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Racconti Erotici Etero

Lezioni D’Amore

By 13 Gennaio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Monica era seduta sul bordo della cattedra con le gambe divaricate, mentre provava attimi di intenso piacere grazie al suo studente preferito, che assaporava la sua intimità con la lingua dando pennellate leggere ma decise. Nonostante era in balia dell’eccitazione, Monica era comunque in grado di ricordarsi quando tutto era iniziato.

Il loro primissimo incontro avvenne a Settembre con l’avvento del nuovo anno scolastico. Tra i tanti ragazzi che si erano iscritti all’istituto privato, la cui funzione principale era di far recuperare gli anni persi, c’era lui, Angelo, un ragazzo di ventun’anni di bell’aspetto, colto e sapiente, che aveva subito colpito la professoressa di Diritto. La loro prima lezione avvenne in una piccola saletta, seduti uno di fronte all’altra, mentre il leggero ticchettio della pioggia urtava le vecchie finestre. Dopo una piccola presentazione, lei aveva preso il via a spiegare le prime nozioni e nel frattempo lui prendeva appunti. Vedergli riversare ciò che lei diceva sul suo piccolo quadernetto verde speranza la riempiva di gioia: negli ultimi tempi non erano molti gli studenti che la ascoltavano così appassionatamente. Così, al suono della campanella, si era fermata per un istante. Angelo era ancora intento a riportare le ultime frasi della lezione nero su bianco quando lei esordì:

-“Si vede che sei uno che studia. Bravo.”-

Angelo deglutì e recepì quel messaggio di buon auspicio. Si sentiva lusingato e distolse subito lo sguardo dal quaderno, lasciando l’ultima frase incompleta. Non appena i loro sguardi si incontrarono, lei gli rivolse un leggero sorriso. Lui arrossì leggermente e mormorò:

-“Grazie. La ringrazio.”-

Per Monica quegli istanti durarono un’eternità. Sperò vivamente di rivedere quel ragazzo e di concludere con lui un buon anno scolastico. Le speranze della professoressa furono ben riposte e non passò molto tempo prima che Angelo divenne il suo studente preferito.

Il ragazzo, infatti, mostrò un talento quasi innato per lo studio e la scuola. Non andava forte solo nella sua materia, ma anche in tutte le altre. I professori di quell’istituto credevano che in un possibile esame alla scuola pubblica, Angelo avrebbe potuto farcela senza alcun problema. Grazie al suo continuo studio e ai suoi metodi era sempre preparato e per questo era riuscito a finire i programmi in anticipo rispetto agli altri.

Monica ad ogni lezione restava sempre più sbalordita dalla sua ottima preparazione e così, di Lunedì in Lunedì, complice il suo aspetto fisico, il suo modo di vestire che li etichettava come un bravo ragazzo e i suoi gentili modi di fare, si scioglieva di fronte al ragazzo, finendogli per raccontare i suoi segreti e pensieri più intimi.

Angelo apprese così che la sua professoressa era una donna quarantenne con un matrimonio alle spalle e una figlia a carico che amava moltissimo. Negli ultimi tempi, però, si sentiva molto sola e faticava a trovare un uomo con cui condividere la sua vita. Capitava spesso che veniva usata solo per del mero sesso, cosa che lei adorava ma dall’altra parte odiava. Questo essere usata la faceva sentire infelice ed incompleta, e a complicare la situazione ci si era messa sua figlia che, sapendo cosa combinava con i suoi “partner”, la guardava spesso con occhio di disprezzo. Infine, a differenza di Angelo che era in parte mantenuto dai genitori, la sua situazione economica le dava delle difficoltà ad arrivare a fine mese. Tutto ciò la faceva cadere alcune volte in balia della depressione, ma a risollevare la sua vita arrivò lui.

La loro passione sbocciò un giorno di metà Aprile. L’aria primaverile entrava dalle finestre socchiuse mentre Angelo stava dimostrando di avere delle buone doti da massaggiatore alla sua professoressa che era seduta davanti a lui. Lei si era ormai innamorata di quel ragazzo e voleva dimostrarglielo, ma moriva dalla paura che il suo amore cadesse nel vuoto. Gli piacevano quei dolci movimenti che svolgeva sulle sue spalle e che erano in grado di farla rilassare ulteriolmente. Ma all’improvviso Angelo romp&egrave gli indugi e, con fare amorevole, iniziò a massaggiargli le guance. Monica sentì una stretta d’eccitazione trasformarsi in calore che le avvampò il corpo e scendendo fino in mezzo alle cosce. Qualche istante dopo, le mani del ragazzo scostarono i suoi lunghi ricci castani in modo tale da permettere alle labbra di baciarla appena sotto lo zigomo. Da quel momento in poi, i sentimenti furono in totale ascesa. Monica sentì lo schiocco riempire la piccola stanzetta, poì si alzo in piedi. Si girò verso il ragazzo e gli schioccò un bacio a stampo sulle sue labbra che trovò incredibilmente deliziose. Dopodiche spostò la sedia e afferrò la fluente chioma riccia di Angelo e le loro labbra e le lingue si intrecciarono in una danza sensuale che li fuse in un corpo solo.

Angelo era così contento di poterla incontrare ogni Lunedì, di scambiarsi messaggi d’amore con lei, di passeggiare con quella donna il fine settimana tra le vie del centro, oltre al fatto di poter condividee attimi di intense emozioni come le stavano provando in quel momento.

Monica godeva silenziosamente mentre la sua femminilità era costantemente esplorata dalla lingua del suo studente, ed esprimeva il suo piacere in piccoli rantoli impercettibili ai suoi colleghi, ma che Angelo era in grado di distinguere benissimo. La donna era ormai un lago di umori e il ragazzo continuò a gustare il suo frutto finché il piacere non raggiunse il suo culmine. Fu allora che Monica tirò la testa all’indietro e sfiorò con delicatezza i capezzoli dei suoi seni ben pronunciati, mentre gli spasmi la scuotevano come un fuscello. Mai prima d’ora aveva provato un simile piacere e faticò a mantenere il pensiero lucido, tanto che le scappò qualche gemito di troppo.

Nel frattempo Angelo la guardava avvolta in quello stato e ne rimase estasiato. Ancora una volta aveva fatto godere la sua professoressa di Diritto, ancora una volta era innamorato di lei, del suo sguardo perso, del suo corpo, della sua femminilità, della sua maturità. Ed era proprio questa sua ultima caratteristica che rendeva la professoressa desiderabile ai suoi occhi.

-“Ti amo…”- esordì il ragazzo sottovoce.

Monica faticò a riprendere fiato. Guardò il suo ventre alzarsi ed abbassarsi di continuo mentre udì le sue parole e le sue pupille verdi brillavano di una bellissima luce. Un attimo dopo il suo sguardo incontrò quello dello studente da cui traspariva un sentimento intenso e sincero.

-“Se solo sapessi quanto ti amo io…”- rispose sottovoce Monica intanto che si passava una mano tra i suoi ricci.

-“Sei la mia professoressa preferita…”-

Non appena udì quelle parole Monica avvertì una stretta al cuore e un brivido, piacevole ma intenso, scuotergli la colonna vertebrale. Riprendendo la lucidità, la professoressa si alzò e si avvicinò ad Angelo. Delicatamente gli posò una mano sotto al mento e disse:

-“Altra lezione, altro orgasmo. Grazie Amore.”-

La sua frase terminò in un bacio dolce e leggero, dal sapore intenso e passionale. Le loro labbra si unirono in un gesto che, ancora una volta, ribadiva quel sentimento che provavano entrambi l’una per l’altro.

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