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Racconti Erotici Etero

L’ingenua troia

By 25 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La storia che vi narrerò ora &egrave autobiografica, solo i nomi ed i luoghi, per ovvi motivi, sono inventati, tutto il resto &egrave rigorosamente autentico.
Anzi tutto mi presento, alto 1,75 per 69 kg., sono un uomo maturo, sposato, divorziato e risposato, ho quattro figli, equamente ripartiti, due del primo matrimonio e due del secondo, ed una nidiata di nipotini. Sono un libero professionista, e quindi, tenuto conto degli impegni assunti, gestisco il mio tempo come più mi piace..
E così, quando sono libero di impegni urgenti frequento i gdr on line, e potrei parafrasare il poeta, galeotto fu il gdr. In quel periodo frequentavo un sito di ambientazione medievale, una giocatrice con la quale giocavo ogni tanto, mi fece conoscere sua sorella, pregandomi di occuparmi di lei, cosa che feci ben volentieri, tanto più che la ragazza, era alla ricerca di un compagno virtuale, con il quale poter ritirarsi nelle stanze private e dare sfogo a tutte le sue fantasie erotiche.
Un giorno questa, mentre stavamo in una stanza privata, mi disse che mi avrebbe fatto conoscere una nuova iscritta, amica di sua sorella, raccomandandomi però di stare attento al mio linguaggio perché questa era una suora, cosa che ovviamente nessuno doveva sapere.
La domanda, non formulata ma ben chiara nella mia mente fu… ‘Cosa può spingere una suora a frequentare quell’ambiente, tutt’altro che castigato e, dove il sesso virtuale &egrave una delle occupazioni preferita dai giocatori e giocatrici?’ ad ogni modo, spinto dalla curiosità, accettai di incontrare quella strana suora e fu così che Carla entrò nella mia vita.
Quando la incontrai, Carla era una persona gentile, disponibile, accomodante e soprattutto ingenua, gli anni passati in convento l’avevano abituata all’ubbidienza e resa una facile preda agli sfruttatori di tutte le specie, mi fu subito simpatica ed iniziamo a chattare su msn al di fuori del gioco, mi raccontava della sua vita, dei suoi problemi, chiedeva il mio parere ed anche richiedeva i miei consigli.
Col passare dei giorno le sue confidenze diventarono sempre più intime, mi confidò che la regola della castità era per lei un grosso problema, tanto che aveva esitato a lungo prima di prendere i voti definitivi, cedendo solo alle insistenze dei suoi superiori e di alcuni consiglieri.
Mi raccontò che quando frequentava la terza media, essendo sola in casa, si chiudeva in camera con un suo compagno col pretesto di studiare, di fatto si spogliavano nudi e si toccavano, lui le accarezzava le tette e la figa, e lei gli faceva le seghe ed anche i pompini, poi mi disse che alle superiori, la sua voglia di essere scopata era diventata tale che, appena poteva si chiudeva in camera e si scopava da sola la figa ed anche il culo usando il manico del suo pennello da fard. Mi disse anche che, un paio di anni prima del nostro incontro era stata l’amante di un giovane sacerdote, una storia senza seguito, troncata di comune accordo appena nata.
Io ascoltavo sorpreso chiedendomi come fosse possibile che una puttanella troia come Carla fosse finita in convento, e veramente ancora adesso, dopo un po’ di anni me lo domando ancora.
Ma in fondo, che Carla fosse una puttana ed una troia non mi toccava, mi era simpatica, cercavo di proteggerla da certi marpioni e l’incoraggiavo a tirare fuori il carattere invece di passare il tempo a reprimerlo, mi stavo affezionando a lei ed un bel giorno avvenne quello che doveva avvenire, ci confessavo di esserci innamorati l’uno dell’altro.
Fu una cosa strana, eravamo distanti l’uno dell’altra, lei a Roma ed io lontano nel nord est, ci scambiammo un lungo bacio virtuale e fu l’inizio della nostra relazione, ci siamo scambiati le fotografie, mi ha mandato una sua foto scattata sulla scogliera, lei &egrave in costume, sono rimasto fulminato, non credevo i miei occhi, quel giorno avevo vinto alla lotteria. Carla &egrave alta circa 1,65, due belle gambe, un culo alto e sodo e due tette da sballo, porta una bella quarta.
Utilizzando messenger ed il telefono eravamo diventati virtualmente amanti, lei lavorava negli uffici della sua congregazione, dalle 9 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18, perciò io la chiamavo alle 8:30 circa, lei era in bagno
Mi diceva ‘Sono appena uscita dalla doccia, sono ancora nuda’
Io rispondevo ‘Ti stringo, ti bacio frugandoti la bocca con la lingua,’
Lei ascoltava mugolando, poi riprendevo ‘Ti spingo contro il muro, ti apro le gambe … mi inginocchio e poso la bocca sulla tua figa, ti succhio il clito, lo lecco .. lo mordicchio .. passo la lingua fra le grandi labbra e spingo due dita nella figa e quando le tolgo ci metto la lingua per leccare tutto il tuo miele e ti faccio succhiare le dita che ho appena messe nella tua figa’
La sentivo ansimare e gemere, le chiedevo ‘Ti piace il sapore del tuo miele?’
Lei fra un sospiro ed un gemito rispondeva ‘Sì, grazie di avermelo fatto scoprire, ora lo assaggio tutti i giorni .. ne sono diventata golosa’
L’ascoltavo ben sapendo che si stava masturbando quando i suoi ansimi diventavano più forti le dicevo ‘Ora mi alzo ti metto le mani sul culo e ti sollevo .. te lo metto dentro lo senti dentro la figa .. forza godi .. non resistere vieni come una porca’
E lei ‘Vengoooo … ohhh .. non smetto di venire … sento come dei cerchi che partono dalla figa .. salgono fino alla tette poi al cervello per scendere e poi risalire ‘ Carla ha il dono di provare degli orgasmi multipli.
Ci ritrovavamo verso le 14, lei andava in ufficio prima, era sola, si sedeva a gambe larghe, poggiando la figa sul l’angolo delle seduta della sedia e si muoveva mentre le descrivevo cosa le facevo, era eccitante … sentivo i suoi mugoli ed i suoi gemiti, la sua eccitazione era palese, ansimava … mugolava … gemeva .. le parole le uscivano dalla bocca scomposte e spesso senza senso…. veniva mordendosi le labbra per non urlare di piacere.
La sera dopo le 21, si ritirava in camera sua, accendeva il suo portatile e ci ritrovavamo in chat a fare sesso, lei si spogliava e si sedeva nuda davanti al portatile, con una mano scriveva e con l’altra si toccava la figa, si scopava con il manico della sua spazzola per capelli e si sfiniva a furia di venire.
Altre volte ci raccontavamo dettagliatamente i sogni erotici fatti durante la notte precedente, altro motivo di masturbazione, sia sua che mia:
Così andavamo avanti dal Lunedì al Venerdì, il Sabato e la Domenica non potevamo incontrarci. Lei, con mia grande soddisfazione, diventava sempre più troia, mi descriveva le sue azioni, mi diceva del profumo della sua figa che invadeva la stanza, mi raccontava le sue fantasie, come le sarebbe piaciuto prenderlo nella figa, oppure nel culo e soprattutto in bocca, ed io l’incoraggiavo, dicendo ‘Se piace a tutti e due tutto &egrave lecito.’
Tutto l’autunno e l’inverno passò così, ma quando arrivò la primavera iniziammo a fare progetti per l’estate, lei avrebbe avuto 15 giorni di ferie per tornare in famiglie e io sapevo che a Luglio sarei rimasto solo, visto che mia moglie se ne andava al mare con i ragazzi.
Ci siamo messi d’accordo sulle date ed io le ho prenotato una camera in un albergo discreto a pochi chilometri da casa mia.
Ma questa &egrave un altra storia Finalmente giunse il giorno dell’incontro … eccitatissimo mi recai alla stazione di Mestre per aspettare Carla … l’arrivo del treno era previsto per le 7:40 … alle 7 ero già lì a passeggiare nervoso vicino alle scale del sottopassaggio che dei binari porta all’uscita della stazione … fumando una sigaretta dopo l’altra.
Per me questa era una situazione nuova, prima di conoscere Carla non avevo mai avuto una relazione extraconiugale, questo non significa che sono un santo, quando ero in azienda e viaggiavo per lavoro, non mi ero mai tirato indietro se si presentava l’occasione di fare una sana scopata, ma quelli erano episodi .. una o due notti al massimo e poi ciao .. invece con Carla la cosa era destinata a prendere una piega diversa.
Stranamente il treno arrivò in orario e ben presto vidi Carla apparire sulle scale, saliva sorridente, un aria sbarazzina stampata sul viso, indossava una gonna di stoffa grigia, sotto un golfino azzurro, un maglioncino arancione a maniche corte che le fasciava il busto valorizzando le sue fantastiche tette, scarpette da ginnastica, una borsetta a tracollo ed una valigetta di media dimensione.
Quando giunse in alto alle scale le andai incontro, emozionato come un adolescente al primo appuntamento, le presi la valigia, le sfiorai le labbra con un bacio veloce poi prendendola per mano la trascinai verso la mia macchina parcheggiata poco distante, solo quando fummo seduti iniziai a recuperare la calma.
‘Ben arrivata amore, hai fatto un buon viaggio?’ dissi per rompere questo silenzio assordante.
‘Sì .. sì .. tutto bene .. mi aspettavi da tanto?’ mi chiese sorridendo maliziosamente.
‘Da un po’ di tempo, sono venuto presto per poter parcheggiare.’ risposi inventando una scusa stupida, c’erano sì diverse macchine parcheggiate ma non era il posto che mancava.
Rimanemmo in silenzio mentre guidavo nel traffico cittadino dell’ora di punta, fino ad una via vicina alla mia abitazione, fermata la macchina scendemmo ed andammo ad acquistare il biglietti dell’autobus per andare a Venezia, che Carla non aveva mai vista.
L’autobus era affollato, trovare un posta a sedere era pura utopia, così eravamo in piedi stretti l’uno all’altra, ero imbarazzato perché sentire il suo morbido corpo premuto contro il mio mi provocavo una reazione fisica che non potevo nascondere, lei se ne era accorta e mi sorrideva con un lampo di malizia nei suoi occhi scuri.
Giunti in piazzale Roma, mano nella mano ci siamo diretti verso San Marco, passando per calle e campielli fuori dal solito percorso dei turisti, erano semi deserti, ci siamo divertiti da matti vedendo come la gente ci osservava curiosa, gli sguardi perplessi delle donne e quelli invidiosi degli uomini; Carla &egrave una bella donna, a quell’epoca aveva 33 anni, io ho una ventina di anni più di lei ed anche se le amiche di mia moglie mi considerano ‘un bell’uomo’, il contrasto fra di noi era evidente.
Arrivati in piazza San Marco, siamo andati a sederci su una di quelle panchine di pietra, che fanno parte della facciata del palazzo ducale rivolta verso il Bacino di San Marco.
Non ho più resistito alla voglia di toccare e di accarezzare Carla, eravamo affiancati, ero alla sue destra, mi sono mosso leggermente, appena per non dare nell’occhio, girandomi verso di lei, le ho posato la mano sinistra sulla nuca per una lunga carezza, poi la mano &egrave scesa sulle spalle, sulla schiena, sulla vita ed infine sul culo che ho iniziato a palpeggiare ed a impastare delicatamente; Carla teneva gli occhi chiusi, dalla bocca socchiusa usciva un lieve gemito, che solo io potevo udire.
Dopo in po’ ha mormorato ‘Non fermarti ti prego … ohhh … sono fradicia … non sapevo che fosse tanto bello farsi accarezzare il culo …. ohhhh .. sì ancora.’
Io ero ben felice di accontentarla ed ho continuato a lungo ad accarezzarla, fino a quando l’ho visto irrigidirsi, stringere forte le cosce e voltarsi verso di me … fissarmi con uno sguardo intenso e fra un sospiro e l’altro sussurrarmi ‘Basta amore … sono venuta .. se continui non so cosa potrei fare … e poi mi stai sfinendo ora.’
Ho tolto la mano dal suo culo, l’ho baciata sulla guancia, abbiamo aspettato un po’, tanto per darle il tempo di riprendersi, e dare al mio cazzo il tempo di calmarsi, abbiamo lasciato la panchina ed abbiamo fatto i turisti scattando fotografie e passeggiando per le calle.
E’ stata una passeggiata che difficilmente potremo dimenticare, Carla voleva andare a visitare Murano l’indomani, così dovevamo andare all’imbarcadero a consultare gli orari dei battelli, per fare questo dovevamo attraversare Venezia dal bacino di San Marco alle Fondamenta Nuove passando per quella parte della città che non &egrave frequentata dai turisti.
Il nostro percorso si snodava fra calle deserte e sottoporteghi bui, così camminando non perdevo l’occasione di palpeggiarle il culo o le tette, lei chiudeva gli occhi ed ansimava leggermente.
Abbiamo trascorso la mattinata così fra baci e palpeggiamenti negli angoli bui, ma non potevamo continuare così, Carla che, &egrave molto sensibile, era perennemente sull’orlo dell’orgasmo, ed io provavo un dolore sordo all’inguine, perciò abbiamo deciso, anche perché erano le 12:30, di andare a mangiare.
Siamo quindi tornato in terraferma, ripreso la macchina per andare a pranzo in una trattoria situata in campagna lontana dagli sguardi indiscreti.
Dopo aver mangiati, ho accompagnato Carla all’albergo dove le avevo prenotato una camera, tutto si &egrave svolto in fretta, il portiere le ha consegnato la chiave dicendo ‘Camera 54 Signorina .. in fondo al corridoio.’
Lei si &egrave avviata ed io l’ho seguita portando la valigia, siamo entrati in camera, appena il tempo di deporre la valigia ed eravamo abbracciati, le labbra incollate .. le lingue intrecciate .. le mani che si muovevano frenetiche … lei in un attimo si era levato il maglioncino arancione ed il reggiseno, offrendo le sue magnifiche tette alla mia bramosia, le ho leccate … succhiate … impastate … abbiamo dovuto farci forza per staccarci … questo non era il luogo e neanche il momento per scopare.
Carla voleva rinfrescarsi la figa e cambiare le mutandine, ma io le ho detto che la volevo così, con la figa fradicia e le mutandine bagnate ed odorose del suo miele.
Sono uscito dalla camera per andare ad aspettarla nell’atrio dell’albergo, quando &egrave arrivata abbiamo ripresa la macchina per andare a casa mia.
Sarà un pomeriggio bollente che merita un intero capitolo per conto suo.

per commenti brubu@yahoo,it Meno di mezz’ora dopo aver lasciato l’albergo parcheggiavo la macchina poco distante della mia abitazione, spento il motore, usciamo dal veicolo e ci avviamo.
L’appartamento &egrave situato al primo piano, ci affrettiamo per le scale, apro la porta ed entriamo, richiudo la porta alle mie spalle ed abbraccio Carla, ci baciamo con una frenesia incredibile … poi mi stacco voglio fare le cose con un minimo di delicatezza, non voglio comportarmi come uno stupratore strappandole i vestiti da dosso in piedi in anticamera .. lei mi sorride felice mi sfiora le labbra con un ultimo bacio, la prendo per mano ed imbocchiamo il corridoio che conduce al mio studio ed alla zona notte.
Entriamo nello studio, Carla si guarda intorno curiosa, ride dicendo ‘Ora quando nei prossimi giorni, saremo in chat oppure al telefono potrò immaginarmi facilmente di vederti seduto col cazzo in mano che ti fai le seghe quando ti dico che mi tocco la figa.’
La spingo contro la parete della libreria, la bacio poi ridacchiando rispondo ‘Carla .. sei una spudorata … sei proprio senza ritegno …’ torno a baciarla ma lei si divincola.
‘Aspetta tesoro, un attimo di pazienza.’
Annuisco aspettando di vedere cosa vuole fare, lei apre il suo zainetto e ne tira fuori un lenzuolo dicendo ‘Questo lo mettiamo sul letto per coprire tutto, così non ci sarà pericolo, non si potrà trovare un capello .. oppure una forcina od una macchia … non lasceremo tracce … dai aiutami a stenderlo.’
Va in camera da letto, ripiega le coperte in fondo al letto e dispiega il lenzuolo ‘Forza aiutami .. non stare lì con le mani in mani.’ intanto penso ‘Cazzo! se mia moglie venisse a sapere che porto un altra donna nel nostro letto … pianterebbe un casino .. meglio non pensarci:’ mi scuoto e prendo il lenzuolo per gli angoli lo sistemo bene dalla mia parte del letto.
Carla, sistemato il lenzuolo dalla sua parte, mi raggiunge e si stringe a me, ci baciamo e lentamente ci spogliamo a vicenda, la fretta &egrave sparita .. non serve affrettarsi … siamo vicini alla meta.
Siamo nudi .. spingo Carla sul letto .. i glutei sulla sponda i piedi sul scendiletto … la guardo pieno di desiderio … le scosto le gambe e mi inginocchio per affondare la testa fra le sue cosce … partendo dalle ginocchia lecco e bacio l’interno delle cosce risalendo fino all’inguine … mordicchio il monte di Venere … lei sussulta e posa le mani sul mio capo mentre solleva il bacino .. catturo il clito fra le labbra e succhio … lecco … faccio girare la lingua intorno a quella piccola perla …. lecco le piccole labbra e per finire spingo la lingua dentro la figa.
Carla ansima .. geme … mugola … solleva il bacino spingendolo verso di me .. le mani sulle tette le impastano .. titilla i capezzoli finché all’improvviso raggiunge l’orgasmo … stringe le cosce sul mio capo … e lancia un urlo di piacere.
‘Sììììì … cosìììì … ancoraaaa … ohhhh …. non fermarti … vengoooooo.’
Infine si rilassa e la presa delle sue cosce si allenta … mi alzo e la guardo … sta lì .. gli occhi chiusi … la sinistra ancora sulle tette e la destra sulla figa … si sta accarezzando.
Mi viene da pensare che &egrave proprio assatanata … mi stringo il cazzo in mano .. allontano la sua mano dalla figa ed inizio a vezzeggiare il clito con la punta del mio membro.
‘Ora te lo metto dentro … voglio riempirti la figa col mio cazzo.’
Con mia grande sorpresa, Carla ha una reazione inaspettata ‘No ti prego .. ho paura di rimanere incinta .. aspetta ti prego porta pazienza un po’.’
‘Va bene tesoro .. come vuoi .. ma non aver paura di rimanere incinta .. ho i preservativi … cosa c’&egrave di altro .. dai dimmelo non temere.’
Carla mi fissa, pensa un momento poi si decide a rispondermi ‘Hai ragione .. la mia paura &egrave che una volta provato a prendere il cazzo non sarò più capace di farne a meno, già adesso le mia figa mi fa vivere male .. figuriamoci dopo come sarebbe:’
Scuoto la testa, credevo di conoscere Carla, sapevo che era una puttanella ma lo &egrave ancora di più .. fra me e me penso ‘Tesoro ti non dovresti stare in un convento ma dentro un bordello … tu non sei nata per fare la vergine .. ma sei nata troia per fare la puttana.’ ovviamente mi guardo bene di dirglielo, mi chino su di lei e la bacio, le accarezzo le tette poi le spingo due dita dentro la figa e la scopo con le dita.
Poi Carla si alza, si in piedi di fronte a me fra le mie cosce aperte … ‘Amore ti devo dire una cosa, la tua bocca .. le tue labbra .. la tua lingua sulla mia figa mi hanno fatto provare delle sensazioni meravigliose … non ho mai provato niente di più bello … grazie amore.’
Si china su di me … mi bacia con passione … si inginocchia fra le mie gambe e prende il mio cazzo in mano .. lo guarda e dice ‘Come &egrave grosso.’ avvicina le labbra ed inizia a leccarlo poi lo vedo sparire nella sua bocca.
Ora sono io ad ansimare ed a mugolare di piacere sotto le carezze della sua lingua … sentendo la dolcezza delle sue labbra stringermi il cazzo … mi lascio andare .. non voglio pensare a niente solo a godere dell’istante.
Mi succhia l’anima … sento l’orgasmo arrivare prepotente … inarrestabile … non posso fermarmi .. mi lascio andare .. inondo la sua bocca del mio sperma e lei da brava troia non ne perde neanche un goccio e lo ingoia … ma non mi lascia andare continua a leccarmi il cazzo ed a succhiarlo facendolo indurire un altra volta.
Alza gli occhi e mi fissa stacca la bocca un attimo ‘Ti piace? sono brava?’ e riprende a leccare e succhiare il cazzo.
‘Certo che mi piace … sì sei brava … ma a te piace succhiare il cazzo?’
Mi guarda senza rispondere. continua con ancora maggior impegno se fosse possibile … un altro orgasmo mi travolge e di nuovo lei ingoia tutta diligentemente.
Si sdraia su di me e mi bacia .. spinge la lingua nella mia bocca ‘Senti il sapore della tua sborra amore, ti piace?’ mi chiede seria, poi continua ‘Sì mi piace succhiare il cazzo .. mi eccita … mi bagno e vengo.’
Senza aspettare la mia risposta si mette la mano fra le cosce per bagnarla, poi la succhia .. la bagna ancora e me la mette in bocca ‘Ti piace il sapore del mio miele, lo so che ti piace .. piace anche a me una volta mi dava fastidio essere bagnata, ora non più raccolgo il miele e lo bevo … sono diventata golosa … baciami amore:’
Come resistere ad una tale richiesta, la stringo e la bacio .. il pomeriggio va avanti così, verso le 17 ci alziamo, andiamo in bagno, la faccio sedere sul bidet e le lavo la figa .. ammetto che &egrave un pretesto per toccargliela, ma lei si lascia fare di buon grado.
Ci rivestiamo e prima delle 18 usciamo di casa, saliamo in macchina e ci allontaniamo dalla città per andare in campagna alla ricerca di una trattoria per cenare.
Ma la giornata non &egrave finita … dopo la cena abbiamo ancora tutta la serata.
E che serata!!! anche questa si merita un capitolo a sé

