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Racconti Erotici EteroTradimento

Mogli e donne

By 28 Marzo 2020No Comments

Prima parte

Guardò l’ora : le 2.45 a.m. Fosse stato un giorno normale, avrebbe dormito alla grande già da tempo. Fosse stato un giorno normale. Quello che era accaduto, però, e di cui ancora non aveva ben chiara la portata, aveva disintegrato immediatamente il concetto di normalità: per quel giorno, di sicuro; per il resto dei giorni a venire, probabilmente.
Sentì sua moglie farfugliare qualcosa nel sonno; la guardò, nella penombra della stanza. Come al solito, doveva dormire toccandolo con una mano o con un piede, poco importava, purché lo sentisse vicino. Come al solito era bellissima . Di giorno già dimostrava molto meno dei suoi trentacinque anni, con il suo viso innocente e fresco e quel corpicino esile e minuto; di notte, poi, mentre dormiva, assumeva quell’aria da bambina imbronciata che le toglieva ulteriori quindici anni.
Si soffermò a contemplarle le gambe nude; sentì montare un’ondata di desiderio, ma la represse all’istante. Il suo sguardo, ora, era diventato duro e ostile.
“Ma cosa hai combinato?”; lo disse solo muovendo le labbra, senza emettere alcun suono.
“Cosa avete fatto?”, ripeté nella sua curiosa parodia di un pesce-insonne.
Come se di notte anche i pensieri potessero essere sentiti, Donatella allungò una mano e gliela poggiò sull’avambraccio; disse qualcosa nello strano idioma dei dormienti, poi tornò a russicchiare.
A quel continuo contatto notturno si era abituato subito e, sotto sotto, piaceva anche a lui, ma in quel momento non gli piacque affatto. Guardò disgustato il punto in cui la mano di lei toccava il suo braccio e si domandò se scostarla o far finta di niente. Optò per il subire passivamente quell’intimità non gradita con una persona che, improvvisamente, non riconosceva più.
“Cosa sei davvero?”, pensò fissandola.
Forse stava correndo troppo; forse, l’indomani, avrebbe trovato la risposta che si augurava; avrebbe ripensato a quella notte bianca e si sarebbe fatto grasse risate.
Forse glielo avrebbe persino raccontato.
Un sorrisetto idiota gli illuminò il viso, mentre fantasticava sulla sua reazione quando glielo avesse detto.
Poi il sorriso morì e la bocca assunse un’espressione di dolorosa insofferenza, mentre i pensieri, con la velocità che solo essi hanno, lo conducevano repentinamente all’eventualità della risposta che non si augurava.
Tornò a fissare Donatella con la fronte corrugata e gli angoli della bocca all’ingiù. “Se davvero è successo, come hai potuto?”, tentò di comunicarle telepaticamente.
Si concentrò sulla sua fronte e riformulò il pensiero.
Donatella?
Donatela non si mosse di un millimetro; il tentativo di contatto telepatico era fallito miseramente. Non gli avrebbe raccontato nulla nel sonno; perciò, non gli restava altro da fare che aspettare l’indomani e scoprirlo da solo. Perché lo avrebbe scoperto, sissignore, e di questo ne era sicuro, così come ne era terrorizzato.
Fissò un punto imprecisato del soffitto e ripensò a come era cominciato tutto, quel pomeriggio….
Sara, la sua segretaria, lo aveva salutato alle 15.30 in punto. Gli aveva chiesto il permesso di andare via prima, quel giorno, per una visita specialistica. Le contabilità erano tutte aggiornate e, miracolo

, non c’erano particolari scadenze per l’indomani. Fabio aveva deciso che ne avrebbe approfittato per fare il punto della situazione su un barbosissimo ricorso tributario che aveva sempre procrastinato, ma che ora stava per scadere.
Aveva tirato fuori il fascicolo e si era seduto; poi, subito dopo, si era rialzato per accendere la radio.
Quando si era sintonizzato sulla sua radio preferita, che trasmetteva solo buona, vecchia musica rock
Oh, chi aveva spostato la frequenza? Di certo Sara, mentre lui era fuori da un cliente. Era una segretaria veramente in gamba, aveva pensato, anche abbastanza gnocca; però ascoltava musica del cacchio.
Si era seduto; aveva acceso il computer poi, mentre tirava fuori una Marlboro e si apprestava ad esaminare la pratica, gli era venuta voglia di ascoltare qualcosa dei Blind Guardian.
Così, alla prima boccata, aveva deciso, in barba alle leggi anti pirateria informatica, di scaricarsi l’imponderabile dal buon WinMX; a metà sigaretta, stava acciuffando mp3 a rotta di collo; finito di fumare, già ne stava ascoltando uno.
Sbracato sullo schienale, esaltato dal ritmo e simulando di suonare un’inesistente chitarra (che poi era l’unico modello di chitarra che lui sapesse suonare), aveva guardato, con aria colpevole, il suo amico Fascicolo. Lo aveva guardato di sottecchi, come se questi, a sua volta, avesse potuto ricambiare lo sguardo e richiamarlo all’ordine.
Quando l’occhio gli era ricaduto sul computer, si era accorto che un certo Big Ass stava scaricando un pornazzo dai suoi “filmati-esca”.
I “filmati esca” erano dei video che teneva tra i suoi files condivisi; quando qualcuno li richiedeva, lui andava a cercare tra i files di questo qualcosa di “succulento” e si finiva, in genere, per scambiare in allegrezza, da bravi depravati.
Il buon Big Ass si stava dedicando, in particolare, ad un filmato che gli era particolarmente caro: “Moglie di Brindisi:scaricatelo è una bomba”, raccomandava l’ignoto autore.
Dunque il nostro amico Culone è un amante del genere amatoriale. Bene, bene aveva pensato Fabio mentre scorreva i titoli dei files condivisi da Big Ass.
In effetti non si era sbagliato; c’era da scegliere tra parecchie foto e video, il tutto di stampo dichiaratamente amatoriale; qualcosa era sicuramente una “sola”, tipo una foto presentata come “Marito subacqueo becca la moglie inculata da negro con cazzo enorme..
“Ma figurati…”, aveva pensato accendendosi un’altra sigaretta, poi aveva letto” il titolo” :

“Amatoriale incredibile da Roma: quattro vere troie se la spassano alla grande” .

Gli era sembrato intrigante, anche se il lesbo non lo aveva mai esaltato troppo. Certo, era un file che pesava parecchio, svariate centinaia di Mega……però, se era veramente amatoriale…
Aveva concluso che tanto valeva provare, quindi si era messo in coda e aveva contattato Big Ass.

< Ciao, stai già scaricando da me, mi faresti partire anche tu? >

…pausa…messaggio di risposta!

Detto fatto. Ottima scelta. Se ti serve altro, dimmelo. Non sai da quanto tempo cercavo di scaricarmi questo…

Aveva controllato: sì, lo aveva fatto partire. Bravo figliolo. Se lo immaginava come un ragazzetto ciccione e con gli occhialetti; reiettato dagli amici perché pure secchione e dedito ad interminabili sedute di sesso autogestito davanti al pc.

Tranqui, solo questo. Grazie mille aveva risposto decidendo benevolmente di dargli importanza; poi aveva aggiunto: ma è veramente un amatoriale?

La risposta di Culone era stata:

Ciao, certo che mi ricordo. Moglie di Brindisi l’ho finito di scaricare questa notte, ma ti faccio partire volentieri >

Grazie, ti voglio bene.>

Mentre inviava quest’ ultimo messaggio, Fabio si rese conto che aveva appena detto” ti voglio bene” ad un individuo che, a torto o a ragione, considerava sua moglie una “vera troia” e che, verosimilmente, si era pluri-smanicato osservandola.

Figurati. Dove sei arrivato?

Ancora non fanno niente di particolare>

Abbi fede e vedrai ,ah, ah

Nelle tre ore che occorsero per scaricare il resto del filmato, Fabio non fece altro che controllare come un cecchino che Big Ass non si disconnettesse. Mentre fissava la barra di avanzamento che si rimpinguava, cominciò a farsi delle domande, come, ad esempio, quanti depravati possedessero quel filmatino dal titolo così promettente?
Si immaginò di uscire con sua moglie ed essere fermati da una folla di giovinastri con il cazzo in mano e foglio e penna nell’altra che chiedevano un autografo alla sua signora.
I suoi pensieri furono interrotti dal trillo del telefono:
“Ciao amore, sono io”
Fabio rispose al saluto poi, immediatamente, ebbe la visione di Donatella che gli parlava al telefono mentre Filippo la prendeva da dietro ridendo di lui. Stette in silenzio, per ascoltare eventuali rumori sospetti, ma udì soltanto la voce di Donatella che gli chiedeva se fosse ancora in linea.

“Si, scusami, ci sono ancora”, disse Fabio.

“Amore, ti ho chiamato per dirti che farò un po’ tardi perché io e Simona dobbiamo finire un atto per domani. Vai pure a casa; la cena è nel frigo.”

Nel loro lavoro erano normali questi imprevisti; accadevano almeno un paio di volte alla settimana e per lui avevano sempre fatto parte dell’ordine naturale delle cose. Quella volta, invece, gli si materializzò l’immagine di Donatella e Simona intente a sbocchinare all’unisono il cazzo di Filippo, facendo incontrare le loro lingue sulla cappella del collega e, perché no, toccandosi vicendevolmente la figa.

” Che ora pensi di fare?”

“Non tardissimo”

“Va bene, ciao.”

“Fabio?”

“Eh ?”

“Tutto ok?”

(Manco per il cacchio, zoccola. Goditi la seratina perché quando torni ti faccio trovare i tuoi davanti al dvd a guardare le tue prodezze. Io e tuo padre giocheremo a chi ti fa arrivare più lontano a calci in culo)

“Tutto ok, amore”

“Ti amo”

“Pure io”

Click

Quando posò il ricevitore, Fabio si rese conto, con sconcerto, di avere il cazzo duro

Anche se la voglia di sapere era tanta, Fabio si impose innanzitutto di masterizzare il filmato. Non voleva rischiare che, per qualsiasi motivo, il video andasse perduto.
Quando terminò l’operazione, si ricordò di avere ancora il collegamento al programma aperto e fece per chiuderlo; con orrore, si accorse che due utenti già stavano in fila per scaricare da lui l’amatoriale di Simona e Donatella.
Si affrettò a togliere il file dalla cartella condivisa: non sarebbe stato certo lui a divulgare in rete la troiaggine della consorte (Incredibile amatoriale da Roma. Donatella Bardi, professione avvocato, Cod. fisc. BRDDLL70F10H501C, gruppo sanguigno ORH+, residente in Roma (RM), Via Sofocle 10, e altre tre amiche se la spassano alla grande) .
Attese che Sara andasse via per la pausa pranzo, poi avviò la riproduzione col cuore in gola; finalmente, avrebbe saputo.

Ricominciò dall’inizio, soffermandosi su particolari ai quali prima non aveva dato importanza. Si accorse, ad esempio, che le maledette avevano mangiato a base di pesce; in particolare, un piatto di carta avanzato, lasciava intuire che come primo c’erano state le pennette al salmone (ricetta in cui eccelleva Donatella che, verosimilmente, aveva anche cucinato) accompagnate da almeno quattro bottiglie di vino bianco del quale, però, non riusciva a capire la marca. Il sistema di filodiffusione, poi, trasmetteva note di musica revival e, su un tavolinetto, erano state sistemate bibite varie. In pratica, l’insieme ricordava una festa delle medie.

Quando erano arrivati i quattro uomini, la videocamera era passata nelle mani di Filippo, che aveva ripreso le presentazioni. Donatella e le altre, tranne Simona, sembravano sorprese; evidentemente non sapevano che ci sarebbe stata questa incursione.

Ascoltando attentamente i dialoghi, Fabio ricostruì che i giovinastri erano passati soltanto per un salutino, dovendo andare poi in qualche locale da fighetti di cui, fino a quel momento, ignorava persino l’esistenza (se ne annotò comunque il nome; era sempre un bene conoscere le abitudini del nemico).

Una cosa che non gli sfuggì, fu lo sguardo ammirato che si scambiarono il ragazzo di colore e quello con la coda di cavallo. In effetti, le quattro ragazze erano acchittate in alta uniforme, dovendo a loro volta concludere la serata in un qualche disco pub e, cosa che risultava lampante, sembravano abbastanza alticce e su di giri.
Il tizio con gli occhialetti si era avvicinato alla videocamera, impallando la scena, e aveva detto qualcosa all’orecchio di Filippo che, subito dopo, aveva proposto un bel brindisi in onore di Simona.
Dopo di lui, lo stesso avevano fatto gli altri tre, tradendo le loro intenzioni criminose.
Fabio guardò impotente Donatella bere altri bicchieri di spumante; a un certo punto fu persino tentato di chiamarla sul cellulare per dirle di non farlo; poi si ricordò che le amiche glielo avevano fatto spegnere; infine realizzò che la scena che stava vedendo era già accaduta un anno prima.
Si diede del pirla accendendosi una sigaretta.
La scena si interruppe al quarto brindisi..

Quando il filmato riprese, Fabio osservò, in primo luogo, che la videocamera doveva essere passata di mano.
La tavola era stata liberata per metà ed il ragazzo con la coda di cavallo vi era sdraiato sopra a torso nudo. Filippo versava sulla pancia del ragazzo del gelato cremoso. Simona e una delle due praticanti e il tizio di colore assistevano all’operazione ridendo in maniera scomposta: evidentemente, nel periodo non ripreso, era successo qualcosa che aveva dissolto la fretta dei maschi.
Di Donatella, fortunatamente, nemmeno l’ombra.
Una panoramica della sala rivelava che il tizio con gli occhialini tondi sedeva poco più distante e guardava la scena con aria distaccata, mentre Donatella se ne stava stravaccata sul divano, con le mani sulle tempie, probabilmente alla resa dei conti con una sbronza annunciata.
La videocamera tornò precipitosamente ad inquadrare la tavolata: era partito un coro da stadio …”Lecca il gelato, Simona lecca il gelato. Lecca il gelatooo, Simona lecca il gelatooo” e la festeggiata, tra i frizzi e i lazzi, aveva cominciato a lappare dalla pancia di quel ragazzo che si offriva come piatto umano e che, per sdrammatizzare sapientemente l’inevitabile imbarazzo di Simona, l’aveva buttata sullo scherzo, mugolando oltre modo e scatenando, con smorfie e ammiccamenti vari, l’ilarità degli astanti.
Alla praticante che riprendeva, tuttavia, non doveva essere sfuggito il bozzo che si ergeva all’altezza del pacco di Coda di Cavallo, tanto da omaggiarlo con una lunga zoomata per poi dire, rivolgendosi a Simona, “oltre al gelato abbiamo anche il cono: facci vedere come si festeggia un addio al nubilato”.
Simona era scoppiata a ridere ed era arrossita; tuttavia Manila (così si chiamava la praticante che riprendeva), aveva colto nel segno, buttandola sul tono di sfida e dandole la responsabilità di aprire le danze. Così, Simona aveva ripreso a lappare il gelato dalla pancia di quello sconosciuto, questa volta massaggiandogli il pacco che si ingrossava sempre di più.
Le urla intorno al tavolo erano salite immediatamente; Coda di Cavallo, intanto, aveva smesso di fare il buffone e strizzava l’occhio a Filippo.
L’altra praticante, Angela, aveva evidentemente deciso di non essere da meno della collega, perché aveva slacciato la patta del ragazzo invitando Simona a mangiare un cono gelato come va mangiato.
Simona, un po’ per la sbronza, un po’ perché era stata messa in mezzo, un po’ perché evidentemente era una zoccola punto e basta (pensò Fabio) , aveva infine capitolato.
La videocamera, ora, riprendeva la reginetta della serata afferrare con l’indice della mano l’elastico delle mutande del ragazzo, tirarle giù e scoprire un membro già eretto e di dimensioni non disprezzabili.
Fabio pensò “Ecco, ci siamo”, sprofondando un po’ di più nella sua sedia e preparandosi all’inevitabile. La festa sarebbe degenerata, lo aveva saputo da sempre; tuttavia, quando ci si trovò di fronte, si scoprì impreparato. Interruppe la riproduzione, domandandosi se davvero voleva sapere; poi guardò l’orologio e vide cha da lì a un’ora sarebbe tornata Sara.
Fece ripartire il filmato: Simona, tra le ovazioni generali, stava portando alla bocca il membro dell’Uomo Vassoio; poi la vide interrompersi , fermarsi per un attimo e guardare in direzione del divano, come se stesse chiedendo qualcosa a Donatella.
Per un istante, Fabio sperò che il buon senso avesse vinto, ma subito dopo vide che Simona prendeva un po’ di crema di gelato e la metteva sulla cappella del ragazzo.
Partì un bocchino strepitoso; le urla che lo accompagnavano ricordarono a Fabio la folla che incitava Ben Hur durante la corsa delle bighe.
Nel frattempo, Filippo si era avvicinato a Simona da dietro e le aveva slacciato la camicetta, scoprendole i seni generosi coperti da un reggiseno a balconcino. Angela, intanto, aveva cominciato a lappare un po’ del gelato che restava sulla pancia dell’uomo che, ormai, non guardava più nessuno dei suoi amici, ma pensava solo a godersi il lavoretto di quella tettona bionda piovuta dal cielo.

Fabio si chiese cosa stesse facendo sua moglie; da un lato si sentì sollevato dal non vederla prendere parte all’orrido pasto; dall’altro si sentì rizzare i capelli sulla nuca perché non vedeva più il nero.

Si sorbì altri sette minuti di bocchino al pistacchio: durante questi sette minuti, Angela aveva ripulito a linguate la pancia di Coda di Cavallo per poi scoprirsi le tette e strofinargliele in faccia.
Filippo, nel frattempo, aveva sollevato la gonna della praticante e le massaggiava le natiche con ambo le mani.
Finalmente, poi, Manila aveva ripreso anche il resto della stanza. Il tizio con gli occhialetti aveva in mano un po’ di CD musicali e ne osservava con attenzione i titoli, affatto interessato a ciò che stava accadendo intorno a lui.
Il nero, invece, si era seduto accanto a Donatella con cui aveva instaurato una fitta conversazione; il braccio del tizio era appoggiato sullo schienale del divano, dietro alla testa di sua moglie.
Il verme non si era presentato a mani vuote; infatti, aveva avuto la premura di portarle un bicchiere pieno di qualcosa. Fabio scommise con se stesso che non era acqua fresca.
L’inquadratura tornò sulla tavola. Filippo adesso sedeva sul bordo, mentre Angela si era accomodata su una sedia, di fronte a lui e gli stava slacciando i pantaloni. Fabio osservò che la gonna di Angela aveva esaurito la sua parte nel film; al suo posto, erano subentrati dei tanga rosa che esaltavano le belle chiappe della praticante.
Fabio maledisse tutti a denti stretti, poi si accorse di avere un’erezione. Ammise, allora, con se stesso che, in effetti, i contenuti erano eccitanti, ma la sostanza lo doveva fare incazzare. Come avrebbe reagito se e quando avesse visto sua moglie fare qualcosa? Pensò che lo avrebbe scoperto presto e attese che l’erezione passasse, ma non passò.

