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Mia moglie Monica – Serata a Kos – 2a parte

By 4 Febbraio 2022No Comments

Monica venne verso la vetrata che divideva la camera dal terrazzo da dove, nascosto nel buio, avevo osservato per tutta la sua durata la prima esperienza di sesso tra lei ed uno sconosciuto da quando stiamo insieme.
Lo avevo desiderato io e lei aveva concretizzato una mia fantasia di cui le avevo parlato spesso nei nostri momenti di intimità.
Essendo passato qualche anno da allora, posso affermare che nessuno di noi due mai se ne pentì di aver vissuto quella trasgressione e alcune altre che seguirono negli anni successivi.
Parlandone occasionalmente, abbiamo concordato che questo tipo di esperienze, specialmente se sporadiche, non programmate, non abitudinarie e gestite con complicità, intrigando più la mente che il corpo, possono rinsaldare ancora di più il legame tra due anime.
Avevo diligentemente rispettato i patti e le promesse fatte a Monica, per i quali sarei stato solo spettatore delle sue effusioni sessuali con il ragazzo per metterla, per quanto possibile, nelle condizioni di comportarsi come se fosse single e in vacanza da sola, come ebbe occasione di fare qualche volta prima che ci conoscessimo, quindi facendo tutto come si sentiva, senza interferenze o limitazioni di nessun tipo da parte mia.
Era stata abile anche lei a gestire la sua mente, isolandola dalla consapevolezza che comunque io c’ero e la stavo guardando.
Spesso, mentre Monica mi masturba, le chiedo particolari e dettagli sulle situazioni sessuali che ha vissuto prima di conoscermi. I primi tempi era molto ritrosa a parlarmene; delle mie esperienze non ha mai voluto sapere niente per non farsi sopraffare dalla gelosia, ma io non sono mai stato geloso del suo passato, anzi, sono stato sempre vorace di sapere.
Col tempo si è un po’ sciolta e mi ha raccontato di qualche situazione con qualche suo ex o con un paio di sconosciuti. Pertanto, eccitato dai suoi racconti, mi sono sempre fatto dei grandi film cercando di tradurre in immagini mentali le sue parole.
Ma vederla in azione dal vivo quella sera non ha veramente avuto prezzo. Non che Monica con il ragazzo abbia fatto qualcosa di straordinario o che non facciamo normalmente tra noi due (anzi, tra noi facciamo ben altro!), ma averla vista in terza persona, veramente ha cancellato qualsiasi immagine virtuale che avevo fantasticato e mi aveva consegnato la realtà.
Ora ero in possesso della pellicola, ma mi mancava la colonna sonora, cioè le sensazioni che lei aveva provato e che non erano scritte nelle immagini che vidi.
Mi attendeva ancora la parte forse più intrigante, quella di condividere con lei ciò che vidi e lei condividere con me ciò che provò. In un paio d’ore avevamo recuperato materiale da parlarne e da rivivere per mesi, o forse anni.
Il viso di Monica lasciava trasparire una certa insicurezza, percepivo nella sua espressione l’interrogativo su come mi sentissi dopo aver assistito a quelle scene di sesso tra lei e il ragazzo; comprensibilmente poteva essere preoccupata che si fossero potuti avverare i suoi timori che tra fantasticare e vedere la realtà è ben diverso, perché la fantasia la si modella perfettamente ai propri gusti o desideri, ma invece la realtà può avere aspetti o dettagli che potrebbero sconvolgere negativamente le proprie aspettative.
Feci queste riflessioni nei pochi istanti che le furono necessari a percorrere i pochi metri che la separavano dalla porta, sulla quale aveva appena congedato il ragazzo, e la terrazza.
Era ancora più splendida che mai. Camminava con la grazia e la regalità di una Dea, bellissima nella sua totale nudità, con solo i sandaletti che portavano la sua statura a 1,85.
Non volli che dovesse sopportare più a lungo il dubbio su come mi sentissi, par cui mi alzai dalla poltroncina e feci qualche passo verso di lei. Ci incontrammo: i suoi occhi proiettavano verso di me tutta la sua dolcezza, il suo amore a la sua speranza di essermi piaciuta. Non mi fu assolutamente difficile proiettare verso di lei la stessa dolcezza, lo stesso amore e la rassicurazione che la amavo, ammiravo e desideravo più di prima. Ci abbracciammo e ci baciammo a lungo. Le nostre menti si fusero come avviene sempre quando facciamo l’amore.
Sentivo il suo corpo caldo aderire al mio e per lunghi istanti mi dimenticai perfino che aveva appena fatto sesso con un altro uomo, che l’aveva fatta godere e che lei aveva fatto godere lui.
Quando ci fummo ripresi da questo turbine di emozioni ci guardammo nuovamente. Lei, ora rassicurata, aveva un sorriso smagliante e gli occhi le brillavano.
Mi chiese se volevo bere qualcosa. Mentre prendevo un paio di acqua tonica dal frigo-bar, lei andò in bagno a fare pipì e a darsi una rinfrescata. Io la attesi in piedi al centro della stanza con i bicchieri in mano. Volevo che fosse lei a decidere se metterci nel letto o se sederci in terrazza.
