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Racconti Erotici Etero

L’odore segreto

By 27 Luglio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Io non ti piaccio, mi consideri un’arrampicatrice, una donna in carriera disposta a tutto, pur di farcela.

E’ quello che dichiari apertamente: ucciderebbe sua madre, pur di occupare il mio posto’

Neppure tu mi piaci, dai dell’arrivista a me e ti sei sposato una cozza che più cozza non si può, ma &egrave la figlia del nostro Amministratore Delegato; chissà a chi pensi mentre adempi ai tuoi doveri coniugali’

Nonostante la scarsa simpatia che ho per te mi attizza il tuo corpo , il tuo odore e quell’aria di ragazzo stralunato e indifeso che ti porti dietro come un abito nuovo.

In verità sei indifeso come un serpente corallo, il più micidiale tra i rettili’

Ora , seduto sul mio divano, un bicchiere in mano, hai l’aria diffidente: dobbiamo discutere di una faccenda importante, meglio farlo al di fuori del lavoro.

Non hai accettato subito casa mia come l’arena dove intuivi ti avrei attaccato; poi la curiosità ha avuto la meglio sulla tua diffidenza.

Mentre ti guardo mi accorgo di non poter più aspettare, ti desidero, voglio assaporare il tuo odore segreto: se ci riuscirò sarai in mio potere, me lo ha assicurato Jenny, la mia strega-amica .

Ti vengo di fronte, con la gonna cortissima che ho fatto sapientemente scivolare ancor di più in alto sui fianchi: le mie già lunghe gambe sui tacchi altissimi ti permettono di vedere lo slip, tra le cosce aperte.

Mi guardi in viso, stai cercando una via di scampo, hai paura.

Ma io ti precedo, inginocchiandomi di fronte a te: poi con un gesto casuale, ma preciso , ti appoggio la mano dalle dita lunghe e sottili sulla V strettissima dei jeans, e con gesto esperto seguo la forma del pene.

Come se avessi ricevuto una scarica elettrica cerchi di rizzarti in piedi, ma ottieni solo l’effetto di rovesciare il bicchiere che hai in mano.

-Penso che ti piacerà di più se starai seduto e fermo- mormoro, con voce strascicata, mentre apro la cerniera dei jeans.

Il tuo pene &egrave completamente floscio per lo choc (non credo proprio ti aspettassi un ‘lavoretto del genere da me), ripiegato su un largo ciuffo intricato di peli scuri e ricciuti.

Sospiro profondamente, deliziata.

Ora non sei più un avversario da battere, sei un uomo , che desidero da morire, e io una donna, solo un po’ mignotta, solo un po”

Mi piace il sesso maschile quando &egrave così, morbido e piccolo, in questo modo posso prenderlo in bocca tutto intero con facilità e tenercelo, senza neppure sfiorarlo con la lingua, ma limitandomi a sentirlo diventare sempre più grosso in quel calore umido, senza muovere un muscolo.

Sfioro con il naso i globi gonfi tra le gambe muscolose, inalando profondamente il tuo odore segreto e abbandonandomi alle mille sensazioni che mi procura.

Sono convinta che finché una donna non ha annusato un uomo in quel punto, assaporando quel particolare odore tra le sue cosce, non può dire di conoscerlo veramente.

Ora anche ad occhi chiusi e senza toccarti ti riconoscerei tra mille.
Ora posso fare di te quello che voglio, come dice Jenny la maga .

La mia fichetta sotto gli slip di pizzo &egrave umida e vogliosa, il mio ventre si stringe in crampi improvvisi: &egrave l’attimo in cui il cervello lascia la parte di primo attore al corpo’

Ti lasci sfuggire un gemito, protestando con parole che non sento, mentre il tuo sesso comincia a fremere e ad ingrossarsi, pulsando, man mano che si riempie di sangue.

Adesso le mie labbra e la lingua si muovono insieme intorno al pene eretto, mentre ti lasci andare contro la sponda del divano, abbandonandoti completamente al ruolo passivo.

Mentre diventi sempre più grosso e gonfio, sposto leggermente la bocca, cominciando a lavorare soltanto la punta che si fa sempre più tumida, succhiandola con un movimento forte e regolare intanto che ti accarezzo, scivolando lentamente su e giù con le dita.

-Aspetta, non voglio venire subito’- mormori.

Mi sollevi la testa dal tuo grembo e mi nascondi la faccia tra i capelli, baciandomi e leccandomi il collo.

Mi pare di sentire il tuo pensiero:

-Dopo tutto &egrave una ragazza, solo una ragazza’-

Mi prendi tra le braccia e mi sdrai sul divano, poi ti liberi dei vestiti , mentre io ti osservo, attentamente.

Sarai anche un gran figlio di puttana, ma hai un corpo da sballo totale’

Poi mi slacci la camicetta, liberando i seni abbondanti, dai capezzoli scuri e morbidi come la seta.

-Riesci ad immaginare come sono bagnata?- ti mormoro sulla bocca- No, non credo tu lo sappia, dovrai convincertene da solo, dovrò fartelo vedere io’-

Con un solo movimento mi tolgo la gonna e gli slip , mi alzo sulle ginocchia e ti costringo a sdraiarti, premendoti il palmo delle mani sulle spalle.

Ti scavalco con un ginocchio e mi sposto più in su, mettendomi a cavalcioni su di te e portandoti la passera bollente direttamente sulla bocca.

La tua lingua si allunga per catturarla, ma io mi muovo ondeggiando sopra di te, in modo che tu riesci a lambirmi solo a tratti.

Voglio esasperarti e ci riesco.

Alla fine, non riuscendo più a sopportare quella tortura, mi afferri per le natiche e mi avvicini con forza a te, per premere la bocca nella mia valle delle rose, tra le labbra tumide e carnose, succhiandomi, leccandomi, tirando e aspirando.

Io mi irrigidisco, inarco la schiena e annego nel mare tumultuoso dell’orgasmo, mentre tu, avido,bevi dal mio sesso, come fosse una coppa, il miele dolceamaro che sa di femmina .

Ora convulsamente mi afferri per la vita, mi spingi sopra il fallo duro e gonfio e mi penetri violentemente, mentre sono ancora percorsa dalle onde del mio piacere.

Ti scarichi dentro di me, gridando, e il calore del tuo seme mi riempie il ventre.

Restiamo in silenzio per qualche minuto, uno sull’altro, poi , dopo averti baciato leggermente le labbra, scendo dal tuo corpo e vado in bagno.

Quando torno, vestita di tutto punto, ti trovo seduto sul divano, perfettamente composto, lo stesso b icchiere di prima in mano, solo la dose di bourbon versata &egrave decisamente più abbondante.

Mi guardi e intuisco che vuoi farmi delle domande, non posso permetterlo, devo approfittare di questo momento in cui sei confuso , le difese abbassate dal piacere appena provato.

Così esordisco subito:
-Allora, Fabio, pensi ancora di non farcela a darmi una mano appoggiando la mia candidatura al prossimo consiglio di amministrazione? Potrei esserti utile, sai che sono brava in Informatica , lavoreremmo insieme, e io avrei il Capo più fascinoso del mondo’-

E mentre dico questo, penso, divertita: ma non lo sarai per molto, il mio Capo, ci puoi scommettere, Fabio bello, non per molto..mi piace troppo la tua scrivania…

Ringrazio Judith Krantz, l’autrice di “Scrupoli” che mi ha ispirato nel descrivere alcune situazioni…

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