Un’altra inquadratura della zona-divano rivelò a Fabio che il braccio del nero era scivolato dallo schienale e ora cingeva la vita di Donatella, che continuava a chiacchierare e chiacchierare di chissà cosa. Lui la guardava negli occhi e annuiva ad intervalli regolari con uno strano sorrisetto: si vedeva chiaramente che non gliene fregava una cippa di quello che diceva ; sicuramente neanche la stava sentendo. Aveva gli occhi di colui che precorre i tempi sapendo che non c’è più nemmeno bisogno di stare in tensione, essendo tutto ormai scritto, e già pregustava…..

Quando Manila tornò a riprendere la tavolata, Fabio vide che la scorpacciata di gelato era terminata. Adesso sul tavolo c’erano Simona ed Angela, completamente nude, sdraiate l’una a fianco all’altra.
Filippo aveva stappato l’ennesima bottiglia di spumante e le inondava sghignazzando, mentre loro emettevano gridolini isterici al contatto del liquido freddo. Il porco si premurava di aspergere soprattutto le tette ed il sesso delle due ragazze, mentre Coda di Cavallo aveva deciso di cominciare a “brindare” da solo, restituendo a Simona il favore che lei gli aveva fatto prima.
Poi, i due uomini si erano denudati completamente . Avevano i cazzi in tiro . Si sono distesi sulle due ed avevano cominciato a scoparle guardando la videocamera ed ammiccando, come a dire “Guardate un po’ che roba!”.
Manila, intanto, si era avvicinata al tavolo; la ripresa era stata molto mossa mentre si sbarazzava della gonna, poi si era inquadrata dall’alto rivelando alla platea di futuri spettatori che si era praticamente seduta sulla faccia di Simona, costringendola a leccarle la fica.
Da quella posizione, Manila poteva anche riprendere frontalmente i due uomini che avevano smesso di salutare e si dedicavano con impegno a scopare le due ragazze.
Dopo pochi minuti, Manila aveva deciso di farsi dare una ripassata anche da Angela e si era spostata su di lei; aveva inquadrato Simona che le aveva risposto con un lascivo movimento di lingua , verosimilmente aveva gradito questa esperienza lesbo. L’idea del cambio di Manila doveva essere piaciuta ai ragazzi, perché anche loro si erano dati il cambio. Nello spostarsi, avevano lasciato intravedere quello che, più in là, stava accadendo sul divano.
Fabio ebbe una stretta al cuore quando vide che Donatella stava dando un bacio appassionato al nero. Fermò il filmato e si fermò ad osservare sua moglie; sembrava il tenente di CSI davanti al fermo immagine di una videocamera che avesse ripreso di sfuggita un sospetto serial killer.
Si sorbì altri cinque minuti di orgia sulla tavola, ma non era più eccitato da quella scena. Aveva la frenesia di sapere cosa stesse facendo Donatella, anzi, riflettè che era più appropriato dire “cosa avesse fatto Donatella”, ma ormai aveva perso completamente la cognizione del tempo.
Tornò al filmato.
Manila sembrava essersi accorta che qualcosa accadeva anche da altre parti, visto che si era alzata prontamente spegnendo la videocamera. Quando l’aveva riaccesa si vedevano Donatella ed il nero sempre seduti, solo che lei era china su di lui e muoveva ritmicamente la testa.
Fabio si passò la mano sulla fronte; si capiva chiaramente che sua moglie stava sbocchinando quel tale al quale era stata presentata soltanto pochi minuti prima. Questa scena, tuttavia, era priva della furia orgiastica che caratterizzava l’ammucchiata sul tavolo; i movimenti di Donatella erano dolci e profondi e, anche se Fabio non poteva vederla in volto, poteva immaginarla con gli occhi chiusi e l’espressione assorta che lui conosceva bene in quei frangenti. Il nero, a sua volta, si era abbandonato sullo schienale del divano e la fissava amorevolmente; a Fabio ricordò lo sguardo di King Kong mentre osservava la bionda svenuta nel palmo della sua mano.
Al di là del divano, Fabio poté notare che Occhialini Tondi stava ancora scartabellando tra i CD musicali, impippandosene di tutto e tutti.

Fabio fermò per l’ennesima volta il filmato e si appoggiò sui gomiti con il volto tra le mani. Attese di cominciare a piangere, ma si accorse di non averne la necessità. Curioso: doveva sentirsi molto triste, invece. Decise che si trovava in uno stato di choc, in cui la profonda delusione si mescolava con la furia e la tristezza dandogli la momentanea illusione di non provare nessuno di questi sentimenti. Si concentrò allora sul proprio stato d’animo, ma ciò che riuscì a far emergere furono soltanto la smania e la curiosità di continuare a guardare, nonché una poderosa eccitazione che lo sconvolse: come poteva essere eccitato mentre sua moglie spompinava un altro uomo?

Quando riavviò la riproduzione, poté avere conferma che: a) sua moglie stava effettivamente sbocchinando il ragazzo di colore; b) l’espressione che aveva era quella che effettivamente si era immaginato.
Manila, infatti, aveva lasciato la videocamera al nero che, adesso, poteva riprendere ben bene il lavoretto che sua moglie gli stava facendo.
Donatella doveva essere ubriaca di brutto, pensò Fabio, perché teneva in bocca un membro che, a suo avviso, avrebbe fatto scappare, e di corsa, una donna sana di mente e con un minimo di istinto di conservazione.
Non era tanto la lunghezza, seppur non disprezzabile, a sconvolgere Fabio, quanto la larghezza; Donatella non riusciva nemmeno a cingerlo con la mano. Riusciva, però, a prendere la cappella in bocca, alternando succhiate a lavori di lingua su tutta l’asta.
Il nero, osservò Fabio, doveva aver preso molto a cuore la sua promozione a cameraman, visto che con la mano libera, con la scusa di carezzare Donatella e assecondarne i movimenti, scostava i suoi bei capelli castani, così da consentire alla futura platea di avere un’immagine chiara ed inequivocabile di ciò che stesse accadendo.
Fabio non poté fare a meno di ammirare la perizia e la prontezza di spirito di sua moglie; la prova era certamente impegnativa e, verosimilmente, ma ormai non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, quello era il primo cazzo che non fosse il suo con il quale si cimentava e se la stava cavando alla grande. Certo, pensò, sarebbe stato interessante vedere la reazione di Donatella appena aveva visto con che razza di arnese aveva a che fare; gli sarebbe piaciuto sapere con quali discorsi era stata sedotta e quanto avesse dovuto faticare il tipo per farla capitolare. Sarebbe stato interessante? Gli sarebbe piaciuto? Ma che stava diventando un depravato? L’erezione persistente gli suggerì una risposta che ancora non voleva nemmeno prendere in considerazione.

Fermò il filmato per andare al bagno, sperando che un bella pisciata gli facesse passare quell’oscena quanto mai inopportuna erezione . Si immaginò in uno studio televisivo, seduto su una sedia e avvolto da una penombra azzurrognola.
Una voce fuori campo gli chiedeva : “Come ha scoperto questa tua tendenza voyeuristica?”

Lui rispondeva con una voce metallica e camuffata : Stavo navigando nella rete quando ho scaricato un video in cui c’era mia moglie”

Scacciò questa immagine e tornò al computer.

Donatella continuava a succhiare e leccare, mentre il negro aveva smesso di carezzarle il capo; ora, le aveva tirato la gonna sui fianchi, spostato gli slip e aveva preso a penetrarla con il suo ditone. Poi, Donatella aveva fatto una cosa che lui non aveva mai visto farle. Il nero le aveva avvicinato il dito e lei, la sua schizzinosissima Donatella, lo aveva succhiato con aria beata; poi aveva ripreso a ciucciare quel grosso cazzone con rinnovato entusiasmo.
Il ditone era tornato nelle parti basse e sua moglie aveva cominciato a mugolare.
Poi, il nero l’aveva fatta scostare e lei con grazia ha fatto scivolare le sue mutandine a terra e poi ha aiutato lui a togliere i pantaloni e i boxer.
Il nero, poi, l’aveva fatta sedere su di lui. Mentre si accomodava, Donatella aveva emesso un lungo gemito di dolorosa soddisfazione. L’inquadratura non era ottimale, così il ragazzo aveva richiamato Manila per le riprese.
Manila li aveva raggiunti completamente nuda e con le tette vistosamente arrossate.
Adesso la visuale era molto migliore e permetteva di vedere bene come il grosso cazzo affondasse nella fica di Donatella, allargandola all’inverosimile. Fabio si stupì di quanto potesse essere elastica una vagina
Sua moglie cavalcava il negro che le succhiava i capezzoli e le mordeva le spalle emettendo, ogni tanto, dei gemiti . Poi, il porco, le aveva cominciato ad accarezzare le natiche e infine le aveva messo un dito nel culo.
Il culo per Donatella era sacro: soltanto in rarissimi casi a lui era consentito di infilarle, con molta dolcezza, un dito, anzi, una falange.
Il ngro, invece, senza neanche chiederle il permesso, le aveva semplicemente spinto un ditone intero tutto su, lungo lo sfintere, mentre continuava a scoparla. E cosa aveva fatto lei? Si era forse lamentata? Gli aveva forse detto “Ehi, che modi sono? Usa più delicatezza”? No! Aveva semplicemente usato una mano per allargarsi meglio le chiappe! E godeva di quella doppia penetrazione!

Fabio si accese un’altra sigaretta e si rese conto che ormai il cazzo gli doleva. Non provava rabbia nei confronti di sua moglie, e questo lo sconvolgeva. Cosa ancor più sconvolgente, era che era rimasto estasiato dalla natura così porca di Donatella; lui l’aveva sempre considerata la sua brava ragazza; non l’aveva mai immaginata in simili frangenti, perciò il vederla così l’aveva spiazzato. Era preparato ad incazzarsi per una tresca che andasse avanti da qualche mese, magari con un collega di lavoro o un comune amico, non per un’orgia con dei perfetti estranei.
Aspirò una lunga boccata di fumo che quasi lo stroncò, poi, tossicchiando, tornò a guardare il video.

Donatella aveva continuato a cavalcare quel palo d’ebano urlando senza ritegno ancora per un po’; poi era successo qualcosa. Sul divano, infatti, si era andato a sedere Occhialetti Tondi, che ancora teneva in mano la custodia di un CD. Il nuovo arrivato, con aria distratta, aveva cominciato a conversare col nero, senza degnare di uno sguardo Donatella che, intanto, raggiungeva sicuramente un orgasmo sconquassante. Poi, si era tolto la cravatta e l’aveva passata, a mo di cappio, intorno al collo di sua moglie, che nel frattempo si era fermata per riprendere fiato.
Il nero era rimasto seduto, mentre Occhialetti Tondi aveva costretto Donatella a scendere dal divano, tenendola al guinzaglio come un cane; poi le aveva afferrato una ciocca di capelli, strappandole un urlo, e l’aveva fatta inginocchiare davanti al cazzo del nero, al quale aveva affidato il cappio-cravatta. La cappellona del negro era subito scomparsa nella bocca di Donatella. L’uomo con gli occhialetti, nel frattempo, si era tolto la cinta con movimenti lentissimi, poi si era tirato fuori l’uccello ed era tornato a sedersi vicino al compare, passando anche la cintura intorno al collo di Donatella. Era così cominciata una sadica gara di “tiro alla bocca” tra i due uomini, che si contendevano i bocchini di Donatella tirandola ognuno verso il proprio cazzo.
Il giochino era durato alcuni minuti, durante i quali Fabio aveva temuto per l’incolumità della sua signora, dimenticandosi, ancora una volta, che quello che vedeva era già successo da un pezzo; poi Occhialetti Tondi aveva costretto Donatella, sempre tirandola per la gola con la cinta, a sedersi sul nero, questa volta dandogli le spalle. Donatella si era subito infilata il cazzone in figa, ma l’altro le aveva dato un sonoro ceffone fissandola gelido. Sua moglie si era paralizzata, guardandolo con aria interrogativa; si era portata una mano sulla guancia colpita e gli occhi avevano cominciato ad inumidirsi. Allora l’uomo, con una mano, l’aveva afferrata con violenza per i capelli, si era avvicinato a pochi centimetri dal suo volto e le aveva detto qualcosa; poi le aveva sputato in faccia.
A questo punto Donatella aveva cominciato a singhiozzare, scuotendo il capo in segno di diniego.
L’uomo l’aveva colpita di nuovo, due volte, mentre il nero la teneva ferma, con un sorriso beota, stringendola con la cravatta.
Donatella aveva fatto un cenno di resa con le mani e, sempre piangendo, aveva afferrato il cazzone del ragazzo di colore.
Fabio capì cosa le avesse ordinato quel sadico quando vide che sua moglie aveva qualche difficoltà nel sedersi: doveva prenderlo nel culo.
Invece di essere incazzato, come l’occasione avrebbe imposto, Fabio si protese con il corpo in avanti, verso il monitor, desideroso di vedere se e come sarebbe potuto entrare un simile arnese nel sacro e inviolato sfintere di Donatella e, al contempo, eccitato come mai lo era stato in vita sua. Capì che gli eventi lo stavano travolgendo e segnando per sempre e che ormai era tardi per tornare indietro: aveva visto troppo. Era come se Mario Tozzi si fosse avvicinato troppo, durante un’eruzione, ad uno di quei cazzo di vulcani che lo attizzavano tanto e, avendo capito di non aver più via di scampo, avesse deciso che tanto valeva godersi lo spettacolo e studiare per l’ultima volta il fenomeno da un’angolazione di cui nessun altro avrebbe mai beneficiato.
Tornò a guardare sua moglie.

Donatella aveva armeggiato un po’, poi, con aria colpevole, si era come scusata per il fiasco, coprendosi subito il volto per paura di essere picchiata di nuovo. Allora, il sadico con gli occhialetti, era scomparso per pochi secondi dalla scena; poi, era tornato con un flacone di sapone liquido, probabilmente raccattato nel bagno. Quindi, Occhialetti Tondi, aveva preso la cravatta dalle mani del negrone ed aveva brutalmente costretto Donatella a sollevarsi, passando il sapone al compare .
Mentre il nero si ungeva la cappella e lubrificava anche l’ano di Donatella, Occhialetti Tondi continuava a tenere la donna ferma, in posizione semi-eretta, stringendola per la gola con quel cappio di fortuna; a Fabio ricordò una vecchia foto di suo nonno che mostrava all’obiettivo una grossa cernia tenuta per le branchie.
Poi, quando il nero lo aveva ritenuto opportuno, Donatella era tornata a sedersi. Anche stavolta la discesa era stata più lenta della prima volta, quando si era accomodata per prenderlo in figa, ma evidentemente i due avevano visto giusto perché, man mano che si sedeva, Donatella emetteva un urlo sempre più acuto, cercando di divincolarsi; il nero,però, aveva ripreso possesso della cravatta e, non solo le impediva di rialzarsi come avrebbe disperatamente voluto, ma la costringeva inesorabilmente ad impalarsi. Le urla di Donatella avevano raggiunto tonalità inesplorate all’orecchio umano, quando si era seduta del tutto; gli occhi, ancora lucidi dal pianto, erano sgranati e la mano andava a coprire la bocca, aperta in un urlo di dolore. A Fabio fece venire in mente la scena della madre nella Corazzata Potemkin, quando vede la culla cadere per la scalinata.
Nel frattempo, richiamati dalle urla, si erano avvicinati anche i quattro dell’orgia sul tavolo; i cazzi mosci di Filippo e di Coda di Cavallo erano un chiaro indizio che l’ammucchiata ,almeno per loro, si era conclusa.
Donatella era rimasta per alcuni secondi immobile, mordendosi una mano; l’altro braccio era sospeso a mezz’aria, di lato, con la mano spalancata, quasi a chiedere teatralmente di aspettare in ossequioso silenzio che lei metabolizzasse quel dolore mai provato prima.
Era stato Occhialetti Tondi a rompere l’incantesimo, acciuffando Donatella per una ciocca di capelli e costringendola a salire e scendere, salire e scendere da quel tronco disumano.
Ora, Donatella, non urlava più come prima; tuttavia, ogni volta che ripiombava sul pube del negro, accompagnava il movimento con un gridolino di sofferenza; intanto, aveva ricominciato a piangere.
Il nero, da Fabio soprannominato Culo di Piombo, visto che non si era mai mosso da quella posizione seduta, aveva sincronizzato i propri colpi con le discese della sventurata, per ottenere il massimo della devastazione. Donatella, nel frattempo, si era portata le mani al volto.

“Forse, se qualcuno pensasse alla fica di questa troia, il dolore sarebbe più sopportabile” aveva sentenziato Occhialetti Tondi, rivelando una parte umana di lui sulla quale Fabio non avrebbe scommesso.

“Pensaci tu, Fra'”, aveva risposto, di rimando, Culo di Piombo, con voce strozzata.

E così anche Occhialetti Tondi aveva un nome; “Fra'” stava per Franco? Oppure per Francesco? O, magari, per Fra Cacchio da Velletri?

Fatto sta che “Fra'” aveva dato un sonoro ceffone a Donatella, facendola cadere all’indietro di modo che aderisse con la schiena al petto di Culo di Piombo, offrendogli la fica.
Prima che “Fra'” le salisse sopra, penetrandola, Fabio ebbe modo di osservare al meglio, grazie a quella nuova posizione, gli effetti devastanti della prima inculata di sua moglie, per la quale già mezza falange era motivo di angoscia.
Il culo di Donatella era letteralmente pieno di quella carne nera, che stantuffava incessantemente; per un attimo, Fabio credette di scorgere un rivoletto di sangue scuro tra le chiappe di sua moglie, ma non ne fu certo. Fabio ricordò che durante quell’anno, in effetti, il dito era entrato molto meglio nel culo di Donatella e lei si era lamentata di meno; lui aveva creduto che lo sfintere si stesse pian piano abituando e si era fatto dei calcoli per cui, nel giro di un annetto ancora, avrebbe potuto perfino cominciare ad accostarci il suo rispettabile, onesto ed italico membro.

Occhialetti Tondi, per gli amici i “Fra'”, era entrato dentro sua moglie senza alcuna delicatezza, afferrandole le caviglie e tenendole, in tal modo, le gambe oscenamente spalancate. Donatella, adesso, riempita avanti e dietro, non gridava più, ma emetteva dei rantolii che potevano essere di dolore o di piacere.

Fabio allungò la mano sinistra per afferrare il pacchetto di sigarette, deconcentrandosi dal filmato, e si accorse che, per qualche misterioso motivo, il suo cazzo gli era finito nella mano destra. Era dunque così normale eccitarsi nel vedere la propria donna usata, ai limiti della violenza, da altri uomini? Era talmente normale da non rendersi nemmeno conto di spippettarsi di fronte a queste scene? In un moto di vergogna, Fabio si richiuse i pantaloni, pregando Iddio che l’eccitazione lo abbandonasse. Per un attimo, si rivide nello studio televisivo, mentre spiegava, con voce criptata, come era diventato un depravato.

