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Racconti Erotici Etero

Padrona…operaia

By 18 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un ragazzo di 28 anni che lavora in una azienda a conduzione familiare di tredici operai, nel settore del l’acciaio.
Niente di strano, come niente di strano sarebbe il fatto che il padrone &egrave in realtà una donna di 35 anni.
Una donna decisa e prepotente che troppo presto &egrave rimasta sola: ha perso il marito due anni peima e questo sicuramente l’ha indurita.
La vedo sempre nel suo ufficio che urla e sbraita con i fornitori e clienti, sempre nascosta da vestiti che coprono la sua femminilità e che ti fanno dimenticare che sia una donna.
Ma ieri &egrave successa una cosa che ha cambiato il mio modo di vederla.
Io faccio il turno di sera e quando smonto, passo sempre a cambiarmi nei appositi spazi a noi riservati.
Di fianco a noi ce un reparto di assemblaggio frequentato da sei donne, una delle quali scopa con me.
&egrave una ragazza normale ma che a letto mi da grosse soddisfazioni, non siamo fidanzati, &egrave solo sesso, siccome ci vediamo poco, quando ci incontriamo, ci sono sempre i fuochi di artificio.
Ieri, sento la sua voce nell’altro ufficio e spegnendo la luce, l’aspetto per pomiciare un poco.
Si apre la porta e al buio le salto addosso, carezze, baci, le tocco il culo, le tette, insomma in trenta secondi la palpo tutta e le dico;
‘Sei sempre la mia troia preferita’
Uno schiaffone e vedo che esce.
Rimango allibito, &egrave la prima volta che reagisce così, di solito le piace,a nzi, partecipa e mi fa anche un pompino per soddisfarmi.
Così quando la rivedo, dopo dieci minuti, le chiedo spiegazioni, lei mi dice che non &egrave mai entrata in quell’ufficio, che stava parlando con la proprietaria, quindi non poteva essere lei.
Ricostruisco l’accaduto e mi rendo conto che ho messo le mani addosso alla proprietaria.
Passato il minuto di terrore per l’accaduto, comincio a valutare quei trenta secondi e mi rendo conto che quello che ho sentito sotto quei vestiti, era molto femminile e che lo schiaffo ricevuto era molto blando e pensandoci bene, sono sicuro di avere sentito anche un gemito di piacere soffuso.
Mi convinco di questo e stamattina vado deciso nel suo ufficio, busso, entro, la guardo con occhi sensuali.
Guardo il suo corpo, poi la guardo negli occhi e le dico che sono cotto di lei, che ieri ho fatto una pazzia ma che sono pronto a tutto pur di averla.
Aspetto di sentirmi cacciare fuori e invece, vedo che lei cade spossata sulla poltrona e non dice niente: capisco dal suo sguardo che non sa cosa fare e allora io approfittando di quel momento di sbandamento, mi avvicino a lei e le tocco le tette stringendole deciso, lei prende le mie mani e invece di respingerle ,fa si che io le stringa ancora di più.
A quel punto capisco che sarà mia da lì a poco e questo mi crea una reazione pazzesca.
Ho voglia solo di possederla.
Mi giro e vado a chiudere la porta e poi abbasso le tendine.
Conosco bene quell’ufficio e mi muovo a mio agio, lei mi guarda con occhi pieni du passione, impauriti per quel passo che sta facendo.
Giro dietro il tavolo e deciso le metto una mano sulla fica, coperta da quella tutta e stringo per sentire qualcosa, lei stringe le cosce e emette un gemito basso.
Le apro la tuta e finalmente vedo qualcosa di femminile, un reggiseno nero nasconde un seno bello florido, le alzo il tutto mettendo in mostra due capezzoli tesi, che subito comincio a baciare e a leccare, ila sua aureola si allarga a dismisura facendomi capire come quei tocchi siano apprezzati dal suo corpo.
La conferma viene subito dopo, quando abbassandole la tuta di lavoro, le metto una mano sui suoi slip e li trovo bagnatissimi.
Le levo la tuta e le sfilo anche gli slip e finalmente vedo il suo corpo nudo.
Si &egrave tenuta molto bene la mia padrona, il leggero ciuffo di peli che protegge la sua fica &egrave veramente carino, le metto dentro due dita e lei subito si avvinghia al mio braccio e comincia a tremare; ammiro il suo culo e tastandolo, ne apprezzo la solidità.
La prendo e la faccio mettere sul tavolo, poi mi spoglio, quando lei vede il mio cazzo duro, ha quasi un gesto di paura, in effetti io ho un cazzo piuttosto grosso e nerbuto e anche come lunghezza &egrave vicino ai ventidue centimetri, capisco dal suo sguardo che lo vuole dentro e nello stesso tempo ne ha timore.
