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Racconti Erotici Etero

Nuove Sensazioni

By 16 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve sono Eli, ho 26 anni della provincia napoli e sono segretaria in uno studio commercialistico. I miei tratti sono quelli della classica napoletana, mora occhi castani con la carnagione scura e con un bel fisichetto che mi ha portato nel corso degli anni ad avere una gran cura del corpo e ad indossare sempre quei bei vestitini che risaltano gambe e fianchi.

Ho sempre avuto un bellssimo rapporto con il sesso, che reputo una cosa intima, il classico gioco a due dove ci deve essere complicita, giochi di sguardi, seduzione, poi tutto quello che viene ha un altro sapore, un altro gusto. Non mi reputo sicuramente una di quelle che la da via facile ed al primo che passa, ma nemmeno solo una ragazza di quelle caste e pure. Di sicuro se trovo qualcuno che mi piace e con cui mi trovo a mio agio, la mia prerogativa principale è quella di divertimi e vivere al pieno ogni tipo di esperienza.

La storia che vi racconto mi è capitata a maggio di due anni fa e mi ha cambiato letteralmente intendere una certa pratica sessuale.

Tra le frequentazioni della mia comitiva, era entrato nel giro, da un annetto, un calciatore della Salernitana di cui non dirò il nome ma solo le iniziali, G.P.. Un bel ragazzo moro, atletico come tutti i calciatori, uno, insomma, che mi attraeva molto.
L’attrazione si capì subito che era reciproca, tanto che non ci mettemmmo molto a cominciare una piacevole frequentazione.

La vita della ragazza o (pseudo tale perchè in realtà la nostra non era una vera storia) di un calciatore non è certo facile, tra ritiri, partite, allenamenti, anticipi e posticipi, il tempo per vedersi si riduce veramente all’osso.

Ci si riduceva alla domenica (a volte) o al lunedì per passare una serata diversa. Era proprio un lunedì di fine maggio a campionato ancora in corso, quando insieme programmammo una cenetta intima per due con relativo dopocena!
Ero su di giri anche perchè, oltre al fatto che il ragazzo era ben messo, c’era un’ottima sintonia sessuale.
Il mio desiderio principale quindi era quello di farmi quanto più bella, sexy e attraente possibile nei suoi confornti e per questo cominciai a dedicare tutto il mio pomeriggio alla cura del corpo. Shampoo, cremine e ceretta, unghie, insomma qualsiasi cosa mi potesse rendere la donna più desiderata del mondo. Mentre ero intenta alla cura delle gambe, purtroppo arriva una sua telefonata.
In fretta mi dice che c’è un cambio di programma e che invece della cenetta usciremo in un locale con i suoi amici e le relative partner.
Gli rispondo “va bene” tanto per dire, ma dentro di me sono delusa e molto arrabbiata: nella mia testa il programma era totalmente diverso.
Mentre pensavo a quanto era stato sgarbato ed egoista, mi viene in mente un idea geniale: se quella sera preferiva la compagnia degli amici a me, avrebbe dovuto penare su quanto si stava perdendo.
Decido di cambiare innanzitutto abbigliamento, andando sul pesantemente provocante e cominciando dalla mossa di non indossare affatto dell’intimo.

Il vestito che scelgo per la serata è un mini abito beige molto chic, di quei vistitini carini che come già detto adoro, molto estivi. La scollatura è a V con un profilo merlettato lavorato all’uncinetto sul davanti adatto a valorizzare la mia seconda abbondante soda rimasta su anche senza supporto.Due laccetti laterali da annodare sulla schiena e un elestico sotto il seno che gira e che mi permise di non indossare nemmeno il reggiseno. La mini gonna che scende larga fino a mezza gamba mi imbarazza un attimino, sapendo che sotto non ho nessuna copertura ma dopo che davanti allo specchio effettuo tutte prove di svolazzamento possibili verificando se si potesse intravedere qualcosa, e il risultato mi soddisfa e continuo abbastanza tranquilla per la mia strada.
Un cinturone in cuoio marrone molto afro e una bella collana di legno molto tribale sono gli accessori, capello ondulato che cade bene sulle spalle e sandalo aperto con un pò di tacco per dare un pò di forma in più alla gamba e a slanciare la mia figura. Nella borsa coordinata alla cintura, il piano b: un paio di perizoma nero da indossare qualora non mi sentissi a mio agio.