La scena, comunque, doveva essere piaciuta non solo a lui, visto che Filippo e Coda di Cavallo mostravano chiari segni di imbarzottimento; i due, cazzi in mano, si erano avvicinati a Donatella, giungendo da opposti fronti. Fabio si rese conto che per Donatella il peggio doveva essere passato, visto che, sempre rantolando, questa volta con gli occhi socchiusi, aveva afferrato di sua sponte gli uccelli, portandosi in bocca quello del collega Filippo e masturbando quello di Coda di Cavallo.

Il primo a venire era stato proprio “Fra'”; poco prima di schizzare aveva cominciato a dare colpi sempre più forti e veloci, con una violenza talmente inaudita che a Donatella era sfuggito il cazzo di Filippo di bocca; poi, le era uscito da dentro e le aveva schizzato in viso. Filippo, allora, che forse non aveva alcuna intenzione di toccare lo sperma del compare, aveva preso il suo posto tra le cosce di Donatella. Fabio osservò che a “Fra'” si poteva dire tutto, meno che non fosse un amante dell’igiene personale. Il tizio, infatti, dopo essere venuto, aveva afferrato una ciocca dei capelli di sua moglie e l’aveva costretta a pulirgli il cazzo con la lingua per almeno due minuti buoni; infine, l’aveva colpita sul viso con uno schiaffo per l’ultima volta ed aveva abbandonato la scena.

Il secondo a venire era stato il Nero. Aveva rovesciato la testa all’indietro, mentre ancora inculava Donatella, ed aveva fatto una smorfia a denti stretti ed un ululato ha accompagnato il suo sperma salire nel culo di lei.. A Fabio ricordò King Kong sul grattacielo, subito dopo essere stato colpito dalla raffica degli aerei. Poi, aveva fatto spostare Donatella e se ne era andato; lei aveva urlato quando le aveva estratto il pene dall’ano, poi si era adagiata sul divano. Filippo, durante tutti questi spostamenti, le era rimasto dentro, ma aveva fatalmente perso il ritmo; era un po’ buffo vedere come rollasse tenendola per le caviglie: sembrava vagamente un pilota di motocross su uno sterrato particolarmente impegnativo; poi, però, quando il Nero se ne era andato, aveva ripreso con rinnovato entusiasmo.
Coda di Cavallo, nel frattempo, aveva dimostrato di essere meno schizzinoso di Filippo, poiché non si era fatto troppi problemi ad infilarlo in bocca a Donatella.
Quando mancavano pochi minuti alla fine del filmato, Filippo era uscito dalla fica di Donatella e le aveva accostato il cazzo al volto, masturbandosi, imitato da Coda di Cavallo; poi, attirando l’attenzione con un gemito, era venuto. Donatella aveva ricevuto il primo schizzo sul sopracciglio, poi aveva preso in bocca il pene del collega, spremendolo con la mano.
Poi, era stata la volta di Coda di Cavallo; stessa, identica procedura.
Il filmato terminava con Donatella che si alzava dal divano, lasciando sul tessuto una vistosa macchia di sperma. Poi, il video terminava.
Fabio rivide più volte questa ultima scena; ciò che più lo impressionò fu la totale assenza di espressione che lesse sul volto di sua moglie; non si riusciva a capire se fosse contenta, incazzata o spaventata: assolutamente niente.
Improvvisamente, come un automa, quasi senza rendersene conto, Fabio andò a passo spedito al cesso e si masturbò. Venne in pochi secondi.
Dopo, lasciò un appunto alla segretaria e decise di uscire per schiarirsi le idee.
Mentre chiudeva la porta dello studio, si domandò di nuovo (ma stavolta senza angoscia) perché sua moglie lo aveva tradito. Non trovò una risposta esauriente; poi, si ricordò di una frase che aveva letto da qualche parte e che gli sembrò soddisfacente: ci sono mille buone ragioni per non fare una cosa ed una sola veramente valida per farla; e cioè, che la si vuole fare

Mogli e donne
Seconda parte

Angosciato pensavo al presente ed al futuro. Donatella continuava a tradirmi? Se si , quando ? Dove? Con chi? Domande a casaccio.
Mi dicevo: non sono uno sprovveduto; un pirla. Non ho costruito un’azienda di successo per caso. Pensa. Agisci.
Donatella è sempre in ufficio o a casa. La accompagno io al lavoro ed alla sera torniamo a casa quasi sempre allo stesso orario.
Sola con le amiche esce di rado e ciò non sarebbe in sintonia con un tradimento. Se fa qualcosa lo fa durante l’orario di lavoro e se sono coinvolti ancora Filippo e Simona la cosa sarebbe certa. Ma il loro è uno studio professionale serio , mi vien difficile da pensare che durante le ore lavorative….no, più facile a fine giornata.
Queste tortuose riflessioni ebbero il potere di calmarmi e di affrontare ,seppur con ansia i successivi giorni.
Non potevo francobollarla, ma avevo un idea in proposito.
Quando un pomeriggio mi chiamò per dirmi che avrebbe fatto tardi per impegni di lavoro mi organizzai e già dal primo pomeriggio ero piazzato, occultato, davanti il suo ufficio ad attendere.
Fu una lunga attesa perché sino a quando gli impiegati dello studio non uscirono, erano le 17.00 ,lei non uscì. Alle 17 e 15 lei e Simona comparvero . Parlavano animatamente e sorridevano e si avviarono verso una meta che non conoscevo. Io mi ero procurato come mezzo di locomozione un motorino sperando non prendessero la metropolitana, altrimenti avrei comunque rischiato seguendole a piedi.
Ebbi fortuna o sfortuna, punti di vista. Non andarono lontano . Cinque minuti di camminata ed arrivarono ad un anonimo, dignitoso palazzo. Simona usò delle chiavi per aprire il portone ed entrarono. Attesi qualche attimo e raggiunsi l’ingresso. Non vi era portineria ,ma citofoni. Quasi tutti recavano dei numeri e non dei nomi. Rischiai .Ne premetti alcuni a seguire sperando che qualcuno aprisse( si fa così)
Fui fortunato perché il click del cancello significava l’avvenuta apertura. Entrai e mi recai all’ascensore. Segnava che era fermo al quarto piano. Nessuno era entrato od uscito e pensai potesse essere il piano in cui Donatella e Simona potessero essere andate. Lo “chiamai” e per sicurezza andai al quinto. Senza far rumore e con grande attenzione ridiscesi, a piedi, al piano inferiore.
Sul pianerottolo, come in quello superiore, vi erano tre porte. Come nei film di spionaggio mi approssimai a ciascuna tendendo l’orecchio per cogliere voci all’interno. Alla seconda porta sentii la cristallina voce di Simona e poi quella di Donatella. Erano li,4° piano- interno c.
Scesi a piedi al piano terra chiedendomi cosa fare.
Nel patio, c’era una bacheca con degli avvisi per i pagamenti e notizie riguardanti i condomini e c’era anche un foglio con un numero di telefono, ed un nome, di colui che “gestiva” le eventuali problematiche condominiali.
Presi nota .
Mia moglie tornò alle 8. Le chiesi come fosse andata la giornata?
Faticosa e piena di rogne.
Quella notte non ebbi il coraggio di toccarla.
Sono una persona di ingegno ed il giorno dopo chiamai il numero del factotum.
Dissi che avevo visto dei cartelli affittasi e che ero interessato ad affittarne uno. In particolare conoscevo già il palazzo e qui tentai la sorte . Gli dissi che anni prima dei miei conoscenti abitavano li e mi avevano invitato a casa loro. Mi era piaciuta molto e speravo fosse una di quelle in affittasi.
Il mio interlocutore era molto gentile e semplice e , magari aveva una percentuale se riuscivo ad affittare, mi chiese quale appartamento fosse.
Dissi al quarto piano ,quello centrale. Mi disse : ah il c. Si è molto bello; purtroppo è già affittato da un paio d’anni da un avvocato il dr Filippo. Sa è molto gentile. Ho fatto dei lavoretti per lui nell’appartamento, So, me l’ha detto lui, che non ci vive abitualmente, ma essendo vicino al suo ufficio quando lavora sino a tardi si ferma qui.
Peccato mi disse, vuol vederne altri?
Perché no? La richiamo prefissare un appuntamento e riattaccai.
Da adesso non potevo più fare da solo, ma in quei giorni avevo elaborato la mia strategia.
Chiamai la mia agenzia investigativa di fiducia a cui abitualmente mi rivolgevo per verificare l’affidabilità di potenziali clienti ( ho in gioco masse di denaro importanti). Sapevo che si occupava anche di casi diversi e sapevo con certezza che ero per loro un ottimo cliente. Chiesi del proprietario che conoscevo personalmente e bene. Fissai un incontro con lui sapendo che la mia richiesta sarebbe stata border line , anzi oltre la linea .
Era un uomo di mondo, ascoltò le mie richieste . Non ci fu bisogno di approfondire più di tanto, comprese. Mi disse che sarebbe stata un’azione complessa ( intendeva pericolosa e cara), ma aveva compreso che per me era importante ed ero disponibile a molto.
Chiesi di essere presente ai lavori.
Due giorni dopo mi chiamò per darmi le necessarie indicazioni. Il giorno successivo alle 10,00 ,travestiti con una divisa da collaboratori delle linee elettriche come nei film americani lui, un suo collaboratore ed io eravamo davanti al portone incriminato ed attendavamo il factotum. Era stato contattato da loro dicendo che in centrale risultava un problema alle linee elettriche del palazzo e che dovevamo intervenite. Lui aveva detto che non gli risultava, ma non c’era problema se volevano verificare.
Era, come lo era stato al telefono , gentile e disponibile. Si presentò come signor Aldo. Ci accompagnò sotto alla centralina elettrica dove i miei soci finsero di armeggiare all’impianto concludendo che era quasi tutto ok salvo un piccolo inghippo ad un appartamento. Gli indicarono quale ( che caso corrispondeva a quello del quarto piano, l’interno C)
Se lui voleva potevamo risolvere subito.
Per essere gentile con il signor Filippo, il signor Aldo disse che andava bene e che avrebbe poi avvisato lui chi ci abitava che non era presente in quel momento.
Ci accompagnò su. Apri la porta.
Ero molto curioso di vedere il luogo dei misfatto sessuali di mia moglie e della sua amica.
Disse : iene usato poco e solo in modo straordinario ,è un po’ così.
La porta apriva su un soggiorno con angolo cottura. L’arredamento era al minimo. Un tavolo con quattro sedie, due sedie appoggiate al muro; un divanetto ed un mobile. Nell’angolo una piccola ,completa, cucina.
I colleghi posarono gli attrezzi e “curarono” la centralina elettrica” posta all’ingresso . Dissero che c’erano delle dispersioni e dovevano individuare dove. Chiesero di vedere tutte le stanze. Vi era un bagno completo di doccia con qualche asciugamano e oggetti da toilette ( non vi era la presenza di lavatrice e ciò confermava il non uso dell’appartamento ).
L’ultima stanza era la camera da letto. Era veramente particolare. Guardammo insieme ,come in un film comico , il signor Aldo che era visibilmente imbarazzato.
Vi erano due letti alla francese ( sono letti da una piazza e mezza) divisi da un comodino con su un abat jour. Ai piedi di ciascun letto un sedia ,nessun altro mobile. Quello che contraddistingueva la stanza erano dei grandi specchi che “riflettevano” la stanza. Correvano per ciascun lato della stanza.
Il “ nostro capo” disse che avevamo bisogno di un po’ di tempo per il lavoro e che se il signor Aldo avesse altro da fare non ci sarebbe stato problemi. Il signor Aldo ci pensò un attimo.
Secondo me la sua riflessione fu: c’è qualcosa che può essere rubato? No .Allora possiamo farlo subito.
Ed allora disse: ho un lavoretto da fare ,sono giù ,se finite in fretta mi raggiungerete altrimenti verro io. Usci.
Gli altri lavorarono ed io feci un giro più approfondito dell’appartamento.
Nel mobile in soggiorno :una tovaglia, tovaglioli di carta, bicchieri, piatti ,l’occorrente per mangiare. Un po’ di bicchieri da liquore ed alcune bottiglie di superalcolici. Tutto spartano.
In cucina c’erano delle pentole, qualche duraturo alimento ; il frigo era vuoto salvo due bottiglie di vino frizzante. In quella casa tutto era al minimo. Non era per abitarvi, ma per scopare.
In camera da letto nel comodino c’erano : due scatole di preservativi di normale uso e dimensioni, una era aperta ed iniziata e quattro vibratori di forma diversa. Inoltre vi erano due lunghe e larghe fasce elastiche. Ci misi un po’ a capire a cosa servissero, ma ci arrivai.
Servivano ad unire i due letti per farli diventare un unico grande letto. Bastava spostare in fondo il comodino e poi unire e stringere tra loro i materassi evitando si formasse un fastidioso spazio nel centro. Ideale perché più persone potessero fare sesso insieme.
In venti minuti tutte le stanze furono “coperte” da occulte telecamere. Verificarono con un computer la funzionalità del collegamento. Tutto ok. Uno andò a chiamare il signor Aldo dicendogli che avevamo finito ed era tutto a posto. Il signor Aldo venne, guardò intorno verificando con una occhiata che nulla fosse stato manomesso od asportato e poi soddisfatto ci accompagno alla porta e chiuse l’appartamento. Noi tornammo all’ufficio “investigativo”.
Nell’ufficio investigativo il proprietario mi diede il computer usato per i collegamenti. Mi indicò le funzionalità ( non sono uno sprovveduto in merito) . Si raccomandò poiché quello era l’unico computer abilitato. Volendo avrei potuto anche registrare quello che si vedevo.
Con uno sguardo di comprensione, come sapesse….mi salutò.
Andai a casa e nel mio studio misi sottochiave il prezioso oggetto.
L’occasione di usarlo mi giunse la settimana successiva quando Donatella mi chiamò dall’ufficio per dirmi che faceva tardi per lavoro. Andai a casa che non è lontana dalla mia azienda e presi il pc portandolo al mio ufficio. Mi collegai, all’appartamento, pareva di avere una visione in HD, ed aspettando continuai a lavorare. Le ore passavano e nessuna novità sino a quando Donatella mi chiamò al telefono dicendo che era a casa e mi aspettava. Aveva davvero lavorato sino a tardi. Così avvenne altre due volte nella successiva settimana.
Cominciavo a disperare ,da una parte ero ansioso dal vedere( era come se la mia parte voyeuristica avesse preso il sopravvento e volesse vedere la mia non più casta moglie fare sesso con altri ) dall’altra ero contento (se non andava nell’appartamento vuol dire che non mi tradiva).
Ma arrivò quel momento che nello schermo del pc si aprì la porta dell’appartamento e comparvero mia moglie e Simona. Le amiche per la pelle in tutto e per tutto, anche nel letto.
Erano allegre ed eccitate. Due avvocatesse di successo :belle, giovani ed eleganti. Chiacchieravano come due monelle, amiche di vacanze e divertimenti.
Simona guardò verso la porta e : ma quando arriva ,sono di fretta. Mia moglie era più tranquilla e disse : tanto che aspettiamo facciamoci un aperitivo. Andarono in cucina e prese dal frigo la bottiglia del vino . Lo versò in due bicchieri e brindando a loro
Fu sufficiente quel solo bicchiere perché le loro gote si arrossassero e la loro voce diventasse ancor più allegra.
Si udirono delle chiavi “girare” nella toppa della porta ; i loro ed il mio sguardo si girarono alla porta. Entrò trafilato il loro collega, Filippo. Disse : scusatemi il capo mi ha fermato mentre stavo uscendo, ma eccomi; non perdiamo altro tempo.
Fece ridere le donne che si affiancarono a lui ed insieme si recarono presso la camera da letto. Mentre camminava, alla Ridolini , Filippo si stava sbarazzando della giacca, cravatta ed incespicando delle scarpe.
Donatella e Simona guardavano e ridevano.
All’ingresso della camera era rimasto in boxer e calze e guardava le ragazze senza capire perché non si svestissero anche loro.
Risolse il muto dilemma Simona: Fi (lo chiamava così), io sono di fretta, stasera sono fuori con mio marito e tra 10 minuti devo andare . Ho aspettato per tenere compagnia a Donatella .
Filippo si rivolse a Donatella, anche tu sei di fretta? Nooo vero?
No, io un’oretta ce l’ho.
Filippo si riprese: per fortuna .
Dai, ho una voglia pazzesca è una settimana che non scopo e mia moglie, facendogli eco ,come riflettesse ad alta voce anche io è quasi un mese che non faccio sesso ;non so cosa abbia mio marito ,ma non mi tocca nemmeno. Sarà stressato. Booh ( so ben io perché non riesco avvicinarmi a lei)
Poi Filippo si rivolse a Simona ,allora ci lasci? Più che una constatazione era un invito a rimanere.
Mi spiace devo andare , con un sorriso birichino, ma già che ci sono ti scaldo per lei.
E l’inappuntabile avvocatessa chiarì le sue parole. Lo spinse spalle al muro, contro uno specchio, prima lo baciò in bocca poi scese e gli calò a terra i boxer portando alla luce il suo già eccitato membro. Si sollevò la gonna sulle cosce che non la ostacolasse nel piegamento e gli prese l’uccello in bocca. Si dedicò ad un pompino dolce e continuo .Gli leccava il tronco dell’uccello e poi il glande; lo prendeva in bocca e poi lo faceva uscire e poi scendeva con la lingua alle palle per poi risalire e riprendere a pomparlo.
Mia moglie si era seduta sul bordo del letto e guardava una scena che mi vien da pensare fosse loro ben nota.
Il guardare la eccitava ed una sua mano scese a sollevare la gonna. Indossava una gonna blu a tubino e la mano ebbe difficoltà a farla risalire. Sculettò e si aiutò con la mano fino a che la stretta gonna non giunse, di traverso, quasi agli slip. Le sue belle e candide gambe erano quasi integralmente allo scoperto e quel momentaneo particolare “rivestimento” la rendevano ancor più appetibile e con mio sgomento sentii un fremito al mio basso ventre. La sua mano raggiunse la meta. La gonna era ora arrotolato fin sulla pancia. Le sue sexi traforate mutandine erano alla mia vista e si vedeva la sua mano muoversi dentro e le dita stavano certamente giocando con la passera.
Per comodità e piacere allargò le gambe mentre guardava come Simona spompinasse Filippo.
Quel riscaldamento, così l’aveva definito Simona durò quasi dieci minuti. Filippo disse basta ,così mi fai venire e Simona a malincuore lasciò la preda, Si rialzo e ricompose la gonna. Il cazzo di Filippo era irto e lucido di saliva.
Simona disse a Donatella: te lo lascio in forma fanne buon uso. Le fece un occhiolino; si girò verso Filippo gli diede un veloce bacio sue labbra e …devo correre. Domani , Donatella mi racconterai e quasi correndo lasciò l’appartamento chiudendosi la porta alle spalle.
Filippo era ancora poggiato allo specchio; il cazzo in tiro rivolto a Donatella. Donatella la mano in figa che guardava l’uccello di Filippo come fosse la prima volta, ma la prima volta non era.
Filippo si mosse e raggiunse mia moglie ,come preso da un raptus sessuale la girò di spalle e posandole una mano sulla spalle la fece piegare
Nel movimento la gonna di mia moglie ricadde a rivestirla, ma Filippo in un attimo gliela risollevò; non si prese nemmeno la briga di calarle gli slip ,li spinse a lato e poggiò il cazzo sull’ingresso della figa. Spinse ed entrato nel caldo tunnel disse: finalmente.
Mia moglie doveva essere molto eccitata perché accompagnò la sua penetrazione con un lungo siiiiii, ma ai primi movimenti del cazzo di lui, come se si fosse risvegliata da un sogno: no Filippo….il preservativo
Ed anch’io mi risvegliai da un insano erotico torpore
Tre mesi prima avevamo deciso insieme che era arrivato il momento di provare “ad ingrandire” la famiglia e Donatella aveva sospeso la pillola. Neanche a farlo apposta anche la sua amica Simona e relativo marito avevano preso la stessa decisione. ( le due amiche facevano proprio tutto insieme). Scherzando era nata una sorta di gara tra le coppie su chi sarebbe stata la prima ad arrivare alla maternità. Noi, io, per i motivi esposti avevo interrotto la “gara”.
Lui: dai Dona, sto attento
No, sono nei giorni più pericolosi
Lui: va bé, ma doveva essere infoiato ,(il lavorio di Simona l’aveva portato allo stremo)
Estrasse il bagnato cazzo dalla figa ,non le diede altra possibilità, lo puntò sullo scuro buco del culo spinse e superando l’anello anale la inculò. Devo dire che quando ha sentito la cappella nuda entrare non ha cercato di desistere e seppur sorpresa sorbì il nuovo amplesso e potei vedere che quasi in automatico portò una mano alla passera.
Filippo la teneva peri fianchi e come uno sbuffante treno a vapore muoveva il suo pistone avanti ed indietro.
Le parlava: è sempre bello tenerlo nel tuo culo ; è sempre stretto come fosse la prima volta, mi fa impazzire e continuava a trafficare in lei.
A Donatella doveva piacere, accompagnava l’inculata con la masturbazione e si vedeva il suo godere.
Lui rallentò il ritmo e liberando le mani le slacciò dapprima la camicetta e poi il reggiseno dicendole: così ti sento meglio. E si attaccò nuovamente a lei, ma non ai suoi fianchi, ma alle sue tette che adesso libere da imprigionamenti cadevano libere e diventarono proprietà delle mani di Filippo. Con questo nuovo, piacevole, ancoraggio Filippo riprese, il viso poggiato a fianco del collo di Donatella, ad incularla con rinnovato ritmo.
Donatella partecipava e diceva per sé e per lui.: mi piace prenderlo nel culo, mi fa male, ma mi piace
Lui: lo so e affondava e spingeva sempre più e il dolore passò lasciando spazio solo al piacere di Donatella che… “mmm ti prego continua”
“sì più forte ti prego” e il ritmo di lui si fece sempre più forte sino a dirle ” sto venendo” ” e mentre lo diceva affondava sempre più forte fino a quando non la riempi del suo liquido.
Senti come ti riempio, sei la mia troia”. Si fermò, sembrò un istante lunghissimo ,non si muoveva, poi tolse fil cazzo che fece uno strano rumore
Soddisfatto lui . Inappagata lei.
Era uno spettacolo vedere come l’anello anale di mia moglie fosse allargato e come fosse riempito di sperma.
Avevo il cazzo duro come il marmo
Mia moglie disse: vado in bagno. La sborra le scivolava ,dal non più buchino, lungo le chiappe cadendo per terra.
Lui si sposta nel soggiorno e poi in cucina .Prende l bottiglia di vino e riempie due bicchieri ed aspettò mia moglie.
Donatella era in bagno. Accovacciata sul bidet lasciava scorrere l’acqua sulle parti intime ed aiutata dalla mano si puliva dai resti dell’inculata e si dava sollievo all’usato buco.
Si asciugò con della carta igienica e lo raggiunse
Offrendogli il bicchiere lui rise guardandola. Pensi di stare sempre così o…? Non ti spogli? Devi andare?
Effettivamente era un po’ fuori luogo nella sua mise. Scalza , indossava solo la gonna ed io sapevo sotto gli slip.
Lei rise: effettivamente… e come una “consumata “ modella fece cadere sul pavimento la gonna e poi con un gesto erotico sollevò una gamba facendo scivolare gli slip in basso e poi si sbarazzò degli stessi scalciandoli a terra con l’altra gamba; poi si piegò per raccoglierli e da consumata troia ,per farlo ,si girò di spalle a Filippo piegandosi a novanta gradi mostrandogli il suo favoloso di dietro.
Poi si rigirò sorridendo e prese l’offerto bicchiere. Un cin cin , bevvero e posarono i bicchieri sulla tavola e poi…lui la prese per mano e guardandola negli occhi come per cogliere le sue reazioni.
Ti ricordi del mio amico per te e Simona ..mercoledì prossimo è qui. Ti va, vi va?
Silenzio un attimo, poi con un sospirone : va be’ proviamo.
Lui ok, organizzo e senza lasciarle la mano si spostarono in camera da letto.
Ho ancora voglia e tu? Era Filippo che parlava,
Io? Anch’io.
Si fermarono sul bordo del letto. I corpo si strinsero, le mani di lui sul culo di lei e viceversa , i visi si avvicinarono, le lingue si unirono. Il cazzo di Filippo (era in forma) si era già risvegliato.
E’ lei che lo spinge gentilmente sul letto.
Guarda l’ora. Abbiamo venti minuti.
Si mette tra le sue gambe , avvicina il viso al cazzo , con la mano destra lo afferra e lo tiene stretto tra mano e bocca, mentre con la sinistra va ad accarezzargli i testicoli.
Filippo sembra gradire, e le appoggia la mano sulla testa, costringendola ad
ingoiare maggiormente il cazzo, che sembra essergli sparito in gola.
Ad un tratto mia moglie si ferma, apre la bocca ed il cazzo gli esce . Filippo lo prende in mano, e glielo passa sul viso.
Lei rotea la testa, affinché il cazzo si strofini per bene per tutto in viso .
Filippo la ribalta, adesso è sopra di lei ,le ha divaricato le cosce e la sta palpeggiando la figa a piene mani.
Si sono “dimenticati “ il preservativo”?

