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Racconti Erotici Etero

Meglio tardi che mai…

By 18 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci eravamo persi di vista e ritrovati più e più volte nel corso della nostra vita ma non avevamo mai lasciato che i rapporti di amicizia si affievolissero al punto da spegnersi del tutto.
Vivendo in una piccola cittadina di provincia prima o poi capitava sempre di rivedersi e di scambiare piacevolmente quattro chiacchiere e questo contribuiva a manter viva la simpatia reciproca.
Compagni di scuola alle medie inferiori io e Rossella eravamo stati cresciuti con i medesimi valori di un tempo che oggi forse appaiono un pò sorpassati ma questo aveva se possibile cementato il nostro legame.
Talvolta ricordo ancora con piacere i pomeriggi passati nella sua cantina a studiare ed a preparare insieme delle ricerche sorvegliati a distanza dall’occhio attento della madre intenta a stirare; rammento le mie occhiate fugaci a quei seni che ormai iniziavano a crescere ed a premere contro la lana leggera del golfino e quella sensazione di calore che mi prendeva tra le cosce e che mi faceva sussultare costringendomi spesso a cambiare posizione sulla sedia.
Lei, Rossella, probabilmente nemmeno ci pensava ma io avvertivo già imperiose le prime erezioni a cui poi davo sfogo liberatorio quando, solo in casa, mi trastullavo pensando a come potessero essere calde e sode quelle tette e che piacere sarebbe stato il poterle mordicchiare e leccare….
Ah le prime masturbazioni legate a lei non si possono scordare ed è anche per questo che Rossella occupa un posto di primo piano tra le donne della mia vita.
Ora, da poco passati i quarant’anni molte cose ovviamente sono cambiate ma non l’affetto reciproco che ci lega senonchè il sottoscritto, nel frattempo, ha sviluppato ulteriormente la propria lussuria e non ha smesso di fantasticare, di tanto in tanto, su quel corpo che, nonostante abbia iniziato a “cedere” mostrando qualche imperfezione, ha se possibile aumentato la sua carica erotica stimolando fantasie sempre più viziose.
Normalmente prediligo le donne esili, con la vita da vespa, il ventre piatto e le gambe lunghe… il genere “troiette della tv” per intenderci tutte “cosce a vista” e porcaggine esibita senza pudore…. Tuttavia Rossella costituiva per me una sorta di attrazione continua come un fuoco mai del tutto estinto che vivacchia sotto la cenere in attesa di divampare più violento e caldo che mai.
La maternità (aveva un figlio di dieci anni) le aveva portato in dono fianchi un poco più larghi e il suo magnifico seno si era appesantito così come il sedere non avrebbe potuto reggere il confronto con la “carne fresca” di una ventenne eppure tutto questo contribuiva a renderla ai miei occhi ancora più desiderabile ed appetitosa.
Decine di films porno nei quali le “maialone mature” americane davano sfoggio di una porcaggine e di una esperienza a letto spesso sconosciute alle ragazze più giovani avevano fatto sì che sviluppassi, in questo periodo della mia vita, una particolare predilezione verso le bellezze “mature” le calde porcone dai fianchi non proprio da modella ma che immaginavo calde come l’inferno a letto e disposte a qualsiasi porcata pur di infilarsi in fregna un cazzone duro e resistente.
Spesso mi scoprivo a masturbarmi pensando proprio a Rossella con la quale, durante i nostri dialoghi (molti dei quali al telefono) mi aveva lasciato intendere come la sua vita sessuale non fosse poi caratterizzata da fuochi d’artificio.
Il marito, un operaio di vedute limitate, non pareva più bruciare di passione per lei e questo mi dava l’opportunità di far emergere il mio lato più perverso e subdolo ovvero quello del viscido finto amico di famiglia pronto a farsi trovare al posto giusto al momento giusto.
La depravazione insita in questo mio ruolo falso e vigliacco anzichè farmi vergognare contribuiva ad aumentare la libidine ed il desiderio che provavo per lei sino a farlo divenire un’autentica ossessione.
Non di rado, al termine della mia giornata di lavoro, passavo a trovarla badando bene a far coincidere le mie visite con i turni in fabbrica del marito in modo da trovarmi solo con lei….
Il fatto di conoscersi praticamente da sempre mi agevolava non poco infatti lei mi accoglieva in casa sempre con grande piacere e totalmente priva di quelle barriere di diffidenza che normalmente caratterizzano una donna sola dinnanzi ad un uomo che non sia il marito.
D’estate poi la mia viziosa libido travava la massima gratiicazione in quanto Rossella, vedendomi solo come un caro amico, mi riceveva spesso (essendo le mie visite del tutto inaspettate) con indosso ben pochi veli a celare le proprie forme tondeggianti ma mai veramente grasse….. era una donna piacevole e con molto materiale da tastare se capite cosa intendo…..
Un giorno andai pericolosamente vicino ad esplodere in un orgasmo spontaneo quando mi venne ad aprire affacciandosi all’uscio di casa con addosso soltanto un leggerissimo prendisole azzurro che pareva fatto di tulle tanto era trasparente.
