Skip to main content
Racconti CuckoldRacconti Erotici Etero

Mostrare la propria moglie

By 18 Luglio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Giancarlo, 42 anni, felicemente sposato con Marta, una bella donna di 34 anni. 1 metro e 75, capelli ricci, una terza di seno e dei fianchi leggermente larghi che però preludono ad un culo che a pecorina può fare impazzire.
La nostra vita sessuale &egrave soddisfacente, soprattutto perché Marta, pur essendo molto pudica, a letto &egrave solitamente disponibile, grazie anche alle gravidanze durante le quali ha iniziato ad ingoiare e a concedermi il sesso anale che prima era precluso.
Sono sempre stato un tipo molto geloso, ma sono anche un gran porco e negli ultimi anni qualcosa &egrave cambiato.
Durante l’allattamento lei scherzava spesso sul fatto che era bello avere due tettone enormi e gonfie e che dovevo godermi il momento: fu un gioco quello di fotografargliele e di farle qualche scatto di nudo integrale. Ma nel tempo, riguardando quelle foto mi resi conto di come quelle immagini mi eccitassero e mi trovai spesso a masturbarmi guardandole.
Una sera, mentre ero a letto e leggevo notizie sul cellulare, Marta mi passò davanti nuda, appena uscita dalla doccia e si mise a cercare della biancheria. Mi venne spontaneo di fotografarla senza dirglielo. Quello scatto rubato mi diede una scossa incredibile, tanto che nelle settimane successive cercavo di farne il più possibile.
Una sera, mentre ci baciavamo e toccavamo prima di fare sesso, Marta mi chiese se avessi delle fantasie o qualcosa che mi avrebbe eccitato in particolare.
Ci pensai un attimo, poi feci finta di vergognarmi a parlarne.
‘Ma dai, dimmi’, mi incoraggiò.
‘Le foto del tuo seno mi piacciono molto e’ no, dai, lascia perdere’.
‘Ma smettila, sciocco. Dimmi’.
‘Mi piacerebbe farti delle foto nuda’ ma non te lo volevo dire per non farti pensare male”
‘Ma sei mio marito, tranquillo’, mi rassicurò. ‘E come vorresti fotografarmi?’, chiese mettendo le mani dietro la testa e rimanendo completamente supina con la camicia da notte.
‘Posso?’, le chiesi eccitatissimo.
‘Certamente’, mi rispose sorridendo.
‘Allora mi piacerebbe fare una foto così’, le dissi sollevando la camicia da notte fino all’ombelico e scoprendo il pelo della sua fica.
Feci la foto in preda ad una eccitazione mai provata, ma non sapevo cosa mi stesse per capitare.
‘Vuoi farne una anche così?’, mi chiese sollevandosi e mettendosi a pecorina.
Stavo rischiando di perdere il controllo. Marta che si metteva a pecorina per farsi fotografare? Le piazzai una mano su una natica per aprirle le chiappe il più possibile e scattai due foto, inserendo nella seconda anche il mio cazzo duro puntato tra le sue gambe.
‘Adesso basta, però, non esageriamo’, mi disse spegnendo la luce.
La abbracciai da dietro premendole la cappella contro le grandi labbra e dopo poco iniziai a penetrarla con una foga mai provata prima.
Nei giorni seguenti ne parlammo, lei mi spiegò che non le fregava molto delle foto ma che non dovevo esagerare. In effetti non capitò molto spesso che si lasciasse ritrarre, ma quando lo faceva ci metteva impegno per eccitarmi.
Il mio soggetto preferito era il suo culo, che poi provvedevo sempre a scopare con ardore.
Guardavo e riguardavo quelle foto e spesso mi masturbavo mentre lo facevo. Provavo emozioni nuove e non tardò a presentarsi nella mia mente un’idea che non avrei mai pensato.
Da anni su chat private parlavo di sesso, mi mostravo in cam a donne che ricambiavano o a uomini che volevano vedermi masturbare su foto della propria donna e mi chiesi come sarebbe stato essere nei loro panni, vedere un cazzo sborrare sul primo piano del culo di Marta, osservare l’aumento di velocità di una mano lungo l’asta nel passare da una immagine hot ad una molto più esplicita della sua fica o dei suoi capezzoli.
Iniziai timidamente a mostrarla, evitando accuratamente che si vedesse il viso e senza inviare le foto ma facendole vedere solamente tramite la condivisione degli schermi.
Rapidamente si creò una folta schiera di ammiratori, più o meno dotati ma tutti molto porci e prodighi di complimenti come ‘puttana’, ‘bella troia’, e di descrizione di come se lo sarebbero fatto succhiare e di come l’avrebbero inculata senza riguardi.
Io osservavo su metà schermo la nudità di mia moglie e sull’altra metà questi cazzi pulsanti, ascoltando o leggendo i commenti del porco di turno. E mi masturbavo.
Arrivai a comprare delle spy cam che disseminai in casa per riprenderla nuda ed avere sempre più materiale, ma facevo fatica ad utilizzare quei video perché erano integrali e le si vedeva il volto.
Finché non conobbi Matteo.
Ci sentivamo da tempo, lui aveva passato i 60 ed era sposato con Paola, una bella porcona di cui possedeva una folta galleria fotografica di nudo creata negli anni precedenti e che aveva mantenuto la predilezione per i grossi cazzi gonfiabili.
Mi aveva mostrato più volte foto e video della sua troia, manifestandomi il suo sogno di farmela scopare, usare come se fosse la mia personale puttana.
Con Matteo si era instaurato un rapporto di tale fiducia che un giorno iniziai a mostrargli Marta integralmente.
Matteo, da gran porco, gradiva, ma era anche un gran signore e pertanto i suoi apprezzamenti erano sempre gentili, tranne quando lo incitavo ed allora svestiva i panni dello stimato professionista per indossare quelli del maiale incallito.
Mostrare a lui mia moglie senza alcun pudore era diventata la mia droga, avevo abbondanti eiaculazioni mentre lui la guardava e quando a casa la scopavo cercavo sempre di riprenderla o fotografarla di nascosto.
Ma volevo andare oltre e per questo avevo bisogno che Marta fosse ancora più disponibile…
Ogni mattina, appena arrivato in ufficio, collegavo la cam al computer per controllare la qualità dei filmati effettuati. Purtroppo il risultato, soprattutto per le riprese serali, non era soddisfacente. Si trattava di un oggetto di scarsa qualità, ottimo in condizione di luce diurna, ma pessimo con scarsa illuminazione e Marta preferiva le luci molto basse se non spente per scopare. D’altra parte, era stato un timido tentativo e comunque qualche ripresa buona l’avevo effettuata.
Come quando ero entrato nel bagno con la cam nascosta nel pugno e mi ero piazzato dietro Marta che, nuda, si metteva la crema in viso. La toccavo per provocarla, ma in realtà con una mano le aprivo le labbra e con l’altra riprendevo il tutto.
Certo, erano riprese mosse, non di gran qualità e alla lunga mi stufarono.
Decisi, quindi di comprare una microcamera in grado di riprendere anche al buio e feci un piccolo investimento.
Due sere dopo l’arrivo della microcamera e dopo due tentativi andati a vuoto ero a letto con Marta e le luci erano accese. Iniziai a provocarla e fui fortunato. Il mio scopo era farglielo prendere in bocca e metterla a 69 in modo da poter sfruttare le luci per riprenderla da dietro con il cellulare senza rischiare di essere visto, essendo lei impegnata con il mio cazzo.
Forse perché da qualche giorno non lo facevamo, lei ci mise molto impegno ed io ne approfittai per riprenderle bene il sedere bene aperto, penetrandoglielo con il dito e facendo qualsiasi porcata mi venisse in mente.
Quando si tirò sù feci appena in tempo a cacciare il telefono sotto il cuscino.
‘Spegni la luce’, mi disse.
Pensai fosse un peccato quando la vidi impalarsi sul mio cazzo volgendomi le spalle e lasciandomi la visione del suo culo e della mia asta che spariva ritmicamente tra le sue gambe. Avrei voluto riprenderla ma la delusione passò presto quando iniziai a scoparla con più forza e soprattutto quando lei, in ginocchio, iniziò letteralmente a saltellare sul mio cazzo.
Dopo un po’ la feci mettere a pecorina avendo cura di posizionarla a favore della camera che speravo stesse riprendendo. Sempre con questa speranza, prima di riprendere a scoparla le divaricai bene le chiappe per qualche secondo e poi iniziai a fotterla con tutta la forza di cui disponevo.
Fu un rapporto bellissimo. Alla fine, quando tornai dal bagno dopo essermi lavato, avevo nuovamente il cazzo duro al pensiero di cosa avrei potuto vedere il giorno seguente sul computer.
La notte passò molto lentamente, troppo per la mia impazienza.
Il mattino dopo, in ufficio, collegai il cavo dalla macchina al computer ed aprii il file, mandandolo avanti in un punto imprecisato. Restai sbalordito.
Sullo schermo, Marta, a poco più di un metro dall’obiettivo, ingoiava avidamente il mio cazzo accompagnando il movimento della bocca a quello della mano destra. Dietro, il mio telefono le riprendeva il culo (riprese che già avevo visto e di cui ero già soddisfatto).
Poi la luce si spense ed in un attimo lo scenario passò per un istante ad una ambientazione non definita, per poi mostrare in maniera sufficientemente delineata il nostro letto, le mie gambe e soprattutto il corpo nudo di Marta che, busto eretto, offriva all’obiettivo la visione dei peli pubici e poco dopo il saltellare ritmato delle sue tette.
Riguardai tutta la scopata dall’inizio aspettando che Matteo si collegasse.
‘Ciao’, mi scrisse poco dopo
‘Buongiorno’, gli risposi.
Prima che potessi annunciargli qualsiasi cosa, mi disse raggiante che durante l’ultimo rapporto con la moglie, questa aveva confessato di sentirsi eccitata all’idea di ricevere attenzioni da una persona più giovane ma che erano cose di cui non parlare perché solamente fantasie.
‘Adesso che la porcona ha confessato, posso iniziare a lavorare per fartela scopare’, mi scrisse soddisfatto.
‘Benissimo – risposi, sinceramente eccitato dall’idea di mettere le mani su quella zoccolona di sua moglie – ma c’&egrave qualcosa di più importante. Sei solo?’
‘Sì, perché?’
‘Allora mettiti comodo e goditi lo spettacolo’, gli dissi.
Feci partire prima il video fatto con il cellulare e poi quello fatto con la microcamera.
‘Non ci posso credere, che splendore!’, commentò guardandomi inculare Marta con due dita e prendendosi il cazzo in mano nel vederla spompinarmi.
Fu incredibilmente bello guardarlo osservare senza parole quello spettacolo. Venne nel momento in cui, con Marta a pecorina, iniziavo a scoparla tenendole con una mano un seno e dandole qualche pacca sul culo con l’altra.
‘Questa ripresa &egrave splendida!’, mi disse pulendosi.
‘Sì, ma sarebbe ancora più bello se potessi scopartela tu, che ne dici?’
Quelle parole mi vennero fuori con sincerità. Mi fidavo di lui e sapevo che nelle mani di un porco Marta avrebbe goduto come e magari più che con me.
‘Alla mia età l’idea di scopare una donna come tua moglie &egrave sempre un sogno, ma non credo che lei ci stia’.
‘No, hai ragione – commentai amaramente – bisogna che qualcosa cambi’… Come vi ho già detto, sono un porco e negli ultimi anni ho iniziato una relazione con Alessandra, una vecchia amica con cui in passato avevo avuto un piccolo precedente. Tutto &egrave successo una sera in cui io e Marta eravamo andati a cena da lei per il compleanno del suo ragazzo. Era una cena molto informale, ognuno di noi aveva portato qualcosa: una volta tornati a casa, Marta si accorse di aver scordato di riprendere una teglia che gli sarebbe servita il giorno successivo e mi chiese di tornare a prenderla.
Arrivato sotto casa di Alessandra vidi il suo ragazzo uscire dal portone e quindi suonai sapendo di trovarla sveglia. Mi aprì senza neppure chiedere chi fosse e quando aprii l’uscio che aveva lasciato accostato me la trovai davanti in intimo mentre si sistemava i capelli per la notte.
‘Occazzo’, esclamò cercando cosa indossare per coprirsi.
‘Scusa, mi hai aperto subito e non credevo di trovarti così’…
‘Per forza, pensavo fosse Andrea. Ma almeno smetti di fissarmi, no?’
‘Falla finita – le dissi – lo so come sei fatta. E devo dire che passano gli anni e continui ad essere fatta molto bene’.
Alessandra smise di cercare di coprirsi, convenendo che in effetti conoscevo già il suo corpo.
Le spiegai il motivo del mio ritorno e lei corse a prendere la teglia in cucina. Sentivo acqua scorrere e mi affacciai alla porta, vedendola intenta nel pulirla.
‘Ma non ti preoccupare, facciamo noi domani’, le dissi, focalizzandomi poi sul suo sedere quasi nudo se si eccettua un minuscolo filo tra le natiche.
‘Mi stai guardando il culo?’, mi chiese prendendomi in giro.
‘Sì, non potrei non farlo’, le risposi. E non so con quale forza ignorai ogni pericolo e mi affiancai a lei mettendole una mano aperta sulla natica destra, che iniziai a palpare.
‘Ma che fai? Smettila subito’, mi intimò. Ma se c’era una cosa che sapevo era che Alessandra amava il sesso. E quando mi appoggiai a lei facendole sentire il cazzo duro le sue proteste si fecero molto meno convinte.
Meno di 10 minuti dopo, lei era seduta senza mutande ed a gambe larghe sul divano mentre io ero intento a leccargliela ed a penetrarla con tre dita.
Questo accadde circa tre anni prima degli eventi che vi sto raccontando e da allora con Alessandra non ci siamo fermati davanti a nulla, con effusioni molto particolari anche in presenza di mia moglie o del suo fidanzato, non appena riuscivamo a scomparire per qualche minuto. Negli anni, infatti, Alessandra era diventata molto amica di Marta e ciò favoriva le occasioni di frequentazione
Una sera, le confessai:
‘Vorrei che Marta fosse più aperta in campo sessuale. Sarebbe bello se fosse come te’.
‘Troia?’
‘No, dai, tu non sei una troia, ma ami il sesso’, le dissi seriamente.
‘Molti mi giudicherebbero troia. Ma in particolare tu che cosa vorresti da lei, porcellino?’
‘Beh’ mi piacerebbe fosse più disponibile a trasgredire’
‘Sei il solito maialone…dai, dimmi cosa le vorresti far fare” mi chiese mettendosi a sedere sul letto, curiosa e sorridente come una bambina che scarta i regali il giorno di Natale.
‘A me piace fotografarla e vorrei fosse più disponibile’
‘Mmm’ capisco”, commentò pensierosa allungando la mano verso il mio cazzo, mettendo la sua bocca accanto alla cappella e guardandomi negli occhi. ‘Vorresti fotografarla così’, disse mettendosi virtualmente in foto con la lingua di fuori come se stesse leccando un gelato.
‘Scema’ però non sarebbe male. Ma lei lo sai, &egrave tradizionale, non vuol mai farlo in macchina, chiude tutte le finestre per non essere vista dai vicini”
‘Ma tu vorresti che la vedessero brutto porco’ e magari che se la scopassero’, disse aggiungendo con un ghigno le ultime parole.
Non ebbe bisogno di una risposta.
‘Ci pensa la troietta tua’, concluse prima di tirare nuovamente fuori la lingua, questa volta non per un ideale fermo immagine, ma per leccarmi l’asta dalle palle alla cappella.
Mi fidavo ciecamente di lei e decisi di godermi quel momento pensando di avere una importante alleata.
Infatti, nei giorni successivi, trovavo Marta sempre più spesso al cellulare, tanto da arrivare a chiederle che stesse facendo con tutti quei messaggi. Come mi mostrò era in contatto serrato con Alessandra. Discorsi generici ma, come mi spiegò la mia complice, servivano a stringere ancora di più il loro rapporto. Fino a farvi entrare l’argomento sesso.
Un giorno, Alessandra mi comunicò di avere le prime indicazioni. Le avevo detto che una cosa che mi dispiaceva era che durante il ciclo Marta fosse refrattaria anche alle più piccole coccole sessuali, ogni volta che ci provavo mi faceva capire di non avere voglia.
‘Poi mi ringrazierai’, fu il sibillino messaggio con cui Alessandra mi preannunciava i suoi aggiornamenti. Dopo poco mi inviò tramite Whatsapp un estratto parte della lunga chiacchierata che aveva fatto con Marta in tema sessuale. L’argomento erano ‘le voglie’.
M: ‘No, per qualche giorno siamo a dieta da quel punto di vista’
A: ‘Come mai?’
M: ‘Ho il ciclo’
A: ‘E allora? Non dirmi che non fate nulla solo per questo…’
M: ‘Sai’ il problema &egrave il tipo di educazione che ho ricevuto’
A: ‘Cio&egrave?’
M: ‘Il sesso a casa mia era un argomento non dico tabù, ma quasi. Si faceva all’interno del matrimonio. Ma figurati, col ciclo..’
A: ‘Ma c’&egrave l’orale e l’anale. Scusa ma a te non piace succhiarglielo?’
M: ‘Mi piace eccome. Oltretutto’ perdonami se ti dico queste cose, ma Giancarlo non &egrave messo affatto male e la bocca me la riempie ed &egrave una bella sensazione. Dietro invece fa un po’ male’.
A: ‘E perché non te lo godi? Non hai voglia?’
M: ‘Voglia ne ho moltissima ma sono bloccata mentalmente, a propormi mi sembra di essere una troia’
A: ‘Una donna a letto col proprio marito ha diritto di potersi sentire troia. Io adoro sentirmi così’
M: ‘Ma a me sembra di fare una cosa sbagliata”
A: ‘E quindi lo respingi se ci prova? Deve essere dura resistere, soprattutto se ti piace così tanto prenderglielo in bocca’
M: ‘Sì, ma lui mi aiuta, nel senso che non insiste. A volte spero che lo faccia da tanto che ho voglia’
A: ‘Porcellina’ vorresti che ti obbligasse, eh? Allora vedi che sei pure tu un po’ troia?’
M: ‘Non che mi obbligasse, ma in questi momenti, soprattutto dopo qualche giorno di mestruo e quindi di digiuno’ se mi prendesse con forza farei presto a cedere con le resistenze’
A: ‘Diglielo, guarda che agli uomini piace”
M: ‘No preferisco di no, come ti ho detto a me sembrerebbe di fare una cosa sbagliata nell’invogliarlo’.
Leggendo quello scambio di idee mi venne duro, scoprivo un lato di Marta che aveva tenuto nascosto e che rivelava alla sua amica, con la quale si vedeva anche più spesso. L’ultima volta che ci eravamo visti ero riuscito a stento a palpare il culo ad Alessandra da quanto erano attaccate. Non potei non pensare, inoltre, che a breve sarebbe ricominciato il ciclo.
Dopo un paio di giorni, infatti, Marta mi disse che era arrivato ed io finsi la solita aria afflitta.
Lasciai trascorrere un paio di giorni e poi andai all’attacco.
Eravamo in camera, lei si stava cambiando per la notte, la abbracciai ed iniziai a baciarla premendole la mia erezione tra le gambe. Dopo poco il bacio si fece molto intenso e lei iniziò ad ansimare, fino a quando si staccò.
‘Dai, non fare così”, le dissi. Abbassai lo slip e il mio cazzo duro venne fuori prepotentemente. ‘Non ti andrebbe di coccolarlo un po’?’, le proposi mettendole la mano sull’asta e facendole iniziare un lento movimento con la mano.
‘No, dai, aspettiamo che finisca il ciclo’, replicò dopo poco, staccandosi e mettendosi a sedere sul letto.
A quel punto decisi di verificare quello che mi aveva scritto Alessandra. Mi avvicinai a lei, la mia cappella a meno di 10 cm dalla sua bocca.
‘Smetti’, mi disse senza spostarsi.
Le misi la mano dietro la nuca e la spinsi verso il mio cazzo. Lei opponeva resistenza ma non diceva nulla. La cappella giunse in contatto con le sue labbra che però erano chiuse. Feci qualche leggero movimento di bacino per strofinargliela sulla bocca ma non successe nulla. ‘Apri quella bocca’, le dissi alla fine. E come per magia le sue labbra si spalancarono.
Non mi feci pregare e forzai ancora di più la spinta della sua nuca accompagnandola con il movimento in avanti del mio bacino. Nonostante la sua resistenza continuai a tenerle ferma la testa ed aumentai il ritmo del movimento di penetrazione. Le stavo scopando la bocca e quando realizzai quella situazione mi accorsi che avevo smesso di forzarla, lei stava partecipando al ritmo. Smisi di muovermi e lei continuò il pompino. Anzi, mi mise le mani sul sedere per stringersi ancora di più a me. Ripresi a muovere il bacino, perché quello non era amore tra marito e moglie, era più sesso tra animali che volevano godere. E i suoi mugolii me lo confermarono.
A quel punto, appurato che Alessandra mi aveva dato la giusta indicazione, decisi che dovevo completare l’opera.
Le uscii dalla bocca e la spinsi sul letto. La girai a pancia in giù e le abbassai lo slip scoprendole il culo. La tirai su a pecorina, sembrava una bambola di pezza.
‘Aspetta, continuiamo con”, provò a dirmi per convincermi a riprendere il pompino. Ma quando le insalivai l’ano capì cosa volevo fare. ‘No, adesso no”
‘Non volevi neanche prendermelo in bocca ed invece ora vorresti che te lo ridessi”, le dissi mentre infilavo un dito nel suo culo.
Le appoggiai la cappella e dopo una leggera pressione la sua muscolatura cedette e le fui dentro. Iniziai piano a muovermi e come previsto, dopo poco fu lei a dirigere il ritmo.
Era troppo bello e dopo poco le scaricai vari fiotti nell’intestino.
Ci buttammo sul letto e per un po’ restai dentro di lei.
La baciai e lei mi sorrise. Il suo ‘Grazie’ confermò quanto era stata preziosa Alessandra.
‘Da oggi ci godremo anche questi giorni, amore mio’, le dissi.
Il giorno dopo, Matteo fece una copiosa sborrata osservando nelle riprese della microcamere il modo in cui avevo scopato Marta.
‘E non &egrave questa la cosa più bella’, gli preannunciai.
‘A no?’, mi chiese curioso.
‘Decisamente no. Se non mi sbaglio siamo all’inizio di una trasformazione’. Marta, negli ultimi giorni era sempre allegra. Era radiosa e la sera aveva spesso una gran voglia, cosa che mi impediva di prenderla con la forza perché era spesso lei a prendere l’iniziativa. Aveva una carica notevole e ne beneficiavano anche i suoi ammiratori, che avevano sempre più materiale su cui masturbarsi.
Sospettavo che durante il giorno si masturbasse di frequente, non mi meravigliava. Attraversava adesso la fase che i ragazzini vivono quando scoprono la gioia delle seghe e se ne sfiniscono. Lo capivo anche perché qualche volta mi negava la penetrazione e se la forzavo percepivo il suo fastidio.
Alessandra mi aveva, poi, confermato i miei dubbi. Ero contento, mia moglie aveva scoperto una nuova frontiera del godimento.

