Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Paolo e Alexandra, un incontro per caso

By 25 Febbraio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Ormai gli restavano poche possibilità di superare la prova. Aveva creduto che sarebbe stata piuttosto facile ma i fatti l’avevano smentito clamorosamente. E ora si stava rassegnando, bofonchiando qualcosa tra sè e sè.

“Puoi andare a lamentarti da un’altra parte per favore?”. Paolo si volt’ e osserv’ la ‘proprietaria’ della voce. Una ragazza castana scura, carnagione piuttosto chiara, capelli lunghi raccolti a cipolla, occhiali con montatura pesante. Era seduta davanti ad un piccolo tavolino da spiaggia occupato da due libri. Era la tipica secchiona. Stim’ che avesse sui 26 anni, probabilmente si preparava a qualche tipo di esame. “Ma che vuoi” rispose lui in malomodo. “Quello che detto… sto studiando e tu mi stai disturbando”. “Credo sia un luogo pubblico”. “è vero… legalmente lo è… ma questo non vuol dire che non possa chiederti di allontanarti…”. “Cosa sei, un avvocato?”. “Lo diventerò a breve”. “Buon per te, ma non capisco che fastidio ti do, c’è tanta gente che schiamazza qui intorno”. “Allora diciamo che mi disturbano i tuoi mugugni”. “Allora diciamo che tolgo il disturbo” tagli’ corto lui.

A quel punto la ragazza si alz’. “Si può sapere almeno qual è il tuo problema?” chiese.. Paolo realizzò che era piuttosto alta, che indossava una maglia bianca a girocollo decisamente troppo ampia, che gli ricordava le sue maglie intime… e sotto un paio di pantaloncini di dubbio gusto. Giudic’ le gambe, almeno quello che si vedeva, neanche male, mentre era del tutto impossibile giudicare dalla vita in su. A naso, le sembrò complessivamente robusta.. ma con quella maglietta orrenda era difficile giudicare se le forme fossero piacevoli, anche se ne dubitava fortemente. In generale non sembrava una ragazza molto attenta all’aspetto esteriore, forse proprio perché sapeva di non potersi permettere un look più audace. La etichett’ come innocua, in tutti i sensi, e decise di raccontarle la storia che aveva avuto il permesso di raccontare e che aveva raccontato almeno 20 volte quel pomeriggio… storia che era vicinissima alla realtà.

“Sto perdendo una scommessa e non mi piace”. “Che scommessa?”. “Dovevo trovare, nel giro di tre ore, tre ragazze disposte a mostrare… qualcosa di loro…”. “E cioè?”. “Per dirla chiaramente, due avrebbero dovuto accettare di togliersi il reggiseno… e una lo slip”. “Accidenti… che scommessa hard!”. “Già…”. “E quale sarebbe la penitenza se non la superi?”. “è un po’ imbarazzante” spiegò. “Beh suppongo sia qualcosa dello stesso genere della scommessa… devi girare nudo per non so che posto affollato?”. La ragazza sembrava spigliata e lui la assecond’, inventando la penitenza di sana pianta. “Più o meno… dovrò stare per un paio d’ore nudo davanti ad amici e soprattutto amiche… e non sono un esibizionista di natura!”. “Capisco… sarebbe meglio evitare! Ma hai detto che stai per perdere la scommessa o sbaglio? Nessuna si è mostrata?”. “Solo una… in topless… uno spettacolo indecente!”. Era sincero. “Non è carino da parte tua, ti ha fatto un favore!!” comment’ la ragazza. “Si lo so e l’ho ringraziata… ma era tutta rifatta! Preferisco i seni naturali!!”. “Quindi non sei di quelli che… basta che siano grosse?”.

Sembrava simpatica nonostante tutto, e la sua frase (che in qualche modo difendeva le ragazze con le tette piccole e i ragazzi che le apprezzavano) sembrava essere la prova che lei non le aveva grosse, dunque era semplicemente robusta, per non dire grassottella. “No… e poi giudica tu se non ho ragione!!”.

Paolo prese il suo smartphone nello zainetto e mostrò la foto del topless della ragazza. Prima di guardare, la ragazza comment’ sarcastica. “Non ti piaceva e le hai addirittura chiesto una foto??”. “Ma no…. è la scommessa… le foto servono come prova”. La ragazza guardò finalmente lo smartphone e fece una smorfia. “Hai ragione… il chirurgo non ha fatto un buon lavoro… ma sto pensando… perché non puoi prenderle da internet le foto?”. “Guarda bene – le disse indicando un piccolo segno all’attaccatura del seno – è un bollino da applicare sempre come prova”. “Una vera certificazione di qualità!! Comunque forse il problema non è che non ci sono ragazze disposte a mostrarsi… magari non vogliono essere fotografate oppure non vogliono spogliarsi qui in spiaggia .. specialmente per le parti basse!”. “Ma la foto non ritrae il viso… resta completamente anonima. . quanto a farlo qui in spiaggia… beh non è così affollata, e comunque si tratta di pochi secondi… per le parti basse basta scostare un po’ lo slip… Il vero problema non te l’ho detto… devono essere fidanzate o sposate!!”. Questo era un vincolo reale della sua penitenza. “Beh allora è chiaro!”. “Già… temo che non ce la farò… ma a proposito di questo… meglio che muova, la speranza c’è sempre!”.

