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Racconti Erotici Etero

Monica l’amica di mia madre

By 26 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Era il giorno del 50′ compleanno di mia madre e mio padre aveva fatto le cose in grande organizzando una grande festa in un locale, invitando parenti ed amici.
Era già tardi, molti se ne erano già andati, quando mia madre mi chiese di riaccompagnare a casa Monica, una sua amica, che era venuta sola perché suo marito un architetto molto noto in città, era via per lavoro. Sicuramente si era accorta che Monica ci aveva dato dentro con l’alcool. Accettai senza battere ciglio, quando mi capitava un’altra occasione per guidare una Porsche.
Monica non era ubriaca da stare male ma era completamente partita, rideva, faceva discorsi senza senso ed era decisamente malferma sulla gambe. Dovemmo faticare per riuscire a farci spiegare come si spegneva l’antifurto e mia madre mi disse che quando fossimo stati in casa sua, avrei dovuto sdraiarla sul letto o sul divano e coprirla e di rimettere l’antifurto quando uscivo.
Seduta sul sedile di fianco lei si addormentò subito ed io ne approfittai per fare un largo giro”che macchina la Porsche, arrivati a casa sua parcheggiai con cura e accompagnai Monica in casa sorreggendola. Avrei voluto mollarla li sul divano del salotto, ma lei biascicando mi chiese di accompagnarla in camera al piano sopra, dove si buttò sul letto. Aveva gli occhi chiusi,ma rideva e borbottava frasi senza senso’era veramente alticcia.
Recuperai una coperta e mentre la stavo coprendo pensai che sarebbe stato meglio se gli avessi tolto almeno gli stivali ed il giaccone. Fu una operazione, complicata perché lei non collaborava. Sarà stato perché anch’io avevo bevuto qualche bicchiere di troppo, ma mi venne la voglia di spogliarla un po’ di più. Monica ha un paio d’anni meno di mia madre, però è veramente una bella signora, molto ben messa; sicuramente grazie anche a qualche aiutino estetico.
Mentre le sfilavo la gonna controllavo le sue reazioni, niente, aveva un sorriso da sbronza stampato sul viso e se la fece togliere senza protestare. Aveva due belle gambe con le cosce snelle, fasciate in un collant velato che ombreggiava le mutandine color prugna, trasparenti che lasciavano intravedere un cespuglio folto e curato.
A questo punto decisi che mi ero spinto un po’ oltre e la coprì e feci per andarmene quando con la sua voce da sbronza mi disse:
– Dove vai? Perché ti fermi? ”’continua. –
Mi guardava con due occhi appannati, aveva gettato via la coperta e mi allungava una mano per invitarmi ad avvicinarmi. Rimasi li di stucco, non sapevo cosa fare, ma lei agitò la mano per farmi avvicinare e, quando gli arrivai a tiro, me la posò sul pacco:
– Cosa c’è qua? Un bel cazzo giovane, vigoroso. Come vorrei essere scopata da un bel coso così. –
Il cazzo si gonfiò immediatamente lei se ne accorse e continuò ad accarezzarmelo. Lentamente Monica mi sfilò la camicia e iniziò a baciarmi il torace. Con la lingua iniziò a dare delle lunghe leccata ai capezzoli alternandole anche a piccoli morsi anche decisi. L’eccitazione oramai era alle stelle e Monica mi aprì la cerniera facendolo uscire duro come il marmo. Con la delicatezza ed esperienza cominciò prima a massaggiare il pene e poi i testicoli, dopo qualche minuto di questa estenuante “tortura” finalmente Monica abbassò la bocca sul sesso, rimase ferma per un attimo, poi scese lungo l’asta accogliendomelo nella sua calda bocca e quindi iniziò lentamente a succhiarlo.
Ai movimenti col capo accompagnava delle sapienti carezze con le mani che mi facevano sussultare. Monica era eccezionale e continuò senza sosta finché non venni esplodendo e riempiendole la bocca.
Rimasi immobile, stordito; mi sembrava così inverosimile, stentavo crederci ed eravamo solo all’inizio.
Monica aveva delle mani di fata e riaccese immediatamente la mia eccitazione.