Il cellulare di Marta squillò.
Lei era indecisa se rispondere o meno. Sdraiata sul letto, la gonna tirata su e la mano infilata dentro gli slip non voleva distrarsi.
Ma quando vide che a chiamarla era Alessandra perse ogni tentennamento.
‘Ciao tesoro’, rispose.
‘Ciao, ti disturbo?’
‘No, assolutamente no!’, disse Marta sinceramente.
‘Volevo solo sapere come stai, &egrave da un paio di giorni che non ci sentiamo’.
‘Sto meravigliosamente bene! – disse – Anzi, in questo momento anche meglio’. La voce tradì un risolino.
‘Non dirmi che”
‘Sì, lo sto facendo’.
‘Ma sei proprio una porcellina’, la redarguì scherzosamente Alessandra. ‘Ma continui mentre parli con me?’
‘Sì, se non ti dispiace’
‘No, ci mancherebbe’ anzi, a dire la verità’ la cosa mi piace. Mi piace molto’
‘Che bello’ mmmmm condividere questi momenti’. Marta si stava completamente lasciando andare.
Alessandra colse la palla al balzo. ‘Ho le mutandine a metà coscia e mi sto toccando’ accidenti quanto &egrave eccitante. Peccato essere al telefono’.
‘Ti sei mai masturbata insieme ad un’altra donna?’, chiese Marta inconsapevole di aver abboccato all’amo lanciato da Alessandra.
‘A dir la verità sì’.
‘Ed &egrave stato bello?’
‘Si era creata una complicità incredibile, non ho mai goduto tanto come in quel momento’. Alessandra calcò la voce nel sottolineare il maggiore godimento.
‘Io mi vergognerei, ma’ se si tratta di te”
‘Mi stai invitando?’
‘Se ti va”
‘Arrivo!’.
Alessandra, che in verità non si stava masturbando, prese la borsa ed uscì di casa.

