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Racconti Erotici Etero

L’esame di abilitazione, parte prima

By 24 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ultimi giorni prima delle iscrizioni per il nuovo anno scolastico. Anche l’Istituto******* lavora alacremente per accogliere nuovi alunni: ministages, giornate di ‘ scuola aperta’ ecc’Alla presentazione ufficiale del personale docente ai genitori degli allievi delle nuove prime, il Preside ha fatto intendere che forse ci sarò anch’io’sarebbe un bel colpo di fortuna: venire confermata anche per il futuro anno scolastico! Del resto questo è un istituto privato e non deve sottostare al vincolo delle graduatorie’
Ma’la condizione è che il vicepreside, il famoso prof. E , assista almeno ad una delle mie lezioni, per valutare la mia professionalità’una sorta di ‘esame di abilitazione interno all’Istituto.
Attendo per giorni con ansia la visita del prof. E. che però non si fa vedere’
Quando’una comunicazione secca, un biglietto che mi viene recapitato dal personale ausiliario:
‘Questo pomeriggio, alle 18,30, si faccia trovare nella sua aula per una simulazione di lezione.
Prof. E’
Non una lezione dal vivo, dunque, ma una simulazione, senza studenti!!
Ovviamente penso male’

Alle 18,30 mi reco in aula: credo di sapere che cosa mi aspetta e mi sono preparata al meglio, a partire dall’abbigliamento. Ho i capelli raccolti in una coda di cavallo, indosso una sobria gonnellina nera, non molto lunga, ma ‘ bon ton’ ed un maglioncino scuro di cashmere, allacciato da una fila di bottoncini davanti, da cui spuntano, impeccabilmente bianchi , il colletto ed i polsini inamidati della camicetta; scarpe nere con cinturino alla caviglia, calze nere, coprenti, con un leggero traforo dietro, che disegna piccole losanghe di carne: un’eleganza raffinata e discreta, direbbe mia madre’. No, una ‘mise’ da santarellina, adatta alla scuola confessionale in cui lavoro’penso io!
Ma sotto, in grande contrasto, ho un intimo mozzafiato di pizzo e raso nero, con tanto di giarrettiere, degno di una troia da bordello’ di lusso’.e come tale mi comporterò, se sarà necessario!
Entro senza bussare e trovo il prof seduto alla cattedra, a quello che dovrebbe essere il mio posto. Senza alzarsi, appena mi vede, dopo un breve cenno di saluto, mi porge il gesso e mi invita a spiegare il periodo ipotetico, facendo l’opportuno schema alla lavagna’
Incomincio : ‘protasi ‘. apodosi”.

Sono costretta a sfiorarlo lievemente, perché lui non si è mosso dalla poltrona in cui è seduto.. Nello scrivere in alto, tendo il braccio e il busto, così la gonnellina si solleva un po’, scoprendomi le gambe’.dove sento soffermarsi il suo sguardo ‘ Io proseguo fingendo di nulla, quando’la sua mano mi accarezza un ginocchio , poi ruota verso la parte posteriore della coscia….e sale’sale fino al bordo delle calze’lo oltrepassa e arriva al limite delle mutandine’io mi fermo istintivamente.
‘Continui!’ mi ingiunge secco, mentre il limite viene superato e mi sento palpare le natiche’. lunghe, insistenti carezze, come se fossi un animale’un oggetto’vi si legge chiara la prepotenza, l’intenzione del possesso’.come se ciò che io sento non contasse nulla! Un dito mi percorre il solco….tenta il buchetto… Ho ancora un’ esitazione, ma lui mi riprende bruscamente e mi ordina di non fermarmi, di continuare a spiegare, mentre la sua mano si insinua nella parte davanti’ed altre due dita mi ispezionano la micia, trovandola indecentemente bagnata’
Non so come, ma finalmente riesco a concludere lo schema: lo guardo con le guance in fiamme’ho ancora il gesso in mano.
E’ apparentemente imperturbabile’come se la mano non fosse stata la sua!
‘Benissimo signorina R’. questa la consideriamo una prova scritta’ed è andata bene, ora vediamo l’orale!’

