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Racconti Erotici Etero

l’ultimo viaggio

By 27 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

35 anni di duro lavoro. Prima il meccanico, poi il carpentiere, poi il camionista e infine l’autista. Questa era stata la vita di Roberto negli ultimi 35 anni, aveva iniziano a lavorare a 18anni e adesso si ritrovava a 53anni s chiudere finalmente la sua carriera lavorativa. Una volta raggiunto il suo paradiso avrebbe passato il proprio tempo libero sulla sua bici, la sua grande passione, a sfidare montagne e pianure, e chiaramente un po’ di tempo da dedicare alla famiglia:alla moglie quasi coetanea, meno ai due figli che ormai vivono per proprio conto. Era stranamente di buonumore e un sorriso appariva sul suo volto burbero. Questo era l’ultimo viaggio, l’ultima gita, l’ultimo albergo nel quale dormire, l’ultimo museo da visitare. Poi finalmente la libertà. Sfrecciava veloce sull’autostrada Modena-Brennero. Destinazione Salisburgo. L’Austria gli piaceva e il pensiero della prossima pensione rendeva sopportabili anche le urla dei 45 ragazzi che si portava con sé e che i 3 professori non erano in grado di gestire. I suoi occhi azzurro ghiaccio sembravano ancora più chiari grazie al riflesso del sole e riflettendosi nello specchio penso che nonostante i capelli brizzolati aveva un bel fisico, ed era ancora un bellissimo uomo, poi guardò le professoresse… e cambiò idea. La prima giornata passò relativamente in fretta. Era pieno inverno e le temperature erano pungenti così i ragazzi insisterono per tornare presto in albergo. Il cibo non era dei migliori ma ormai dopo tanti anni si era abituato anche a questo. Stava per ritirarsi nella sua camera quando una professoressa gli comunicò che i ragazzi volevano andare a ballare; seppur non volentieri visto la stanchezza acconsenti ad accompagnarli. Grazie a Dio l’agonia durò poco e per l’ 1:30 il pullman si rimise in marcia verso l’albergo. I ragazzi scesero tutti di corsa assonnati e stanchi seguiti dai professori e a Roberto toccò il duro compito di controllare il pullman sedile per sedile. Non trovò né vomito né nulla di ciò che si aspettava e questo lo sollevò molto ma, proprio nascoste dietro ai seggiolini in fondo trovò due ragazze, una bionda e una mora, la bionda era riversa a mò di sacco di patate, inerte sul corpo della morettina che tentava di sostenerla. La reazione di Roberto fu di sorpresa: ‘Cosa ci fate qui ancora?’ e la morettina ‘Ti prego aiutami, mi chiamo Alessia, lei è ubriaca tronca!’
Roberto sorrise ‘Me ne sono accorto’
‘Ti prego se scoprono che è ubriaca le prof hanno giurato che ci riportano a casa! Ti prego aiutami’
Lo sguardo così indifeso della ragazza gli mossè dentro compassione e per la prima volta in vita sua decise di aiutare qualcuno.
Si stava maledicendo per aver detto di si, e come due ladri si muovevano nella hall dell’albergo cercando di non dare nell’occhio, dopo manovre difficilissime riuscì ad aprire la porta della sua camera, l’unica situata al piano terra e aiutato da Alessia ad adagiare sul letto la ragazza.
‘Allora siamo d’accordo io vado, e quando sta meglio la rimandi su….grazie mille per il favore!’
E spontaneamente Alessia lo abbraccio calorosamente e gli stampò un sonoro bacio sulla guancia e corse via. Il suo cazzo nei pantaloni ebbe un guizzo, saranno stati 30anni che non abbracciava una ragazzina così giovane, sorrise tra sé e si girò ad osservare la ragazza stesa sul letto. Una biondina, labbra carnose, più o meno una quarta di seno, un bel culo… tutto al posto giusto…. pensò… Questo sì che è viagra, altro che pilloline.
Le si avvicinò, e si mise a sedere sul bordo del letto, il vestitino già di per sé corto era salito tutto, e il perizoma azzurro era ben visibile. Roberto non si capacitava di come potesse eccitarsi nel vedere una ragazza così giovane…
Una vocina lo risveglio da quel torpore
‘Ho freddo, abbracciami….’
‘Ma allora sei sveglia!’
‘Si…e non sono nemmeno tanto ubriaca ma quelli stronze di prof non aspettano altro che beccarmi!’
‘Allora tra un po’ vai su….’
‘Perchè non mi vuoi nel tuo letto??’
Era veramente stupito da tanta intraprendenza.
Si tolse le scarpe e per rispetto della ragazza andò in bagno ad infilarsi i pantaloncini e la maglietta per la notte.
Si infilò nel letto pensando che sarebbe stata una notte di passione, una notte di sofferenza.
Appena sotto le coperte le mani di Roberto andarono a prendere quella della ragazza e sorridendo le disse
‘Dimmi come devo ucciderti…passo la notte i bianco per te….’

La storia continua…….ma come continua lo deciderete voi….. sul mio blog in costruzione sarete voi a dare i suggerimenti http://ilmondodigiulx.blogspot.com/ e per chi vuole vedere le proprie fantasie scritte su questo o altri siti basta contattarmi attraverso il blog…

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