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Racconti Erotici Etero

Oltre le apparenze 2

By 28 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Una lama di luce filtrava dalle tapparelle abbassate, l’unico rumore che sentiva era quello della pioggia che ancora non smetteva di cadere. Secondo la sveglia posata sul comodino accanto a lei erano le otto del mattino.
Michele stava ancora dormendo al suo fianco si soffermò a guardarlo ripensando a cosa era successo la scorsa notte. C’era decisamente qualcosa che l’attraeva in quel ragazzo, qualcosa che ogni volta che provava a definire gli sfuggiva come sabbia tra le dita.
Un ciuffo di capelli gli cadeva sulla fronte, lei provò a risistemarlo insieme agli altri ricci ma invano. Fu allora che lui si svegliò sgranando gli occhi riconoscendola.
‘Buongiorno’ lo salutò sorridendogli dolcemente.
‘è stato un sogno?’ riuscì alla fine a dire Michele.
‘Non lo so sicuramente è stato molto bello’ avvicinandosi per baciarlo.

Notando lo specchio dall’altra parte del letto le viene istintivo mettersi seduta per constatare quanto gli si siano arruffati capelli.
‘accidenti con questa umidità sono un disastro”
si interrompe chiedendosi come mai fosse arrossito in quel modo, poi capisce e gli sorride compiaciuta. Alzandosi le coperte la coprivano solo fino all’ombelico permettendo a Michele di vederla nuda per la prima volta.
‘Oh non le avevi ancora viste” accarezzandosi i seni languidamente. ‘non fare il timido adesso sono sempre loro’
Michele un po’ titubante, allunga una mano per tornare a tastare quella morbidezza così rassicurante. Lei lo lascia fare godendo delle sue carezze.

‘C’è qualcos’altro che non hai visto’ dice facendo scendere lentamente le coperte fino al pube.
Michele ingoia un po’ di saliva intravedendo i primi peli neri fare capolino. Lei però si interrompe e si ricopre velocemente tornando a sdraiarsi al suo fianco.
‘prima devi meritartelo’
Lo bacia sul lato della bocca scoprendo anche a lui il torace. Comincia ad accarezzarlo con una mano con, un’espressione di finto distacco.
‘Allora ti piacciono?’
Lui in risposta riprende ad accarezzarle.
‘E cosa ci faresti?’
Dopo un attimo di incertezza riesce a vincere l’imbarazzo. ‘Le bacerei’
Laura si china a baciargli un capezzolo. ‘E poi?’ chiede tra un bacio e l’altro.
Michele libera un sospiro di piacere. ‘Le succhierei’
Lei lo guarda come nessuno lo ha mai guardato, poi le sue labbra si appoggiano sul suo capezzolo sinistro dischiudendosi. Michele rimane sorpreso dalla sensibilità di quel punto, non avrebbe mai immaginato che potesse essere così piacevole.

Senza preavviso Laura lo afferra e lo trascina portandoselo sopra di sé. Michele si lascia sfuggire un urlo di sorpresa terrorizzato all’idea di cadere. Ma quando incontra lo sguardo dei suoi occhi nocciola, sa che con lei non gli accadrà nulla di male. La sua presa è salda e sicura, non ha quasi bisogno del suo aiuto per sistemarlo comodamente.
‘Tocca a te’
Comincia a palparle riempiendosi le mani di quelle meravigliose curve. Mai sazio della morbidezza di quella pelle liscia, indugia un attimo sui capezzoli stringendoli delicatamente, quasi con timore.
Il fiato di Laura si fa più affannoso mentre lo accarezza lungo la schiena, dalla nuca ai glutei.
Sente i capezzoli indurirsi tra le dita e si abbassa per baciarli. Subito dopo famelico comincia a succhiare. Può sentire il battito del suo cuore duettare con quello di lei.
Lei non sa se a eccitarla sono gli stimoli della sua bocca o l’idea di allattarlo. Lo stringe a se chiudendo gli occhi, lasciando che continui finché non è soddisfatto.