Ovviamente lei, tutta candida ed innocente, mi fece entrare con un grande sorriso (e non immaginate il mio eh eh eh) e precedendomi sulle scale mi permise di godermi la vista delle sue cosce sotto la corta e leggera gonna del prendisole in pezzo unico nonchè il profilo dello slip intorno al suo bel culone sodo e ondeggiante.
Tuttavia il piacere voyeuristico era destinato a giungere vette altissime quel tardo pomeriggio infatti la “porcona” (come amo definarla nella mia mente perversa) era stata sorpresa da me nell’atto di stirare e quindi la stoffa leggera aderiva ancora di più al suo corpo sudato facendomi impennare il cazzo già durissimo nei pantaloni.
La “maiala” (ormai consideravo Rossella come un pezzo di carne altro che amica e questo mi faceva sentire davvero un viscido porco) non indossava reggiseno essendo sola in casa e non aspettandosi certo una mia visita e i suoi bei capezzoloni premevano contro la stoffa azzurra inoltre il fresco del marmo della rampa delle scale li aveva resi immediatamente turgidi con risultati assolutamente eccitanti per i miei occhi.
La osservai terminare di stirare senza nemmeno capire cosa stesse raccontandomi ma limitandomi ad annuire con la testa fingendo un interesse che era lontano mille miglia dalle sue parole.
Peraltro non mi perdevo un solo singolo movimento… Quando si chinava per prendere una camicia da stirare sulla sedia sbavavo letteralmente vedendo la leggerissima gonna aderire allo slip e in pratica mostrarmi la visione del suo culo praticamente esposto…. Feci uno sforzo immane per resistere al desiderio di palpare quel mappamondo o peggio, per ingropparmela lì sul momento……
Quando poi mi invitò in sala per concedersi la meritata pausa e mi offrì una bibita fresca ebbi una seconda e più violenta erezione e davvero mancò pochissimo che non me la violentassi lì sul tappeto.
Si era seduta sulla porltrona dinnanzi a me e quasi che io non esistessi non si era minimamente curata del fatto che la gonna, già corta, le fosse risalita lungo quelle splendide coscione e che, per effetto di ciò, mi stesse offrendo scorci tremendamente invitanti delle sue bianche mutandine.
Inoltre la “troiona” (più pensavo a lei in quei termini mentre in realtà mi mostravo gentile e amichevole e più mi eccitavo come un lurido porco) accavallava spesso le gambe ed io che sono uno schifoso feticista non potevo non ammirare anche i suoi deliziosi piedini con le unghie smaltate di rosso vermiglio, l’anellino d’ argento al dito del piede e la cavigliera d’oro.
Essì l’avrei violentata con gusto e probabilmente fù proprio in quell’occasione che maturai la decisione che ormai era giunto il tempo di farmela… con vent’anni di ritardo forse sulla tabella di marcia ma si sà, le cose più desiderate sono anche quelle che, una volta ottenute, danno il maggior godimento.
Rossella parlava, parlava, era sempre stata logorroica… intelligente certo ma la sua vita di casalinga probabilmente le impediva di coltivare molte relazioni sociali e quando questo avveniva, come nel mio caso, allora si lasciava andare a discorsi fiume che abbracciavano qualsiasi argomento.
Io la lasciavo fare anche perchè, più si accalorava e meno, travolta dalla propria enfasi, notava i miei sguardi lascivi indirizzati ora verso il suo stacco di cosce, ora a cercare la visione delle mutandine, oppure i capezzoloni turgidi o ancora i piedini nudi e provocanti.
Sì me la sarei scopata e di gusto anche.
Mi ridestai da quel piacevolissimo sogno erotico quando Rossella prese a parlarmi del problema che l’affliggeva quella settimana ovvero quello di fare spazio in cantina e spostare alcuni mobili che intendeva poi cedere al rigattiere in attesa di creare poi una più moderna tavernetta.
Dopo essersi lamentata del fatto che il marito fosse un pelandrone aggiunse però, a sua parziale discolpa, che aveva dei problemi con la schiena dovuti ad uno strappo muscolare rimediato sul lavoro e che quindi non avrebbe potuto esserle d’aiuto in alcun caso.
Come una faina ritrovatasi in un pollaio incustodito io intaravidi una chanche, l’occasione ghiotta per potermi avventare su quel corpo che ora mi attraeva quanto e più della stessa Canalis… potere di una fantasia erotica mai consumata negli anni ed ora giunta al culmine.
Volevo quel corpo sudato, quelle tettone possenti, quelle coscione che attendevano solo che le mie mani le divaricassero per infilare il mio cazzone in quella fregna che sognavo bollente e famelica……
Mostrando un’innocenza più falsa dei soldi del monopoli lanciai con noncuranza la mia candidatura per aiutarla in quel faticoso lavoro….
più mi mostravo umile e desideroso di rendermi utile e più la mia erezione aumentava; non provavo la minima vergogna a prendermi gioco di lei anzi…. MI rendevo conto di essere un viscido profittatore e questo stimolava ancora di più il mio uccello.
Mi ripromisi di resistere sino a casa ma poi sapevo già con certezza che avrei sborrato come un idrante dedicoldole ogni goccia del mio seme in una seduta di masturbazione infuocata.