E’ serissimo’ed io mi chiedo:’ L’orale? Che orale?’
Formulo ad alta voce la mia domanda e lui ribatte sorpreso:
‘ Come che orale, la prova orale! Non sa che cos’è una prova orale, signorina !?’ e aggiunge beffardo : ‘ Quella che si fa ‘..con la bocca! Vediamo qui come se la cava”
Naturalmente ho capito di che ‘ orale ‘ sta parlando e sono di mille colori per l’imbarazzo, perché lui non accenna a nulla, rimane seduto impassibile sulla sedia’ vuole che sia io a prendere l’iniziativa’è il suo modo per farmi sentire in difficoltà’.lui gode nel mettermi in situazioni’scabrose, questo oramai lo so…la sua è una forma di’blando sadismo’a cui ho imparato a rispondere’a tono!
Credo che anche stavolta’non lo deluderò!
Quindi’ non voglio mostrarmi tesa e, sostenendo il suo sguardo con fermezza, anzi con sfida, inizio lentissimamente a sbottonare il maglioncino.
‘ Ma cosa sta facendo, signorina??!!’ pare allibito, ma anche questo è un modo per saggiare la mia determinazione’e magari sostenere poi che sono stata io a sedurlo!! Il suo comportamento all’apparenza contraddittorio mira a spiazzarmi, a mettermi in ansia, ma non ci casco e ribatto :
‘Mi preparo, professore”
E infatti mi sto preparando’ad assumermi le mie responsabilità’.
Il golfino è tutto slacciato, apro lentamente anche la camicetta’. da cui spuntano i seni nudi, messi sapientemente in mostra ed enfatizzati da un reggiseno del tipo ‘open bra’ : la mia terza misura , la misura perfetta, come sostengono in molti, viene in questo modo valorizzata e sembra più abbondante perché, anche se è vero che ‘ in medio stat virtus’, qui mi sa che conviene esagerare un po” infatti i capezzoli piccoli ed eretti, le areole di color bruno chiaro , ben disegnate’tutto cattura il suo sguardo’che non riesce a distogliere’
‘ Andiamo bene” mi dico e incomincio la mia opera’

In ginocchio davanti a lui, con studiata lentezza, gli apro i pantaloni e libero la sua verga ‘ che guizza fuori già ‘pronta per l’uso!!
Senza distogliere il mio sguardo dai suoi occhi, inizio il rituale della ‘fellatio’che tanto gli piace : incomincio a leccare dallo scroto, dalle palle’. risalgo lungo tutta l’asta, seguendo con diligenza ogni vena , su su fino alla base del glande, dove la lingua si sofferma, circondandolo con piccoli sapienti colpetti’.. per poi ispezionare con cura il taglietto, insinuandovisi delicatamente e ottenendo in risposta lunghi gemiti di piacere’
Le mie labbra si schiudono poi per accogliere la cappella e succhiarla con voluttà’
‘ Mmmmhhh ‘.’ Mugola soddisfatto mentre sorride sarcastico’. ‘Allora lo sai che cos’è un esame orale’piccola sporcacciona… ti piace sempre succhiarlo, eh? Ma guarda come sbava sul mio cazzo, questa puttanella!’
Effettivamente alcune gocce di saliva mi scendono sui capezzoli turgidi, lungo il solco tra i seni’ lubrificandomeli’. e mi suggeriscono un’idea !
Tolgo, anche se malvolentieri, il suo membro dalla bocca e lo faccio accomodare tra le tette, che mi prendo tra le mani e con cui lo massaggio, lo coccolo’.lo faccio scivolare veloce su e giù, mimando il coito’ Vedo la cappella avvicinarsi e allontanarsi ritmicamente dalle mie labbra’
Dall’espressione del suo viso e dai suoi movimenti pelvici con cui accompagna la mia performance, mi accorgo che sta gradendo la mia ‘ spagnola”la sta gradendo a tal punto che vedo il cazzo gonfiarsi e tendersi ancora di più…..sento che sta per venire’
Il suo respiro diventa più affannoso ed anch’io mi sto eccitando tremendamente’.tra le gambe ho un lago, ma all’interno…un vulcano, una fornace…vi si potrebbe fondere l’acciaio…’sento il suo odore di maschio che mi attira, che mi invita’ho voglia di infilarmelo di nuovo in bocca’di assaporarlo’di goderne appieno ‘ sono affamata di lui’ voglio succhiarlo, morderlo, gustarlo, divorarlo!! Non resisto più!
Questa voglia impellente prende anche lui, perché improvvisamente il suo tono di voce si fa aspro:

‘ Vai giù di bocca, puttana, sbrigati! Ho voglia di sbattertelo dentro tutto , di sbattertelo in gola! Di fartelo ingoiare tutto! Anche le palle! Voglio riempirti di sborra’fino a soffocarti”

( continua)

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