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Racconti Erotici Etero

Le ore caldissime che trascorro con mia suocera

By 27 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Le parole e le frasi che seguiranno, vi descriveranno fatti realmente accaduti, che vedono interessata una persona a me molto vicina. Per questo motivo, non darò indicazioni precise circa i luoghi e le persone stesse, al fine di fugare ogni possibilità di essere riconosciuti.

Non so perché ho iniziato a scrivere, sono un neofita dei racconti erotici anche se avvezzo a scrivere per professione e da sempre affascinato dall’erotismo e dalla sensualità di alcune donne sin dalla mia adolescenza.
Adesso sono un uomo ‘ così ho l’ardire di definirmi ‘ di 30 anni che gioca a fare il libero professionista in una piccola provincia siciliana.

Ho sempre ritenuto che l’erotismo trascenda le forme fisiche, in quanto viaggia su percorsi mentali che difficilmente possono essere controllati
Difatti, mentre provo solo ammirazione ‘ ma anche compiacimento ‘ nel vedere una donna dalle forme armoniche sinuose e proporzionate, alla vista di alcune donne che non possono certo definirsi delle modelle, sento salire un impeto sessuale a volte irrefrenabile. Credo che ciò dipenda dall’idea che mi trasmettono’

Intrattengo rapporti sessuali con mia suocera ormai da quasi un anno, ed ancora non riesco a capacitarmi di come tutto possa essere iniziato e soprattutto perché continui ancora oggi. Non ho mai potuto parlarne con nessuno nemmeno per condividerne l’eccitazione. Forse &egrave questa la motivazione che mi ha spinto a pubblicare questa storia.

Tutto &egrave cominciato circa dodici mesi fa, per l’esattezza a Dicembre dello scorso anno.
Come &egrave mia abitudine, anche quel giorno pranzai a casa della mia ragazza, assieme a sua sorella sua madre e suo padre e come al solito, finito il pranzo, mi concessi una pausa nel divano approfittandone per chiudere un po’ gli occhi, in modo da affrontare con più energie il pomeriggio lavorativo. Per cui preso il caff&egrave e salutate la mia ragazza e la sorella che andavano a lavorare, mi diressi verso la stanza della tivù per prendere possesso del divano ed addormentarmi, non prima di aver scambiato quattro chiacchiere con mio suocero, che da li a poco sarebbe andato via.

Devo dire che l’idea di rimanere solo a casa con mia suocera, ha sempre turbato la mia mente, che veniva a volte attraversata da pensieri monelli, come li definisco io. Mia suocera non &egrave certo dotata di un fisico slanciato né tanto meno armonico; anzi &egrave in sovrappeso di almeno 5 chili, ma l’abbondanza del suo seno e del suo culo mi fanno dimenticare ogni grammo in eccesso rispetto al suo normo peso.
Rientra di sicuro in quella categoria di donne che comunque lanciano un messaggio erotico e a me ne lanciava e ne lancia parecchi.
Svariate volte ho immaginato di giacere fra le sue cosce, di dimenarmi con il mio membro all’interno di quella matura insenatura, di darle tutto il piacere possibile e di riversarle dentro tutto quello mio. Molte sono state le volte in cui l’ho pensata dentro la doccia di casa sua, attenta ad insaponarsi tutto il corpo, con un lento massaggio che non trascurasse l’enorme seno. Ma tutto finiva in un kleenex.