Riesco incredibilmente a farmi trovare pronta per le 22; mi squilla e scendo. Lui è in macchina con un classico camicia e pantalone molto elegante che valorizza il suo fisico atletico.
Devo fargli capire subito quello che avevo intenzione di fare; comincio il gioco mostrargli un pò quello che non avevo.
Così entro in macchina facendo la parte di quella molto goffa in modo da riuscire nell’intendo di rendere visibile dal suo lato, la gamba. La visione che permette l’alzarsi della gonna arriva fino all’altezza del bacino, mostrando lateralmente il gluteo e il fatto che non avessi nessun indumento intimo li sotto.
Lui guarda e fa finta di niente, ma l’espressione visibilmete turbata del suo volto dice più di mille parole.
Mi ricompongo solerte e gli sorrido maliziosa che comincia a parlare del locale e degli amici anche per tener gioco alla sua indifferenza.

Arriviamo in questo locale, una vineria molto fashion del napoletano, e una volta nel parcheggio, nonostante i tanti posti liberi, lui preferisce mettere la macchina sotto un albero in fondo allo spazio disponibile perchè dice: “c’è meno umidità!”.
Non ci faccio caso più di tanto e nel percorso dall’auto all’entrata del locale dove ci aspettavano gli amici, il porco (con un fare da vero cafone) ficca la mano sotto la gonna.
– Ma che fai?? – gli dico stizzita
– Volevo solo essere sicuro di avver capito bene – risponde
– E sei soddisfatto?? – gli domando con aria da smorfiosa
– Moltooooo – dice con tono molto compiaciuto e togliendo la mano mi da un pizzicotto sulla natica.
– vedi?…non era molto meglio una serata da soli? – il mio tono si fa più aspro
– Sei sicura? Le situazioni migliori sono quelle che si creano all’improvviso – afferma sicuro lui.

La sua risposta un pò mi spaventa, non so cosa volesse realmente dire, comincio a fare mille pensieri, l’unica cosa che mi rimane da fare è quella di entrare e vedere come va a finire.

Entriamo in vineria e ci accomodiamo con gli amici su un tavolo abbastanza grande in un angolo con delle panchinette per due dove io e lui ci accomodiamo ovviamente vicini. Nonostante le mie preoccupazioni sul futuro prossimo incerto, cerco ogni situazione possibile per stuzzicarlo il più possibile.
Per prendere del vino, in maniera fintamente innocente poggio la mia mano sulla sua patta, costatando che il suo membro è già molto duro. La cosa mi eccita e continuo a giocare di labbra, scherzo con il ghiaccio, passandomelo sulla gamba per il caldo del locale chiuso (era fine maggio) aspettando qualche sua reazione che non tarda ad arrivare. Capisco subito però che la situazione si rivolta contro di me. Lui accetta di gran lunga le provocazioni e rilancia, tanto che coperto dal tavolo, abbassa la sua zip e porta la mia mano sul suo membro che intanto è diventato davvero duro.

Il suo è sempre stato davvero un bel cazzo, non lunghissimo, diciamo nella media, saranno stati 17 cm, non lo so di preciso, non l’ho mai misurato, ma grosso e nodoso, l’idea che mi ha sempre dato è quello delle bottiglie d’acqua da mezzo litro, insomma, ribadisco, davvero un bel cazzo.

Senza dare nell’occhio comincio a muovere la mano nella patta, e con fare molto discreto riesco a infilare la mano nel taschino del boxer riuscendo a raggiungere il contatto pelle pelle. Mentre provo a far uscire definivamente fuori la testa del suo cazzo con le mani, lo guardo eccitata e lui con fare compiaciuto mi stringe il polso dicendomi di continuare ma con molta calma.
E mentre io eseguo diligentemente gli ordini sempre più eccitata, lui come se niente fosse, coperto da quel tavolo, riesce a parlare di calcio con i suoi amici. La cosa mi infastidisce e allora appena sono sicura che nessuno mi guardi agito un pò di più la mano. Lui mi guarda come per dire – che stronza – e continua nella sua discussione sportiva.

Passano alcuni minuti ed è lui a cambiare le carte in tavola. Veloce e furtivo mi tira fuori la mano, si ricompone per poi avvicinarsi a mem prima per poggiare una mano sulla mia gamba liscia e accarezzarmela, poi per scendere con la mano, sempre con aria indifferente, fino alla mia intimità, ficcando un dito all’interno nonostante avessi le gambe chiuse.
Ricordo che avevo appena preso il bicchiere per sorseggiare un pò di buon vino rosso che rimasi ferma col il calice in mano per tutto il tempo del suo lavoro di dita. Almeno fin quando la ragazza di un suo amico, vedendomi stralunata,mi chiede:
– Va tutto bene ? –
– Si, grazie, forse sarà il vino ma mi gira un pò la testa – rispondo mentendo e facendo in modo che lui sfili la sua mano.
– Forse sarà meglio che prendi un pò d’aria. – mi consiglia
– Si forse è meglio. Tesoro – dico a lui – vado fuori a prendere un pò d’aria e a fumarmi una sigaretta.

