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Erotici Racconti

Non dirmi che non ci credi

By 10 Gennaio 2017Gennaio 31st, 2023No Comments

La nostra vacanza sta per concludersi, in ogni caso sono stati quindici giorni da urlo, cullati e viziati in un’isola tropicale, mare a volontà, spiagge bianchissime, accarezzati dal sole in libertà senza nulla sulla persona e naturalmente sesso, sì, sesso in dosi industriali, poiché il villaggio è fatto apposta per quest’aspetto. Qui, invero, ci sono soltanto coppie giovani di mente aperta, anticonformiste, indipendenti e libere in cerca d’avventure e di peripezie, dal momento che di coppie ne abbiamo conosciute parecchie e d’avventure ne abbiamo avute in egual misura. 

L’avventura però sta per terminare, poiché questo pomeriggio si faranno le valigie e si tornerà a casa, tenuto conto che ci sono rimaste solamente poche ore per un’ultima nuotata, un’altra rifinitura all’abbronzatura già di per sé vistosa, forse una finale trombata in spiaggia e un conclusivo saluto per chi resta. Ci rimane sennonché addirittura una rilevante cosa da fare: passare adeguatamente il ‘testimone’, perché ieri a tarda sera è arrivato il nuovo scaglione di vacanzieri. Gli animatori li hanno sistemati nelle capanne, in quanto erano stravolti dal viaggio suggerendo loro di riposarsi, poi hanno raccolto tutti noi affidandoci appunto questo compito per questa nostra ultima mattinata: prenderci cura ciascuno d’una nuova coppia, portarli a vedere l’isola, esporre e illustrare, spiegando il funzionamento del villaggio e soprattutto introdurla agli usi e ai costumi del luogo.

Un’avvenente animatrice guida amichevolmente il gruppo dei nuovi arrivati al bar dove si consuma la colazione, in conclusione li spartisce affidandoli a noi due, loro due per la precisione sono Carmen e Filippo. Entrambi sono giovani e deliziosi, si trovano in viaggio di nozze con l’aria assonnata e scompigliata tipica di chi deve ancora smaltire il fuso orario, tuttavia è più lei che appare con il viso annerito di chi si è preparato alla vacanza tropicale con largo anticipo testimoniato da una discreta serie di lampade. Osservandoli bene hanno anche un’aria e un aspetto da bravi ragazzi, va a finire che questi non hanno ancora capito in che tipo di posto sono realmente finiti, perché forse ci sono capitati per sbaglio e in effetti sono alquanto sorpresi. Sono invero sbalorditi e stupefatti, per il fatto che l’animatrice che li ha radunati e condotti infine al bar fosse nuda, perché lei tranne il cappellino e i sandali che indossa è del tutto discinta e scoperta. Sono strabiliati dal fatto che molta altra gente è lì senza nulla addosso, per fortuna stamattina qualcosa addosso noi ce l’avevamo: Roberto indossava un costume da surf, io un pareo annodato al seno, però di sotto indossavo anche un perizoma, giacché era rimasto inutilizzato per quasi tutta la vacanza recuperandolo di proposito dal fondo della valigia, prevedendo appunto che i nuovi arrivati sarebbero potuti essere anche piuttosto composti e verecondi evitando in tal modo d’urtarli disgustandoli eccessivamente. 