Quel giorno, invece, per il mio seme era stato tracciato un destino differente.
Non ho idea di quanto tempo abbia dormito, ma ad un certo punto fui destato da una strana sensazione di piacere e soprattutto di freschezza ai genitali. Aperti gli occhi capii tutto. Avevo i pantaloni sbottonati e mia suocera, inginocchiata a bordo del divano, mi stava praticando il pompino più bello della mia vita, nulla a che vedere con quelli che mi concede sua figlia. Che visione! Vedere la mia asta completamente umida, per via della sua saliva e dei miei umori, percorsa dall’alto verso il basso senza soluzione di continuità. Un movimento lento e profondo, si che le sue labbra aderivano perfettamente al mio membro. Vedere quella testa piena di capelli neri arruffati fare su e giù, con quella espressione di piacere dipinta sul viso, mi sorprese e mi infuocò allo stesso tempo.
La mia reazione fu quella di tentare di alzarmi per prendere in mano la situazione; avrei voluto prenderla e sbatterla sul divano, strapparle la gonna e le mutande e penetrarla con la maggior foga possibile; avrei voluto sentirla urlare per il piacere e soffocare quelle urla sul nascere con la mia mano per vederla godere negli occhi, ma lei bloccò ogni mia iniziativa, fermando il mio movimento con la mano destra, che già da tempo massaggiava il mio addome.
Ebbi solo il fiato di esclamare :’mah”.
Lei non mi concesse risposta verbale, mi lanciò solo uno sguardo monitorio per poi richiudere gli occhi e continuare a succhiare e mordicchiare il mio pene.
Devo essere sincero, non durai molto e sentendo il piacere avvicinarsi all’uscita, la avvertii dell’imminente eruzione, ma lei proseguì imperterrita ed anzi, da donna esperta e lussuriosa, prese a massaggiarmi i testicoli ‘ lisci come due biglie ‘ con la mano sinistra, lasciando stare il suo seno sinistro che fino a quel momento aveva strizzato e torturato, per amplificare il piacere della fellatio.

Sentire quelle dita scorrere sul mio scroto, con un tocco delicatissimo e accennato, che di improvviso veniva soppiantato da una decisa presa a mano piena dei miei gioielli di famiglia, decuplicò il mio piacere’,mi sembrava di sentire le urla degli spermatozoi’urla di gioia naturalmente per l’imminente galoppata, anche se non dal felice – per loro – epilogo

Fu un attimo, una contrazione dei miei testicoli le fece capire che della crema salata sarebbe uscita da li a poco; si tolse il cazzo dalla bocca per farsi schizzare bene sul viso ed ergendosi col busto anche sul seno’La inondai nel senso letterale della parola e lei, mugolando per il piacere, prese a spalmarsi tutto ben bene sul viso e sul seno. Lo fece guardandomi con occhi ammiccanti e lussuriosi, distogliendo lo sguardo solo per guardarsi il seno che diventava via via più lucido.

Poi con tono autoritario mi disse ‘ Puliscimi, leccami il seno” la cosa un po’ la trovavo riluttante, ma come potevo disubbidire ad una donna che mi aveva regalato tanto piacere. Così inizia a leccare sapientemente il suo seno, che aveva un sapore molto acre per via del mio seme. Mi misi in bocca succhiandolo con avidità, il suo enorme e scuro capezzolo. Lo tirai quasi a staccarglielo dalla carne. La cosa fu gradita tanto che si rimise all’opera con il mio pene, onde ripulirlo’ma quella creatura insaziabile, di fronte a queste ulteriori e premurose cure, pensò bene di ergersi nuovamente. Aveva ancora fame…per cui fermo e deciso, mi diressi in bagno seguendo mia suocera, che nel frattempo aveva preso a sciaquarsi il seno nel lavabo.
Con un solo gesto, le sfilai gonna e slip, ed afferrandola per la testa, la costrinsi ad inclinare il busto in avanti e conseguentemente a spingere in fuori il bacino. Il mio pene trafisse la sua vagina come ferro rovente col burro. Era larga e umdissima…molto scivolosa. La percossi con foga ripetutamente, provocando intensi ed eccitantissimi mugolii di piacere, che facevano da testo alla base sonora eseguita dallo scontro del mio inguine e del suo grosso culo. La feci piegare ulteriormente si che i suoi grossi seni entrarono in contatto con il freddo bordo del lavabo, certo che il contrasto di temperatura la avrebbe eccitata ancora di più, e poi la visione di quelle grosse mammelle che premevano sul lavabo, mi piaceva terribilmente. Passarono pochi istanti e venni nuovamente, ma non nella sua cavità…pensai bene di estrarre il mio pene e di imbrattarle schiena e culo…in un urlo liberatorio.
Mi lavai. Lei si lavò. Nel silenzio più totale la salutai e mi diressi al lavoro.

