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Racconti Erotici Etero

Occhi di gatta

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Suona il campanello, sei tu, sei in ritardo come al solito, apro la porta per farti entrare. Mentre sali le scale, penso a quello che mi dovrai raccontare, della tua prima settimana di lavoro.

Entri, mi abbracci, mi stringi forte, ma non per molto tempo, hai da raccontarmi del tuo primo lavoro, di come &egrave andata, sei un fiume di parole, sei una cascata di racconti, sei una valanga di fatti, persone.

Sei stanca, sei stravolta, hai bisogno di una doccia, vai a farla, nel frattempo preparo qualcosa da mangiare.

L’appartamento che hai preso &egrave piccolo, ma carino, soprattutto accogliente, l’affitto poi non &egrave affatto caro, e va bene per te. Sei qui da solo dieci giorni, ma sembra che sei qui da sempre; ti sento rinata ad una vita nuova.

Ancora dalla doccia continui a raccontare, poi vieni in cucina con l’accappatoio, e mi stringi di nuovo, ti bacio, ti stringo, ma poi ti dico di vestirti, di metterti il reggiseno e le mutandine e sopra una camicia.

Come sono esigente, per te, chissà che vorrò fare. Mi siedo sul divano, e ti aspetto; arrivi dopo poco scalza solo con la camicia lunga, sei fantastica, bellissima, noti la mia ammirazione ti avvicini a me e mi stringi restando in piedi. Io con la testa sono appoggiato sulla tua pancia e con le mani ti stringo

E inizio ad accarezzarti: parto dal tuo sedere, lo faccio appoggiando sempre la mia testa sul tuo corpo, voglio sentire meglio le tue sensazioni, il tuo corpo trasmette infatti delle vibrazioni di piacere ogni volta che le mie mani ti sfiorano. Le tue natiche, oltre ad essere belle tonde, sono anche sode, ogni volta che le dita ci si stringono dentro reagiscono con un sobbalzo.

E’ bello accarezzarle, &egrave bello sentire così dolci.

Le mie mani le accarezzano con molta intensità, &egrave una scusa per stringerti ancor di più alla mia testa, per farti sentire il mio fiato sul tuo corpo.

Poi allontano la mia testa per avvicinare le mie labbra alle tue mutandine, per favorirmi, ti alzi la camicia, inizio a baciarti con forza per farti sentire le mie labbra sulle tue inferiori, tu con le tue mani mi accarezzi la testa e me l’avvicini più a te, vuoi che inizi le mie fresi dentro di te.

Con le mani prendo le tue mutandine e le abbasso solo dalla parte anteriore, per farti arrivare i miei baci direttamente sulle tue labbra, e riporto le mani dietro a te per spingerti a me, e inizio a leccartela, a leccartela prima piano, poi sempre più velocemente, fino a che la lingua &egrave velocissima, sempre più, sento che abbandoni la presa della mia testa per abbandonarti al primo orgasmo e mentre lo stai provando ti appoggi con dolcezza me.

A questo punto ti abbasso totalmente le mutandine, te le levo e ti faccio voltare, sempre in piedi, io seduto sul divano che ti accarezzo la tua patatina mentre le labbra cercano il tuo culetto, con le mie guance ed il mio naso mi faccio largo fra le chiappe per raggiungere il tuo buchetto. Con le dita ti penetro la patatina, con movimenti dolci e lenti, mentre aiutandomi con la saliva, e approfittando di una lingua lunga, entro con essa dentro di te dall’ano. Mi piace molto baciartelo, perché anche quella &egrave una parte sensibilissima ti te, anche se ti fa impazzire quando entro dentro fino in fondo con il attrezzo.

Come quella volta che ti feci distendere supina sul letto, ti feci arcuare un po’ la pancia, mettendoci sotto un cuscino, e dopo averti ben unto con l’olio il culetto e dopo averci fatto scorrere bene prima un dito e poi due, ho capito che era preparato per l’entrata del mio orsetto.