Rossella non poteva certo immaginare il “Lato Oscuro” del mio carattere anche perchè sò essere un ottimo commediante e così, dal momento che un aiuto in effetti le serviva eccome, finì con l’accettare.
Inutile dire che il marito quel giorno sarebbe stato al lavoro e che oltretutto (mica male quando anche la fortuna ti dà una mano) avrebbe dovuto anche coprire un doppio turno vista una serie di assenze di personale qualificato per malattia……
Tutto cospirava a mio favore ed IO sapevo con certezza che quel sabato il mio uccellone avrebbe trovato rapidamente conforto nella calda fregna della maialona… avrei risvegliato in lei un fuoco che forse non pensava più di covare…… l’avrei fatta bagnare e l’avrei resa una vera manza da letto……
Cosa accadee quel sabato?????
Seguitemi alla prossima puntata……… Attesi con trepidazione che arrivasse il sabato fatidico. Credo nei segni del Destino e la testimonianza di ciò mi giunse per bocca della stessa Rossella quando mi telefonò il venerdì sera per chiedermi se fossi stato ancora disponibile ad aiutarla…
“Che domande… ma certo che sì ! ” Se avesse potuto vedere l’espressione lasciva del mio viso in quell’istante forse non ne sarebbe stata così lieta. La telefonata si concluse con il famoso “segno” a cui facevo riferimento ossia la mia cara amica mi comunicò che il figlio era appena partito con la nonna per trascorrere una settimana al mare e quindi, con il marito impegnato al lavoro, un rapido calcolo mi fece capire come mi fosse stato lasciato campo libero per sfogare la mia ormai incontenibile voglia repressa.
Saremmo stati soli in casa per l’intera giornata… il mio cazzo dava segni d’inquietudine al solo pensiero… avrei potuto godermela con tutta calma e darle una ripassata degna di questo nome; nessuno ci avrebbe disturbati.
La notte precedente il fatidico incontro non posso certo dire che dormii come un bambino anzi….. il sonno fù agitato e la mia mente venne trascinata in un vortice di pensieri e fantasie talmente viziose che avrebbero fatto impallidire anche il più accanito spettatore di films porno. Confesso che mi stupii di non aver ceduto alla tentazione di sfogare il mio desiderio, che si faceva ogni istante più impellente, masturbandomi sguaiatamente ma mi ero ripromesso di non farlo……
Da una settimana evitavo accuratamente di lasciarmi andare all’autoerotismo e si può dire che ero giunto ormai al limite estremo di sopportazione, ero “carico” come non mai e sapevo che sarei esploso se non mi fossi sfogato per bene.
Volutamente non mi ero masturbato perchè avevo in mente di concedermi almeno una “tripletta” con la bella maialona e sapevo che la riserva che stavo accumulando nei miei testicoli gonfi non mi avrebbe tradito.
Intendevo passare sul suo corpo (e dentro di lei in special modo) come un tornado che alla fine la lasciasse sfinita, svuotata di energie ma totalmente appagata; del resto se, come immaginavo, si fosse concessa a me, sapevo che una volta abbattuta la barriera della moralità nella sua mente Rossella si sarebbe tramutata in una diga a cui avessero ceduto gli argini……. anni di monotono ménage coniugale avevano probabilmente spento in lei la fiamma della passione ma, una volta che l’avessi ridestata, sarebbe tornata ad ardere con gli interessi.
La mattina del sabato fù un autentica tortura, il tempo pareva non voler passare mai, i minuti trascorrevano lenti come ore ma sapevo che avrei dovuto pazientare. Alle quattordici il marito avrebbe iniziato il turno di lavoro e a quell’ora anch’io mi sarei “messo all’opera”.
Lasciai passare altri quindici minuti rispetto all’ora convenuta quindi, con indosso i pantaloni di una vecchia tuta ed una t-shirt che fasciava il mio fisico ancora in ottime condizioni, mi diressi all’appuntamento.
Il cazzo nei pantaloni mi tirava già come un ossesso, avevo evitato di indossare i boxer perchè volevo essere immediatamente pronto ed efficiente e non m’importava nulla se lei se ne fosse accorta, anzi meglio così si sarebbe scaldata prima.
Rossella mi accolse con il solito sorriso radioso. Indossava una semplice maglietta bianca ed un paio di aderenti pantacollant neri che le arrivavano poco sotto il ginocchio, completava il tutto un paio di infradito che lasciavano in bella mostra i suoi deliziosi piedini le cui unghie quel giorno erano smaltate in un violetto decisamente sexy.
Iniziammo a spostare vecchi mobili trascinandoli quà e là per la cantina sino a trasportarli fuori in cortile da dove poi avremmo finito per accatastarli in un garage precedentemente svuotato.
In teoria ero già pronto per la monta ma da un lato mi ero imposto di attendere per portare al limite estremo la mia voglia di lei eccitandomi a dismisura come un porco in calore e dall’altro mi arrapava al massimo l’idea di trasformarci entrambi in maiali con la polvere della cantina che iniziava ad incollarsi ai nostri volti, alle braccia, alle mani rendendoci “sporchi” .