per commenti brubu@yahoo.it Il traffico dell’ora di punta &egrave intenso e di certo non mi permette nessuna distrazione, Carla invece non ha di questi problemi, &egrave seduta leggermente voltata verso di me, il braccio sinistra alzato per appoggiare la mano sullo schienale del mio sedile, una volta sistemata inizia ad accarezzarmi la nuca, &egrave difficile concentrarsi in questa situazione, tanto più che lei ha deciso di divertirsi.
Smette di accarezzarmi la nuca, ma &egrave solo per un momento, il tempo strettamente necessario per sfilarsi il reggiseno, tutte le donne sanno come eseguire quell’esercizio senza spogliarsi, fatto questo con una risatina maliziosa mi butta l’indumento sulle cosce.
‘Me lo tieni amore? sai mi sentivo le tette prigioniere … ammetti che ti piace di più sapere che ho le tette libere … che le potresti accarezzare senza l’ostacolo del reggiseno … vero amore?’
Cosa potrei rispondere ad una simile domanda … non saprei … mi limito ad annuire sorridendo, ma lei insiste, ora tira fuori la troia che c’&egrave in lei:
‘Allora non dici niente? non ti piace il pensiero delle mie tette libere pronte per essere accarezzate .. leccate .. succhiate … guarda se infili la mano nelle mia manica riesci a toccarle … nude … morbide .. dai prova!’
‘Carla ti prego amore … non scherzare .. devo guidare ed ho già il cazzo duro … ‘
Lei mette il broncio, poi sorride ‘Hai già il cazzo duro! davvero … vediamo’
Toglie la mano dalla mia nuca e me la mette sul cazzo ‘Ehmmm … &egrave vero &egrave proprio così .. &egrave già duro … ehmm che voglia di baciarlo.’
Fortunatamente usciamo dalla città ed imbocchiamo la statale in direzione sud … il traffico si diluisce e posso rilassarmi, dopo alcuni chilometri abbandono la statale per percorrere una strada di campagna.
Carla guarda il paesaggio e domanda ‘Dove mi porti? vuoi scoparmi in macchina eh! vediamo quanta voglia hai.’
Detto questo mi abbassa la cerniera de jeans e tira il cazzo fuori, si abbassa e lo prende in bocca, non posso guidare in quelle condizioni, vedo uno spazio libero in un luogo isolato, c’&egrave solo un fienile diroccato ed abbandonato, parcheggio la macchina dietro un muro.
Ci liberiamo delle cinture di sicurezza, attiro Carla sopra di me, non le sfilo le mutandine fradicie .. le scosto per raggiungere la figa … stringo il cazzo in mano e lo appoggio sul clito per titillarlo col glande .. lei geme … si spinge contro il mio membro quasi volesse prenderlo ma a l’ultimo momento quando già il glande premeva all’ingresso della figa si ferma ed a malincuore si ritira, lo prende in mano e lo usa per accarezzarsi la figa.
La lascio fare curioso di vedere cosa farà .. la incito ‘Ti piace eh fare la troia! sei proprio una puttanella .. dai godi … vieni .. voglio vederti godere come una porca.’
Lei non risponde, tiene gli occhi chiusi … si capisce che &egrave impegnata .. che vuole venire .. le infilo le mani sotto il maglioncino per palpare le tette nude … lei geme .. poi apre la bocca come per urlare ma nessun suono esce dalla sua bocca .. &egrave scassata dall’orgasmo.
Si accascia su di me, la sua bocca cerca la mia, ci baciamo a lungo con passione, ci stacchiamo soltanto quando ci manca il respiro, mi guarda sorridendo.
‘Cosa mi hai detto prima? che sono una puttanella … che mi piace fare la troia .. che godo come una porca … beh se sono tutto questo non me ne frega niente .. mi sta bene così . . a te spiace se sono una puttanella ed anche una troia?’
Ridacchio ‘No finché sei la mia troia .. la mia puttana non mi spiace per niente.’ un altro lungo bacio .. ci risistemiamo i vestiti e riprendiamo la nostra strada alla ricerca di una trattoria.
Percorriamo la strada che sull’argine costeggia il fiume, dopo un quarto d’ora circa parcheggio la macchina sul piazzale di una pizzeria.
Nel locale c’&egrave poca gente, solo qualche coppie che non ci badano impegnate come sono a guardarsi negli occhi, un giovane cameriere, un maghrebino, viene a prendere le ordinazioni, di fatto sembra più interessato a guardare nella scollatura a V del maglioncino di Carla che ad ascoltarmi quando ordino le pizze e le bevande.
Carla sorride eccitata ‘Hai visto amore come mi guardava le tette? però &egrave carino il ragazzo …’
La guardo divertito ‘Scommetto che ti &egrave piaciuto mostrargli le tette e che ti sei bagnata ora vediamo.’ sotto la tovaglia le infilo la mano sotto la gonna .. la spingo fra le cosce .. ha le mutande zuppe ‘Ehmmm .. non solo ti &egrave piaciuto ma ti sei anche eccitata.’
Torna il cameriere porta il vino per me e la coca cola per Carla, col pretesto di sistemare bicchieri e bevande si china sopra il tavolo e lancia una occhiata piena di bramosia sulle tette di Carla, lei sorridendo gli lancia uno sguardo assassino mettendo così il poveretto in totale confusione.
Poco dopo il giovanotto torna con le pizze, altra occhiata alle tette di Carla che, divertita si muove quel tanto che serve per facilitare la vista.
Mangiamo, e ci divertiamo alle spalle del cameriere che, dal bancone mangia Carla con gli occhi, lei con finta casualità si muove sulla sedia, &egrave voltata verso il bancone, si china in avanti per parlarmi, non che fosse necessario, ma così mostra le tette al cameriere, accavalla le gambe tirandosi sù un po’ la gonna per mettere in mostra le cosce.
Lei si alza, mi stampa un bacio sulle labbra ‘Vado in bagno .. aspettami eh! non fare scherzi.’ senza aspettare la mia risposta se ne va sculettando verso il bagno.
La seguo con gli occhi, poi mi distraggo per mangiare l’ultimo boccone, quando alzo gli occhi, vedo che il cameriere non c’&egrave più, sul momento non ci faccio caso, però passati 10 minuti, incomincio a domandarmi che succede in quel bagno?
Ed ecco che si apre la porta del bagno, esce Carla, &egrave sorridente e sembra soddisfatta, come il gatto che ha appena mangiato il topo, si siede al tavolo e mi fissa con quello sguardo malizioso che mi fa tirare il cazzo.
‘Pensa un po’ … quel piccolo bastardo, solo perché gli ho concesso di guardarmi le tette e le cosce, credeva di poter permettersi certe libertà … va bene che come dici tu sono una puttana ed una troia .. ma &egrave solo con chi voglio io .. almeno per ora .. in futuro non so … comunque ero davanti al lavandino .. mi lavavo le mani e lui &egrave entrato, ha chiuso la porta, si &egrave posto alla mia spalle e mi ha abbracciata … mi ha tirato su il magliocino e mi palpava le tette baciandomi su collo, non sapevo come divincolarmi, allora gli ho messo una mano sul cazzo … bello duro però .. glielo stretto forte .. non gli ho fatto una sega .. d’altronde non era la mia intenzione … &egrave venuto subito dentro i pantaloni.. mi ha lasciata andare e sono scappata … toh eccolo il figlio di Allah che crede che tutte le donne sono sue!’
‘Ti ha fatto del male?’
‘No .. per niente anzi, mi palpava le tette delicatamente .. ‘
‘Beh .. allora lasciamo perdere .. però i padroni del locale farebbero bene a tenerlo d’occhio.’
Mi alzo e vado al banco per pagare, il cameriere mi guarda malevole, ma quando lo fisso, abbassa gli occhi e sparisce.
Usciamo per tornare indietro, devo riportare Carla in albergo e telefonare a mia moglie.
Carla, anche se lo nega, &egrave rimasta eccitata da quella sua piccola disavventura in bagno, si volta verso di me, e mentre parla mi accarezza la nuca, inizia a parlare di fantasie erotiche.
‘Sai quale &egrave un mio sogno ricorrente? dopo mi sveglio sempre bagnata con la mano sulla figa a masturbarmi.’
‘No quale &egrave quel sogno tanto eccitante da farti bagnare il letto?’
‘Mi sogno di fare sesso in pubblico, a volta in un portone con la gente che passa, altre volte al parco su un prato e ci guardano, oppure in una casa .. noi scopiamo e c’&egrave gente attorno al letto che ci guarda, sembra quasi che gli uomini aspettino il loro turno per scoparmi.’
‘Cavoli Carla, ma che ci fai ancora in convento? non &egrave il tuo posto … tu sei nata per fare l’amore.’
Carla mi fissa divertita ‘E quale sarebbe il mio posto? e cosa intendi dicendo che sono nata per fare l’amore?’
Esito un momento prima di rispondere, non vorrei ferirla essendo troppo esplicito, ma non trovo alternativa, così mi decido a parlare.
Ridacchio ‘E’ semplice, con il temperamento che ti ritrovi, staresti meglio in un bordello che in convento, e poi sei nata troia per fare la puttana.’
Lei scoppia dal ridere e ribatte ‘Va bene .. non c’&egrave problema mi piace come sono .. a te dà fastidio se sono troia e puttana?’
‘No tesoro, per niente.’
‘Sei un amore.’ mi prende il viso fra le mani e mi bacia in bocca .. un bacio appassionato.
Giungiamo vicino al suo albergo, fermo la macchina …, ci abbracciamo … ci baciamo … le metto la mano sotto la gonna .. scosto l’orlo delle mutandine e la scopo con due dita nella figa, lei mi apre i jeans e si impossessa del mio cazzo lo sega.
Carla viene singhiozzando di piacere … si muove .. abbassa il viso e prende in bocca il cazzo, non deve impegnarsi molto ero già pronto a venire … le riempio la bocca con il mio sperma.
Lei mi guarda e con voce dolce mi dice ‘Amore ti sognerò questa notte, e tu mi sognerai?’
‘Si ti sognerò .. voglio le tue mutandine … le annuserò .. le leccherò e mi farò una sega dentro così domani te le rendo sporche di sperma:’
Lei non dice niente … solleva il bacino e si sfila le mutandine per consegnarmele, ci baciamo con il solito ardore, lei scende dalla macchina e la vedo sparire nell’albergo.

