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Racconti Erotici Etero

Le terme del piacere

By 16 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina era insolitamente fresca per un giorno estivo, un crudele venticello infastidiva la pelle di Giada come una mosca insolente punzecchiandola sulle gambe e sulla pancia scoperta. Era appena uscita dal campo d’allenamento e ancora indossava il top attillato e gli short aderenti fradici di sudore per il duro allenamento. Era una bella ragazza, piu di un maschio si girava a guardarla quando passava con passo sicuro in direzione delle terme. Guardavano il suo culo marmoreo, le sue cosce scolpite, il suo piccolo seno impertinente e la sua pancia piatta mentre lei sorrideva compiaciuta di tanta attenzione e desiderio. Le terme non distavano tanto, gliele aveva consigliate una compagna di studi, erano pulite ed eleganti, Giada non vedeva l’ora di provarle. Arrivò davanti al grande edificio e comperò il biglietto riuscendo anche ad ottenere uno sconto esibendo la tessera studenti e un radioso sorriso all’anziano usciere che con un sorriso paternale la fece entrare. Giada si bloccò davanti a un grande cartello all’ingresso degli spogliatoi, l’amica si era dimenticata di dirle una cosa molto importante, infatti, a caratteri cubitali, il cartello recitava ‘L’uso di costumi o indumenti è VIETATO’ con tanto di doppia sottolineatura. La prima reazione di Giada fu quella di girare i tacchi e andarsene ma quella vocina seducente che ogni tanto si faceva sentire e le faceva fare delle vere e proprie pazzie come andare a letto con un bel ragazzo conosciuto in discoteca o spompinare avidamente il proprio ex dopo neanche 10 minuti che si erano reincontrati le fece dire ‘perché no?’ e con un sorriso malizioso entrò negli spogliatoi, togliendo tutti i vestiti sudati, riponendoli ordinatamente nell’armadietto e incamminandosi verso l’edificio principale. La struttura era come l’aveva descritta l’amica, pulita, elegante e raffinata, uomini e donne di ogni età giravano, chi completamente nudo, chi coprendo pudicamente i genitali con un asciugamano. Giada si liberò dell’asciugamano e si incamminò verso l’idromassaggio fingendo di non notare gli occhi di un gruppo di ragazzi che le rivolsero un sorrisetto accattivante ne di non far cadere l’occhio sui loro cazzi. L’idea di venir osservata completamente nuda la imbarazzò solo per pochi minuti, dopo breve si sentì perfettamente a suo agio. Con passo ancheggiante si diresse verso un idromassaggio con dentro una coppia di vecchietti dall’aria cordiale che la salutarono con cortesia mentre lei si immergeva nell’acqua calda e spumeggiante. La coppia conversò con Giada del piu e del meno per un buon quarto dora finche si congedarono augurandole buona fortuna per gli esami incombenti. Giada si rilassò e avendo la vasca tutta per se si sdraiò appoggiando la testa al bordo facendo fare ai getti d’acqua il loro lavoro. La sensazione era di indescrivibile pace, era come un milione di pesci e mani aggraziate la strofinavano, la massaggiavano e la accarezzavano dappertutto. Si abbandonò a quella magnifica sensazione per qualche minuto chiudendo gli occhi. La fantasia incominciò a correre, immaginò che erano veramente mani di tanti bei ragazzi ad accarezzarla e toccarla, senza tralasciare un centimetro di pelle, facendola sentire una dea in una marea di schiavi al suo servizio per il suo puro piacere. L’eccitazione cominciò a montare dentro e