Non l’avessi mai detto. Come se aspettasse sin dal primo momento quella mia richiesta, risponde di getto – le sigarette le hai lasciate in auto, ti accompagno altrimenti vai in difficoltà con l’allarme.
Io acconsento per non smentirlo davanti agli amici anche perchè le mie malboro light erano nella mia borsa ma soprattutto sono la mia curiosità e la mia eccitazione che mi spingevano a voler continuare nel gioco per capire dove volesse arrivare.

Ci alziamo e ci incamminiamo verso l’uscita del locale quando si avvicina e mi sussurra – Te l’avevo detto! –
– cosa avevi detto? – chiedo io.
– Niente! – prende una piccola pausa e poi dice – l’hai voluto tu!
Quella frase mi gela il sangue, sembrava quasi uan minaccia, il timore misto alla mia eccitazione mi faceva tremare un pò le gambe, avevo voglia di lui e lui se ne era accorto.

Finalmente siamo fuori dal locale e lui con una mano sulla spalla affretta il mio passo verso il fondo del parcheggio, sgraziando il mio incedere impedito anche dal tacco sottile che indossavo. E mentre camminiamo comincio a capire il vero motivo della posizione dell’automobile nel parcheggio, molto lontana nonostante i moltissimi posti liberi.

Arriviamo in fondo al parcheggio e mentre sto per aprire la portiere aspettando che lui facesse qualcosa, dice
– Apri la portiera del lato guida, le sigarette sono nella portiera –
e mi afferra il polso e sempre velocemente mi porta dall’altro lato dell’auto in modo che la stessa ci coprisse dagli altri.

Una volta sul quel lato dell’auto, l’unica cosa che fa verso l’auto è quella di togliere l’allarme. Fatto ciò, subito dopo apre la patta e tira fuori il suo splendido cazzo.
Dice – Ora me lo succhi. –
Io rimango senza parole con gli occhi fissi su suo splendido membro, sono ferma e sinceramente vorrei fargli di tutto ma rimango immobile.
– Prima me lo fai venir duro e mi istighi tutta la serata e poi ti blocchi davanti al fatto compiuto? – mi rimprovera.
– Ora me lo succhi – ripete.
E siccome rimango ancora immobile, poggia la sua mano sulla mia spalla, con forza spinge verso il basso e passa un attimo che mi ritrovo accovacciata sulle ginocchia con gli occhi davanti a quella meravigia.
Poi prende la mia mano e me lo fa stringere cominciando a muoverla su e giù.
– Ti sei dimenticata come si fa? – mi dice.

Allora sempre silenziosa comicio ad muovere la mano di mia iniziativa su e giù con un ritmo molto lento. Adoro vedere la testa di quel bellissimo cazzo venir fuori e mostrarsi in tutta la sua possenza. Non uso ancora la bocca ma sono 5 centimetri da quel grosso uccello.
Lui allora, senza pregarmi, mi mette una mano dietro la nuca e piano spinge la mia testa verso il suo cazzo. Io faccio resistenza, non perchè non voglia, ma perchè mi piace la sensazione che ho quando sotto la sua forza pian piano cedo e sento il suo cazzo entrare nella mia bocca millimetro dopo millimetro facendolo adereri perfettamente a tutta la circonferenza della mie labbra.
Con la mano continuo a stringerlo e piano piano sento il suo cazzo far forza sulle mie labbra, faccio finta, come detto, di oppormi ma pian piano cedo aprendo pian paino la bocca e permettendogli di farsi strada fino a che tutta la testa non sia al caldo.
Comincio letteralmente a succhiarlo, succhiarlo come lo si fa con un ghiacciolo. Lui va in estasi e sinceramente credo io più di lui.

Mentre lavoro sempre più articolatamente di bocca con la mano comincio a toccarmela. Bagnatissima e ben lubrificata riesco subito a infilarmi dentro medio e indice.