Quella sera a tavola tra di noi ragnava un comprensibile imbarazzo, poche parole pochissimi sguardi, come se vi fosse il timore che gli altri commensali potessero accorgersi di qualche cenno di intesa.

E’ inutile negare che pensavo al giorno dopo, al tempo che avrei trascorso nuovamente da solo con lei
Il giorno a seguire si svolse secondo dinamiche diverse da quelle che avevo immaginato tutta la notte nell’intimità delle lenzuola del mio letto.
Rimasti soli, infatti, non iniziammo laddove avevamo interrotto il giorno prima, ma, come razionalmente imponevano le circostanze, prendemmo ad affrontare l’argomento con estrema disinvoltura, discutendone con relativa serenità anche se con costruita naturalità.

Lei, dapprima, tentò di giustificare il suo gesto, adducendo motivazioni correlate alla sua età ed al rapporto con il marito ed alla frequenza dei rapporti sessuali, al quanto discontinui e non pienamente soddisfacenti almeno per lei.

A maggiore sua giustificazione, disse che la giornata precedente era stata particolarmente particolare, e tale peculiarità era dovuta ad un fatto accaduto in mattina.

Mia suocera non ha porta la macchina, perché non ha mai preso la patente, quindi per adempiere alle faccende domestiche esterne ‘ come il fare la spesa ‘ &egrave costretta a servirsi dei mezzi di trasporto pubblico, almeno quando non vi sia nessuno della famiglia che la possa accompagnare in detta attività.

Quel giorno l’autobus era pieno sino all’invero simile e lei si ritrovo letteralmente schiacciata fra un uomo di mezza età alto e robusto, alle sue spalle e un giovane piuttosto basso davanti che le fissava in modo palese il seno. I due la stringevano in una vera e propria morsa ed i loro corpi, per via dei continui sobbalzi dell’autobus, erano in continuo contatto, tanto che il giovane che aveva innanzi, ad ogni frenata poteva constatare con la faccia, la morbidezza dei due grossi e morbidi promontori di carne, celati quel giorno solo da una maglia nera.
L’uomo alle sue spalle, invece, aveva l’inguine attaccato al suo culo. Mia suocerà capii che l’uomo era particolarmente eccitato oltre che ben dotatoi.per via dei continui sfregamenti, infatti, qualcosa di veramente ragguardevole andava gonfiandosi nei suoi pantaloni e più questo cresceva, più l’uomo premeva sul culo di mia suocera, come se la volesse penetrare senza levarsi i vestiti di dosso. Un brivido all’improvviso percosse come una scossail suo corpo…era l’eccitazione: socchiuse gli occhi e spinse il bacino verso l’uomo che le stava dietro Questi, incoraggiato, le cinse i fianchi con le mani afferrandola con presa decisa.
Le sue mani cominciarono a scivolare lentamente,molto lentamente, fino a cingerle l’addome. Inizialmente si abbandonò a quel trasgressivo abbraccio, chiudendo gli occhi e schiudendo leggermente le labbra per dare sfogo ad un timido e soffocato sospiro di piacere. Poi l’inaspettato contatto della sua mano con qualcosa di molto caldo e duro, la fece rinsavire;anche il tizio che aveva davanti vedendo la scena, voleva rendersi partecipe e, pertanto, afferrata la mano destra di mia suocera, l’aveva infilata dentro i pantaloni della sua tuta. La reazione di mia suocera fu improvvisa, divincolò la sua mano dalla presa del tizio che aveva di fronte e rivolgendosi all’uomo che aveva alle spalle, lo ammonì invitandolo a non importunarla ulteriormente, avvertendolo che in caso contrario avrebbe ripetuto l’invito e stavolta ad alta voce. Il tizio capì l’antifona e ritirò le mani. Egli però le si avvicinò all’orecchio destro e con voce bassa disse ‘Guarda che ho capito che hai le mutandine completamente fradice, che vuoi il mio cazzo, per il momento ti do il mio numero di cellulare’se vorrai scoprire che cosa significa godere, chiamami pure”. Qualche istante dopo il tizio le infilò un bigliettino nella busta della spesa.