Quando Alessandra mi chiamò annunciandomi che dovevamo vederci, capii che doveva essere qualcosa di importante. Erano le 17:30, lei stava tornando a casa ed io avrei impiegato circa 10 minuti per raggiungerla. Chiamai Marta e le dissi che avrei tardato un po’. Ci mise del tempo a rispondere e quando lo fece sentii il rumore della doccia. Mi disse che non resisteva al caldo e che si stava rinfrescando. Ciò mi confermò che le novità di Alessandra dovevano essere davvero grosse.
Quando arrivai da lei, Alessandra si stava spogliando.
‘Che accoglienza”, dissi.
‘No, guarda, ho davvero bisogno di una doccia’.
‘Ed io ho bisogno di te, non scopiamo da almeno due settimane’, le dissi abbracciandola e baciandola. Aveva un sapore stranamente acre e quando le infilai la mano tra le gambe la trovai caldissima e umida. ‘Porca’ – le dissi ridendo – dimmi che hai combinato con Marta’.
Lei mi sorrise e restando in intimo mi fece sedere su una poltrona e mi si sedette sulle gambe.
‘Tua moglie &egrave una vera troietta, sai?’
‘Senti chi parla’ ma perché mi tieni sulle spine? Parla!’
Mi raccontò della telefonata ed io non resistetti, tirando fuori il cazzo ed iniziando a massaggiarmelo finché non fu Alessandra a sostituire dolcemente la sua mano alla mia.
‘Quando sono arrivata – raccontò – mi ha aperto la porta, mi ha offerto da bere e poi mi ha fatto strada verso la camera da letto, dicendo che lì saremmo state più comode. Era un po’ in imbarazzo, ma l’ho aiutata a spogliarsi e si &egrave sciolta. Siamo rimaste in intimo e le ho detto che adesso doveva vincere l’ultima resistenza, perché nude avremmo goduto di più. Dopo poco eravamo nude sul letto ma lei faticava ad iniziare perché era bloccata dalla mia presenza, cosa che non pensava potesse succedere. Le ho suggerito di chiudere gli occhi e di raccontarmi, come fa di solito, i vostri rapporti ed io ho iniziato a toccarmi sperando di eccitarla. Ma lei era comunque bloccata’.
Alessandra riuscì a tenere il ritmo della sega e questo rese il racconto molto più eccitante.
‘Poi le ho chiesto se si fidava di me e quando mi ha detto che tu ed io siamo le persone di cui si fida di più al mondo, le ho detto di chiudere gli occhi e di lasciarmi fare. Quando le ho sfiorato il pelo ha avuto un sussulto ed ha spalancato gli occhi, ma io come riflesso le ho titillato immediatamente il clitoride e lei si &egrave morsa le labbra inarcando la schiena e rilassandosi. Piano piano ho iniziato a masturbarla delicatamente, sdraiata al suo fianco. Poi, quando ho visto che era completamente rilassata le ho presa la mano e me la sono messa tra le gambe. Eravamo una davanti all’altra a masturbarci a vicenda. Una cosa incredibile, ti giuro’.
‘Ci credo’, dissi iniziando a sfilarle gli slip.
‘Dopo essere venute ci siamo rilassate e mi ha confessato di aver avuto sensazioni bellissime e di sentirsi molto vicina a me. Io l’ho baciata e dopo poco mi ha dato la sua lingua. Ci siamo baciate molto a lungo, finché non le ho spinto la testa fra le mie gambe e le ho detto di leccarmela. Mentre lo faceva, nonostante non fosse bravissima per mancanza di esperienza, le dicevo che era splendida e con la scusa di dimostrarglielo le ho fatto queste’.
Alessandra si allungò verso la sua borsa, prese il cellulare e mi mostrò mia moglie con la punta della lingua immersa nel pelo della fica. C’erano molte foto, ad un tratto Marta mi comparve davanti a pecorina.
‘E questa?’, chiesi.
Alessandra sorrise. ‘Non sono andata da sola a casa tua. Mi sono portata Ettore’.
‘E chi cazzo &egrave Ettore?’
‘Se vai avanti lo scoprirai’.
Continuai a scorrere foto di Marta a pecorina, in alcune si vedeva una mano di Alessandra che divaricava le natiche, primi piani del suo buco del culo. Poi trovai finalmente Ettore.
‘L’ho chiamato così e non so neppure il perché’, disse Alessandra.
Marta era ritratta a pecorina con le ginocchia molto larghe e Alessandra le aveva infilato un dildo arancione nella fica.
‘E si &egrave fatta fare tutte queste foto?’, chiesi allibito.
‘Le ho detto che le avrei mostrato quanto poteva essere sexy – mi rispose – Ma vai avanti’, aggiunse.
E dopo altre foto, in alcune delle quali la smorfia di Marta tradiva il suo piacere, trovai un video. Lo feci partire e per quasi tre minuti osservai Alessandra penetrare Marta con Ettore.
‘Incredibile!!!’, esclamai.
‘Lo vedo’, commentò ironica Alessandra. ‘Guarda come ti &egrave venuto duro!’.
Mentre iniziava a succhiarmelo ed io continuavo ad osservare il video mi raccontò di aver mostrato più volte il video a Marta per farle vedere quanto era eccitante farsi riprendere. In risposta lei gliel’aveva leccata ancora e con molta foga.
‘Adesso però smetti di guardare quella troia di tua moglie e pensa a me, cazzo!’, protestò Alessandra.
Non me lo feci ripetere. La presi e me la feci sedere sul cazzo iniziando a darle dei colpi potenti dal basso verso l’alto eccitatissimo dall’idea di scopare l’amante di mia moglie. Mi feci dare da Alessandra tutto il materiale ed il giorno dopo scrissi a Matteo affinché si collegasse. Lo trovai in un momento in cui la moglie era appena uscita.
‘Sistema il tutto per una bella sborrata’, gli preannunciai. ‘Fidati’.
Si alzò in piedi e si abbassò le mutande mettendo il suo cazzo a favore di cam. Era moscio, ma sapevo come fare. Gli mostrai una breve carrellata di foto che ben conosceva: le tette di Marta, la sua fica, lei a pecorina. Fu incredibile vedere il suo cazzo ergersi rapidamente. Percepivo la sua voglia di scoparla, di farla sua, di urlarle che era una troia e ciò mi portò a tirarlo fuori dai pantaloni ed iniziare a segarmi.
Quando poi arrivai alle foto nuove notai che gli si induriva ancora di più e prese a masturbarsi.
Il ritmo accelerò a dismisura quando feci partire il video. Osservava la mano di Alessandra sfilare il dildo dalla fica di Marta e poi infilarlo con sempre più forza, lentamente ma con irruenza. Marta saltava in avanti ed essendo girata verso Alessandra offriva all’obiettivo l’immagine del suo godimento. Poi Alessandra accelerò il ritmo, Marta teneva la bocca spalancata e sobbalzava ed intanto Matteo aumentava il ritmo e farfugliava ‘Troia’ sei una troia’ te lo metterò nel culo prima o poi, puttana..’ E su queste parole emise vari fiotti di sborra sulla scrivania.
Inutile dire che in tutto questo io godevo come un maiale.
Almeno un paio di volte a settimana Alessandra mi passava il materiale, tanto che certe volte era stato difficile scopare Marta alla fine di giornate in cui avevo sborrato sia con Alessandra sia sui commenti e sulle seghe degli ammiratori di mia moglie.

Dopo qualche settimana che le cose andavano avanti, Alessandra mi disse che Marta prendeva sempre più spesso l’iniziativa e che la eccitava addirittura che sulla televisione che avevamo in camera passassero le foto ed i video di loro che si toccavano e penetravano con Ettore. tutto questo, tra l’altro, non l’aveva allontanata da me. La nostra vita sessuale era attiva come prima. Anzi, più spesso mi si concedeva per le foto, io proponevo e lei mi lasciava fare ma non appena provavo a fotografarla mentre me lo succhiava o altre pose esplicite si sottraeva. Un giorno le proposi di farsi filmare mentre la scopavo e mi disse di no. Mi imposi ma lei si arrabbiò e non volle più far sesso.

Un giorno, Alessandra mi mandò un messaggio: ‘Vado a scoparmi la troia a casa tua, ricordati che mi devi un favore, ti aspetto stasera per la mia razione’.
Era il segnale.
Mi appostai sotto casa e diedi loro il tempo di entrare nel vivo della situazione. Avevo detto a mia moglie che quel giorno sarei tornato più tardi a causa di una riunione ovviamente inesistente.
Quando girai la chiave nella toppa avevo il cuore a mille. Sapevo che tutto stava per cambiare, speravo solo che cambiasse in meglio.
Sentivo ansimare, un verso inequivocabile. Feci un lungo respiro e poi mi affacciai nella stanza. Marta, con un babydoll ridotto ad una sottile fascia intorno all’ombelico, era sdraiata a pancia in giù sul letto con Alessandra che la penetrava con forza. Quando mi vide mi sorrise e visto che mia moglie aveva il viso piantato contro il materasso, Alessandra ne approfittò:
‘Stai godendo vero?’
‘Ohhhh sìììì godo tantissimo’
‘Anch’io’ dimmi che sei una porca’
‘Sì, sono una porca, sono la tua troia!!!’
‘Mi ecciti quando parli così’
‘Oddio, tu mi ecciti a farmi questo’ sfondamela..fammi godere’.
Io mi ero nascosto dietro lo stipite ed ascoltavo la metamorfosi di mia moglie. Incredibile. Avevo voglia di tuffarmi in quel letto ma adesso era il mio turno.
‘Ma che cazzo state facendo???’, dissi affacciandomi nuovamente in camera da letto.
Le due donne si bloccarono all’istante, in un fermo immagine estremamente eccitante. Alessandra aveva Ettore nella fica di Marta che si era tirata su col viso e mi guardava con il labbro inferiore che tremava come se stesse per piangere.
‘Cosa cazzo sta succedendo???’, urlai.
Nessuna delle due osò aprire bocca. Alessandra, completamente nuda, si sedette sul mio cuscino, mentre Marta non sapeva cosa fare.
‘Mi spiace aver interrotto i vostri giochi. E pensare che ero così contento che la riunione fosse andata a puttane per tornare prima da mia moglie. Magari, mi dicevo, facciamo l’amore e poi la porto fuori. E invece lei si stava già servendo’. Le giravo attorno come se la stessi interrogando. ‘Stava già scopando’, aggiunsi con rabbia estraendole Ettore e provando per questo un enorme piacere.
Nella camera regnava il silenzio. Indicai il televisore acceso sul fermo immagine di Marta nuda a pancia in giù. ‘E quello? Cos’&egrave?’. Presi il telecomando e feci scorrere le immagini fino ad arrivare ad un video che feci partire. ‘Quindi tu mi dici di no quando ti chiedo di farti fotografare, di farti riprendere’ dici di no a tuo marito che &egrave così eccitato da sua moglie da desiderare fortemente di poterla vedere anche quando non &egrave con lei e poi’ e poi fai la troia e ti guardi in televisione’ con lei, con una che &egrave anche mia amica!’.
Il mio tono non ammetteva repliche.
‘E tu’ perché ne ho anche per te, mia cara’, aggiunsi rivolto ad Alessandra. ‘Cosa ti ho fatto per meritarmi che mi facessi questo? Nel mio letto usi questo coso dentro mia moglie!!!’.
‘Ma io’, iniziò Alessandra, subito zittita dal mio dito indice sulla sua bocca.
‘Hai una vaga idea di cosa significhi vedere la propria moglie che fa sesso con un’altra persona?’, chiesi a Marta.
‘… no”, rispose abbassando lo sguardo ed emettendo i primi suoni dal mio arrivo. O meglio, da quando mi aveva visto.
‘Ci si sente morire dentro’, le urlai. ‘Ti crolla il mondo addosso. Ma tu forse non capisci perché evidentemente sei più troia di quanto io potessi mai immaginare’.
Buttai Ettore sul letto e mi sbottonai i pantaloni.
‘Ti piace far vedere alla tua amica come fai la troia, vero? Adesso proverai cosa significa essere umiliata’.
Mi avvicinai a lei e le spinsi la testa verso il cazzo.
‘No, non fare così’, si dimenava.
‘Succhia, puttana!!!’, le intimai. ‘Succhialo e stai zitta perché non sei in condizione di protestare’.
Marta iniziò riluttante, mentre la offendevo insinuando che la cosa andasse avanti da chissà quanto tempo, che avrei chiesto il divorzio e tutto ciò che mi veniva in mente e che avevo abbozzato prima di entrare in casa. In pochissimo il mio cazzo divenne duro, più per i termini che rivolgevo a mia moglie che per la sua bocca.
‘Adesso guarda e capisci cosa vuol dire essere umiliati dalla persona di cui ti fidi di più al mondo’. Mi avvicinai ad Alessandra. ‘Adesso &egrave il tuo turno, troia’. La spinsi a quattro zampe sul letto e mi posizionai dietro di lei ed appoggiando la cappella al suo ano.
‘No, per favore, no, lì no!’, mi implorò.
Ma io non volli sentire storie. Le sputai nel buco del culo e mi misi in posizione. E quando mi implorò nuovamente di non farlo le entrai dentro. Fu difficile fingere che l’operazione richiedesse impegno: in realtà era una pratica che avevamo messo in atto molto spesso.
‘Guardami, guardami troia!’, dissi a Marta. ‘Guardami, sto facendo sesso con un’altra persona, con la tua amante!’.
‘Per favore, smettila”, mi supplicava. ‘Le fai male e se vuoi ferire qualcuno, ferisci me’.
Diedi ancora qualche colpo nel sedere di Alessandra, poi decisi che la recita doveva finire lì.
Uscii da lei, mi rivestii e prima di andare via le guardai. ‘Mi fate schifo’, dissi.