per commenti brubu@yahoo.it Il sole della mattina filtrando fra le stecche della tapparella mi sveglia, sbadiglio, mi stiro e guardo l’ora … le 7:25 … c’&egrave tempo .. rimango disteso sulla schiena, le mani con le dita incrociate sotto la nuca e ripenso alla serata di ieri, al solo pensiero il mio guerriero si alza pronto alla tenzone, &egrave ancora avvolto nelle mutandine di Carla, dove ora sono mescolati il suo miele ed il mio sperma.
Ieri sera appena tornato a casa ho telefonato a mia moglie poi sono andato in bagno, mi sono liberato la vescica, mi sono denudato e portandomi quelle mutandine come un trofeo sono andato a letto, le ho annusate per respirare ancora il profumo della figa di Carla, le ho leccate e succhiate per godermi il suo sapore, ed infine le ho usate per avvolgermi il cazzo per una megasega, perso nella visione del corpo della mia amante, non riuscivo a credere nella mia fortuna … quella di avere una donna bella .. giovane … puttana e troia a mia disposizione.
Mi alzo finalmente, vado in bagno per espletare le mie attività mattutine, faccio la doccia, sempre pensando a Carla … come vorrei fare la doccia insieme a lei .. che stupido che sono, non c’&egrave niente di più facile, avremo tutto il pomeriggio per questo.
Sono pronto, pulito, sbarbato, odorando di docciaschiuma e di dopobarba, tirato a lucido, vestito casual, esco e vado alla macchina, parto verso una seconda giornata di delirio sessuale.
Arrivo in albergo, chiedo al portiere di avvisare Carla della mia presenza, quello annuisce e mi guarda con in misto di curiosità e d’invidia, scommetto che pagherebbe per conoscere la reale natura dei nostri rapporti.
Dopo pochi minuti arriva Carla, solare e splendida come sempre, indossa una gonna di jeans lunga fino a metà delle cosce, che così mette in mostra le sue belle gambe nude, una camicetta di seta bianca, che lei porta fuori dalla cinta della gonna con i lembi legati sul davanti, insomma quello che basta per mostrare l’ombelico, e poi la indossa sbottonata quasi fino alla punta della sterno, ovviamente non porta il reggiseno, mi si avvicina sculettando e mi stampa un bacio sulla guancia.
‘Buongiorno, hai dormito bene?’ chiede sorridendo, con un lampo di malizia negli occhi, poi riprendere ‘Io ho fatto tanto di quei sogni, tutti più belli l’uno dell’altro.’
‘Buongiorno cara, ho dormito bene ed anche io ho fatto dei sogni meravigliosi’ dalla tasca estrae le mutandine ottenute la sera precedente, e di nascosto gliele metto in mano.
‘Puoi controllare da te quanto bello era il mio sogno.’ le dico fingendomi molto serio.
Carla ridacchia, e voltandosi per non essere vista dal portiere, annusa il piccolo indumento.
‘Mhhhhh .. dal profumo capisco che lo hai trattato bene’ avvicina la bocca al mio orecchio ‘Sei un adorabile porco, io sono la tua troia e ti amo.’
Il portiere guarda Carla con palese libidine, esce dal suo banco e si affretta per sparire dentro il bagno.
Carla lo guarda divertita e mi sussurra ‘Scommetto che va a farsi una sega, ieri sera mi ha seguita parlando e facendomi domanda fino alla porta della camera.’ e mi racconta che la sera precedente, egli le ha chiesto se era lì per turismo o per lavoro, lei gli ha risposto che era lì per lavoro e che io ero un suo collega, spiegazione che non sembra averlo convinto, visto il modo con il quale l’uomo mi guardava, ma in fondo a me e neanche a Carla non ce ne importa niente, pensi pure quello che vuole, chi vede soffre e chi mostra gode.
Ridiamo allegri ed andiamo a prendere l’autobus, anche questa mattina siamo stretti come sardine in scatola, veramente non &egrave che mi spiace, ad ogni curva oppure accelerazione o frenata siamo letteralmente sballottati, anzi mi piace molto, parliamo piano, non riteniamo necessario di mettere tutti al corrente dei nostri affari.
Ad un certo punto, dopo l’ennesima frenata un po’ brusca, Carla cambia espressione, prima perplessa poi quasi divertita, mi sussurra ‘Cambiano posto, vado al tuo e tu ti metti al mio, vediamo se quello troverà tuo culo attraente come il mio.’
Annuisco ed al prezzo di faticose acrobazie, fra gli sguardi seccati degli altri passeggeri disturbati dei nostri movimenti, riusciamo a spostarci, intanto il palpatore, non potendo muoversi gira il viso da un altra parte facendo finta di niente.
Eccoci finalmente arrivati al capolinea, scendiamo ed andiamo a prendere il vaporetto per raggiungere le Fondamenta Nuove, siamo seduti vicino tenendoci per mano, incurante degli sguardi curiosi degli altri passeggeri.
Il battello &egrave stracarico di turisti tedeschi, che non ci badano, impegnati come sono a scattare fotografie e ad assillare la loro guida di domande, siamo sul ponte un po’ spintonati a causa del beccheggio e del rollio che scuote il natante.
Carla mi si stringe e mi mormora ‘Amore, ho voglia di te … sai ho una piccola sorpresa per te .. sono certo che ti piacerà.’
‘Che sorpresa amore?’ chiedo curioso, lei ride allegra.
‘Sii paziente, non aver fretta, vedrai.’ si volta a guardare la laguna, il battello si inoltra nel canale che separa Mazzorbo da Burano dove va ad attraccare.
‘Non scendiamo?’ mi domanda Carla vedendo che non mi muovo.
‘Non ancora, andiamo fino a Torcello .. vedrai ti piacerà, c’&egrave una cattedrale ora in rovina e la locanda Cipriani, quello dell’Harry’s Bar, vi abitano sì e no una ventina di persone che coltivano degli ortaggi, una volta era una grande città ma le pestilenze e la palude l’hanno ridotta così come &egrave ora.’
Carla si sporge per tentare di vedere l’isola, dopo un po’ mi dice ‘E’ quella l’isola di Torcello?’
Guardo e vedo il campanile romanico della cattedrale spuntare sopra le cime degli alberi.
‘Sì questa &egrave Torcello .. ora sbarchiamo.’
Il battello attracca, e scendiamo a terra, la comitiva dei turisti tedeschi, seguendo la loro guida si dirige verso la locanda Cipriani, noi proseguiamo verso la cattedrale per un sentiero sterrato che si snoda fra orti e terreni incolti, solo altre 4 coppiette, certamente sposini in viaggio di nozze, seguono il nostro stesso percorso, camminano lenti guardando il paesaggio e fermandosi spesso ad osservare qualche dettaglio o scattare fotografie.
Dopo qualche minuti li distanziamo, attorno a noi, sui due lati del sentiero la vegetazione &egrave incolta, vi crescono soltanto lunghe canne, vedo uno spazio per inoltrarsi all’interno di qualche passi e stringendo Carla per la vita la trascino fra le canne.
Appena nascosti dagli sguardi indiscreti da quel fragile riparo, ci stringiamo, ci baciamo, ci accarezziamo.
‘Amore ora &egrave il momento di farti la sorpresa.’ dice Carla in tono malizioso.
Non esito, insinuo la mano sotto la sua sottana, risalgo all’interno delle cosce … cavoli! quella puttanella non indossa le mutandine, ma non solo questo, si &egrave completamente depilata la figa.
Carla mi fissa ‘Ti piace la mia sorpresa … vediamo se ti fa effetto.’ tira giù la cerniera dei miei jeans … li abbassa così come abbassa i miei slip e si impossessa del mio cazzo già pronto.
Le accarezzo la figa nuda, ma lei mi ferma ‘Aspetta amore … voglio fare una cosa alla quale penso da tanto tempo.’ si alza la gonna mostrandomi la figa ed inizia ad accarezzarsela.
‘Guarda amore cosa faccio … ti piace guardarmi tesoro .. vedere la tua donna fare la troia? sono abbastanza puttana per te? dai fatti una sega che voglio vederti venire voglio vedere il tuo cazzo schizzare la tua sborra … dai fammi contenta.’
Continua a masturbarsi di fronte a me … ansima e geme .. tiene gli occhi fissi sulla mia mano che stringe il cazzo mentre il polso si muove rapido.
Dietro di noi sul sentiero, si sente un rumore di passi, ma oramai siamo andati troppo avanti … non siamo più in grado di fermarci … i passi si fermano .. ma non ci interessa … guardino pure .. un rumore di canne mosse ed improvvisamente a pochi passi da noi si materializza una coppia .. ci guardano .. poi si buttano letteralmente nelle braccio l’una dell’altro ed iniziano a baciarsi … l’uomo solleva la gonna della donna .. tira fuori il cazzo e glielo mette dentro .. ci guardano .. Carla se ne accorge … sorride eccitata e si gira leggermente di modo da fare vedere cosa sta facendo … l’uomo sbarra gli occhi e sussurra qualcosa all’orecchio della donna che miagola sotto i colpi del cazzo nella propria figa.
Si muovono piano … bastano pochi passi e ci sono vicini .. senza smettere di scopare la sua donna l’uomo allunga la mano verso la figa di Carla .. le allontana la mano ed inizia a scoparla con due dita .. la donna invece afferra il mio cazzo e lo mena con vigore .. basta poco e rantolando … gemendo … mugolando .. veniamo tutti e quattro.
Ci guardiamo increduli … forse a disagio … non saprei .. Carla sorride ai due .. mi mette le dita in bocca ‘Dai succhia lo so che ti piace:’ si abbassa la gonna, io mi ricompongo, salutiamo i nostri partner improvvisati per allontanarci, ma l’uomo ci ferma dicendo ‘Scusate non vorrete andar via così dopo quello che &egrave successo fra di noi, potremmo stare insieme fino a stasera .. chissà che ci divertiamo ancora.’ mentre parla squadra Carla con uno sguardo libidinoso.
Guardo Carla, aspetto che parli, lei mi sorride poi guarda l’uomo ‘Per me va bene, ma non sperare di scoparmi, potrei guardarmi e forse anche toccarmi come hai fatto prima ma niente di più.’
L’uomo sembra deluso ma annuisce in segno di accettazione, la donna, un bella bionda, carina e con tutte le curve al posto giusto, fa un sorriso di approvazione a Carla.
Insieme ci avviamo verso la cattedrale, &egrave piuttosto malandata, non c’&egrave niente di molto speciale da vedere, ma quella passeggiata ci serve per rilassarci e sentirci tutti quanti al nostro agio.
Carla ci precede a braccetto con Maria, così si chiama la bionda, parlano fitto fitto e non sapremo mai cosa si dicono.
L’uomo, ce si chiama Alberto, rimane con me, mi dice che già sul battello ci aveva notato ed era rimasto incantato da Carla, si spinge al punto di offrirmi di scambiarci le donne per scopare, ma dopo aver sentito cosa aveva detto lei, si sarebbe accontentato di guardarci scopare e di chiavare sua moglie di fronte a noi.
Gli rispondo che se doveva capitare sarebbe successo, ma che non facevo piani per forzare le circostanze in quella direzione, ogni tanto Carla si volta .. mi sorride e mi soffia un bacio.
Insieme ai nostri nuovi amici, riprendiamo il battello, visitiamo Burano e poi Murano, Carla compra qualche regali da portarsi a casa per i suoi parenti, prima tornare a Venezia e di andare a pranzo.
A tavola, sono seduto di fronte a Maria, accanto a Carla che ha di fronte Alberto, questi non sembrano disposti ad accantonare il progetto di scambio di partner.
Sento la mano di Carla sulla mia coscia, ma anche il piedino di Maria che si insinua fra le mie gambe per raggiungere il mio membro, sono un po’ imbarazzato non sapendo come reagire.
Carla invece si diverte, si &egrave accorta del maneggio e lascia che Maria faccia quello che vuole, allunga la mano e le afferra il piede, lo preme sul mio cazzo e lo usa per accarezzarmi.
Si china verso di me e mi bacia sul collo, poi si volta verso Alberto che fa il cascamorto e con aria soave gli dice ‘Non sforzarti, tanto non serve, ti ho detto quali erano i limiti, mi piace il tuo piede sulla figa, ma non te la darò, se ti piace guardare, per me va bene, forse potrai anche toccare ma niente di più …’ intanto allarga le cosce per lasciare il piede di Alberto toccarle la figa.
Maria si alza, guarda Carla ‘Vieni in bagno con me, non mi piace andarci da sola.’
Carla sorride e si alza .. vanno in bagno sculettando tutte e due .. la mora e la bionda.
Finito il pranzo ce ne andiamo .. andremo a casa di Alberto e Maria che abitano in un paese non troppo distante di Venezia.
Sarà un pomeriggio speciale …

per commenti brubu@yahoo.it Percorriamo la SS13, passato Treviso, Spresiano, Susegana andiamo verso Conegliano, guido attento per non perdere di vista la C3 di Alberto che ci precede di un centinaio di metri, stiamo inoltrandoci fra le colline, la strada sale in modo quasi insensibile ma continuo.
Carla si diverte a stuzzicarmi, posato il braccio sullo schienale del mio sedile, con la mano mi accarezza la nuca, il collo, le spalle, la passa nei miei capelli, vuole la mia attenzione che, purtroppo non le posso accordare come vorrebbe lei.
E’ seduta sul sedile, con le gambe ripiegate, sotto il sedere, tiene le cosce un po’ scostate, non capisco se lo fa di proposito o se &egrave solo un caso, il fatto &egrave che così il profumo della sua figa si espande nella macchina e mi fa tirare il cazzo.
Lei se ne accorge, ma visto che continuo a guidare senza metterle la mano fra le gambe, decide di scoprire il motivo della mia presunta freddezza.
‘Amore .. sei arrabbiato con me? forse perché ho lasciato che Alberto mi scopasse con le dita, oppure perché ho lasciato che mi accarezzi la figa col piede al ristorante? dai non fare così, in fondo non gli ho dato niente, ho solo preso il mio piacere da lui .. e poi anche tu .. Maria ti ha fatto una bella sega ed al ristorante ti ha accarezzato il cazzo col piede:’
Ridacchio ‘No tesoro non sono arrabbiato lo so che non hai dato niente .. hai solo preso .. in quanto al piede di Maria .. se ricordo bene lo stavi guidando tu sul mio cazzo.’
Per un attimo rimaniamo in silenzio, poi le chiedo ‘Perché Maria ha voluto essere accompagnata da te per andare in bagno?’
Li scoppia dal ridere ‘Non ci crederesti .. mi ha baciata .. un bacio vero con la lingua .. non me lo aspettavo .. ma non sono stata capace di respingerla, mi piaceva e mi sono bagnata, mi ha detto che non vedeva l’ora di leccarmi la figa mentre tu la scopavi ed io succhiavo il cazzo di Alberto .. pensa che fantasia!’
Rido a mia volta ‘Però hai potuto soddisfare una delle tue fantasie .. abbiamo fatto l’amore in pubblico ..’
‘Eheheh .. sì però non me lo immaginavo così, quello che vorrei &egrave essere nudi a letto a divertirci mentre ci guardano .. pensa amore, scoparmi di fronte ad Alberto e Maria che eccitati si masturbano guardandoci.’
‘Carla sei una spudorata, una puttana senza ritegno … una troia senza freni .. ‘
Lei ride ancora ‘Sì sì mio grosso porco, però ti piace che io sia una spudorata, una puttana senza ritegno ed una troia senza freni .. sù confessa.’
‘Certo che mi piace, tu mi piaci comunque ..’
Non finisco la mia frase .. lei mi interrompe ridendo ‘Amore sai perché rido? no non lo sai ora te lo dico .. mi sono venute in mente le mie consorelle .. pie donne, le più vecchie incartapecorita .. rinsecchite .. arride, le più giovani intente a lottare con le tempeste ormonali ed a masturbarsi per poi sprofondare nel rimorso .. se sapessero cosa sto facendo e come mi diverto … non oso neanche pensare alle reazioni delle alte sfere.’
‘Carla cosa ci fai ancora in convento?’
Li scuote il capo seria ‘A volta me lo domando seriamente, devo prendere una decisione sul mio futuro finché sono ancora abbastanza giovane.’
Annuisco ‘ Dovresti farlo in fretta credo, ma non voglio spingerti a farlo, deve essere una decisione tua.’
A volta Carla &egrave incoerente, e me ne dà la prova subito, allegra dice ‘Bando ai discorsi seri, siamo qui per divertirci.’ e lasciando stare la mia nuca, mi mette la mano sul cazzo.
Vorrei anche io mettere la mia mano da qualche parte, per esempio fra le sue cosce per palparle la figa, ma in quel momento Alberto mette la freccia, gira a sinistra imboccando una strada fra i vigneti che sale sulla collina.
Dopo poche centinai di metri, sulla nostra sinistra c’&egrave un cancello che si apre su un viale che porta ad una costruzione bassa, sicuramente vecchia, ma un buono stato, i muri sono di pietra a vista, le finestre chiuse sono protette da imposte di legno verniciate ed il tetto &egrave coperto di tegole rosse, sulla sinistra della casa si può vedere una barchessa, ora usata, da quello che vedo, come rimessa, magazzino e garage, vi si dirige Alberto e parcheggia la macchina, esce e mi fa segno di parcheggiare lì a mia volta, raccolgo l’invito e vado a fermarmi all’interno della costruzione, Carla osserva tutto in silenzio, &egrave curiosa, non ha mai visto niente di simile.
Appena siamo fuori, Maria prende Carla sottobraccio e si avviano verso la casa, con Alberto seguo le donne.
L’interno della casa mi lascio leggermente sorpreso, dall’esterno sembra un rustico, invece l’interno mostra ancorai segni di un antico splendore, mentre Alberto apre le imposte per lasciare entrare la luce, Maria ci fa accomodare in un vasto salotto, c’&egrave un grande divano, dove ci invita a sederci, diverse poltrone, tavolini, un angolo bar. un televisore, una libreria e di fronte alla porta un grande caminetto di marmo.
Ci sediamo, Maria va verso il bar e quasi subito torna con un vassoio e quattro coppe da spumante, in quel momento giunge Alberto con un paio di bottiglie di prosecco, ne stappa una e riempie le coppe, alza la sua ‘Alla nostra salute .. al nostro incontro.’ brindiamo e beviamo.
Carla beve, direi quasi mugolando di piacere, mi guarda sorridendo ‘Che buono! … non ne avevo mai bevuto.’ Alberto non aspetta, torna a riempire la coppa di Carla. la quale sorride .. e beve tutto d’un colpo e di nuovo l’uomo le riempie la coppa, il suo scopo mi sembra evidente … vuole fare ubriacare Carla, sperando di poter così superare la sua resistenza … ma non &egrave la sola a bere .. anche Maria beve come una spugna … i risultati non si fanno attendere le donne diventano sempre più troie.
Carla sospira lamentandosi per il caldo, si sbottona completamente la camicetta mettendo le tette in mostra, Maria sbarra gli occhi ‘Che belle tette che hai!’ allunga la mano ed accarezza il seno di Carla, poi riprende ‘ Guarda le mie .. sono più piccole ma sono belle sode.’ mentre parla si libera del golfino e del reggiseno, rimanendo nuda dalla cinta in sù.
Carla si lascia accarezzare le tette mugolando, porge il braccio tendendo il bicchiere verso Alberto, che non aspettava altro e glielo riempie, lei beve e poi posa la mano sul petto di Maria e le impasta le tette.
Alberto, rivolgendosi a Maria dice ‘Dai puttana cosa aspetti per toglierti la gonna, fai vedere ai nostri amici che grande troia sei.’
Senza esitare Maria solleva il bacino si sfila la gonna ed il perizoma … rimane nuda mostrando una bella figa depilata e lucida di umori … Carla che non vuole stare indietro non perde un istante e si sfila la minigonna .. apre le gambe .. la figa &egrave esposta .. Alberto guarda arrapato si inginocchia fra le cosce di Carla .. versa piano il prosecco sulla figa e lappa .. Carla sussulta … vuota il suo bicchiere e mormora ‘Ancora’ porgendo la coppa, a malincuore l’uomo si alza e riempie la coppa, ne approfitto e mi inginocchio fra le cosce della mia amante, lei sorride e piano si versa il vino sulla figa dicendo ‘Bevi amore mio.’ ed io bevo e lecco.
Maria su &egrave allontanata un po’ ci guarda masturbandosi … Alberto in fretta si spoglia e si inginocchia fra le cosce di sua moglie .. verso il prosecco sulla figa e beve il vino che cola.
Carla &egrave completamente partita, guarda Maria con un sorriso malizioso ‘Ma tu non volevi leccarmi la figa? cosa aspetti per farlo.’
Maria allontana Alberto, si inginocchia fra le cosce di Carla ed inizia a leccarla; Carla geme e mugola … mi guarda con un espressione da troia stampata sul viso ‘Dai mettiglielo dentro … non aspetta altro.’
Guardo Alberto, questo non sembra minimamente turbato … mi metto dietro Maria e la monto alla pecorina .. il cazzo non entra … scivola come risucchiato da quella figa fradicia, intanto Alberto ha messo il cazzo in bocca a Carla che lecca .. succhia … masturba.
Spingo il cazzo sempre più forte nella figa di Maria, la quale spinge a sua volta il culo verso di me, così per non farle mancare niente le metto due dita nel culo, Maria impegnata come &egrave a leccare Carla non dice niente, inarca la schiena per sentire meglio quelle dita che le frugano il retto, Carla mugola succhiando il cazzo di Alberto, il quale non ragiona più .. versa il prosecco sulle tette di Carla, sulla testa e sulla schiena di Maria e beve direttamente dalla bottiglia.
E’ un esplosione di gemiti … di mugoli … di rantoli e di ansimi .. veniamo tutti e quattro, io schizzo la mia sborra nella figa di Maria,. Alberto la sua in bocca a Carla che ingoia tranquillamente, questa viene in bocca a Maria. la quale quando arriva mi bagna fino alla palle.
Sembra che io sia l’unico a non essere completamente sbronzo, Carla non essendo abituata a bere &egrave euforica, fortunatamente ha la sbronza allegra e ride di continuo, Maria &egrave coccola .. bacia ed accarezza tutti … Alberto &egrave eccitato oltre misura, esibisce fieramente il suo cazzo eretto, non ha rinunciato al suo obiettivo di scoparsi Carla, continua a darle da bere sperando di ubriacarla completamente e di ammansirla così.
Carla si stringe a me, mi bacia sul collo, mi sussurra ‘Amore ti &egrave piaciuto scopare Maria?’
Sorrido, sussurrando rispondo ‘Tesoro preferisco la tua figa, comunque Maria non &egrave male, e tu come &egrave stato succhiare il cazzo di Alberto?’
Mi fissa seria ‘Mi piace succhiare il cazzo, però preferisco il tuo sapore amore, ma &egrave solo questione di gusto.’
Alberto stappa una terza o forse una quarta bottiglia, ne da a tutti poi si attacca al collo della bottiglia, non la finisce .. crolla ubriaco fradicio.
Maria lo guarda scuotendo il capo, mi guarda quasi implorante ‘Mi aiuti a metterlo a letto?’
‘Certo, cara’ ci alziamo e Carla mi da un calcio, la guardo sorpreso ma non dico niente, portiamo Alberto nel suo letto e mentre Maria lo sistema torniamo nel salotto
‘Perché mi hai dato un calcio?’
Lei mi fissa seria ‘Cara!!! che sono queste confidenze? eh me lo puoi spiegare?’
Cado dalle nuvole ‘Cazzo Carla, meno di un ora fa mi incoraggiavi a scoparla e succhiavi il cazzo di Alberto, tutto questo senza problemi, ora per una sola parola ti incazzi e sei gelosa.’
Lei aggrotta la fronte ‘Scusami amore, sono gelosa del tuo amore, il sesso non c’entra &egrave solo piacere fisico .. non sentimenti. ma cara &egrave intimo.’
La guardo esterrefatto ‘Cavoli Carla! se questo &egrave il tuo punto di visto farò in modo di rispettarlo e di non darti altri dispiacere.’
Lei sorride e mi bacia.
Intanto &egrave tornata Maria ed &egrave venuta a sedersi accanto a me, così siamo tutti e tre sul divano. ancora nudi, abbracciati e farci coccole, io in mezzo a quelle due puttanelle che sembrano non averne mai abbastanza.
Maria me lo prende in bocca mentre Carla mi bacia con passione e sospira.
‘Perché sospiri amore?’
‘Ho voglia di te, vorrei sentirti dentro di me .. sentire il tua cazzo che colma la mia figa, ecco perché sospiro.’
‘Ma tesoro, sei stata tu a rifiutare di farti scopare.’
‘Lo so .. ma ora non so più che fare.’
Maria ascolta il nostro discorso in silenzio, lascia andare il mio cazzo e si alza .. va verso la camera, poco dopo torna con in mano un cazzo di plastica blu, di dimensioni notevoli, lo porge a Carla.
‘Prova con questo, non c’&egrave pericolo di rimanere incinta:’
Carla lo prende, lo esamina, sembra indecisa, poi scuote la testa ‘No Maria ti ringrazio, se devo perdere la mia verginità sarà con il mio amore, non con un altro uomo o con un pezzo di plastica, però dopo mi piacerebbe provarlo.’
Maria ride ‘Hai ragione, comunque questo puoi tenerlo, te lo regalo .. ne ho altri.’
‘Oh! grazie Maria .. &egrave un bel regalo .. ma ora che facciamo:’
‘Io direi di rivestirci almeno sommariamente .. aspettiamo che Alberto si svegli … non possiamo andare via lasciando Maria sola.’
Carla annuisce e Maria mi guarda riconoscente … mi bacia ‘Grazie sei gentile.’
Penso che come si sono messe le cose dovremo passare la serata nella casa di Alberto e Maria, ma questo lo racconterò a cose avvenute.