Mia suocera mi porse il bigliettino ed effettivamente vi era scritto un nome e un numero’non dissi nulla; lei prese il bigliettino e lo strappò ‘ ti confesso che in quel momento parte di me immaginava già di abbandonarsi al piacere in mezzo a quei due perfetti sconosciuti’quel tizio non si era sbagliato; quando sono arrivata a casa le mie mutandine erano veramente bagnate. Ma fortunatamente sono riuscita a controllare questo mio inaspettato impulso. Io non sto realmente capendo quello che sta accadendo dentro di me. Sento una tempesta ormonale, come se in me fosse nato qualcosa di nuovo o si sia svegliato qualcosa che avevo lasciato poltrire. Sai fino a ieri mio marito era stato l’unico uomo ad avermi ed io non mi ero mai concessa a nessuno; non so cosa mi sia preso forse l’eccitazione repressa per il fatto che ti ho appena raccontato; sta di fatto che sono entrata nel salotto – quasi in punta di piedi per non svegliarti ‘ perché dovevo prendere una cosa, ma quando ti sono passata vicino i miei occhi sono caduti sulla patta dei tuoi pantaloni. Era gonfia e pulsava; sono rimasta in piedi a fissarla per un po’, poi mi sono inginocchiata e quasi ipnotizzata con il palmo della mano ho iniziato dapprima a sfiorarla timidamente, quindi l’ho poggiata completamente, finché non ho ti ho sbottonato i pantaloni e’.beh il resto lo sai.’
‘Oddio non ho mai avuto risveglio così piacevole’
‘Capisco e mi lunsinga, ma ‘tu sei mio genero e mi sento terribilmente in colpa nei confronti di mia figlia’oddio se solo sapesse’sarebbe tremendo, non oso immaginare le conseguenze’
‘Già’ dissi laconicamente ‘ sarebbe una situazione drammatica’
‘Esatto, per cui per il bene di tutti, &egrave meglio che quello di ieri rimanga un episodio isolato senza diritto di replica’.
Fine dei giochi pensai ‘ok, va bene, penso che sia la cosa giusta da fare, anche se ieri mi hai regalato tanto piacere..:’
‘Anch’io ho provato un immenso piacere, sentirti dentro di me mi ha fatto vibrare le carni, mentre lo avevo in bocca pensavo ‘ ma che sto facendo, ho il cazzo di mio genero in bocca ‘ ma la cosa più che frenarmi mi eccitava di più e più lo pensavo e più mi piaceva il sapore del tuo pene’ma resta il fatto, però, che sia un gioco troppo rischioso ed ingiusto per essere portato avanti’
‘Hai ragione concordo con te al 95%,’. Un sorriso le illuminò e rasserenerò il suo viso.
Non tornammo più sull’argomento e per evitare di cadere in tentazione evitavamo qualsiasi genere di contatto fisico, anche il più banale.

Fortunatamente o sfortunatamente – non saprei esprimere un giudizio di merito obiettivo – i nostri propositi rimasero solo delle sagge parole.

Passarono solo una quindicina di giorni dall’armistizio ed alla prima occasione ricademmo lei fra le mie braccia ed io fra le sue cosce.