La giornata di metà giugno era particolarmente calda ed a rendere quasi insopportabile l’afa ci si metteva ovviamente lo sforzo fisico notevole richiesto dallo spostare pesanti armadi in rovere, un vecchio congelatore che, anche svuolato, doveva pesare quanto il debito pubblico italiano, cassettiere e cianfrusagli varie il cui trasporto a braccia faceva aumentare la nostra fatica sempre un poco di più.
Il sudore scorreva ormai copioso sui nostri volti ed io lanciavo occhiate di puro ed assoluto desiderio verso Rossella, ammiravo le goccie di sudore che colavano nello scollo a V della sua maglietta ormai chiazzata e sporca di polvere grigia.
L’idea di quelle goccie che colvano tra i suoi imponenti mammelloni mi arrapava e strusciavo il mio cazzone ormai durissimo contro l’anta di un armadio tanto lei, dall’altra parte non avrebbe mai potuto notarlo.
Dissimulavo quel mio estemporaneo tentativo di masturbazione a pochi passi da lei camuffandolo con i tentativi di migliorare la presa su quel pesante mobile e intanto sbavavo notando come anche i suoi capezzoloni avessero ormai aderito alla leggera stoffa della t-shirt rendendo perfettamente l’effetto “maglietta bagnata”.
Ormai ero pronto.
Avevo da un pezzo oltrepassato il limite di umana resistenza e vederla sporca, sudata, impolverata mi faceva letteralmente tirare il cazzo….. l’avrei violentanta lì e ora su quel pavimento di cemento sporco di polvere della cantina. Sò che l’avrei fatto !
Il tempo di posare quel maledetto armadio e mi sarei scaraventato addosso a quella manza senza alcun ritegno. Ormai era giunto il momento dell’azione.
Rossella mi voltò le spalle ed inarcò la schiena per massaggiarsi le reni indolenzite ed io avevo già la mano sul cazzone ormai dritto quanto l’asta di una bandiera e mi accingevo a saltarle addosso da dietro quando accadde un fatto che mi convinse ad attendere ancora qualche minuto.
Alzando la testa infatti la mia “dolce amica” aveva notato un paio di casse di un vecchio stereo sul ripiano più alto di un grande armadio a muro e prima che potessi avventarmi su di lei ecco che si liberò delle infradito e balzò su di una poltrona per raggiungere l’altezza desiderata.
Intendeva staccare le casse e verificare se fossero ancora utilizzabili o meno ma per farlo doveva poter essere llbera di armeggiare con entrambe le braccia e quindi intravidi immediatamente un’ottima quanto insperata opportunità.
Essendo pericolosamente in equilibrio precario con entrambi i piedini nudi sui braccioli della poltrona peraltro basculante per via di un piede probabilmente mangiato dalle tarme, Rossella rischiava di cadere e così mi offrii (che gentiluomo eh eh eh) di tenerla per i fianchi per assicurarmi che non facesse un volo all’indietro.
Il gesto era assolutamente logico ed innocente e infatti lei non ebbe nulla da ridire tanto che conintuò a parlare come se avesse ingoiato la radio raccontandomi qualcosa a proposito della storia di quello stereo.
Dietro e sotto di lei le sue parole mi arivavano lontane e prive di significato, se anche mi avesse parlato di un tesoro sepolto in giardino non le avrei prestato la minima attenzione.
I miei occhi erano come ipnotizzati da quel magnifico culone, non grasso come ho detto ma “pastoso” dove qualunque maschio avrebbe affondato con gioia le mani prima ed il viso poi.
Muovendosi sui braccioli Rossella alternava il peso del corpo ora su una gamba ora sull’altra con evidenti e provocanti ripercussioni sulle sue natiche che i alzavano e abbassavano a pochi cm dal mio volto.
Naturalmente non rimasi con le mani in mano (è proprio il caso di dirlo) e lentamente, quasi impercettibilmente scesi lungo i fianchi pronto ad afferrare saldamente il suo arrapante fondoschiena.
Avevo notato come la poltrona non poggiasse saldamente per via del piede rovinato dalle tarme e giocai con astuzia la mia carta infatti tastando con la punta della scarpa mi accorsi come un piccolo colpo avrebbe fatto saltar via il piede provocando certamente un repentino squilibrio nella distribuzione dei pesi con la conseguente certa caduta di Rossella SE…….. SE non ci fossi stato io a impedirlo accogliendola tra le mia amorose braccia beninteso.
Attesi con la pazienza del tiratore di precisione e quando lei si sporse al limite delle sue possibilità per liberare i cavi delle casse sistemati dietro di esse diedi un colpetto al piede che si staccò con un rumore secco di legno marcio.
Tutto andò esattamente come previsto e la mia preda mi finì letteralmente in braccio.
Nell’afferrarla la mia mano destra si posò rapace sulla sua chiappona e fù come se un circuito elettrico si fosse aperto trasferendo una scossa dalla sua natica, attraverso il mio braccio, sino al cazzo che rispose con un’erezione tale che avvertii chiaramente che la cappella ormai era fuoriuscita dal bordo elastico dei pantaloni della tuta.