Mi fece stendere sul letto e lentamente e voluttuosamente si spogliò, solo i fianchi ed un accenno di pancetta mostravano i segni del tempo. Il chirurgo aveva fatto bene il suo lavoro ed il seno era pieno sostenuto.
Continuò il suo gioco di mani fino a quando il mio sesso non fu nuovamente duro e quindi si mise a cavalcioni e dopo essersi aperta le labbra della figa con due dita, vi fece scivolare dentro il mio cazzo in un sol colpo.
Iniziò un movimento lento con il bacino, e iniziò a godere come una forsennata. Aumentò il ritmo ed io cercai di farla rallentare mettendole due mani sul sedere e dettando il ritmo, ma fu tutto inutile. Rapidamente Monica venne ed ebbe un orgasmo violento che la fece urlare, poi cadde sfinita su di me, alitandomi addosso vapori d’alcool e lasciandomi a metà strada.
Ci vollero alcuni minuti prima che si riprendesse, mi era addirittura venuto il dubbio che si fosse addormentata. Poi senza dire nulla si alzò e un po’ malferma sulle gambe andò in bagno, lasciandomi sul letto indeciso sul da farsi. Aspettai qualche attimo, entrai anche io in bagno, era seduta sul bidet . Mi avvicinai e lei che vedendomi ancora pronto me lo prese di nuovo in bocca e quindi se le mise tra le tette facendomelo pulsare di piacere.
Ritornammo in camera Monica si era distesa sul letto a pancia sotto, la testa piegata di lato e con le mani massaggiava il seno. Mi misi a cavalcioni della donna e iniziai a massaggiarle la schiena, cosa che Monica dimostrò subito di apprezzare. Seduto sulle sue cosce, ripensai al secondo orgasmo che mi era rimasto in canna e contemporaneamente iniziai a fissare il sedere della donna, che le mie mani scesero ad accarezzare. Con le dita mi intrufolai nel solco delle natiche e cominciai insistentemente ad accarezzare il suo buchino:
– Ma che fai? Vorresti mettermelo dietro? E’ tanto che non lo faccio così…vai in bagno sotto le specchio c’è un flacone d’olio –
Non me lo feci ripetere due volte e in un lampo ero di ritorno con l’olio, e lubrificai per bene l’ano di Monica.
Si sollevò sulle ginocchia offrendomi il suo culo. Confesso che era la prima volta che sodomizzavo una donna e sicuramente fui maldestro, perché dopo aver puntato il cazzo all’ano, lo spinsi dentro in un sol colpo.
Monica lanciò un urlo di dolore:
– Che fai? Così mi sfondi!-
Rimasi fermo, bloccato dal terrore di averle fatto davvero male, ma era troppa la libidine che mi assalì. Per la prima volta in vita mia stavo inculando una donna e cosi cominciai a muovermi dentro di lei.
Lei boccheggiava non sapevo se di dolore o di piacere, poi prese ad insultarmi:
– Sei un porco, un pervertito’.mi hai sfondato il culo –
quando il piacere, il godimento presero il sopravvento sul dolore inizio ad incitarmi:
– Fammi sentire il tuo cazzo…tesoro, tesoro’fammi godere –
allungò il braccio tra le gambe e prese a masturbarsi, mentre io spingevo sempre più forte. Fui colto da un raptus e cominciai a schiaffeggiarle le natiche con violenza:
– Ti piace troia’godi a farti sfondare’che vacca che sei-
ad ogni mio colpo, il sedere di Monica sembrava scosso da un terremoto.
– Si bambino’mi piace da morire’continua, sfonda questa vecchia baldracca –
le venni dentro mentre lei si accasciava mordendo il cuscino. Quando tolsi il cazzo il suo culo emise un flop, andai in bagno e quando tornai era ancora distesa con il culo oscenamente dilatato:
– Ragazzo, quando si sodomizza una donna lo si fa con delicatezza. Mi hai spaccato in due’ho un bruciore atroce –
– Scusami, ma era la prima volta’credevo ti piacesse –
– Un po’ meno violentemente e mi sarebbe piaciuto di più’va beh passerà-
Quella sera ci lasciammo con l’accordo che mi avrebbe insegnato ad incularla meglio”e devo dire che non mi insegnò solo quello. Se sono diventato un raffinato cultore del sesso lo devo soprattutto a lei.

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