Lui mi guarda e eccitatissimo dal fatto che mi stesse facendo godere come una dannata, comincia a mantenermi con entrambi le mani la testa e comincia a scoparmi letteralmente la bocca. La sua dimensione mi lacera un pò gli angoli delle labbra; le mie mani sul ventre cercano di fermarlo o almeno di rallentarlo. Prendo l’iniziativa anche per evitare di farmi male e di non godermi al pieno il momento. Comincio a pomparlo come si deve. Su e giù con la testa, più volte lo guardo negli occhi con l’espressione di chi morirebbe per averlo. Gli passo la lingua sulle palle e su tutta l’asta per poi riaffondare con la bocca su quella grossa testa violacea.

Ad un tratto mentre continuavo a lavorare energicamente di bocca mi ferma e mi dice la frase che sinceramente mi aspettavo:
– Mica vuoi cavartela solo con un pompino? –
Io rimango di nuovo ferma, attonita, come una geisha che aspetta solo il suo volere; in quella situazione questo tipo di gioco risulta piacermi.

Lui prende subito iniziativa: di colpo mi aiuta ad alzarmi, veloce mi gira e alzandomi la gonna e mettendo in bella mostra ai suoi occhi il mio sedere esclama:
– Che troia! Pure senza mutande! –
– Tutto per farmi arrabbiare! Ma ora ti punisco io. – mi dice mantenendo il gioco e cominiciando con la mano a massaggiarmi sedere e fica.
Lui è sempre più eccitato, lo sento, anche perchè aumenta la velocità e la forza con la quale mi massaggia.

Di colpo però mi irrigidisco perchè mi ha infilato un di botto un intero dito nel sedere: il pollice.
– Rilassati – mi dice mettendo nella mia mano sinistra il suo cazzo –
– Giocaci – quasi mi ordina

E mentre un pò eccitata dal suo grosso cazzo nella mano riesco a rilassarmi gli permettendo di giocare come vuole con il mio sedere. Comincia a muovere il dito con costanza cercando di allargare il mio piccolo buchetto e vedendo che il mio corpo acconsente alle sue richieste, dice:
– Non ci vuole poi molto! Si vede proprio che ti piace! –
Io, in quell’inebriante estasi riesco solo ad annuire con il capo anche per la paura che qualcuno ci sentisse.

Dopo essere riuscito nel suo intento, diciamo di allargarmi un pò, sfila il suo pollice dal mio sedere e dopo aver bagnato di saliva due dita le infila dentro con più calma per una prima più consistente penetrazione. Come per il pollice, comincia, prima con un lento movimento poi con un moto molto più forte e accellerato.

Godo e mi dimeno come un ossessa assecondando ogni suo movimento. Gemendo di piacere non capisco bene cosa mi dica ma sento una cosa del tipo:
– Che troia che sei, ero sicuro che ti piacesse nel culo! –

Presa dalla situazione riesco a dire solo si, ma stavolta il tono di voce è forte, squillante, tanto che la mia paura è quella che qualcuno ci abbia sentito.
La mia risposta e il tono di voce fu fatale. Lui, con il ruolo oramai aquisito del dominatore, dice di starmi zitta e di godere.
Toglie la mia mano dal suo cazzo, toglie le sue dita dal mio sedere, con poca grazia mi fa poggiare con i gomiti sul portabagagli dell’auto, inclinata proprio a 90 gradi, con le sue mani cerca di mantenere largo il mio sedere.
La paura di farmi male è inferiore alla voglia di averlo dentro di me. Sento il suo cazzo farsi strada tra le pareti delle natiche, ora è proprio sul buchetto. Ora preme leggermente la testa del suo cazzo nel sedere che asseconda le sue voglie e anche le mie allargandosi rilassato e lasciandolo entrare molto lentamente.
Oddio! – esclamo – oddio, mi piace!!
E mentre dico queste parole, mi sento sempre più aperta, sempre più preda di un cacciatore che oramai mi ha fatta sua. L’asta comincia piano ad entrare tutto. I miei umori lubrificano l’entrata rendendo il tutto molto piacevole, l’ampiezza del suo uccello però costringe il mio sedere ad un apertura a cui non ero abituata. Comincio a sentire dolore, ma stranamente il dolore diventa piacere e la cosa mi piace.