Ancora scossa dallo spavento corso (tutto si era svolto nel breve volgere di una frazione di secondo) la dolce Rossella non si rese immediatamente conto di quanto stesse succedendo.
Con la rapidità di un Ninja e con la foia che ormai guidava i miei pensieri e le mie azioni passai decisamente all’offensiva.
Ormai posso tranquillamente dire che non avevo più nulla di umano, mi stavo lasciando guidare unicamente dai più bassi istinti bestiali e le fitte dolorose che mi giungevano dai testicoli mi facevano capire come, da quel momento, il cazzo fosse passato ai comandi principali ed io navigassi in pratica con il pilota automatico.
Fingendo a mia volta di perdere l’equilibrio indietreggiai sino a rotolare sul pavimento di cemento della cantina, sporco e impolverato ma badando bene a fare in modo che la mia ambita preda non si facesse male. Si trattò di una “caduta assistita” e terminò con lei che a fatica si teneva prona, carponi dinnanzi al mio viso estasiato, ancora intenta a raccapezzarsi circa l’accaduto.
La vista delle piante dei suoi piedini nudi impolverati, del suo culone provocante davanti a me mi fece perdere anche l’ultimo barlume di ragione e la lurida bestia in calore che covava in me da oltre una settimana balzò fuori con tutta la prepotenza di una mandria che abbatte un recinto e si disperde al galoppo travolgendo tutto e tutti indistintamente.
Le artigliai i bordi dei pantacollant e con forza glieli calai a mezza coscia.
Immediatamente l’afrore muschiato della sua ficona sudata mi giunse alle narici facendomi fremere di foia ormai inconttrollata. Tremavo come in preda alle convulsioni e non mi trattenni oltre.
Prima che potesse anche solo riaversi dalla sorpresa le afferrari le chiappone e le divaricai gettandomi al contempo in avanti dove iniziai a slapparle il taglio della fica con la mia lingua tremendamente eccitata.
Non potevo scorgere il suo viso ma immagino che la sorpresa e l’estrema rapidità di quanto stava avvenendo avesse pietrificato il volto di Rossella in una maschera di assoluto stupore.
Sapevo di avere i secondi contati.
Affinchè una donna liberi la troiaggine che nasconde in sè occorre che venga scaldata a dovere ma in casi come quello dove ci si gioca tutto sull’elemento sorpresa è fondamentale agire in fretta e bene….. i secondi sono cruciali.
Sebbene fossi infoiato a bestia conservavo la lucidità necessaria per procedere con il giusto ordine.
Esattamente come giocatore di scacchi esperto predispone con accuratezza i suoi pezzi sulla scacchiera prima di lanciarli nell’attacco finale, allo stesso modo sapevo per esperienza che le cose dovevano seguire una scaletta precisa..
Presi a leccare con foga il suo ficone caldo dandole slappate lunghe e profonde, alternandole a rapidi colpetti in punta di lingua sul clitoride per inturgidirlo al massimo nel poco tempo a disposizione. Picchiettavo la lingua sul bottoncino e poi leccavo le grandi labbra sporgenti mentre con le mani le tenevo saldamente divaricate le chiappe.
Prima che potesse anche solo abbozzare una difesa, o protestare, avevo già “occupato tutti i punti strategici” infilando la lingua nella sua spacca per poi estrarla rapidamente e fare delle veloci puntatine anche sulla sua rosellina.
Non intendevo darle alcun punto di riferimento. Sapevo che dovevo alternare i colpi di lingua e le leccate profonde su tutta la sua fica e sul buchetto per scaldarla il più possibile.
Avvertivo in lei i tentativi di un’estrema difesa dell’onore violato ma anche i primi segnali di cedimento: il respiro affannato, una voce che tardava a uscirle dalla bocca ed un movimento in avanti per cercare di sottrarre il suo magnifico culo alle leccate un pò troppo timido e non molto convinto.
Sopresa e rapidità erano le mie armi e lei stava cedendo lo sentivo chiaramente.
Fece per divincolarsi ma più quasi per mettersi al riparo con la propria coscienza che per un vero tentativo convinto. In ogni caso con i pantacollant e le mutandine bianche calate a mezza coscia si trovò ostacolata nei movimenti inoltre le mani e gli avambracci lucidi di sudore non l’aiutavano certo a fuggire gattoni facendola anzi scivolare sul pavimento della cantina.
Io poi da maiale perverso avevo aumentato il ritmo delle leccate, la slappavo con una foia tale che ormai il mio desiderio si era trasmesso in lei come un virus.
Rossella riuscì finalmente ad aprire la bocca che aveva tenuto serrata sino a quel momento per mugolare un poco convinto:
_ Nooooo … Ohhhhh …. Bastaaaa… Ma che…. che fai? Noooo hhhhhhhhh._
Sapevo che si stava consumando l’ultimo atto della sua resistenza.
Erano gli ultimi tentativi di una cavalla di sbalzare di sella il proprio domatore ma erano fatti in modo sempre più debole ed il loro scopo era unicamente quello di salvare la facciata…….
Stavo vincendo !
