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Racconti Erotici Etero

Palazzo Sofia – Fino all’ultimo respiro

By 6 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

** Palazzo Sofia: Fino all’ultimo respiro**

I primi rigori dell’inverno imminente avevano già lasciato i loro segni. Questa volta le solite aspirine, non avevano sortito l’effetto desiserato, così da due giorni ero costretto a letto da una fastidiosa influenza. Alla televisione i soliti episodi di serie già viste e riviste mi avevano fatto sprofondare in un apatia snervante, mentre un leggero sollievo mi giungeva dall’appartamento accanto. Mirko era andato a trovare nuovamente la signora Rossi, che senza tanti mezzi termini; almeno da quello che avevo potevo udire, si stava dedicando a quello che ultimamente era divenuto il suo sport preferito, rendere ‘becco’ suo marito. Anch’io le avevo dato una mano al riguardo, anche se nell’ultimo mese, non avevamo più potuto ‘approfondire’ la nostra conoscenza. Qualche rapida e ben assestata palpata in ascensore mi aveva permesso di far sobbalzare la signora Ida; ma niente di più.
Mia moglie come al solito era al lavoro.
La settimana che era appena passata, la aveva resa intrattabile. Una settimana di ‘tre per due’ in un ipermercato lasciava i suoi segni per almeno ancora due giorni. Dal canto suo, Anna però aveva il suo bel daffare. Oltre a lavorare, fare la casalinga, fare la moglie ultimamente aveva preso ‘seriamente’ anche il ruolo di amante. Avevo notato una sua taciturna ricerca di nuovi stimoli in quello, che da almeno cinque anni era il nostro ‘abituale’ far sesso. Non che il nostro coito sia mai stato definibile: tradizionalista. Non sono mai stato un uomo illuso che il sesso si releghi alla sola posizione del missionario; ci siamo sempre donati d’altronde, particolari di noi senza troppe limitazioni. Avevo sempre visto Anna semplicemente, come mia moglie.
Poteva essere un errore, e lei mi stava portando a capirlo con la maestria che solo le donne a volte possiedono. L’ altro giorno ad esempio, con la scusa di darle una mano, si &egrave fatta depilare l’intimità dal sottoscritto. Di solito ci pensava l’estetista, ma quel diavolo di donna era riuscita a portare a suo pro anche la crisi economica. &egrave facile intuire che mentre era seduta in bagno, ed io le stavo insaponando il sesso, tra noi qualcosa doveva accadere. Il suo respiro si era fatto sempre più profondo non appena la lama aveva incominciato a rifilarle il triangolino. Io ero seduto ai suoi piedi, mentre lei ancora parzialmente avvolta nell’accappatoio mi fissava seduta sul bordo della vasca. Non mi ci volle molto per abbozzare il mio sesso nei boxer.
Anna mi guardava in modo diverso dal solito. Come una sorta di neofita dominatrice, incominciò ad accarezzarmi il sesso con un piede. Facevo fatica a continuare, avevo paura di ferirla, ma lei impassibile dietro una sorta di sorriso, continuava a stuzzicarmi.
Lentamente la lama sì sfregava sulla sua pelle più delicata.
Lentamente il suo piede giocava con il mio sesso.
Cercai di finire mentre lei con un insospettabile destrezza, era riuscita a farlo sgusciare fuori ed ora inesorabile mi stava masturbando.
Il mio lui era imprigionato tra le dita del suo piede. Non capivo più nulla. Ogni tanto abbassavo lo sguardo e la vista delle sue unghie curate e di quella caviglia sottile mi mandava vicino all’estasi. I suoi movimenti si fecero sempre più rapidi.
Non ce la facevo più.
Sbottai scaricandomi sulla sua gamba e sul collo del suo piede.
Solo in quell’istante mi resi conto,che era riuscita ad invertire i nostri ruoli. Le nostre posizioni già dimostravano chi dominava e chi era dominato.
‘Puliscimi..’ Mi sussurrò. Quante volte le avevo detto quelle parole. Quante volte senza fiatare si era immersa su di me, ripulendo fino all’ultima goccia.
‘Puliscimi ti ho detto’ il suo tono si era fatto deciso, mentre il suo piede faceva bella mostra di se davanti al mio viso.
‘Non sapevo cosa fare, il mio orgoglio di uomo si sentiva ferito, anche se dall’altra parte una vocina continuava ad incedere verso il mio crollo. Senza renderne conto, iniziai a pulire.
‘Bravo ma non buttare giù. Quello &egrave il nettare della tua regina.’
Si abbassò solo in quell’istante verso di me.
Le sue labbra si appoggiarono alle mie.
Risucchiò tutto e guardandomi in modo provocante, ingoiò.
Rimasi seduto a terra.
