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Racconti Erotici Etero

Lo voglio dentro, amore!

By 5 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Eccomi, qui sola, a ripensare ai brutti fatti che mi sono accaduti poco tempo fa. Sono le dieci di sera, mi sto preparando per mettermi a letto, Elena si sbagliava, sono qui da stamattina non mi &egrave passato di mente quel bastardo di Mattia. Io e lui ci siamo lasciati circa due settimane fa. Tutto &egrave successo a causa di un litigio. Ci conoscevamo già da parecchio tempo e una sera, mentre stiamo prendendo un drink in discoteca, lui mi propone di farlo nel bagno. Io subito rifiuto, sono sempre stata una ragazza seria, non avrei mai fatto una simile esperienza. Al mio no, lui mi apoggia delicatemente una mano sui miei capelli mori, e avvicina il suo viso al mio. Io subito non capisco, e mentre sono in preda a quella specie di trance, tira fuori la lingua e mi da una leggera slinguazza sulle labbra. Io subito indietreggio e giro lo sguardo altrove mostrandomi contraria. Fin qui tutto ok. Stanco dei miei
continui rifiuti alle sue voglie perverse mi sussurrà sottovoce “Minchia Dani, e smettila, motrami il tuo lato di puttanella, su, amore su.” Io mi sento offesa, anche se, lo ammetto, qualche volta ho fatto fantasie perverse anchio, ma farlo in un bagno pubblico, no questo non mi andava. E allora, sapete che fa il bastardo? Chiama un suo amico, che lavorava come barista, e gli promette un pompino da parte mia. Io subito mi alzo e per fermarlo, ma Franco mi prende da dietro e mi fa sedere tenendomi ferma. Mattia, ancora voglioso, mi alza velocemente la magliettina che portavo quella sera e successivamente mi slega il reggiseno. Poi, i due bastardi iniziano a leccarmi, sotto i seni, sul viso, sul collo, ovunque. All’improvviso Franco prova ad abbassarmi i jeans, ma, io riesco a farmi forza, e ad alzarmi da quella sedia. Velocemente mi recupero la maglietta, lasciando stare il reggiseno e mi allontano, per uscire dal pub. Per forutuna che quella sera era affollato, senò mi avrebbero trovata. Da quel giorno, sono stata a ripensare a quel fatto, a volte mi &egrave venuta in mente la strana idea che poteva anche piacermi. Ora sono qua, in biancheria intima, mi sto preparando per riposare. Mi alzo per chiudere la finestra quando sento un urlo proveniente dalla via dove &egrave situato l’hotel dove mi trovo. Quello che vedo mi lascia a bocca aperta, ma
stranamente lo trovo anche eccitante: tre ragazzi, all’apparenza sbronzi, stanno tenendo immobile contro una macchina, una ragazza bionda e sbronza come loro. La cosa sorpendente &egrave che la ragazza indossava solo una corta minigonna di pelle nera e degli stivali, sempre neri. Uno dei ragazzi teneva una mano sopra la bocca della ragazza, cercando a fatica di non fare rumore. Gli altri due invece la leccavano ovunque, e infilavano dita in ogni buco che trovavano. Era la stessa esperienza che avevo vissuto. Dopodich&egrave chiusi la finestra e mi coricai. Non riuscivo a chiudere occhio, Dopo qualche minuto, o forse ora, decisi che non ci sarebbe stato nulla di male se avrei approfittato della mia quarta di seno e del mio culo perfetto, secondo ciò che diceva Mattia. Mi alzai, e indossando l’accappatoio sopra la biancheria intima, uscii dalla stanza incamminandomi verso la stanza 18. Quel pomeriggio, avevo notato che nella 18, era venuto un bel ragazzo, sulla mia età, moro e con degli occhi castani fantastici, per non parlare del fisico, perfetto e abbronzato. Ed era single, dovevo approfittare. I miei capezzoli erano duri, avevo troppa voglia, volevo provare ogni cosa. Bussai alla porta. Il ragazzo mi aprì, chiedendomi