Accadde di Venerdì.
Per via di alcuni impegni lavorativi mio suocero non era disponibile, ma vi era la necessità di andare fuori provincia per concordare con un’impresa di costruzione, l’effettuazione di lavori di manutenzione della casa di campagna, Pertanto, essendo l’unico privo per quel giorno di impegni di lavoro, mi proposi di accompagnare mia suocera. Alle 16:00 puntuali eravamo sul luogo. Il responsabile dell’impresa era già lì da un paio di minuti ed aveva già dato un’occhiata sommaria all’edificio. Aprimmo la casa di modo che visionasse anche l’interno, dato che con l’occasione si volevano apportare modifiche alla distribuzione degli ambienti. Dopo un paio d’ore, il sopralluogo era stato ultimato e l’imprenditore si congedò da noi dicendo di aver preso tutti i dati che gli servivano e che ci avrebbe fatto tenere al più presto un preventivo quanto meno per le opere di manutenzione. Per le modifiche era necessario contattare un architetto e pertanto necessitava di più tempo.
Anche noi non rimanemmo a lungo, ci misimo in viaggio pochi minuti dopo.
In macchina, mia suocera esordì dicendo ‘ Allora che te ne pare, sembra competente no?’
‘Si, lo sembra’
‘Sai..’continuò ‘ ci terrei se seguissi tu questi lavori e che prendessi contatti con l’architetto per le modifiche da apportare’
‘Ti ringrazio, ma non credo che spetti a me decidere come operare, la casa &egrave tua’
‘Vero, ma ho intenzione di darla a te e a mia figlia, quindi le modifiche vorrei che fossero effettuate a vostro piacimento’ e dicendo questo, batté amichevolmente la sua mano sinistra sulla mia gamba destra.
Non tolse la mano…
D’un tratto il suo respiro si fece lento e profondo ed il suo sguardo divenne fisso, quasi perso nel vuoto, ma in direzione delle mie gambe, che prese a tastare con tocco più malizioso.
Dissi’ Così non vale però, se continui potrei perdere il controllo e non dell’auto’
Con un sorriso molto ironico disse ‘Perché ti stai gia eccitando?’ lanciando un occhiata ammiccante alla mia zona inguinale.
‘a parte il fatto che non mi stai facendo una carezza innocente ma mi stai palpeggiando alla grande” replicai ” &egrave tutto il giorno che mi provochi certi pensieri; cosa credi che non mi sia accorto che non porti il reggiseno?e dire che non era difficile, dato che la tua camicia oltre che bianca &egrave sbottonata più del dovuto.. credo che se ne sia accorto anche l’ingegnere’l’ho sorpreso diverse volte a fissarti la scollatura’
Lei rise poi ‘Se per questo adesso non avrò in dosso nemmeno le mutandine”. Subito non capi l’impiego del verbo avere al futuro, poi vedendola inarcare la schiena alzarsi la gonna e sfilarsi le mutandine, quadrai il cerchio.
‘Odora..’ mi disse ‘ questo &egrave il profumo di tua suocera’ e mi strofinò le mutandine bianche di pizzo su tutto il viso, poi le prese e li gettò dal finestrino” per oggi non mi servono più’ aggiunse.
Quell’odore, l’idea che avesse il sesso nudo sotto i vestiti, mi provocarono una eccitazione troppo forte per essere controllata ‘ anche quando l’avessi voluto ‘ fui preso pertanto da una erezione strabordante, tanto che mi faceva male per la pressione con i bottoni dei miei jeans.
‘Gira di qua’ mi disse ‘ prendi questa strada’
‘Ma non &egrave una strada &egrave una trazzera’
‘Ti ho detto prendila, quindi torna indietro e svolta a destra’
Feci retromarcia e imboccai la stradella che attraversava un oliveto, proseguii per un 500 metri circa, poi mia suocera, senza avvertirmi, girò la chiave facendo spegnere il motore. La macchina si arrestò di botto e in un attimo mi ritrovai mia suocera a cavalcioni sulle mie gambe.
Velocemente si sbottonò la camicia bianca, lasciandosela in dosso. Davanti i miei occhi sfidavano la gravità quelle due enormi mammelle, leggermente pendule e scure, incorniciate in un luccicante collier d’oro che conferiva a mia suocera un’aria da troia di lusso.
Come un bambino davanti alla vetrina del negozio di giocattoli, restai imbambolato a guardare quella enorme massa di carne pendolante e sarei rimasto a lungo così, se lei non avesse preso le mie mani e le avesse portate al seno. Appoggiai i palmi delle mani su entrambi i seni; erano caldi e morbidi al tatto, consistenti e pesanti e cominciai ad accarezzarli a sollevarli e poi a strizzarli. Poi lei mise le sua mani sulle mie e cominciò ad impartire un movimento circolare contrapposto.
‘uhmm, dai così’bello’adesso avvicinati &egrave ora del latte’
Così dicendo mi porse il suo capezzolo destro. Dapprima approcciai timidamente con la punta della lingua, poi cominciai a leccarlo e con esso anche l’areola grande e scura per afferrarlo con le labbra e cominciarlo a succhiare.
‘Sii,mmmh bravo prendi il latte, ne ho tanto da darti, sono piena succhia’
Con impeto afferrò la mia cintura e la sfibbiò, poi con la stessa foga mi sbottonò i jeans estraendomi il pene in smagliante erezione, felice di essersi liberato finalmente da tanta costrizione.
Lentamente cominciò a sollevarsi la gonna nera, denudando prima le sue cosce mature e polpose avvolte in un paio di autoreggenti neri e così fin su al bacino largo, segnato da piccole smagliature più chiare, al cui centro sorniona regnava la sua figa matura piena di peli neri, ricci molto folti ma toilettati.
Si erse leggermente ed afferrando il mio pene con la mano destra lo posizionò sotto il suo sesso, indi si abbassò e cominciò a cavalcarmi lentamente fra gemiti e mugolii, inghiottendolo in quella caldissima ed umida insenatura.
‘e se ci vede qualcuno’ancora non &egrave buio’esclamai ansimando
‘chi se ne frega’penseranno che questa vecchia bagascia sta scopando con un giovane’e poi stai zitto e fotti’disse continuando nel suo Sali-scendi.
Ad ogni affondo seguiva un sospiro profondo, che rilasciava corrucciando le sue labbra carnose, oppure un gemito di piacere ‘vvvvvvaaaaahaa,vvvvvvvvvaaaaaaaaaahhaaa
In realtà avevo l’impressione di essere scopato piuttosto che di scopare. I suoi sobbalzi dapprima lenti si facevano sempre più veloci e violenti’ costringendo i suoi enormi seni ad una irrefrenabile danza in cui si esibivano a pochi centimetri dalla mia faccia.
Cercai di prendere in mano le sorti del gioco. Afferrai le sue grosse natiche con entrambe le mani e con presa decisa e virulenta, presi a schiaffeggiarle veementemente per incitarla nella sua cavalcata.