Lei nel frattempo si era alzata ed era tornata sotto la doccia per ripulirsi dai rimasugli di schiuma.
Ero frastornato.
Anna. La mia Anna ma come?

Seduto sul letto, ascoltavo Ida sollazzarsi con il giovane studente. I muri sottili che come un diaframma mi relegavano a semplice ascoltatore, donandomi particolari che elaborati dalla fantasia mi giungevano come uno film.
Mi stavo eccitando.
A quel punto, immerso nella mia apatia la mia mano &egrave partita. I rumori di sottofondo mi portavano ad essere involontariamente una specie di cuckold.
Mi stavo toccando quando ad un tratto il campanello di casa suonò.
Cercai di ricompormi e facendo il minor rumore possibile guardai dallo spioncino.
Sara.
Aprii lentamente la porta.
‘Ciao papi..’
‘Ciao Sara, ma cosa ci fai quassù ?’
‘Quassù? Ma se abiti al piano sopra al mio.’
‘Dai hai capito cosa intendevo..’
‘Ho visto tua moglie andare al lavoro stamattina’
‘E con ciò ?’
‘Mi ha detto che una brutta influenza ti aveva fermato al box…’
‘Nulla di che ‘
‘Così ho pensato che ti annoiassi e sono venuta a tenerti un po’ di compagnia, ma … sei contento di vedermi? ‘ chiese ammiccando, fissando il mio pigiama.
Abbassai lo sguardo in quel momento. Il mio uccello faceva capolino. ‘Che figura di merda’ pensai, ormai la frittata era fatta.
‘Direi di si, tu cosa ne dici’ e nel frattempo mi calai i pantaloni del pigiama.
Sara colse all’istante il mio invito e inginocchiatasi iniziò a baciarmi dolcemente il glande. La sua bocca si era fatta sempre più abile. Senza tanti preamboli, le sue labbra mi stavano avvolgendo, iniziando un lento e profondo movimento.
Incominciai ad accarezzarle la testa, mentre ancora inginocchiata continuava a farmi godere.
Stetti per un po’ a godermi quella posizione.
Ad un tratto la voglia di possederla ovunque prese il possesso dei miei pensieri e delle azioni. L’aiutai a tirarsi su e l’accompagnai in camera da letto. Il letto era ancora sfatto e per la prima volta profanavo la sacralità del mio talamo. Ci pensai un attimo. Non ero mai stato un marito fedele, ma così era veramente ‘sporco’.
Il mio cervello piccolo prese nuovamente il sopravvento.
La buttai sul letto.
Il suo viso era sul mio cuscino.
Ancora vestita Sara :’fammi togliere le scarpe, ti sporco le lenzuola e poi tua moglie se ne accorge.’
La osservai sdraiata a pancia in giù tra le nostre lenzuola. Una ppfelpa da ginnastica di almeno una taglia più grande, le copriva quasi completamente il suo stupendo ed acerbo culo. Un paio di leggins in tinta lo mettevano ancor di più in risalto, mentre un paio di scarpe da ginnastica da corsa completavano il suo abbigliamento da perfetta runner.
Le tolsi le scarpe ed anche i fantasmini.
Mi avventai allora su di lei. Le calai con prepotenza i pantaloni fino a mezza coscia. La cosa sembrava piacerle.
Iniziava ad ansimare.
Senza tanti preamboli mi parti una sculacciata.
Un gridolino.
Un’altra. E nuovamente la sua risposta.
Sara riusciva ad accendere il mio lato più animale. Le tempie mi battevano come il rullante di una batteria. La mia cappella gridava. Mi inginocchiai su di lei e senza dirle nulla la penetrai in un sol colpo.
‘Oh mio Dio, Marco’ sussurrò tra un gemito e l’altro.
Era bagnata come mai. Sara aiutava la mia penetrazione portando verso l’alto il suo bacino,continuavo a pomparla mentre ancora vestita lei arrivò. Confuso tra i suoi gemiti il mio cellulare trillò.
Un messaggio che naturalmente non lessi.
Ero troppo preso. La tv continuava a trasmettere frammenti di immagini e suoni. La nostra colonna sonora.
Sara si spogliò del superfluo e rimasta solo con un reggiseno da palestra si posizionò sopra di me. Alzai il volume, non volevo farmi sentire da Ida, anche se forse era già troppo tardi.
Sara mi cavalcava con intensità . Avevo caldo forse era anche la febbre.
Le mie mani, le brandivano i glutei.
I nostri gemiti aumentavano. Non mi accorsi nemmeno del rumore della serratura. Sara incominciò a piantarmi le sue unghie nel petto.
‘Piano, non lasciarmi segni’
‘Va bene, papi’
Un rapido colpo,d’occhio, qualcosa aveva fatto capolino da dietro la porta. Guardai con più attenzione.
