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Racconti Erotici Etero

Limonata

By 1 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Cosimo, ho 24 anni, alto 1,90 per 70 kg di peso, capelli corti castani scuri, occhi castani e vivo nella Provincia di Lecce.

Per il lavoro che faccio, vengo spesso mandato da miei colleghi ad effettuare sopralluoghi e rilievi interni ed esterni di abitazioni.
Da buon amante della topa, ogni volta che vado a rilevare, spero che ad aprirmi la porta sia sempre una bella signora, magari sola e magari anche vogliosa.
Purtroppo, ahim&egrave, non sempre &egrave così.
Ma, quando dall’altro capo del telefono sento una voce femminile, ecco che mi ritrovo già a fantasticare su chi mi potrei trovare di fronte all’appuntamento e cosa potrebbe succedere…

Pomeriggio di metà giugno di due anni fa. Io seduto alla mia scrivania, davanti a me il mio pc e fuori un enorme sole che mi stava facendo venire la voglia di mollare tutto e andarmene al mare.

La suoneria del cellulare mi riporta alla realtà, mi arriva un sms che recita così:
“Sig.ra Flavia A. cell: xxx.xxxxxxx. Appena ti &egrave possibile facci un salto e verifica l’appartamento. Ti mando tutto il materiale via mail. Ciao. F.”

Prendo l’agenda e verifico la mia disponibilità. Domani pomeriggio dalle 17.00 in poi la pagina &egrave bianca e allora chiamo subito per fissare l’appuntamento.

“Pronto, chi parla?” Una voce femminile, dal tono deciso mi mette subito sull’attenti.

“Salve signora Flavia, la chiamo per conto di F.G. che mi ha dato il suo numero. Come sicuramente saprà, dovrò venire a fare un sopralluogo e prendere alcune misure della sua abitazione”

“Si si, sono stata già informata”

“Benissimo, allora per domani pomeriggio io sarei disponile, ci sono problemi? Magari intorno alle 17.00?”

“Meglio 17.30 perché prima devo accompagnare mia figlia alla stazione”

“Va bene uguale, sarò da lei alle 17.30 allora” e dopo essermi fatto dare l’indirizzo ed averla salutata, riaggancio.

Dunque… dalla timbro della voce, dal tono e dal modo di esprimersi penso che possa avere un’età compresa tra i 40 e i 50 anni, molto decisa nel parlare ma nel contempo gentile.
Una che sa il fatto suo insomma. Me la immagino alta e probabilmente abbastanza robusta.
Poi ha pure una figlia, che però parte, forse… Quindi sarà sola in casa? Forse sarà sposata? E suo marito?
Mi sa tanto che questa volta mi &egrave andata male… comunque domani vedremo, magari ci scappa
una sana ed inaspettata scopata con una bella signorona, o almeno questo &egrave quello che si spera sempre…

L’orologio del mio cellulare segna le 17.32 quando suono al citofono di una bella villetta indipendente alla periferia di Lecce.

All’appuntamento mi presento con addosso una semplice maglietta, un jeans lungo che sopporto a malapena per il caldo torrido e un paio di sneaker.

Dal citofono sento esclamare:

“Si, chi &egrave?”

“Salve signora, sono Cosimo”

“Prego, entri pure”

Percorro il vialetto d’ingresso e ad attendermi sulla porta, come capita otto volte su dieci, c’&egrave una persona completamente diversa da quello che mi aspettavo.
Statura 1,70 circa, fisico snello ma con tutte le curve apposto. Capelli lisci, castani chiari, legati all’indietro che le scivolano lungo la schiena. Occhi verdi. Indossa anch’ella un jeans lungo, una maglietta abbastanza attillata che mette in mostra il suo
bel seno (sicuramente una terza) e un paio di infradito da passeggio.
Devo ammettere che me l’aspettavo molto peggio, &egrave una bella signora, molto attraente. Bene Bene.

“Piacere, Cosimo” mi presento porgendole la mano.

