arrivavamo a parlare anche per sette o otto ore.
Avevamo da subito trovato un grande feeling,
trattavamo qualsiasi argomento ma spesso era il sesso
a farla da padrone con varie sfumature,
guardavamo il sito di un sexy shop commentandolo
insieme,ci saremmo comprati quasi tutti gli
articoli,ci aiutavamo a completare giochini
in flash erotici, ci raccontavamo le esperienze
avute e le fantasie, con lei potevo parlare a
ruota libera senza misurare le parole perchè
adorava le porcate quanto me.
Spesso capitava che io dicessi quello che lei
pensava e vice versa, eravamo stupiti di una tale
sintonia senza esserci mai visti, ma nel giro di
un mese questa lacuna sarebbe stata colmata,
infatti l’ultimo fine settimana di agosto mi
sarebbe venuta a trovare per conoscerci di
persona ma specialmente per mettere in pratica
tutti quei discorsi su fantasie,posizioni da provare,
oggetti e via dicendo.
Entrambi non vedevamo l’ora di scopare,scopare e
scopare.Era tutto perfetto, sarei stato solo in casa
e nessuno ci avrebbe disturbato.
Non vedevo l’ora di provare la sua gola profonda,
mai ero riuscito a farlo sparire nella bocca di
una ragazza, poi ero incuriosito dal fatto che a
lei piaceva essere presa con la forza,altra novità
per me, le piaceva il sesso anale, usare oggetti di
ogni tipo, essere presa nel sonno, farlo in tre,
con due uomini o con un uomo e una donna,
ma a quello avremmo pensato in seguito e mi aveva
promesso che si sarebbe masturbata per me entrambi i
buchi e che si sarebbe fatta legare e bendare dandomi
carta bianca.Non ci potevo credere, era tutto
incredibilmente fantastico.
Avevamo già deciso cosa avremmo fatto appena arrivati
a casa, via tutti i vestiti e poi dentro la jacuzzi e così
fu,non volevo fare le cose di fretta quindi le feci provare
tutta le sedute con i diversi getti della vasca e la baciavo,
le toccavo quella quinta fantastica ma non andavo oltre.
Le consigliai di provare quei getti dritti sul suo clitoride
e non se lo fece ripetere due volte, dalla faccia era evidente
che stava godendo di brutto, avendo il culo rivolto all’esterno
il suo viso era verso il centro e portare il mio cazzo a due
centimetri dalla sua bocca fu un attimo.
Cominciò a dedicargli molte attenzioni, era già duro, lo baciò
sulla punta già scoperta, un fremito mi attraversò,continuò a
baciarlo scendendo verso la base per poi passare alle palle e
risalire,poi lo stesso percorso fu fatto dalla sua lingua, ogni
tanto si fermava, era difficile concentrarsi su di me con quei
getti a stimolarla,dischiuse le labbra, risucchiò il glande,
lo leccava sotto dove è più sensibile e la morbidezza della
sua bocca era divina.Ne fece entrare in bocca metà, molto
lentamente per poi tornare alla punta, era fantastico ma
continuava ad essere distratta dal piacere che la fece
venire così forte che si aggrappò a me per non finire sul
fondo della vasca.Una volta ripresa mi disse”scusami, ora
sono tutta per te”.
Riprese da dove aveva lasciato, ma con più foga, ne faceva
sparire sempre un po’ di più insalivandolo beve, poi prese un
lungo respiro e vidi il suo naso toccare la mia pancia, ero
incredulo, non avevo mai provato un piacere così intenso,
dovevo avere un’espressione assurda,con le mani mi afferrò
i glutei e iniziò un ritmo velocissimo andando dalla punta
fino alla base, quella novità era troppo eccitante e in poco
tempo le scaricai un bel po’ di seme in bocca, sapevo che potevo
venirle dentro, quindi non me ne preoccupai.
La vedevo felice per avermi fatto godere moltissimo, mi ero seduto
e mi ci volle un po’ per riprendermi, ma non era ancora finita, le
suggerii stavolta di indirizzare il getto sui seni, sapendo che li ha
molto sensibili le sarebbe sicuramente piaciuto e avrei avuto il suo
culo a mia disposizione.Ero su di giri e tornai duro più rapido
che mai, il suo fondo schiena era immerso,mi aspettava una penetrazione
complicata.Gli puntai subito il mio arnese tra le chiappe, mi disse
“sapevo che non aspettavi altro, fai pure è a tua disposizione”,
iniziai a spingere e fu più facile del previsto farlo entrare tutto,
mi fermai,ma lei mi incitò” sei sorpreso? lo sai che ci sono abituata,
non serve che mi fai abituare, cavalcami che aspetti?”.L’acqua non mi
permetteva un ritmo troppo elevato, stavo muovendo tutta la superficie
che sbatteva sulle pareti e si creavano un sacco di schizzi, lay in
quella posizione poteva stimolarsi il basso ventre facilmente,
ai capezzoli ci pensavano già i getti e in breve tempo venne di nuovo,
mi fermai perchè quella posizione era troppo ostacolata dal liquido in
cui eravamo immersi, tornai seduto, anche lei mi imitò.