Nulla.
Sara continuava a cavalcarmi sempre con maggior impeto.
L’orgasmo si stava avvicinando.
Nuovamente quella sensazione di essere osservato.
Fissai a luce della porta, ma nulla.
Sara arrivò di nuovo ed io stremato continuavo a tenere duro.
Quando ad un tratto un rumore disturbò come una nota stonata la nostra colonna sonora.
Un dubbio, mi fece imperlare la fronte.
Presi il cellulare.
Lessi il messaggio.
Sara era riversa sul cuscino.
Io ero ancora dentro di lei.
‘Sara, vado un secondo fino in bagno ‘le sussurrai all’orecchio.
‘Vai a fare pipì? Non sei nemmeno ancora venuto”
‘No vado a prendere un cosa… Una sorpresa..’
‘Ok …. Aspetto buona buona qui’ chiuse gli occhi
Mi mossi con leggerezza, e cercando di fare il minor rumore possibile mi avvicinai alla porta.
Il rumore che pian piano si stava facendo sempre più delineato, era un rumore che ben conoscevo.
Fissai mia moglie con la gonna tirata su fino all’inguine. I nostri sguardi si incollarono l’uno all’altra. La sua mano continuava a muoversi nella sua intimità.
Aspettavo da un istante all’altro una sua reazione. Uno schiaffo i suoi insulti.
Nulla.
Tirò fuori la sua mano pregna dei suoi umori e me la mise in bocca.
‘Lecca lurido bastardo..’
Lo feci, nascosto dall’eventuale vista di Sara.
Il mio uccello era ancora più in tiro possibile. Stavo cornificando la mia amante con mia moglie. Paradossale.
Presi la mano di Anna e la appoggiai sul mio uccello.
Subito fece un po’ la ritrosa poi incominciò a masturbarlo.
Mi venne sempre più vicino fino a che la sua lingua incominciò a leccarmi le labbra.
Risposi al suo gesto.
Anna la tolse.
Chiusi nuovamente la bocca e solo allora ricominciò a leccare.
A quel punto un’idea pazzesca mi balenò nel cervello.
Mi avvicinai all’orecchio di mia moglie e le sussurrai: ‘vuoi provare qualcosa di nuovo?’
‘No’ rispose secca.
‘Gioca, gioca con me ti prego…’
‘No’ il suo sguardo si era fatto duro.
‘Giochiamocela fino all’ultimo respiro… Domani &egrave un altro giorno ed accetterò qualunque tua decisione.’
Anna rimase immobile.
La televisione nel frattempo continuava con il suo insulso vociare di opinionisti.
‘Papi..’ Una voce dall’altra stanza. Irruppe nel gelo di quell’istante.
‘Va bene’ rispose Anna
‘Arrivo.. Tieni gli occhi chiusi e siediti sul letto’ nel frattempo feci cenno a mia moglie di non far rumore. Le tolsi la sciarpa di seta che aveva al collo e mi avvicinai alla mia giovane amante.
‘Ora ragazzina ti bendo..’
‘Mmh nuove idee… Ok’
La bendai con la sciarpa che ancora sapeva del profumo di Anna.
‘Ma &egrave di tua moglie?… C’&egrave ancora il suo profumo ‘
‘Esatto… Non ti sfugge nulla’
‘Sei proprio un porco, mi stai scopando nel vostro letto con addosso qualcosa di lei. Papi non so proprio cosa ti passa per la mente ma mi stai facendo eccitare come mai nella mia vita.’
‘Non sai cosa mi passa per la testa hai detto bene’ le risposi. L’aiutai a sdraiarsi sul letto.
In quell’istante mi sentì toccare sulla spalla. Era Anna già nuda. Aveva in mano un paio di auto reggenti e un paio di manette. Fissai quest’ultime.
‘Era un regalo per noi’ mi sussurrò all’orecchio.
Presi quest’ultime e bloccai le mani di Sara alla spalliera del letto.
‘Uauu papi manette.. Vi trattate bene tu &egrave tua moglie…’
‘Hai proprio ragione’
Presi le autoreggenti e una gamba per volta legai le caviglie di Sara al letto.
La osservai compiaciuto. Il suo sesso aperto e rasato stillava già qualche goccia. Anna mi stava nel frattempo masturbando.
Presi per mano mia moglie e la accompagnai vicino al letto invitandola con un gesto ad inginocchiarsi sul letto, proprio in mezzo alle gambe di Sara.
Una rapida occhiata. Una intesa perfetta.
Anna si inginocchiò e titubante incominciò a dare rapidi colpi di lingua alla giovane. Immediatamente Sara si irrigidì.
Osservai le mie due donne amarsi.