all’immagine di mille mani si sostituì quella di mille lingue calde e soffici che la leccavano ovunque, le sue mani incominciarono ad accarezzare le cosce con lievi movimenti circolari, entrando sempre di piu, sentiva i capezzoli inturgidirsi in maniera fin troppo evidente, le sue dita passarono sulla sua patatina che ormai era un lago e non solo per l’acqua e quando strofinarono quasi casualmente il clitoride un lampo di razionalità la attraversò rendendosi conto di dov’era e che tutti potevano vederla. Riaprì gli occhi guardandosi attorno un po spaventata ripiombando nella realtà, un po piu sollevata quando vide che nessuno la stava guardando. Con passo frettoloso uscì dalla vasca sperando che i capezzoli turgidi fossero associati al cambio di temperatura e non alla quasi masturbazione avuta nell’idromassaggio. Indecisa su dove andare notò delle porte rosse su un lato della grande sala centrale, decide di scoprire cosa c’era dietro e partì all’esplorazione. Dietro la porta c’era una stanza con al centro una grande pietra calda e un secchio d’acqua con tanto di mestolo. Gliene aveva parlato l’amica, prima si buttava l’acqua sulla pietra e poi ci si sdraiava sopra in perfetto stile ‘lucertola’. Come da istruzione prese una mestolata d’acqua e la fece cadere sulla roccia che sfrigolò lievemente evaporando. Appese l’asciugamano sull’appendiabiti li vicino e si sdraiò a pancia in giu. Il contatto con la pietra fu piacevolmente doloroso, al contrario dei getti d’acqua la pietra calda la afferrava come un paio di possenti mani, stringendola sulla pancia, sulle cosce e sui seni. Non riuscì a restare a lungo in quella posizione perché i capezzoli già sensibili dolevano troppo al contatto e quindi decise di girarsi. La situazione migliorò, il calore emanato ora era tranquillamente sopportabile e l’idea che un gigante di roccia le paspasse il suo bel sederino sodo la faceva sorridere. La sicurezza di una stanza le fece riacquistare un po della libido della vasca e notò come la sua mano sinistra aveva incominciato a passare sui capezzoli che si erano di nuovo inturgiditi mentre la destra veleggiava pericolosamente vicino alla sua fichetta rasata di fresco. Mordendosi il labbro e con una fugace occhiata in giro come se un fantasma potesse essere entrato nella stanza a sua insaputa e quando appurò di essere proprio sola chiuse gli occhi e mise a tacere quella vocina che le urlava ‘ma sei scema???’. Le dita iniziarono quel lento movimento sul clitoride ogni tanto penetrandola a fondo mentre con una mano si titillava i capezzoli. Immaginava di essere presa li, da tanti bei maschi, uno dopo l’altro, che si davano il cambio per penetrarla con travolgente passione. Inavvertitamente le sue cosce si spalancarono ancora di piu e il ritmo della masturbazione aumentò vertiginosamente, ora con una mano si frizionava violentemente il clitoride mentre con l’altra si penetrava con due dita, l’orgasmo cominciò a montarle dentro come una selvaggia carica di cavalleria o un enorme tsunami di piacere, quando in un remoto angolo del suo cervello si accese un campanello d’allarme. Cercò di ignorarlo, cosi come si ignora la sveglia del mattino credendo che se facciamo finta di non sentirla saremo giustificati dal non andare a scuola ma siamo segretamente consapevoli che da li a 2 minuti saremo sotto la doccia sognando ancora il letto. Giada decise di dare retta al campanello d’allarme mentale e capì con una specie di sesto senso che non era sola.