Uscii di casa con il sorriso stampato sulla bocca. Tutto stava andando come speravo. Feci un giro e poi aspettai Alessandra sotto casa sua, consapevole che non sarebbe arrivata tanto presto.
Aspettai per quasi tre ore, finché lei arrivò e si infilò nel portone.
Le suonai. ‘Sono io’, dissi con tono arrabbiato.
Mi fece salire e quando entrai, lei era seduta sulla poltrona sulla quale tempo prima avevamo scopato dopo avermi mostrato il video di Marta.
‘Ti sei scopata mia moglie, puttana!’, le dissi.
Si alzò e mi venne vicino. ‘Sì’, mi disse ‘ma tu sei rimasto a metà con la mia punizione”.
Le sorrisi e la baciai, allungando immediatamente le mani verso le sue mutandine, che feci sparire. Finimmo in camera da letto e facemmo l’amore.
Mentre lei passava la mano sul mio petto la guardai: ‘Non saprò mai come ringraziarti’. Quando rientrai a casa, Marta mi stava aspettando nel soggiorno.
Seduta, con le mani in grembo, sembrava tornata la donna casa e Chiesa che avevo conosciuto, ma ormai sapevo come fosse brava a trasformarsi in un’animale assetato di sesso.
Mi sedetti accanto a lei in silenzio. Volevo che fosse lei a prendere l’iniziativa.
‘Amore”, iniziò, ma la fermai subito.
‘Per favore, dopo quello che ho visto’ non usare questo termine’
‘Ok’ come vuoi’ Giancarlo’ non so come’ spiegarti quello che &egrave successo’.
‘Non desidero una spiegazione – dissi – voglio solo sapere perché. Voglio solo sapere perché con Alessandra ti sei sentita così libera di trasformarti e con me no. Cosa c’&egrave tra voi? La ami?’.
‘No – mi rispose – non la amo ma le voglio molto bene e mi trovo benissimo con lei. Avevo paura di essere giudicata da te’.
‘Mi rendo conto di essere stato un pazzo ieri quando ti ho obbligata a succhiarmelo, ma volevo umiliarti davanti ad Alessandra. Ed a lei’ ho pensato di ferirti facendo sesso con lei e contemporaneamente volevo farle male. Non so cosa mi sia preso’.
‘E se’ – abbozzò Marta titubante – sto facendo un’ipotesi, sia chiaro, ma’ può essere che quella situazione ti abbia eccitato? In fondo Alessandra &egrave una bella ragazza’.
‘Lei &egrave una bella ragazza, sicuramente, ma’ dai, come puoi aspettarti che mi ecciti trovare mia moglie che si fa penetrare da un dildo con un’altra donna???’
Scossi la testa e mi alzai girovagando per la stanza per cercare di non pensare a ciò che avevo detto ed evitare una imbarazzante erezione.
‘Credo che questo sia un punto di svolta nella nostra relazione, Marta’, le dissi.
‘Cosa intendi? Non vorrai finirla qui dopo tutti questi anni insieme!’
‘E che mi diresti tu se mi avessi trovato’ che so, a letto con Alessandra??? Non vorresti mandarmi via di casa?’
”Sì, amo…Giancarlo, lo so, hai ragione, ma ti prego di darmi la possibilità di farmi perdonare, io voglio te, voglio solo te’.
‘Me ed Alessandra a quanto pare’.
‘Non dire così.. lei mi ha fatto capire quanto io adori il sesso e vorrei condividere con te tutto questo’.
‘Ho capito che lei &egrave importante per te e forse non ti chiederò di scegliere tra lei e me. Non lo farò perché nonostante adesso io sia furioso con te’ ti amo e non voglio farti scegliere’.
‘Dio che uomo stupendo che sei’ l’ho sempre saputo e voglio che tu sappia che farò tutto quello che vuoi per non perderti’.
Era esattamente qui che volevo arrivare. Ma quello che desideravo doveva essere proposto da lei.
‘Sai quanto il sesso sia sempre stato importante tra noi – ripresi – e non riesco a pensare che quando provavo a farti delle foto un po’ spinte ti rifiutavi mentre invece con lei’ addirittura i video’. Mi presi una pausa. ‘Non immagini quanto sia umiliante’.
‘Ti eccita così tanto fotografarmi? – chiese sincera – non avevo compreso quanto fosse significativo per te’.
‘Sì, &egrave così. Ma chiudiamo l’argomento, tanto non credo ci sia molto da dire ed io ho bisogno di uscire di nuovo per distrarmi’. Speravo che abboccasse all’amo.
‘Ti farebbe piacere potermi fare tutte le foto che vuoi?’, domandò.
Aveva abboccato, ma io risposi in tono non entusiasta. ‘Certo, mi avrebbe fatto piacere’.
‘Adesso che ho capito posso rimediare se vuoi. Dai – aggiunse raggiungendomi e passando una mano tra le mie gambe – andiamo di là e dimmi come vuoi fotografarmi o se preferisci riprendermi. Farò tutto quello che vuoi’.
Dentro di me stavo facendo le capriole ma dovevo mantenere una parvenza di credibilità.
‘Magari in un altro momento. Adesso ho bisogno di aria’. Aprii la porta. ‘Non aspettarmi sveglia’, dissi uscendo.
Scendendo le scale del palazzo avevo voglia di saltare, di urlare, avrei avuto materiale bellissimo da mostrare. Pregustavo le immagini delle webcam che mi avrebbero mostrato i miei contatti prendersi in mano il cazzo segandolo con forza nell’osservare Marta in pose ed azioni da troia. Ed avevo una gran voglia di scoparla, ma mi forzai ad andare in un bar per un’oretta.
Quando tornai lei era sveglia, stava leggendo un libro avvolta sotto le coperte.
‘Ciao’ – disse timidamente – Posso ricominciare a chiamarti ‘Amore’ come ho sempre fatto’.
‘Sì’ direi di sì’, risposi come un automa iniziando a spogliarmi. Poi mi alzai dal letto diretto al soggiorno.
‘Dove vai?’, chiese.
‘Stanotte penso che dormirò di là’.
‘No, aspetta’. Tirò via la coperta ed era completamente nuda ad eccezione di un mini perizoma che spesso indossava quando voleva farmi felice per essere scopata senza che io lo dovessi togliere. ‘Pensavo che avresti potuto farmi qualche scatto’.
Non riuscii a nascondere la mia erezione e lei la notò.
‘Vedi, hai voglia anche tu. Dai, prendi il telefono e vieni’.
Riflettei un attimo. Ormai non potevo negare la mia eccitazione.
Presi il cellulare e mi avvicinai a lei, che si era seduta sul letto. Quando fui a portata di mano mi slacciò la cintura ed abbassò i pantaloni tirandomi fuori il cazzo già abbondantemente duro. Passò maliziosamente il dito con delicatezza sulla cappella, poi dopo averlo massaggiato piano per un paio di volte, vi si avvicinò con la lingua. Avviai la funzione camera e la fotografai in quel momento, poi di nuovo mentre lo succhiava, poi ripresi il pompino per circa un minuto. Fu una sensazione bellissima, Marta era sempre stata abbastanza brava con la bocca, ma si capiva che in quel pompino stava mettendo l’anima.
‘Adesso girati, mettiti in ginocchio ed apri bene le natiche’, le dissi sottraendomi un po’ controvoglia alle carezze della sua lingua. Lei silenziosamente ubbidì, e dopo aver ripreso qualche fotogramma del primo piano del suo culo aperto, posizionai il telefono sul comodino in modo da dargli la giusta visuale ed avviai la registrazione. Puntai il cazzo tra le sue gambe e con una lieve pressione affondai dentro di lei grazie al mare caldo dei suoi umori. Lo sentivo completamente bagnato e dopo qualche lento colpo iniziai ad affondare con maggior forza, sentendo il tipico rumore di quando stai scopando una donna che &egrave davvero un lago.
La amavo come mai, forse, prima di quel momento. Lei godeva rumorosamente e dall’eccitazione iniziai ad assestarle dei colpi sulle natiche.
Complice la telecamera che riprendeva, quando lo estrassi con l’intendo di sborrarle sul sedere, ebbi un orgasmo talmente violento che metà del mio seme le finì sulla nuca.
Non vedevo l’ora di mostrare quella ripresa a Matteo. Ormai, tranne qualche rara volta in cui mi dedicavo completamente a lei, ogni nostro rapporto veniva dettagliatamente documentato. Sfruttando le informazioni fornite da Alessandra avevo introdotto il tema della masturbazione e dunque la facevo masturbare mentre guardavamo nella tv gli scatti e le riprese dei nostri rapporti. Ci aveva preso gusto e questo le dava una carica incredibile.
Con Alessandra continuavamo a vederci entrambi, anche se io un po’ meno in quanto molto preso dalle novità. Lei e Marta però continuavano a trovarsi saltuariamente, senza nascondersi. Ad Alessandra faceva piacere, a me andava bene ed a Marta avevo fatto credere che io lo accettassi per non perderla. L’obiettivo finale era portare mia moglie ad un rapporto a tre con la nostra comune amica, ma ci sarebbe stato tempo per quello.
Adesso volevo che Matteo la scopasse.
Era il centro di ogni nostro incontro online. Lui era entrato in una sorta di seconda giovinezza, si sentiva più carico e più porco di prima nel vedere le immagini che io giravo a volte su sua richiesta: certe inquadrature, certe posizioni, certe frasi sconce, erano tutte sue richieste. che ripagava con sborrate molto abbondanti e che (a suo dire) da tempo non offriva neppure a sua moglie.
Avevamo parlato, ma più che altro fantasticato, di vari modi per farli incontrare, ma nessuno era realmente applicabile. Finché non mi venne in mente di sfruttare la disponibilità di Marta a masturbarsi guardando noi stessi fare sesso e contemporaneamente il lavoro di Alessandra.
Una sera la incontrai e le spiegai quale fosse il mio piano.
‘Tutto questo casino per convincere tua moglie a farsi scopare da un estraneo mentre tu ti masturbi e magari poi la scopate in tre???’, chiese allibita.
‘Beh, se la vedi così’ sì, &egrave giusto’.
‘Cazzo, ma sei davvero un porco’, mi disse. E contemporaneamente mi mise la mano tra le gambe palpandomi con forza. ‘Hai già la persona adatta?’, mi chiese.
‘Sì, una persona fidata’.
‘Ed immagino conosca già Marta tramite foto o filmati’.
‘Esatto’.
‘Ed ha visto anche me?’
‘No – risposi immediatamente – ha visto solo immagini e video di Marta’.
‘E viene in cam mentre gliela mostri?’
‘Sì, e mi eccita da morire’.
‘Ma allora &egrave un gran porco come te… ‘.
‘Sì, lo &egrave. Allora ti va di aiutarmi?’.
‘Aiutarti a convincerla a stare al gioco? Ci devo pensare’.
In realtà sapevo di averla stuzzicata e se la conoscevo abbastanza la cosa doveva intrigarla. Solo che non voleva accettare subito.
Ci scambiammo un po’ di effusioni, poi io scivolai tra le sue gambe ed iniziai a leccarla. Ne avevo una gran voglia e mi dispiacque un po’ trovarla bagnata, avrei voluto eccitarla solo con la mia lingua. Cominciai a dare dei colpi con la punta della lingua sul clitoride ed a penetrarla prima con un dito, poi due ed infine tre. Dopo poco sincronizzammo il movimento delle mie dita con quello del suo bacino, movimento che si fece sempre più rapido ad indicare il preludio al suo piacere.
‘Allora ci stai? Te lo presento?’, chiesi senza perdere il ritmo.
‘Sì-ì-ì-ì’, rispose lei con la voce alterata dai suoi sobbalzi di godimento.