La ragazza rimase per la prima volta in silenzio. “Allora ti saluto… beh non so neanche il tuo nome ma fa niente. Ciao e buona fortuna con gli studi!”. Paolo agit’ la mano in segno di saluto e si volto per andarsene, aveva ancora circa un quarto d’ora di tempo.

Stava per muovere il primo passo quando dalla voce della ragazza uscirono parole nuove… “Aspetta, forse posso aiutarti…” disse con un tono perentorio. Paolo sentì tornare un filo di speranza. “Davvero?? – disse riavvicinandosi a lei – Hai forse qualche amica che accetterebbe?”. “In effetti no, non ho amiche qui, come vedi passo il mio tempo a studiare”. “Allora scusami ma non vedo come…”. “Beh… non vedi nessuna ragazza qui intorno?”.

Paolo scrut’ a destra e sinistra ma non c’era praticamente nessuno nei pressi. Scroll’ il capo in segno di diniego. “Grazie per la considerazione!!” scandì lei con un leggero rossore in viso. Si stava proponendo lei stessa o aveva capito male?? “Ehm… tu???” disse con un sorriso di scetticismo. “Che cosa vuol dire questa risata??Non sono forse una ragazza?? Credi che non abbia anche io un paio di tette come tutte le altre??”. Stava per rispondere ‘in effetti guardandoti bene ho qualche dubbio’ ma gli uscì un più educato “certo ma non credo che sia il tipo da mostrarle!”. “E non lo sono infatti… saresti l’unico oltre al mio ex ragazzo”.

Paolo avrebbe perso la scommessa pur di non farla restare in topless. A lui piacevano le ragazze un pochino formose, mentre lei… beh… era quella che era… grassottella!. L’espressione di disinteresse che si sarebbe stampata sul suo volto vedendo le tette della ragazza l’avrebbe di certo delusa, visto lo sforzo fatto con se stessa. E non voleva deluderla perché in fondo era stata carina a proporsi. Trov’ un appiglio per defilarsi. “Quindi non sei fidanzata? Non va bene allora…”. “Ma scusa chi lo saprà??”. “Nessuno ma voglio rispettare le regole”. “Lodevole… Ma a che serve questa regola?”. “Beh, è per complicare la cosa. Una ragazza impegnata, con il proprio uomo nei paraggi, è meno propensa a spogliarsi di fronte ad un estraneo!!”. “Ok allora ascolta… io qui sono con i miei… credi che se tornassero e mi vedessero mentre ti faccio vedere il seno la prenderebbero meglio di un potenziale fidanzato? La difficoltà resta”.

A quel punto Paolo cedette alla frizzante simpatia della ragazza e sper’ che non se la sarebbe presa troppo, confidando nel suo senso dell’umorismo. E così avrebbe anche mantenuto viva la speranza di trovare negli ultimi minuti una ragazza disposta ad abbassare lo slip. “E va bene… solo se sei davvero convinta”. “Prepara il bollino… non ti conceder’ più di qualche secondo va bene?”. “Non chiedo di meglio… comunque mi chiamo Paolo”. “Alexandra” rispose lei mentre si toglieva gli occhiali e li appoggiava sul tavolino. “Alexandra??”. “Esotico eh?”. “Carino”.

Alexandra, liberatasi degli occhiali, poté sfilare l’enorme maglietta bianca. Rest’ con un orrendo reggiseno a fascia, bianco con pois neri. Paolo riuscì solo a realizzare che fisicamente non era poi così male, addome piatto, punto vita perfetto che la maglia larga aveva totalmente nascosto facendola sembrare invece enorme, forse anche a causa di spalle ampie e fianchi pronunciati. E quel top del costume orrendo che tuttavia sembrava… schiacciare qualcosa di non proprio piccolo… anzi…

“Pronto? Solo qualche secondo d’accordo?” lo distrasse lei. Si guard’ intorno e quando fu sicura che non stesse passando nessuno nei pressi, sganci’ il reggiseno, che tuttavia rimase su. La ragazza appoggi’ le mani sui seni, agganci’ il top e lo tolse, tenendolo in mano. I seni erano liberi.