Mi piace vederla alla mia merc&egrave, quella donna così padronale &egrave ai miei piedi pronta a subire le mie voglie e con questo pensiero mi avvicino a lei, la prendo e la porto al bordo del tavolo tenendomi il cazzo, lo appoggio alle sue labbra vaginali e infine mi spingo a raccogliere il mio piacere.
Troppo bello quello che vedo e sento, lei ha un gemito e si appoggia al mio torace con le mani e mi accarezza tutto, mentre io mi spingo fino in fondo.
Sento le sue pareti vaginali avvolgermi e stringermi e capisco che quella donna &egrave un casino di tempo che non prende un cazzo.
Dopo poche stoccate, la sento godere e stringersi forte a me e questo mi fa diventare ancora più possessivo.
Sbatto le mie palle sul suo inguine, mentre lei singhiozza di piacere, le sue tette sono sotto la mia pressione,q uando facendole male, lei mi infila le unghie nella carne, io le do un colpo che la spacca in due e nello stesso tempo la fa godere di nuovo in un modo bestiale.
Le alzo le gambe e le metto sopra le mie spalle e in quella posizione defloro la sua fica senza pietà.
In lei vedo la mia padrona e per questo voglio vendicarmi delle sue angherie che in passato ho sopportato.
La sto sbattendo davvero in un modo bestiale, adesso lei si &egrave abituata al mio ritmo e alle mie misure e tenendomi con le braccia, riesce a seguirmi bene.
Io sento il mio piacere crescere, la guardo negli occhi e senza chiedere permessi, la inondo del mio sperma.
Urlo il mio piacere nella sua bocca calda e sento come lei mi accoglie felice.
Ancora pochi colpi per scaricarmi del tutto, poi, esco e facendola piegare davanti a me le dico;
‘Adesso prendimelo in bocca e fammi rieccitare che poi voglio mettertelo nel culo’
Vedo un lampo di paura nei suoi occhi, poi, sento le sue labbra che dolcemente si aprono e mi ricevono.
Mi sta facendo impazzire questa donna.
Non so da quanto non lo prendeva in bocca, ma sicuramente ci sa fare, mi sta succhiando l’anima e tutto il resto e lo fa con ardore e passione.
I miei nervi sono sotto i suoi attacchi e le mani che mi stringono il culo e mi infilano le unghie nella carne.sono una sofferenza sublime.
In fretta il mio uccello si &egrave indurito sotto la sua lingua, assaporo quella bocca lasciandomi andare verso di lei con il mio bacino.
Lei fa fatica a tenermi quando spingo, ma nello stesso tempo sento un calore incredibile salirmi dentro.
La fermo, esco da lei e le dico;
‘Girati e appoggia le mani sul tavolo’
Lei si alza e come una geisha, si gira allargando le gambe e alzando il sedere in attesa della prova suprema.
Devo stare calmo…se no rischio di venire prima di sodomizzzaarla.
In un attimo di tenerezza, scendo tra le sue natiche e con la lingua la preparo.
Comincio a vederla più come donna che come padrona e a quel punto la mia cattiveria sessuale si attenua, guardo quel magnifico culo in attesa e ringrazio Dio di avere sbagliato persona la sera prima, poi punto la cappella su quella carne stretta.
Sento la contrazione e il morso che mi da sulla mano, quando spingo dentro una parte del mio cazzo;
‘Piano…fai piano…ti prego…così non l’ho mai fatto’
quello che mi dice, mi fa sentire terribilmente orgoglioso, quella donna mi stà offrendo il suo sedere vergine e questo pensiero mi eccita un casino.
Prendo i suoi fianchi e senza più cattiveria la penetro con dolcezza.
I suoi sospiri e i suoi tentativi di ricevermi tutto, sono un atto d’amore che non mi aspettavo, adesso sono veramente tenero, cerco di essere il più dolcemente possibile: il suo sedere mi accoglie, quando lei soffre, mi fermo e aspetto un suo segnale che in breve tempo arriva e quando le mie palle si appoggiano alle sue natiche, il mio modo di pensare verso quella donna &egrave cambiato completamente.
Mentre comincio a sodomizzarla per raggiungere il mio piacere, metto una mano sulla sua fica e comincio a accarezzarla per attutire il suo dolore, quando sento che lei apprezza e comincia a spingere indietro il suo bacino per accogliermi al massimo, io perdo la testa e comincio a irrorarle l’intestino con quel poco di seme che mi &egrave rimasto.
Le urla di piacere che anche lei emette, sono il paradiso in terra e così, stretto a lei, assaporo la mia rivalsa sulla padrona e nello stesso tempo penso a quella donna operaia che mi ha accolta e nutrito col suo corpo…
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