Mi sono messo sopra dite e con una mano su di lui ho cercato il tuo buchetto, la spinta &egrave stata facilissima, tanto che ero convinto che fosse entrato nella fighetta, invece tu con un gesto soave di gioia, mi hai confermato che era entrato nel buco giusto. Altre volte te lo avevo infilato dietro, ma mai con la facilità di allora, mi avevi chiesto di fare piano, avevi paura che ti sfondassi, io ho fatto molto piano, ma te l’ho spinto tutto dentro, quanto tu hai capito che ti potevi fidare, potevi stare tranquilla, hai iniziato a godertelo, con uno, due tre orgasmi uno più forte di quello di prima, con un ordine deciso, mi hai detto che io ancora non dovevo venire, lo volevi bello duro ancora dentro di te, e quando ho cominciato a spingertelo con più decisione, ti sei abbandonata ancora a degli orgasmi veementi.

Anche questa sera, vorrò riassaporare il gusto di sodomizzare il tuo culetto, di prenderlo e farlo godere dal piacere come non mai, ho tanta voglia di sentire i sobbalzi della cappella in quel divino posto dove sento i tuoi orgasmi molto forti.

Ma prima di arrivare li, c’&egrave ancora tanto da fare, innanzitutto ti faccio distendere sul divano e inizio ad accarezzarti tutta, a partire dai piedi, per salire sulle gambe, sulle cosce, poi sempre più su, fino ad arrivare sul tuo seno, anche con le tue tette &egrave meraviglioso parlare, anche con loro riesco a farti provare degli orgasmi dolcissimi ed intensi. Sbottono la camicia quel tanto che basta per entrare con entrambe le mani, le tue coppe sono stupende, quel reggiseno le selta, &egrave un reggiseno di un tessuto quasi inesistente, i tuoi capezzoli sono come nudi, te li prendo e te li accarezzo poi con la mano ti accarezzo bene i tuoi seni e mi avvicino a te, che non resisti quasi più, allento un po’, tu allora mi avvicini a te e cerci il mio ‘lui’ mi sbottoni i pantaloni, me li abbassi e me lo tiri fuori dagli slip, l’eccitazione lo ha fatto diventare durissimo. Mi avvicini ancora perché mentre continuo ad accarezzarti il seno, lo vuoi sentire dentro la tua bocca, così inizi a leccarmelo e farlo entrare dentro. I tuoi non sono baci, sono esplosioni di fuochi d’artificio, ognuno &egrave una bomba, mentre continuo a toccarti i seni, sentire i tuoi baci mi porta all’estasi, ma non voglio ancora

Venire, voglio ancora farti provare un’altra emozione.

Mi stacco da te e dopo essermi tolto i pantaloni e gli slip, ti salgo sopra e metto il mio pisello fra le tue tette, il reggiseno non da fastidio, prendo con le mani le tue tette, e le accarezzo avvicinandole

fra loro accarezzo il mio pisello, che nel frattempo si muove, mentre cavalco continuo ad accarezzartele e a sollecitare i capezzoli, sento che stai per venire, allora prendo una tua tetta, la stringo per evidenziare il capezzolo, ci avvicino la cappello del mio lui e l’accarezzo con lui, sembra esplodere, ti piace questa carezza così dolce con la cappella che &egrave dura ma soffice, che affonda nel tuo capezzolo, insomma vieni con un urlo di piacere divino, ma anche io non reggo più mi avvicino alla tua bocca, me lo prendi e lo porti dentro di te, e me lo baci, me lo succhi e mi fai esplodere in un finale di fuochi d’artificio divino, impazzisco dal piacere, anche perché mentre godo tu mi accarezzi i testicoli, lo sperma esce a valanga, ma tu me lo prendi tutto perché &egrave la mia massima espressione di felicità ce tu mi dai.

Non ti basta avermi fatto venire dentro di te, dopo aver sputato lo sperma in un fazzoletto, mi prendi e mi avvicini a te, me lo prendi in mano e te lo infili di nuovo in bocca, me lo continui a baciare, me alzi e me lo baci tutto fino a prendere in bocca e baciarmi i testicoli, nel frattempo continui a godertelo accarezzandomelo, lo vuoi sveglio lo rivuoi sentire duro.

Ma lui ha bisogno forse un attimo di riposo, ne approfitto per dirti se si va a festeggiare al ristorante il tuo nuovo lavoro, ti va, ti prepari velocemente, sei uno schianto, una fighetta provocatrice, tutta attillata, una gonne mini che risalta le tue gambe ed il tuo sedere, per non parlare del tuo seno che sembra che voglia scoppiare dentro quella maglietta rossa, già vederti così mi sarebbe tornata l’erezione, ma andiamo a cena, che poi si fa tardi.