“Cedi piccola. Ormai sei allo stremo abbandonati non resistermi! ” Pensavo tra me e me moltiplicando se possibile ancora di più il ritmo frenetico delle mie leccate intorno alle grandi labbra, mordicchiando il clitoride che, esattamente come il cazzo in uomo, se ne infischia della morale e delle apparenze ed era diventato turgido e duro. Infilai la lingua ancora una volta all’interno della sua spacca: l’odore muschiato misto al sudore mi colpì inebriandomi e sulla punta della lingua colsi finalmente il segnale inequivocabile che la lotta fosse ormai giunta all’epilogo…… Si stava bagnando da quella cavalla che era ! Continuai a frullare la lingua.
Presto sarebbe stata totalmente mia e avrei potuto farle di tutto dando libero sfogo alle mie più viziose depravazioni.

Ad un tratto mi accorsi di come il suo corpo fosse attraversato da una serie di profondi brividi. Avvertii distintamente delle contrazioni frenetiche della vulva ed il colare sulle mie labbra di un miele caldo e denso.
La porcona aveva avuto un orgasmo !
Certo era avvenuto tutto molto in fretta, le era sfuggito più per ingordigia e forse eccessiva astinenza che per vera e propria necessità tuttavia l’effetto era inequivocabile ed i suoi tiepidi umori si riversarono nella mia bocca avida.
Presi a ripulirle le labbra con la dovizia e la pazienza di un monaco amanuense e la cosa le provocò altri contorcimenti.
Aveva resistito stringendo i denti per non darmi la soddisfaszione di urlare il proprio piacere o forse per la vergogna di aver cessato ogni resistenza ma non me ne importava nulla. Ciò che contava in quel momento era il fatto che ormai la breccia fosse stata aperta e da lì in avanti tutto sarebbe stato più facile.
Voleva salvaguardare le apparenze? Fingere che il corpo l’avesse tradita mentre con la mente fosse rimasta ancora fedele al marito? Affari suoi per me contava unicamente il piacere vizioso della carne quanto alla sua anima sarei stato ben lieto di lasciarla cullare nelle sue convinzioni.
L’orgasmo, violento e certamente inatteso, l’aveva lasciata quasi spossata e sicuramente anche la fatica di resistermi avevano fiaccato di molto le sue forze cosicchè non mi fù difficile approfittare della situazione per guadagnare cm preziosi.
Le calai e sfilai definitivamente pantacollant e mutandine mettendo completamente a nudo il suo bel culone appetitoso. Come detto non era affatto grasso o rovinato dalla cellulite, semplicemente non era secco secco ma, al contrario, avrebbe fatto la gioia di tutti quei maschi che come me amano pastrugnare culi e tettone affondandovi le mani con bramosia.
Mi feci sotto e dopo essermi sfilato i pantaloni della tuta a mia volta presi a strofinare la mia verga ormai durissima lungo il taglio della sua ficona.
Con la guancia appoggiata al pavimento della cantina Rossella mugolò appena qualcosa di incomprensibile avvertendo la cappella gonfia strusciarsi contro la sua spacca.
Non intendevo penetrarla… non ancora. Miravo piuttosto a farle sentire in modo convincente quanto fosse “grande e consistente” il desiderio e l’interesse che provavo per lei.
Strofinai a lungo il cazzone contro le grandi labbra e poi picchiettando il suo clitoride con la mia cappella gonfia dopodichè lo passai sulle sue chiappone e tra le cosce nude e calde. Il contatto con la sua pelle mi trasmetteva scariche elettriche di pura perversione, finalmente l’avevo lì nuda alla mia totale mercè.
Vinta, spossata, forse intimorita e vergognosa Rossella non reagiva e questo mi permise di mollare la presa dalle sue natiche per poter quindi risalire lungo i fianchi sino alle sue magnifiche tettone.
Il segreto come detto è quello di non dar mai tregua ad una donna specie se all’inizio non totalmente consenziente come nel suo caso. Sapevo che stimolando in continuazione le diverse zone erogene del suo corpo l’avrei mantenuta in uno stato di piacevole benessere e l’orgasmo che le era sfuggito poco prima ne era la prova.
Ogni donna ama, dopo una bella ed approfondita esplorazione vaginale con la lingua, essere palpeggiata a lungo sulle tette, a loro piace che i capezzoli vengano stimolati, leccati, succhiati e mordicchiati dai maschi in quanto questo trattamento le fà sentire sempre più troie, le scalda alla giusta temperatura e le invoglia a fare (ed a farsi fare) le cose più perverse.
Rossella non era diversa da altre donne con cui ero stato. Se anche aveva fatto la preziosa ora non era altro che un corpo caldo desideroso di attenzioni e smanioso di provare piacere ed io gliene avrei donato a piene mani ( e non solo).
AAAHH Che goduria pazzesca trastullarmi con quei mammelloni su cui avevo tanto fantasticato! Le mungevo quelle tettone da vacca dopo averle tirato sù la t-shirt (la porca non portava il reggiseno) ed avvertivo i suoi grandi capezzoli farsi sempre più duri ogni istante che passava.
Tutto in Rossella era grande (ma non grasso) e le sue tettone con quei capezzoli scuri e dritti erano in linea con il resto del personaggio.
