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Racconti Erotici Etero

Mare meritate vacanze

By 30 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Mare meritate vacanze. Isola del mediterraneo, piccola caratteristica, profumi, salsedine, un’oasi di meritato riposo dopo tour de force inumani. Siamo in un bellissimo albergo, con camere scavate nella roccia, con due passi si passa dal fragore di mercati e movida alla pace e silenzio, insomma una vera oasi di intimità. Io e la mia bella eravamo stati per un po’ lontani per problemi di lavoro, ma ora avevamo tutta la voglia di guadagnare il tempo perduto e ricostruirci gli spazi che avevamo sempre condiviso. Quindi si preparava una vacanza indimenticabile sotto ogni punto di vista. Il primo giorno noleggiamo un gommone e andiamo alla scoperta delle calette più belle e nascoste dove potere amoreggiare in santa pace, fra mare vino e tanta passione. Il posto è di una bellezza inaspettata, si aprono colori e panorami mozzafiato, siamo attoniti e accecati da ogni nuovo scorcio, quasi inebriati. Alla fine troviamo un posticino sottovento dove anche altre imbarcazioni stanno trascorrendo la giornata. Giù l’ancora, stesi gli asciugamani, su e giù dall’acqua fra baci carezze e grande amore. Siamo contenti, ci siamo ritrovati in un posto meraviglioso. Poi scorgo che su uno yacht vicino una bella bionda sfoggia un topless interessante, che attira prima la mia attenzione, avendo il panorama di fronte, poi la sua, percependo dal mio volto che sta accadendo qualcosa alle sue spalle, scorgendola una volta girata. Si gira indispettita e senza parlare compiaciuta mi chiede di slacciarle il reggiseno che ha voglia di prendere il sole in topless. Beh io vado un po’ nel pallone e le dico che forse non è il caso per la vicinanza di tante barche, al che lei senza dire una parola se lo slaccia, mostrando il suo seno meraviglioso. Lei mi sembra quasi una dea giunonica, alta bionda con occhi azzurri, che si confondono con il mare circostante, naso perfetto all’insù, labbra morbide e carnose, una quarta abbondante di seno, non magrissima ma spaventosamente proporzionata, con un po’ di carne che ti fa solo sangue. Alla vista di tanta bellezza sobbalzo e qualcosa si muove nel costume, mentre occhi indiscreti di altri maschi si incollano a quelle carni splendide, lei mi fa una specie di sberleffo a dire te lo sei meritato, mentre si unge quelle tette enormi con una protezione. Io rilancio dicendo ‘serve una mano?’ e lei ‘No grazie’ e io nel tentativo di normalizzare le posizioni ‘ma che protezione usi?’ e lei ’25 e necessario proteggere le parti più delicate’ si alza e si tuffa in mare. Capisco che si sta cominciando ad un gioco al massacro, stile guerra fredda e io sono frastornato, poi mi balena un’idea pensando a tutto quello che era accaduto sino ad allora tra di noi, ma anche e soprattutto a quello che non era successo. Sia di persona che a letto abbiamo fatto sempre faville, perdendoci in giochi e situazioni torbide ed esaltanti, facendo succedere tutto, ma proprio tutto ciò che può accadere fra un uomo ed una donna e che femmina. Tranne una cosa lei si era sempre rifiutata di buttarlo giù. Di pompini me ne ha fatti veramente tanti, esprimendo maestria e sagacia, studiando ogni mia minima reazione, sussulto, l’ho sempre vista ciucciare il mio cazzo con gli occhi aperti per studiarmi, ma quegli occhi avevano anche il piacere del potere, in quanto mi regalavano sensazioni enormi, ma che dipendevano dalla sua volontà esaltandone la fondamentale natura di troia in calore. Insomma una forma di possesso, che si estrinsecava con il ritrarsi dopo il mio orgasmo per liberarsi del prezioso bottino. Ma io ero stato sfidato e volevo vincere la posta che non avevo