“Piacere, Flavia”
“Entri pure, si accomodi” esclama, invitandomi ad entrare.

“Grazie mille, comunque mi dia tranquillamente del tu” le rispondo.

“Allora fai altrettanto” ribatte lei, facendomi un sorriso.

Ci accomodiamo nel soggiorno e nel frattempo mi racconta:

“Sono appena rientrata a casa, ho accompagnato mia figlia alla stazione, parte per una piccola vacanza, raggiunge una cugina in montagna. Beata lei!”

“Infatti, beata lei” aggiungo io, sorridendo “Io devo lavorare almeno un paio di mesi altri, fino ad agosto… e con questo caldo si fatica il doppio”

“A chi lo dici…” Risponde lei.

“Allora Flavia, io dovrò fare un rapido giro di ogni stanza della casa e prenderò qualche misura”

“Fa pure tranquillamente, hai accesso libero a tutta la casa, entra senza problemi dove ti pare” risponde, ed aggiunge “nel frattempo scusami, vado a togliermi questi abiti di dosso perché non li sopporto più”

Ah, bene… la signora si spoglia… e quindi li toglie e indossa più niente? Magari… penso tra me e me.

Inizio il giro della casa. Prima il soggiorno, poi entro in cucina, accanto alla cucina un piccolo bagno e un ripostiglio.
Finita questa parte della casa, passo alla zona notte. Un corridoio fa da disimpegno a tre stanze. Inizio da quella alla mia destra, apro la porta senza troppi pensieri e:

“Oh cazzo…. scusami!”

La Flavia era con le tette al vento, indossava un perizoma di colore azzurro e si stava accingendo ad infilarsi degli short di jeans.
Esco di corsa e, nell’imbarazzo più totale, chiudo immediatamente la porta.
Noto subito però che il mio membro non &egrave poi tanto imbarazzato, anzi… ha già preso volume all’interno dei miei pantaloni.
E’ stata una vista fantastica, durata pochi secondi ed essendo inaspettata non me la sono potuta gustare al meglio.
Faccio per andare nella stanza accanto quando però il desiderio mi fotte.
Devo ritornare a spiarla dalla toppa della porta…

Ritorno a passo svelto ma senza fare troppo rumore, e poggio l’occhio sulla fessurina.
Tutti i miei sogni si infrangono quando la vedo voltata di spalle, vestita, che rimette ordine in un armadio.

“Ok, oggi ho avuto più di quel che mi aspettavo… finisco il mio rilievo e vado via” E’ il pensiero che mi frulla nella mente ora.

Entro quindi nella stanza accanto, &egrave un bagno. La terza stanza &egrave una camera da letto e poi ritorno all’ovile, dove la porcellina mi ha mostrato, se pur involontariamente le sue grazie.
La porta &egrave chiusa. Questa volta busso però.
Toc toc… “Posso?”

Nessuna risposta.
Ripoggio l’occhio nella serratura della porta e scopro che la stanza &egrave apparentemente vuota.

Entrò con molta discrezione e scopro che in effetti non c’&egrave nessuno, &egrave tutto in ordine.

Finita anche la perlustrazione dell’ultima stanza ritorno in soggiorno e chiamo la signora di casa.
Nessuna risposta.

“Minchia… si sarà dileguata per la vergogna di essersi mostrata mezza nuda?” Penso.

“Scusami, ero uscita in giardino” Sento la sua voce alle mie spalle.

Mi giro e la vedo rientrare in casa da una porta a vetri che da al giardino posteriore.
I suoi capelli legati le scivolano lungo la spalla destra. Indossa una canotta bianca e i famosi short che stava per indossare prima.

“Io ho finito. Ho visto tutto quello che c’era da vedere… e anche più di quello che
avrei dovuto…” Esclamo con un sorriso misto tra l’imbarazzo ed il malizioso.

“Scusami ancora, non l’ho fatto con intenzione e non potevo sapere che stessi in quella stanza” mi ripeto.