cosa volevo. Io con voce molto sensuale chiesi se aveva un phon. Lui rispose di sì ma lo doveva prendere dalla valigia. Io allora chiesi se me lo poteva portare in camera e mi incamminai di fretta. Presi il barattolo di vasellina che tenevo sempre in valigia e lo appoggiai sul tavolo della mia stanza. Quando il ragazzo arrivò, io chiusi lentamente la porta e mi tolsi l’accappatoio. Lui era sorpreso anche se intravedevo una sporgenza nei suoi boxer, l’unico indumento che indossava: perfetto, eravamo entrambi eccitati! Io chiusi la porta a chiave e sempre con voce sensuale gli chiesi se voleva divertirsi per una notte. Lui non sapeva che rispondere, ma si notava che voleva scoparmi. Allora io gli dissi di abbandonarsi alle sue voglie, che ero una puttanella tutta per lui. Ero eccitatissima e senza ragionare, saltai addosso al ragazzo, e subito abbassai i boxer. Lui non oppose resistenza e, liberandosi dalla mia presa, si sedette sul letto. Poi a bassa voce mi disse: “Vieni amore.” Ero troppo vogliosa, e subito mi buttai addosso a quel cazzo, un palo di circa 20cm, tutto mio perdipiù.
Ero troppo presa dalle emozioni, cominciai a succhiare con foga quel bellissimo gioiello. Poi dopo circa cinque minuti di sù e giù con la bocca, cominciai a leccargli le palle. Mi sentivo una puttana finalmente, era tutto quello che avevo sempre sognato. Il ragazzo notò il barattolo di vasellina e lo aprì. Io intando mi ero tolta il
reggiseno e gli slip. Con due dita ne prese un pò e me la spalmò sul buchetto del culo. Quello strano solletico mi eccitava ancora di più, spingevo cercando di far entrare dentro quelle due dita. Lui però mi disse di aspettare un attimo e subito afferrò il suo enorme uccello e me lo mise dentro lentamente. Gemetti e subito iniziai a muovermi a ritmo su quel cazzo favoloso. All’improvviso mi disse che stava venendo e così dicendo mi estrasse il suo affare dal culo e una pioggia si sperma mi bagnò ovunque. Leccai il poco sperma rimasto sulla cappella. Lui iniziò a strizzarmi le tette, mi piaceva, sì era il massimo, ero troppo eccitata.
Poi mi portò un dito sporco di sperma alla bocca e io leccai ancora avidamente. Poi delicatamente mi infilò quel dito dentro la mia fighetta, poi un altro, e un altro. Respiravo a fatica, l’orgasmo era vicino. Poi tolse le dita e infilò il suo enorme cazzo dentro di me. Gemevo, ma ero eccitata, gemevo ancora, l’orgasmo era arrivato. Non potevo controllarlo, cercai di fare piano per non farmi sentire ma non ci riuscì. Meglio, ora tutti sapevano che troietta ero. Passammo la notte nudi sul letto della mia stanza. Infine, ringrazio Elena, &egrave solamente merito suo se ora sono cambiata in meglio, non m’importa più di avere un ragazzo, ora voglio solo divertirmi, ed eccitarmi. Eccomi qua, ho passato una fantastica settimana assieme al mio amore, Luca. Ricordo ancora il momento che ci siamo incontrati, io volevo un cazzo che potesse soddisfarmi e semplicemente bussando alla sua stanza l’ho avuto. Da quel giorno il mio modo di fare e di vestire &egrave cambiato: porto sempre abiti scollati, gonne più corte possibile, e se incontro qualche ragazzo, gli rivolgo uno sguardo sensuale. Sotto la gonna e la camicetta indosso sempre le lingerie che il mio amore mi ha regalato uno di questi giorni. I giorni passano in fretta, tra slinguazzate e bacetti, ma Luca non mi tocca più il culetto e la figa. Arriva martedì, l’ultimo giorno di vacanza. Verso mezzogiorno ricevo un sms da parte di Luca, siccome ce l’ho ancora in memoria lo scrivo esattamente come l’ho ricevuto:
“Amore, ti ricordi ancora quella notte? Vorresti ripetere l’esperienza? Vieni stasera alle dieci al solito hotel, ti amo!”