Michele si rese conto di essersi riaddormentato vedendola seduta sul bordo del letto, intenta a guardarlo sorridendogli nel suo accappatoio, troppo grande per lei.
‘Direi che abbiamo bisogno di un bagno’ annunciò aiutandolo a scendere dal letto alla carrozzina.

Nonostante la vasca fosse grande si ritrovarono piacevolmente stretti, lei dietro di lui. Michele era imbarazzato dall’offrirsi così vulnerabile, e l’imbarazzo crebbe quando avvertì la pressione delle tette sulla schiena.

Lei cominciò a lavarlo insaponandogli i capelli, poi le spalle, il torace e la schiena. Michele aveva assunto un colore rosso come un pomodoro che sembrava compiacere la ragazza.
‘Adesso il pistolino’ con tono di malizioso divertimento.
Entrambe le mani affondarono nell’acqua scomparendo sotto la schiuma. Michele sobbalzò istintivamente a quel contatto così intimo. Lei mollò un attimo la presa poi, vedendo che si calmava nonostante l’imbarazzo, riprese ad accarezzare lo scroto e la base del pene. Una delle mani di tanto in tanto saliva fin sulla punta, che veniva accarezzata con una lentezza e dedizione incredibili.

Dopo qualche minuto Michele cominciò ad avvertire un certo piacevole formicolio salirgli dal basso ventre. L’erezione cominciò a crescere piano ma inesorabile.
Continuando a massaggiare le palle con la sinistra, Laura cominciò a muovere la destra lentamente su e giù lungo l’asta stringendola nell’anello formato da indice e pollice. Senza mai aumentare il ritmo continuò imperterrita in quel massaggio.
Quando cominciò a sentire le pulsazioni annunciare l’orgasmo lo strinse a se per baciarlo sul collo.
Lasciandosi sfuggire un gemito di sorpresa e appagamento, Michele si lasciò andare liberando il suo seme nella vasca.

‘Ecco fatto bello pulito’ a quelle parole Michele si girò verso di lei.
Quell’espressione di imbarazzata complicità era la cosa più bella che potesse donargli in quel momento. Gli prese dolcemente il viso avvicinandosi per baciarlo.
‘Sai di sapone’ pentendosi di averle detto una cosa tanto stupida.
Laura scoppiò in una risatina divertita e lo colpì al volto con un getto di acqua e schiuma. Lui cercò di rispondere. Ingaggiano una piccola lotta e Michele si ritrovò chissà come steso sulla schiena con lei sopra.

Per un istante si perse nel mare color nocciola dei suoi occhi. I capelli scuri le si erano calati sopra i seni celandoli. Michele li discostò soffermandosi a contemplare ancora una volta quei perfetti globi.
‘Posso vederla adesso?’ si decise a chiedere di nuovo rosso in volto.
Lei si alzò da lui, in ginocchio nella vasca da bagno. Il pelo dell’acqua le arrivava oltre metà coscia lambendo appena la parte inferiore del sedere.
Con sguardo rapito Michele seguiva l’acqua scendere dalla pancia verso il tappetino di peli dove si perdeva formando più in basso sull’orlo delle labbra una piccola goccia che si ingrossava lentamente prima di cadere nella vasca con un plick quasi musicale.
Movendosi come in sogno ne raccolse una sulla punta dell’indice prema che cadesse. Delicatamente cominciò a far correre il polpastrello lungo il taglio della figa risalendo fino a dove le labbra si congiungevano. Quando trovo il bottoncino di carne la vide sobbalzare fremendo lievemente di piacere. insistendo cominciò a premere un po’ di più in quel punto movendo leggermente il dito. Ridiscese e risali di nuovo trovando le labbra leggermente più dischiuse e sempre più calde.
Laura ansante lo fermò per permettergli di infilare il dito dentro, accompagnato dal suo. Estasiato non riusciva a distogliere lo sguardo dalle loro mano che si stavano bagnando di qualcosa che non era più acqua.
Continuarono così finché lei non venne e poi continuarono ancora un po’. Alla fine lei allontanò entrambe le dita portandosi il suo alle labbra gustandosi. Michele fece lo stesso, il sapore non era simile a niente che conosceva. Ricordava il gusto amarognolo delle mandorle, ma allo stesso tempo era totalmente diverso.