per commenti brubu@yahoo,it Lentamente avevamo recuperato il fiato, le ragazze erano ancora in preda ai fumi dell’alcol, ma avevano ritrovato l’energia e la voglia di divertirsi, ed &egrave così che dalle coccole eravamo inevitabilmente tornati alle carezze ed ai palpeggiamenti più audaci, per ritrovarci di nuovo nudi in breve tempo.
Ero disteso supino, Carla era messa a cavalcioni sul mio viso, il busto piegato in avanti, si sosteneva con le mani appoggiate sul divano ad una trentina di cm. dalla mia testa, la figa era sulla mia bocca, succhiavo .. leccavo e mordicchiavo il clito facendola gemere, oppure spingevo la lingua all’interno della figa … altri gemiti e lamenti di piacere … fiotti di miele, che non riuscivo a bere tale era la quantità prodotta dalla figa, mi bagnavano la faccia.
Maria invece, dopo avermi succhiato il cazzo diligentemente, mi era salita sopra, aprendo bene le gambe, si era impalata sul mio arnese, non mi scopava era diverso … più selvaggio … mi cavalcava con una foga ed una maestria degna d’encomio.
Tenevo le mani sul culo di Carla, lasciva il medio della mano sinistra scivolare lentamente nel solco che divide i due globi del culo della mia amante, avendo trovato il buchino nascosto vi spingevo il dito.
‘Ahhh … 0ohhh …. sììì … cosìì … amore … non fermarti … che belloooo.’
Sentimmo la voce di Maria ‘Ti piace prenderlo nel culo puttana .. ora ci penso io a sfondarti quel culo da troia .. te lo allargherò come si conviene ad una porca come te.’
Alle parole seguono i fatti, Maria scosta la mia mano dal culo di Carla e così senza preliminari appoggia sul buchino un dildo di buona dimensione e spinge, lentamente ma costantemente,
Carla sussulta, si dimena .. cerca di resistere a quella penetrazione innaturale .. inarca la schiena ottenendo così il solo risultato di aiutare Maria a spingerle dentro quel cazzo di plastica.
Urla e preme ancora di più la figa sulla mia bocca ‘AAHHHH mi spacchi il culo … mi fai male ahhhhhh fermati.’
Le sue invocazioni rimangono senza, Maria, con un piacere quasi sadico, le schiaffeggia i glutei e spinge il dildo per tutta la sua lunghezza … continua a cavalcarmi con rinnovato energia.
‘Taci puttana .. non fingere .. lo so che ti piace … dai ammettilo … ti piace eh farti sfondare il culo? lo sappiamo che sei una troia … sù dillo che ti piace … cosa aspetti.’
Altri schiaffi sul culo, altri sussulti di Carla, non vedo cosa succede schiacciato come sono sotto le due donne, vedo solo il pancino di Carla, questa ora sembra rilassarsi… struscia la figa sulla mia bocca spingendo il culo indietro come per andare incontro a quel finto cazzo che la possiede.
‘Brava .. così si fa .. spingi il culo indietro cara … ora ti piace eh?’
‘Ahhh … sììì … mi piace … ohhh … che bello … amore me lo metterai dentro vero? … godoooo?’
Maria la incalza ‘Che puttana che sei Carla … una troia … non ho mai incontrato una porca come te .. ammettilo sei una troia … una puttana … sei peggio di una prostituta .. forza dillo.’
‘Sì .. lo so sono una troia ed una puttana … più porca delle puttane … dai non fermarti … scopami il culo … mi piace .. sto godendo.’
Maria si irrigidisce … stringe le cosce su di me … &egrave scossa dall’orgasmo …. sento il suo miele colare e bagnarmi il pube .. il ventre .. le cosce tanto &egrave abbondante … si ferma prima di lasciarsi andare sul divano.
Non aspetto altro … stacco la bocca dalla figa di Carla .. esco da sotto di lei e senza lasciarle il tempo di muoversi mi inginocchio dietro le sue chiappe … sfilo il dildo dal suo culo e la inculo.
‘Ahhh … amore!!!! me lo metti nel culo tesoro … dai inculami … fammi godere … ohhhh che bellooo … amoreee … non sapevo … troppo bello.’
Le scopo il culo cercando di resistere allo voglia di sborrare … lei mugola .. geme … ansimo .. si tocca le tette … si accarezza la figa .. poi un urlo …
‘Vengoooooooo …. amoreeee … vengooooo … ooohhhh!’
Non mi trattengo più le inondo le viscere di sperma … e lei spinge il culo indietro … per tutto il tempo che ci metto a venire poi si lascia andare, si distende bocconi .. le gambe scostate … vedo la figa rilasciare miele in abbondanza ed il mio sperma che lentamente fuoriesce fra le natiche … tutto si mescola …
Maria, che intanto si &egrave inginocchiata al mio fianco, allunga la mano per raccogliere tutto … si porta la mano alla bocca e si succhia le dita .
‘Mhhh che buono … ‘ mi guarda seria ‘Vuoi gustare il mio sapore?’ senza aspettare la mia risposta, si mette l’altra mano fra le cosce, raccoglie i suoi umori e mi porge le dita, succhio e lecco.
‘Emhhh … buono il tuo miele … diverso da quello di Carla ma buono.’
Lei sorride e mi bacia con passione ‘Grazie … sai Alberto non sembra apprezzarlo.’
‘Mah … se non lo apprezza significa che non ci capisce niente .. il tuo miele &egrave di prima qualità .. salato e profumato al punto giusto .. quello di Carla &egrave più dolce ma più profumato’
Carla si gira e ci guarda sorridendo ‘Amore … non sapevo che era tanto bello farsi inculare, lo farai ancora vero?’
‘Certo tesoro aspettando la tua figa.’
Ride ‘Ma se ti do la figa, dopo non mi farai più il culo.’ mi guarda maliziosa.
‘Non dire queste cose, ti scoperò la figa ed anche il culo, vedrai.’
‘Davvero!! allora se me lo prometti ti darò la figa prima di tornare a casa:’
‘Va bene deciderai tu quando, prima la figa e poi una bella inculata.’
Maria ridacchia ‘Carla .. mi meraviglio … una troia come te dovrebbe chiedere di essere scopata ed inculata allo stesso momento.’
Ridacchio ‘Maria .. io ho un cazzo solo … sarà un difetto ma &egrave così.’
Maria alza le spalle ‘Che scoperta! … lo so che hai un cazzo solo … l’ho provato con piacere .. ma per tornare all’inculata … non sono i cazzi che mancano.’ e chiude così l’argomento.
Carla si rannicchia contro di me per farsi coccolare, Maria si stende al mio fianco sdraiata sul fianco mi accarezza il petto, la vicinanza di quei due corpi morbidi, il profumo delle fighe che riempie la stanza mi fa tirare il cazzo, se ne accorgono.
‘Amore sei già pronto?’ chiede Carla.
Maria invece sbarra gli occhi … fa per prendere in mano il mio cazzo ma Carla &egrave più veloce.
‘E’ mio, non lo toccare.’ ringhia.
L’altra non si fa intimorire ‘E’ tuo! che barzelletta … non ti ha mai colmata la figa! la mia invece sente ancora la sua presenza .. ti fai inculare ma non gli dai la figa e poi dici .. &egrave mio .. ma va .. sei del tipo di troia che rende gli uomini impotenti.’
Carla accusa il colpo ‘Che vuoi dire? rendo gli uomini impotenti .. io?’
‘Certo … quel povero cazzo a furia di tirare a vuoto alla fine si stancherà e non si alzerà più.’
Carla mi guarda allarmata ‘E’ vero amore quello che dice Maria?’
Scuoto il capo serio ‘Beh tesoro .. non &egrave che succede così in pochi giorni .. ma alla lunga &egrave la fine che fa il cazzo .. a meno che non vada altrove a cercare un altra figa e ricominciare.’
‘Ma io non voglio che tu vada in cerca di un altra figa .. il cazzo &egrave mio.’
‘Amore … cosa ti ha detto Maria? forse un po’ brutalmente ma &egrave la verità … ed io non voglio diventare impotente:’
Carla mi guarda … cerca di dominarsi per non piangere ‘Perdonami amore .. te la darò subito se la vuoi ancora.’
‘Certo che la voglio .. ma non così .. quando sarà il momento te la chiederò.’
Lei mi bacia con passione … quasi mi soffoca di baci e carezze ed inevitabilmente il cazzo si erge prepotente e voglioso, se ne accorge e si struscia contro bagnandomi.
Non resisto molto alla tentazione e l’attiro sopra di me … mi sta sopra a cavalcioni .. le sue cosce mi stringono i fianchi .. lei appoggia la figa sul mio cazzo eretto e muove il bacino … si china sulla mia bocca e mi bacia con ardore .. io le stringo i fianchi con le mani e mi godo la carezza della figa sul cazzo.
Mormora ‘Scopami amore .. mettimi il tuo cazzo dentro .. lo voglio sentire dentro di me.’
‘Sei sicura tesoro di volerlo .. non farlo se non sei convinta.’
‘Amore lo voglio già da ieri, lo volevo ma avevo paura … ci ho pensato tutta la notte ed anche oggi … lo voglio … dammelo .. mettimelo dentro.’
‘Prendilo amore … devi soltanto guidarlo dentro ed abbassarti .. così se ti fa troppo male puoi fermarti quando vuoi.’
Si solleva appena .. prende il cazzo duro e rigido ed appoggia il glande sulle grandi labbra che apre con la mano libera … sfrega il glande sulle piccole labbra e sul clito .. poi si decide lo mette in posizione … chiude gli occhi e di colpo si abbassa … il cazzo penetra a forza nella figa .. che &egrave ben bagnata e questo facilita l’ingresso.
Maria inginocchiata accanto al divano guarda con occhi arrapati .. si passala lingua sule labbra secche … respira forte … il suo seno si solleva e si abbassa … si porta una mano fra le cosce e si masturba.
‘Brava Carla … così si fa .. scopalo cara … svuotagli le palle e non lo perderai.’
Carla sembra ben intenzionata a seguire il consiglio di Maria, perché dopo essere rimasta un momento ferma per abituare la figa alla presenza del mio cazzo, inizia a muoversi prima lentamente e poi sempre più velocemente . abbassa il busto su di me e mi bacia, la sua lingua mi fruga la bocca.
‘Amore ora sei mio .. ti scopo io … mamma mia … che bello .. ohh … amore godo … ahh sììì così … mhhhh.’
Non ce ne accorgiamo, siamo troppo impegnati, ma si &egrave svegliato Alberto ed entra nel salotto … vede il culo di Carla ben in vista .. non aspetta si smanetta il cazzo un attimo e viene dietro alla mia amante … un colpo di reni e la incula … Carla presa alla sprovvista urla spaventata .. ma subito si calma e collabora.
Tra un bacio e l’altro mormoro al sua orecchio ‘Ecco ora hai un cazzo nella figa ed un altro nel culo .. ti piace così?’
Lei ansima, rovescia la testa all’indietro, &egrave assente .. persa nel piacere … si muove sul mio cazzo ma spinge anche il culo verso il cazzo di Alberto .. dalla sua bocca esce un lungo lamento di piacere .. pronuncia parole senza senso.
‘Ohh !!!! mamma … Alberto … mi sta inculando …. sììì … cosììì … spingi più forte porco … fammi godere anche tu … amoree io ti scopo e quello mi incula … che bello due cazzi… ohhh’
Maria che &egrave rimasta sola non si scoraggia, prende un dildo e se lo spinge nelle figa muovendolo in fretta.
Avvicina la bocca all’orecchio di Carla ‘Ti piace eh? due cazzi … che troia che sei … sei nata puttana … sei una porca.’
Carla ascolta .. non sembra per niente disturbata annuisce ‘Sì lo so .. ma mi va bene così.’ non aggiunge altro e riprende a scoparmi con foga.
Ma tutto ha un fine, Alberto sborra nel culo di Carla e col cazzo moscio si ritira, Carla raggiunge un orgasmo che la lascia tramortita, io le inondo la figa del mio piacere ed anche Maria prova l’orgasmo.
Dopo un po’, Maria mi sussurra ‘Andiamo in bagno a fare la doccia, tu, Carla ed io … Alberto &egrave tornato in coma, ha bevuto troppo, ben gli sta …’
Andiamo in bagno … nella doccia stiamo un po’ stretti .. credo che &egrave proprio quello che voleva Maria che non perde occasione di strusciarsi sul mio cazzo o di premere il suo pube si quello di Carla.
Ci rivestiamo .. &egrave giunta l’ora di tornare indietro … Maria si avvicina a Carla…
‘Ti voglio fare un altro regalo aspetta ..’ se ne va in camera .. apre un cassetto e torna con una scatoletta .. l’apre .. nella scatoletta c’&egrave una cordicella ..sembra seta o nailon … vi sono attaccate altre tre cordicelle che sostengono ognuna una pallina di avorio o forse di plastica.
Carla guarda curiosa, non capisce cosa sono, io lo so ma lascio a Maria il compito di spiegarne l’uso alla mia amante, sorrido sarà una troia ma &egrave ingenua.
‘A cosa servono quelle palline.’
Maria la guarda, ride scuotendo la testa ‘Mamma mia, sei proprio indietro Carla, sdraiati ed apri le gambe, capirai subito:’
Carla mi guarda indecisa, le sorrido facendo un segno di assenso con la testa, lei si sdraia .. tira su la gonna ed apre le gambe.
Maria prende le palline .. ne spinge due nella figa e la terza nel culo.
‘Dai vieni sù ora e cammina un po’ sentirai.’
Carla ubbidisce perplessa, ma appena si mette a camminare, le palline si muovono nella figa e nel culo iniziando un massaggio erotico per lei inatteso .. mi guarda sorpresa &egrave senza parole.
Maria le domanda ‘Allora ti piace questo mio regalo? io lo uso sempre .. così mi tengo sempre pronta.’
Carla l’abbraccia ‘Grazie Maria .. non saprei come ringraziarti.’
‘Te lo dico io come ringraziarmi, portate mi via con voi, non voglio passare la notte con quell’ubriacone che quando si sveglierà starà male, sarà cattivo e me ne farà di tutti i colori.’
‘Di tutti i colori, dai più che scoparti .. incularti o pretendere un pompino cosa vuoi che ti faccia?’ dico io.
Maria arrossisce si morde le labbra .. finalmente si decide a parlare ‘Cosa mi farà … &egrave semplice .. telefonerà in giro ai suoi amici ed alle puttane che frequentava prima di sposarmi .. li inviterà .. mi scoperà di fronte a tutti e mi farà scopare da tutti quei figli di troie, ecco ti basta.’
‘Cazzo .. preparati ed andiamo via, ma cosa farai domani?’
‘Domani tornerò da mia madre … perché non mi tenete con voi per un po’?’
In fretta Maria prende una valigia, butta dentro alla rinfusa vestiti, lingerie ecc. prende anche un beauty case ci mette i suoi gioielli e si presenta pronta
Cavoli questa non me l’aspettavo, maledico la mia stupidità … non dovevo fidarmi .. volevamo trasgredire e divertirci ed ora mi ritrovo quel problema.
‘Non possiamo tenerti con noi, non conviviamo, io sono sposato e Carla dopodomani parte per tornare dei suoi, ma non temere non ti piantiamo in asso troveremo una soluzione al tuo problema.’
Partiamo e per prima cosa accompagniamo Carla in albergo, questa non &egrave per niente soddisfatta, con tono soave mi dice …
‘Aspettami .. vado a prendere il cambio e poi vengo con voi, dormiremo in tre a casa tua amore.’
In fondo preferisco così, almeno non dovrò sopportare scenate di gelosia e crisi di pianto, e come diceva Scarlett O’Hara ‘Domani &egrave un altro giorno’