Mi sento subito contenta, eccitata, e in sottovoce ricordo di aver esclamato qualcosa, come un “Siiiii”.
L’attesa &egrave snervante, ma le ore passano in fretta, faccio shopping e acquisto qualcosa per Elena.
Sono le dieci. Salgo le scale dell’hotel, davanti alla mia stanza trovo Luca, a torso nudo, soltanto con i boxer addosso. Noto la solita sporgenza e l’accarezzo dolcemente. Lui mi chiede se mi andava di farlo davanti a due suoi amici, io subito non sono sicura, non l’ho mai fatto davanti a un pubblico, mi sento più sicura se siamo solo in due.
Non so perch&egrave, magari a causa dell’eccitazione, ma rispondo che non m’importava, e sarei stata lo stesso una brava troietta. Lui mi accarezza il culo e mi dice di andarmi a spogliare in fretta che tra poco i suoi amici arrivavano. Io entro nella stanza, mi spoglio e rimango con le lingerie, un grazioso reggiseno nero e gli slip attillati. Mi siedo sul letto
ed aspetto Luca e gli altri due. Dopo circa dieci minuti entrano, e subito si complimentano con me per le mie tette perfette (non per niente porto la quarta) e si spogliano restando solo con i boxer. Io faccio una risatina maliziosa e mi lecco le labbra.
Luca mi presenta i suoi amici. Paolo &egrave un tipo abbastanza alto, bel fisico e capelli bruni. Mirko &egrave un bel ragazzo pure lui, biondo ma non al livello di Luca, il mio amore. Paolo mi chiede se faccio pure bocca e culo, io subito rimango zitta ma poi annuisco di sì. Al mio sì, Paolo mi prende da sotto il culo e mi solleva, portandomi sul letto, poi si butta sopra di me, cercando di togliermi il reggiseno. Paolo lo blocca dicendogli di aspettare ancora un attimo, allora Paolo si rialza e si scusa con me. Io resto sul letto con un seno fuori, ad osservare i due ragazzi. Luca mi chiede dove lo voglio prendere per cominciare. Io ci penso e propongo di fare un bocchino a tutti e tre per valutare chi ce l’ha più lungo, e chi avrà l’onore di sfondarmi da dietro. Inizio abbassando i boxer a Luca. Lecco inizialmente il suo bellissimo glande per poi passare a tutta l’asta e infine alle palle. Faccio la stessa cosa con tutti e tre e senza dubbio Paolo e quello con il cazzo migliore. E’ gigantesco, raggiungerei l’orgasmo in pochissimo tempo con un affare così. Allora con un cenno, propongo a Paolo di farsi avanti e mi distendo sul letto. Lui mi strappa via sia il reggiseno che gli slip e mi lecca ovunque. Io resto immobile, sono tutta sua, lui può usarmi come vuole. Poi mi dice di distendermi a pancia in giù. Prende in mano il suo enorme cazzo e dopo aver sputato nel mio buchetto del culo, me lo infila tutto dentro. Io inizialmente inizio a muovermi velocemente, per sistemare quel bel cazzone dentro di me, ma il ragazzo viene subito e mi inonda di sborra il culetto. Io sono già stanca, lo bacio sulla punta del cazzo, leccando con ingordigia i resti di sperma e propogno a Luca e Mirko di farsi avanti. Voglio essere penetrata da tre uomini assieme, lo voglio, perch&egrave io sono solo una puttanella eccitata. Luca lentamente inizia ad infilare il suo cazzone nella mia fighetta. Subito comincio a gemere eccitata. Poi tocca a Mirko. Appoggia il suo glande sulle mie labbra e io apro la bocca accogliendo il suo uccello, e lo inizio a leccare avidamente. Poi &egrave il turno di Paolo. Mi infila nuovamente l’arnese in culo, ma questa volta resto calma, ormai ci sono abituata, anche se sento che l’orgasmo &egrave vicino. Tutti e tre iniziano a muoversi velocemente dentro di me. Io lancio grida di goduria, senza preoccuparmi dei vicini di stanza, non m’importa, anzi, se mi sentono, avrò altri cazzi da leccare. Io mi muovo come una forsennta, &egrave difficile restare fermi con tre cazzi enormi dentro di te, e poi non riuscivo a controllarmi, gridavo eccitata con tutta la mia voce. Luca mi disse che stava venendo, e così dicendo estrasse il suo affare dalla mia fighetta e mi sborro in faccia. Poi tocco Paolo e Mirko, che mi sporcarono il culo e le tette.