mai avuto. Il pensiero mi arrapa il sole picchia e la carne comincia a bollire, il mio cazzo preme immondo verso il costume e mi butto in acqua andando verso di lei. Il tuffo ha fatto in modo di farmelo uscire dal costume e lei subito se ne avvede toccandolo soddisfatta in acqua, facendomelo indurire ancora di più, poi si gira e risale sul gommone. Io dal basso guardo quel culo incantato incastonato in un perizoma quasi scandaloso e penso alle tante volte che l’ho profanato, quando vedo che nello scomodo movimento di salita fuoriesce un lembo di figa e glielo faccio notare. Lei da grandissima troia una volta sulla plancetta con molta nonchalance se lo aggiusta cominciando a bagnarsi con la doccetta. A quel punto mi giro intorno e penso che su quella scena sono puntati almeno 50 occhi. Finalmente lei si ritrae e io penso che devo rilanciare altrimenti soccombo, intanto il mio cazzo da tempo duro mi impedisce di salire a bordo, nuoto un poco, un po’ di immersioni ma niente non ne vuole sapere, che faccio? Ho un’idea. Lo metto goffamente nel costume che è a slip e con altrettanta nochalance salgo a bordo mostrando le mie armi di seduzione. Mi avvicino a lei che sta sul bordo del gommone di pancia e mi asciugo il viso mentre il mio cazzo le sta a meno di 10 cm. dal viso. Poi prendo la crema solare e me la spalmo sul viso. Lei mi chiede di passargliela dietro le gambe e io prontamente obbedisco, con un massaggio lento sensuale, la comincio a toccare andando dal basso verso l’alto, dai polpacci, al retro coscia fino al culo, massaggiandolo vigorosamente. Poi di botto mi fermo e mi siedo, dicendole che lei è una cattiva ragazza e che dato che è bona e molto troia dovrà avere una punizione, avendo fatto arrapare una baia intera di barche, lei alza le spalle. Poi mi chiede a cosa penso come punizione, in quanto mi conosce bene e io le rispondo che ho voglia di assaggiare il sapore della sua figa all’acqua di mare, chiedendole di non passare più acqua dolce perché una volta in albergo ho voglia di apprezzare quel sapore sconosciuto. Lei è stordita e sculetta un po’ in modo che la rigidità del perizoma teso sul bordo della barca le dia tensione alla zone del clitoride, io me ne avvedo e rincaro la dose dicendole che farà anche lei lo stesso perché mi dovrà spampinare succhiando il mio cazzo al sapore di mare. Lei a quelle mie parole quasi mugola, bene sto vincendo e rialzo il gioco dicendole di volere ora un anticipo chiedendole di passarsi un dito nella figa e di darmelo in bocca. Lei anniusce si infila la mano sotto la pancia e mi porge un dito che succhio avidamente mentre i nostri sguardi torbidi si incrociano. Nel frattempo il rumore di un motore di una barca vicina che parte ci riporta alla realtà, facendoci scorgere che abbiamo oramai 100 occhi addosso. Ci ricomponiamo, lei si butta in acqua e ci calmiamo rilanciando la sfida a future battaglie amorose. Ma io ho un pensiero, un unico pensiero che mi attanaglia, voglio che lo butti giù e più lo penso più mi arrapo e non so come fare, visto che lei si è sempre rifiutata, come fare. Penso e ripenso, poi ho un’idea, malsana e perversa, ma giusta non potrà dirmi nulla, poi visto che è così troia basterà solo la prima volta per sbloccarla. La giornata scorre serena e tranquilla, anche se ogni tanto qualche focherello di passione si accende qui e lì, poi poco dopo le 18 ci avviamo al porto. Il sole è forte e ti secca la pelle, c’è un po’ di scirocco che rende l’aria irrespirabile, ancora di più a terra, meno male che l’albergo è a due passi dal porto. Entriamo in camera che è quasi una dependance autonoma in apnea, passando dai 40 gradi esterni ad un senso di frescura e di ristoro, mentre ci buttiamo sul letto esanimi. Due minuti a fissare il