Un ragazzo era la, completamente nudo, il petto era ampio e abbronzato, un lieve accenno a una ‘tartaruga’ gli ornava l’addome, dei capelli castani di media lunghezza li incoronavano il viso e due occhi blu spalancati dalla sorpresa trasformavano il suo viso in una maschera di stupore paralizzandolo in una posizione di autentico stupore. Giada notò che il suo cazzo reagì piu in fretta del suo cervello, infatti con velocità impressionante e alla fine fu Giada a fare la faccia stupita, tra le sue cosce svettava un pene di notevoli dimensioni, a occhio e croce sopra i venti centimetri. ‘Io’ ehm’ scusa’ la porta” farfugliò imbarazzato ma Giada fu secca e diretta ‘Zitto, vieni qui, scopami’ furono le sue uniche parole. Il ragazzo si avvicinò impacciato e Giada con un gesto spazientito si alzò e lo prese per mano baciandolo in bocca. La sua lingua era veloce quanto la sua erezione e guizzava nella sua bocca con fare esperto. Giada sentì il suo cazzo voglioso appoggiarsi alla sua pancia facendola rimescolare dal piacere e le sue forti mani prenderla per i fianchi e tirarla a se. Finalmente prendeva un po di iniziativa! Giada si staccò e si adagiò sorridendo vogliosa sulla pietra bollente spalancando oscenamente le gambe e allargandosi le labbra con due dita. Il ragazzo non perse tempo, appoggiò la cappella sulla fichetta di Giada e con un colpo secco glielo mise tutto dentro strappandole un lungo gemito di piacere. Iniziò a pompare ferocemente prendendole le gambe e appoggiandosele alle spalle (‘fortuna che sono un’atleta’ pensò Giada) divaricando ulteriormente la bella fichetta che ormai era un lago. Il ritmo aumentava sempre di piu, sentiva il grosso pene riempirla e frizionare al passaggio il suo clitoride dandole piccole scariche elettriche di puro piacere. In neanche 5 minuti Giada sentì i muscoli della sua patatina contrarsi spasmodicamente e il suo corpo abbandonarsi a un lungo gemito orgasmico . Giada si accasciò sfinita ma il ragazzo la guardò e disse ‘ma come di già? A me niente?’ e senza troppi complimenti la prese in braccio e la issò in piedi facendola appoggiare contro il muro. A questo punto lui si inginocchiò e con due dita esperte le allargò le labbra cominciando a leccarle la figa. Giada, che dopo il violento orgasmo era in stato semi incosciente si riprese del tutto, dopo poco riprese a mugugnare come una verginella al primo ditalino e cominciò ad accarezzare la testa dello sconosciuto che cosi sapientemente le leccava la figa abbracciandole il bacino quasi volesse penetrarla con la lingua. Sentiva indistintamente la bocca avvolgerle il clitoride mentre il indice del ragazzo entrava nel suo antro bollente e voglioso. ‘ti prego’ basta’ ti prego, scopami! Non ce la faccio piu!’ mormorò Giada tra un gemito e l’altro e il ragazzo a sentirla la prese e la sollevò di peso sempre con la schiena contro il muro e la fece impalare piano piano sul suo enorme cazzo. Giada sentì indistintamente il cazzo entrare centimetro per centimetro nella sua patatina e quasi venne per la seconda volta. Il ragazzo era molto piu forte di quanto sembrava per sostenerla con la sola forza delle braccia anche se non contava la ‘trave’ che la possedeva dal basso. Lui prese a baciarla furiosamente mentre col bacino dava delle poderose bordate quasi a volerla spaccare in due. Giada ringraziò dio che la parete non era ruvida o dopo una scopata in quella posizione sarebbe stata scorticata viva. La sensazione di quel palo che entrava e usciva a un ritmo animalesco era indescrivibile, si sentiva una bambola nelle mani di quello sconosciuto. Iniziava a non poterne piu, il punto di non ritorno si avvicinava pericolosamente mentre la lingua del suo stallone le tergeva il sudore dal collo e il ritmo della sua scopata si faceva violento. Improvvisamente, per quanto impossibile il ritmo aumentò ancora di piu e con la velocità di due treni che collidono emisero assieme un urlo strozzato godendo contemporaneamente, sentì la sua fichetta contrarsi quasi a voler mungere quell’enorme cazzo che tanto piacere le stava dando e sentiva lo stesso cazzo schizzare tanto sperma bollente nella sua fichettina vogliosa. Dopo l’orgasmo venne deposta a terra e il ragazzo, col cazzo che già si ammosciava, prese un asciugamano e se lo avvolse attorno alla vita uscendo senza nemmeno dire una parola. Giada restò li ancora un attimo, un po stordita, come dopo aver preso una botta in testa. Sorrise tra se e avvolgendosi l’asciugamano pure lei uscì, dirigendosi verso gli spogliatoi.

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