Afferrai il mio uccello alla base agitandolo, capì al volo le mie
intenzioni, prese un bel respiro e si immerse in apnea, era strano
farselo succhiare dentro l’acqua, lo prendeva in bocca e stando
ferma muoveva la lingua, ogni tanto provava anche a muoversi ma
non era facile, alla quinta volta che riprendeva aria aveva il fiatone,
voleva riprovarci ma avvicinandomi a lei la bloccai, le allargai le gambe
e le infilai indice e medio mentre il pollice si dedicava al clito, pensai
di penetrarla ma sicuramente sarebbe stata ostacolata anche questa posizione,
mi alzai invitandola a fare lo stesso, la girai e la guidai per farla piegare
a novanta, ora non c’era più nessuna resistenza a rallentare i nostri
movimenti,lo spinsi dentro e le misi le mani sui fianchi iniziando a pompare
finalmente a ritmo sostenuto,gemeva di brutto,poi a voce alta disse”vai così,
è perfetto, spingi da dio, sei instancabile, mamma che ritmo”.In quel momento
ringraziavo il cielo che i vicini ancora erano fuori.
“ah si si vengo, dai che vengo, continua così, eccolo, siiiiiiiiiiiii”
Cavolo stava proprio urlando adesso.Pensai meno male che è finita,
l’avranno sentita in tutta roma, invece continuo,
“adesso inculami, voglio che mi pompi così anche il culo, spaccamelo”
pensai ma si , ma che se ne frega se ci sentono tutti e l’accontentai
volentieri, la penetrazione fu ancora più facile di prima, ripresi
subito un ritmo indiavolato, le sue urla mi stavano facendo eccitare
ancora di più e in pochi minuti mi scaricai per la seconda volta dentro
di lei.Avevo acceso la pompa tre volte,ma si era spenta di nuovo, quindi
eravamo nella jacuzzi da circa cinquanta minuti, ci baciammo restando
in piedi poi presi l’accappatoio, le dissi di attendere che sarei andato
a prenderne uno anche per lei, nel tragitto pensai che lay era fantastica
come immaginavo e ancora avevamo un sacco di altre avventure da provare.

Continua……… Chiacchierando con lay su msn, avevamo trovato molte cose che volevamo provare entrambi,
una di queste era essere totalmente nelle mani dell’altro ed in particolare lei nelle
mie, perchè non avevo quasi limiti, tranne la violenza gratuita, il resto mi era permesso.
Le avevo fatto anche una proposta, ogni tanto le avrei chiesto cosa avrebbe desiderato
che le facessi, però poi potevo ignorare le sue richieste, quindi non avrebbe avuto
nessuna certezza di quello che le sarebbe successo, sarebbe stata infatti bendata e
ammanettata e non avevo voluto anticiparle quasi nulla, avevo solo indagato per capire
cosa non avrebbe gradito, ma nei momenti di eccitazione poteva fare cose che normalmente
non avrebbe fatto, anzi essere un po’ forzata la eccitava ancora di più.
La mattina del secondo giorno decidemmo di mettere in pratica questa idea, avevamo dormito
nudi, presi le manette e le bloccai le braccia al letto, poi le infilai una mascherina
che mi avevano dato in aereo insieme ai calzini, la coperta, lo spazzolino e il dentifricio.
“ora dovrai attendere un po’ perchè devo andare a prendere tutto quello che mi serve”
“ok, ma non farmi aspettare troppo che mi sto già eccitando”
Le scattai una foto e poi iniziai il mio giro per recuperare un bel po’ di cose,
volevo riempirla di sensazioni contrastanti, farla passare dal piacere al dolore,
dal caldo al freddo, da sensazioni delicate fino a prenderla con forza.
Candela ed accendino erano già in camera,presi il mio kit con vibratore, plug, giochini
vari, lubrificante che tenevo nascosti in un armadio, poi mi recai in cucina, avevo
comprato per l’occasione sei carote, tre zucchine, tre banane, poi presi il miele e i
cubetti di ghiaccio, passai a prendere una ventina di mollette da bucato, ora avevo
tutto quello che mi serviva.Tornai da lei che mi aspettava impaziente.