Posso solo immaginare come sia bagnata e calda quella figa che conosco bene.
Posso solo immaginare come le dita scivolino dentro quella vagina calda ed
accogliente.
Osservo attentamente Filippo che mette il cazzo in posizione e si lascia cadere su lei e con un colpo secco lo infila.
Le gambe di Donatella hanno una contrazione, poi si rilassano, ed il ritmo di lui comincia ad aumentare.
Non vedo più il viso di Donatella nascosto dal corpo di Filippo , ma posso vedere i seni sussultare.
La sento mugugnare. Quasi un lamento.
Anche Filippo sta emettendo dei suoni gutturali.
Le gambe di Daniela sono leggermente alzate, alla ricerca di un maggiore contatto con il cazzo e si alzano ancor più per cingerlo intorno ai fianchi. Vedo i muscoli di mia moglie contrarsi e percepisco che sta godendo.
Filippo la sta sbattendo con grande violenza.
Il corpo di Daniela è tutto un fremito e la vedo sobbalzare sotto i forsennati e possenti colpi di cazzo
I seni sobbalzano incredibilmente e vedo le sue mani cingere le spalle di lui mentre probabilmente sta approssimandosi al suo primo orgasmo.
Ma lui si ferma un attimo prima interrompendo il suo ormai annunciato piacere.
Le dice: aspetta . Facciamo come piace a te.
Si alza dal letto. Prende una sedia e la mette con la spalliera appoggiata alla base del letto. Prende per mano la mia frastornata moglie.
Si siede sulla sedia rivolto allo specchio e la fa sedere di spalle su lui. Vedo il cazzo scivolare tra le cosce di Donatella e sparire nel suo grembo
Vedo ,vediamo .
La testa di lui fa capolino sulla spalla destra di lei. Le rotonde tette e gli eccitati capezzoli pare si poggino allo specchio tanto son presenti e visibili.
Le nude gambe di lei e lui sono divaricate e nelle pause dei movimenti il cazzo non è visibile. Si vedono i grossi testicoli e la parte bassa del cazzo che “esce” dalle divaricate labbra intime di mia moglie. Lui tiene una mano su una tetta, gliela sostiene e, stringe, gioca con lei e con l’altra facendo “rotolare” tra le dita gli eccitati capezzoli
L’altra mano è in basso è appoggiata sul grembo di mia moglie e tiene due dita unite che stanno sollecitando, scivolando sul cazzo, le “grandi” labbra e la clitoride che a volte , a seconda del movimento, appare a vista. Intorno a quel nocciolino gira il mondo della donne e di mia moglie in quel momento.
Donatella ha la schiena arcuata contro il petto di Filippo, per riuscire a stare in questa posizione ha le mani in alto e sono intorno al collo di Filippo che fa da perno.
Filippo spinge, per quanto gli è possibile il bacino e di conseguenza il cazzo verso l’alto , ma è mia moglie che guida le danze . Puntando i piedi per terra e avvalendosi dei muscoli delle gambe si alza e si cala su Filippo e nel movimento il cazzo esce quasi completamente dalla figa, apparendo in tutta la sua rigidità, per poi sparire al suo interno. Mia moglie spesso lancia sguardi affascinati a questo vedere non vedere, come se ciò le desse ulteriore piacere.
Ogni tanto ruota il capo verso Filippo ed in quel momento due lascive lingue si incontrano all’aperto”.
Continuarono così per almeno dieci minuti; ogni tanto mia moglie rallentava, quasi interrompeva il movimento di su e giù ,come volesse ritardare il momento topico.
Ma i loro movimenti stavano diventando sempre più frenetici ed i respiri più ansanti.
Filippo disse : non resisto più. Vieni.
Lei disse: anch’io.
In quel raro momento di razionalità lei sovvenne quanto dimenticato o accantonato.
Filippo: no dentro, non hai il preservativo.
E lui ,spingendo il bacino verso l’alto e provocandole una visiva fitta di piacere :dai , dai non fermarti . Ti piace. Ti piace sentire la sborra calda dentro e poi vederla scivolare lungo il cazzo.
Come se lui avesse toccato il giusto interruttore, che poi doveva essere lo stesso che avrebbe voluto schiacciare lei, mia moglie, senza dire altro, riprese il godurioso movimento.
Con quale maestria ,classe ,erotismo, condusse gli ultimi attimi. Mi parve si muovesse a rallentatore.
Stacca una mano dal collo di Filippo.
Si rialza sino a mantenere solo il glande in figa. Scende lentamente fagocitando e strizzando il congestionato pene nell’infuocato tunnel. Una sua mano è appoggiata sotto i testicoli di lui e li stanno dolcemente stringendo come ad aiutarli a produrre sperma per la prossima, vicina ,eruzione.
Gli occhi di Filippo sono chiusi e stretti come si sforzasse di rimandare per qualche attimo ancora l’orgasmo.
Mia moglie si rialza, sempre alla moviola, e si rivede il tronco del cazzo. Arriva in alto e si lascia velocemente cadere . Tre volte avviene questo. Poi quasi contemporaneamente esce un siiii dalle loro gole ed i lori corpi si scuotono febbricitanti. Hanno goduto insieme.
Le spalle di tutti e due si rilassano. La copula è terminata.
Guardano lo specchio mentre lei si risolleva rimanendo unita a lui solo per la presenza del glande in figa.
Rimane ferma ,alta, così.
Il cazzo è ancora sufficientemente rigido e si vede la sborra che scivola sul “tronco” e lungo le parti intime di mia moglie fino a cadere sui testicoli di Filippo.
Gli umori di lei e lui si mischiano e si vedono in modo indecente allo specchio.
I loro sguardi sono concentrati su questi uniti, pochi ,centimetri quadrati dei loro corpi .
(Quale particolare piacere provano e perché? E perché questa e la posizione che mia moglie preferisce?)
Prima che il cazzo , esaurito il suo sforzo ,si afflosci uscendo dalla piacevole tana, Filippo costringe mia moglie a girare il viso verso il suo , non le dà il tempo nemmeno d’aprire bocca, che già la sua lingua è alla ricerca della sua che… contraccambia.
Da lì…. il rivestirsi, il salutarsi , il vedere uscire mia moglie dall’appartamento e…
Un’ora dopo la raggiungo a casa .
E’ in cucina ai fornelli . Indossa una graziosa tutina da casa. E’ fresca, è bella come una rosa.
Vederla mi illumina .Giornata impegnativa, le chiedo’?
Si , al solito e mi dà un bel bacio . Un bacio che faccio diventare una “limonata” ed un “libidinoso” corpo a corpo”.
Che bello stringere nuovamente tra le braccia la mia dolce ed affettuosa mogliettina. Sentire le sue morbidità ed il suo intimo profumo. Mi sentivo già un unico corpo.
Non ho un uccello tra le gambe, ma un sasso.
Mi chiede: che hai? Stai bene? Hai voglia ? Finalmente, pensavo avessi dei problemi e non volessi dirmeli.
Non risposi e non persi tempo ; eravamo sul nostro lettone e stavamo facendo l’amore.
Sono normale?

La prima parte del racconto non è mia. Mi è stata ”passata “ dicendomi che è raccolta su internet. Mi è parsa avvincente e degna di essere messa a disposizione del lettore Milu . Ringrazio e faccio i miei complimenti allo sconosciuto scrittore.

 

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1. Capitolo 12. Capitolo 23. Capitolo 3