Uscì dal bagno, prese il bicchiere e sorseggiò la bibita. Quindi lo posò e si diresse verso l’armadio. Aprì un cassetto da dove estrasse il costumino da bagno turchese che le avevo regalato prima della partenza.
La osservai con sguardo interrogativo, lei si infilò anche un miniabito e mi disse: “Ti andrebbe di fare un bagno in piscina?” Risposi entusiasticamente: la sua fantasia e la sua malizia avevano sicuramente escogitato qualcosa.
Mentre lei usciva dalla camera saltellando eccitata all’idea del bagno in piscina, io recuperavo un paio di asciugamani e la chiave della stanza.
Percorremmo lo stesso tragitto che, circa due ore prima, avevamo percorso in senso inverso, però lei era per mano ad un altro e da lì a pochi minuti sarebbe stata tra le sue braccia e impalata sul suo pisello.
Mentre rivedevo queste immagini indelebili, Monica camminava abbracciata a me con aria beata.
Erano quasi le 4 del mattino, in giro non c’era anima viva e regnava il silenzio più totale. I giardini e le piscine rimanevano illuminati tutta la notte. L’aria era calda e tutto l’insieme era da favola.
Arrivammo alle piscine e lei scelse quella più piccola che era un po’ più defilata rispetto alle altre.
Scelse anche una sdraio sulla quale appoggiò il miniabito e io appoggiai gli asciugamani. Si tolse i sandaletti e, mentre anche io mi spogliavo rimanendo in boxer, lei corse verso l’acqua e vi si tuffò.
Io approcciai l’acqua con minore impeto, utilizzando la scala, temendo fosse fredda.
Monica non tardò a rassicurarmi che la temperatura era magnifica. Entrato in acqua, ci venimmo incontro e iniziammo a baciarci. Monica voleva fare l’amore in piscina, quindi desiderava staccarsi dal contesto della camera dove poco prima aveva fatto sesso con il ragazzo.
Rimanendo abbracciati e continuando a baciarci, ci dirigemmo verso alla scalinata della piscina.
Devo confessare che avevo timore di iniziare a toccarla, non volevo assolutamente forzarla a fare o a ricevere qualcosa, per cui attesi che fosse lei a prendere l’iniziativa.
Iniziativa che non tardò a prendere. Accortasi della mia prorompente erezione (ricordiamoci che erano quattro giorni che IO non facevo sesso ma invece lei aveva da poco avuto, e provocato, due orgasmi), iniziò a toccarmi il pisello attraverso i boxer aderenti, prima con toccatine sporadiche che alternava a massaggi alla mia schiena e al mio petto, poi con maggiore insistenza, arrivando ad aggrapparsi al mio cazzo che sembrava dover esplodere.
Davanti a tanto impeto, ruppi ogni indugio intuendo che anche lei aveva voglia di essere toccata, per cui spostai le mie mani, che la stavano abbracciando, sulle sue splendide tettine. Le solleticai i capezzoli e glieli strinsi in un leggero pizzico. Questo le piaceva molto.
Mi baciava con sempre maggiore foga; intanto aveva iniziato a segarmi sempre attraverso i boxer sapendo che ciò mi faceva impazzire.
Scesi a toccarle la patatina. Anche questo mi faceva impazzire, toccarle la patatina attraverso le mutandine.
Era anche quello che le avevo chiesto di farsi fare dal ragazzo e lei mi accontentò. Volevo che il ragazzo provasse le stesse sensazioni che provavo io toccando la patatina di Monica attraverso le mutandine, ed io mi ci immedesimai. Monica veniva toccata da lui ma ero io che la stavo toccando. Veramente sublime.
Le dissi: “Amore, guarda che se continui così non resisto molto…” e lei: “Figurati che io sto venendo adesso…”. Sentii gli spasmi del suo orgasmo e parecchie contrazioni si susseguirono.
La guardai sorpreso della sua repentina venuta dopo quelle che aveva avuto poco prima. Sorridendo e con gli occhi sfavillanti mi disse: “Mi sentivo come se fossero quattro giorni che non faccio sesso…”
“Ma quello che hai fatto prima?”
E lei: “Amore, sì, mi ha fatto venire due volte, ma solo con il corpo. Io con te vengo anche con la mente. L’orgasmo lo ho sì fisico, ma con te mi parte dal centro del cervello. É questa la gigantesca differenza che ho scoperto la prima volta che abbiamo fatto l’amore tu ed io e che mi ha convinto che tu saresti stato l’uomo della mia vita. Nessuno di quelli che, lasciami passare il termine, mi sono scopata prima e, da stasera, dopo di te, mi ha fatto provare una tale sensazione. Adesso dimmi, amore, come vuoi che ti faccia venire?”
Le risposi: “Se la tua patatina questa sera non è troppo “usurata”, vorrei riempirtela di sperma.”
“Ci vuole ben altro per usurarla, amore…” rispose. Al che si sfilò il perizoma, spalancò le gambe e mi si impalò in un istante.
Le furono sufficienti cinque o sei delle sue potenti pompate di figa per farmi esplodere in una colossale sborrata…

Il racconto completo è stato rivisto e migliorato e lo potete trovare su Amazon a cura della casa editrice “Sogni Piccanti” nel volume “Mia moglie Monica – Vita lussuriosa di una amazzone” di Max de Zena. Andate a darci un’occhiata, non ve ne pentirete!
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