Le offrì la colazione lasciando che lei lo imboccasse un paio di volte. Si sentiva di nuovo eccitato e si chiese se era solo una sua impressione o Laura stava veramente facendo un uso decisamente sensuale della brioche. Si chiese anche se avrebbero fatto di nuovo l’amore e se stava solo aspettando che fosse lui a chiederlo. Troppo timido per una tale richiesta si limitò a baciarla.
‘Sai di caffè’ gli disse e scoppiarono a ridere.

Si vestirono e uscirono.
‘Dove andiamo?’ le chiese ancora incredulo che lo avesse trascinato fuori per una passeggiata.
‘A casa mia’
‘Eeh? Sei sicura?’
‘Certo. Non voglio girare vestita così.’ Rispose semplicemente lei alludendo al vestito da sera e le scarpe con tacchi alti, indumenti molto eleganti ma dall’aspetto poco comodo.

Laura scoprì che servirsi dei mezzi pubblici non era una cosa facile come era abituata. Salire e scendere dall’autobus era ogni volta una piccola avventura che però Michele dimostrava di saper superare con consumata disinvoltura.
Durante il tragitto si scoprì che Michele aveva una passione per il cinema, argomento che non lasciava indifferente nemmeno Laura. In realtà lei era più che altro rapita dalla luce che si accendeva nei suoi occhi quando le parlava di registi mai sentiti nominare e film che non aveva visto. In quei momenti ogni altra cosa svaniva e veniva a galla tutto quello che l’aveva attratta la sera precedente verso quel ragazzo.

La palazzina dove viveva Laura era stata costruita senza pensare alla possibilità di poter ospitare un disabile, quindi a malincuore dovette far aspettare Michele nell’atrio in compagnia del portinaio. Un brav’uomo, non molto abile però a tener compagnia alle persone. Si cambiò volando, si sistemò il trucco in tempo record e in un attimo era di nuovo al fondo delle scale.
Quando li vide insieme le si gelò la spina dorsale. Cercò di ritrovare la calma con un respiro profondo e si avvicinò a Michele e il ragazzo che stava aspettando a pochi centimetri da lui.
‘Ciao Laura’ ehm’ come va?’ le chiese lui facendosi avanti. Sembrava nervoso e, per la prima volta da quando si erano conosciuti, imbarazzato.
‘Ciao Luca. Cosa vuoi?’ rispose gelida lei.
‘Passavo di qui e’ pensavo che potremmo riprovarci e se funziona”
‘Sì certo come no.’ Lo interrompe avvicinandosi a Michele. ‘Andiamo’ gli dice cercando di addolcire il tono.
‘Cosa?’ esclama Luca alle sue spalle ‘mi molli per lo storpio? ma sei diventata”
Nessuno seppe mai cosa era diventata Laura. Lo schiaffo risuonò secco amplificato dalle trombe delle scale.
‘Non ti azzardare più a farti vedere’ sibilò Laura trattenendosi dal colpirlo ancora. Il ragazzo sembrava sconvolto, muoveva le labbra ma non emetteva alcun suono.
Senza attendere oltre Laura raggiunse di nuovo Michele e uscirono senza più voltarsi indietro.

Gironzolarono per il quartiere senza una meta precisa chiacchierando. Poi decisero di entrare nel cinema dove proiettavano un film che interessava molto Michele. I buoni vinsero dopo una serie di sparatorie ed esplosioni, la maggior parte delle scene però sfuggì ai due ragazzi che passarono molto tempo con le labbra a stretto contatto.
Si spostarono quindi in una pizzeria che piaceva molto a Laura.