Ah, che goduria, ero eccitatissima, mi sentivo stanca, avevo il culo e la figa che bruciavano. Bagnando le lenzuola del mio umore, e l’orgasmo arrivò. Urlavo forte, ero eccitata. Presi il cazzo di Luca e iniziai a succhiarlo ingorda. Nel frattempo mi ero portata più dita che potevo nel culetto, ero in preda alla goduria, ero fiera di me, finalmente avevo dimostrato di essere una brava puttanella. Devo ammettere che non avrei mai immaginato di diventare quello che sono, ma ora sono contenta, anche se a volte penso come sia avere un ragazzo fisso e non un tizio che ti incula e se ne và.
Era mezzanotte. Paolo e Mirko si complimentarono con me e se ne andarono. Luca restò nella mia stanza e ci baciammo tutta la notte. Il giorno dopo andammo entrambi all’aereoporto per partire. Io sarei tornata a Livorno, ma non ero sicura che avrei raccontato tutto ad Elena. Luca invece sarebbe tornato a Bari.
Mentre stavamo chiaccherano nella sala d’attesa, lui mi rivelò che non era affatto single. Era fidanzato con una di Bari, mi disse che si chiamava Federica. Io dentro di me compresi subito cosa voleva dire essere una troia, ma non ero arrabbiata, anzi, ero ancora più sicura di essere una brava puttana. Gli chiesi se poteva soddisfare ancora un mio desiderio. Lui mi rispose di Sì, e subito ci incamminammo vero il bagno dell’aereoporto. Entrammo nella cabina riservata ai ragazzi. Io gli aprii la cerniera dei jeans e tirai fuori il suo arnese dai boxer. Mi inginocchiai davanti a lui. L’acqua presente in quel bagno, forse non solo acqua, mi bagnava le gionocchia nude, siccome portavo una minigonna di pelle, ma non m’importava. Iniziai a massaggiare il suo arnese, lo leccai ovunque e me lo portai alla bocca. Subito mi tornarono in mente le emozioni vissute il giorno prima e continuai a leccare il suo bellissimo cazzo. Dopo pochi minuti venne e il suo sperma mi inondò la bocca con quel buon sapore. Poi ci risistemammo e uscimmo dal bagno. Luca doveva lasciarmi, il suo aereo stava partendo. Lo salutai con una carezza sui jeans, all’altezza dell’uccello e, ancora con la bocca sporca di sborra, lo baciai con la lingua. Finito il bacio, mi scusai con lui per non essermi pulita le labbra, ma lui mi disse che non era niente. Poi si incamminò per partire. Io restai a leggere una rivista e poche ore dopo partii sull’aereo diretta verso Livorno. Mi leccai le labbra per risentire il gusto del suo cazzo, e questo mi fece felice e mi eccitò. Per tutto il viaggio ripensai alla vacanza, era senza dubbio stata la migliore esperienza in vita mia, ma non sapevo se raccontarla ad Elena oppue no.

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