“Non ti preoccupare, in effetti ti ho detto io di muoverti liberamente per la casa” risponde in tutta la sua tranquillità, ed aggiunge:

“Ma vai via? Ti posso offrire qualcosa di fresco? Dai fermati un attimo, almeno per scusarmi dell’imbarazzo che ti ho procurato”

E bell’imbarazzo… stavo per dirle. Ne capitassero più spesso di questi episodi.
In effetti, ripensandoci una frazione di secondo, quella frase mi &egrave suonata strana.

Senza indugiare più di un momento accetto l’invito e dentro i pantaloni il mio uccello si infuoca. “Qui succederà qualcosa” penso dentro di me.

“Allora che ti servo? Caff&egrave in ghiaccio? Limonata? Te?” Mi chiede gentilmente

Prendo la palla al balzo: “Una bella limonata, grazie!”

“Ok, allora anche io limonerò insieme a te!” Mi risponde, ridendo.

Questa &egrave fuori, mi ripeto in mente. Il mio cazzo ormai &egrave un marmo. Troppo battutine che fanno capire solo una cosa… Questa vuole essere ripassata un po’.

Torna dopo qualche istante con un vassoio e due bicchieri di limonata.
Ne prende uno e me lo porge.

“Grazie” Le rispondo.

“L’ho fatta io” risponde lei.

Do il primo sorso alla fresca limonata ed iniziamo a parlare del più e del meno.
A metà bicchiere e quando i nostri discorsi iniziano a farsi sempre più interessanti, sentiamo suonare alla porta.

“Scusami, vado a vedere chi &egrave” esclama subito.

Flavia si alza, mi volta le spalle e mostrandomi il suo culetto da favola si dirige verso il soggiorno e sparisce dalla mia vista.

Continuo a sorseggiare la mia limonata quando, improvvisamente e senza accorgermi di nulla sento una presenza alle mie spalle.

Mi giro di scatto e non credo a ciò che i miei occhi vedono. Lì, di fronte a me.
Completamente nuda. Flavia, uno spettacolo della natura.
Ora finalmente ho tutto il tempo per scrutare ogni minimo centimetro di quel corpo.
Lei &egrave immobile, io ne approfitto per osservare tutto ciò che non ero riuscito a vedere prima.
E’ ancora li, ferma. Mi sorride ed i suoi occhi verdi smeraldo guardano fissi nei miei.

“Com’&egrave la mia limonata?” mi chiede con una vocina da gran monella.

“B… Bu… Buona” Rispondo io, ancora stordito da quella visione.

“Ho un’altra limonata che vorrei farti assaggiare, ti va?” e nemmeno il tempo di
risponderle che si avvicina con una camminata da vera donna che sa il fatto suo.
Si siede sulle mie gambe ed inizia a baciarmi sulle labbra.
Le sue labbra si schiudono. Ora ci infila la lingua. Io non posso fare altro che risponderle allo stesso modo.
Non avevo dubbi che questa limonata fosse ancora più buona di quella bevuta poco fa.
Lei mi bacia ancora, inizia ad infilare le sue mani sotto la mia maglietta.
Inizia a toccarmi su tutto il petto e poi, di colpo mi alza la maglietta e la fa volare via.
Ormai non capiamo più niente.
Il mio corpo, non essendo più collegato al cervello agisce per conto suo. Mi alzo dalla sedia prendendola in braccio e lascio cadere su tavolo dove aveva poggiato il vassoio della limonata.
Mi fermo un secondo a guardarla.
E’ li, davanti a me, stesa sul tavolo, a gambe divaricate e a mostrami quella passera ancora chiusa dove fanno capolino le piccole labbra.
Un triangolo di peli scuri, corti e ben curati sormontano quella che sarà la casa del mio
cazzo per i prossimi minuti.
Le prendo una gamba ed inizio a baciarla tutta, parto dalla caviglia, salgo lungo il polpaccio, poi l’interno coscia e mi fermo. Prendo l’altra gamba, stessa operazione precedente ma questa volta tiro dritto all’interno di quel buchetto che, al mio primo
tocco di lingua si schiude e si mostra in tutta la sua bellezza.
Inizio a leccarla senza timone, alterno colpi di lingua a piccoli baci. Lavoro sul clitoride e sulle piccole labbra. Lei &egrave un fiume in piena, inizia a miagolare come una gatta in calore finché non esplode in un orgasmo che travolge anche me.
Senza aspettare un secondo si alza dal tavolo e si inginocchia ai miei piedi.
Slaccia la cintura dei pantaloni, poi il bottone e poi me li abbassa completamente.
E’ con la faccia a pochi centimetri dal mio pisello che sta per esplodermi nelle mutande.
Con un gesto rapido mi tira giù tutto e il cazzo le travolge il viso. E’ nel pieno dell’erezione. La cappella rosa &egrave incandescente e per provare a farla ritornare alle temperature più normali c’&egrave solo un modo. Senza dire una parola lo prende tra le mani ed
incomincia a segarlo con entrambe.
Dopo pochi istanti la cappella scompare tra le sue labbra vellutate. Inizia un ritmo lento e deciso. Su e giù nella sua cavità orale. Lavora con la lingua lungo tutta l’alta per poi arrivare ai testicoli. Flavia ci sa fare davvero molto bene.