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Mogli e donne
Parte terza
Quella settimana feci l’amore con lei tutte le sere ed in ogni posizione ci passasse per la mente e ogni volta spingevo e lasciavo il mio seme in fondo la vagina. Razionalmente ed irrazionalmente pensavo che più avessi “seminato” più sarebbero state elevate le possibilità che una futura maternità sarebbe stata mio merito
Devo dire che non dovetti fare nessun sforzo, ne psicologico, ne altro per essere sempre” pronto”. Mi bastava rivedere mentalmente l’addio al celibato di Simona e/o la scopata con Filippo presso l’appartamento con cui ero collegato via internet, per avere delle “dolorose” ,piacevoli, erezioni.
Il mio uccello scorreva nella sua disponibile e calda vagina che per una naturale ,fortunata risorsa, avevo appreso, aveva una elevata elasticità da adeguarsi ad ogni uccello. Le sue pareti vaginali mi stringevano il cazzo come la prima volta ed non avrei mai potuto pensare che altri uccelli di dimensioni ben superiori avessero seguito lo stesso percorso. Me lo stringevano con fermezza dandomi un grande godimento( mi sono distratto scusate, ma mi piace fare sesso con mia moglie).
Donatella era felice quanto me delle mie voglie e durante il weekend accadde quello che anelavo da anni.
Quando, senza effettive pretese e speranze, approcciai delicatamente al suo culetto, a differenza di altre volte non fece resistenze, anzi colsi una sua passiva disponibilità. Forte di quanto, ormai purtroppo sapevo ,e della sua arrendevolezza saltai il fosso ed allora che feci?
La scopavo stando disteso su lei, quasi alla pecorina. Ero ben poggiato sulla sua collina e quando ritenni fosse calda a sufficienza ( l’indice era la presenza esagerati di umori in figa) estrassi il cazzo viscido e scivoloso ed aiutandomi con la mano poggiai il glande sulla rosetta.
Non mi attendeva e fece una naturale iniziale resistenza, ma alla successiva spinta l’anello cedette e mi trovai in paradiso.
Un ohh ,presumo di piacere da parte di mia moglie accompagnò l’ingresso; al ohh si unì un ahi, fai piano ,no piano, fa male.
Era una brava attrice ed io sostenni il suo “dolore”:no ,faccio piano , ce la fai?
Provo ,ma fai piano.
Devo dire che anche per questa parte dovetti condividere quanto detto da Filippo. Era tanto stretta che davvero potevi pensare che fosse la sua prima volta. Se non era la sua era comunque la mia prima volta e ne ero deliziato e felice.
Che sensazione paradisiaca. Ero entrato finalmente nel buco nascosto di mia moglie.
Sentivo una piacevole pressione sul pene ed ad ogni spinta il canale si allargava sempre di più, ma la piacevole sensazione di pressione rimaneva, rinforzata dal sapere che quello che penetravo era il culo di mia moglie .
Dapprima lentamente poi sempre con più intensità finalmente conquistai il mio diritto al possesso perpetuo di quel bellissimo culo
Mia moglie mi implorò di sborrare dentro, di riempire il suo culetto. Non aspettavo altro , ero troppo eccitato e quando finalmente le sborrai dentro ne godetti in modo sproporzionato e mi sentii il padrone del mondo.
Dopo la riempii di baci e carezze per ringraziarla di quanto mi “ aveva, soffrendo, donato”.
Quel week end feci l’amore con lei tre volte per giorno utilizzando tutte le sue aperture. Sperai di essere riuscito ad inseminarla.
E intanto il mercoledì si avvicinava ed ogni tanto il mio pensiero cadeva su quello che sarebbe avvenuto.
La sera dopo torno a casa presto dal lavoro. Sono stanco; quello che sta avvenendo in questi giorni che vede coinvolta mia moglie e la sua amica più il lavoro, ho un azienda da mandare avanti, stanno influenzando il mio stato fisico e mentale . Ho la testa pesante per questi pensieri, vado nel mio studio e mi siedo sulla mia comoda poltrona, la mia mano in automatico ha attivato il collegamento con l’appartamento. Guardo distratto, sono le diciassette e Donatella è al lavoro, non ha chiamato quindi tornerà a casa per la solita ora. Circa le diciotto e trenta. Rifletto con amarezza sui suoi “futuri impegni”.
All’improvviso, nello schermo, vedo la porta dell’appartamento aprirsi ,compare il “gentile” factotum. Penso sia li per fare qualcosa, pochi attimi ed una figura femminile con il viso parzialmente nascosto dal viso di Aldo compare. La fa entrare ,chiude a chiave la porta e si gira verso lei dicendo: finalmente ,si è fatta aspettare, i patti erano diversi. La figura femminile si sposta, vedo il suo viso, santiddio è mia moglie… che cazzo succede ? E’ ancora peggio di Beautiful ,la saporosa telenovela
Lui: gli accordo li abbiamo fatti sei mesi fa ed erano chiari. Lei, io e la sua amica Simona dobbiamo rispettarli. Io mi sono impegnato a non raccontare in giro ,cara avvocatessa Donatella …… (il mio cognome)…….cosa venite a fare qui lei e la sua amica. Mi sono impegnato e mi impegno a coprirvi con gli altri inquilini che a volte mi chiedono con sospetto che hanno visto persone esterne al palazzo e sentito schiamazzi e … ..E io devo dire bugie.. che no, sono persone di uno studio legale che alloggiano qui in occasione di trasferte di lavoro ed altre storie.
Gli accordi sono che voi due volte al mese ,una volta a testa lei e la sua amica (notai il suo dare sempre dando del lei), eravate a mia disposizione per mezzora per tutto quel che volevo. Adesso tocca a lei, ma sono passate tre settimane da quando ho incontrato la sua amica ,l’avvocata Simona, (continuava ad essere deferente anche in queste occasioni)e …non si fa, disse scuotendo la testa, i patti sono patti.
Mia moglie: scusi ha ragione non capiterà più ,non è colpa mia ma……..
Bha, be, che sia l’ultima volta. Facciamo… che mezzora passa in fretta. Almeno si messa come mi piace? La sua amica la volta scorsa è stata fantastica.
Si, si ho fatto.
E allora sa cosa fare.
Mia moglie poggia la borsa sul tavolo e si allontana da lui che si siede sul divano
Si pone di schiena a lui e si piega lentamente, ma proprio lentamente. La testa scende verso il basso ,le mani passano dai fianchi alle cosce arrivano alle ginocchia e poi si stringono intorno alle caviglie . In quel lento movimento il vestito tendendosi è salito sino all’inizio dei glutei per restare li bloccato, perché stretto, lasciando scoperto parte del culetto .
Lui seduto si era slacciato i pantaloni ed aveva estratto il membro e lentamente si segava guardando il panorama offerto da mia moglie
Poi spazientito dal vestito che le copriva parzialmente i glutei disse :lo tiri su con le mani. Mia moglie con una mano lo sollevò facendolo arrivare alla base della schiena.
Il culo, nella sua bellezza, era completante esposto. Lo si vedeva tutto perché mia moglie indossava un tanga, presumo, poiché da dietro si vedeva solo il filo di tessuto che si insinuava nel solco del culo.
Un culo alto, tondo, imperiale.
Lui le disse: si così bravissima .
Rimira il posteriore di lei per un paio di minuti continuando a segarsi l’uccello diventato rigido, era un uccello ,a vista, di normalissime dimensioni.
Le disse: venga.
Mia moglie si rialzò facendo cadere il vestito che le ricopri il culo. Doveva essere un clichè consolidato perché non vi furono spiegazioni. Gli si avvicinò; gli si inginocchiò davanti e gli prese il pene in bocca.
Lo prese in bocca facendo subito seguire il sacro movimento di su e giù; lui le pose le mani in testa seguendo e dando ritmo al pompino. Ebbi l’impressione che potesse finire con una sborrata in bocca ,lei si interruppe, lo tolse dalla bocca e gli chiese così o… ?
Lui :no, oggi no, andiamo di là.
Si alzarono e come due “sconosciute, indifferenti persone” andarono in camera da letto. Lei completamente vestita, lui con il cazzo che spuntava dai pantaloni.
Mia moglie guardò il suo orologio e gli disse: abbiamo un quarto d’ora, poi devo scappare
E lui: bastano ,bastono
La fece appoggiare al bordo del letto alla pecorina, le sollevò il vestito e le spostò lateralmente, su una chiappa, il filo che sostiene il tanga.
Si piegò anche lui per leccarle per bene la figa . Mia moglie sembrava indifferente alla cosa ,ma dopo un po’ , lui : è inutile che fai finta di non sentire, hai la figa che è un lago. Sei una troia . ( il linguaggio si era adeguato alla situazione).
Si risollevò e fece una cosa che mi sorprese; le schiaffeggiò le tornite chiappe con delle sculacciate ben assestate e le diceva: troia, sei una troia a cui piace il cazzo
Mia moglie non parlava ,ma non si spostava. Potevo vedere i primi segni rossi sul suo bianco culo
Quando lei disse: no, basta poi, si vede…Lui disse: allora dillo o non smetto.
E lei: si, si sono una troia e mi piace il cazzo
Lui smise e si mise in posizione per chiavarla ,ma lei: no, il preservativo… il patto
Si, hai ragione ed io mantengo i patti. Dal conosciuto comodino tolse la scatola dei preservativi e ne prese uno, ma non lo “indossò”. Lo diede a mia moglie e le disse: mettilo tu come hai imparato.
Lei, come una esperta del mestiere ,lo mise in bocca tra le labbra e si chinò sull’uccello. Facendogli un profondo pompino glielo fece” indossare”, poi si si giro per farsi scopare.
Lui disse: no, sul letto; ma lei: non abbiamo tempo.
Lui non deve svestirti. Tira su il vestito . Mia moglie si stese sul letto ed aprì le gambe facendo risalire il vestito e spostò sul lato il tanga. Lui si stese su lei ,puntò il cazzo alla vagina ed entrò.
Dopo un po’ lo estrasse dalla passera e facendole alzare le gambe lo spinse contro la rosetta anale. Era un cazzo di normale dimensione , per giunta bagnato dagli umori, e penetrò senza fatica. Mia moglie strinse le labbra ma non parve provasse dolore. Sapevo che era abituata ad altri calibri.
Si occupò per qualche “breve” minuto del culo per poi rimetterlo in figa. Mia moglie, come una puttana al lavoro, guardava l’orologio come fosse un rapporto a tempo, ma a lui non fregava nulla.
Le fece mettere le gambe intorno ai fianchi e “partì” a ritmo di sborrata. Mia moglie: attento mi sciupi la camicetta( ????)
Ma lui sapeva cosa fare .
Disse: godiamo ( non disse vengo o godo, godiamo. Plurale.)
Mise ambedue le nani sotto il suo culo” irrigidendo” la base d’appoggio del culo, che non potesse “affondare” nel letto, per favorire le penetrazioni e cominciò a scoparla con movimenti veloci e profondi
Mia moglie in breve cominciò a godere partecipando alla scopata . Non fingeva, godeva.
Si vedeva che godeva.. si si ..diceva …..e lui ..si si sei una troia. Lei aveva la bocca spalancata che cercava aria , sintomo di godimento.
Le catturò la bocca cercando di inserirvi la lingua. Lei si spostò. No, non voglio, ma ulteriori profonde penetrazione le fecero perdere lucidità e la bocca riprese quella di mia moglie e le lingue si unirono .
Sentivo mugolare. I movimenti dei loro corpi continuarono convulsi ancora un poco poi si chetarono.
Lui era venuto ed anche lei.
Qualche secondo di quiete poi lui si rialza e lei immediatamente allunga la mano sincerandosi che il preservativo ,recante lo sperma depositato, esca con l’uccello.
Cosi fu .
Aldo si rialza con il preservativo in mano , gli fa un nodo poi lo mette in tasca.
(Immagino che per non “sporcare” l’appartamento lo butti via dopo in altra parte).
La guarda con sguardo sornione. Immagino cosa stia pensando: no ,no e poi hai goduto bella signora.
Mia moglie si rialza ,non lo guarda in viso, si rassetta. Non si era svestita per nulla e rimette ap osto il tanga, ma durante l’amplesso deve essersi rotto. Lo toglie e lo infila in borsa .
Dalla borsa prende un fazzolettino di carta e se lo passa tra le gambe per “asciugarsi “dell’umido. Poi gli gira le spalle e gli fa un cenno come fosse un saluto e si accinge ad uscire dall’appartamento
Cazzo, non si è neanche lavata ed esce con la passera all’aria.
Lui con un sorriso a “cinquanta” denti :si ricordi avvocata Donatella ,ci vediamo tra un mese.
Io riflettevo come l’apparenza possa ingannare , il signor Aldo. Pensavo fosse una brava e gentile persona invece anche lui…
Ahi che male… che cazzo…che succede , che male .Capisco.
Mi sono sbilanciato dalla poltrona e sono caduto sbattendo la testa sull’angolo del tavolo.
Mi guardo intorno lo schermo del pc è vuoto, l’appartamento è vuoto. Non c’è nessun signor Aldo.
Cazzo mi ero sognato tutto , la stanchezza, lo stress. Mi sono addormentato di botto sulla poltrona ed ho sognato. Sogni in linea con quello che stavo vivendo in quel periodo
Però ,però, nooo ho l’uccello in tiro. Non capisco più, non ho chiarezza su me ,noi, ….
Sento un rumore alla porta d’ingresso, porca miseria , è già mia moglie. Saranno le 18.30. Ma quanto ho dormito?
E’ al solito radioso, ha un sorriso che illumina .
Mi dice : ciao amore ,già a casa ? Tutto bene? E la mia bella e adorata mogliettina mi dà un sonoro bacio.
Già mi pregusto la scopata serale. Mi passa davanti e fisso quel bel ondeggiante culo, mio. Sorry, anche mio.
Stasera visiterò lui e la sua amichetta ed il mio amichetto in basso ha un sussulto.
A cena mi dice che a sorpresa , il mercoledì in prima serata ,il suo studio ha organizzato una sorta di meeting con i suoi importanti clienti per rinforzare i legami con loro e …poi disse proprio così : che palle ,dovrò vestirmi elegante e fare tardi.
Peccato che sia dedicato solo a noi soci e che non possano essere invitati i familiari.
Ed io : meglio così , ne ho abbastanza delle mie ..e si “chiuse” così.
Indi l’incontro del mercoledì era confermato e lei si stava” attrezzando”.
Il giorno dopo seduto alla scrivania del mio ufficio pensavo già a come “attrezzarmi” io e ripensavo a quando ne ero venuto a conoscenza e come .
Filippo le aveva detto tra le diverse cose: mi raccomando voglio te e Simona alla grande.
Sul momento non ci avevo fatto caso, ma adesso che il momento si avvicinavo ripensavo ad ogni particolare.
Cosa intendeva?
Preparatevi mentalmente e fisicamente? Non date buca? Non… Adeguatevi alla cosa?
Tante cose e forse nulla.
Mi chiesi: se io dovessi andare ad un evento importante cosa fare per sentirmi a mio agio?.
Curerei il mio aspetto fisico : barba e capelli, pulizie unghie etc. Il mio abbigliamento esteriore e non visibile per il non si sa mai: dall’orologio ,alla cravatta, al mio intimo.
Ecco . Come si sarebbero “vestite” come al solito o ?
Avevo già avuto modo di vedere mia moglie prepararsi per eventi mondani: dalla comunione dei nipoti al lancio di una nuova linea di prodotti della mia azienda. Aveva la camaleontica capacità di vestirsi in modo elegante in funzione della circostanza che avrebbe affrontato.
Vestiti più intriganti ed eleganti alla sera per eventi legati al suo lavoro ed alla mia società; sempre eleganti, ma quasi casti per le cerimonie religiose.
L’abbigliamento esterno l ’avrei visto poiché non tornava mai a casa per cambiarsi , ma l’intimo?
Con questo chiodo fisso in zucca non potevo stare in ufficio e nel pomeriggio andai a casa anticipando il rientro di mia moglie. Volevo verificare .
Mi sentivo un guardone in colpa, ma non potevo esimermi.
Andai direttamente alla sua cassettiera ed aprii il primo cassetto. Facendo attenzione a non creare “danni visibili” cercai senza trovare nulla di particolare; “idem con patate” al secondo cassetto . Mi piegai per aprire il terzo cassetto ; il più lontano e difficile da gestire.( effettivamente quello che si usa frequentemente viene tenuto a portata di mano). Anche qui sollevai e spostai e rimisi a posto pezzo per pezzo quello che trovavo ed infine la mia tenacia fu premiata. Nell’angolo lontano vi era una busta di plastica bianca anonima. La presi ed aprii : all’interno vi era un reggicalze nero, degli autoreggenti dello stesso colore, uno slip nero traforato di piccole dimensioni ed un reggiseno ,anche questo del medesimo colore ed anche lui traforato. Al tatto pareva di un ricco tessuto particolare, non era certamente cotone.
Pezzo per pezzo guardai vedendo ed immaginando come potesse essere mia moglie con questi indossati. Potevano essere questi parte di quel vi voglio alla grande?
Solo una volta avevo visto mia moglie con le autoreggenti , ricordo che disse: ho provato e sono scomode, poi che sappia più nulla.
Quelle cose da me viste potevano essere anche un refuso; qualcosa acquistato molto tempo prima e rimasti nell’angolo del cassetto. Donatella per sua fortuna negli anni non è cambiata fisicamente. Può indossare, come taglia, quello che portava dieci anni prima.
Annusai. Sapevano di pulito. Le rimisi nel sacchetto facendo attenzione avessero la precedente piega e misi il sacchetto dove l’avevo trovato.
La sera tutto regolare: nuova inculata , scopatina e semina. Poi ciascuno dalla sua parte del letto per il giusto sonno. Per preferenza schiena contro schiena anche se a distanza.
Per la notte lei indossa, con un leggero pigiama di cotone, una magliettina e su una giacchettina. Dormiamo di spalle ed io ,se mi sveglio durante la notte, mi avvicino a lei e mi appoggio come fossimo due cucchiai sovrapposti.
Appoggiato ,metto la mano sinistra sotto la maglietta e la insinuo tra le tette e mi impossesso di quella in basso. Stringo dolcemente una terza piena e morbida, soffice ,nel palmo della mano e ciò mi dà serenità . Mi addormento come un cucciolo attaccato al capezzolo materno.
La mattina del mercoledì cercai di coglierla durante la vestizione dell’intimo, invano. Quando usci dal bagno indossava di già un bel vestito con tubino che mi poteva far solo sognare. L’ultima cosa che fece e che comunque avrei sempre potuto vedere e che calzò delle scarpe molto eleganti con laccetti sul davanti e tacco alto. Le “provò” davanti lo specchio. Mi chiese come stanno? Ed io ammirato :benissimo. Le tolse e le mise in un sacchetto indossando un paio di scarpe classiche. Alla mia muta domanda, rispose :non posso stare con quei tacchi tutti il giorno ,mi verrebbe male ai piedi ed alla schiena. Le metto stasera poco prima che inizi l’evento.
Per completare il suo abbigliamento mise una collana di perle al collo che appariva/ spariva a seconda del movimento della camicetta ed infine aggiunse al dito della vera un anello di perla che faceva il “paio” con la collana.
La guardai in quel bel vestito, il collo candido ornato. Il viso incorniciato dai capelli lisci e chiari che le cadevano sul collo. L’elegante vestito. La vedevo già con le scarpe da urlo .
Era bellissima e glielo dissi: stai molto bene.
Mi rispose con un sorriso e passandomi a fianco mi diede un leggero bacio sulla bocca dicendomi : sono contenta.
Nella mattinata affidai alla mia collaboratrice una attività da condursi all’esterno che l’avrebbe impegnata per tutto il pomeriggio. Finito l’impegno sarebbe andata direttamente a casa ed avevamo l’accordo di vederci la mattina successiva per discuterne. Nel primo pomeriggio ero già collegato all’appartamento e non mi accorsi immediatamente di un cambiamento al suo interno, lo realizzai solo dopo un po’.
I letti nella camera non erano più indipendenti, erano accostati e formavano un unico grande lettone. Il comodino era stato posto in un angolo basso della camera ,così come le sedie.
Il cambiamento doveva essere stato fatto la sera precedente, sarà stato Filippo?
Che quadretto : lettone da orgia, abbigliamento intimo da “zoccola” per uno sconosciuto.