Il culo di mia moglie dondolava dolcemente mente i suoi movimenti di lingua si erano fatti sempre più audaci.
Non ce la feci più e come l’ultimo vagone di un treno incominciai a baciare le intimità della mia donna. Era fradicia.
Mi sdraiai sotto lei. La mia schiena era in una posizione da contorsionista. Il letto era praticamente finito. La voglia di cibarmi di lei era più forte del dolore.
Sara godeva sempre più forte.
Anna aveva incominciato a schiacciarmi il suo sesso sempre con maggior intensità sul viso.
Non emetteva alcun rumore, alcun gemito. Un killer.
Allungai la mia lingua dentro di lei. Incominciò a scoparmi il volto con quel surrogato del mio sesso.
Sara si stava avvicinado all’orgasmo invocando il mio nome mentre io stavo quasi soffocando tra le ‘labbra’ di mia moglie.
Esplosero a tempo. Anna mi spruzzo il meglio di lei.
Esausta incominciò a sditalinare Sara che si contorceva bloccata al letto.
Bloccai mia moglie. La feci alzare e presi il suo posto iniziando a penetrare Sara.
‘Oh sii papi,continua mi stai uccidendo..se queste sono le tue sorprese ne voglio ancora..’
‘Sei sicura di quello che hai detto?’
‘Si sono la tua schiava fai di me quello che vuoi’
‘Qualunque cosa io voglia tu la farai?’
‘Si… Voglio godere ancora..mi hai reso la tua puttana insaziabile’
Guardai mia moglie negli occhi. ‘Siediti sul suo volto…’ Gli sussurrai al limite del puro labiale.
Mi fece cenno di si mente mi staccai da Sara &egrave scesi dal letto.
Come una gatta Anna salì sul letto, si pose con le gambe ai lati del suo volto. Guardandomi, lentamente incominciò a scendere.
Sara ignara attendeva.
Io attendevo Sara e la sua reazione.
Ancora pochi millimetri.
Il contatto.
‘Ma cosa..’ Ecco la reazione.
‘Lecca troia… Ti piace farti scopare da mio marito ed ora lecca, cagna che non sei altro, lecca.’ Esordì Anna.
Guardai mia moglie accovacciata sulla giovane che nel frattempo aveva diligentemente incominciato ad operare con la sua lingua.
Mia moglie si accarezzava il seno, strizzandosi di tanto in tanto i capezzoli turgidi.
Che spettacolo.
Carico come mai, mi posi di nuovo, tra le gambe di Sara ed iniziai a penetrarla.
Leccava, gemeva mentre mia moglie continuava a sbatterle in faccia il suo sesso.
Sentivo che le mie palle stavano per scoppiare. Avevo trattenuto da troppo. Aumentai il ritmo mia moglie se ne accorse.
Un attimo, mi scaricai in lei con rapidi ed incandescenti fiotti di me.
Con un spinta maldestra Anna riuscì a sbilanciarmi facendomi allontanare dalla mia posizione. La osservai mentre come un assetata nel deserto si buttò sul sesso della giovane.
Incominciò a leccare assatanata.
Il mio seme incominciava a fuoriuscire, e lei con rapidi colpi di lingua lo ripuliva.
Mi avvicinai a Sara. Ancora bendata le avvicinai il mio membro alle labbra.
‘Finalmente…’
Iniziò a leccarlo.
Anna dopo poco mi si avvicinò a noi. Sostituì la mia mano con la sua e prendendo come si suol dire in mano il gioco iniziò a giocare con Sara. Come era inevitabile molto presto le loro lingue si sfiorarono.
L’intensità di quei fortuiti contatti si fece man mano più frequente.
Fino a che le due incominciarono a baciarsi. Per quello che ne sapevo io, era la prima volta per entrambe. Il sogno della metà degli uomini sulla terra si stava avverando finalmente per me. Presi la chiave delle manette da sopra il comodino e liberai le braccia di Sara. Istantaneamente si avvinghiarono al corpo di Anna. Le liberai anche le gambe. Oramai solo più la benda la proteggeva dalla realtà.
Le guardavo avvinghiate l’una all’altra.
Due corpi completamente diversi ma che desideravo entrambi.
Anna tolse la benda dagli occhi di Sara.
In quell’istante si guardarono a lungo negli occhi.
Nessuna delle due disse nulla.
Entrambe erano esauste. Le loro bocche continuavano a coccolarsi con teneri bacini.
‘Resti a cena con noi vero?’
Sara mi lanciò una rapida occhiata in cerca di un mio gesto d’assenso.
‘Ne sarei onorata..’le rispose
‘Ok allora,ma non provare mai a chiamarmi ‘mami’ ci siamo capite? ‘
‘Si…’e rincominciarono di nuovo a baciarsi.

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