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Non ho mai smesso di mettere gli occhi dappertutto

By 6 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Non ho mai smesso di mettere gli occhi dappertutto.
M. è bellissima, capelli scuri a caschetto, occhi azzurri, 52 chili e due tette da sballo.
Siamo sposati da un pezzo e ci attraiamo come calamite. Basta la sua presenza per farmi perdere la testa. Da quando ci siamo conosciuti la nostra attrazione è in fase sempre crescente, il mio Lui è sempre più duro (a volte penso che prima o poi mi esploderà) lei è sempre più bagnata, le mutandine le s’inzuppano, dice che quando faccio il timido si sente sciogliere gli slip, quando le chiedo, per favore, di farmi toccare la sua carne aperta. Spesso la guardo negli occhi, le sollevo la camicetta e le strizzo un capezzolo rimanendo lì a guardarla fissa, ad ammirare il suo volto che cambia forma, percependo la sua espressione che cade con una rapidità sorprendente in un baratro di lascivia, godendo della metamorfosi dolce ed incessante che da donna seria ed impegnata la porta ad essere una cagna. La mia cagna.
Ci piace mangiarci a vicenda, con le lingue da fuori che si toccano, si attorcigliano le labbra che si stringono. La saliva cade a gocce spesse sulle nostre mani, ci bagna gli indumenti, cade a terra, sembriamo due cani rabbiosi che sbavano litri di saliva. I denti battono fortemente gli uni contro gli altri quasi a spaccarsi, è un combattimento tra pitbull.
Il mio Lui non sta più nei pantaloni, vuole esplodere lei lo sa e lo stringe con violenza, premendo con tutte le sue forze il palmo della piccola mano sui pantaloni oramai al punto di lacerazione. Non osa sbottonarmi, vuole che lo faccia io, che liberi il mio desiderio e glielo faccia assaporare. Prima devo abbassarle i collant, sfilarle gli stivaletti, abbassarle le mutandine, annusarle, leccare quel liquido meraviglioso che è traccia indelebile del suo desiderio, un succo profumato, colorato, denso. Poi le do da mangiare il mio pezzo di carne. Lo infila nella gola, tenendo la bocca completamente spalancata, lo bagna così, come una bestia, facendoci colare la sua saliva calda e profumatissima direttamente dall’ugola. Mi afferra le palle, me le stringe, mi dice che sono grosse e dure, mi guarda fisso negli occhi coi suoi occhi iniettati di sangue e cerca di ingoiarlo, cerca di ingoiarmi tutto, mi sento entrare completamente nella sua bocca.
Ancora mi guarda, afferra il mio pezzo di carne turgida e lo tira con forza verso il basso, lo lascia all’improvviso e lo fa rimbalzare con violenza contro la mia pancia, a lei piace testarne la durezza, a lei piace vedere che è talmente teso da rimbalzare con una violenza inaudita che produce uno schiocco secco sulla mia pancia. Sembra una corda di contrabbasso, potrebbe emettere anche un suono volendo. Continua a succhiarmelo formando con la bocca frasi oscene, lei è una maiala, una cagna, una stella, io sono un porco, un bastardo, un mostro e un angelo.
Non riesco a resistere troppo al desiderio di infilzarla, per me è come piantare una spada nella sua carne, è come ammazzarla ogni volta, sacrificarla al mio amore. Le prendo i capelli, le punto i miei occhi negli occhi e le ordino di sdraiarsi a pancia in giù. Lei obbedisce. Ha un culone fantastico, sembra di marmo, ma è anche maledettamente carnoso e osceno con un buco di culo fantastico, sembra la caverna dei miei desideri, sembra il pozzo delle meraviglie, sembra che dentro debba esserci custodito il mistero dell’universo. Mi prendo la mia carne tra le mani, ne testo la durezza intatta e mi sdraio su di lei, pesantemente. Lo faccio apposta a farle sentire tutto il mio peso, mi infilo dentro di lei e, solitamente, ha un violento orgasmo, molto violento. Mentre viene io rimango piantato immobile dentro di lei, le afferro i capelli dalla parte bassa della nuca e stringo, fortissimo. Questo prolunga il suo venire per un tempo che pare infinito, quando sento le contrazioni divenire meno violente e diluirsi estraggo la spada, le infilo due dita dentro la carne aperta e fradicia, inizio a ruotarle con una certa brutalità e ci faccio scivolare altra carne dentro, nuovamente, come per spaccarla in due, come per aprirla totalmente. Quando il mio Lui è tutto dentro, fiancheggiato dalle due dita, lei riprende a venire gridandomi che sono un “porco”.
Allora estraggo tutto e le sputo il buco del culo per infilarci senza troppi complimenti un dito e lei continua a contrarsi, il suo orgasmo sembra portarle via la ragione, tutto sembra immerso in un caos senza fine, sembra ogni volta che qualcuno inizi a bussare alla porta, che la buttino giù i pompieri e arrivino anche delle barelle e dei personaggi di bianco vestiti pe portarci via, e rinchiuderci in qualche posto buio. Sentiamo le sirene che urlano, gente confusa che grida e si tira i capelli.
Anche questa volta le contrazioni si diradano, lievemente…

( CONTINUA )

Tratto da I racconti di Xena, raccolta di racconti cuckold

http://iraccontidixena.blogspot.com

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