“finalmente, ma quanta roba hai preso?”
“tra poco lo scoprirai”
Liberai il cassettone alla fine del letto per poggiarci tutto quello che avevo preso,
intanto la guardavo, il suo pube completamente depilato per me, la sua quinta a cui
mi sarei dedicato molto, la sua bocca piccola e carnosa, i suoi capelli corti.
“da dove vuoi che inizi?”
“succhiami subito i capezzoli”
Mi sdraiai di fianco a lei, le baciai la clavicola, per poi salire con altri baci verso
il collo fino all’orecchio sinistro,presi il lobo fra le labbra e lo succhiai e leccai,
poi con la lingua feci il percorso a ritroso, poi tornai su per farle un mini succhiotto
sul collo, nuovamente la mia lingua sulla sua pelle che stavolta si spostava verso la sua
bocca, passai sul labbro inferiore e poi quello superiore, la sua lingua cercò la mia, mi
staccai da lei piano, in modo che per rimanere in contatto doveva tirarla fuori e ci
leccammo, intrecciandole, punta contro punta, poi gliela presi in bocca succhiandola per
poi stampare le mie labbra sulle sue.Ora che l’avevo scaldata era il momento di rallentare,
l’accarezzai delicatamente sulle guance, scendendo verso i due promontori ma evitando la
cima per poi arrivare ad un altro monte ma evitando ancora il centro del piacere.
“che bastardo, così mi farai impazzire”
“è quello che voglio, prima mi pregherai di soddisfarti e poi di smettere”
Mi misi a cavalcioni per strusciare il mio glande sul suo viso, cercava di prenderlo
in bocca ma non glielo permettevo, mi spostai un po’ e adesso era fra le sue tette, le
strinsi una verso l’altra ma senza muovere il bacino, si mosse lei per provare a farmi
una spagnola, ma mi tolsi, ero io che controllavo il gioco.Toccava nuovamente al piacere
mi risdraiai di fianco per accontentare la sua richiesta, la mia lingua si pose sul capezzolo
sinistro, lo leccavo prima facendo su e giù con il mio muscolo allargato e morbido, poi stretto
e duro per stuzzicare con la punta, era ormai svettante quella cima al centro del seno e mi dedicai
e succhiarlo, prima solo il bottoncino poi più superficie possibile tirando verso l’alto, gli diedi
qualche mozzichetto, poi lo presi fra le dita, tirandolo piano poi sempre più forte.
Lay si dimenava, il piacere doveva essere molto e anche il dolore era stimolante, arrapante per
lei, ma ora una bella sorpresa l’attendeva, presi una molletta e le partì un urlo.
“ma che cos’è? mi fa male”
“se vuoi lo tolgo”
“no, è anche piacevole, lascia”
Lo sapevo che le sarebbe piaciuto, le leccai brevemente anche l’altro capezzolo che era già bello
turgido, lo mordicchiai un po’, lo strinsi fra le dita e un’altra molletta imprigionò anche questo.
Un altro gridolino, ma non era finita, presi altre quattro mollette, le tirai un po’ la pelle dell’areola
alla destra e alla sinistra del capezzolo per imprigionarla, feci la stessa cosa con l’altro seno.
Tirai a turno le mollette verso l’alto facendola continuamente gridare ma con poca voce, poi la baciai
con passione.Mi portai tra le sue gambe,erano ben aperte perfetto.
“cosa vorresti che facessi?”
“voglio godere, non ce la faccio più”
“sei un po’ frettolosa”
La sua espressione non era per niente soddisfatta e la sorpresa fu quindi maggiore quando una punta
umida le sfiorò il clito, per poi giocarci, rotearlo, muoverlo in tutte le direzioni, premerlo,
succhiarlo, stringerlo coi denti.
“non ti fermare, ti prego, continua così”
Mi venne da ridere. “che ti ridi?” “hai visto mi hai pregato”
Mi spostai sulle grandi labbra, leccandole e succhiandole, mentre con le dita continuavo a stimolarle
il suo microcazzetto, presi un’altra molletta aspettando l’orgasmo che era ormai prossimo e proprio
mentre veniva le intrappolai anche il clito. Quello che sentii fu prima siiiiiiiiii poi aaaaaaaaaa
le durò un tempo che sembrava infinito, presi altre sei mollette, gliele mesi tre per labbra, le tolsi
quelle dai seni e poi quelle che avevo appena messo.