Facciamo frattanto colazione e iniziamo in tal modo a conoscerci, poi ci offriamo per portarli a fare un giro dell’isola e a fare la prima nuotata. Un giro per il villaggio per mostrare loro dove ci sono le cose che possono servire, infine raggiungiamo la spiaggia. Superata la parte vicino al villaggio, dove tutti si fermano per prendere il sole, li portiamo oltre gli scogli dove la spiaggia diventa più deserta e dove la laguna è abbastanza profonda da poterci nuotare, qui decidiamo che è il caso di farci una sguazzata rinfrescante. Mi basta slacciare il pareo per tuffarmi in acqua, Roberto mi segue a ruota, i nostri amici si sfilano le magliette, i pantaloncini e ci seguono. Carmen in bikini è una gran bella ragazza, e piccolina, un po’ tondetta, però certamente figa: ha le forme soffici, è minuta e graziosa che ti viene subito voglia di toccarla. Anche Filippo però non è male, anche se preferisco quelli con un po’ più di muscoli. Una sguazzata rapida nell’acqua trasparente, qualche bracciata, poi si ritorna a riva per prendere il sole, una scrollata ai teli da spiaggia, una bella spalmata d’olio solare e ci stravacchiamo a fare le lucertole. Io avrei voglia di togliermi il perizoma, eppure non oso: non è ancora il momento, in quanto non voglio urtare i nostri ospiti con iniziative che magari non apprezzerebbero. Carmen però il reggiseno se lo slaccia e questo è già un buon segno, anche se poi se ne resta rigorosamente a pancia in giù, con le tette nascoste. Qualche chiacchiera, una sigaretta, poi io mi stufo e propongo a Carmen di portarla a vedere l’isoletta che c’è dall’altra parte della laguna, lei si riallaccia il reggiseno, però la convinco di farne a meno: 

‘Dai, siamo su di un’isola tutta per noi, nessuno ci fa caso. Lascialo qui, altrimenti fai sentire in imbarazzo me che non ce l’ho’.

Lei rimane un attimo incerta e perplessa, guarda il marito come per chiedergli che cosa fare, lui l’incoraggia e così partiamo noi ragazze a esplorare con le tette al vento quello che Carmen deve tassativamente vedere. Ha due belle tette Carmen, sono grandi al punto giusto e sembrano anche molto sode, poi vederla camminare con le tette al vento è uno spettacolo, anche il resto è molto pregevole: belle spalle, muscolose braccia, gambe benfatte, un bel ventre con un ombelico da far venire certi pensieri, peccato però per quel costume giacché stona, in quanto andrebbe bene per Jesolo dove ci sono le nonne e i bambini. Con un perizoma come il mio, le sue chiappe darebbero senz’altro uno spettacolo migliore, però non oso neppure pensarci.

La laguna s’attraversa oltrepassandola dove l’acqua non arriva neppure al ginocchio, perché di là c’è l’isoletta per quelli che vogliono starsene tranquilli, ‘l’isola delle trombate’, com’è abitualmente e normalmente conosciuta. Non è più grande d’un campo di calcio, una spiaggia irregolare con tutto attorno un ammasso d’enormi macigni levigati con delle palme per restarsene al fresco. A quest’ora del mattino non c’è nessuno, troviamo un angolo tranquillo vicino a una pozza profonda e ci facciamo un’altra nuotata. Immerse nell’acqua fino al mento io ne approfitto per godermi il galleggiamento delle sue tette, per farla parlare e per conoscerla un po’ meglio. E’ sposata da appena dieci giorni ed è felicissima d’esserlo, nella fase in cui si vede tutto rosa e si scopa a tutto spiano a ogni ora del giorno e della notte. Io le suggerisco nei giorni seguenti di venire per darsi opportunamente da fare all’aperto anche sull’isoletta e le spiego che lì nel villaggio quell’isoletta è usata proprio per quello scopo, perché ci vengono le coppiette di sposini per le romantiche trombate e ci vengono pure gli scambisti per le allegre e festose ingroppate in compagnia. Lei ascoltandomi s’indigna e si scandalizza, dal momento che non le sembra vero che si possa fare in spiaggia con altri individui in giro che possono convenientemente vedere:

‘Ti dirò, che il bello di questo posto è proprio quest’aspetto’ – rimarco io la questione in maniera allusiva.

Nel frattempo indico spiegandole in modo adeguato che quel villaggio è frequentato e popolato appunto per quelle ragioni, perché prendere il sole nudi è soltanto l’inizio, tenuto conto che qui nessuno si scandalizza né si turba di nulla, perché scopare in spiaggia è una cosa che compiono tutti in maniera disinvolta e naturale.

‘Adesso è perché e mattino presto, più tardi qui c’è sempre qualcuno che ci viene apposta per far l’amore’.

‘Dimmi una cosa, tu lo hai già fatto?’.

‘Caspita se l’abbiamo fatto, eccome. Da soli e addirittura in allegra e gioviale compagnia, con mio marito e con il marito di qualcun’altra, vedessi che numeri’. 