Fu così che presentai Alessandra a Matteo. Presi accordi con lui perché fosse disponibile a collegarsi un giorno in cui io avessi la possibilità di stare con lei.
Matteo, ovviamente, ne fu ben contento. Si presentò come di consueto con la galanteria che gli era propria, ma quando Alessandra chiese di conoscere il porco di cui le avevo parlato, si trasformò in un attimo. Me la fece spogliare, volle osservarla nei dettagli, commentarla in maniera decisamente pesante. Mi disse di succhiarle i capezzoli, le fece prendere il mio cazzo in bocca, ci fece fare ogni sorta di preliminare. Finché finalmente me la fece scopare. Nelle settimane successive ci fece fare ogni posizione possibile e volle vederla aperta in ogni orifizio e molto da vicino. Gli piaceva chiamarla puttana e ad Alessandra non dispiaceva. Soprattutto le piaceva vedere che lui si masturbava guardandoci. Lo incitava spesso, con frasi tipo ‘Molla questa sborrata’, ‘Fammi vedere come mi riempiresti’, ‘Dammi da bere’.
Ormai eravamo entrati in sintonia ed ogni tanto Alessandra e Matteo si sentivano in privato via skype. Era esattamente come doveva essere.

‘Hai mai pensato quanto potresti eccitare un altro uomo?’, chiese Alessandra mentre accarezzava la schiena di Marta.
‘Come scusa?’
‘Questo bellissimo corpo’ queste belle chiappe’, aggiunse sottolineando la frase con una bella pacca sulla pelle nuda di mia moglie, ‘potrebbero eccitare molti uomini.
‘Credo di essermi incasinata abbastanza ultimamente – replicò Marta – senza contare che io amo Giancarlo e non mi interessa tradirlo’.
‘Chi ha parlato di tradimento?’. Alessandra era davvero una maga nello sfruttare la forza persuasiva che aveva sull’amica-amante. ‘Se vogliamo, in questo momento lo stai tradendo anche se lui sa che siamo insieme. Io parlo di vibrazioni, di eccitazione. Quella che ti coglie quando percepisci il desiderio di un uomo. E non sta immaginando il tuo bel culo guardandoti per strada’ no, se lo sta menando senza pudore perché TU sei senza pudore e glielo mostri. Parlo di questo’.
‘Ma sei impazzita?’, chiese Marta dubbiosa.
‘Ma quale pazzia’ era solo una domanda la mia’.
‘Mmmm’ tu non me la dici tutta’ mi sa che quella che ha queste voglie sei tu’.
‘Certo che le ho e le soddisfo pure!’
‘Come sarebbe che le soddisfi??? Con chi???’
‘Ho conosciuto uno tempo fa’ un o più grande di me’. Alessandra restava sul vago, voleva incuriosire l’amica. ‘Beh, insomma, mi regala delle belle soddisfazioni’.
‘Ma perché? Che fate? Racconta!’
‘Parliamo’ poi lui mi fa spogliare, oppure lo faccio io. Lui mi fa vedere’ quanto gli piace’, disse sottolineando l’ultima parte con il movimento del braccio che indicava un membro in fase di erezione’.
‘E poi?’
‘Beh, poi…faccio quello che mi chiede, ci masturbiamo insieme. Non hai idea di quanto sia eccitante. Mi eccita solo parlarne – disse Alessandra sdraiandosi su Marta, strofinando il suo corpo nudo su quello di lei – mi eccita talmente tanto che adesso devi stare zitta e leccarmela’. Risalì lungo l’addome di Marta fino a posizionare la sua fica sulla bocca di lei, che ubbidiente iniziò a fare come le era stato detto.

‘Marta &egrave un libro aperto per me’, mi disse Alessandra al telefono quella sera.
‘Mi sembra che più che altro tu la tenga a culo aperto’, aggiunsi.
‘Senti chi parla! Comunque più io smetto di parlarne più lei mi fa domande. Penso che non ci vorrà tanto prima di fare la prima trasmissione in tre’.
Sdraiato sul letto, continuai a menarmelo lentamente nel sentire quelle parole.
Chiusi la conversazione e iniziai a masturbarmi con maggior decisione. Quando Marta rientrò dal bagno mi chiese come mai lo stessi facendo senza guardare le sue foto, come ormai era abituata a vedere.
Con l’indice sulla bocca le feci cenno di tacere e la feci avvicinare. Con le mani sulla nuca la accompagnai fino a farglielo prendere in bocca. Non ci fu necessità di forzarla, lo accolse con molta complicità. Ma non resistetti ad imprimerle dei movimenti violenti con la testa, fino ad inondarle la bocca. Come Alessandra aveva previsto, lasciando perdere l’argomento aveva stuzzicato la curiosità e la fantasia di Marta, sempre più vogliosa di fare nuove esperienze. Il suo unico timore era che io potessi non approvare: nella sua testa avevo già ‘accettato’ che lei continuasse a vedere l’amica ed immaginava che non avrei tollerato altre divagazioni dalla coppia.
Una sera, mentre era sopra di me, buttò lì una frase:
‘Dio che caldo’ tra il tuo cazzo e questa temperatura’ potrei impazzire. Peccato non poter aprire la finestra’
‘Aprila – le dissi sfilandomi da lei – ma fai in fretta e torna qui sopra’, aggiunsi indicandole il mio cazzo in erezione già fradicio dei suoi umori.
‘Ma se ci vede il vicino???’
‘Ma che ti frega’ hai paura che si spari una sega guardandoti le tette mentre fai su e giù su di me?’
‘Beh, ma’ non so”
‘Io una volta ho superato in macchina una coppia e lei glielo stava succhiando. Ci ho messo tre km per sorpassarli per godermi lo spettacolo’.
‘Porco!!!’, finse di protestare lei aprendo la finestra.
‘Vieni qui che ti mostro come il tuo porco te la apre come piace a te. E se avremo del pubblico magari cambiamo posizione!’
Marta tornò ad impalarsi su di me e da come ebbe l’orgasmo pochi minuti dopo capii che anche quello scoglio era superato.
Quando finimmo, lei si godette ancora il mio cazzo dentro per qualche secondo, poi andò al bagno a lavarsi. Tornò e poco dopo cadde in un sonno profondo.
Stavo per spegnere la luce quando il mio cellulare vibrò.
Alessandra mi inoltrava un messaggio di Marta: ‘Organizza con il tuo amico, il prima possibile per favore, vorrei partecipare’.