soffitto, poi uno sfioro, una carezza ci troviamo avvinghiati a baciarci e toccarci, io quasi le strappi il copricostume, lei sinuosamente si allontana e si volta verso di me spogliandosi, poi le ordino con piglio di mettersi a quattro zampe sul divano di fronte, lei esegue prontamente e si volta soddisfatta mentre mi guarda menarmi il cazzo ammirando lo spettacolo. Ma quello che mi fa più arrapare è il suo sguardo, così mi alzo mi avvicino piantandole il mio cazzo oramai enorme in bocca. Lei succhia avidamente e dimena il capo per spampinarmi stando sempre a pecora. Io mi ritraggo poi mi sposto in dietro mettendomi in ginocchio in direzione del suo culo, lo guardo inebriato e gli affondo il viso. Lei sobbalza, io punto con la lingua diritto al clitoride che è già durissimo, titillandolo lentamente, senza indurire le lingua, non voglio che venga, ho un piano da eseguire. Poi passo alla figa che sgorga di umori copiosi che quasi gocciolano sulle cosce, bevendo avidamente e apprezzando il raro sapore di salato misto di mare e di femmina. Sono inebriato, lei freme alle mie cure, poi mi rendo conto che sta per venire, allora salgo all’ano leccando avidamente, sentendo ancora il sapore salato del mare, lei si continua a contorcere per il piacere, io punto la lingua a penetrarla. Poi mi rialzo e la penetro, profondamente nella figa, mentre le infilo due dita in culo, le sobbalza, un attimo poi comincia a dimenarsi, io la trombo con vigore, fino ad un attimo prima del suo orgasmo, mi ritraggo e mentre lei protesta glielo infilo in bocca per farmi spampinare un po’ stando sempre a pecora. Lei subito si presta, poi si ritrae e mi dice che sa di figa, io me ne frego e glielo sbatto in bocca fino alla gola, poi lo tiro fuori, lei mi guarda con sfida, ho profanato un tempio di suo grande potere la sua bocca. Poi comincia a spampinarmi frenetica, per farmi sborrare. Io la faccio fare fino ad un attimo prima di venire poi mi ritraggo, mi giro e la penetro di nuovo, la trombo un po’ poi le ordino di stendersi sul letto. Sono lucido devo attuare il mio piano. Lei obbedisce senza fiatare, l’eccitazione è alle stelle, io mi butto su di lei, non ce la faccio più, ma devo essere sicuro che anche lei è al culmine, quindi la comincio al leccare il collo, i seni salati, fino ad arrivare alla figa sentendo con la lingua il clitoride durissimo. Lo lecco ancora un po’ , poi mi rialzo mi metto a cavalcioni sul suo petto e le metto il cazzo tra i seni e comincio a pompare, mentre lei li strige e accoglie sulla sua lingua il glande quando è all’apice. Trenta secondi e vengo in maniera violenta ripetuta, lei se ne avvede e se lo affonda in bocca raccogliendo il mio sperma, mentre io con la mano continuavo a toccarle il clitoride. Il tempo di tirarlo fuori dalla sue labbra, che comincio ad accelerare il ritmo sulla sua figa, pochi secondi e viene, mentre ha la bocca piena di sperma. Il primo rantolo è sordo strozzato, mentre sono girato in direzione della figa, poi dopo sento che continua a gemere ora in maniera normale, libera e chiara aprendo la bocca. Mi giro e la guardo mentre dopo un po’ si rilassa dopo un orgasmo fortissimo, poi lentamente apre gli occhi guardandomi dolcemente per qualche secondo mentre mi stendo verso di lei e lei mi fa notare che odoro di figa e che forse sarebbe il caso di fare una doccia, io la guardo con sguardo malandrino e non parlo, mentre lei porta una mano alla bocca rendendosi conto di avere ingoiato fino all’ultima goccia per potere gemere di piacere. Io le faccio ‘giusta punizione per la mia dolce troia’, lei sorride di gusto e mi dice ‘il solito cattivo ragazzo un po’ stronzo, ma ti amo così’. E’ stata la prima di una lunga serie.

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