– Entra, ti prego, dammelo tutto! – dico cercondo di non alzare la voce ma oramai in delirio.
Lui non se lo fa dire la seconda volta quando con un colpo secco mi infila tutto il suo cazzo nel mio culo.
Si proprio nel mio culo. Ora mi sento una grande troia, una troia con il culo aperto, sfondato, che gode sentendo una mazza che mi sventra da dietro.
Lui comincia a scoparmi il culo con vigore, con colpi secchi e potenti. Io ho paure di urlare, e lui togliendo la mano dalle natiche cmi tappa la bocca e continua a ripetere
– Zitta e godi! –
Non avevo mai goduto così tanto prendendolo nel culo, mi piaceva da morire. Lui continuava imperterrito a ficcarmelo con forza tutto dentro e più forzava al mano più io godevo. Dopo una scarica di colpi ben assestati lo sfila veloce dal sedere mi guarda e fa.
– Il tuo culo aperto è ancora più bello.
Io non capisco bene il senso della frase e riesco solo a dirgli ancora una volta solo poche parole.
– Scopami, mettimelo nel culo, ti prego scopami.
Lui allora, preso dalla passione del momento, me lo rinfila di botto tutto nel culo e poi lo ritoglie.
Il bastardo aspetta che io lo supplichi – Dai ti prego, lo voglio in culo!! – lo assecondo
E allora ancora lo spinge con forza nel mio culo oramai dilatatissimo. Comincia a spingere il suo bel cazzo dentro con colpi sempre più forti e accellerati. Il ritmo si fa incalzante, quasi mi sento svenire.
– Godo – dico senza urlare e sentendomi sempre più aperta in preda a quei colpi dico – mettimelo in culo! Continua. Mi piace, sfondami.
Mi sento una vera troia. E mentre lui continua a scoparmi il culo con forza io continua a dire cose insensate del tipo.
– Rompimi il culo!
– Lo voglio tutto!
– Impalami.
Sarà perchè le terminazione nervose del ano sono più sensibili ma la sensazione che avevo mentre mi fotteva il culo era quello di avere una mazza da baseball dritta nel sedere.
– Voglio venirti in bocca – mi dice dopo un pò in piena estasi.
Io non riesco a fare altro che rimanere in silenzio e acconsentire alla sua volontà ma mentre lo sfila e oramai già in pieno orgasmo. Io sono ancora di spalle quando sento il suo caldo sperma sul mio sedere, vicino al buco oramai dilatato, sulla parte bassa della schiena. Mi imbratta anche il vestitino, ma le gambe mi tremano e sto talmente su di giri che nulla non mi interessa più di tanto. Penso solo a godermi il momento, visto che sono venuta senza nemmeno essere stata penetrata ed era stato fantastico.

Non riesco a cambiare posizione, rimango con le gambe un pò piegate, sporca, con il culo aperto e scoperto e i gomiti poggiati ancora sul bagagliaio.
Lui intanto si è già ricomposto e un po’ sudato mi aiuta ad rimettermi in piedi, ma sento il mio sedere strano, aperto come mai prima, non riesco nemmeno a stare in piedi. Lui apre l’auto e dopo aver cercato di pulirmi un pò mi siedo distutta ed estasiata allo stesso tempo sul posto giuda.
– Non ce la faccio nemmeno a stare seduta! – riesco a dirgli.
– Non credevo ti piacesse tanto nel culo! – mi risponde
E mentre dice questo gli ritiro fuori il cazzo oramai a riposo dalla patta e nonostante tutto lo comincio a succhiare un pò per ringraziarlo della scopata.
– Mi sento il sedere spaccato – gli dico una volta riposto il cazzo
– Dai, chiamalo culo, come hai fatto prima – mi risponde
– Adesso ho proprio il culo rotto! – ribadisco sorridente
Lui mi rimette la mano tra le gambe, arrivando fino al culo e infilando più di un dito nel sedere per un ultimo saluto
– Si è proprio rotto! – dice scherzando.
– Oddio! – dico ancora eccitata.
Continua a giocare ancora un pò sedendosi accanto a me, lo lascio fare per un pò fin quando, ritornata un pò in me gli domando.
– Mi riaccompagni a casa, come faccio a rientrare? –
– Ok, vado a dire ai ragazzi che non ti senti bene. – mi rassicura lui senza battere.

E mentre lui cerca di asciugare il suo sudore, per salvare le apparenze, io lo guardo da lontano mentre rientra per avvertire i suoi amici e riassaporo ancora quei momenti.Il suo cazzo duro e grosso nel mio culo che mi apriva sempre più; la sensazione di essere una bambolina nelle sue mani, erano le sensazioni che passavano e ripassavano ripetutamente nella mia mente.

Mi sentivo esausta ma avevo goduto veramente come mai prima di quel momento, avevo capito in quel momento che mi piaceva tanto prenderlo nel culo.

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