Non so più se sono incazzato o eccitato ;se vorrei ucciderla o vedere.
Sono in attesa, ma il tempo passa e non vedo alcuno.
Le 18, le18,30, le 19, le 19,30 che succede? !9,45 si apre la porta.
Primo ad entrare Filippo, seguito da Simona ed infine mia moglie.
Chiacchierano tranquilli, non hanno fretta. Si siedono continuando a chiacchierare. Erano vestite da sfilata.
Boh?
Le 20.00 un bussare alla porta.
Filippo: è arrivato.
Simona e mia moglie scattano in piedi agitate mentre Filippo va ad aprire la porta. Il nuovo arrivato entra e… mi sembra di vedere la copia italiana di Danny di Vito nel film, Solitary man, dove aveva un bar. Non supera il metro e sessanta d’altezza ed è massiccio. Capelli neri tendenti al riccio. Un sorriso stampato sul viso.
Ciao, mi aspettavate ansiose, vero? Sono come pensavate? Parlava senza dare il tempo di rispondere.
Vi avrà detto Filippo che non vivo qui e che sono di passaggio. Ho un’ora a disposizione indi non perdiamo tempo. Procediamo.
Indicandole :tu devi essere Simona e tu Donatella. Filippo mi ha detto di voi e descritto bene ed aveva ragione. Siete bellissime oltre che in gamba. So che siete avvocatesse. ( Paraculo)
Come dicevo ho solo un’ora, direi di non perderci in chiacchiere.
Voi siete sicuramente curiose…inizio io e poi voi e dicendo questo si slacciò i pantaloni calandoli verso il basso. Indossava dei boxer di cotone bianco che arrivano alle sue ginocchia.
Con naturalezza calò anche quelli e …apparve un lungo “biscione” con la testa verso le ginocchia . Ad occhio dai 20 ai 25 centimetri. Sotto “due palle” che mi hanno ricordato quando ho visto, in Spagna, un toro alla monta.
Disse adesso è a riposo poi vedrete e….sorrise. .
Adesso voi.
Simona disse: dai Dona, comincia tu.
Mia moglie indossava quanto già detto e si tolse , secondo me con finta disinvoltura, la giacchetta , poi slacciò la gonna a tubino facendola scendere a terra e spostandola con un calcetto. Potei togliermi la curiosità. Aveva messo il reggicalze che avevo visto nel cassetto e quando sbottonò e tolse la camicetta vidi anche il coordinato slip/ reggiseno da urlo e per concludere aveva calzato le scarpe con i tacchi. Cosa posso dire: era splendida.
Si fermò così e disse a Simona: a te.
Simona è vestita benissimo, con una gonna bluette al ginocchio, la camicetta bianca, eleganti scarpe nere con tacco alto e calze velate.
Fa scivolare a terra la gonna. La camicia pende ,ma non puo’ nascondere che indossa autoreggenti e nemmeno che porta dei ”tanga” color carne. Poi leva la camicetta mostrando un reggiseno intonato agli slip. Guardando Danny e Filippo maliziosamente, si tolse le mutandine, lasciando solo le autoreggenti grigio/nere che indossava.
Quei gesti fatti lentamente e con malizia facevano salire l’eccitazione a valori inimmaginabili
Gran spettacolo da Victoria’s secret.
Filippo e lì tranquillo, non deve essere una novità per lui, le conosce bene…
Danny si sta massaggiando il “pacco” e mi accorgo che anche io, inconsciamente, stavo facendo la stessa cosa.
Come ipnotizzato, e non solo io, vedo il biscione ergersi come un cobra e se possibile i coglioni mi sembrano più grandi( quanti miliardi, e non milioni, di spermatozoi produrranno?).
Danny rivolto alle due: ragazze, un ultimo sforzo per lo zio ;via reggiseno e tu ,indicando mia moglie ,anche le mutandine ,potete tenere le scarpe.
Donatella fu la prima. Si tolse il reggiseno e con movenza sensuale ,replicando Simona, anche gli slip (indossati correttamente sul reggicalze e non sotto come fanno vedere in TV ) tornando dritta e mostrandosi in tutta la sua naturale bellezza.
Simona si tolse il reggiseno e poi guardando Danny e Filippo con falsa pudicizia portò le mani alle tette coprendole.
Le due erano in parte simili. Sicuramente belle tutte e due. Avevano tette abbondanti e tonde da schiacciare e ciucciare. Due culetti sodi ed alti frutto di attenzione ed impegno.
I fisici ,che comunque conoscevo bene, da dee.
Donatella aveva capelli più chiari e leggermente più lunghi.
Ambedue avevano i peli del pube curati, dello stesso colore dei capelli. Nulla di falso.
I visi: bellissimi; più da adolescente mia moglie.
Nell’insieme due bellissime donne da…..
L’eccitazione saliva ed infatti ,in quei pochi ulteriori secondi il pene di Danny era cresciuto ancora arrivando ad una “ espressione” superiore.
Danny: Filippo, adesso puoi precedere come al solito ( dovevano avere un rapporto consolidato)
Filippo estrasse da una tasca qualcosa ,era un metro giallo da sarta ; lo srotolò avvicinandosi a lui.Disse alle due: venite anche voi. Anzi, Simona ,misuralo tu e le passò il metro.
Simona si chinò ed inginocchiò ai piedi di Denny . Poggiò l’inizio del metro alla punta del glande e poi risalì all’inizio dei testicoli .Quanto è chiese Filippo ?.
Trentadue..…è incredibile
Le due avevano gli occhi sbarrati ed erano senza parole. Danny le guardava soddisfatto
Bene adesso abbiamo fatto le “presentazioni” ; da questo momento chiamatemi zio .
Chiaro?
Un si di sottomissione all’unisono delle due.
Riflettevo, dove averle viste all’opera con il nero mi ero informato sulla lunghezza dei peni e da una ricerca “rapporto Kinsey” avevo scoperto che solo l’1% della popolazione maschile ha un cazzo di lunghezza superiore ai 22 ed una circonferenza superiore ai 17 cm. Danny era al di là dell’umana realtà.
Solitary man si mise alla pari di Simona e Donatella e si tolse la ridicola giacca , la camicia ed il resto, apparendo nella sua nudità. A dispetto di un abbigliamento approssimativo il fisico dava immagine diversa.
Confermo non oltre il metro e sessanta ; un torace ampio e fittamente ricoperto di peli. Le gambe corte, ma muscolose. Il collo taurino supportava una testa tonda con una spaziosa fronte.
Le braccia, così come l’uccello erano sproporzionate rispetto al resto del corpo, erano lunghe. Se volessimo riderci su quell’uomo aveva tre lunghe braccia.
Nell’insieme non faceva sorridere, anzi dava l’idea di grande virilità.
In negativo una pancia pronunciata , ma se avevo compreso , faceva il camionista e la pancia è una caratteristica della conseguenza della postura per chi fa questo tipo di lavoro.
Il pene proiettato in alto gli arrivava ben oltre l’ombelico.
Disse andiamo di là. Aveva intuito dove fosse la camera da letto.
Filippo disse :andate ,vi raggiungo. Si stava spogliando anche lui.
In camera da letto Danny disse : ragazze ascoltatemi bene , è importante.
Adesso sembrava un altro , non più l’accondiscendente barista di Solitary man ,ma un professore universitario che si rivolgeva alla classe.
Non abbiamo tempo e potrò dedicarmi bene solo ad una di voi; prometto che la volta prossima , se mi vorrete ancora, mi prenderò tutto il tempo che vorrete .
Oggi “giochiamo” ma dedicherò più attenzioni a chi di voi due, in questo momento, è meno a rischio gravidanza; mi spiego , non sto scherzando e attenzione dico il vero.
Come dicevo un professore rivolto al pulpito e si “leggeva” nel suo volto la serietà delle sue parole
La mia capacità di ingravidare una femmine fertile è vicina al 100% questo per l’eccesso di testosterone in me presente e con un gesto poco elegante si toccò i grossi testicoli luogo di produzione dell’ormone indicato.
( Ricordavo che negli Stati Uniti diverse cliniche per la fertilità somministrano testosterone per aumentare il numero di follicoli prodotti dalle donne sottoposte a trattamenti di fecondazione).
Non uso il preservativo perché non ne esistono in commercio che vadano bene alla mia misura, parlava con gran serietà ,ed inoltre mentre faccio l’amore non mi piace castrarmi mentalmente con il pensiero di interrompere improvvisamente il coito.
Ripeto so che siete due donne intelligenti quindi capirete che non scherzo e sarà meglio che nel momento cruciale “ sotto me” ci sia chi di voi due è nel periodo meno fertile..
Simona e Donatella si guardarono stupite e forse leggermente spaventate.
Simona disse : io sono nei giorni di massima fertilità e, rivolta a mia moglie, tu?
Lei, pensierosa: io sono alla fine degli stessi giorni, non ne sono fuori del tutto.
Stagnava un’aria di indecisione. Fu lui a chiudere la questione: bene allora sarai tu Donatella, non sei al riparo al 100% ,ma sei quella che rischia meno. Si rivolse poi a Simona , tranquilla non sarai esclusa e poi c’è Filippo e lo indicò come a dirgli: partecipa anche tu.
Filippo era entrato in camera da letto ed era nudo in un angolo del letto con il cazzo dritto; fino a quel momento aveva un ruolo secondario, ma adesso sarebbe entrato in gioco.
Poi da una tasca prese un anello di plastica , disse: questo è un anello fallico serve per impedire che il mio cazzo provi ad entrare del tutto nel vostro sesso provocando danni.
(Interessante).
Se lo mise da solo arrivando circa due terzi dell’uccello .
Danny era un dominatore, questa fu la mia conclusione.
Le prese per mano e come due bambine le condusse sul letto, vicino. Mia moglie in mezzo.
Danny disse : fate qualcosa per me; anzi per noi.
L’invito era chiaro
Le due sul letto cominciarono a baciarsi con passione e a toccarsi..
Mia moglie succhiava le morbide tette di Simona mentre appoggiava la mano sul cazzo di Danny.
Vi lascio immaginare lo spettacolo di due donne arrapate che fanno sesso.
Si mossero e in una specie di sessantanove, Simona si trovò a leccare la figa di mia moglie. Fu mia moglie a fare una nuova importante mossa, mise due dita nella figa di Simona e intanto cercava di segare Danny. Con quale impegno si dedicava sia a Danny che a Simona.
A un certo punto Danny si sottrasse alla mano di mia moglie e si avvicinò a Simona. Le mise il cazzo vicino alla bocca e Simona , per quanto possibile, accennò ad un pompino, senza riuscire ad introdurre tutto il glande in bocca.
Mia moglie collaborò alla sua nuova richiesta e come un cagnolino goloso si dedicò alle sue grosse palle leccandole e succhiandole e con ingordigia la sua appuntita lingua scese a leccargli il buco del culo.
Danny parve soddisfatto delle nuove cagnette in calore a sua disposizione
Mia moglie “lasciò” Danny , staccò Simona dal cazzo e ripresero a far sesso solo loro due. Danny guardava come le dita delle due giocassero ciascuno con la figa dell’altra.
Uno reciproco sguardo di accordo tra le due portò al successivo momento. Si avvicinarono a Danny.
Donatella si pose di fronte a lui con gambe aperte e ginocchia alte e quando Simona con gesto lubrico le allargò con le dita le labbra intime facendo vedere una vagina rosea pronta da essere scopata Danny non potè resistere all’invito.
Prese il cazzo in una mano si avvicinò ed appoggiò a mia moglie. Poggiò anche la sua grossa cappella a quel foro che sembrava avesse vita propria. Lentamente la grossa “testa” spinse e si fece spazio. Vedemmo come le labbra si schiudessero pian piano per permettere il passaggio. Ma quanto sono elastiche? Avvilupparono la “testa” e permisero la sua entrata. Il seguito del biscione superò l’ingresso agevolmente. La lotta” adesso era spostata nel canale vaginale. Era una lotta impari, il cazzone aveva una spinta da settanta chili e la gravità permise l’entrata e l’assestamento del pene che si fermò a fondo corsa contro la barriera cervicale; guarda caso la parte rimasta fuori era in corrispondenza dell’anello fallico.
Il pene provò forzare la barriera ed ad entrare nell’utero ,ma gli acuti lamenti di mia moglie lo fecero rinunciare. Fuori dalla passera c’erano almeno altri dodici-quattordici centimetri che sognavano di poter entrare. Impossibile.
Riflettei : il corpo di Donatella si era teso nel ricevere il grande ospite. Ma l’ingresso fu progressivo, lento, guidato con perizia. Il cazzo piano ,piano entrò sino a fermarsi e nello stesso tempo diminuì la tensione in mia moglie.
In altre parole, adesso che il cazzone era dentro ed occupava tutto lo spazio disponibile lei si rilassò.
Simona si tirò indietro lasciando tutto lo spazio alla nuova coppia.
Danny stantuffava mia moglie mentre Simona guardava affascinata il movimento del pene ,che sembrava stesso scavando una galleria nella pancia di Donatella e Filippo eccitato cercava di attirare la sua attenzione
Danny spingeva il bacino avanti ed indietro e quasi disinteressato si guardava intorno sorridendo a Simona e Filippo.
Mia moglie boccheggiava, non si lamentava; la grossa presenza doveva averle occupato anche il cervello.
Furono almeno cinque minuti di “scavi”. Mia moglie era passata dalla tensione al piacere e muoveva anche lei il bacino per partecipare attivamente all’amplesso.
Diceva: è grosso, lo sento in pancia, è bello, muoio… straparlava.
Simona ha la faccia di chi vorrebbe partecipare e purtroppo non può, mentre Filippo toccandole le tette cercava di attirare le sue attenzione.
E allora Danny inventa, si tira indietro lasciando allo scoperto per alcuni istanti una figa aperta come un tunnel . Mia moglie emette un lungo noooo. Il cazzo sottratto le ha interrotto il piacere.
Lui fa cenno a Simona di avvicinarsi e le dice : metti la tua mano al posto del mio cazzo , le piacerà. Simona è dubbiosa ,ma il suo braccio è preso da Danny e la mano le viene appoggiata sulla passera di mia moglie che rimane immobile.
Danny le dice: stringi le dita intono al pollice poi entra piano: La tua mano è pò meno della dimensione del mio cazzo e…
Lei titubante lo fa ed effettivamente e seppur non così agevolmente come detto la sua mano pian piano entra ed alla vista rimane l’avambraccio.
Lui le suggerisce: vai avanti fino in fondo sino a quando senti di poter arrivare; e lei lo fa, prima le dita, poi la mano e l’avambraccio pian piano entra sino a quando lei guarda Danny e dice : di più non posso.
Lui: brava, adesso metti la mano a pugno e muoviti avanti ed indietro senza farla uscire dalla vagina. Vedrai le piacerà.
Fece così ed aveva ragione. Mia moglie ricadde nel piacere e dalle sue labbra emettere solo un suono di godimento tipo : siii , cosiii ,siii
Dopo un po’ Danny disse sempre a Simona: adesso arriva in fondo , fermati tenendo la mano a pugno e spingi. Sentirai resistenza, ma tu continua a spingere. Le spostiamo indietro l’utero così ci sarà maggiore spazio per il mio uccello.
Per le mie conoscenze mediche la cosa non è fattibile per cui ho pensato fosse solo per un aspetto psicologico.
Voleva dare a mia moglie l’idea di poter prendere ancor più del suo cazzo e quindi renderla ancor più disponibile.
Simona così fece facendola sobbalzare più di dolore che di piacere .
Lo fece più volte sino a quando Danny le disse: fermati con la mano a fondo. Poi mi sembrò di rivedere una scena già vista. Rividi, quasi, la scena della prima volta del primo rapporto sessuale di mia moglie con “coda di cavallo”. Danny si pose di fianco a mia moglie e le fece impugnare il suo cazzo ,una impugnatura ridotta poiché la sua mano non riusciva a cingerlo tutto, ma sufficiente perché lui la iniziasse a farsi fare una sega.
Era lui a menare le danze e disse a Filippo: (che non vedeva altro che il momento di partecipare al sesso), mettiglielo in bocca.
Adesso ciascuno era in posizione e Danny disse: adesso muoviamoci insieme. Come in un meccanico presepe di Natale la mano di Simona andava su e giù dentro la pancia di mia moglie; Filippo spingeva il cazzo avanti ed indietro sempre nella bocca di mia moglie che intanto segava Danny.
Sembrava un giochetto con interprete principale mia moglie. Durò un po’e poi Danny interruppe il “gioco” dicendo : per il momento basta così.
Per favore lasciatemi un attimo solo con lei devo fare una cosa.. ..vi chiamo subito.
Stupiti, ma riconoscendo in lui il “capobranco” , si alzarono dal lettone ed uscirono dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Danny si sedette sul letto al fianco a mia moglie facendo sedere anche lei.
Disse : come stai ? Ti piace?
Lei seppur per “aria” . Sto bene, si mi piace.
Hai sentito male? Hai paura?
No ,tutto bene
Ho voluto stare sola con te perché voglio che solo tu sappia.
(Mi concentrai su Danny e mia moglie per comprendere quando a bassa voce le stava dicendo)
Ho amici che hanno attributi delle mie stesse dimensioni che farebbero salti mortali, e alcuni di loro sarebbero anche disposti a darti quello che vuoi ,per venire a letto con te. Lo dico non solo perché hai un bel corpo; lo dico perché a te piace fare l’amore , sesso, e anche perché non capita tutti i giorni di incontrare una come te?
Ed allo sguardo interrogativo di mia moglie continuò: ad un corpo da favola aggiungi un viso incantevole ,da ragazza ingenua, e questo fa sballare.
Si interruppe, ma fu chiaro su cosa intendesse.
Mio moglie alzò un sopracciglio forse di stupore. Non gli diede una certa risposta, ma era come dicesse : ho capito, vedremo.
Un brivido per me.
Sapevo che se l’avesse fatto non sarebbe stato per i soldi, ne abbiamo sino oltre quelli che ci servono.
Poi cambiò discorso parlando sempre a bassa voce come se avesse timore di farsi sentire dagli altri due, che comunque erano nell’altra stanza e in quel momento si stavano scambiando opinioni su lui e sul suo enorme cazzo.
Dalla vicina giacca prese una penna, anzi era un pennarello, e senza aspettare autorizzazioni scrisse sull’ avambraccio di mia moglie qualcosa. Le disse: è il mio cellulare , se vuoi vedermi ancora puoi chiamarmi( intendeva senza l’intermediazione di Filippo), ci organizziamo per quando vuoi ,io non ho problemi
E con un sorrisino sbifido . Oggi hai provato un vero cazzo purtroppo non puoi prenderlo tutto è impossibile, ma il tuo culetto può prenderlo tutto, ma per farlo bene dobbiamo avere tempo e nessuno che dia fastidio. Non hai idea di quanto possa essere bello
Ascoltami con attenzione che poi chiamiamo gli altri che si fa tardi.
Hai mai visto i pesciolini fuori dall’acqua appoggiati in terra?. L’ assenza d’acqua li fa agitare in modo inconsulto; purtroppo per loro è un’agonia a cui segue la fine liberatoria .
E con fare suadente continuò: nel tuo caso sarà diverso; quando sarò venuto in te, la mia sborra avrà un effetto terapeutico ;per un pò con frequenza sentirai degli stimoli dalla passera sino alla testa che ti daranno come degli spasmi, ma a differenza dei pesciolini questi ti daranno fitte di piacere.
Almeno così me l’ hanno descritto altre donne che mi hanno provato come te. Durano una mezzoretta, poi ti sentirai sfinita ,ma rilassata in una sorta di piacevole limbo.
E come una droga; sentirai la voglia di riprenderla ed adesso hai il mio telefono per prenderla quando vorrai e questo lo disse quasi ridendo.
Ok chiaro? Si?
Ad un accenno di comprensione di mia moglie continuò: prima di chiamare Simona e Filippo un ultima cosa .
Si mise in ginocchio, il cazzo irto puntava verso mia moglie. Le prese una mano portandola sul suo uccello facendole toccare l’anello fallico che impediva al cazzo di penetrarla oltre una certa lunghezza.
Adesso sei più aperta e la mano di Simona ha fatto il resto. Puoi prendere di più del mio uccello. Decidi tu ,non ti voglio forzare , sposta l’anello di quanto vuoi.
Donatella doveva essere in un altra dimensione; dava tutto per scontato e fattibile senza porsi domande.
Allungò la mano per fare quanto richiesto, ma lui la riprese.