Lei mi squadra sempre più imbarazzata, incredula e perplessa, perché oltre che confusa e disorientata è anche piuttosto incuriosita, in quella circostanza io ne approfitto per raccontarle di quella nostra vacanza di rilassamento completo e di quegli scambi con le altre coppie che abbiamo conosciuto. In quel momento arriva gente oltrepassando la laguna, sono in quattro: due maschi e due femmine, sono nudi, del tutto disadorni e indifesi, salutano passando nella spiaggia di fronte a noi e se ne vanno più in là oltre i grandi massi dove non possiamo più vederli:

‘Queste coppie sono venute qua di certo per scopare’.

‘Davvero? Dici seriamente?’.

Dopo un breve occhiata ci ridiamo su e successivamente sguazziamo dentro l’acqua dirigendoci verso un massiccio macigno emergente dal litorale finché li vediamo. Due sono proprio adagiati sulla riva che si rotolano abbracciati dove arriva l’onda, gli altri due viceversa si trovano a un passo più sull’asciutto in piedi, anche loro stretti che li guardano con il maschio con il cazzo inequivocabilmente eretto:

‘Dai su, non dirmi che non ci credi neanche adesso?’.

Non vogliamo disturbare e così nuotiamo di nuovo da dove siamo venute, lentamente cominciamo a sentire il fresco dell’acqua, sicché ritorniamo verso l’arenile, stendiamo sulla sabbia il pareo e ci corichiamo per prendere il sole. Io mi sfilo il perizoma e allargando le gambe mi godo il tepore del sole sulla fica, pensando ahimè, che la pacchia durerà ancora poche ore e chissà quando potrò ancora permettermi d’abbronzarmela come si deve un’altra volta: 

‘Non penso di scandalizzarti messa così, se però non hai piacere il perizoma me lo rimetto’ – ribadisco io in maniera allegra.

No, Carmen per quello non si scandalizza, così provo a convincerla per togliersi il costume. Lei esita, rimanda, si vergogna un po’, per il fatto che ha paura che arrivi gente. Io la convinco esponendole, che se anche arrivasse gente, nessuno avrà nulla da ridire, dal momento che le ricordo che i quattro individui che abbiamo appena visto passare il costume l’hanno lasciato volutamente addirittura nella capanna, o l’animatrice che quella mattina girava per il villaggio tranquillamente senza nulla addosso. Carmen dubita e indugia, però poi si convince, il tempo d’avvertire il tepore del sole dove di solito non batte e così ne rimane davvero entusiasta. Quando dopo un po’ il sole comincia bruciare ci facciamo un’altra nuotata e non ci sono problemi per convincerla a farla così senza rimettersi il costume, senza nulla addosso. Carmen è uno schianto, in quanto ha un sedere da favola e davanti ha un bel folto cespuglietto, peraltro curato e nerissimo, su d’un pube ben rilevato, sporgente e imperiosamente bello. Io invidio il marito che si scopa uno schianto del genere e immagino come Carmen sarà tra qualche giorno, quando il segno bianco del costume sarà sparito e anche lì la sua pelle sarà scura e compatta come nel resto del corpo. Nel frattempo aggiriamo di nuovo lo scoglio, stavolta però i quattro si sono ritirati all’ombra delle palme e stanno scopando per davvero, due sono coricati nella sabbia e lo stanno facendo nel più classico dei modi, mentre gli altri due sono abbracciati in ginocchio lì vicino e anche loro stanno facendo l’amore.

Noi siamo lontane, eppure si vede che ci stanno dando dentro d’impegno, per il fatto che qualcuno possa vederli non gliene frega nulla. Si vede benissimo che sono rilassati e sereni, perché neppure si preoccupano di guardarsi alle spalle, evidentemente sono abituati a quegli accoppiamenti all’aperto: chissà se ciascuna ragazza lo sta facendo con il proprio uomo oppure con l’uomo dell’altra? 

‘Promettimi che prima che la vacanza finisca, anche tu ti farai scopare in spiaggia’.

‘Dici che devo?’. 