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La macchina corre veloce sulla SS13, &egrave passata l’ora di punta, il traffico si &egrave diluito, solo di fronte ai ristoranti, alle trattorie ed ai locali pubblici c’&egrave qualche attività. Le donne sono silenziose, sul sedile posteriore, Maria rimane chiusa nei suoi pensieri, Carla seduta al mio fianco ha posato la mano sulla mia coscia, la muove piano, una carezza dolce, non mi stuzzica, sembra molto tranquilla, ma osservandola con la coda dell’occhio noto che stringe le cosce e le frega l’una all’altra, sorrido fra me e me, la puttanella si sta godendo le palline che Maria le ha infilato nelle figa.
Lungo la strada stazionano diverse giovani prostitute extra comunitarie, Carla le guarda curiose e perplesse.
‘Cosa fanno lì quelle ragazze?’
Questo &egrave troppo, Maria ed io scoppiamo dal ridere.
‘Aspettano i clienti.’ rispondo ancora scosso dalla risata.
Lei mi guarda indecisa poi chiede incerta ‘I clienti … e cosa vendono lì al buio sulla strada?’
‘La figa amore mio … vendono la figa … beh forse anche il culo e sicuramente la bocca .. insomma vendono sesso .. ecco la loro merce.’
Lei annuisce seria ‘Sono puttane?’
‘Sì amore sono prostitute .. poverette sono schiave di qualche delinquente e lavorano per lui.’
Carla non stacca gli occhi da quelle disgraziate ‘Poverine deve essere brutto farlo così, non ci proveranno sicuramente molto piacere.’
Interviene Maria ‘Carla ma dove hai vissuto fino ad oggi? io non ti capisco … una come te che non sa queste cose .. &egrave incredibile.’
Carla sospira prima di rispondere .. poi si decide ‘Ero chiusa in un convento, lì non si parla di queste cose .. insomma oramai l’ho detto &egrave inutile nasconderlo ancora … sono una suora.’
Credo che Maria sia sul punto di fare un infarto … impallidisce .. sbarra gli occhi .. apre la bocca per parlare ma non esce alcun suono dalla sua bocca … finalmente riesce ad articolare qualche parole.
‘Non &egrave vero .. non &egrave possibile .. dimmi che non &egrave vero .. che mi prendi in giro.’
‘No Maria, non ti prendo in giro .. &egrave vero.’
‘Cazzo Carla, una troia come te … una suora .. ho sempre creduto che le suore fossero tutte delle racchie dalla figa, asciutta e puzzolente perché non la lavano mai per paura di toccarla … beh io non ti mollo finché non mi avrai raccontato tutto … come sei finita qui.’
Carla si rilassa ed intanto giungiamo al suo albergo, scende dalla macchina e con tono soave mi dice ‘Aspettami … vado a prendere il cambio e poi vengo con voi, dormiremo in tre a casa tua amore.’
Se ne va sculettando con un fare provocante, guardandola sorrido, penso al portinaio che dopo quel spettacolo andrà in bagno a spararsi una sega.
Maria riprendendosi dalla sorpresa mi domanda ‘Ma tu lo sapevi che &egrave una suora?’
‘Certo che lo sapevo. l’ho sempre saputo.’
‘Allora sei un porco .. scoparsi ed inculare una suora .. mah! però sei un porco adorabile .. hai un bel cazzo e mi piaci .. spero che non mi mollerai ora che sono scappata da Alberto.’
‘Non ti lascerò nei pasticci ne parleremo domani quando Carla sarò andata via .. non voglio storie ora.’
Lei annuisce in silenzio sorridendomi .. intanto Carla sta tornando indietro, cammina sensuale e provocante, si &egrave cambiata, ora indossa una minigonna a fiori, un top arancione dalle sottili spalline, calza dei sandali alla schiava, con un piccolo tacco e dei lacci intrecciati sui polpacci, in mano tiene un golfino rosso e lo zainetto.
Maria la guarda a bocca aperta … sbotta ‘Cazzo! se quella &egrave una suora .. io sono una santa!’
Carla raggiunge la macchina, apre la portiera e si siede tranquillamente .. mi guarda sorridendo ‘Sono pronta, andiamo amore.’
Si volta verso Maria ‘Tutto a posto? sei pronta anche tu?’
Maria annuisce in silenzio, ancora sotto choc dalla scoperta appena fatta.
Intanto accendo il motore ed andiamo via, diretti ad un ristorante per cenare.
Carla sembra eccitata ed euforica, si muove sul sedile voltandosi leggermente verso di me, mentre si aggiunta la cintura, questa le stringe il petto passando fra le due bocce del seno, mette in risalto le sue fantastiche tette.
‘Sai amore, anche questa sera il portiere mi &egrave venuto dietro, a farmi complimenti .. mi ha chiesto si non avevo paura di annoiarmi questa sera, si offriva di accompagnarmi in un piccolo ristorante dove secondo lui si mangia bene … cibi erotici .. ha aggiunto lui, &egrave rimasto visibilmente deluso quando gli ho detto che sarei uscita e che molto probabilmente non sarei rientrata questa notte … poi quando sono uscita adesso mi guardava a bocca aperta …chissà perché.’
‘Ma dai Carla! non dirmi che non lo sai che vestita così sei bellissima e provocante.’
Mi fissa perplessa ‘Dici amore, il mio abbigliamento &egrave troppo provocante .. ma io mi piaccio così, mi sento al mio agio e libera .. se poi rimangono provocati .. sono fatti loro.’ e ride allegra.
Allora interviene Maria ‘Ascoltami Carla, dammi retta, tu finora sei vissuta in un mondo chiuso, non sai niente della vita, vestita così non puoi andare in giro da sola di notte, il minimo che ti capiterebbe sarebbe farti stuprare, forse ti rapirebbero per mandarti a raggiungere le ragazze che hai visto lungo la strada, quindi regolati.’
Carla ascolta seria, &egrave delusa, ma &egrave anche intelligente e capisce le cose al volo.
‘Grazie dell’avviso Maria, mi regolerò di conseguenza.’
Arriviamo al ristorante self service dell’ipermercato, parcheggio la macchina, usciamo dalla macchina, Carla facendo tesoro dei consigli di Maria, indossa il suo golfino sopra il top.
La cena &egrave decente, non da ristorante di lusso, ma comunque di buona qualità, facciamo in fretta, per ché non c’&egrave tempo da perdere, c’&egrave gente col vassoio in mano che aspetta di vedere un tavolo liberarsi.
E finalmente eccoci a casa mia, Carla che conosce la casa, si dirige verso la camera per sistemare il letto, Maria si guarda intorno curiosa e chiede ‘Dove dormirò io?’
Ridacchio ‘Emhhhh .. fammi pensare .. dunque io sono al centro del letto allora se Carla si mette alla mia destra, tu vai a sinistra, se lei si mette a sinistra vai a destra, credo che sia così .. ti va?’
Maria mi guarda indecisa ‘Ma io non vorrei dare fastidio … se volete rimanere da soli .. ‘
‘Senti bella, abbiamo fatto sesso tutti insieme, io ho inculato e scopato Carla di fronte a te, tu mi hai cavalcato in presenza di Carla … credo sia inutile adesso fare i bacchettoni, sei d’accordo? se vogliamo, Carla ed io fare discorsi privati possiamo andare in salotto.’
Oramai &egrave deciso così, andiamo in bagno per prepararci per la notte e ci mettiamo a letto.
Nel buio della stanza, sono stretto fra due belle donne, &egrave una cosa molto piacevole, ma anche molto eccitante, ed il mio guerriero stuzzicato dal profumo di figa, dalle morbide tette appoggiate su di me, dalle gambe che ad ogni movimento so intrecciano con li mie, inizia a dare segni inequivocabili di risveglio.
Carla si &egrave addormentata, stremata dalle fatiche amorose della giornata, Maria invece rimane sveglia, mi si stringe come un naufrago al relitto che lo sostiene, probabilmente pensa al suo futuro, in quanto a me, benché stanco non riesco a prendere sonno.
Nel sonno Carla si muove, sento la sua coscia posarsi sulla mia gamba, la sua figa umida ì premuta sulla mia coscia, malgrado sia addormentata la struscia su di me bagnandomi, il suo respiro si fa più veloce e dalle sue labbra esce un flebile lamento.
Da parte sua Maria, fingendo di dormire, appoggia il capo sul mio petto, ma di fatto ascolta Carla e guarda i suoi movimenti, sicuramente la cosa la eccita perché sento che spinge il pube sul mio fianco, continua a fingere di agire nel sonno, la sua mano scende lentamente sul mio ventre, si inoltra nei peli pubici e vi spinge le dita, non resisto e scosto le gambe leggermente, la sua mano scende nelle pieghe dell’inguine … si ferma poi scende ancore e mi accarezza lo scroto facendo vibrare il cazzo, aspetta un attimo e poi se ne impossessa, ora non finge più di dormire, solleva il busto, mi bacia sul collo, premendo le tette su di me, poi si abbassa ed inizia a vezzeggiare il cazzo con la lingua e con le labbra.
Mi agito, non posso farne a meno, i miei movimenti svegliano Carla, la quale non intende essere messa da parte e quindi pretende di partecipare, il mio cazzo così conteso, passa da una bocca all’altra senza regola, ma in fretta sembrano trovare un tacito accordo e se lo dividono tranquillamente, con mio grande sollievo.
Le cose evolvono rapidamente, mi ritrovo a leccare una figa e poi quasi subito un altra, succhio una tetta o bacio delle morbide labbra a caso, non so chi mi succhia il cazzo, non so quale &egrave la mano che mi accarezza il solco fra i glutei e mi titilla il buco.
Tutto prosegue così, finché sembra di comune accordo, una delle due si mette sdraiata con le gambe aperte, mi spingono letteralmente il viso fra le morbide cosce, mi incitano a leccare la figa che mi viene offerta … e sono il con il culo per aria … sussulto … prima una mano poi una lingua percorre il solco facendomi fremere … a questo punto mi ribello, alzo il viso e muovendomi in fretta pianto il mio cazzo nella figa che un attimo prima stavo leccando.
Ora mi accorgo .. sto scopando Maria, la puttana mi stringe le cosce attorno ai fianchi e spinge il bacino venendomi incontro … mugola … geme .. si lamenta … ansima.
‘Ahhhh … sìììì … spingi più forte … ohhh … che bello … ahhh .. mi fai godere … dammi la tua sborra … la voglio sentire sentire la figa … aaahhhh …. vengoooooooo!!!’
Carla mi prende per le spalle, quasi mi strappa dalla figa di Maria, mi sussurra all’orecchio.
‘Ora basta, la puttana &egrave soddisfatta … sei mio e ti voglio … scopami.’
E’ un invito che non posso certamente rifiutare, tanto più che se Maria &egrave venuta , io sono aspetto ancora di arrivare, un attimo e sono stretto fra le cosce di Carla .. la scopo con foga .. ma mi devo trattenere non voglio lasciare Carla delusa .. cerco di calmarmi pensando ad altro … ma &egrave difficile Carla mi incita a spingere più forte e Maria mi accarezza il culo e lo scroto.
Alla fine riesco a trovare un compromesso fra la voglia di Carla di essere scopata completamente e la mia necessità di resistere.
‘Ahhhh … amoreeeee … che bello farsi scopare … ohhhh … sììì … dai .. spingi più forte … fammi godere uhhh.’
L’orgasmo giunge devastante .. ci lascia senza fiato … sfiniti … allacciati in un ultimo bacio.
Scivoliamo nel sonno senza neanche accorgercene, vinti dalla stanchezza.

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Mi sto svegliando lentamente, mi stiro .. poi realizzo … sono stretto fra quelle due troie che mi stanno attaccate come l’edera al muro, le guardo … dormono ancora .. se non sentissi la necessità di vuotarmi la vescica potrei stare lì ad osservarle per ore, tanto sono belle e desiderabili, Carla la mora, dalla carnagione ambrata che tradisce la sua origine meridionale, Maria la bionda, la nordica … con la sua pelle bianca .. lattea, non posso aspettare ancora, con cautela per non svegliarle, mi divincolo e scivolo giù da letto e vado in bagno.
Sospira di contentezza mentre mi libero la vescica, &egrave incredibile, quando ti scappa urgentemente, pisciare &egrave quasi altrettanto piacevole che scopare.
Vado in cucina, mi faccio il caff&egrave, mangio alcune fette biscottate imburrate e spalmate di marmellata, bevo il caff&egrave e mi alzo dalla sedia per tornare in camera per prendermi un paio di slip puliti, non posso stare nudo tutto il giorno.
Percorro il corridoio piano, evitando di fare rumore per non svegliare le ragazze, la porta della camera &egrave rimasta socchiusa, come l’avevo lasciata, mi avvicino ma il suono di un lamento mi ferma … allungo il collo e sbircio all’interno della stanza.
Sono lì, allacciate, bocca a bocca, tette contro tette, pance e fighe incollate, gambe intrecciate … non vedo bene … ma dei movimenti intuisco che si stanno baciando, quelle due puttane non sono ancora sazie ed appena svegliate si sono messe a lesbicare, ed ora sono posizionate per leccarsi le fighe.
Sento la voce di Carla ‘Ahhh … sììì … cosììì … Mariaa .. amoreeee … che bello .. ohhh .. mi fai godere … non l’avevo mai fatto … non fermarti ti pregooo … dai … amore .. sto arrivando.’
E Maria di rimando ‘Sììì … tesoro … voglio farti godere come una porca in calore … ti piace eh! troia … dimmelo puttana che ti piace leccarmi la figa e sentire la mia lingua nella tua .. ahhhh … dai … sììì … sei la mia troia … ohhh .. io sono la tua puttana … vengoooooo.’
Aspetto un attimo per dare loro il tempo di riprendersi e poi entro con il cazzo in tiro dopo quel spettacolo arrapante.
Mi vedono, ma non sembrano per niente imbarazzate, anzi mi invitano ad andare a baciarle, cosa che faccio ben volentieri.
‘Venire sù bambole, vi faccio il caff&egrave … ci sono fette biscottate, burro e marmellata.’
Esco dalla camera, eccitato al punto di dimenticarmi di prendere gli slip puliti, arrivano .. sento il loro cicalio allegro le precede … si siedono a tavola .. verso il caff&egrave e mi siedo a mia volta, le guardo mangiare, sono nude impudiche in un modo disarmante .. mi sorridono .. mi soffiano dei baci … ed il mio cazzo sotto il tavolo sussulta sempre più forte.
‘Amore, ci siamo svegliate e tu non c’eri più .. sai ci siamo un po’ divertite fra di noi ragazze.’ mi dice Carla con una tranquillità tale da farmi venire un dubbio … i casi sono due o &egrave ancora più ingenua di quanto credevo, oppure &egrave completamente amorale.
Maria mi sorride maliziose, passando la punta della lingua sulle labbra socchiuse, mi stanno provocando.
‘Ci avevi lasciate sole ed abbandonate … e lo sai bene che noi bambine, abbiamo tanto bisogno di affetto e le nostre fighette richiedono molta attenzione.’
Non posso fare altro che stare al loro gioco, ridacchio ‘Povere bambine, allora sono stato veramente cattivo nel lasciarvi sole e senza affetto, cosa posso fare per farmi perdonare?’
Carla si muove sulla sedia, apre le gambe ‘Amore vieni qui e baciami la fighetta come sai fare tu … dai &egrave il tuo castigo .. ma se lecchi bene sarai perdonato.’
Ubbidisco subito .. mi inginocchio fra le cosce di Carla ed inizia a leccarle la figa .. le succhio il clito … faccio scorrere la lingua sulle grandi e poi sulle piccole labbra .. spingo la lingua dentro la figa e la faccio girare sulle tenere pareti …
Sotto il tavolo vedo la mano di Maria che scende sul ventre … che accarezza l’interno delle cosce e quando Carla inizia a mugolare e gemere di piacere, raggiunge la figa e si masturba.
Carla &egrave scossa dall’orgasmo … mi stringe la testa come per costringermi a bere il miele che cola abbondante dalla figa … poi sfinita dal piacere mi lascia andare.
Mi alzo e vado verso Maria ‘E tu perdonerai la mia mancanza se te lo metto dentro?’
Lei mi fissa e maliziosa risponde ‘Tu fallo e poi deciderò si perdonarti.’
La prendo per mano, mi siedo e l’attiro verso di me ‘Apri le cosce puttana e mettitelo dentro .. forza!’ e giù uno schiaffo sulle natiche nude.
Lei freme e docile si mette a cavalcioni sulle mie cosce .. prende il cazzo e se lo guida nella figa.
Io la incalzo prepotente ‘Allora troia cosa aspetti a muovere il culo … fammi capire che razza di puttana sei … dai se non vuoi che ti mandi a battere subito …’
Lei non risponde … abbassa gli occhi … piange piano e si muove .. bisbiglia ‘No padrone .. ti prego non mettermi sulla strada a battere .. farò tutto quello che vuoi .. sarò la tua schiava ma ti supplico non mandarmi a prostituirmi.’
Non ho alcun intenzione di mandarla a battere, &egrave solo un gioco perverso … rimango sorpreso dalla sua sottomissione, guardo Carla ‘Che ne faccio di questa vacca? ecco! te la regalo sarà la tua schiava, ma trattala bene, se la frusti fa in modo di non lasciare il segno, la voglio in buon stato quando la scopo.’
Con voce severa rispondo a Maria ‘Hai sentito troia, da adesso sei la schiava di Carla, farai tutto quello che ti ordinerà di fare, senza protestare, hai capito? e ricorda che se Carla si lagna posso sempre mandarti a battere.’
‘Sì padrone ho sentito, ho capito, sarò ubbidiente.’
‘Brava, capisci subito, ora da brava puttana muovi quel tuo culo da troia, che voglio sborrarti nella figa.’
Senza esitazione Maria, sempre tenendo gli occhi rivolti al suolo inizia a cavalcarmi con foga.
‘Brava sei una puttana ubbidiente … lo sai che sei una puttana ed una troia vero?’
Uno schiaffo sul culo ‘Allora che aspetti a rispondere? per punizione ripeterai sono una troia ed una puttana finché non ti dirò di smettere.’
‘Sì padrone .. sono una troia ed una puttana … sono una troia ed una puttana … sono una troia ed una puttana … ‘ continua così piangendo in silenzio fino a quando viene colta dall’orgasmo che la scassa tutta.
‘Ahhhhh … sono … una .. troiaaaa … una puttanaaa … ohhhh … siii … sono … una … troiaaaa … ahhhh … sììì ancoraaa … ohhh … vengoooooooo.’
Mi lascio andare a sborrare nella sua figa che mi stringe il cazzo .. lo risucchia .. lo poppa letteralmente.
La bacio e stringendola a me le dico ‘Dai non piangere più … era solo un gioco … non ti farò mai del male … non sei la schiava di nessuno.’
Anche Carla viene a baciarla per consolarla e confortarla, e lei mi guarda con occhi adoranti ‘Se mi vuoi sarò sempre la tua puttana .. la tua troia .. la tua schiava.’
Ridacchio ‘Bene bambole mie andate a prepararvi, dobbiamo andare in albergo a ritirare i bagagli di Carla, vi voglio vestite da troie e senza mutandine … capite”
Ridono divertite e se ne vanno in bagno, io mi vesto e faccio sparire tutte le tracce del loro passaggio.
Eccole che si presentano, Carla indossa la minigonna a fiori, il top arancione senza reggiseno, i sandali alla schiava, anche Maria porta una minigonna ed un top, neanche lei indossa il reggiseno, calza dei décolté con i tacchi a spillo … sono pesantemente trucate, da troie, sono tutte e due estremamente provocanti.
‘Siete senza mutande? come vi avevo detto.’
Per tutta risposta alzano la gonna, mostrandomi le fighe nude.
Giunti in albergo, entriamo tutti e tre, per poco il portiere non fa un colpo nel vedermi, non solo con Carla, ma anche con Maria, porge le chiavi della camera 54 a Carla, la quale gentilmente gli chiede di preparare il conto.
Recuperati i pochi bagagli di Carla, riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il centro commerciale più vicino, dove quest’ultima vuole andare per comprarsi un nuovo costume da bagno, visto che stasera parte per il mare dove l’aspettano i suoi.
Non immaginavo che l’acquisto di un costume da bagno in compagnia di due donne fosse una cosa tanto complicata, ma anche tanto eccitante.
Il tutto incomincia appena arriviamo nel reparto dove sono esposti quei costumi da bagno, ce ne sono per tutti i gusti, neri, bianchi, colorati, interi oppure a due pezzi, e la cosa si complica, quelli interi possono essere del tipo olimpionico o meno severo, sgambato o pudico, con la schiena nuda o no, i due pezzi sono forse meno complicati, sono semplicemente due pezzi o sono bikini, più o meno indecenti.
Le ragazze, decidono di acquistare ognuna un bikini, perché anche Maria ora &egrave colpita dalla febbre del bikini, vanno alla ricerca … guardano i colori … i modelli … insomma non decidono niente .. finché la commessa, stanca dei loro continui ripensamenti, le carica di diversi modelli indicando un grande camerino dove provare.
Sono seduto abbastanza comodamente e guarda le mie due donne, spogliarsi e provare … spogliarsi di nuovo per un altra prova e così chissà quante volte .. vedo sfilare sotto i miei occhi i culi .. le tette … le fighe in continuazione … mi tira il cazzo mi viene voglia di prenderle l’una dopo l’altra spingerle contro la parte e sbatterle fino a consumarmi l’arnese, ma non su può e mi tocca tenermi la mia voglia.
Finalmente hanno scelto, Carla un bikini rosso, &egrave indecente, mi chiedo se avrà il coraggio di indossarlo in pubblico, però conoscendola, &egrave molto probabile che lo farà, forse per incoscienza o forse per esibizionismo, di fatti sono tre pezzettini di stoffa e del nastrini che li uniscono, il tanga altro non &egrave che un triangolo che copre appena il pube, il quale deve essere depilati se non si vuole mostrare i peli, i glutei rimangono bene in vista, non ho ancora capito come fanno le donne a sopportare quella striscia nel solco del culo, il reggiseno… che dire? due triangolini che con la quarta di Carla servono a malapena a coprire i capezzoli.
Il bikini scelto da Maria non &egrave sicuramente più castigato, &egrave giallo, il tanga &egrave striminzito ed il reggiseno più che coprirle le tette sembra un richiamo per gli occhi e nasconde a stento i capezzoli.
Finalmente usciamo da questo posto, dove la mia resistenza ai richiami del sesso &egrave stata messa a dura prova, saliamo in macchina e vada al più vicini distributore per fare benzina,
chiedo al gestore di cambiarmi l’olio ed i filtri.
La macchina &egrave sul ponte, io a distanza sto a guardare le operazioni, le ragazze invece stanno oltre le pompe a chiacchierare osservando il traffico.
Uno degli addetti alle pompe mi si avvicina ‘Mi scusi, quelle due Signorine sono con lei? credo che abbiano bisogno di aiuto.’
Mi volto e le vedo intente a litigare con l’autista di in Tir che si &egrave fermato sul ciglio della strada, mi avvicino ‘Ragazze che succede qui?’
Mi risponde Maria inviperita ‘Quel bifolco, si &egrave fermato quando ci ha viste, ci ha detto di salire che ci saremmo divertite offrendoci 50 ‘ a ciascuna, noi abbiamo riso e gli abbiamo risposto che aveva sbagliato indirizzo e lui si &egrave messo ad insultarci chiamandoci troie, puttane, baldracche, vacche ed altri epiteti ancora.’
Mi volto verso l’autista, ma quello non mi lascia il tempo di aprire bocca, accende il motore e parte vomitando un fiume di insulti al nostro indirizzo.
Ce ne andiamo, e seguendo le indicazioni del gestore del distributore di benzina, lasciamo la statale per imboccare una provinciale, dopo alcuni chilometri, sulla nostra destra, c’&egrave una villa antica, c’&egrave un piazzale dove stazionano un paio di macchine, non sembra un locale pubblico, ma &egrave comunque il posto che ci &egrave stato indicato, parcheggio la macchina, scendiamo, innesto l’antifurto e saliamo i gradini che portano all’ingresso.
Mi fermo stupefatto, l’interno della villa &egrave ben conservato … un vasto ingresso … una scalinata che porta al piano superiore, si apre una porta alla nostra sinistra ed appare un Signore distinto, abbastanza avanti negli anni, ci viene incontro sorridente ‘Benvenuti vi prego accomodatevi.’ si inchina di fronte alle ragazze .. prende le loro mani per un perfetto baciamano.
‘Venite, stavamo proprio per metterci a tavola.’ ci conduce in una stanza … non &egrave la sala di un ristorante … &egrave una elegante sala da pranzo una lunga tavola &egrave apparecchiata per due persone … l’uomo suona un campanello e subito arriva un maggiordomo.
‘Abbiamo degli ospiti a pranzo, può aggiungere tre coperti.’ dal tono si capisce che che le ultime parole non sono una domanda ma un istruzione.
Arriva una Signora anziana .. ci saluta gentilmente e subito l’uomo, che sicuramente &egrave suo marito, va spostarle la sedia per aiutarla a sedersi.
Il pranzo &egrave perfetto, le ragazze sono estasiate, alla fine il padrone di casa mi domanda se intendiamo fermarci a lungo.
Rispondo che siamo stanchi per un lungo viaggio e che cercavo un posto per poter riposare fino a sera quando la mia fidanzata, indicando Carla, prenderà il treno per raggiungere i suoi nel meridione.
Egli sorride e chiama il maggiordomo dandogli l’istruzione di accompagnarci al piano di sopra e di mettere a nostra disposizione una camera.
Mentre saliamo le scale, chiedo al maggiordomo come ci si regola per il pagamento, egli sorride dicendomi che il Signore &egrave un personaggio eccentrico, non lo fa per lucro ma solo per aver compagnia, se vogliamo pagare l’offerta &egrave libera, c’&egrave un tronco vicino all’ingresso.
Rimaniamo soli in questa vasta stanza, elegantemente ammobiliata, abbiamo tutto il pomeriggio per noi e ne vogliamo approfittare.