Puntuale come sempre, Marta si presentò a casa di Alessandra. Aveva una camicetta bianca ed una gonna fasciante blu al ginocchio. Era il completo con cui spesso amavo scoparla, mi faceva pensare ad una segretaria che soddisfa le voglie del suo datore di lavoro porco.
‘però’ ti sei tirata, eh porcellona?’, commentò Alessandra vedendola. ‘Guarda che non lo devi mica incontrare dal vivo’.
‘Non so cosa aspettarmi – replicò confusa Marta – ho messo questo che so che piace a Giancarlo, immagino possa andar bene anche per lui’.
‘Oh, tranquilla, andrà bene’, la rincuorò Alessandra, facendola accomodare. ‘Ti vedo tesa’.
‘Un po’ lo sono’ non ho mai fatto cose del genere e spero che mi piaccia’.
‘Stai tranquilla, ti ecciterà’. Per metterla a suo agio, Alessandra la baciò dolcemente. La sua lingua trovò la bocca di Marta pronta a riceverla. Fu un bacio dolce, molto prolungato, ma allo stesso tempo fortemente erotico, in grado di trasmettere perfettamente il desiderio di entrambe le donne. ‘Adesso questo togliamolo’, disse Alessandra slacciando il reggiseno di Marta e lasciando che solo il tessuto della camicetta coprisse, in qualche modo, le areole.
Le si avvicinò, scostò un lembo di tessuto, ed iniziò a succhiarle prima un capezzolo, poi l’altro, finché non sentì gemere la sua amante.
‘Ma non aspettiamo il tuo amico’, riuscì a dire a stento Marta tra un mugolio e l’altro.
‘Tranquilla, non ci sta aspettando’, rispose l’amica.
‘Che vuol dire?’
‘Che &egrave già qui e scommetto lo abbia già duro’.
‘Che significa che &egrave già qui?’. Marta pareva sconvolta.
‘Stai serena’ Matteo, per favore, dille di stare calma’.
‘Ciao Marta’. La voce metallica si diffuse nella stanza. ‘Alessandra mi aveva detto che eri bella ma non pensavo così tanto. Credimi, il mio &egrave un sincero piacere nel vederti’.
‘Ma come”, si chiese lei incredula.
‘Tranquilla, tesoro, – la rassicurò Alessandra – era solo per lasciarti ambientare. Guarda lì sul mobile – aggiunse indicando davanti al divano – quella &egrave la webcam’. Si alzò, prese il portatile semichiuso sul tavolo e ne sollevò il monitor. Matteo comparve come per magia e Marta pot&egrave vedere se stessa, con la camicetta aperta ed i seni in mostra in un piccolo riquadro in basso a destra. istintivamente si coprì.
‘Ma no, – protestò gentilmente l’uomo, che adesso le sorrideva – non puoi vietarmi di vedere il tuo splendido seno. deve essere molto buono a giudicare da come Ale te lo baciava, vero?’.
‘mmm &egrave buonissimo – confermò Alessandra sedendosi nuovamente accanto all’amica ed allungando una mano sul suo seno’.
‘Allora ricomincia a succhiarlo per me’, ordinò Matteo. ‘Tu Marta, allunga la mano e solleva la gonna di Alessandra’.
Marta eseguì senza battere ciglio e fu sorpresa nel trovarsi a scoprire il culo nudo dell’amica. Matteo notò la sorpresa sul volto della donna. ‘Sai, ci siamo divertiti mentre ti aspettavamo, ma io sono stato bravo e ti ho tenuto da parte questo’, disse allargando l’inquadratura e mostrando il proprio cazzo in erezione.
Alessandra mise il portatile accanto alla telecamera. Era la prima volta che Marta si trovava a guardare un uomo nudo in webcam e per il suo battesimo ne aveva a disposizione uno che adesso si stava lentamente masturbando.
‘Ale, dovrò ringraziarti per avermi portato questa signorina’, disse con voce rauca a causa del piacere che provava nel masturbarsi.
‘Ma non &egrave una signorina’ sai che puoi chiamarla troia’. Lanciò uno sguardo all’amica e le fece rapidamente l’occhiolino prima di scendere tra le sue gambe, sollevare la gonna e sfilarle le mutandine.
Marta era in trance, in balia dei due.
‘Bene, Marta, sei una troia, dunque, vero?’
Lei si limitò ad annuire ad occhi chiusi e mordendosi le labbra.
‘Non chiudere gli occhi, guardami il cazzo!’, protestò Matteo. ‘Avvicina il viso alla webcam’, le disse.
Alessandra smise di leccarle la fica e la aiutò a mettersi in piedi. Marta fece come le era stato detto e per eseguire il compito si chinò in avanti. Quando fu piegata Alessandra fu rapida nello sfilarle la gonna. Prima che lei potesse girarsi per dire qualsiasi cosa, Matteo la richiamò:
‘Tira fuori la lingua, puttana’, le ordinò e subito dopo, ottenuto ciò che voleva, avvicinò la cappella alla propria webcam, di modo che Marta potesse trovarsene un primo piano proprio davanti al viso.
‘Ti piace il mio cazzo, vero?’.
‘Sì’.
‘Allora bisognerà fare in modo che io te lo sbatta dentro, ho ragione?’
‘Sì’
‘Smettila di parlare per monosillabi, troia!. Dimmi che vuoi che te lo sbatta dentro’.
Rassicurata da Alessandra, che non solo le stava accanto ma la stava anche masturbando con le dita, rapita da quella situazione così insolita e trasgressiva, Marta eseguì l’ordine.
‘Ti prego, sbattimelo dentro’, disse.
‘Bene. Adesso Alessandra mi mostrerà come ti fai infilare un bel cazzone dentro’
Ed in pochi secondi, Marta si trovò girata con il culo a favore della webcam, il monitor del portatile prontamente spostato da Alessandra in modo che Matteo fosse visibile ed Ettore tra le gambe.
La penetrazione fu facilissima, vista l’eccitazione della donna.
‘Bellissimo, vero?’, le chiese sussurrando Alessandra.
‘Non credevo potesse esserlo così tanto’, rispose.
‘Ti senti troia eh?’
‘Sì’ mi sento’ e forse lo sono!’.
La penetrazione durò ancora a lungo, poi fu il turno di Marta di far godere Alessandra, sempre seguendo le indicazioni di Matteo. Che, da parte sua, fu felice che l’età gli creasse qualche ritardo nell’eiaculazione. Continuò a masturbarsi godendosi lo spettacolo ed anche il fatto che entrambe le donne rivolgevano spesso lo sguardo al monitor per osservarlo.
‘Giratevi verso di me!’, ordinò all’improvviso. ‘Venite vicine e tirate fuori la lingua’.
Le due donne, guancia contro guancia, si avvicinarono alla webcam che mostrava loro un primo piano confuso del cazzo di Matteo in spasmodico movimento per l’accelerazione del movimento della mano. E lo osservarono venire, finché la webcam non fu imbrattata dal suo sperma.
Marta guardò Alessandra, ed iniziò a baciarla.
Matteo, esausto, si godette quel bacio saffico per un po’. ‘Adesso vado – disse – fra poco rientra quella puttana di mia moglie. Siete state bravissime, dovremo presto fare in modo di conoscerci di persona’.
Ed in un attimo sparì.
Le due donne, improvvisamente sole si guardarono. Marta sorrise e l’amica le chiese: ‘Allora, &egrave stato come ti aspettavi?’.
‘Molto più intenso”, ammise Marta.
Alessandra la abbracciò, la baciò e le infilò un dito tra le gambe, bagnandosi la mano e masturbandola fino a farla venire tra le sue braccia.
Il mattino seguente Matteo mi scrisse inviandomi una foto del monitor del suo computer in cui Alessandra penetrava Marta. Ebbi un’erezione clamorosa.
Lo chiamai, mi feci raccontare tutto e mi segai furiosamente.
‘Tua moglie &egrave davvero assatanata, sai?’, mi disse Matteo. ‘La nostra amica non ci ha mica messo molto a farla sciogliere. E poi’ che bel culo morbido che ha. Mi viene proprio voglia di impalarla!’
‘Se riusciremo il tuo e mio desiderio sarà soddisfatto’.
‘Adesso &egrave a casa?’
‘Sì’
‘Me la segherei di nuovo volentieri visto che stamani sono da solo”
‘Potrei darti il suo nick di skype’ lo usa solo per parlare con i suoi genitori visto che abitano lontano! Ed avendo l’applicazione sul cellulare se le scrivi la vede subito’. L’idea che Matteo la vedesse mentre era sola in casa’ mi eccitava da morire. Ma ancora meglio sarebbe stato poter assistere.
Lo dissi chiaramente a Matteo, che dopo una breve riflessione trovò la soluzione.
‘Adesso mi trasferisco nello studio, dove ho l’altro computer. Poi creo un altro account con il quale la contatterò. In questo modo potrò tenere attive due conversazioni e tu tramite la webcam potrai vedere tutto, anche se certamente la qualità non sarà il massimo’.
‘Mi prometti di tenere d’occhio anche ciò che ti scriverò? Potrei darti dei suggerimenti e dirle di fare certe cose’.
‘Ok – accettò Matteo – ma non esagerare, non posso stare dietro a quello che dici tu se mi voglio godere la nostra puttanella!’.
Ci sistemammo e lui le inviò una richiesta di aggiunta ai contatti dicendole di aver avuto il suo nick da Alessandra.
Ci furono circa 15 minuti di attesa spasmodica. Poi finalmente lui mi mostrò il suo desktop, dove compariva il messaggio che Marta aveva accettato di aggiungerlo tra i suoi contatti.
‘Buongiorno’, la salutò Matteo. ‘Credevo non fossi in casa o non volessi rispondermi”
‘Ciao – rispose lei al saluto – scusami ma ho ricevuto il messaggio sul cellulare ed ho preferito spostarmi sul computer’.
La troia’ pensai io’ era già pronta.
‘Allora mostrami come sei’, gli ordinò lui.
Il monitor riportò l’immagine di Marta in camicia da notte. Erano le 9:30 del mattino e lei stava sistemando un po’ la casa. Di solito sotto indossava della biancheria ma dalle impronte dei capezzoli sembrava che almeno il reggiseno non fosse più sul suo corpo.
‘Sei felice di risentirmi?’, le chiese conoscendo la risposta.
‘Sì’, replicò lei arrossendo.
‘Tra noi non dobbiamo farci problemi a dire le cose come stanno, vero?’
‘No’, confermò Marta.
‘Quindi ieri hai goduto ad essere comandata da me, ho ragione? Hai goduto a mostrarti come una vacca?’
‘Sì, ho goduto’.
‘Come una vacca!’, insistette Matteo.
‘Come una vacca’, gli confermò.
Osservavo la donna che amavo sempre di più ogni istante, eseguire gli ordini di Matteo alla lettera. Ormai la sua voce non arrivava più al mio cervello, completamente concentrato sul vedere Marta in mano, anche se solo virtualmente, ad un altro uomo.
Sollevò delicatamente la camicia da notte fino a scoprire il pelo della sua fica. Non aveva tolto solo il reggiseno, quindi. Si era preparata per lui. Spostò leggermente il bacino in avanti come per offrirla a Matteo e dopo poco allungò una mano tra le proprie gambe iniziando ad aprire le labbra e poi a stuzzicarsi il clitoride. Matteo aveva già estratto il cazzo e se lo stava menando lentamente ed io non resistetti a fare altrettanto.
Marta continuava a masturbarsi, poi si fermò e lasciò ricadere la vestaglia fino a coprirsi.
Dapprima con la mano destra, poi con la sinistra, abbassò le spalline e scoprì il seno, avvolgendo la parte superiore della camicia da notte intorno alla vita. Iniziò lentamente a toccarsi le tette, cercando di arrivare ai capezzoli con la punta della lingua, ma purtroppo senza riuscirvi. A quel punto si fermò nuovamente e volse le spalle alla webcam. Lentamente, iniziò a tirare su nuovamente la camicia da notte. Si arrestò nel momento in cui le sue natiche cominciavano ad essere in vista. Ancheggiò un po’, si chinò in avanti fino a mostrare le grandi labbra. Poi si mise nuovamente dritta e finì di scoprirsi il culo. Allargò le gambe e si sporse nuovamente col busto in avanti. Riconoscevo le fantasie di Matteo e anche se non sentivo la sua voce sapevo che lei stava eseguendo fedelmente i suoi ordini.
Si mise le mani sulle chiappe e le aprì il più possibile, poi passò a darsi degli sculaccioni e la pelle chiara divenne presto rosata e poi rossa.
Si mise in ginocchio sulla sedia che aveva a disposizione e restando piegata a pecorina iniziò a masturbarsi.
Era uno spettacolo incredibile. Senza accorgermene avevo sincronizzato il movimento della mia mano a quello di Matteo. Gli scrissi un suggerimento e dopo pochi secondi vidi Marta spostare il dito dalla fica all’ano. Si vedeva che era restia a farlo, ma piano piano il dito sparì e dopo una trentina di secondi il movimento si fece più forte e deciso.
Mia moglie si stava infilando un dito nel culo davanti ad un estraneo che solo il giorno prima aveva conosciuto ma che già, in un certo senso, la possedeva. Non lo credevo possibile.
La scena andò avanti per un po’, finché Matteo non la fece girare, le disse di mettere i piedi sul tavolo tenendo le gambe ben larghe e fece continuare la masturbazione, alternando tocchi al clitoride alla penetrazione con le dita. Gradualmente vidi passare Marta da uno a tre dita. Sul volto di lei era dipinta la voglia di godere, la testa abbandonata all’indietro, le gambe oscenamente aperte, la mano che ogni tanto interrompeva la masturbazione per darsi qualche piccolo schiaffo tra le gambe e l’altra intenta a giocare con i capezzoli.
Non avevo parole. E non ne ebbe neppure Matteo che dopo poco sborrò.
Marta concluse il suo compito mostrando alla telecamera le dita imbrattate dei suoi umori.
Presi il cestino della carta, vi puntai dentro il cazzo e segandolo ancora più velocemente vi scaricai una copiosa serie di schizzi, ai quali seguì un lungo periodo di trance post orgasmo.
Lentamente, la voce di Matteo tornò ad essere percepita dal mio cervello. Le stava facendo i complimenti, infarcendo il discorso di parole come puttana, troia, vacca. E lei ascoltava come se le stesse facendo dei gran complimenti.
‘Adesso devo andare, mia cara’. Il tono si era fatto nuovamente galante. ‘Ma ho un compito per te’.
‘Certamente’, rispose educatamente mia moglie.
‘Voglio che tu sia altrettanto porca con tuo marito’, le comandò Matteo.
Tesi le orecchie: non mi aspettavo questo tipo di regalo. Lui aveva capito di averla in pugno ma voleva che anche io ne godessi.
‘Quando rientra a casa voglio che tu ti faccia trovare con questa camicia da notte. Lo accoglierai e dopo averlo baciato, senza dire nulla lo porterai sul letto e inizierai a spompinarlo come non hai mai fatto e ti fermerai solo dopo che lui ti sarà venuto in bocca e tu gli avrai perfettamente ripulito il cazzo. Non gli darai spiegazioni, ma stasera, andando a letto, ti farai inculare’.
‘Ma lui capirà che qualcosa non..’, provò a protestare Marta, prontamente interrotta da Matteo.
‘Non c’&egrave nulla che non vada – replicò – tu lo ami ed ami anche essere scopata come una puttana. Glielo dirai, gli dirai che ti sei svegliata con la voglia di essere posseduta da lui come se lui fosse il tuo padrone’.
Calò il silenzio tra i due.
‘Se non lo farai – riprese Matteo – sappi che io lo capirò. Non ti conviene sfidarmi’.
Marta annuì e dopo un rapido saluto la conversazione fu chiusa.
‘Allora che te ne pare?’, mi chiese Matteo.
‘Grandioso, &egrave in mano tua. E adesso anche in mano mia. Diciamo che &egrave in mano nostra’, aggiunsi ridendo.
‘Adesso vediamo di sostituire le mani con i cazzi e di scoparla in due’.