Saliamo in macchina, non c’&egrave molto traffico, abbiamo telefonato, ci preparano fra mezzora, allora guido lentamente nel frattempo mi racconti nuovamente della giornata, delle colleghe, dei colleghi, del principale.

Arriviamo al ristorante, entriamo e a te piace vedere se gli altri uomini ti notano, eccome se lo fanno, ti piace, ti piace essere notata, essere notata la tua bellezza, la tua sensualità che emani ogni passo.

Stasera hai poi qualche cosa in più, la tua ulteriore grinta per la tua nuova vita, per quello che ti aspetta nel futuro, lo sai e lo trasmetti emanando ancora più fascino, ancora più eros, ancora più bellezza, quasi esplodi.

Sono felice di te, del tuo momento; ci sediamo, mentre mangiamo mi parli ancora della giornata, ogni tanto mi avvicino e ti sussulto sull’orecchio che ti vorrei avere li, in quel momento; mi guardi mi sorridi, una delle cose che mi piace più di te, &egrave che &egrave facile cambiare in un attimo più argomenti, ti butti su tutto quello che ti dico, mi chiedi in che senso ti piacerebbe averti li. Ti dico che sei provocantissima, ce mi piaci sempre di più, che sei una di quelle donne che danno sempre qualche cosa di nuovo, a questo punto mi guardi con aria curiosa, e con una mano sotto il tavolo mi cerchi il mio bimbo e poi mi stringi la mano, me la stringi a lungo e poi me poni sulle tue gambe, io salgo fina ad arrivare alla tua passerina, sento che &egrave tutta bagnata, inizio ad accarezzartela, ma questo ti mette in imbarazzo, mi scosti la mano e mi dici di venire al bagno con te ad aiutarti un attimo. Diciamo al cameriere che aspetti che torniamo per servirci il secondo, i bagni sono al piano di sotto, scendiamo le scale buie, ed entri nel bagno, dopo poco riesci e mi fai segno di seguirti, entro chiudo la porta e i stringo, mentre lo faccio ti accarezzo le gambe, ma tu mi vuoi sentire, me lo dici; allora io prendo e ti volto ti faccio appoggiare con le mani al lavabo, ti alzo un pò la gonna, ti abbasso leggermente le mutande e ti accarezzo la passerina, te la lecco bene, mi alzo e mi avvicino a te, mi sbottono i pantaloni e tiro fuori il mio leoncino, tornato grintoso e furente come non mai, lo prendo con una mano ed avvicino la cappella alla tua entrata, ma prima di farlo entrare con la cappella continuo ad accarezzare le tue labbra inferiore, poi lo infilo un pochetto, sento il tuo sussurro, ma lo tiro fuori subito per continuare ad accarezzarti la patatina, e dopo poco con un gesto improvviso lo metto tutto dentro a te. Ti faccio sobbalzare dall’improvviso benessere, dall’improvviso impeto, inizio a muovermi prima velocemente, poi sempre più lentamente e delicatamente, allora tu prendi e stringi le anche, per sentirlo sfregare meglio, per sentire le sue pulsazioni ancora meglio. Poi ricomincio a muovermi con veemenza accompagnato dai tuoi movimenti, anche tu ancheggi verso di me per sentire meglio i colpi, basta poco per sentirti venire una, due, tre volte, sei uno spettacolo, sentirti venire &egrave come venire con te, &egrave come condividere i tuoi orgasmi. Poi ancora vuoi sentirlo, ti pieghi quel poco con il busto che ti permette al sedere di alzarsi, così io posso cambiare l’inclinazione della penetrazione e fartelo sentire muovere dentro di te in un altro modo, &egrave speciale, sei tu speciale, &egrave speciale la tua minigonna, &egrave speciale la tua maglietta attillattissima, che vedo allo specchio evidenziare i tuoi capezzoli, tutte queste cose mi fanno partire in un orgasmo lunghissimo con dei sobbalzi di lui che senti anche tu dentro di te, questo ti piace ancora e ti fa provare un altro orgasmo.

Ci rilassiamo un attimo, quel tanto da farci riprendere, ci rimettiamo in ordine e ritorniamo alla sala del ristorante per finire la cena dedicata al tuo nuovo lavoro, alla tua nuova vita.

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