No, usa l’altro mano mi piace di più.
Non capivo quale fosse la differenza, quale fosse il piacere.
Stava per usare la destra e le ha chiesto/ordinato di usare la sinistra.
Compresi solo quando vidi le dita di Donatella prendere l’anello. Lui seguiva con interesse l’azione e quella dita che armeggiavano pallide, ma sicure, sul suo uccello.
La mano cingeva parzialmente l’uccello e le dita si ingegnavano a spostare verso il basso l’anello che essendo di gomma e “tirato” faceva resistenza. Si trattava di farlo rotolare.
Per più secondi l’anello al dito di Donatella non più simbolo di fedeltà ,ma di infedeltà luccicò e fu in prima vista.
Mi chiesi se fosse un piacere per lui ricordare visivamente che si stava scopando una bella moglie o se il suo piacere fosse ricordare a lei che stava tradendo il marito con uno solo perché questo avesse un grosso uccello.
Comunque..
Donatella lo spostò in basso verso i coglioni di almeno altri tre/quattro centimetri. Poi guardò lui e disse , va bene?
Lui : se va bene a te.
Adesso mettiti bene, comoda.
Chiamò Simona e Filippo: potete venire. Quando arrivarono li fece mettere dall’altra parte del letto dicendo di non disturbare.
Non c’era bisogno: erano arrapati e si gettarono uno sull’altra alla ricerca del piacere.
Poi si rivolse a mia moglie che si era distesa. Donatella aprì le gambe come in un muto silenzioso invitandolo a ….
Vedere mia moglie aprire a compasso le gambe è sempre stato per me un atto di grande erotismo e in quel momento ancor più.
Vedo la sua passera dischiusa che aspetta….il chiaro pelo pudico. l’aria maliziosa di perversione ed erotismo data dal reggicalze e dalle calze, che dovrebbero coprire e che invece danno una contraria sensazione. La mia vista sale: la pancia piatta coi muscoli tirati come ad aspettare un impatto; le tette che “portano” i capezzoli dritti ed arrossati dall’eccitazione; quel viso fresco che innocente non è, ed i suoi occhi ipnotizzati dal cazzo di lui e dulcis in fondo la bocca socchiusa che inspira lentamente aria. Tutta lei è disposta per l’imminente “definitiva” copula.
Lui si distese appoggiò la testa del membro sulla fessura che sembrava lo aspettasse e che al suo bussare man mano si aprì facendolo scivolare all’interno.
Prima di iniziare a muoverlo , come in segno di complicità appoggiò le labbra a quelle di mia moglie che dischiuse le sue accogliendo la lingua di lui. Solo pochi secondi poi lui si rivolse a Simona e Filippo. Mettetevi più vicini al nostro fianco.
Poi le puntò ancora il cazzo in figa e penetrò dapprima lentamente poi sempre più velocemente. Il cazzo di lui si muoveva nella sua pancia e faceva impressione quell’obbligo di fermata dovuto dalla presenza dell’anello che impediva al cazzo di sprofondare . Ne restava fuori meno di un terzo .
Il corpo di mia moglie reagiva alle sollecitazioni e sembrava incontrollato. Danny se ne accorse e sorridendo disse: ti piace avvocata e cominciò a pompare dentro la sua pancia con violenza controllata .Colpi possenti e cadenzati che la facevano impazzire di piacere . La punta del suo cazzo urtava il fondo della vagina provocandole dolore e piacere. Lei gemeva prima flebilmente e successivamente passò ad urlare con quanto fiato aveva in gola.
Stava urlando al pari di una pazza isterica,(spero che le pareti siano ben insonorizzate altrimenti l’avrebbero sentita in tutto il palazzo), ma conoscendola e sapendo della sua riservatezza se si comportava così è perché quello che stava provando era superbo e non gestibile. Era impotente, in totale balìa delle sue “spinte”. La stava montando come mai nessuno aveva fatto.
Il toro con un capretta.
All’improvviso Danny le ha bloccato le braccia in alto intorno alla testa e le ha “alitato’” in viso, all’altezza della bocca: ci siamo bella troia. Ci siamo.
Mia moglie non urlava più. Rantolava continuava a dire: vengo, vengo, ancora, no, basta e poi ancora, ancora .
Capii che era fuori di senno , che stava vivendo un’unica esperienza. Era come se fosse in un continuato, perenne, orgasmo con la bocca spalancata mentre lui dava le ultime profonde spinte.
Luii perdendo il controllo di sé e del suo uccello: ti metto incinta bella troia .Ti sborro dentro.
Lei come presa da un attimo di realtà gli disse :no, non farlo, per favore no.
Ma ormai il destino si era compiuto e lui preso dalla foga si è fermato in fondo alla vagina. Sbuffava come un toro. Le aveva depositato tutto il suo sperma all’interno. Le aveva sicuramente ostruito il canale cervicale ed i suoi semi stavano cercando un passaggio per l’utero.
Vidi mia moglie scossa , ma il suo respiro lentamente si “incamminò” come per una serena pace.
Danny ha terminato il suo impegno e senza parlare si rialza lasciando “ libera” mia moglie
I chiari occhi di mia moglie erano spalancati . Stava vivendo quelle sensazioni che lui gli aveva anticipato?
Lui si veste e prima di uscire dalla camera si piega e poggia la mano sulla morbida tetta di lei. Le dà un leggero bacio sussurrandole qualcosa da me non udibile all’orecchio.
Lei mi pare accenni un si con un movimento degli occhi e della testa.
Lui si rialza , dice un ciao rivolto a tutti e buona continuazione.
Esce dall’appartamento.
Guardo mia moglie; è tranquilla . Sembra un pesce fuor d’acqua che sussulta ed ha una mano in mezzo le gambe
Simona e Filippo scopavano.
Ne approfitto per risentire da registrazione, ampliando il volume, di quello che le ha detto e che non ho udito.
Poche parole : aspetto la tua chiamata
Mia moglie è out ed allora rivolgo l’attenzione a Filippo e Simona che disposti alla missionaria ci danno dentro di brutto..
Filippo la chiamava bella troia. Bella figa. Diceva: me lo stai mangiando.
Io mi sono accorto che inconsciamente dovevo aver prima abbassato i pantaloni e liberato dagli slip un cazzo durissimo.
Lo guardai con sospetto che cazzo gli stava succedendo?
Intanto..
Mi piaceva quello Filippo stava facendo a Simona. Il pene era tra le gambe divaricate e pompava dentro la pancia con violenza, con colpi possenti e cadenzati, lei non riuscivo più a controllare il suo godimento, gemeva continuamente.
Un attimo di tregua Filippo ,il preservativo ,lo sai…
Filippo si alza e prende dalla scatola del comodino un preservativo e torna a lei.
Mia moglie sempre nel suo Nirvana.
Lo passa a Simona, mettilo; e Simona dimostrando le capacità mostrate da mia moglie lo mette in bocca e poi “veste” l’uccello di Filippo.
Ma non lo lascia uscire. Osservo la bocca di lei che si chiude sul cazzo avvolto nel preservativo.
Gli occhi sono socchiusi. Conosco quel tipo di sguardo e so che sta provando piacere.
Filippo le strizza i seni, mentre Simona gli succhia l’uccello con passione.
Il cazzo le esce dalla bocca, ma è una questione di attimi. Subito lo riprende in bocca.
La vedo sussultare, lui le sta strizzando con maggior vigore le tette , anche queste sono belle e della dimensione di quelle di mia moglie .
Grandi, tonde ,capezzoli larghi, appuntiti e scuri. Le tira i capezzoli mentre lei con la mano destra gli afferra il cazzo e lo tiene stretto tra mano e bocca, mentre con la sinistra va ad accarezzargli i testicoli.
Filippo sembra gradire, e le appoggia la mano sulla testa, costringendola ad
ingoiare maggiormente il cazzo, che sembra esserle sparito in gola.
Ad un tratto Simona si ferma, apre la bocca ed il cazzo gli esce nuovamente. Filippo lo prende in mano, e glielo passa sul viso.
Lei rotea la testa, lo vuole sentire per bene per tutto in viso. Che porca.
Filippo vuole chiavarla e la spinge indietro . La schiaccia sul letto ed il suo cazzo entra con impeto nella bagnata passera
I colpi si fanno sempre più forti e profondi e lei sussulta godendosi queste sempre piacevoli sensazioni.
Poi Filippo si sposta per divaricarle ancor più le cosce ; le palpeggia a piene mani le tette ed osservo attentamente come rimette il cazzo in posizione e come con in un’unica movimento lo rinfili.
Le gambe di Simona hanno una contrazione, poi si rilassano, ed il ritmo comincia nuovamente ad aumentare.
Le calze, non sostenute , scivolano lungo le gambe e continuano a scendere piano sotto il ritmo della scopata.
Non vedo più il viso di Simona nascosto dal corpo di Filippo , ma posso vedere il suo corpo sbattuto.
Filippo aumenta la velocità e sta arcuando la schiena. Prevedo il prossimo orgasmo.
Le gambe di Simona sono leggermente alzate. Spinge in alto il bacino alla ricerca di un maggiore contatto con il cazzo e a sua volta sta godendo.
Le calze cadute alle caviglie sono sballottate
Filippo sembra impazzito e la sta sbattendo con tal violenza che, non so se inavvertitamente, esce da lei . Sfruttando ciò ,in un amen, si sfila il preservativo, lo butta a fianco il letto, e rientra in lei.
Il corpo di Simona è tutto un fremito e lo vedo sobbalzare sotto le forsennate spinte.
I seni sobbalzano incredibilmente e vedo i pugni di Simona stringersi mentre, probabilmente, sta approssimando al suo orgasmo.
La sento gemere come fosse un continuo lamento. Gode e continua a godere.
Il cazzo di Filippo imperversa. Su e giù, su e giù.
Ci siamo.
Ma Simona , pur godendo ,si era accorta della manovra di lui . Forse non era la prima volta che capitava nei loro rapporti ed era pronta…
Doveva aveva presente la possibilità del rimanere incinta e quando lui le preannunciò che stava per venire cercò di spostarsi di lato, ma Filippo con le mani ed il corpo le bloccò il bacino e incurante dei suoi: no, non ,no ,non farlo, affondò i colpi finali godendo in lei.
Poi soddisfatto estrasse lentamente il pene dal farcito “canale” e guardò lo sperma uscire dalla vagina e scendere tra le cosce per poi depositarsi sul lenzuolo facendo una larga macchia di bagnato.
Lei: stronzo, non dovevi.
Come in un romantico film la tira a sè e non le da’ il tempo di lamentarsi ancora: la sua lingua è nella bocca di lei.
Una breve resistenza poi lei si cheta e ricambia il bacio. Che bella coppia di amanti.
Poi giunse la pace. Chiesero a mia moglie come stesse. Li rassicurò . Con calma, a turno, si recarono in bagno e si rimisero a posto. Poi presero qualcosa in frigo che qualcuno doveva aver rifornito( panini e bibite) e si rifocillarono. Non parlarono di quello che era successo quella sera. Mi parve un atto professionale del tipo: non parliamone a caldo ,facciamo scorrere del tempo per una corretta riflessione e poi si vedrà.
Parlarono un po’ di lavoro e di alcune amenità ed infine Simona disse che doveva andare. Si avvicinò a mia moglie scrutandola negli occhi.
Dona…sicura tutto bene?
Si, si sto benissimo ed un sorriso aleggiava sul suo viso
Simona disse: sono contenta, domani mi racconti….ed andò
Dopo pochi minuti anche mia moglie andò. L’ultimo ad uscire dall’appartamento fu Filippo.
Donatella rientrò a casa verso mezzanotte.
La aspettavo ansioso ed eccitato.
La sentii sul pianerottolo ed aprii io la porta . Ne fu piacevolmente sorpresa. La baciai . Era fresca e morbida. Come corrispose con piacere al bacio.
Sì accorse subiti della mia eccitazione.
Cosa hai? Rideva birichina con gli occhi.
Niente, ti aspettavo. Come avrebbe reagito?
Dissi: è tardi. Andiamo a letto. Ti aspetto.
Donatella non finiva di stupirmi. Sarà il senso di colpa. La paura di essere rimasta incinta od altro?
Ero nel nostro letto e tenevo dolorosamente a bada il mio duro cazzo che non dava segno di volersi abbassare. Colpa del mio cervello che rivedeva mentalmente le scene sessuali di quella serata.
Uscì dal bagno con una sottoveste corta, indossando solo gli slip. Vedevo in trasparenze le sue belle tette. Fece un giro largo attorno al letto, voleva forse eccitarmi non sapendo che non ero eccitato, di più.
Si girò con un pretesto per mettere in mostra le sue trasparenze e si avvicinò quel tanto per farmi sentire il suo profumo di giovane femmina vogliosa. Voleva farmi uscire di “zucca”.
Curava che la guardassi ed avvicinandosi dalla mia parte del letto fece scivolare a terra terra la sottoveste e rimasta con solo gli slip fece alcuni aggraziati passi verso il letto ammaliandomi con le sue ballonzolanti tette. Mi superò schiacciandomi sul materasso per passare dal suo lato. Fu per me un movimento doloroso, mi schiacciò il pene.
Si infilò così come era sotto le lenzuola.
Messaggio chiaro, non si era messa la solita mise per dormire.
Io avevo la gola semplicemente secca . Una sua mano si posò sul mio ventre constatando la mia rigidità.
Disse ; però il mio maritino è un porcellino ,ha certi desideri…
Spostò il lenzuolo portando i nostri corpi all’aperto poi si chinò.
Non prese subito in bocca il mio uccello, ma posò le sue labbra sul mio petto e scese poi con piccoli baci fino ad arrivare con le sue dolci, morbide, labbra sul glande in attesa .
Ero completamente rapito da lei ,dalla sua bocca, dalla vista delle sue curve e dal suo culetto , persino le sue mutandine erano motivo di gioia. Ma il piacere che provavo dalla sua bocca che si apriva per ingoiare il mio cazzo e che scendeva fino a prenderlo quasi tutto era unico.
Scostai le mutandine e con le dita cercai il piccolo orifizio e con tutta la dolcezza di cui ero capace mi feci largo ed un dito entrò in quella oscura piccola caverna.
Lei sollevò il capo e con sguardo lubrico accettò implicitamente il mio possesso e riprese ad occuparsi del “suo” cazzo.
Gemette forte quando ad un primo dito ne aggiunsi un secondo e poi un terzo, ma non protestò.
Il foro si allargava mentre accettava le mie tre dita.
Era giunto il momento.
Mia moglie cancellò in decimi di secondo anni di silenzi, di mute rinunce, di timori ancestrali e culturali.
Un suo si, fallo, accompagnò ogni mio gesto.
Sia mentre mi sollevavo per mettermi alle sue spalle che quando le calai le mutandine.
Mi venne incontro per farselo infilare in figa sapendo perché e cosa volevo; era fradicia e mi sembrava di essere immerso in un caldo miele.
Poi dopo un solo veloce” passaggio” ero pronto. Mi sfilai piano e lo poggiai tra i glutei facendoglielo sentire sull’ orifizio.
Girò il viso e con voglia finalmente non nascosta disse: prendilo , inculami ,è tuo, sarà sempre tuo e spinse indietro il sedere per essere inculata con forza ed immediatamente. Ma io la rallentai , la tenni ferma , appoggiai il pene all’orifizio e feci una leggera pressione per entrare, volevo godermi il mio momento
Entrai e cercai di essere lento senza farmi sopraffare dalla voglia di sfondarla crudelmente, di farle del male.
La inculai e continuai , ma non potevo resistere molto . Mi morsi la lingua; pensai a quanto di brutto e spiacevole potessi ricordare per distrarmi dall’imminente venuta.
Volevo farla godere prima di godere anch’io.
Estrassi il soddisfatto pene dal suo culetto per andare alla mia preferita vagina.
Come una vacca in calore disse: siiiiiii
Il miele mi aspettava e con mio felice stupore l’uccello non ci ballava. Certo non arrivava dove era arrivato Danny e non lo riempiva nemmeno allo stesso modo, ma le labbra della vulva e le pareti della vagina” lo tenevano” per bene ed io stavo attento a scivolarle sulla clitoride per procurale il massimo piacere. Il mio attento lavorio la condusse al “sospirato” ,almeno per me, orgasmo. Mi disse vengo e come tra noi usuale la sua bocca si sovrappose alla mia in un gesto di completa unione. Finalmente anche io potei rilasciare i miei lombi e permettere al trattenuto sperma di tracimare lasciando il mio uccello per inoltrarsi a fondo vagina a cozzare contro la cervice . Che goduta.
Pensai ..arriverà dove è arrivato lo sperma di Danny o troverà una barriera con “posto già occupato”?
Che pensieri da pirla. Per fortuna durarono un nano secondo e sparirono ed io potei abbracciare la mia metà ed addormentarmi felice e spossato con lei ,ancora unito a lei.
Questo nessun altro poteva farlo.
Il nostro rapporto è sempre forte . Lo scorso week end siamo stati al mare in Liguria . Era sorridente e spensierata. Ci siamo goduto mare, spiaggia e sole e tutto quanto si potesse avere, Ci comportavamo come novelli sposi.
Fare sesso con lei mi pare sempre più bello. Il sapere…. invece che disturbarmi forse mi aiuta…so che mi ama.
Sono passate altre settimane da quel giorno fatidico, oggi è sabato ..sono soddisfatto del sonno avuto e giornata si prospetta positiva.
Mia moglie non è nel letto, si sarà alzata prima.
Eccola ,esce dal bagno, con quella vestaglietta leggera…se mi arriva a tiro ..
Ma i miei lubrici pensieri vengono interrotti da lei
Devo dirti una cosa…non capisco se dubbiosa o imbarazzata
Ha una mano che contiene qualcosa
Ho fatto il test (sapevo cosa intendesse, quello di maternità)
Mi mostrò quella specie di termometro . Le due linee sono rosa .Forse, forse sono incinta
Forse? Non sei sicura ?
Si, sono sicura se il test è esatto. Pare di si.
L’ho ripetuto due volte in tre ore
Sono in subbuglio il mondo mi gira, è colpa del cuore perché mi sta scoppiando di gioia.
Una nuvoletta passa davanti la fronte , c’è una scritta ..è tuo/a ?
Che m’importa ,sarò finalmente papà.
Abbraccio mia moglie con consapevolezza e gioia
Per il resto c’è tempo. Mogli e donne cap 4 Chiusura
Oltre un anno era trascorso dalla notizia della maternità. Avevamo avuto uno splendido bambino e gli avevamo dato come nome Luca. Nel frattempo durante la sua maternità molte cose erano cambiate. Due giorni dopo che Donatella scoprì di essere incinta anche la sua amica Simona seppe di essere incinta lo disse a Donatella che felice lo disse a me. Anche il marito di era felice e mi telefonò tutto contento e quasi stupito che gli eventi delle due amiche quasi coincidessero. Quei momenti di gioia aumentarono quando ebbi visione di cosa accadde la settimana successiva presso il noto appartamento. C’era Filippo con le puerpere che gli comunicarono, e lui condivise, che era finito il periodo delle pazzie; che sarebbero state delle buone mamme e mogli e dissero Filippo di disdire l’appartamento. Lo fece perché verificai di persona dal factotum. Quei otto mesi di attesa furono fantastici.
Durante la maternità per nostra tranquillità, non ne avevamo bisogno economicamente, Donatella ridusse il suo impegno lavorativo fino a cessarlo due mesi prima della nascita.
Era serena e felice come me. Adesso al terzo mese di luca era un po’ stanca. Il piccolo di notte ed anche di giorno la impegnava molto e lei gli si dedicava con pazienza ed amore.
Era stata una sua scelta accollarsi l’intera fatica del bimbo per lasciarmi libero di fare al meglio la mia lucrosa attività professionale; ciò non vuol dire che mi defilassi, solo che lei era molto più impegnata per il piccolo di me.
I contatti e le uscite con gli amici continuarono in quel periodo, ma senza affaticarci o fare follie.
Per il sesso nei primi mesi fu tutto regolare poi avvicinandoci al parto si ridusse per poi riprendersi normalmente da circa un mese. Non ha ripreso la pillola, dice che può fare male al latte del piccolo. Non sono preoccupato, sto attento, ed anche se arrivasse un secondo bimbo ne sarei contento
In questi ultimi tre mesi mia moglie ha perso il panzone e grazie anche ad una preventiva e poi successiva attività fisica il suo fisico è diventato ante maternità. Solo le tette, allattando il piccolo al seno, sono ancora molto sviluppate.
