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Racconti Erotici Etero

paola capitolo 1

By 25 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Paola: Una 45enne, come tante: separata, una figlia e tanta voglia di parlare con un uomo. Alla fine del nostro incontro, dandoci del Lei, mi invitò a cena a casa sua, con la scusa di aiutarla a configurare un pc.
Mentre lo diceva dalla sua camicetta un capezzolo irto faceva capolino dal tessuto e le sue gambe leggermente aperte fecero volare i miei pensieri più impudichi.
Ci incontrammo una seconda volta e, anche se avevo una gran voglia di saltarle addosso, la lasciai con un semplice bacio in punta di labbra, finch&egrave dopo qualche giorno di silenzio, le scrissi, via sms, se le sarebbe piaciuto un bel massaggio’.
La risposta fu: ‘Sììììììììì’
‘ e già immaginavo il suo seno che spingeva sulla maglietta e le mutandine bagnarsi’.
Arrivai a casa sua dopo un’ora di viaggio e trovai la chiave sulla porta, la stanza in penombra, Lei stesa sul divano che indossava una vestaglia di seta grigia ed un completino trasparente che poco lasciava spazio all’immaginazione.
Luci soffuse di candela, profumo d’incenso e’. profumo di donna.
Paola, non &egrave molto alta, ma ha il bellissimo fisico asciutto di chi si allena tutti i giorni correndo lungo le rive del lago. Un seno piccolo e capezzoli lunghi circondati da un’areola rugosa, quando si eccita.
Ma torniamo al nostro incontro:
La baciai e, senza dire nulla, la presi in braccio e la portati in camera, illuminata solo da candele profumate.
Slacciai la vestaglia, chiedendole di tenere gli occhi chiusi e la baciai sui seni.
I capezzoli svettavano e, quando la mia lingua li sfiorò, Paola inarcò la schiena sospirando’il mio sesso pulsava per l’eccitazione, tanta era l’attesa per entrambi.
Ignaro delle sue suppliche abbandonai i suoi seni (con molta fatica) ed iniziai a spargere gocce di olio profumato sul collo e nel solco dei seni.
L’olio profumato scivolava piano sul corpo snello e liscio solleticando la pelle, che rabbrividiva al tocco delle mie mani.
Iniziai piano a carezzarla, ma all’improvviso le strizzai un capezzolo irto a significare il suo desiderio e Paola sobbalzò per l’improvviso dolore, mugulando, altresì, di piacere.
Le gambe si contorcevano e soltanto dopo 10 minuti di massaggi e carezze sul seno e sulla pancia le tolsi le mutandine portandomele alla bocca, assaporando il suoi umori ed aspirando con voluttà il profumo di bosco e muschio di cui erano intrise.
sotto le mie mani Il suo fisico nervoso e sodo guizzava come un animale selvaggio e nello stesso tempo bramava i miei tocchi.
Scoprii un rosa tatuata sul pube, depilato completamente.
Il suo fiore, luccicante di umori sembrava quello di una ragazzina, non quello di una 45 enne: piccole labbra in un mare di profumo.
Come mi eccitava quello che vedevo: gocce di rugiada colavano dal suo fiore aperto, labbra socchiuse che attendevano di essere sfiorate, leccate dalla mia lingua , desiderosa di assaggiare il suo sapore.
Continuai il mio massaggio, baciando l’ombelico, solleticando con la lingua la rosa tatuata e sfiorando il pube.
Come avrei voluto aprire quelle labbra con la lingua e berne il succo’. , ma non era ancora il momento.
Le chiesi di girarsi e, spostati i capelli, il rito si rinnovò sulla schiena: gocce profumate sul collo, lievi massaggi, fino al fondoschiena, nel solco delle natiche, che accarezzai voluttuosamente.
Non la conoscevo, ma azzardai’ l’olio profumato era sceso nel solco delle natiche lubrificando il buchino segreto’ infilai il medio ‘e sospirò in un mantice, alzando il sedere verso di me.
Spinsi tutto il dito dentro di lei, strettissima e vergine nel sederino, ma estremamente sensibile e vogliosa.
Abbandonai tutti i buoni propositi ed iniziai un lento e sempre più profondo ditalino nel culo e lei si bagnava sempre più ansimando.
Infilai tutto il mio dito nel culo e con la lingua iniziai a lambire il suo clitoride. Succhiavo il suo miele, scopandola con la lingua. Sobbalzava e io godevo del suo nettare fra le labbra ed impazzivo nel sentirla così persa nel piacere. Non era porca, ma abbandonata all’estasi del piacere che provava, incapace di controllarsi, ed io con lei.
Venne inondando la mia bocca del suo piacere e il mio cazzo era sempre più duro e bramava la sua bocca.
Lascai scemare il suo orgasmo, abbracciandola e carezzandole il seno e ripresi baciando le caviglie. Ormai le sue gambe erano oscenamente aperte e mi bramavavano come io bramavo lei.
La guardavo e la pregai di toccarsi per me e usando le dita che prima incerte, poi sempre più ardite si infilavano nel suo sesso sempre più veloci ed io mi avvinavo succhiandole appena uscivano dalla sua fica fradicia.
Infilai la lingua tra le sue natiche ed iniziai a lubrificarle il buchino stretto che lentamente si rilassava ed alternavo a leccate della sua figa piccola, ma che ormai si era aperta come un fiore alle mie leccate.
Ora era pronta perché osassi: presi il tubetto del lubrificante e lo infilai nel suo fiore e mentre continuavo a leccarle il buchetto iniziai a muoverlo. I capezzoli svettavano, e il suo ‘sì’ diventava un rantolo indistinto.
Il dito medio frugava il suo culo di nuovo. Mi pregò di prenderla. La girai e fui accolto dal suo nido caldo e bagnato. Provai ad incularla piano, ma era troppo stretto, non riusciva a prenderlo, e mi pregò di usare ancora il dito.
Le dissi che le avrei allargato il culo e la presi con un po’ di foga: pianse ed entrò solo fino alla cappella. La scopai allora con forza nella sua figa stretta, stringendole il seno con le mani.
Dopo un po’ le misi il cazzo in bocca e venni come un vulcano e lei bevve tutto stringendosi a me.
Uscii di casa sua, senza un domani, aspettando un suo messaggio’. Che arrivò la notte stessa.

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