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Racconti Erotici Etero

Linda in gita

By 24 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Appena 18enne ero in viaggio con la mia classe per la tipica settimana di vacanze scolastiche. Sul pullman durante il viaggio di andata mi sedetti di fianco ad un caro amico per poi appisolarmi a metà viaggio. Mi risvegliai poco dopo, ma solo, proprio nel momento in cui passava di lì una mia compagna. Una bella ragazza di nome Linda su cui oramai fantasticavo da 2 anni. Mi beccò a fissarla e sorridendo si sedette al mio fianco. Indossava dei semplici jeans a vita bassa e una magliettina a maniche corte. Alta qualche centimetro più d me, capelli lunghi fin poco sopra le spalle, nerissimi, occhi verdi smeraldo, una bellissima bocca. Non era una ragazza perfetta. D’altronde la perfezione non esiste. Un lieve accenno di pancetta si notava sotto un bel seno, una terza che sembrava poter stare su senza l’aiuto del reggiseno. Un sedere che, per i miei semplici gusti, parlava, per non dire che faceva dei discorsi veri e propri.
L- ciao Sergio
S- ciao Linda…come va il viaggio???
L- bene ma un poco annoiata…e il tuo?
S- idem…non c’è certo molto da fare in pullman…
L- vero vero…in effetti non vedo l’ora di essere in albergo e gustarmi la libertà della camera…
S- e ti credo…mi sa che siamo in due…eheh
L- non so se parliamo della stessa cosa sai…
S- perché? di che parli?
L- bè…io parlo di un certo tipo di libertà di movimento diciamo…
S- ma quello lo faranno tutti…
L- no Sergio…io intendo in un modo particolare…
Mi accorsi solo allora del suo sguardo. Uno sguardo malizioso, un sorriso che che parlava da se.
S- ah ecco…si capisco allora…bé..spero di poterlo fare anche io…ma chi lo sa…-
L- non so, qualcosa m dice che ce la farai-
Detto questo diede una veloce palpata alla mia coscia e si allontanò.

Il resto del viaggio lo passai con lo sguardo puntato fuori dal finestrino. Immaginavo, immaginavo Linda, dopo quello che mi aveva detto, la immaginavo nuda, su di un letto, vogliosa. Il mio cazzo si gonfiò nei jeans, e quando lo sentii premere decisi che era il momento di darsi una calmata. Passò così l’ultima parte del viaggio e arrivammo in albergo verso le 9 d sera. Era un alberghetto di modesto, una specie di pensione ed era a nostra completa disposizione. Le camere erano quasi tutte singole a parte un paio di doppie, che i nostri magnanimi insegnanti lasciarono alle poche coppie presenti.
Io ero nella fila per la distribuzione delle chiavi e Linda era davanti a me di due persone.
Arrivato il mio turno presi le chiavi e mi avviai verso l’ascensore.
C’era già un gruppetto di tre persone ad aspettare, tra cui Linda.
L- hei sergio, prese le chiavi? Che stanza hai?
S- ciao Linda, ho la numero 33
L- io ho la 31. Bene siamo vicini di stanza
Sentii un movimento nei pantaloni al solo sentirglielo dire, riuscendo solo a rispondere con un semplice:
S- eh si, bene
Salimmo al terzo piano e ognuno entrò nella propria stanza. I professori dissero di sistemarci e di scendere per cena una mezz’oretta dopo.
Scesi all’ora prestabilita. Cenammo, il cibo non era granchè ma neanche da buttare per fortuna.
I proff. ci fecero i soliti discorsi sulla calma e la tranquillità, di rimanere nelle proprie stanze e così via. Quella sera non ci saremmo mossi dall’albergo.
Finita la cena, andai verso la camera. Trovai Linda davanti alla sua porta.
L- Sergio vieni da me dopo??
S- hei Linda. C proverò in ogmi modo credimi. Ma sai che i professori conoscendomi mi terranno particolarmente d’occhio.
L- eddai che vuoi che succeda, siamo attaccati non ti becca nessuno.
Linda aveva ragione. Tra me e lei c’era solo una stanza. se avessi scelto il momento giusto non sarebbe successo nulla. E poi non potevo certo lasciarmi scappare questa occasione.
Il tempo sembrava quasi passare a rallentatore, finchè non arrivò l’ora su cui ci eravamo accordati. Sgattaiolai fuori dalla camera per bussare a quella di Linda.
Da dentro arrivò un flebile “avanti è aperto”
Entrai dentro in tutta fretta chiudendo a chiave la porta alle mie spalle.
E fu così che mi ritrovai Linda davanti in accappatoio. Imbarazzato ed eccitato allo stesso tempo le dissi:
S- ops scusa, pensavo fossi già pronta, visto che sapevi che dovevo arrivare a st’ora. Linda sorrise per nulla imbarazzata.
L- scusami tu, non mi ero accorta fosse passata già un’ora.
Si girò di spalle indicandomi il letto e dicendomi:
L- dai Sergio siediti pure sul letto.
Mi sedetti mentre lei finiva di asciugarsi. Non potevo fare a meno di fissarla. Poi con molta disinvoltura lasciò cadere a terra l’accappatoio.

