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Racconti Erotici Etero

Me lo fai vedere?

By 26 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Me lo fai vedere?’
La voce di Giada, col il suo caratteristico accento emiliano, interruppe la lettura in cui Roberto era assorto. Guardò stupito la ragazza distesa accanto a lui, senza afferrare immediatamente la domanda.
‘Dai che hai capito! Me lo fai vedere il cazzo?’
Il ragazzo si imbarazzò, non si aspettava di certo che lei fosse così diretta, anzi non si aspettava proprio una domanda del genere. La guardò stralunato.

Quella mattina di inizio agosto era uscito in barca con Giovanni, uno dei suoi migliori amici. Avevano previsto di fare un giro tranquillo lungo la costa, cercando qualche bel posto per fermarsi e fare anche un bagno. Nel pomeriggio, non appena Mirko avesse staccato dal lavoro, lo sarebbero andati a prendere, dato che casa sua era proprio sul mare. Giada e la sua amica Giulia erano state invitate in barca proprio da Mirko, cugino della ragazza. Giada viveva al nord da quando era piccola, ma ogni quattro o cinque anni ritornava volentieri in Sicilia, dove conservava molti parenti. Quell’anno, dato che Mirko lavorava molto e non poteva farle compagnia durante le vacanze, aveva deciso di portarsi Giulia, che per la prima volta in vita sua visitava la Sicilia.
Roberto aveva apprezzato molto quell’idea, Giulia era una ragazza carina, che dai racconti dell’amica sembrava essere anche molto libertina. In quel momento Giovanni era dall’altra parte della barca, al timone appunto con Giulia e, impegnato com’era a guardarne la generosa scollatura, non badava certo ai due amici.

‘Ma stai scherzando? Perché dovrei?’, rispose Roberto seriamente imbarazzato.
‘Mirko non te l’ha raccontato? Mi sembra strano conoscendolo’.
‘Raccontato cosa?’
‘Che l’ultima volta che sono scesa in Sicilia, 5 anni fa, sono tornata su con la curiosità di come fosse il tuo cazzo. Quei costumini a mutanda che metti sempre a mare lasciano poco spazio alla fantasia’ rispose lei con un ampio sorriso, per nulla imbarazzata.
In effetti Mirko gli aveva raccontato spesso degli apprezzamenti della cugina per ciò che si delineava sotto il suo costume, ma aveva sempre pensato che l’amico, buontempone di suo, scherzasse per mettere in cattiva luce la cugina.
‘Tu sei matta! Perché vuoi vederlo?’ le disse tra il divertito e l’imbarazzato.
‘Beh te l’ho detto, sono curiosa; sono convinta tu abbia davvero un gran cazzo’, affermò.
‘Ma veramente’ non penso proprio’ sarà normalissimo’, rispose Roberto perplesso.
‘Se non me lo fai vedere non posso dirlo’, gli sorrise lei.
‘Ma davvero, &egrave il costume che lo fa sembrare grosso! Tutti gli altri mettono i pantaloncini e non si nota!’
Roberto cercava una scappatoia. Poi rilanciò:
‘E non voglio deludere un’amica che si &egrave ormai immaginata che io sia superdotato. Meglio rimanere con la curiosità, non credi?’
Roberto ora era sorridente, un po’ più rilassato. Era certo di averla convinta. Sicuramente Giada si stava annoiando a prendere il sole e aveva voluto provocarlo. Ma adesso poteva tornare alla sua lettura.
‘No, non direi, preferisco sapere come stiano le cose’.
Roberto, che aveva ormai ripreso in mano il libro, fu gelato dalla determinazione della ragazza.
‘E poi mica ti ho chiesto di fare sesso o altro, ti ho chiesto solo di farmelo vedere. Siamo abbastanza grandi e non pensavo che una richiesta così tranquilla ti creasse problemi!’
‘E io che ci guadagno allora?’, disse lui ironicamente.
‘Nulla, proprio nulla’.
Il ragazzo rimase stupito dalla sincerità della ragazza. Tuttavia il suo pene, in quel momento racchiuso dal costume a pantaloncini che il ragazzo indossava, non era rimasto del tutto indifferente a quella conversazione. Non che gli si fosse già del tutto indurito, ma doveva ammettere a se stesso che quel fuori programma l’aveva stuzzicato un po’. Era un ragazzo dopotutto, e si sa bene come i ragazzi siano sensibili quando una ragazza esalta la loro virilità.
Tuttavia era frenato non solo dalla timidezza ma anche dalla consapevolezza di non avere un cazzo più grosso della media e quindi di deludere l’amica. Poi ci ripensò un attimo, in effetti non andava in palestra o piscina da quando era adolescente e di peni maschili, eccetto i film porno, non ne aveva più visti. Forse il suo era davvero più grosso della media, pensò con un pizzico di autocompiacimento.
La voce di Giada interruppe i suoi pensieri.
‘Allora me lo fai vedere o no?’
‘Ma ci sono Giovanni e Giulia dall’altra parte, non &egrave il caso’, ribatté Roberto poco convinto.
‘A giudicare da come le sta sbavando sulle tettone direi che non si accorgerebbe nemmeno se stessimo andando a finire contro una petroliera’, rispose lei sarcastica.
Il ragazzo trasalì un attimo, poi si avvide che erano ancorati. Il rischio petroliera era scongiurato.
‘E comunque Giulia di cazzi ne ha visti parecchi, non credo che se per caso ne vedesse un altro rimarrebbe colpita’, aggiunse Giada, con un tono che a lui, maliziosamente, parve di invidia.