‘Certo che devi, altrimenti è inutile, però è anche enormemente infruttuoso che abbiate speso un mare di soldi per venire fin qui’. 

‘E Filippo?’.

‘Non preoccuparti per Filippo. Comunque la pensi, sta’ pur certa che non gli dispiacerà, te lo garantisco’.

Torniamo all’asciutto, prendiamo ancora un po’ di sole e stabiliamo di ripresentarci dall’altra parte della laguna dove là abbiamo lasciato i mariti, mentre io mi sto ingegnando per trovare il modo di proporre a Carmen di tornare senza, dato che il costume lo rimettiamo quando vediamo che qualcuno sta attraversando la laguna e sta venendo verso la nostra riva, poi ci accorgiamo che sono proprio i nostri mariti quei due individui che in lontananza s’avvicinano, li chiamiamo con un fischio, loro ci vedono e puntano verso di noi. Sono attimi di batticuore e di panico per Carmen che vorrebbe rivestirsi, ma per sua immensa sorpresa quando sono abbastanza vicini vediamo che i due mariti s’avvicinano non di certo più vestiti di noi, perché devono aver lasciato tutto sull’altra spiaggia e adesso guadano nudi, giacché ammetto che un po’ sorpresa lo sono anch’io, non per Roberto, visto che è tutta la settimana che lo vedo girare per l’isola con il pisello al vento, ma per Filippo, giacché rimango meravigliata per il fatto che trovandosi solamente da poche ore al villaggio come si sia rapidamente adattato uniformandosi con tanta naturalezza ai costumi del luogo e giri anche lui nudo.

Io corro loro incontro accogliendoli a metà passaggio, abbraccio Roberto e ci facciamo l’ultimo tratto assieme mano nella mano. Filippo non è da meno di Carmen, perché è proprio un bell’uomo, con tutto quello che serve al posto giusto e soprattutto è meravigliosamente sereno e incredibilmente a suo agio. Sguazziamo noi tre dove l’acqua è profonda, Carmen si vergogna a raggiungerci, ma vado io a prenderla e per mano la trascino verso dove l’acqua è abbastanza fonda, in tal modo pure lei s’adatta e nuota con noi. Raccontiamo di quei quattro che scopano dietro l’angolo e andiamo a sbirciarli, però attualmente non scopano più, visto che sono tranquillamente stesi come lucertole a prendersi il sole. Torniamo a riva anche noi e ci diamo a un’altra seduta d’abbronzatura, purtroppo però il tempo passa in fretta e tra un po’ bisognerà tornare al villaggio, mangiare un boccone, raccogliere in fretta i nostri bagagli e prepararci per prendere il battello che ci porterà all’aeroporto. Nell’aria s’avverte l’avvilimento, lo sconforto e la tangibile tristezza della vacanza che finisce, il dispiacere e il malumore per quel paradiso che bisogna lasciare, perché in modo celere l’infelicità, l’immenso grigiore e la scontentezza si mescolano.

‘Adesso che ore sono?’.

E’ quasi mezzogiorno, dal momento che è giunta l’ora d’andare. Io mi giro sul fianco per abbracciare Roberto e per partecipare con lui alla malinconia di doverci separare, eppure non ce ne possiamo andare in questo modo da quel paradiso in terra, senza neppure una cerimonia d’addio, senza qualcosa che esalti e che solennizzi al meglio l’evento, senza qualcosa che scacci l’inquietudine e la mestizia. Allora io appoggio la testa sulla spalla, gli accarezzo il petto e lo bacio, scendo poi con la mano verso il sesso, glielo sussurro nell’orecchio in modo che senta soltanto lui:

‘Senti una cosa Roberto, tra mezz’ora ce ne andremo, prima però ho voglia di fare ancora una volta l’amore in spiaggia. Dai, scopami un’ultima volta, poi ce ne andremo’ – dapprima in modo sussurrato, in seguito ripetendolo ulteriormente con la voce alta, perché anche i nostri amici sentano, giacché è doveroso e persino giusto che anche loro apprendano e sentano. 

‘Non me ne andrò se prima non mi scoperai un’ultima volta. Scopami, sì dai, scopami qui, poi ce ne andremo’.