Rientrai a casa molto ben predisposto, consapevole di ciò che mi aspettava. O almeno, di ciò che speravo mi aspettasse.
Aprii la porta e Marta era sul divano del soggiorno. Mi corse incontro e mi baciò. Non un bacio come di consueto, ma con la penetrante ricerca della mia lingua. Buttai la borsa sul divano e misi le mani sul suo sedere. Al contatto con il tessuto della camicia da notte, avvertii subito l’assenza delle mutandine.
Mi prese per mano, mi portò in camera da letto e mi fece sedere iniziando a slacciarmi i pantaloni.
‘Ma cosa ti prende?’, le chiesi sorridendo.
Marta non rispose, famelicamente ingoiò il mio cazzo causandomi un sussulto per la veemenza che mai avevo riscontrato nei suoi pompini. Iniziò a massaggiarmi le palle, si interruppe solo per spingermi con la schiena sul letto, poi riprese il massaggio mentre ingoiava e faceva riemergere l’asta.
‘Mio Dio, Marta non ti ho mai sentita così”. Non sapevo come terminare la frase.
‘Troia?’, suggerì lei.
‘Non intendevo che”
‘Sì, mi sento troia’, disse togliendosi temporaneamente il cazzo dalla bocca. ‘Voglio essere la troia di mio marito’. E detto questo tornò a succhiarmelo e non emise altro che mugolii finché non estrassi il cazzo dalla sua bocca perfettamente pulito.
Si sdraiò accanto a me e si lasciò coccolare.
Quella sera, deciso a ricompensarla e facendo finta di nulla, iniziai a leccarla e la feci venire, poi le puntai la cappella tra le gambe, ma lei si girò e disse: ‘Ho detto che voglio essere la tua troia’ e le troie devono essere inculate’.
Glielo infilai dentro con tutta la forza che la situazione mi consentì.
Mentre la scopavo mi rendevo conto di come Marta fosse cambiata e di quanto fossi fortunato. In ufficio sentii Matteo, che ad un certo punto mi chiese:
‘Allora ve la fate questa scopata in tre?’
Come faceva a sapere? Non seppi rispondere, ma fu lui a togliermi d’impaccio.
‘Mi auguro che te lo abbia detto la tua mogliettina’.
‘Cosa esattamente?’
‘Le ho detto che volevo che tu e lei scopaste insieme Alessandra. Lei mi ha confessato che tu l’hai inculata davanti ai suoi occhi e le ho fatto capire che le era piaciuto e che non ci sarebbe stato nulla di meglio che condividere in tre il vostro rapporto’.
Matteo si stava rivelando un vero amico. forse la definizione di ‘amico’ era un po’ particolare nel suo caso, ma di sicuro mi stava dando una mano.
‘Me ne ha parlato stamattina – confermai – e vuole organizzare per stasera’.
‘Bene, bene’ allora in bocca al lupo!’
‘Crepi il lupo’, risposi. ‘Ho dei filmati che forse non hai visto, vuoi dare un’occhiata?’, gli proposi.
‘Ti ringrazio, ma alla mia età devo preservarmi un po’ e se mi faccio una sega adesso’ dopo diventa dura’.
‘Che cosa hai da fare?’
‘Non preoccuparti, ci sentiamo’, chiuse lui in maniera enigmatica.
‘A domani’, risposi.
‘A’ sì, a domani’. Rise e poi chiuse la conversazione.