Le erano rimasti dei segni rossi, dove la molletta aveva tirato la carne, nuovo cambio di rotta, presi il
miele e lo feci colare sul seno e tra le gambe, lo spalmai bene, portai un dito alla sua bocca per farle
capire cosa stavo facendo e per farmi pulire il dito, ripresi a leccare, prima le due montagne poi la
galleria, ma stavolta cercavo di entrare nel suo segreto con la lingua più che potevo, il suo sapore con
quello del miele si sposavano perfettamente.Era così bagnata tra le gambe che presi la prima carota
e la spinsi dentro senza difficoltà, poi ne presi un’altra e un’altra ancora, poi una zucchina, muovevo
il tutto avanti e in dietro lentamente, sentivo sospiri, fiato corto, aveva portato i talloni verso il
sedere alzando le ginocchia, pensai che era arrivato il momento per godere un po’ anche io, mi spalmai
del miele sul cazzo e mi misi a sessantanove puntando il glande nella sua bocca, lo fece sparire in un
lampo, prima usò la lingua per togliere la sostanza viscosa, poi prese a succhiarlo cercando di prenderlo
il più possibile e dopo alcuni tentativi riuscì a infilarselo in gola, avevo lasciato gli ortaggi dentro di
lei, ripresi quello che stavo facendo mentre mi godevo quel pompino favoloso.
Tolsi una carota per spingerla nel secondo buco, anche qui entrò facilmente,anche la seconda e la terza
raggiunsero la prima, poi via le carote feci entrare la zucchina, si vedeva che non era vergine per
la facilita con cui la penetrai, la spingeva dentro più che potevo per poi farla uscire, dentro, fuori,
dentro, fuori, vedevo che grondava da quella caverna che stavo trascurando, presi la banana e la tripla
penetrazione fu completa, non resistevo più e le inondai la bocca del mio piacere, smise di succhiare,
mandò giù poi me lo pulì bene.
Mi spostai sedendomi alla fine del letto, in questa posizione potevo muovere meglio ciò che la penetrava,
non fu difficile procurarle un altro orgasmo.
“cosa vorresti ora?”
“scopami”
Un urlo, la prima goccia di cera era caduta sul suo seno, altre gocce, altri urletti, la candela puntava
sempre lo stesso seno, presi uno dei cubetti di ghiaccio che non si era sciolto e lo poggiai sull’altro
capezzolo, sensazioni di freddo e calore si mischiavano, scesi, prima la pancia raggiunta da altra cera,
poi il pube, mentre un altro cubetto finiva nella sua fica, un brivido, le gambe che si agitavano.
Non volevo esagerare, non sapevo i suoi limiti, spensi la candela e le feci altre foto, con un seno, la
pancia e il pube ricoperte di cera rossa e un seno bagnato dal cubetto.
Mancava solo il kit, presi il vibro lo puntai sul clito e lo accesi, presto gli umori ripresero a colare,
poi l’anal plug lo spinsi dentro senza neanche usare il lubrificante e lo lasciai lì, poi anche il vibro
acceso trovò la sua giusta collocazione ma per poco, fu presto sostituito dal mio pene,ma presto si
ridiedero il cambio, le chiesi di mettersi a pecora, l’aiutai a girarsi, ancora via il vibro sostituito
da quattro dita, poi anche la quinta, la mia mano piccola sparì, cercavo di stimolarle punti interni
diversi per capire dove provava più piacere, lo trovai e la conferma mi venne dalle sue parole.
“che stai facendo? non ho mai goduto così tanto e fantastico”
Ebbe tre orgasmi di fila, non resistendo più con le braccia poggiò la testa sul cuscino, bene ora aveva
il culo ancora più esposto, via il plug che le misi in bocca dicendole che volevo che ce lo tenesse, poi
dentro in un sol colpo, ormai era dilatato e non ci fu attrito,il mio fisico allenato mi permise di
stantuffarla a lungo prepotentemente, le davo spesso schiaffi sul sedere sempre più forti, ansimava,
sembrava quasi senza respiro,avevo le mani aggrappati ai suoi fianchi e spingevo con gambe e bacino,
ogni tanto rallentavo per riprendermi e poi più forte di prima, il vibro le schizzò fuori, dopo
un bel po’ mi disse “ma quanto duri, non ce la faccio più, mi hai sfinito”
Era quello che volevo sentire, esplosi nelle sue viscere, la feci sdraiare, tolsi il plug che era
riuscita a tenere in bocca per farle dare gli ultimi colpi di lingua alla mia asta che si stava
ritirando, la sbendai, le tolsi le manette e mi accasciai di fianco a lei.

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