Paolo, che era già confuso dopo averla vista in reggiseno, andò in tilt. Guard’ Alexandra in topless e non potè più staccare gli occhi. Spesso aveva fantasticato su star dello spettacolo o anche nella realtà, e tutte le volte che poi era riuscito a vederle nude aveva constatato di averci azzeccato più o meno. Ma in ogni caso, mai aveva fatto un errore di valutazione così palese. ‘Ho preso un granchio tremendo’ pens’.

Non era affatto piatta. Tutto il contrario. La giudic’ una quarta piena. E quel che più contava, al di là della grandezza, era la perfetta proporzione con il suo fisico, per non parlare di come stavano su nonostante la dimensione. Inutile dire quanto sembrassero sode. Come aveva fatto a sottovalutarla così??

La sorpresa e l’incredibile flop nel giudicarla lo lasciarono senza parole… solo sgurdi, puntati per la maggior parte su quel panorama mozzafiato. “Ehi… il tempo passa… sbrigati a fare le tue pratiche! Che ti succede? Non mi fissare così, mi metti in imbarazzo, non sono abituata!”. Paolo si riscosse, tornò a guardarla in viso e si rese conto che aveva anche gli occhi di un intenso verde/azzurro. Senza occhiali era diventata incantevole, una specie di metamorfosi! Non riuscì a mentirle. “Scusami… sono rimasto… estasiato”. “Esagerato! Ora non è che per ringraziarmi mi devi adulare forzatamente!”. “Non ti sto adulando, sono sincero… se posso permettermi… hai il più bel seno che io abbia mai visto in vita mia… e non mi dire che tu non sai di avere questa dote!!”.
Alexandra sorrise. “Sono molto critica con me stessa non mi metto mai in mostra… non mi va di avere gli occhi addosso…”. “Posso chiederti che taglia indossi?”. “Impiccione… e va bene… sappi che acquisto solo reggiseni in America perché mi calzano meglio… la taglia americana è 34D, credo che corrisponda a…”. “Una quarta – concluse lui facendola ridere – senza ombra di dubbio!”.

Visto che stava passando più tempo del previsto in topless, sciolse i lunghi capelli con un gesto rapido e li usò per coprirsi seni. Non sapeva di essere ancora più sexy così, con un vedo e non vedo… e per Paolo fu fatale. Ebbe un’erezione fulminea. “Beh comunquei le avevi nascoste bene con quella maglia e quel costume orrendo! Secondo me dovresti lasciare che il mondo veda quelle meraviglie!! Ma al di l’ della taglia, conta quello che si vede… e ti assicuro che non esagero, anche se capisco che non ho modo di dimostrare la mia sincerità. Beh, un modo ci sarebbe a dire il vero ma non mi sembra proprio il caso!”. “Cioè? Giusto la macchina della verità! Ne porti sempre una con te quando fai queste scommesse con i tuoi amici?” chiese ironicamente.

Paolo sorrise, e si lasci’ trasportare dalla situazione. Non gli dispiaceva che si stesse divagando, perché intanto poteva continuare ad ammirarla in topless, sebbene con l’ostacolo dei capelli. “Tutti noi maschietti ne portiamo sempre una con noi…” scherz’. La ragazza sembrava confusa, forse non aveva afferrato. “Ok dai come non detto!” cercò di chiudere lui. “No dai adesso mi spieghi!” lo incalz’ lei ignara. Cercò comunque di non essere troppo sfacciato data la timidezza di Alexandra. “Mi riferivo ad una reazione naturale del corpo maschile di fronte alla bellezza femminile…”. Il rossore immediato sul viso della ragazza spiegò che aveva finalmente capito. “Oh… ehm… ma che dici dai, mi metti in imbarazzo, non può essere”.

Paolo cercò di interpretare le sue parole. Se da un lato c’era imbarazzo, dall’altro sembrava che Alexandra cercasse conferma dell’accaduto, cone se non credesse di poter provocare una reazione del genere con un semplice topless. Decise di indagare, anche se quel tempo perso gli sarebbe costato la scommessa. “Non credi che io abbia avuto un’erezione per il solo fatto di averti visto i seni?” chiese, stavolta in modo più che esplicito. Alexandra balbett’ qualcosa senza senso e Paolo cavalc’ l’onda. “Vuoi vedere con i tuoi occhi?”. A quel punto lei reagì. “Ma che dici!!”. Dovette frenare un po’. “Intendevo solo dire che potrei dartene una prova rimanendo in costume… sicuramente un pochino si nota”. Si rese conto che anche così la proposta era piuttosto audace, ma ormai l’aveva fatta. Alexandra diede l’impressione di riflettere e poi emise la sentenza. Del tutto inattesa.