Io rimasi impietrito, il suo corpo era magnifico, come lo immaginavo, come lo speravo, compresa quella lieve pancetta che tanto adoro in una donna. Alzai la testa, lei mi guardavo con occhio languido.

L- che c’è Sergio? Pensavi che rischiassi di farti venire qui per niente? Sorrisi. S- veramente lo speravo proprio. Lo dissi mentre mi alzavo in piedi.

L- ho visto come mi guardi. E ti dirò, mi sono ritrovata spesso con la figa bagnata pensando a quello che avresti potuto farmi.
S- e non ti dico quanto sono eccitato io in questo momento.
L- oh ma lo vedo, lo vedo eccome.
Disse puntando un dito all’altezza del pacco.
S- ehm…si…mi fai st’effetto ogni volta che ti guardo.
Si avvicinò al letto sculettando.
L- lo so, ed è per questo che ti volevo qui.
Appoggiò una mano sul cazzo, mentre le sue labbra si appoggiavano alle mie. Aveva un buon sapore Linda.
Senza attendere oltre le infilai una mano in mezzo alle gambe. Era umida e non credo per la doccia appena fatta.

Infilai due dita che entrarono senza sforzo, cominciando a giocare con quella bella figa. Lei intanto stava segandomi da sopra i pantaloni e adesso  sbottonatva i jeans facendoli poi cadere a terra assieme ai boxer.
Aveva una manina da fata. La miglior sega che abbia mai ricevuto.
Rimanemmo a masturbarci per un po’. Lei era brava, io ero bravo, e così non ci accorgemmo del tempo che passava. però dovevo arrivare a tutto e la spinsi, distendendola sul letto. Cominciai a leccarle quella fantastica terza. Era soda come la immaginavo. Bellissime. Da lì poi scesi, passando per ogni cm che mi divideva dalla sua fessura più bella. Mi ritrovai in mezzo alle sue gambe. Era stupenda anche solo da guardare. Senza perdere tempo vi infilai la lingua. Volevo che godesse così. Passavo dal penetrarla in questo modo, come se la mia lingua fosse un piccolo cazzo, al ciucciarle e mordicchiarle il clitoride gonfio di eccitazione. Lei intanto mi teneva la testa con le mani. La sentivo fremere sotto i miei colpi. Fremeva e gemeva. Ad un certo punto la sentii trattenere il respiro. I muscoli vaginali si contrassero e mi riversò sulla lingua tutti i suoi umori. Spinse via la mia testa contorcendosi sulle coperte. La fissai per qualche secondo mentre si riprendeva. Mi sorrise e mi disse: – wow, fantastico!!!- Mi gettò le braccia al collo infilandomi la lingua in gola. Afferrò il mio cazzo scappellandolo. Si alzò e ci demmo il cambio. Ora io ero seduto sul bordo del letto, mentre lei in mezzo alle mie gambe cominciò un sapiente gioco di lingua sulla mia cappella rossa. Ne leccò i contorni concentrandosi poi sul frenulo, mentre con la mano mi segava. Dopo qualche minuto di questo trattamento se lo prese completamente in bocca, arrivando fino a fondo. Cominciò così un veloce su e giù della sua testa. Era una sensazione magnifica. Ora ero io a fremere sotto di lei. Ad un certo punto si fermò, guardandomi negli occhi.– ora ti scopo- Portò la sua figa sul mio cazzo. Lo tenne fermo e vi si puntò. Piano piano scese fino a ritrovarselo completamente dentro. Cominciò a saltellarci sopra. Le mie palle che sbattevano sul suo bel culetto. Dio come mi faceva godere.
Gemeva Linda, mentre io l’aiutavo tenendola per quelle magnifiche chiappette.
Era una ragazza fantastica. Gemeva come una porca e io non potevo credere di esser riuscito a infilarmi nella ragazza che negli ultimi due anni mi aveva fatto girare tanto la testa.
Aumentammo sempre di più il ritmo e ci scopammo così per 20 minuti. Sentivo che stavo per venire e lei era oramai passata per molteplici orgasmi. Lei sembrò accorgersi del fatto che avevo raggiunto il limite perché mi disse- vienimi dentro porco, tanto prendo la pillola- detto fatto, le venni dentro copiosamente. Lei aveva appena avuto un ultimo orgasmo ed era ancora con gli occhi chiusi e la schiena inarcata mentre sentivo la mia sborra che la riempiva. Mi staccai e mi stesi al suo fianco. Eravamo entrambi esausti. La fissai così per un po’ di tempo, il suo bel corpo sudato che aveva goduto sotto i miei colpi fino a qualche minuto fa.