per commenti brubu@yahoo.it Appena la porta si chiude alle nostre spalle mi butto sul letto, sdraiato sulla schiena, con le mani sotto la nuca, tenendo le dita incrociate, guardo il soffitto ripensando agli avvenimenti degli ultimi giorni, l’arrivo di Carla tanto desiderato, l’incontro con Alberto e Maria, una situazione imprevista, dagli sviluppi inattesi ed un problema da risolvere, e poi ora che l’ora della separazione si avvicina mi sento invaso da una profonda malinconia.
Carla viene a sedersi vicino a me, mi prende la mano, si china su di me e mi bacia le labbra, Maria invece va a sedersi sul divano e sta a guardarci.
‘Amore queste sono le ultime ore che passiamo insieme, ti voglio tutto per me .. non voglio dividerti con nessuno, ti prego scopami .. inculami .. mettimelo in bocca .. fa di me quello che vuoi … fammi sentire completamente tua .. per te adesso voglio essere la più troia delle puttane …voglio portarmi dietro il sapore del tuo sperma … e voglio che tu mi sborri dentro .. se poi rimango incinta non me ne frega niente … avrò una parte di te sempre con me.’
Termina quel suo lungo discorso fissandomi con gli occhi pieni di lacrime, provo amore e tenerezza per lei ed anche pietà in un certo senso, perché so che passata la parentesi delle vacanze si ritroverà ad affrontare i suoi problemi da sola, io le sono di conforto morale, la consiglio e la sprono a tirare fuori il carattere ed a non lasciarsi mettere i piedi in testa come ha fatto per 15 anni, ma sul campo sarà sola.
D’impeto l’attiro a me e la bacio, con passione ma anche con tenerezza, lei mi si avvinghia, si preme su di me, si struscia e mi sussurra ‘Amami ti prego … non farmi aspettare, non lo sopporto.’
Sollevo il busto e la faccio scivolare lentamente sotto di me, le nostre mani si muovono frenetiche, come mosse da una volontà propria, in pochi minuti siamo spogliati completamente, la bacio sul viso, sulle labbra, sul collo, le succhio i lobi delle orecchie … la bocca scende a baciare le spalle .. arriva sul seno dove si ferma a lungo, baciando leccando le aureole ed il solco fra le sue fantastiche tette .. succhiando i capezzoli .. la bacio e la lecco sotto le ascelle e sui fianchi .. lei tiene gli occhi chiusi … geme e mugola di piacere la lingua scende ancora .. si ferma a vezzeggiare l’ombelico prima di raggiungere il monte di Venere … si intrufola nelle pieghe dell’inguine, percorre l’interno delle cosce, fino alla piega dietro le ginocchia … segue i contorni dei polpacci poi raggiunge i piedi .. la bocca si impossessa delle dita dei piedi e le succhia … ora i lamenti di Carla si fanno sempre più forti … si morde la mani per non urlare.
La faccio girare a pancia in giù e ripercorre tutto il tragitto in senso inverso dei piedi al solco del culetto la schiena … fino alla nuca .. le sua mani si aggrappano alle lenzuola .. morde il cuscino … si agita .. lascia andare un gemito rantolando …
‘Mettimelo dentro … dove vuoi … non importa ma lo voglio dentro … ti prego amore non torturarmi ancora .. prendimi .. sono tua … qualsiasi cosa .. tutto quello che vuoi .. sono la tua troia .. la tua puttana … ti prego fammi godere.’
Io invece di metterglielo dentro continuo a baciarla, a leccarla e ad accarezzarla, lei allora allunga la mano ed afferra il mio cazzo, lo stringe e lo accarezza.
‘Vorrei farti tante cose ma non so decidermi quale fare.’
‘Amore sono tuo .. puoi fare quello che vuoi.’
‘Davvero … interessante … brutto porco! ti piace farti desiderare eh! ora ti faccio vedere io chi comanda qui … girati sulla schiena maiale senza cuore che non sei altro.’
Di buon grado mi sdraio sulla schiena, senza aspettare lei, sempre stringendomi il cazzo, mi sale sopra a cavalcioni.
‘Sei mio .. ora ti prendo … ti scopo .. ti faccio capire di chi sei … sei il mio giocatolo ora .. la mia puttana … il mio porco … e la figa che sta fra le mie cosce &egrave la tua padrona … hai capito bene?’
Si mette il glande del cazzo sulla figa e di colpo si abbassa … il cazzo sparisce inghiottito dalla figa golosa .. mi mette le mani sulle spalle e preme per immobilizzarmi … piega il busto in avanti e mi mette una tetta sulle labbra.
‘Che aspetti puttana … leccami la tetta … baciala … succhia il capezzolo .. ora questa e poi ti darò l’altra da fare divertire.’
Non mi faccio pregare .. apro la bocca succhio il capezzolo, lecco l’aureola, bacio la tetta, lei inizia a cavalcarmi con violenza sempre più velocemente … cambia tetta .. mi rendo conto che il suo non &egrave un gioco, lei intende essere la mia padrona sul serio … vuole dominarmi.
‘Ahhhh … lo senti come ti prendo il cazzo? mhhhh … che bellooo … ohhhhh di chi sei tu? forza dimmelo.’
‘Sono tuo amore … tutto tuo.’
‘Sì sei mio .. ed il tuo cazzo … &egrave della mia figa .. non dimenticarlo … ohhh … sto godendooo …. voglio sentire … la tua sborra .. riempirmi la figa ..’
‘Sì amore … mhhh … ma .. la … figa di chi &egrave?’
Mi fissa ‘La figa &egrave mia ne faccio quello che voglio … ma per ora le piace solo il tuo cazzo … dai spingi .. più forte … ohhhh’
L’orgasmo ci coglie all’improvviso, devastante come le onde di un mare in tempesta, ci lascia senza fiato, sfiniti, rimaniamo allacciati senza a lungo aver il coraggio di muoverci, lentamente il pene scivola fuori dalla grotta del piacere.
Mi sposto piano e metto il viso fra le sue cosce, voglio darle tutto il piacere possibile, inizio a leccarle il sesso, le succhio il clito. la lingua raccoglie quel misto di miele suo e di sperma mio, lei inizia ad agitarsi, spingo la lingua dentro la figa per oulirla bene.
‘Ohhhh … amoreeee … sììì … cosììì .. ahhh … che bellooo … non fermarti … continua … ahhh.’
Sento le contrazioni del basso ventre .. sta godendo in preda ad un orgasmo multiplo.
‘Ohhhh … mi fai morire …. ahhhh … non smetto di godere … bastaaaa … bastaaaa … mi fai impazzire uhhhhh.’
La lascio andare e la coccolo piano coprendole il viso di bacetti teneri ed il corpo di carezzine lievi, lei mi si stringe … rimane in silenzio .. ricambia i miei bacetti, poi si divincola per inginocchiarsi e mi prende il fallo .. lo masturba .. lo bacia .. lo lecco dalle palle fino al glande … e per finire lo prende in bocca ed inizia a succhiarlo dicendomi ‘Voglio il sapore del tuo sperma in bocca … lo voglio bere … non trattenerti … vienimi in bocca …’
Mi succhia l’anima .. mi fa impazzire … non ci mette molto a portarmi all’apice del piacere .. esplodo e lei ingoia tutto fino all’ultima goccia.
Mi bacia .. i nostri baci sanno di sesso il suo ed il mio mescolati e non ci stanchiamo di scambiarci la saliva ed il fiato.
Le mormoro all’orecchio ‘Amore .. ora voglio farti il culo … ‘
Lei mi fissa sorridente ‘Sì amore fammi il culo e sborrami dentro .. oh! .. amore …dammi la forza di lasciarti … di andare via per tornare alla solita vita.’
E’ un momento difficile, ambedue sappiamo che non esiste alcuna alternativa ma questo non ci impedisce di sognare un futuro diverso.
Carla senza aspettare oltre si mette carponi offrendomi il culo ‘Sai spaccami il cullo .. lo voglio sentire fino dentro lo stomaco quel tuo cazzo .. forza amore non farmi aspettare.’
Mi inginocchio dietro di lei, struscio il cazzo sulla figa esposta per bagnarlo per bene, passo la mano fra le sue cosce per raccogliere il miele che vado a spalmare sul buchino, e spingo lentamente il membro nel culo che aspetta.
Inizialmente sente lo sfintere stringere, poi si rilassa appoggia il culo su di me ed io inizio a muovermi avanti indietro scopandole il culo.
Lei geme e mugola, io ansimo sotto lo sforzo ed andiamo avanti così finché lei inizia a godere .. morde il lenzuolo per non gridare ed io le inondo l’intestino col mio sperma.
Crolliamo sfiniti e senza accorgercene scivoliamo nel sonno.
Una lieve carezza sul viso mi sveglia, &egrave Maria ‘Scusa ma credo che sarebbe ora che vi svegliaste sono le 19 e se non sbaglio il treno di Carla parte alle 21.’
In effetti non c’&egrave tempo da perdere, ci alziamo e ci rivestiamo, però questa volta Carla non indossa più la minigonna ed il top, si infila gli slip, un paio di jeans ed un maglioncino rosso, ai piedi le scarpe da ginnastica.
Anche Maria si riveste in modo meno appariscente e provocante, con jeans e camicetta, siamo pronto, usciamo dalla stanza, la casa sembra deserta, giunto all’uscita aspetto per un momento, nessuno si fa vivo, metto due biglietti da 100 ‘ nel tronco ed usciamo, saliamo in macchina e partiamo diretti alla stazione.
Propongo di fermarci per una pizza, ma Carla rifiuta dice di non aver fame e di non sentirsi di mangiare.
Siamo fermi parcheggiati in una via laterale, vicino alla stazione, Carla ed io ci baciamo, lei mi si stringe quasi disperata ma non dice niente .. ci godiamo gli ultimi momento di vicinanza.
E’ l’ora, mancano meno di 30 minuti, usciamo dalla macchina per accompagnare Carla al treno, ma lei si rifiuta, dice che non se la sente di fare spettacolo nella stazione, abbraccia Maria che piange, mi bacia con passione per l’ultima volta e si avvia verso il suo destino.
Rimaniamo lì immobili a guardarla sparire nella folla dei viaggiatori.
Non so cosa fare ora, da un lato non posso mollare Maria così alle 9 di sera in mezzo alla strada. dall’atra parte esito a portarmela a casa per dividere il mio letto, non voglio tradire Carla.
La ragazza si rende conto del mio tormento, mi prende la mano .. la stringe ‘Se vuoi troviamo una pensione e mi lasci lì.’
Mi sembra una vigliaccheria, scuoto il capo ‘No per questa sera vieni a casa mia, al resto ci penseremo domani.’
E così ce ne torniamo a casa mia .. in fondo abbiamo già dormito e fatto sesso insieme.
Dopo le 9 chiamo Carla per sapere come viaggia.
‘Ciao amore … tutto a posto?’
‘Sì tesoro, sono in un compartimento con tre gentili Signore che vanno fino a Bari o a Lecce, ora abbiamo aperto le cuccette e ci prepariamo a dormire, buona notte amore .. un bacio grosso .. grosso .. saluta Maria ciao.’ e chiude la comunicazione.
Vado in bagno, mi lavo i denti ed anche il pene incrostato del mio sperma e del miele di Carla, poi vado a letto.
Maria &egrave già coricata, mi si stringe contro in silenzio, sembra disperata e non ho il coraggio di respingerla.
‘Che c’&egrave Maria, perché sei tanto triste.’
‘Perché &egrave andata via Carla, sono stato tanto bene con voi due ed ora so che &egrave finito.’
‘Maria, a giorni torna mia moglie con i ragazzi dal mare, deve per forza finire tutto.’
Lei sospira ‘Lo so, ma sono triste lo stesso .. dai baciami prima di dormire .. dammi l’illusione di non essere sola ne ho bisogno.’
In fondo mi chiede ben poca cosa e non il cuore di rifiutare .. la bacia .. lei mi si aggrappa letteralmente baciandomi con tutta la passione possibile.
Ci separiamo per dormire, ma quel bacio ha acceso una fiammella che cresce piano e potrebbe trasformarsi in incendio.