Il mio ufficio è al quarto piano proprio posto sopra l’appartamento in cui viviamo; per motivi fiscali non abbiamo fatto un collegamento interno.
Anni fa, essendo il mio uno studio professionale, ho pensato bene di allarmarlo anche con telecamere, ho fatto la stessa cosa per il mio appartamento facendo risultare un’unica spesa che ho portato in detrazione.
In remoto posso vedere cosa accade in casa ed in ufficio.
Per non dare fastidio a mia moglie che sta facendo delle notti infami per accudire il piccolo anche quando esco per lavoro poi salgo direttamente al mio ufficio e per sincerarmi che tutto andasse bene in casa, come al solito, mi collego via internet.
Tutto tranquillo. Mia moglie doveva essersi alzata da poco. Era in cucina che stava facendo colazione ed era ancora abbigliata come quando va a dormire. Indossa una mia t shirt bianca di quelle di cotone che uso per fare sport che le arriva sotto le ginocchia facendole da mini abito. Solitamente sotto indossa gli slip
Aveva i capelli ancora leggermente arruffati, per sua fortuna tenendoli corti a caschetto non sono poi così terribili a vedersi anche se non a posto
Non è alta, ma è fatta molto bene e non mi stanco mai di guardarla come un voyeur. Fortuna che lei non sa che anche l’appartamento è sottoposto a video sorveglianza. Pensa vi sia il solo sistema di allarme che viene attivato ogni volta si esca di casa.
Sentimmo il campanello alla porta. Io potei vedere prima di lei chi fosse. Mi venne un colpo. Era “occhialini tondi”. Che ci faceva lì?
Quando mia moglie lo vide allo spioncino fu allo stesso modo sorpresa ed aprì la porta chiedendogli: cosa ci fai qui? Non devi. E mio marito?
Lui: sono qui davanti da stamattina presto ed ho visto tuo marito uscire. Ieri l’ho chiamato per fissare un appuntamento con lui oggi, ma ha detto che non poteva poiché aveva un impegno fuori tutto il giorno. Ho aspettato un’ora per prudenza ed eccomi qui. Non mi fai entrare? E mentre lo diceva spinse la porta facendo spostare Donatella ed entrò.
Effettivamente aveva ragione. La mia segretaria ieri mi aveva passato un potenziale cliente, di cui non ricordo il nome, che mi aveva fatto la richiesta di incontrarmi ed io avevo rimandato proprio dicendogli quello che aveva detto “occhialetti tondi”,
Il furbo.
Effettivamente avevo una riunione a Brescia che doveva durare tutto il giorno ed ero uscito da casa molto presto, ma non ero ancora arrivato alla A4 quando tramite una telefonata mi han detto che per una urgente necessità la riunione era rinviata alla successiva settimana.
Non mi dispiacque, non avevo voglia di andarci e tornai a casa. “Occhialetti tondi” non mi aveva visto rientrare perché il garage è nel retro del palazzo e si accede da una altra via; poi dai garage c’è un ascensore di servizio che ti porta ai piani.
E adesso?
Mia moglie: va bene Francesco ( allora lo conosceva, io ero ancora fermo a Fra e non sapevo di cosa fosse il diminutivo), mi hai visto, adesso te ne puoi andare.
Lui con un ghigno malefico sul viso: io rimango se non vuoi che tuo marito e altri sappiano chi è il papà del piccolo.
Mia moglie diventò bianca in viso come fosse prossima a svenire.
Ed io elaborai. Allora non era finita la storia con “occhialini tondi”. Forse lo vedeva da un’altra parte e gli altri non sapevano
Ma come faceva ad essere certo che il figlio non fosse mio?
Lo guardai per la pima volta bene; in fondo l’avevo visto solo su quel video. Era più grosso di quanto pensassi. Grosso e robusto. Le mani sembravano piccoli badili. Portava ancora gli occhialini e aveva un aspetto trasandato e sporco.
Intanto “occhialini” con passo arrogante si faceva avanti nell’appartamento curiosando, seguito da vicino dalla mia mia silenziosa ed atterrita moglie.
Bella questa casa, era la prima volta che ci entrava, ed entrò nella cucina. Ah, stavi facendo colazione. Un the lo prendo volentieri anch’io e senza invito si accomodò al tavolo. Sparapanzato sulla sedia appoggiò il suo zainetto a terra.
Quasi a rispondere alla mia mentale domanda: pensi abbia dimenticato quando mi hai detto che volevate un figlio e che per una settimana di seguito, approfittando che tuo marito fosse all‘estero, abbiamo fatto sesso senza protezione? Ho fatto i conti con la data di nascita del piccolo e tornano alla perfezione., ma se hai dei dubbi facciamo un bel test del DNA e vediamo chi è il padre.
Mia moglie scuoteva la testa e diceva: no no no, io non volevo; mi obbligavi.
Si, forse è vero, ma ti piaceva.
Anche io pensavo: era vero. Ero stato una settimana a Londra per lavoro. Aiutato dalla mia calcolatrice da tavola feci i conti delle settimane, coincidevano o meglio poteva essere vero che Luca fosse stato concepito in quella settimana e che “occhialini tondi” fosse il padre.
Ascoltavo i dialoghi tra i due.
“occhialini”: adesso fammi un the e poi vieni da me.
Lei non disse nulla, ma in silenzio gli preparò il the.
Se la guardava con un sorriso compiaciuto tra le labbra mentre gli preparava il the. Donatella era di spalle e lui la guardava con sguardo rapace.
Quando il the fu pronto gli andò di fianco mettendolo sul tavolo. Lui colse l’attimo per infilarle la mano dietro, sotto la maglietta. Si vedeva bene la forma della sua manona, sotto la maglietta, poggiata sul culo di mia moglie .
Hai sempre un bel culetto.
No. Lasciami
Laura provò a divincolarsi, ma…
Ferma. Pensa alle conseguenze…. e mia moglie lasciò fare.
Vedevo la sua mano muoversi sotto la maglietta. Poi la fece spostare contro il tavolo per essere più comodo e sempre da seduto , aiutandosi con l’altra mano, le fece scendere gli slip ai piedi. Poi le sollevò prima un piede poi l’altro facendoli spostare a terra.
Poi torno con la mano al culetto. Adesso sono più comodo. Bella questa fighetta è come la ricordo e nel mentre deve averle infilato un dito dentro.
Un po’ stretta, deve essere un po’ che non la usi bene. Vero?
Mia moglie: lasciami, non voglio.
Lui mi parve un po’ incazzato.
Visto che non collabori e fai la stronza, mentre mi gusto il tuo the, tu ti gusti il mio uccello. Vai sotto il tavolo e fammi un pompino
No, non voglio
Non insistere, sai che è peggio…
Mia moglie affranta, le lacrime che scivolavano sul viso, si inginocchiò ai suoi piedi. Lui: no così, sotto il tavolo. Devo bere il the… e lei si mise in ginocchio sotto il tavolo in corrispondenza delle gambe aperte di “occhialini”.
Prima gli slacciò i pantaloni e gli abbassò un po’ gli slip per far uscire il molle pene che dopo i primi contatti con le mani di Donatella iniziò a crescere.
Come un boa che si alza piano piano emerse in tutta la sua lunghezza. Non me ne ero accorto nel precedente video. Era lungo e largo.
Quando il cazzo di “occhialini” fu al culmine Donatella dovette usare le due mani per tenerlo e poterlo avvicinare alla bocca.
Con diligenza cominciò a leccarlo e a succhiarlo mentre lui sorseggiando il the:
brava troia, vedo che non fai dimenticato come si tratta un cazzo vero; continua così che poi ti apro la sorca e culo come tuo marito non saprà mai fare.
Mia moglie non parlava e continuava a succhiargli il cazzo e con le due manine contemporaneamente lo segava
Vedevo il viso piaciuto di “occhialini” che si godeva il trattamento.
Ma ad un certo momento lui mise la mano sotto il tavolo ed allontanò la testa di mia moglie dal cazzo. Ehi, non vorrai mica farmi venire così?
Usa solo la lingua e non dimenticarti delle palle.
Per questo sollevò leggermente il culo dalla sedia per far cadere i pantaloni in basso e dare pieno accesso al suo cazzo a Donatella.
Vedevo la bocca di mia moglie scorrere sul suo cazzo e la lingua leccarle il tronco ed i coglioni. Ogni tanto succhiava le palle o il glande
Lui gradì il servizio fino a che non le disse basta.
La allontanò e si alzò in piedi. Le disse: esci da lì sotto.
Poi la prese come un fuscello e la fece sedere sul tavolo. Gentilmente la spinse indietro e mia moglie si trovò la schiena sul tavolo e le gambe sospese nel vuoto.
La maglietta le era risalita lasciandole scoperto il ventre e la bionda passera era lì.
Si mise le gambe di lei a compasso sulle spalle e le ricambiò il servizio.
Ma si fermò a breve. Le disse: non sei aperta abbastanza. Adesso provvedo.
Aveva ancora il cazzo in tiro e non ebbe difficoltà ad appoggiarlo all’intima apertura di mia moglie che in quel momento mi apparve assente come nel famoso video.
Utilizzò il glande per aprirle le “grandi labbra” e poi con piccoli consecutivi scatti in avanti, pian piano si fece strada in lei. Fu un ingresso “morbido”. Mia moglie si stringeva le labbra e si puntellava al tavolo con le mani. Lentamente l’uccello sparì nella sua vagina per poi riemergere alla vista sempre lentamente. Fece alcuni passaggi” così fino ad estrarlo definitivamente.
Adesso è aperta bene e posso “lavorarti” come mi piace.
Effettivamente alla vista c’era un piccolo vermiglio tunnel.
“Aprì” la lingua come fosse quella di una mucca e le leccò con ingordigia la figa. Immerse un dito nell’ano e la doppia azione fece impazzire di piacere mia moglie che adesso non stava più in silenzio. Gli aveva messo una mano sulla testa, ma non lo allontanava, gliela spingeva sulla passera per farsela “mangiare” ancor più.
No, non voglio, ma intanto si spingeva verso la sua bocca. Aahh siii ,no, si, per concludere con un vengoooo
Il dito che le martellava l’ano e l’azione combinata con la lingua le fece avere un orgasmo travolgente.
Lui soddisfatto rialzò il viso dalla passera di lei, era tutto bagnato.
Allora ti piace ancora…
Si risedette mentre con la mano la tirò a sè.
Mia moglie si ritrovò seduta sulle sue gambe con la bocca contro la sua. La lingua di lui si fece largo nella bocca di lei che ancora esausta dal piacere provato non fece alcuna resistenza.
Il cazzo di lui che si era sopito dovette riacquistare velocemente le sue eccitate dimensioni.
Allora la alzò per i fianchi e mentre lei cercava di protestare: no, non voglio, mi fai male; le puntò il cazzo alla passera e piano piano la fece scendere impalandola.
La limonava mentre il cazzo piano piano spariva dentro la sua vagina.
Mia moglie a fatica arrivava sfiorare con i nudi piedi il pavimento e fu lui, gestendola per i fianchi, dopo che la vagina di mia moglie si fu assestata intorno al suo cazzo, a farla andare su e giu. Al terzo movimento la bocca di mia moglie si apri alla ricerca di aria. Era impalata e godeva di quel grosso cazzo che la trapanava.
Lui le rimise la lingua in bocca ed adesso lei ricambiava muovendo la lingua intorno a quella di lui mentre lo abbracciava strettamente.
Questa impalatura durò almeno dieci minuti. Lui la manovrava come una bambola e doveva avere le braccia forzute per riuscire per così tanto tempo a sollevarla
Poi staccò la bocca da lei e le disse a: arrivo. Lei doveva sapere cosa significasse perché disse: no, non dentro, non sto prendendo nulla.
E lui: si ,si dentro e …si ferma. Stava aspettando qualcosa.
Doveva essere una cosa conosciuta per lei. Lui continua a guidarla per i fianchi ma adesso è lei che con fatica poggiando solo le punta dei piedi sul pavimento si alza e si abbassa sul cazzo di lui sino a che lui dice: vengo; e lei , con mia sorpresa, anch’io e si lascia cadere per l’ultima volta sul cazzo di lui. Dal viso di Occhialini vedo come sta godendo e come le sta riempendo di sperma la vagina, ma anche lei ha il viso orgasmato
Poi rimangono fermi, il capo di mia moglie poggia sul petto di lui
Facendo uno sforzo Donatella si alza, vedo il cazzo di lui scivolare fuori da lei. Mia moglie si inginocchia tra le gambe di “occhialini” e con la lingua gli ripulisce il cazzo della loro sborra. Poi si risiede su lui
Dopo un po’ la quiete viene interrotta da lui.
Non ho molto tempo andiamo sul letto che è meglio. Lo sguardo di mia moglie dice tutto, ossia niente.
Lui dice: guidami. La prende per mano e lei lo porta alla nostra camera da letto.
Perché non ti metti quegli stivaletti che mi piacciono tanto? Quelli aderenti.
So quali sono. Sono quelli neri che attillati alle gambe arrivano sopra il ginocchio. Anche a me piacciono molto e mi arrapano quando li mette. La fanno troietta e sexi.
Non vi sono commenti , Donatella va a prenderli e li mette davanti a lui
Era bellissima con soli gli stivali da Isabelle de Frissac e la mia maglietta.
Così mi piaci esclamò” occhialini”: troia ed angelo
Stenditi sul letto e fammi vedere la fighetta Apri bene le gambe che voglio vedere bene come stà questa sorchetta
La sorchetta era leggermente aperta ed arrossata ed ancora bagnata dai loro umori
Ho qui un regalino per te e dallo zainetto che aveva portato con sé prende qualcosa.
E’ un oggetto a forma di cazzo è un dildo
Glielo fa vedere. Lei non è più di tanto sorpresa, non deve essere una cosa nuova per loro. Le dice: non è la solita cosa, è speciale. Guarda, e le fa vedere. Intanto si può regolare la lunghezza e poi è automatico, non vibra soltanto e non bisogna farlo andare su e giù con la mano, fa da solo.
Infatti toccò qualcosa ed il dildo si allungò e si ritrasse simulando i movimenti della scopata.
Prima che mia moglie potesse connettere e dire, era già tra le sue gambe e con una leggera spinta glielo aveva infilato in figa attivandolo. Vedevo questo cilindro sparire nella vagina di mia moglie e poi uscirne senza che alcuno lo toccasse. Lui le teneva per le mani impedendole di toglierlo. Gliele tenne finché non la vide agitarsi, ma per il piacere
Allora le la lasciò le mani ed andò a mettersi di fianco a lei all’altezza del suo viso. Intanto che scopi con lui puoi farmi un pompino le disse.
La bocca di mia moglie si impegnò a lungo per soddisfarlo. Come si apriva per succhiarlo e risucchiarlo. Che sguardo libidinoso aveva.
Infine lui si sottrasse a quel piacevole gioco portandosi tra le sue gambe
Armeggiò il dildo. Dovette cambiare la lunghezza della penetrazione che adesso doveva arrivarle a toccarle il fondo utero perché mia moglie sobbalzò sul letto; no, no così, no, è troppo. Lui rise e glielo tolse, ma si stese su lei sostituendolo il dildo con il suo cazzo.
Questo è caldo e sicuramente ti piace di più, no troietta?
Lei bofonchiò un si.
i piace di più e poi finalmente posso dedicarmi alle tue tettone. Le sollevò la maglietta portando allo scoperto le sue gonfie tette e mi sembrò di vedere il piccolo succhiarle il latte, ma la sua bocca era molto più grossa ed i suoi risucchi più violenti. Mia moglie si lamentava ed in breve i capezzoli erano irti e le tette rosse, infiammate, dal gran succhiare
Ma il cazzo di lui accompagnava allo stesso modo le poppate
Le gambe di lei, gli stivali di lei, erano intorno sai fianchi di lui che le dava delle gran pompate facendola gridare. Non era dolore, era piacere
Le lasciò le tette portando bocca e lingua a quella di mia moglie che sembrava lo attendesse. Le bocche erano fuse mentre lui le pompava con velocità incredibile la fighetta.
Vedevo le gambe di lei intorno alla schiena di lui sollevarsi sempre più in alto come per reazione al suo trivellare.
Credevo fosse giunto il momento epico, ma lui si spostò di lato uscendo da lei.
Si mise supino su letto invitandola a sedersi su lui.
Lei prese il cazzo con una mano e mentre si calava su lui lo guidò nella sua vagina. Scese lentamente per non farsi del male; penso fosse spaventata dalla possibilità di sentirlo battere a fine utero. Era quasi tutto dentro; una parte, palle comprese, rimaneva fuori dalla vagina.
Parve come una cavallerizza che “battesse” la sella. La vista virtuale di una cavallerizza era data da quei lunghi erotici stivali neri.
Lo sguardo di lui, ed anche il mio, spaziava su mia moglie. Eravamo “presi” dalla vista della sua vagina che si riempiva risucchiando il suo cazzo, mentre lei scendeva, per poi aprirsi mentre si risollevava; dalle tette che ballavano con movimento ipnotico ai suoi movimenti ed infine dal suo viso. Aveva un viso sudato, tirato,che esprimeva piacere, bellissimo.
Ad un certo momento mia moglie dovette interrompere la cavalcata; seppur andasse in palestra non era certamente allenata per quel faticoso “esercizio” e si fermò stremata ed ansante su lui, con il coso di lui ben piantato in lei.
Allora lui la ribaltò tornando nella precedente posizione.
La trivellò a fondo senza pietà. Mia moglie aveva nuovamente alzata le gambe e le messe intorno ai fianchi di lui come per smorzargli i “colpi”. Lui spingeva, spingeva e lei non resistette: no, così mi ammazzi, mi sfondi ,no, no, ma lui continuò ed i no cessarono. Si strinse a lui. La sua bocca prese quella di lui. Lo baciava come ad invitarlo ad essere più dolce, ma all’improvviso per me, disse: godo, vengo. Sborra, riempimi, muoio. Mentre parlava le gambe caddero dai fianchi di lui che stava grugnendo come un maiale e che infine crollò su lei, mentre lei a bocca libera gemeva il suo ultimo sospiro di godimento. Lui non emise particolari suoni; il suo corpo parlava per lui. L’aveva nuovamente inseminata.
Rimasero immobili per un po’. Doveva riprendersi il porco steso su lei. Poi il maiale guardò l’orologio: cazzo è tardi, ho un impegno, devo scappare, accompagnami
Mentre si rivestiva: da quando non ti facevi una scopata così?
Lei silenzio
Certo quando si provano certi cazzi quello del marito non basta più. Che classe. Lei sempre silenzio
Finalmente fini di vestirsi e si fece accompagnare da mia moglie alla porta. Quando la aprì per fortuna non c’era alcuno dei vicini sul pianerottolo. Come avrebbe potuto giustificare una mise così erotica, maglietta e stivali, con uno sconosciuto al fianco?
Sulla soglia della porta la abbraccia e le ricaccia la lingua in bocca. Poi toccandola dietro: per questa volta non mi sono occupato del tuo culetto, avevo troppa voglia della tua fighetta. La prossima volta ci occupiamo anche di lui. Preparati. Ti chiamo.
Ed andò.
Mia moglie tornò alla camera da letto e mestamente, doveva essere passato il momento di eccitazione, si tolse gli stivali e la maglietta e poi andò in bagno. Si guardò allo specchio e si toccò le martoriate tette, poi con una mano si toccò la sballottata passera. Inserì un dito e ne estrasse ancora residui di sperma
Schifata si sciacquò la mano e poi entrò nella doccia. Chissà cosa pensasse?
Fortuna che il piccolo aveva continuato a dormire. Fortuna?
Rimasi a riflettere: sarebbe staro un ricatto infinito e bastardo com’era avrebbe potuto coinvolgere anche me.
Questa storia doveva finire. Mentre pensavo presi, quasi inconsciamente, in mano dal cassetto la mia, denunciata, pistola. Sapevo come procurarmene una “pulita” e intanto pensavo come….
Scoprii che aveva un’attività professionale in proprio. Non fu difficile attrarlo ad un appuntamento paventando una richiesta di attività. Lo attesi in una zona poco battuta alle porte di Milano presso un parco/campagna. Come fu sorpreso alla mia vista.
Di lui ebbi notizia attraverso un trafiletto sul giornale una settimana dopo il nostro incontro. Non sapevano ancora il suo nome. Era stato trovato da un cercatore di funghi lungo il greto di un fossato nascosto dalla vegetazione.
Si parlava di un possibile omicidio senza specificare altro.
Non ebbi più notizie di lui.

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