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Racconti Erotici Etero

Le età del desiderio

By 29 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Una cosa che ho sempre riscontrato nei modi del mondo femminile &egrave l’approccio che hanno le donne – over 40 – quando si trovano al cospetto di un ragazzo più giovane di loro. Pensano subito a limitare gli spazi di manovra di eventuali impeti sessuali con frasi del tipo ‘potrei essere tua madre’ o ‘quanto sei giovane’ o ‘mia/o figlia/o ha la tua età’. Nascondendo dentro di sé, la maggior parte delle volte, fremiti e desideri bagnati di voglia al solo pensiero di poter essere sfiorate, toccate, baciate dal loro interlocutore. Profondo istinto materno? Semplice autodifesa? O soltanto ipocrisia?
La risposta si perde nella semplice complessità dell’animo femminile e, forse, nell’assurda educazione bigotta che ci imprimono fin da bambini.

Maria fortunatamente non era così.
Agli inizi della mia carriera lavoravamo insieme e lei mi faceva un po’ da mamma, un po’ da amica, un po’ da insegnate e un po’ da collega. Cinquant’anni indossati meravigliosamente, era piena di vita più di tante ragazze mie coetanee. Non le ho mai nascosto quanto fosse attraente ai miei occhi e lei ha sempre dimostrato di apprezzare i miei complimenti. Ma tutto finiva sempre lì: in chiacchiere e in desideri sopiti e velati, o forse svelati, solo dalle battute a doppio senso.
Ho sempre pensato che pilotare il destino, a volte, &egrave possibile. Basta saper aspettare, osservare e intervenire al momento giusto ogni qual volta si presenta l’occasione, come un maestro cesellatore, che battendo e ribattendo con cura una semplice lastra di metallo riesce ad ottenere un capolavoro’.

Una cena tra colleghi fu la miccia galeotta con cui potei dare fuoco alle polveri nascoste di Maria. A fine banchetto non rimaneva che accordarsi per accompagnare i soliti non motorizzati – maggiormente donne – alle proprie dimore. Mischiai abilmente le carte della sorte distribuendo ruoli di cocchiere e passeggeri a tutti, e come un abile baro, sfilai dalla manica non una, ma tre carte – per deviare sospetti – assegnandomele con disinvoltura. Su una di esse, naturalmente, c’era il nome di Maria.
Inutile perdersi tra le parole superflue e le strade di Roma, così come feci io per ammaestrare ulteriormente il destino a mio favore – tanto lo so che volete leggere cose concrete!. Diciamo che riuscii ad accompagnarla per ultima e a farmi invitare da lei per il bicchiere della staffa.

Giunti in casa rimasi da solo per dieci minuti: il tempo di mettersi comoda, disse. Riapparve dal buio del corridoio vestita di una graziosa vestaglietta rosa lunga fino a metà coscia. Seduto sul divano, indossai la mia migliore maschera di stupore. Si sedette accanto a me e, un po’ la stanchezza, un po’ il vino, appoggiò la sua testa sulle mie spalle, lasciandosi carezzare il viso. Era inutile fingere: eravamo due adulti e sapevamo bene cosa volevamo uno dall’altra’
Notai affiorare dal leggero strato del tessuto la tensione dei suoi capezzoli e sentii il mio sesso richiamare a s&egrave il sangue necessario per sollevarsi imperioso. La baciai! Lei ricambiò il bacio affondando la sua lingua dentro di me, come a voler colmare ogni spazio nella mia bocca, mentre presi dall’impeto iniziammo a toccarci ovunque.
Le infilai la mano sotto la vestaglia ed ebbi un fremito: percorrendole il fianco m’accorsi che era completamente nuda. Le sue cosce erano sode; i fianchi morbidi; i glutei caldi; il seno desiderabile.
Stringi di più’ – mi sussurò proprio quando raccolsi nel palmo la morbida curva del suo petto.
Ebbe un gemito che terminò quando la sua mano si chiuse violenta sul mio sesso ancora prigioniero del tessuto dei pantaloni. Mi inginocchiai e percorrendo le sue cosce con la lingua raggiunsi la fonte dei suoi desideri . Indugiai un attimo tra la folta foresta bionda che celava labbra bagnate. Inspirai a fondo il fresco odore della sua voglia e con dolcezza carezzai con la lingua le rive del suo lago. Inarcò la schiena gemendo ad ogni mio minimo movimento di bocca. Mi sentivo d’esplodere.