per commento brubu@yahoo.it Purtroppo, malgrado tutte le buone intenzioni, &egrave successo l’inevitabile, sarà l’intimità esistente fra noi dopo la nostra breve convivenza, sarà la morbidezza del seno premuto sul mio petto, oppure la figa umida che si strusciava sulla mia coscia, ma dopo un po’ le mie mano erano intento ad accarezzare il culo e le tette di Maria, e la mano di quest’ultima mi stringeva il cazzo.
Carla al momento della partenza mi aveva raccomandato di prendermi cura di Maria, di non abbandonarla alla sua sorte, e di trattarla bene, così mi auto assolvo, mi convinco di non fare un torto alla mia amante.
Maria ed io ci guardiamo negli occhi, le nostre labbra sono tanto vicine da sfiorarsi ed il nostro respiro si mescola, spingo la lingua e trovo le labbra dischiuse, lei mi mette le braccia al collo, il desiderio e la passione ci travolgono.
La bacio, la lecco l’accarezzo su tutto il corpo, poso le labbra fra le sue cosce, succhio e mordicchio il clito, lecco le grandi e le piccole labbra e per finire spingo la lingua nella figa fradicia, facendola girare lungo le tenere pareti per raccogliere tutto il miele.
‘Ahhh…. sììì… cosììì … non fermarti .. ti prego … amoreee … ohh… mi fai godere .. sono tua … tutta tua … fa di me quello che vuoi….’
Mi sposto di modo da poter posare il mio membro sulle sue labbra, che subito si aprono per poi chiudersi sul cazzo ed iniziare a leccarlo … a baciarlo ed a succhiarlo, fremo sotto la sua lingua … sotto le sue labbra … sollevo il bacino .. raddoppio il mio impegno nel leccare la figa.
Tutto si svolge nel silenzio e nel buio della notte, solo lo scricchiolio delle molle del letto &egrave udibile.
Ci muoviamo, la faccio mettere carponi e glielo infilo nella figa per scoparla alla pecorina, lei si aggrappa alle lenzuola … morde il cuscino … spingi il bacino indietro per venirmi incontro e si lamenta sommessamente.
‘Ohh .. tesoro … si scopami .. sfondami la figa … fammi godere .. sono tua .. tutta tua .. la tua troia .. la tua puttana .. amoreee …’
Senza smettere di scoparla, mi chino sulla sua schiena e riesco a raggiungere la sua nuca con la bocca .. la lecco .. la mordicchio … altri lamenti escono dalla sua bocca.
‘Ahh … sììì … continua ti prego … ohhh … ancora … vengooooo.’
Non mi trattengo più .. le schizzo tutta la mia sborra nella figa .. la sento che stringe le cosce per non perderne un solo goccio … vuole conservarlo tutto nella figa.
Senza fiato e sfiniti crolliamo abbracciati e lentamente fra baci e carezze scivoliamo nel sonno.
Intanto il treno porta Carla lontano da me, e dovremo ricominciare la nostra vita fatta di telefonate, di e-mail, di chat nascoste
Da quando &egrave giunta Carla, sono stati giorni di fuoco, a volta ho temuto di non riuscire a tenere quel ritmo, fortunatamente lei mi eccitava al punto che ho tenuto botta, ma non so fino a quando potrei continuare così, ora lei &egrave andata, ma mi ha lasciato Maria da soddisfare, la quale mi sembra essere almeno esigente quanto Carla, ma il mio impegno con Maria &egrave destinato a terminare nel giro di due o al massimo di tre giorni .. domani o al più tardi il giorno successivo l’accompagnerò dei suoi genitori e poi tornerà mia moglie, e questo metterà fine alle mie divagazioni sessuali per un po’ di tempo.
Mi sveglio presto e subito il mio pensiero &egrave per Carla, mi si potrà tassare di incoerenza, la sera stessa della sua partenza mi sono scopato Maria, ed ora sono qui a domandarmi dove sta in questo momento, se ha passato una buona notte, quanto manca all’arrivo a destinazione, ma soprattutto che ne sarà di lei, come sarà la sua vita futura.
Non riesco a stare a letto, troppi pensieri si affollano nella mia mente, perciò mi alzo, vado in bagno a liberarmi la vescica, poi in cucina a farmi il caff&egrave e mangiare un boccone.
Non ho ancora deciso un programma per la giornata, una cosa &egrave certa, devo uscire, il fantasma di Carla mi segue ovunque nella casa … e non voglio diventare pazzo .. e poi devo trovare una soluzione al problema che Maria rappresenta.
Non posso prenderla come un pacco ed andare a depositarla sull’uscio della casa dei suoi, ma non posso neanche tenermela in casa troppo a lungo, non credo di poter amarla, ma onestamente devo riconoscere che lei mi attira fisicamente, e finché mi starà vicino non credo di riuscire a fare a meno di scoparla, e lei non farà sicuramente niente per ostacolarmi, anzi sarà molto felice di collaborare.
Non so quali sono i suoi sentimenti, quali sono i suoi pensieri e quali sono le sue intenzioni, so soltanto che lei si comporta come se intendesse sostituirsi a Carla, per esempio ieri sera si &egrave coricata nuda nel mio letto, come se fosse la cosa più naturale del mondo, non dico che quello che &egrave successo &egrave colpa sua, potevo andare a dormire sul divano in salotto se la sua presenza mi avesse disturbato veramente, e se non lo fatto &egrave perché mi andava bene così.
Un lieve rumore di passi, alzo gli occhi e vedo Maria ferma nello specchio della porta, &egrave nuda, ammiro le due gambe dritte e ben tornite, la sua figa nuda, i suoi fianchi invitanti, il suo ventre piatto, il suo busto ornato da due tette alte e sode e poi mi soffermo sul suo sorriso aperto ma provocante … non posso farci niente … mi fa tirare il cazzo … alla faccia di tutti i buoni propositi … la carne &egrave debole diceva Paolo di Tarso .. &egrave vero ed in duemila anni non &egrave cambiato niente.
Maria, sempre sorridente, mi si avvicina si china sul mio viso, mi mette la destra sulla nuca e mi attira … le sue morbide labbra premute sulla mia bocca che incoscientemente apro … la sua lingua cerca la mia … la trova .. l’accarezza … ci gioca …
Mi si siede sulle ginocchia, il suo culo nudo &egrave appoggiato sul mio cazzo che si erge fremente a quel contatto … le passo in braccio dietro la schiena per stringerla … l’altra mano va ad accarezzare le tette … rimaniamo così per un lungo momento .. poi lei si alza .. si gira completamente verso di me ed aprendo le gambe si siede a cavalcioni sulle mie gambe … struscia la figa lentamente sul mio membro gonfio di desiderio .. pronto a scoppiare … lo afferra dolcemente e lo guida nel suo fiore … si abbassa di colpo …
‘Ohh … Maria … mhhhhh … amoreeee … ‘
Lei non dice niente … sorride e mi mette una tetta in bocca … lecco … bacio .. succhio il capezzolo mentre lei mi scopa tenendo la testa rovesciata all’indietro .. gli occhi chiusi … geme.
‘Ehmmm … amore ti scopo .. sei mio ora … ohhh .. che bellooo … sto godendo.’
Squilla la suoneria del mio cellulare, allungo la mano, ma Maria &egrave più svelta di me e risponde, senza fermarsi di muoversi su e giù lungo l’asta del cazzo.
‘Oh Carla … ciao tesoro un bacio … sì sì abbiamo dormito bene e tu amore come &egrave andata il tuo viaggio …. sì &egrave qui eheheh lo sto scopanda …. ohhh … scusa tesoro … ohhh sto godendo … sì amore mi ha trattata bene …. te lo passo.’ mi allunga il telefono.
Ascoltando rimango di sasso. così quelle due puttane depravate erano d’accordo già da prima, Carla se ne andava ma mi lasciava Maria per scopare .. prendo il telefono.
‘Pronto Carla amore … ti amo …’ dico come per scusarmi di essere stato scoperto a fare sesso con Maria.
‘Lo so che mi ami, non preoccuparti, so che ti fai Maria .. lei ed io eravamo d’accordo .. tu prenditi cura di lei e lei si occuperà di te per conto mio … ciao amore devo chiudere per scendere .. un bacio amore .. bacia Maria per me.’
Sono allibito .. non so cosa dire o pensare, poso il telefono sul tavolo … Maria torna a baciarmi e si muove sempre più in fretta fino a quando esplodiamo nell’orgasmo.
Andiamo a fare la doccia insieme … ci vestiamo ed ora siamo in salotto … dobbiamo parlare del futuro di Maria e decidere.
Lei mi fissa serena, sembra non essere preoccupata per niente, aspetta che io mi decida a parlare.
‘Maria cara, cosa farai ora, lo sai che a giorni torna mia moglie, dobbiamo trovare una sistemazione per te prima del suo arrivo.’
‘Sei gentile di preoccuparti per me, ma non serve, vedi amore io non ho problemi finanziari, possiedo una casa dove andare a vivere, divorzierò da Alberto e sarò libera.’
‘Ma tesoro sono contento di sapere che non hai problemi di soldi, ma chi ti dice che Alberto accetterà di divorziare?’
Lei ride allegra ‘Non potrà opporsi se non vuole finire male, lo denuncerei per maltrattamento e sfruttamento della prostituzione .. ho alcune cassette che lo riprendono mentre lui mi obbliga a farmi scopare dei suoi amici .. credeva di tenermi in pugno .. di poter ricattarmi .. invece le ho comprate da un suo amico per usarle in caso di divorzio … voi mi avete dato l’occasione di scappare.’
Mi bacia con foga ‘Per questo vi amo tutti e due … oggi se vuoi andremo a casa mia .. mettiamo in ordine qui, così tua moglie non si accorgerà di niente e per il tempo che ti resta stiamo da me … ti va?’
Annuisco .. a questo punto cosa potrei fare d’altro? devo giocare la partita fino in fondo.
Dopo aver fatto sparire tutte le tracce di passaggio di Carla e di Maria, usciamo per andare un po’ in giro prima dell’ora di pranzo.
Meno male che &egrave Maria ad occuparsi della pulizia, lei sa dove cercare e cosa nascondere, io avrei lasciato tanto di quei indizzi che sarei stato tradito subito
Dopo aver mangiato, saliamo in macchina,
‘Dove andiamo? da che parte vado?’
‘Vai verso Treviso .. poi prendi per il Cansiglio fino a Sarmede dopo ti dirò io da che parte andare.’
Seguo le istruzioni, fino a Treviso il traffico &egrave abbastanza sostenuto, passato la città inizia a diluirsi, dopo un po’ rimane solo il traffico locale e procediamo tranquilli.
Maria rimane silenziosa, guarda la strada sorridendo, felice di ritrovare i luoghi della sua adolescenza … mi mette la mano sulla coscia ma non la muove .. &egrave solo un gesto di affetto non di desiderio.
Prima di Sarmede, mi indica una strada sterrata che a sinistra sale verso l’altura, la imbocco ed iniziamo la salita fino a raggiungere la cima dove trovo una strada asfaltata.
‘Vai a destra, costeggi il muro a sinistra e quando trovi il cancello entra.’
Vado e costeggio il muro. Maria dalla borsa prende un telecomando, apre il cancello e ci inoltriamo su un vialetto di ciottoli bianchi, che fra aiuole fiorite ed alberi porta ad una grande casa a due piani, fermo la macchina ai piedi della scalinata che porta all’ingresso e scendiamo, mi guardo intorno sorpreso.
‘E’ questa casa tua?’
Lei sorride di fronte alla mia meraviglia ‘Sì questa &egrave casa mia, ti piace?’
Si apre la porta della casa … ne viene fuori una donna anziano che corre incontro a Maria per abbracciarla.
‘Signorina!!! le x’&egrave tornarda .. iera ora … no gavevo pì speranxa de vederla …’
Maria ride bacia la donna sulle guance poi mi prende la mano ‘Vieni ti faccio vedere la mia casa.’
Entro e vado di sorpresa in sorpresa, mi trovo all’interno di una dimora patrizie del XVII’ secolo, tenuta bene, mobili antichi, affreschi … pavimento rosso veneziano … una rarità ai giorni nostri .. quasi avrei paura di muovermi per non combinare disastro.
Sempre tenendomi per mano, Maria mi accompagna al piano superiore, apre una porta …
‘Ecco questa notte dormiremo qui .. ti piace amore?’
Sono senza parole … ‘Sì mi piace … cavoli Maria ma chi sei tu?’
Lei sorride … mi mette un dito sulle labbra ‘Che te ne importa … sono la tua donna ora .. se vuoi sarò la tua puttana … sarò la troia di turno … altro non ti serve di sapere.’ mi da un bacio fugace sulle labbra.
‘Scusami amore .. aspettami un attimo .. scendo a dare le istruzione per la cena.’ esce e mi lascia sola, ancora stordito dagli avvenimenti … chissà quante altre cose devo ancora scoprire.

per commenti brubu@yahoo.it In piedi davanti alla finestra, aspettando il ritorno di Maria, osservo la vista fuori della casa, noto le cose ed i dettagli che al mio arrivo non avevo notato, preso come ero dalla sorpresa di trovarmi di fronte a questa dimora.
Alla mia destra vedo una grande barchessa, tenuta bene, poi più in là, una costruzione bassa, dalle porte e dalle finestre con tendine si capisce che sono abitazioni, di fronte a qualche distanza della casa c’&egrave lo specchio d’acqua di una peschiera, verso la sinistra una serra.
Sono ancora lì quando torna Maria ‘Che guardi amore?’
‘La barchessa, le case .. la peschiera e quella serra .. una limonaia suppongo … ma &egrave tutta tua questa casa e tutta quella roba?’
Lei mi si avvicina .. ride e mi stampa un bacio sulla guancia ‘Sì &egrave tutta mia questa ed anche molte altre cose … ti spiace?’
‘No .. no … beata te .. ora capisco perché mi dicevi di non aver problemi finanziari:’
‘Sì e puoi anche capire perché Alberto abbia fatto di tutto per sposarmi … ed io cretina ci sono cascata.’
Mentre parla si spoglia, una volta nuda fruga nella sua valigia e tira fuori il bikini giallo comprato il giorno precedente, lo indossa e dall’armadio prende un copri costume a fiori.
‘Dai andiamo giù, Santina ha apparecchiato per noi nel tinello accanto alla cucina.’
‘Chi &egrave Santina?’
‘La donna anziana che ci ha accolti, praticamente &egrave stata lei a crescermi, ora &egrave vedova poverina ed &egrave rimasta sola, e poi qui vive anche Adolfo e la sua famiglia, non potrei mai mandarla via, le voglio bene.’
Annuisco ‘E chi &egrave Adolfo.’
‘E’ mio fattore .. &egrave il fratello di Santina.’
Intanto raggiungiamo il tinello, una stanza ammobiliata semplicemente, con mobili che certamente risalgono al secolo scorso e che ora farebbero la gioia di un antiquario, una vetrina, una credenza, un tavolo e sei sedie, un caminetto di marmo ed una finestra che da sul retro della casa.
Il tavolo &egrave apparecchiato per due, sono sorpreso perché i coperti non sono posti a capotavola ai due estremi del tavolo, ma affiancati rivolti verso la finestra, i piatti sono di ceramica di Bassano, i bicchieri di vetro di Murano, così come le due brocche, uno piena d’acqua e l’altra di vino, le posate d’argento, tovaglia e tovaglioli di lino.
Sposto una sedia per aiutare Maria a prendere posto poi mi siedo anche io, siamo vicinissimi ed al minimo movimento le nostre gambe si toccano.
‘Scusa Maria.’ e sposto la gamba in fretta.
Lei mi sorride ‘Scusa di che caro? non mi disturba se mi tocchi.’ e come per confermare le sue parole mi mette la mano sulla coscia.
‘Versami del vino per favore ed assaggialo … &egrave vino mio.’ dice lei sorridendo con una punta di orgoglio.
Entra Santina portando un tegame ‘Signorina, gho fato i bigoli co la salsa d’anara come ghe piase a ea.’
Maria sorride soddisfatta ‘E per secondo cosa c’&egrave Santina?’
‘Conicio in tecia Signorina, co le patate lese.’
‘Cavoli Maria, mi prendi per la gola.’
Lei ride e stringe la mano sulla mia coscia muovendola verso l’inguine ‘Dici ti prendo solo per lo stomaco? io penso di poterti prendere anche da qualche altra parte.’
Ridiamo ambedue e ci mettiamo a mangiare di buon appetito, dopo la pasta, il coniglio e le patate, la crostata, il caff&egrave ed il grappino sono pieno, non mi muoverei ma Maria &egrave di parere diverso.
‘Vieni andiamo a fare un giro nel frutteto e ti mostro anche il vigneto.’ mi prende per mano e quasi mi obbliga ad alzarmi ed a seguirla.
Il sole del pomeriggio &egrave mitigato dalla brezza che soffia dall’altopiano, l’aria &egrave profumata e tiepida, si sta bene ‘Andiamo in piscina .. vuoi?’
‘In piscina!! .. dove?’
‘Lì oltre il rosetto .. dai andiamo.’
‘Ma non ho il costume.’
Lei alza le spalle ‘Dai non fare il bacchettone .. ti ho già visto nudo … e poi se serve a renderti la cosa più facile .. mi levo il bikini .. così sarò nuda anche io .. dai vieni .. non fare storie.’
Oltre il rosetto c’&egrave una piccola costruzione di mattoni rossi, che racchiude uno spogliatoio, una doccia, uno sgabuzzino con delle sdraie e dai lettini, ed un angolo bar. Porto fuori due lettini e li metto vicino alla piccola piscina, Maria si leva il copricostume e si sdraia comodamente, io sono abbastanza impacciato, togliermi la camicia e rimanere in jeans a torso nudo, oltre che poco elegante mi farebbe sentire ridicolo.
Maria mi guarda divertita ‘Forza spogliati, rimani con lo slip .. a parte il colore quello o un costume sono uguali.’
Faccio come dice lei e mi preparo a sdraiarmi ‘Mi spalmi la crema abbronzante per favore .. non voglio prendermi un insolazione.’
Si toglie il reggiseno e si sdraia bocconi, prendo il tubo di crema solare, mi porta ai piedi del lettino ed inizio a spalmare i piedini e le caviglie, poi massaggio i polpacci fino alle ginocchia, mi attardo un po’ nelle pieghe posteriori delle ginocchia stesse ed ora la mani salgono lungo le cosce … col pretesto di spalmare la crema solare accarezza l’interno delle cosce dove la pelle &egrave più sensibile, così facendo raggiungo i glutei, abbasso il tanga ed incomincio a spalmare la crema sul culetto, passo la mano nel solco fra i globi sodi, fino al perineo ed all’inguine, salgo sulla schiena, i fianchi, le braccia, le spalle ed il collo.
‘Girati tesoro, ora ti spalmo davanti.’
Lei si gira prende un po’ di crema e se la mette sul viso, mentre io le stendo la crema sulle tette, vedo i capezzolo indurirti ergersi famelici .. invocando le carezze di una bocca, scendo sul busto, mi attardo sul l’ombelico … ora sono sul ventre … le sfilo il tanga del tutto .. mi fermo a lungo a massaggiare il monte di Venere ed i contorni delle grandi labbra, lei tiene gli occhi chiusi .. le labbra dischiuse .. il suo respiro &egrave ansimante scendo sulle cosce e proseguo fino ai piedini … risalgo lungo le gambe e torno sulla figa.
Maria scosta le cosce .. mormora ‘Mi fai morire amore … ho voglia di te … senti come sono bagnata … dai ti prego fammi godere o impazzisco.’
Mi chino su di lei e poso la bocca sulla figa fradicia … succhio e mordicchio il clito facendola gemere .. lecco le grandi labbra e poi quelle piccole poi la lingua penetra nella figa.
‘Ahhh … sìììììì … cosìììììì … non fermarti … continua … ohhhh … ancoraaa … amoreeee … ahhh … ti amooo …..’
Solleva il baccino … gira il capo in modo scomposto … si impasta le tette .. si tortura i capezzoli … improvvisamente &egrave scassata dall’orgasmo … bevo il suo miele con ingordigia .. lei sospira.
‘Amore .. prendimi .. mettimelo dentro .. ti voglio sentire dentro di me … voglio sentirti venire .. dai non farmi aspettare.’
Mi libero dello slip … mi inginocchio fra le sue cosce e la penetro … il pene scivola dentro come risucchiato … sono eccitato come un mandrillo … mi bastano poche spinte veloci e riverso nella sua figa tutto il mio seme.
Lei mi cinge la vita con le gambe , cerca la mia bocca per un bacio pieno di passione.
Rimaniamo così stretti l’uno all’altra, senza fiato … sono sfinito .. ma lei sembra di non aver ancora perso tutte le sue energie e si struscia contro di me.
Fra un bacio e l’altro mi dice ‘Sei un porco .. mi fai impazzire e mi fai paura …’ si ferma esitante ‘Lo capisci sì o no? .. mi fai paura … mi sto innamorando di te brutto maiale … non voglio amarti … ‘
Mi scosto e la fisso … scuoto il capo ‘Beh credo che farò meglio a tornarmene a casa mia, ti voglio bene e non voglio farti soffrire.’
Faccio per divincolarmi, ma lei non mi lascia ‘No … non farlo .. stai con me … non lasciarmi sola .. farò tutto quello che vuoi … ti amerò … ma non lasciarmi.’ inizia a piangere in silenzio.
La stringo forte e la bacio con tenerezza ‘Dai non piangere, non andrò via .. sù calmati.’ non c’&egrave niente da fare, non sopporto di fare piangere una donna e solitamente rimango fregato … ed anche oggi &egrave così.
Ci tuffiamo .. una breve nuotata .. usciamo dalla piscina andiamo a fare la doccia e ci rivestiamo per tornare in casa.
Lei mi stringe forte la mano .. mi guarda con la coda dell’occhio .. sicuramente ha qualcosa in mente .. ma non so cosa .. però lo scopro subito.
‘Senti .. vorrei farti un discorso serio … ho bisogno di un amministratore .. Adolfo &egrave bravo ma alcune cose come le assicurazioni, i rapporti con i Consorzi o la Confagricoltura richiedono certe capacità ed un certo livello di istruzione .. io non ci capisco niente lui in diverse occasione non si &egrave dimostrato all’altezza … me lo ha detto lui di trovarmi un amministratore … capisci amore … nessuno .. neanche tua moglie troverebbe qualcosa da ridire se vieni qui.’
‘Ma io di agricoltura non capisco niente, non so niente di semina o di raccolta, di vendemmia e di vinificazione .. non so se potrei esserti utile.’
Lei mette il broncio ‘Ma non lo dovresti fare gratuitamente sarai pagato, e poi dovresti occuparti di questioni amministrative … non di agricoltura .. dai ti prego dimmi di sì.’
Ecco mi ha incastrato … come faccio a rifiutare?
‘Va bene proveremo e vedremo se funziona .. e se sarò in grado di fare quello che mi chiedi.’
Lei mi guarda con un sorriso beffardo ‘Non prendermi in giro, ti dimentichi forse che sono stata a casa tua, ho visto il tuo studio, il computer .. ed il resto … comunque va bene sei assunto.’ ride allegra ‘Ora bacia la tua padrona.’
Ci baciamo ed entriamo in casa.