Si girò poi verso di me, aprendo gli occhi, dai quali si capiva che aveva ancora voglia. Si alzò, aveva uno sguardo da troia, e si rilanciò verso il mio cazzo. Era ancora semieretto, ma Linda non ci mise molto a farlo tornare ben bene sull’attenti. Stavolta, senza dire niente, la feci mettere a pecora. Volevo prendermi anche quel bel buchetto che se ne era rimasto in disparte fino adesso. Lo preparai dando qualche leccata e portandoci gli umori che ancora le si riversavano dalla figa. Era pronta. Puntai la cappella, tenendo il cazzo con la mano e spinsi, entrando con calma ma deciso. Ero a metà quando Linda si girò a guardarmi, sorrise, e con un colpo di reni ci pensò lei a finire la penetrazione. Ero entrato in un posto stupendo. Stretto e al contempo largo abbastanza per godere e non dover soffrire. Cominciai un lento stantuffare tenendola per i fianchi. Vederla da quella posizione era il massimo!! Non potei trattenermi dal chinarmi a leccare quella bella schiena. Partii dal punto più basso che poiei fino ad arrivare quasi alla base del collo. Nel frattempo afferrai con una mano la tetta destra, stringendo il capezzolo tra le dita. Sentii Linda sussultare, un po’ per il dolore un po’ per il piacere credo. La feci alzare. Adesso eravamo inginocchiati entrambi, il mio cazzo ancora dentro il suo culetto, la sua schiena appoggiata al mio petto. Le nostre bocche si cercarono, trovandosi e unendosi in un lungo bacio di vorticose lingue. Cercai di aumentare il ritmo, ma in quella posizione non era facile e fui costretto a farla riabbassare. Era giunto il momento di riempirla. Le premetti una mano sulla schiena spingendola ancora più giù. Il suo seno schiacciato sul letto. In questa posizione si sentiva meglio e potei aumentare la velocità, cercando di farla godere il più possibile. Ero giunto di nuovo al limite e le chiesi dove preferiva che venisse. La sua risposta arrivò senza pensarci. Voleva bersi tutto. Glielo sfilai e subito si mise seduta a bordo del letto, io in piedi d fronte a lei. La presi per i capelli portandogli il viso a pochi centimetri dal mio cazzo. Mi segavo energicamente. Le feci tirare fuori la lingua e glielo appoggiai sopra. Ancora qualche veloce colpo di mano e dalla cappella partirono i primi schizzi. Tutta la mia crema le si riversò sulla lingua. Non ne era rimasta molta dal rapposrto di prima ma abbastanza perchè potessi godermi lo spettacolo di Linda che se la ingoiava completamente.Esausti ci accasciammo sul letto. Nudi, uno di fianco all’altro. E ci addormentammo così.

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