Adesso mi chiedo: a cosa le sarebbe servito nascondere tra l’intimità delle sue mutande la sua voglia di me? Negarsi l’appagamento di un desiderio’ e solo per una differenza d’età? O forse la pudicità del dover mostrare le variazioni che il tempo ha lasciato sul suo corpo? Ma chi decide quali sono i valori della sensualità? Io non giudico se non con le sensazioni e le emozioni che una donna mi può dare e Maria’ Oh! Maria era la reale e limpida dimostrazione che l’età non &egrave un limite invalicabile’

Affondò le mani nei miei capelli, schiacchiandomi il viso tra le sue cosce bollenti. Iniziai a lappare come un gatto assetato, prosciugandola da ogni singola goccia di desiderio. Mentre le alzavo la vestaglia seguii la linea sul suo ventre, sullo sterno tra le sue morbide colline, sotto la curva del seno, sul suo fianco per poi risalire fino all’irto capezzolo. Inarcò la schiena strofinando il suo pube su di me.
Mi spostò di lato e calò la testa sulla patta dei pantaloni. Slacciò la cintura con impeto, aprì il tessuto e mise allo scoperto ciò che dall’inizio bramava. Iniziò a baciarmi la rigida radice, e a leccarla in tutta la sua lunghezza, si accanì con i denti, mordicchiando lievemente, sulla punta rossa e gonfia di desiderio. La inumidì con la saliva e iniziò un fellatio all’apice del piacere. Non riuscivo a concentrarmi sui suoi movimenti, ero completamente alla merc&egrave del suo fiume di voglia che in piena travolgeva i miei sensi.
In un attimo si tolse la vestaglia e mi sfilò i pantaloni e mentre riprese il suo lavoro di bocca io scoprii il busto. La sua bocca ardeva di passione e le sue mani giocavano col mio sesso con sapienza infinita. Si sedette su di me schiacciando l’asta rigida sul mio ventre, e premette col suo pube su di esso, dondolando in avanti in una sorta di masturbazione indiretta. Cercò la mia bocca e la trovò umida e ingorda nello stesso istante in cui ciò che mi fa uomo sparì dentro il suo ventre. Con movimenti calmi e dosati, a cui io non feci alcuna resistenza, raggiunse il primo piacere. Affondò le unghie nel mio petto per poi girarsi repentina su di me, mostrandomi le spalle. L’abbracciai stringendola a me per rubarne il calore e colmai nuovamente le mie mani con il suo seno. Venne ancora una volta dopo qualche minuto, e di nuovo si alzò, cambiando posizione.
Si inginocchiò sul divano offrendomi un accesso al suo sesso da dietro. Gli occhi le brillavano: potevo immaginare ciò che desiderava, ma agii con cautela. Le leccai le labbra umide delle nostre voglie e affondai la lingua nell’anello di carne tra i glutei. Gemette un ‘ancora’ sussurrandolo con una dolcezza senza pari. Continuai come richiesto a sollazzarle il prezioso orifizio, facendomi aiutare anche dalle dita. La possedetti di nuovo scivolando sugli umori già vissuti e in poco tempo raggiunse un altro orgasmo. Allungò una mano tra le cosce e prese il sesso ancora rigido e lo indirizzò sull’altro luogo del piacere, oltre il perineo.
Entrai in lei senza alcun affanno, senza alcuna resistenza e la mia goduria raggiungeva i massimi livelli man mano che il teso anello di carne scivolava sulla mia radice. Appoggiò le spalle sul divano e mi porse le braccia tese all’indietro. ‘Prendile’ disse in un tono quasi di supplica, ed io le presi, e le usai come briglie per cavalcarla fino ad un ultimo orgasmo, che sfinì entrambi.
Ci sedemmo uno accanto all’altra respirando affannati per qualche minuto. Poi, notando che la rigidità del mio sesso non veniva meno, prese un fazzoletto umidificato da un contenitore in un cassetto e me lo deterse, delicatamente, come in una sorte di rito.
Hai proprio un bel cazzo! – mi disse soddisfatta intenta nella pulizia.
Sei tu che sei fantastica’ – azzardai io’
Sei il solito adulatore’ – mi disse divertita.
Dici? – le risposi e aggiunsi – Che mi diresti se ti dicessi che ho ancora voglia?
Mi guardò stupita ma allo stesso tempo curiosa e avida di desiderio. Guardò il mio sesso ancora in tensione e con la mano iniziò a stuzzicarlo.
Ce la fai? – mi chiese ammiccando
Sfoderai un sorriso che non dava adito ad interpretazioni e le tolsi ogni dubbio entrando in lei, ricominciando da principio.

Ma questa &egrave un’altra storia.

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