Le munsi le tette mentre lei cercava disperatamente di rimettersi in ordine per cercare di darsi un barlume di contegno e recuperare la rispettabilità perduta.
Fù tutto inutile.
Il peso del mio corpo sopra di lei le impediva di rimettersi a sedere e, stesa sul fianco destro si trovava inerme ed incapace di staccarsi di dosso le mie braccia che la cingevano ovunque quasi avessi dieci tentacoli.
Nel momento in cui, con estrema fatica, le riusciva di staccare le mie dita dal suo seno ecco che la mano correva rapidissima a carezzarle la patacca umida ed un paio di dita le frugavano la vulva. Insomma era sotto un vero e proprio attacco concentrico ed alla fine si rassegnò comprendendo che non ce l’avrebbe mai fatta a divincolarsi da me (e neppure ci provò con estrema convinzione).
Anche le sue parole non assunsero mai i toni indignati di chi è sottoposto a una violenza sgradita. Mugolava pietosamente di smetterla ma non avrebbe convinto nessuno tantomeno me che ormai mi lasciavo guidare unicamente dalle fitte che mi giungevano dall’inguine ed avevo da tempo staccato il cervello.

Come in una partita di Risiko (me enormemente più eccitante devo confessarlo) dopo aver piantato le mie bandierine un pò ovunque ero ormai pronto all’attacco decisivo alla roccaforte nemica.
Cinsi la vita di Rossella con le mie braccia e la sollevai a peso morto senza che opponesse alcuna resistenza.
Le leccate di fica, di culo, i ditalini, lo strusciarmi addosso a lei ed i ripetuti palpeggiamenti l’avevano scossa nel profondo lasciandola come una bambola di pezza inerte nelle mie mani.
Non mi fù affatto difficile portarla sulla vicina poltrona e depositarvela sopra in ginocchio con il volto rivolto allo schienale.
Le feci alzare il culo in aria posando al contempo una mano sulla sua nuca e premendo verso il basso.
Cercò di dire qualcosa ma la tacitai:
_ Zitta porcona che adesso ti faccio godere come piace a te! _ (Lasciamo che pensino che ci prodighiamo per il “loro” piacere e non per il nostro e si concederenno senza riserve)
Forse Rossella avrebbe voluto dire ancora qualcosa ma si trovò ben presto a malpartito con il viso sprofondato nei cuscini ed il sottoscritto che da dietro le allargava per bene le cosce spingendo nello stesso tempo in avanti un pene ormai della consistenza di un picchetto da tenda e delle dimensioni di una lattina dalla bibita che “ti mette le ali”.
Strofinai la cappella gonfia, che nel frattempo aveva assunto un colore violaceo tanta era la voglia arretrata di lei, contro il taglio della sua ficona e la passai sù e giù alcune volte.
A quel contatto Rossella, che aveva intuito la sua sorte, mugolò ma non credo fosse un tentativo di rifiuto e in ogni caso non me ne curai.
Avvertii la cappella bagnarsi delle goccie dei suoi umori e questo per me fù davvero troppo.
La volevo! La desideravo con tutto me stesso! Sbavavo per lei ! ! !
LA PRESI !

La infilzai con un colpo preciso, autorevole … che non ammetteva nè “se” nè “ma”.
Le pareti della sua fica erano talmente lubrificate che scivolai all’interno senza alcuna fatica apparente.
La riempii con tutti i cm del mio cazzone ed arrivai a “fondo corsa” sentendo i miei testicoli gonfi schiacciarsi contro le sue chiappone calde e lisce.
Per qualche istante il tempo parve fermarsi come quando nei film vediamo l’azione svolgersi al rallentatore quasi fotogramma per fotogramma.
Mi godetti (è proprio il caso di dirlo) ogni singolo secondo di quel paradisiaco momento.
Spiegare cosa si prova all’atto di penetrare per la PRIMA VOLTA una femmina sul conto della quale si è fantasticato per mesi o anni è un’impresa di gran lunga superiore alle mie capacità.
Ero in piena e totale estasi.
Rossella aveva smesso di parlare o comunque di emettere suoni incomprensibili. Secondo me si stava godendo lei stessa il momento, il piacere di sentirsi riempita da un maschio completamente arrapato dal suo corpo e invasato per il desiderio a lungo represso.
Non saprei dire esattamente dopo quanti secondi o minuti presi a muovermi ma ad un certo punto ricordo che iniziai a spingersi dentro quel ficone che stava rapidamente raggiungendo una temperatura da altoforno.
Pareva che avessi introdotto il cazzo direttamente nella bocca dell’inferno.
Non sono di primo pelo ed ovviamente ero stato con altre donne prima di Rossella tuttavia, forse proprio per l’eccezionalità di quella situazione, mi sentii avvampare come mai m’era accaduto in precedenza.
La presi per i fianchi e spinsi ma poco dopo risalii perchè volevo afferrarle nuovamente quelle tettone che mi facevano impazzire.
Lo confesso in quel momento (anche se molti di voi mi prenderanno per pazzo) non avrei scambiato Rossella con la Canalis il che è tutto dire e fotografa al meglio l’istante che stavo vivendo.