Lo sguardo di Michele era calamitato dal gioco che lei stava facendo con i grissini. Ne appoggiava la punta sulle labbra socchiuse, sfiorandolo con la punta della lingua appena visibile. Poi lentamente lo spingeva dentro e fuori dalla bocca senza mai smettere di mandargli sguardi che gli toglievano il respiro.
‘D.. devo andare in bagno’ allontanandosi dal tavolo paonazzo.
Lei subito lo segue spingendo la carrozzina verso il bagno per disabili. ‘Giusto andiamo a lavarci le manine.’
Si lavano le mani insieme finché Michele non si decide a rompere il silenzio che era calato tra loro.
‘Dovrei’ fare pipì quindi se puoi” indicando la porta.
‘No cucciolo. Non ti lascio solo.’
Lo aiuta ad abbassarsi i pantaloni e poi le mutande; il cazzo in erezione svetta in alto come una molla con grande imbarazzo di Michele che comincia a fissare il pavimento. Laura lo contempla piegando la testa di lato, dopo qualche secondo poi lo prende delicatamente sotto il mento per baciarlo al lato della bocca.
‘Cosa volevi fare qui tutto solo con il tuo pistolino sull’attenti?’
Afferrando il pene comincia ad accarezzarlo delicatamente.
Michele non riesce a formulare pensieri coerenti e si limita ad arrossire sempre di più.
‘Non c’è niente di male a farsi aiutare. Ora ci penso io.’ Lo lecca e lo assaggia partendo dal basso fin sulla cappella. Lo fa sparire completamente in bocca per qualche secondo e poi lo lecca ancora sotto la cappella. Lo imbocca e famelica, iniziando a succhiarlo fin quando non lo sente arrivare al culmine del piacere. Copiosi schizzi di sperma le si riversano in gola che si impegna ad ingoiare senza smettere di succhiarlo.
Assolti i bisogni fisiologici lo aiuta a risistemarsi dandogli ancora un bacio fugace prima di uscire.
La cena continuò serenamente. Continuarono a parlare, a sorridersi e ad accarezzarsi. Dopo il dessert Michele si lasciò convincere, senza troppe difficoltà, ad essere ospitato a casa di lei per la notte.

Non fu molto difficile persuadere il portinaio ad aiutarli a portare la carrozzina nell’appartamento di Laura. Nel frattempo lei dimostrò di possedere più forza di quanto il suo corpo non mostrasse portando Michele in braccio fino al soggiorno.

Erano accoccolati sul divano intenti a scambiarsi coccole e abbracci quando suonò il cellulare e Laura dovette suo malgrado rispondere.
‘Ciao Giuly!’ salutò subito entusiasta.
Poi rimase in ascolto per parecchi tempo assumendo un’espressone preoccupata che divenne poi di disagio.
‘Ecco sì veramente’ okok d’accordo a dopo ciao’ dopo la telefonata calò un silenzio in cui per la prima volta evidenziava un certo disagio in Laura.
‘Una mia amica’ viene a dormire qui”
‘Che faccio me ne vado?’
‘No cucciolo’ poi più decisa ‘tu rimani qui’
‘Ma la tua amica”
‘Tranquillo la faccio dormire sul divano’ sedendosi di nuovo accano a lui.
‘No sul divano posso dormire io’
‘Ma no che sei matto?! Come fai con la tua schiena, e poi ti voglio vicino a me’
Riprendono ad abbracciarsi e baciarsi finché non vengono interrotti dal campanello.
Laura si precipitò ad aprire. Dall’altra parte dell’uscio entrò una ragazza con i capelli castani, appena più alta di Laura, che trascinava una valigia piuttosto malandata che posò sul pavimento senza troppa grazia.
‘Come stai?’
‘Ora meglio’ doveva aver pianto a giudicare dal mascara che le aveva sporcato le guance.
Allungò un dito bianco e accarezzò dolcemente la guancia di Laura, un segno di affetto piuttosto insolito agli occhi di Michele.
‘Giulia lui è Michele’
Giulia rimane di sasso vedendolo sulla carrozzina, non sapendo bene come fare gli fa un sorriso di circostanza. Entrambi imbarazzati non si dissero nulla, mentre Laura allestiva un letto di fortuna sul divano con delle coperte e un cuscino.
‘Bene penso starai comoda, se hai fame nel frigo c’è qualcosa. Noi andiamo a dormire.’
‘Grazie andrà benissimo’ rispose lei abbracciandola affettuosamente.
Salutò anche Michele e li lasciò andare alla camera da letto.

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