‘Si bravo, uhmmmfff, manda al galoppo questa cavalla; oddio come sto godendo, che cazzo che hai, mi riempe tutta, lo sento enorme’continua a fottermi..ahhhrgghhhh’

‘sei una cagna, una porca, sto godendo come non mai, il mio cazzo sta lacrimando per la gioia’
‘SI SI SI SIIIIIIIIIIIIIIIII, inondami, insultami porco, dillo che tua suocera &egrave una puttana’.sei un porco ed io sono una grandissima troia’, FOTTI PORCO, FOTTIIIMIIII mmhhmm ahhhrrgghhh, fotti fotti fotti’..mmmmffff’o mio Diooooo, vengo’sto venendo’che godimento’ohjhhh’.ummmmhhhfff”
A sorpresa, mia suocera venne prima di me rallentando la sua cavalcata fino a fermarsi, poi sfilò dalla sua fica il mio cazzo fradicio dei suoi umori, ma ancora ritto e violaceo per il piacere. Non mi diede il tempo di aprire bocca. Ritornata sul sedile di destra si piegò verso il mio inguine e fece sparire il mio pene dentro la sua bocca, massaggiandomi le palle con la mano destra.
‘o cazzo quanto sei brava’sto per buttare fuori pure l’anima” una sensazione strana quella avvertita; tanto era il piacere provato che avevo l’impressione di sentire la corsa verso l’uscita, di ogni singolo spermatozoo.
Venni copiosamente, ma stavolta quella disinibita non tolse il mio membro dalla bocca, ma si fece sborrare dentro inghiottendo ogni millilitro’ ‘ non avevo salviettine a presso’ fu la sua giustificazione postuma, ma l’aria soddisfatta che permeava dalla sua espressione suggeriva una motivazione diversa.

Con un atipico istinto materno, mi sistemò il pene dentro gli slip e mi chiuse ogni bottone dei miei jeans, con buffettino finale sul mio membro così vestito, come per dire ‘tutto a posto e sistemato’.

Avviai il motore e mi diressi verso casa, ove ci aspettava la consueta cena in famiglia.

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