Ero letteralmente infoiato, iniziai ad insultarla dapprima non eccessivamente ma quando vidi che rispondeva come meglio non avrei potuto desiderare allora presi a dirle di tutto.
_ Ti piace eh muccona? Ti eccita farti mungere e riempire la ficona vero? _
_ Mhhhh sììì Oohhhhhh_
Ormai, come ogni donna, aveva gettato la maschera e sposata o no, moglie e madre o meno, reagiva comportandosi nè nè meno alla stregua di qualsiasi altra femmina in calore che viene montata con soddisfazione da un maschio dotato e perverso.
Rossella a quel punto non tentò più di salvare in alcun modo le apparenze e si godette ogni mia spinta ed ogni insulto.
_ Toh troiona consumami il cazzo dai datti da fare con questa ficona bollente dai vaccona mia bella!!!_
La zoccola, perchè ormai in questo l’avevo trasformata, spingeva oscenamente in fuori dalla poltrona il suo culone per farsi penetrare meglio. Mi offriva le natiche aprendosele con le mani e guaiva con una puttana da marciapiede.
La mia amica dolce e carina…… Che le stava capitando?
Semplicemente si era ricordata di essere una donna e, prima di tutto, una Femmina!
Chissà da quanto tempo il marito non la soddisfaceva più in questo modo ammesso che mai l’avesse fatto conoscendo il tipo.
Rossella di questo aveva bisogno. Di un maschio che la fottesse duro, che la riempisse come un puttanone e la trattasse anche peggio.
Mentre spingevo come un forsennato dentro di lei riversandole addosso torrenti d’oscenità varie avvertii distintamente il mio cazzo bagnarsi per via del suo secondo orgasmo. La porcellona era dunque multiorgasmica e seguitava a godere senza soluzione di continuità.
L’occhio mi cadde sulla sua rosellina e devo ammettere che presi a farci più di un pensierino ma poi di dissi che, ora che avevo abbattuto il “Muro” ci sarebbero state altre occasioni in futuro e che non era il caso di forzare troppo la mano.
Rossella si stava rivelando superiore alle aspettative e se solo l’avessi “coltivata” con pazienza mi avrebbe regalato molte altre soddisfazioni in futuro.
I muscoli della sua fica nel frattempo avevano preso a strizzarmi l’uccello in maniera frenetica ed io che non ero certo nella posizione di ragionare con la dovuta freddezza mi resi conto che non avrei potuto resistere ancora a lungo.
Meditai se fosse il caso di estrarre la proboscide e sborrarle in bocca obbligandola a inghiottire il tutto ma poi mi convinsi che venirle nella fica sarebbe stato anche più perverso e l’avrebbe in un certo qual modo “marchiata” come la vacca che era.
Detto fatto non opposi più alcuna resistenza e lasciai che le pareti della sua fica ormai bollente e bagnata quanto un lago aderissero alla mia cappella e che i suoi muscoli portassero a termine il lavoro che aveva inziato…….
Ad un certo punto avvertii chiaramente il getto di sborra risalire dai testicoli e l’immagine che mi venne alla mente fù quella dell’esplosione di un nuovo pozzo petrolifero. Allo stesso modo il mio sperma eruttò dal glande riversandosi nella sua ficona che l’attendeva con impazienza.
La inondai ! ! !
Rossella ebbe un nuovo orgasmo quasi in contemporanea stimolata anche dalla sua manina che giunta tra le sue cosce senza che me ne accorgessi, aveva preso a torturare il clitoride.
Non accennò alla minima lamentela circa il fatto che le fossi venuto dentro e questo mi convinse ulteriormente di come ormai avesse fatto il “grande salto” e fosse diventata di mia proprietà esclusiva almeno per quanto riguardava il sesso.

Si accasciò sulla poltrona ed io sopra di lei entrambi sfiniti.
Le leccai la base della nuca, il collo sudato i capelli bagnati.
Eravamo in uno stato pietoso… sudati, sporchi, affannati sembravamo essere regrediti allo stato di bestie ma proprio per questo il sesso tra noi era stato così esplosivo e gratificante.
Ci scuotemmo solo dopo quasi mezz’ora ed a quel punto Rossella mi sorprese ulteriormente.
Contrariamente a quanto mi sarei aspettato non si lasciò andare a pianti, recriminazioni, sensi di colpa nè ad accuse o ad isterismi.
Aveva negli occhi una luce di profondo e totale appagamento segno che farsi sbattere a quel modo l’aveva completamente soddisfatta.
Mi allungò la mano e mi portò di sopra dove ci infilammo insieme sotto la doccia cercando di ripulirci e di assumere nuovamente una dimensione da esseri umani.
Nonostante fossimo sfiniti si sà che due corpi nudi sotto lo scorrere di un corroborante getto d’acqua calda finiscono per ritemprarsi e quindi successe nuovamente quello che doveva succedere ma questa…………
è un’altra storia.

Diciamo che se il racconto vi è apparso gradevole e non vi ha annoiato allora forse, prima o poi, vi aggiornerò anche sugli sviluppi seguenti.
Nel frattempo ringrazio tutti i lettori per la pazienza ed il tempo dedicatomi.
Ciao.

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