Roberto si alzò e armeggiò con i lacci del costume. Poi con decisione spinse in basso i pantaloncini, così come le mutande sottostanti.
Giada, ancora seduta a pochi centimetri da lui, non poté trattenersi dal mostrare compiacimento.
Il pene leggermente eretto del ragazzo uscì molleggiando dal costume, puntando verso l’alto.
Giada se l’era immaginato più lungo, sinceramente. Probabilmente la curiosità, negli anni, aveva alimentato le sue aspettative in modo eccessivo. Tuttavia era comunque un bel cazzo, decisamente più grosso della maggior parte di quelli che aveva visto. Era molto largo, una fortuna per quelle che erano andate a letto col ragazzo, pensò.
‘Contenta? Posso rivestirmi? Il tassametro corre, fanno 5 euro al minuto’, le disse scherzoso.
Giada non smise di osservarlo. E constatò con compiacimento che la situazione doveva averlo eccitato. Le venature erano abbastanza evidenti e il pene, con la sua curvatura, era ormai quasi eretto. Se l’avesse toccato probabilmente si sarebbe eretto del tutto, pensò con malizia.
‘Ancora un attimo, dai! Che ti cambia oramai? Anzi tira giù meglio quelle cazzo di mutande che voglio vedere anche le palle’.
Roberto era rimasto stupito dalla propria decisione, era incredulo di trovarsi col costume abbassato davanti all’amica. Tuttavia, come ora poteva anche visivamente constatare, era abbastanza eccitato dalla situazione, e decise di ascoltare la richiesta della ragazza, abbassando ancora un po’ il costume mostrandole lo scroto.
‘Ma allora i peli almeno lì li hai’, disse Giada con tono canzonatorio, alludendo al fatto che per natura Roberto fosse poco peloso.
Continuò a guardarlo. Lo scroto pendeva decisamente verso il basso a causa del caldo, e la sagoma dei coglioni era decisamente intuibile. Una peluria incolta scendeva dalla base del pene fino allo scroto del ragazzo.
‘Ora chiamo Giulia e le chiedo un parere; &egrave certamente più esperta’.
‘Se in questo stato vedo quelle tettone che ballano dentro il costume mi sa che schizzo ovunque’, le rispose divertito in maniera provocatoria, dato che Giada, al contrario dell’amica, raggiungeva a malapena una seconda.
‘Ti facevo più resistente, a letto vali poco allora’, lo schernì.
‘Se vuoi provare” disse il ragazzo, che aveva acquistato sicurezza.
‘E comunque un parere puoi darmelo anche tu, dato che sembra che ci tieni particolarmente. O magari &egrave il primo che vedi?’ aggiunse con un pizzico di cattiveria.
La ragazza non gli rispose e continuò a fissarlo da vicino. Se avesse dovuto dargli un parere sarebbe stato di certo abbastanza positivo.
‘Mi posso rivestire adesso?’
‘Ancora un attimo, mica ti si scotta se lo tieni al sole per cinque minuti’.
‘Potresti sempre passargli sopra la crema!’.
Giada non considerò la battuta stupida dell’amico e si avvicinò ancora al suo pene. Era ormai col viso a pochi centimetri dal cazzo, che era ormai eretto, lasciando scoperto il glande. Continuava a osservarlo con attenzione. Il glande appariva decisamente più chiaro, quasi rosa, a contrasto col pene scuro del ragazzo. Le venature violacee che lo percorrevano dalla base fino al glande non facevano che esaltare la bellezza rozza di quel pene un po’ tozzo.
‘Se me lo mettesse in bocca soffocherei di certo e se me lo mettesse dentro mi aprirebbe letteralmente’ si trovò a pensare tra sé e sé la ragazza, con volgarità dettata dalla crescente eccitazione.
Roberto era in difficoltà. Temeva di non riuscire a trattenersi. Giada poi si era avvicinata un po’ troppo e sentiva a intervalli regolari il suo respiro sull’asta e in particolare sulla cappella. Una sensazione di intenso piacere lo pervadeva.
Giada rimase a pochi centimetri da lui, cominciava ad avvertirne decisamente l’odore forte, segno che lui era eccitato. Anche lei comunque si stava eccitando ma le coppe rigide del costume impedivano a lui di accorgersi dei suoi capezzoli eretti. Dai sussulti del ragazzo capì che doveva percepirne il respiro sul cazzo. Avrebbe voluto percorrerlo con la lingua e imboccarlo, era sicura che non avrebbe resistito che qualche secondo.
‘Ho il costume più bello!’
La voce civettuola di Giulia risuonò in lontananza e riportò Giada alla realtà. Non senza sforzo, allontanò il viso di qualche centimetro.
‘Grazie, sei stato gentilissimo. Prometto che non ti disturbo più’, rispose lei sorridendo.
Roberto, mascherando un po’ di delusione, risistemò a fatica il pene eretto nel costume, immergendosi nuovamente nella lettura.

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