Io non resisto più. Devo averla. Quasi come se ci fossimo capiti al volo mi esclama: “mi devi mettere questo coso dentro, subito!” Non me lo faccio ripetere due volte, la prendo delicatamente per il viso e la faccio sedere sul tavolo. La sua fica &egrave all’altezza giusta per essere penetrata. Mi avvicino alla sua fessurina e con molta delicatezza inizio a entrarle dentro. L’attrito non &egrave molto, lei &egrave abbastanza lubrificata. Sentiamo entrami dei brividi correrci lungo la schiena. E’ fantastico averla. Adesso inizio ad aumentare il ritmo. La cadenza aumenta proporzionalmente ai suoi gemiti. Ora la sto scopando in maniera selvaggia. Forte all’interno della sua fica. Le piace tanto e me lo ripete in
continuazione.

Ora &egrave il momento di cambiare posizione. Scende dal tavolo e, datemi le spalle, poggia le sue braccia sulla tavola e incarnando la schiena mi delizia con la vista di quel suo culo perfetto. Vuole essere presa da dietro. Senza troppe pretese mi metto dietro di lei e,
inizio ad entrarle nuovamente dentro. Colpi più decisi di prima la fanno vibrare. Il mio cazzo ormai &egrave diventato un pistone che non si ferma più. La fotto per bene fino a che non sento che viene. Un mega orgasmo l’avvolge. Questo &egrave fatale anche per me. Tiro fuori il mio arnese grondante di liquidi e le spruzzo tutto ciò che avevo nelle palle su tutta la
schiena.

Stanca, lei si accascia sul tavolo. Io mi rimetto seduto, stanco anche io, sulla sedia.

Dopo qualche istante si alza e mi dice: “Che scopata divina!”
Si avvicina al mio viso e mi da un ultimo bacio sulla fronte.

Si volta di spalle ed, iniziando a sculettare, si allontana.

Prendo il mio bicchiere di limonata ed inizio nuovamente a sorseggiarlo…

“Cosimo, scusami… Ti presento mio marito R.”
La sua voce mi risveglia dal torpore che avvolge la mia mente.

Dopo un’istante me la vedo di fronte, affianco a lei un uomo sui 45 anni che mi porge la sua mano.

Lei &egrave vestita con la sua canotta bianca e i suoi short, proprio come quando &egrave andata ad aprire alla porta.
Io sono seduto li, su quella sedia, con il mio bicchiere in mano, proprio come quando lei &egrave andata ad aprire alla porta.

La mia mente &egrave tornata lucida.

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csmsrr@yahoo.it

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