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Rientriamo in casa ed andiamo a sederci sul divano in salotto, Maria prende il telecomando per accendere il televisore, quando squilla la suoneria del mio telefono.
Rispondo … &egrave Carla che chiama … metto il viva voce ed ecco il suono della sua voce che si sente nella stanza ‘Ciao amore … come stai .. ti penso sai … sei con Maria?’
‘Sì sono con Maria, ho messo il viva voce così ti sente anche lei, mi manchi amore … davvero sai.’
‘Beh ti puoi consolare con Maria, io sono sola … sai amore, non sto tanto bene qui, non parlo della mia salute, ma Nicoletta, la moglie di mio padre, e Donatella, la fidanzata di mio fratello, non sono molto cordiale .. temono che da un momento all’altro potrei rivendicare i miei diritti.’
‘Scusa amore, non capisco spiegati meglio.’
‘E’ semplice, la casa in città &egrave mia per metà, ma Donatella fa i comodi suoi, ho trovato la mia camera ed il mio studio, ridotti ad essere un magazzino pieno di roba non mia, mentre la mia era ammucchiata in un angolo, mi sono arrabbiata ed ho buttato tutto fuori dalle mie stanze.’
‘Accidenti, e poi c’&egrave dell’altro?’
‘Sì la casa al mare &egrave mia, ma mio padre ha la chiave, e Nicoletta, anche lei fa i cavolacci suoi, sposta i mobili, cambia i soprammobili, toglie la foto di mia madre e mette la sua, Non mi va bene e l’ho detto a mio padre, voglio i mobili dove vanno bene a me e voglio la foto di mamma al suo posto, figurati i musi lunghi.’
‘Ehmmm .. belle ferie che ti prepari.’
‘Oh! non mi preoccupo .. sto per conto mio .. oppure con mia cugina Francesca … con lei vado a fare il bagno .. con quel mio nuovo bikini … sapessi che successo … ma voi come ve la passate?’
‘Beh lo sai, siamo a casa di Maria … una bella casa grande con giardino, frutteto ecc.’
Lei ride ‘Amore non fare il furbo con me, non &egrave questo che voglio sapere, invece mi devi dire cosa fate assieme tutto il giorno, avete scopate ieri sera, anche questa mattina e poi che &egrave successo?’
Sono imbarazzato, non so come affrontare il discorso .. lei si rende conto delle mie esitazioni.
‘Passami Maria, lei mi dirà tutto.’
Porgo il telefono a Maria che lo prende ed inizia a parlare ‘Ciao tesoro, oggi siamo andati in piscina .. lui mi ha spalmata di crema solare … sapessi come spalma bene .. me l’ha leccata e poi mi ha scopata.’
Carla ridacchia ‘Maria, posso immaginare come spalma … ma siete due luridi bastardi sei una troia e lui &egrave un porco … ed io a sentirmi dire queste cose mi eccito come una maiala … sono bagnata fradicia … sono sola e mi tocco .. dai raccontami bene forza ascolto.’
‘Come vuoi amore’ … e Maria si mette a raccontare tutto nei più minimi dettagli, sentiamo il respiro di Carla farsi più veloce … la sentiamo gemere ed ansimare …
‘Ohhh … così avete fatto … ahhh .. che voglia … mhhhhhh … che maiali … uhhhhh … mamma …. Mariaaaa … mi sto scopando col dildo che mi hai regalato … ohhhh … sto per arrivare … ahhhh …. vengooooooo.’
Segue il silenzio .. rotto solo dal rumore del suo respiro affannoso … però mi fa tirare il cazzo e Maria che ha visto il gonfiore non esita a mettervi la mano …
‘Toccami ti prego … amore …’
Le tiro su il copricostume e la sfilo il tanga.. la figa nuda si presenta arrossata e gonfia, lucida dal miele che cola … il clito si erge come se volesse apparire un cazzo in miniatura.
All’improvviso sentiamo la voce di Carla ‘Che fate porci? scopate o vi toccate? su ditemelo.’
Con voce un po’ alterata Maria risponde ‘Ci hai fatto eccitare … ci tocchiamo amore.’
‘Bene .. divertitevi … buona notte a tutti e due vi bacio con la lingua in bocca … a domani.’
‘A domani amore, buona notte ti bacio … ti amo.’ dico io.
Anche Maria risponde ‘Buona notte amore … a domani … baci .. baci …baci.’
Si chiude la telefonata … io mi alza .. prendo la mano di Maria e l’attiro a me … senza parlare … eccitatissimi … in fretta ci avviamo verso la camera da letto.
Appena entrati e chiuso la porta alle nostre spalle ci stringiamo, ci baciamo, le nostre mani frenetiche percorrono i nostri corpi … in meno che non si dica Maria &egrave nuda … mi sta abbassando i jeans e lo slip … sono nudo anche io.
Lei, con le gambe leggermente aperte, si struscia la figa contro il mio cazzo bagnandolo del suo miele, la tentazione &egrave forte … ma abbiamo tempo prima di sera e voglio fare le cose con calma.
Spingo Maria sul letto, &egrave messa per traversa … il sedere sulla sponda .. i piedi sul scendiletto … le faccio spalancare la gambe … sto un momento a guardarle la figa … poso la bocca sulle grandi labbra e con la lingue le scosto per cercare il clito nascosto alla sommità delle piccole labbra.
Lo trovo facilmente .. &egrave eretto duro e fiero come un piccolo membro maschile, lo stringo fra le labbra .. lo lecco .. lo mordicchio .. lo succhio … Maria solleva il bacino spingendolo verso la mia bocca …
‘Ohhhh … sìììì … ohhhh … cosììì … ahhhh …. ahhhh …. ahhhh…. ohhhh …. sìììì…’
Si impasta le tette .. si tortura i capezzoli … si spinge le tette verso l’alto sollevandole … abbassa le labbra ed inizia a leccarsele ed a succhiare i capezzoli.
E’ letteralmente allagata … il miele sgorga dalla figa come l’acqua dalla rotta dell’argine di un fiume in piena, malgrado la mia golosità non riesco a bere tutto quel nettare … mi cola sul mento … mi scende sul collo … mi bagna le spalle …
‘Ohhh … amoreeee … cosìììì … mi fai impazzire … ahhh …. scopami … inculami .. fa di me quello che vuoi … aghh … ohhhh…’
Sollevo il viso per rialzarmi … mi metto fra le sue cosce … prendo le sue caviglie … le sollevo e me le metto sulle spalle … poggio il glande del cazzo sulla figa ma non la penetro ancora … guido il cazzo lentamente sul clito … fra le grandi labbra sulle piccole labbra … accarezzo il perineo … lo spingo fino nel solco del culetto per poi tornare verso la figa e titillare l’ingresso del paradiso …
‘Ohhh … no … non cosììì … mettimelo dentro …. lo voglio … ahhhh … dai … mi fai morire … ahhhh … sto per arrivare …. ohhhhh … vengoooooo.’
Viene distrutta dall’orgasmo … rantola .. respira con affanno … si stringe le tette … poi si affloscia priva di forza … inerte … la bocca dischiusa e gli occhi sbarrati che mi fissano … ora &egrave il momento … glielo metto dentro spingendo piano … senza sforzo .. la figa lo risucchia .. lo avvolge … lo poppa golosa come il neonato poppa la tetta della madre.
Mi muovo lentamente .. lei &egrave senza fiato non ha neanche più la voce per lamentarsi o gemere .. tiene la bocca leggermente aperta ma nessun suono esce … rimane zitta e ferma … l’unico suo movimento parte dalle caviglie che premono sulle spalle e muove i piedi accarezzandomi il collo.
Senza fermarmi … allungo la mano .. prendo il cellulare e compongo il numero di Carla … sento lo squillo .. metto il viva voce ed avvicino il telefono all’orecchio di Maria che prende l’apparecchio e lo tiene appoggiato.
‘Pronto .. chi parla?’
‘Carla … amore … sono … io Maria … mhhh … ahhh … disturbo? ohhh … sììì … Carla … mi … ahhh … senti?’
‘Certo che ti sento, brutta troia! ,, cosa fai? ti scopa o ti lecca?’
‘Sììì … sta … ahhh … facendo di me … ohhh … la più … mhhhh … troia delle … ahhh … puttane … ohhh … godoooo … amoreee … spingi … ahhh … mi scopa … prima me …. uhhhh … l’ha leccata … ahhhh … mi fa … ohhhh … impazzireee …’
‘Azz … brutti bastardi e volete che vi ascolti, mentre sono sola a toccarmi ed a bagnare il mio letto sentendovi,
‘Sì amore … ahhh … toccati … tesoro … ohhh … vieni … anche tu … con noi … ahhhhh … CARLA!!! vemgoooooooooo.’
‘Ohhh amori miei … siete troippo eccitanti … ahhh … vengo anche io … ahhh … ahhhh … ahhh.,.. amori … sono venuta … che bello … vi amo … non dimenticatemi.’
Non posso più resistere ancora e mi lascio andare schizzo il mio sperma nella figa di Maria che stringe forte i muscoli vaginali per non perderne neanche una goccia.
A lungo rimaniamo allacciati … la sua testa sul mio petto … le gambe intrecciate … la sua figa umida premuta sulla mia coscia … la sua coscia premuta sul mio cazzo .. la stanza profuma di sesso … ci accarezziamo piano .. ci scambiamo bacetti teneri e guardiamo il sole che vediamo dalla finestra sparire lentamente sopra le cime degli alberi ad occidente.
Il tempo passa e finalmente ci decidiamo ad alzarci per andare a farci la doccia … dopo questa ci rivestiamo in modo più formale e scendiamo al piano terra per recarci nel tinello dove troviamo la Santina che ci aspetta vicino alla tavola apparecchiata.
L’anziana mi scrutta indagatrice, capisco che vuole sapere che si trova accanto alla donna che lei ha cresciuto.

per commenti brubu@yahoo.it Sono rimasto altri due giorni in casa di Maria, non potevo fermarmi più a lungo, mia moglie stava per tornare dal mare e poi dovevo pensare anche ai miei impegni professionali, il sesso non &egrave tutto nella vita, però per quei due giorni non ci siamo risparmiati, ne abbiamo combinato di tutti i colori, da depravati, scopavamo col telefonino acceso … Carla ci ascoltava e si masturbava, in alternativa lei si masturbava col viva voce acceso .. ci eccitavamo e scopavamo.
C’era anche un altro problema, in qualche modo Maria mi aveva incastrato chiedendomi di occuparmi dei suoi affari, ma questo sembrava essere soltanto il suo primo passo, e sospettavo che il suo scopo era di sostituirsi a Carla per poi chiudere i rapporti, ed io non intendevo farmi manipolare fino a quel punto.
Quindi come dicevo, me ne sono tornato a casa mia per riprendere la mia vita normale, la famiglia ed il lavoro, tutto sommato una vita un po’ grigia illuminata soltanto da brevi sprazzi di luce, le telefonate con Carla senza più la presenza di una terza persona.
Poi era giunto il mese di Agosto e, come ogni anno, sono partito con mia moglie per la villeggiatura.
Da parte sua Carla era tornata in convento, ma l’esperienza acquisita durante i pochi giorni passati con me, e l’aver dovuto tirare fuori le unghie per mettere a posto la matrigna e la futura cognata, l’avevano cambiata, non era più la personcina scialba e remissiva che le sue consorelle conoscevano.
In diverse occasioni aveva fatto prevalere il suo punto di vista, si era spinta a litigare con la Provinciale ed aveva mandato a quel tale paese quel sacerdote che si fregiava pomposamente del titolo di Direttore Spirituale.
Come risultato l’avevano mandata in Sardegna, ma anche lì aveva piantato diversi casini, così era stata spostata un altra volta, mandandola a Brescia.
Le sue superiori avevano deciso che lei aveva bisogno di un sostegno spirituale e di essere accompagnata psicologicamente, l’avevano affidata ad un sacerdote sulla quarantina, laureato in psicologia.
Questo si era reso rapidamente conto che Carla era una persona valida, ma non aveva la vocazione necessaria per rimanere in convento, tanto più che lei gli aveva detto chiaro e tondo che non sopportava più la regola della castità e che durante le vacanze si era fatta un amante, senza naturalmente entrare nei dettagli, era così iniziato un periodo di incontri che si sarebbe prolungato per diversi mesi.
Maria da parte sua, aveva iniziato le pratiche del divorzio e per non prestare fianco a possibili pettegolezzi, ci incontravamo unicamente per motivi di lavoro, ma sempre in pubblico ed alla presenza di testimoni qualificati,
I nostri rapporti erano apparentemente di sola amicizia, si limitavano a bacetti di saluto dati sulle guance, ed a strette di mano più calorose e prolungate del necessario, l’unica persona che avrebbe potuto confermare una relazione tra lei e me era la Santina, la quale si sarebbe fatta scorticare viva piuttosto che tradire Maria.
Maria aveva mantenuti i contatti con Carla ed essendo una donna e non avendo da nascondere i suoi rapporti con lei, aveva più occasioni di me di sapere come andavano le cose e mi teneva al corrente.
E così giungemmo alla fine dell’anno, ai primi di Gennaio ricevetti una telefonata da Carla, la quale mi avvisava che doveva recarsi a Vicenza per incontrate quel sacerdote che la seguiva, mi disse che sarebbe venuta fino a Mestre e che avremmo avuto quasi tutta la giornata per noi, visto che l’incontro era fissato per il tardo pomeriggio.
Ed ora sono alla stazione ad aspettare l’arrivo del treno, sto in cima alle scale del sotto passaggio e la vedo .. quasi mi viene un colpo, indossa l’abito del suo ordine, una gonna lunga fino a sotto il ginocchio, colore grigio blu, ed un cappotto dello stesso colore, scarpe basse ed il velo in testa, vado ad accoglierla dovendo farmi forza per non baciarla.
Raggiungiamo la macchina, appena seduta si leva il velo, si passa la mano nei capelli per sistemarli, dall’esterno non sembra per niente una suora, possiamo finalmente baciarci, poi partiamo verso l’autostrada.
Strada facendo mi racconta un po’ di cose, poi mi dice di aver deciso di lasciare il convento.
‘L’ho detto a don Francesco, il quale ha convenuto che per me questa fosse la soluzione migliore, mi ha consigliato di non fare colpi di testa, ossia uscire sbattendo la porta ma di chiedere la dispensa al Vaticano, tu amore cosa pensi, sai per ottenere la dispensa ci vuole tempo ed io ho fretta.’
‘Tesoro mio ha ragione don Francesco, oramai dopo tanti anni qualche mesi in più non hanno importanza.’
Lei annuisce ‘don Francesco mi manderà a Milano, da un altro sacerdote, anche egli psicologo ma anche avvocato, sarà un lavoro lungo .. dovrò ricostruire tutta la storia per dimostrare che si sono approfittato della mia inesperienza ed ingenuità per farmi prendere i voti.’ ride ‘Però qualcosa ci ho guadagnato, avevano un progetto su di me, mi hanno mandata all’università e mi sono laureata.’!
Così si chiude l’argomento, prima di Vicenza lasciamo l’autostrada A4 e ci dirigiamo verso l’Altopiano dei sette comuni.
Carla guarda incantata, non ha mai visto la montagna d’inverno, i prati ed i boschi coperti di neve, le faccio fare un giro veloce prima di andare a pranzo in un ristorante fra Asiago e Lusiana.
Dopo il pranzo, la porto ad ammirare certi paesaggi panoramici, ma non possiamo fermarci troppo a lungo e poi abbiamo voglia di stare un po’ da soli, così lascio la statale per inoltrarmi con prudenza nel bosco, la strada sterrata e coperta di ghiaccio e non posso spingermi troppo lontano, siamo fuori la traffico ma non quel tanto che ci permetterebbe di fare i cavoli nostri.
Ci baciamo, le nostre lingue sono intrecciate, le mostre mani si muovono come per riprendere possesso dei nostri rispettivi corpi, le accarezzo le tette sotto il maglione ma sopra la camicetta che indossa sotto questo, le metto la mano sotto la sottana ma per raggiungere la figa devo superare lo sbarramento dei collant (quell’odioso capo di vestiario che portano le donne) e delle mutandine per poter mettere due dita nella figa e darle quel piacere che si aspettava di ricevere.
Mi mette le braccia al collo .. ci baciamo e mugola ‘Ahhh amoree … sììì tesoro … cosìì continua .. lo desideravo tanto … ohh .. ti vorrei dentro di me … sentirti venire … ahhh … caro … amore … sìììì … vengooooooooo!!!’
Dopo, lei fa molto presto ad aprirmi i pantaloni e prendere il cazzo in mano la accarezza un po’, poi si china e lo lecca .. lo bacia .. lo prende in bocca e lo succhia, orasono io ad irrigidirmi a respirare con affanno … a gemere … a mugolare….
‘OHHH… amore … sìììì … cosììì .. Carla mi fai impazzire ahhhh … vengooo amoreee.’
Lei mi succhia fino all’ultima goccia ingoia tutto … ci baciamo un ultima volta, lei si rimette il velo in testa e riprendiamo la strada .. meno di un ora più tardi siamo fermi di fronte al cancello dell’Istituto dove Carla si deve recare.
Scendiamo dalla macchina, ci salutiamo con una stretta di mano e lei sparisce dietro il cancello.
Non l’ho mai più rivista.
Carla tre mesi più tardi &egrave uscita dal convento, &egrave andata a Milano, ospite di una sua cugina, ha trovato un posto di educatrice presso una casa di accoglienza per ragazze abbandonate o comunque in situazione difficile.
Si &egrave trovato un appartamento ammobiliato e facevamo i piani ed i progetti per incontrarci, ma lei aveva degli orari di lavoro assurdi e non si &egrave mai riuscito a combinare niente, neanche durante le ferie perché ha dovuto accompagnare le ragazze al mare.
Passato un anno si &egrave licenziata ed ora &egrave insegnante in una scuola elementare, anche lì gli orari di lavori ci sono di ostacolo.
Un giorno mi ha detto che aveva deciso di non pensare più a me come ad un possibile fidanzato .. ma di considerarmi il suo amante .. perché non voleva che lasciassi mia moglie per lei.
Mi ha anche detto che non voleva più parlare di erotismo con me, perché aveva anche troppi problemi ormonali da controllare.
Un giorno mi ha detto che una sua ex consorella che era stata mandata all’estero aveva un blog su un sito e vi raccontava le sue esperienze, e questa l’aveva invitata ad visitare il sito in questione .. lo aveva fatto e si era iscritta .. aveva avuto subito un sacco di contatto.
Poi per una settimana ha chattato con un uomo … hanno scoperto di essere quasi vicini di casa .. egli &egrave venuto a prenderla per una birra.
Il giorno dopo, rientrando lei lo ha trovato sotto casa che l’aspettava per andare a mangiare una pizza, lei dovendo cambiarsi … lo ha invitato ad entrare … non sono usciti .. lui &egrave andato via alle tre della mattina dopo averla scopata … da quel giorno un giorno sì ed un giorno sì, salvo durante il ciclo scopano.
Ecco la storia di un ingenua, nata troia e puttana per vocazione.

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