Con la mano io insisto tastando il cazzo di Roberto. Io glielo scuoto con tutta l’energia di cui sono capace, il pene risponde con dovizia, Carmen e Filippo guardano increduli e perplessi, saranno magari anche scandalizzati e turbati, tuttavia non riescono a staccare gli occhi dalla mia mano, perché anche a Filippo nel frattempo gli si drizza: 

‘Scopami, voglio scopare ancora una volta prima d’andare via. Adesso, subito, qui’. Carmen frattanto ci chiede argutamente se devono lasciarci da soli per non infastidirci.

‘Siete proprio degli stronzi se ve ne andate adesso, io voglio scopare qui, nel mentre che voi ci guardate’.

Io bacio Roberto, gli sfrego il viso sulla spalla, gli succhio un capezzolo, insisto per agitarglielo e con l’altra mano comincio a scuotere anche me.

‘Dai, che si farà tardi’.

‘Non fare la carogna pure tu, scopami adesso’.

Roberto si decide, mi rovescia con la schiena sulla sabbia, mi sale di sopra e occupa posto tra le mie cosce e m’infilza:

‘Scopami, dai scopami in fretta’.

Lui inizia a scoparmi, s’affanna e sbuffa, sento la sua pelle che suda sotto il sole, io m’aggrappo con le mani alle sue chiappe per aiutarlo a darci più dentro, per comunicargli e trasmettergli tutta la mia voglia. Carmen e Filippo appoggiati sul gomito ci guardano sbigottiti con gli occhi spalancati, in quanto non osano fiatare e poi ci avvertono agitati:

‘Ragazzi arriva gente’.

‘E chi se frega della gente’ – replico io infervorata più che mai.

Siamo all’ultimo minuto utile della vacanza, stiamo per tornare a casa, siamo impegnati nell’ultima scopata in spiaggia, chi se ne importa se arriva gente. Con la coda dell’occhio osservo due che oltrepassano e se ne vanno più in là, perché non m’interesserebbe nulla neppure se venissero verso di noi e se fossero costretti a scavalcarci per passare. Ormai sto scopando e non ci rinuncio, stiamo scopando e in fin dei conti non stiamo facendo del male a nessuno. Anche Roberto non riserva ai due di passaggio più che un’occhiata distratta, mi scopa a tutto spiano sbuffando come una locomotiva, scava con le ginocchia nella sabbia, s’impegna con le braccia come se stesse facendo le flessioni, dà l’anima, si nota in modo spiccato che vuole concludere, che vuole sborrare, vuole però che anch’io goda. Visti dalla prospettiva dei nostri amici dev’essere proprio una recita inattesa, uno spettacolo non da poco, perché Filippo non ci stacca gli occhi di dosso, per un po’ di tempo se lo manipola da solo, poi lascia nelle grinfie di Carmen per rifinire al meglio l’opera. Io percepisco l’acme del piacere che inizia a svilupparsi internamente, poiché gemo, sbuffo e infine urlo, la mia pelosissima, bionda e sugosa fica si dimena strepitando tutto il suo congenito piacere, sfogandosi in conclusione per l’addio di quella vacanza, io strillo a pieni polmoni gemendo e lasciando il segno tutt’intorno a quel paradiso tropicale. Che cos’importa se qualcuno sentirà l’urlo e si sporgerà dalle rocce per guardare? Dopo pochi istanti anche Roberto invasato al punto giusto non si trattiene più e sborra alla grande, in brevissimo tempo seguendolo a ruota giunge anche il turno di Filippo, per il fatto che in maniera pacata eiacula beato e gioioso tra le mani di Carmen.

Non c’è tempo per riprendere fiato, neanche per i commenti né per i giudizi, cosicché ci tuffiamo veloci in acqua per toglierci di dosso la sabbia, il calore e i residui dell’eccitazione, infine già pronti corriamo in direzione del villaggio per un bacio e un ultimo caloroso e festoso saluto ai nostri amici e per chi resta.

‘Buona vacanza ragazzi. Datevi da fare e divertitevi nel migliore dei modi, perché per quindici giorni pieni adesso toccherà a voi’. 

{Idraulico anno 1999}  

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