Quando rincasai, Marta mi annunciò che Alessandra sarebbe arrivata nel giro di pochi minuti. In realtà ne ero consapevole perché l’avevo sentita in privato.
Sedetti sul divano del soggiorno, chiudendo gli occhi per fare il punto della situazione. In poche settimane ero passato da una vita di fantasie sessuali ad una di appagamento pressoché totale da quel punto di vista. ed il risultato era che sentivo di amare Marta come di più non avrei potuto.
Riaprendo gli occhi me la trovai davanti con una vestaglia quasi trasparente e sotto si notava la presenza solo di un minuscolo perizoma.
‘Ti piace?’, mi chiese. ‘L’ho comprato stamani, ho pensato che farmi trovare così potrebbe aiutare a sciogliere il ghiaccio’.
La avvicinai a me abbrancandole il sedere con le mani, baciandole l’ombelico ed iniziando a scendere lentamente con le labbra.
‘Aspetta, non &egrave il caso di iniziare senza di lei’.
‘Invece sì – dissi iniziando a spogliarmi e restando nudo in pochi attimi – se vuoi che la situazione si scaldi senza che ci sia imbarazzo facciamoci trovare già operativi’. Mi riaccomodai sul divano, nudo e con il cazzo in mano, segandolo molto lentamente e puntandolo verso Marta come se fosse un fucile pronto a sparare.
In quel momento Alessandra suonò il campanello. Marta le rispose dicendo che avrebbe lasciato la porta aperta. Poi mi raggiunse sul divano e mi baciò.
Non sentimmo minimamente il rumore della porta che si chiudeva. Ci accorgemmo di Alessandra quando si schiarì la voce per richiamare la nostra attenzione.
Il silenzio regnava sovrano, finché non presi l’iniziativa.
‘Saltiamo le formalità, siamo adulti e sappiamo perché siamo qui. Dai, vieni da noi’. Non feci alcuna fatica a dire quelle parole. Ormai scopavo Alessandra da molto tempo ed il fatto che Marta volesse un rapporto a tre mi aiutò ad essere pienamente spontaneo.
Alessandra si avvicinò a noi, Marta la andò incontro, la abbracciò e la baciò. Mi invitò a fare la stessa cosa. Mi alzai e fu bellissimo non dover far nulla per nascondere l’erezione. Andai verso di lei e dopo un attimo di sguardi tra noi tre, mi avvicinai e la baciai. Facemmo le cose per bene, in modo che non sembrasse un gesto abituale come in realtà era. Il cazzo le puntava contro la coscia e Marta le prese la mano mettendocela sotto, invitandola a toccarmelo. E mentre vivevo l’esperienza di baciare Alessandra facendomi masturbare da lei davanti a mia moglie, questa iniziò a spogliare l’amica, che era venuta pronta per ciò che avremmo fatto. Sotto la gonna che Marta le aveva sganciato e sfilato, indossava solo un perizoma identico a quello dell’amica. Lo avevano comprato insieme.
Mi staccai da lei per darle modo di liberarsi della camicetta, scoprendo che non portava reggiseno.
Ci sedemmo sul divano, i baci si intrecciavano, in alcuni momenti non sapevo più chi stavo palpando, ma era bellissimo.
Fu Alessandra a dare una ventata di fresco ad un’atmosfera ormai rovente.
‘Marta mi ha detto della vostra esperienza in hotel e l’ho trovata tremendamente eccitante’.
‘Sì, &egrave così – confermò Marta – mi &egrave piaciuto molto’.
‘Volevo chiedervi di ripeterla tutti insieme’, propose la donna alla quale continuavo a palpare il culo a mano piena.
‘Che hai in mente?’, le chiesi.
‘Ho un amico che apprezzerebbe molto lo spettacolo e vorrebbe, a modo suo partecipare’.
In quel momento capii e trattenni a stento un sorriso. Ecco perché Matteo era sembrato così strano quella mattina. In realtà mi aveva preparato una sorpresa.
‘Ma verrebbe qui?’, chiesi fingendo di non capire.
‘No, no, non può e non &egrave della zona. Ma potrebbe guardarci e noi potremmo guardare lui. E potremmo parlarci’.
Guardai Marta, che vedendomi tentennante mi incitò annuendo con la testa.
‘Ok, che dobbiamo fare?’, chiesi.
Alessandra si alzò ed andò a prendere la borsa, dalla quale estrasse il suo portatile.
Lo piazzò sul mobile davanti al divano, lo aprì e si collegò ad internet aprendo skype.
‘Sei sicura?’, sussurrai a Marta fingendo di avere qualche dubbio.
‘Lo sono, ho voglia di provare’, rispose.
Dopo pochi secondi il volto amico di Matteo comparve sul monitor e la sua voce riecheggiò nell’appartamento.
‘Wow, che bello spettacolo!’, disse vedendomi in mezzo a due donne seminude. ‘Mi chiamo Matteo ed &egrave un piacere conoscervi’. E detto questo si stiracchiò sulla sedia mostrando di aver già estratto il cazzo dalle mutande. A quella visione, istintivamente Marta me lo prese in mano ed iniziò lentamente a segarmi.
‘Lui &egrave un mio amico, spiegò Alessandra e sono sicuro che ci divertiremo insieme’. E per suggellare quella sua convinzione iniziò a baciarmi.
‘E tu – chiese rivolto a Marta – non baci nessuno? Dai, partecipa!’.
Fu così che per la prima volta provai contemporaneamente le labbra delle due donne che mi eccitavano di più al mondo.
‘Bravi’ sei fortunato – mi disse – ad avere intorno due belle troiette così. Perché non dai loro qualche sculaccione mentre si baciano?’
E così, mentre sopra di me Marta ed Alessandra si baciavano, iniziai a sculacciarle in maniera alternata.
‘Che spettacolo – commentò Andrea – ma adesso ringraziatelo, su’ Alessandra, succhiagli un po’ il cazzo, mentre tu’ come ti chiami?’
‘Marta’, rispose.
‘Marta, offri quei bei capezzoli alla lingua del tuo uomo’.
Iniziai a succhiarglieli mentre Alessandra lavorava di bocca, mani e lingua il mio cazzo. ero in estasi. Matteo diede fondo a qualunque idea sporca che gli veniva in mente.
Toccò l’apice quando ordinò ad Alessandra di darmi le spalle ed impalarsi sul mio cazzo mentre Marta, in piedi sul divano, mi dava la sua fica da leccare.
Alessandra era venuta munita del fido Ettore, che servì a darmi tregua dopo l’abbondante sborrata che feci nelle due bocche appositamente accostate l’una all’altra per ricevere il mio seme.
Ettore fece gioire entrambe, in ogni buco, finché io non fui pronto e mi fu detto di inculare Marta mentre Ettore le riempiva la fica ed a sua volta lei, a pecorina, leccava Alessandra tra le gambe.
Matteo decise che il gran finale sarebbe stata l’inculata di Alessandra mentre Marta si masturbava.
Furono due ore intensissime, che sinceramente faticai a portare a termine.
Eravamo esausti sul divano, anche Matteo era sfinito dopo aver sborrato poco prima sul primo piano del culo di Marta, tenuto da me il più aperto possibile.
‘Amici miei &egrave stato bellissimo’, commentò. ‘Direi che non ci resta che incontrarci. Da molto sogno di farmelo prendere in bocca da Alessandra, ma adesso che ho visto Marta’ ho una nuova fantasia’.
Ci guardammo. Alessandra fu la prima a dire che lei ci stava.
‘Ti va?’, chiesi a Marta.
Lei, ancora provata dalle ripetute attenzioni che le avevamo prestato, mi domandò: ‘Sarai sempre con me?’
‘Non so – le dissi sinceramente – potrebbe volerti scopare da solo. Ma ti amerò comunque se vorrai farlo’.
Dopo qualche secondo, Marta si girò verso Matteo e disse: ‘Va bene’.
Non era una gran brava attrice, sperava che non notassi il sorrisino di intesa rivolto all’uomo nel monitor. Ma non mi importava. Senza dar fiato alla bocca mi voltai verso Alessandra e la ringraziai. La tensione era palpabile, almeno quanto i corpi ancora vestiti di Alessandra e Marta. Era da molto tempo che aspettavo questo momento, mentre Marta aveva quella che ritenevo fosse l’ansia da prestazione del principiante. Alessandra sembrava a suo agio e Matteo, seduto accanto a lei, non mostrava alcun tentennamento.
Avevamo deciso di incontrarci a casa nostra, al mare, in modo da non dare nell’occhio e non essere disturbati.
Matteo si era presentato da gran signore e la conversazione era scorsa fin da subito in maniera simpatica. Avevamo bevuto qualcosa e fatto un piccolo spuntino. L’unica cosa che mancava era che si desse il via alle danze.
Fu Alessandra a togliere chiunque d’impaccio.
‘Beh, che dite, diamo un senso a questo nostro incontro? Dovremmo essere qui per fare sesso o mi sono persa qualcosa?’. Il suo tono era allegro e spensierato come solo lei riusciva ad essere. E pronunciate quelle parole, si sfilò la maglietta ed i jeans che indossava, restando con un completo bianco con perizoma.
Seguirono gli applausi di tutti, compreso Matteo, che però smise prima di me e Marta perché decise di mettere subito le mani sul morbido corpo della sua vicina di divano.
Quanto a noi, guardai mia moglie e le feci capire che era il momento. Si alzò ed imitando l’amica fece sparire l’abitino con bretelle che indossava. Vederla spogliarsi fu bellissimo: lo afferrò dalle spalline e lo fece scorrere verso la testa, mostrando il culo fasciato da un elegante slip e poi il reggiseno. Tuttavia, poiché il vestito aderiva nella parte superiore del busto, nel sollevarlo fece spostare una coppa e il suo seno destro si liberò completamente.
Applausi scroscianti da tutti i presenti, con Alessandra che propose di far sparire subito i reggiseni.
Io e Matteo ci trovammo con una donna in topless accanto e ci lanciammo uno sguardo d’intesa. Iniziammo a baciarle e toccarle, Matteo andò subito al sodo infilando due dita tra le gambe di Alessandra e succhiandole alternativamente i capezzoli. Uno spettacolo molto eccitante, che io e Marta ci godemmo. Lei mi accarezzava la patta da sopra i pantaloni, io le palpavo le natiche e le baciavo il collo.
‘Adesso fai la brava e me lo prendi in bocca’, disse Matteo abbassandosi i pantaloni e facendoseli sfilare da Alessandra. Lei si sistemò in ginocchio davanti a lui, aprendogli le gambe ed iniziando a leccare le palle e l’asta mentre giocava con la mano a coprire e scoprire la cappella. ‘Aspetta, così loro non possono vedere quanto sei brava a succhiare cazzi – la interruppe – Vieni qui!’, le disse facendola mettere di lato in ginocchio sul divano.
In questo modo lui poteva toccarle il sedere e masturbarle (molto presto iniziò a giocare con il suo ano da come Alessandra strizzava gli occhi), mentre noi potevamo osservare la scena.
Guardai Marta e lei capì di dover fare altrettanto. Poco dopo anche Matteo la osservava calare le sue labbra sul mio cazzo.
‘Non metterci troppa foga – le disse – tuo marito non deve mica venire adesso”.
Il lavoro di bocca di Alessandra durò un bel po’ e nonostante il suo impegno lodevole, Matteo non accennava a voler venire. ‘Sono i vantaggi dell’età’, ci disse, confessandoci di essersi masturbato poco prima di venire a trovarci per prolungare la sua possibilità di penetrare le due donne.
Ad un certo punto interruppe Alessandra, estraendole letteralmente il cazzo di bocca. Un lungo filo di bava continuò a collegare la cappella con la bocca della donna, finché questa non passò la lingua sulle labbra.
Matteo, con il cazzo duro che si spostava a destra e sinistra seguendo il movimento delle gambe, andò verso la borsa che aveva portato con sé e ne estrasse una specie di camera d’aria nera collegata ad una pompetta.
‘Adesso fate pari o dispari tu e Marta’, disse Matteo.
Le due donne non capivano ma eseguirono, con mia moglie alla quale non permisi di staccare le labbra dal mio cazzo.
‘Dispari’, disse Alessandra. E dispari fu.
‘Uh-uh – esclamò Matteo – chissà se hai avuto fortuna o sfortuna”
‘Che vuol dire?’, chiese Alessandra senza celare un velo di preoccupazione.
‘Nulla, nulla, non preoccuparti. Adesso metti le mani sul divano e allarga bene le gambe’, le disse Matteo facendola restare a pecorina. Poi, sorridendo, le disse ‘Sono sicuro che una cosa così non l’hai mai provata’. Detto questo iniziò ad introdurle la camera d’aria nel culo, dopo averla ben lubrificata. Era una sorta di salsicciotto lunga circa 20 cm e largo 3. Nel culo di Alessandra, ormai abituata al sesso anale, scivolò quasi senza difficoltà.
Matteo tornò a sedersi, sempre con il cazzo che puntava verso l’alto e con un gesto deciso della mano dietro la nuca di Alessandra le fece entrare nuovamente il cazzo in bocca. Mentre lei pompava, lui aveva smesso di toccarla e teneva in mano la pompetta che con un tubicino era collegato alla camera d’aria nel culo di Alessandra.
Lentamente iniziò a pompare anche lui.
Alessandra emise un mugolio ma continuò a succhiarlo.
Matteo diede ancora 5-6 rapide pompate e Alessandra reagì nuovamente, stavolta emettendo un rantolo soffocato dalla bocca piena.
La lasciò rilassare ma dopo un paio di minuti tornò a dare qualche pompata e stavolta Alessandra si liberò la bocca per emettere un gridolino.
‘Pare che la nostra troia stia raggiungendo il limite di sopportazione’, mi disse sorridendo. Si alzò e la fece girare in modo che ci offrisse la visuale completa del suo culo. La camera d’aria, quel dildo gonfiabile, aveva più che raddoppiato la propria circonferenza e stava mettendo a dura prova Alessandra. ‘Ma lei non vuole che io mi fermi, vero?’, le disse accarezzandola in viso.
Marta era perplessa ed aveva smesso di succhiarmelo.
‘Scopala un po’, così la scaldi’, mi disse. Poi, rivolto a lei: ‘Va alla borsa e prendi l’oggetto che ho lì dentro. Quello &egrave per te’.
Marta eseguì le indicazioni ricevute e tornò con un’altra camera d’aria che aveva l’aria di essere più larga della precedente.
‘Forza, fammi vedere come ti fai scopare da tuo marito – le disse – ma non farlo venire, mi raccomando. deve solo farti bagnare per questa’.
‘Per quella?’, chiese Marta?
‘Certo. Vedi, lei ha vinto e le &egrave spettato questo nel culo’, disse toccando il dildo gonfiabile, al quale diede altre rapide pompate che fecero sussultare Alessandra, ormai con gli occhi lucidi. ‘Le sta allargando per bene il culo, ma non temere, la troia tra poco godrà come mai in passato. Sarebbe potuto capitare a te, ma ho programmi diversi’.
Ormai con il cazzo durissimo, la presi per i fianchi, la feci indietreggiare e la feci sedere su di me, impalandola in un colpo solo grazie alla dose di umori che aveva iniziato a secernere.
Ogni tanto aumentavo il ritmo della pompata ma mi arrestavo poiché Matteo non voleva che venissi.
‘Adesso vieni qui’, le disse, liberando Alessandra e porgendomi la pompetta come se dovessi portarla al guinzaglio. Senza alzarsi in piedi, con una mano messa sul culo di Marta la avvicinò a sé, affondando il volto tra le sue gambe e leccandole la fica.
A quella visione iniziai a fare la stessa cosa con Alessandra, la quale mostrò di godere molto. Tanto che mi prese delicatamente di mano la pompetta e iniziò a gonfiarla da sola. Due lacrime si inseguirono sulla sua guancia destra, mentre mi sussurrava ‘Leccamela’.
Matteo si era abbandonato sullo schienale del divano e con una mano su ogni natica di Marta, l’aveva portata a sé fino a farsi mettere la fica in faccia. Le teneva il culo più aperto che poteva e dopo aver intinto un dito nella fica iniziò a giocare con il suo culo.
Avevo voglia di sborrare, stavo vedendo un altro umo masturbare l’ano di mia moglie leccandone la fica e lei, con la test abbandonata indietro, mostrava decisamente di gradire.
Dovetti far smettere Alessandra per non venire.
Matteo si fermò, diede qualche pompata al secondo dildo e lo fece divenire abbastanza gonfio da infilarlo nella fica di Marta. Lei iniziò a gemere. Io iniziai nuovamente a farmi succhiare il cazzo da Alessandra, ma Matteo la fermò: ‘Succhiagli ancora il cazzo e giuro che ti faccio esplodere quella camera d’aria nel culo!’.
Quando Alessandra si fu fermata, lui le comandò: ‘Dai ancora 4 pompate e poi masturbati a gambe larghe per noi, mentre ci occupiamo della nostra troia’. Poi si rivolse a me: ‘Non posso permettere che tu sprechi sborra adesso’ io non resisterò ancora per molto, ma devo darti il finale che desideri’.
Non sapevo bene a cosa alludesse, ma lo capii presto.
Matteo fece mettere Marta in ginocchio sul divano, le mani sullo schienale, i piedi penzolanti in fuori. Il dildo era gonfio, lo aveva già fatto crescere in diametro e Marta sembrava voler strappare con le mani pezzi di divano.
‘Vieni qui a masturbarti, puttana!’, disse ad Alessandra che ancora non aveva raggiunto l’orgasmo. La fece sedere per terra a gambe larghe in modo che potesse continuare a toccarsi e che con la bocca potesse leccare il clitoride di Marta.
Poi, dandosi qualche colpo al cazzo, si posizionò dietro mia moglie ed appoggiò la cappella allo sfintere anale.
Marta mostrava già di godere come mai in passato e nel sentire quel contatto emise un verso stridulo che io prontamente interruppi seguendo le indicazioni di Matteo e mettendomi davanti a lei per farmelo prendere in bocca. Qualche colpo e anche Matteo le fu dentro.
Marta mugolava come una cagna, la fica completamente riempita a dismisura, il culo occupato dal cazzo di un altro uomo, Alessandra che la leccava e io che le riempivo la bocca.
Matteo la prese per i fianchi ed iniziò a dare delle spinte poderose, più forti e rapide che poteva. Mi fece capire che Alessandra, come ben sapevo, era stata molto brava ed il suo orgasmo non sarebbe tardato. Io lo osservavo e non potei pensare che quella era la realizzazione di un sogno.
Mancava solo una cosa. E capii che Matteo aveva organizzato tutto affinché potessi soddisfare anche l’ultimo desiderio.
‘Lecca più forte, falla venire!’, ordinò ad Alessandra e poco dopo Marta iniziò ad ansimare profondamente. la conoscevo e so che a secondi avrebbe iniziato a contorcersi. cosa che puntualmente avvenne. Stava godendo.
Matteo mi guardò e mi fece capire il suo stato con un chiaro labiale ‘Sto per sborrare’.
E infatti i suoi movimenti si fecero più convulsi e iniziò a sborrarle nell’intestino.
Questo mi eccitò oltre ogni limite.
‘Chiudi gli occhi’, dissi a Marta estraendo il cazzo dalla sua bocca.
Me lo presi in mano e puntandolo a non più di 5 centimetri dal suo volto, dopo 4-5 colpi di mano spruzzai il faccia a mia moglie quanta più sborra potevo.

Mi lasciai cadere per terra, la cappella ancora bagnata da qualche goccia di sperma.
Matteo ansimava seduto sul divano, Alessandra, dopo essersi asciugata tra le gambe ed avendo iniziato a far sgonfiare il dildo che le divaricava l’ano, aiutò Marta a ripulirsi il viso, aggiungendo qualche saltuario bacio.

Quel rapporto a quattro non era durato tanto ma era stato estremamente intenso. Non avevamo fiato per parlare, finché Matteo non disse ‘Adesso Alessandra ci mostra il suo buco del culo’ e la aiutò a sfilare la camera d’aria. Questa sembrò ‘colare’ via. L’ano della ragazza, che ben conoscevo, adesso era molto più largo.
‘Capisci perché ho inculato te?’, disse Matteo a mia moglie. ‘A lei ci vorrà un po’ prima che senta ancora qualcosa. Ma non temere, presto sarà così anche per te’.
Mi rialzai e presi per mano mia moglie, facendola alzare e stringendola a me. I nostri corpi nudi e sudati sembravano completarsi a vicenda.
La baciai, un bacio dato con passione ed immenso amore.
‘Me la presti qualche volta? – mi chiese Matteo – Vorrei portarla con me in qualche posto che conosco e dove so che si divertirebbe e farebbe divertire tanti altri porci come me e te’. Sorrise, abbracciando Alessandra: “Oh, tranquilla, porto anche te!”.
Ricambiai il sorriso.
Guardai nuovamente Marta e ricominciammo a baciarci.

Leave a Reply