“Come hai detto tu prima, siamo in un luogo pubblico… legalmente non posso impedirti di rimanere in costume, trattandosi anche di una spiaggia! Ma con questo non intendo dire che voglio che tu lo faccia, sia chiaro!”. Era chiarissimo. Moriva dalla curiosità e aveva trovato un modo molto ‘avvocatesco’ per dirglielo, suscitandogli una simpatia inattesa. Paolo non rispose neanche, sganci’ l’unico bottone dei pantaloncini, li abbass’ e li tolse poi del tutto. La maglia che indossava era corta e non gli copriva il costume. Quello che non aveva detto a Alexandra è che indossava un boxer stile ciclista, attillato e di conseguenza più utile a rivelare che a nascondere.

La ragazza, vittima di una curiosità più che naturale lo guardò, con apprezzabile discrezione. L’espressione tuttavia fu eloquente. Il pene, disteso da un lato, era perfettamente disegnato in rilievo. Puntava a sinistra e raggiungeva quasi il fianco, perché di dimensioni superiori alla media. Alexandra arross’ in una smorfia di sorpresa ma ebbe la forza di non indugiare troppo. “Non scherzavo come vedi”. Avrebbe voluto battere ancora su quel tasto ma la ragazza appariva troppo in imbarazzo. “Senti facciamo questa foto così ti lascio libera e soprattutto ti puoi rivestire?’. Lei sembrò scuotersi ma non fece alcun commento su quello che aveva visto. “Si si ok… prepara il bollino e il cellulare”.

Paolo prese il piccolo adesivo dalla tasca dello zaino e glielo porse. “Puoi attaccarlo dove vuoi… direi che lo spazio non manca…” alludendo chiaramente alla grandezza del seno. Alexandra, forse ancora stordita, non replic’. Scost’ i capelli rivelando nuovamente quelle che Paolo più che mai considerava opere d’arte, ci pens’ un attimo e fece aderire il piccolo distintivo proprio su un capezzolo. “Va bene qui?”. Paolo era in adorazione. Puntò il cellulare e scattò. Poi vide il risultato e conferm’. “Perfetta… copriti pure ora, sei stata molto gentile”. Alexandra, probabilmente per coprirsi più in fretta in quel frangente, indoss’ solo la maglietta, ma purtroppo lo spettacolo era comunque terminato.

“Ok ora ti lascio, mi resta solo qualche minuto per tentare di vincere la scommessa anche se qui intorno vedo poca gente… comunque ti ringrazio, ho apprezzato il tuo aiuto anche di più perché so che ti è costato restare in topless!”. “Beh si, ma non preoccuparti, non è stato così spiacevole”. Inforc’ i suoi occhiali e le sfuggì un’occhiata sul suo costume, sotto al quale il pene era ancora in perfetta erezione, e probabilmente ora lo vedeva anche più nitidamente.”In bocca al lupo per tutto allora… e grazie ancora!” disse congedandosi. Alexandra era a dir poco eccitata. Aveva deciso di fare quella pazzia per spezzare un po’ la monotonia dello studiare per gli esami. Le si prospettava anche una serata noiosa a casa, ci i genitori che avevano invitato gente a cena, un collega di lavoro del padre, con la moglie e il figlio poco più grande di lei, ma non le andava per niente di socializzare Il risultato dell’azzardo con quel Paolo era stato tuttavia molto sorprendente. Era la prima volta che si mostrava in topless a qualcuno che non fosse stato il suo (unico) ragazzo, ed erano già passati 4 mesi da quando si erano lasciati Quel Paolo poi le aveva fatto così tanti complimenti…

E poi era accaduto altro… il costume del ragazzo. Era rimasta di pietra vedendo che si trattava di uno di quelli attillati… e ancora di più quando aveva realizzato che il pene era del tutto evidente. Aveva avuto un’erezione per il solo fatto di averla vista in topless. E soprattutto aveva un pene palesemente più grande di quello del suo ex, l’unico che aveva visto dal vivo. Ma ormai da 4 mesi era in astinenza e anche quell’aspetto gioc’ un ruolo importante nella decisione che Alexandra prese d’impulso quando il ragazzo si conged’ ringraziandola per l’aiuto. “Aspetta” disse. “Guarda resterei volentieri a chiacchierare ma ho pochi minuti per trovare qualcun’altra” si scus’ lui “Non serve cercare” ribattè lei, col cuore che le batteva a mille. “Lo so che non vale la pena ma devo tentare almeno!”. “Io intendo dire che non serve cercare perché hai già trovato quello che cerchi…’. “Davvero? Conosci qualcuna che… no aspetta…”

Aveva capito, anche se con un leggero ritardo. il punto di non ritorno era ormai alle spalle. Arrossì e fu la conferma per Paolo.”Davvero lo faresti?” chiese incredulo.

Alexandra moll’ qualunque ormeggio, preda di una eccitazione ormai irrecuperabile. “Si, però dovresti spiegarmi bene cosa devo fare, non ho ben capito”. “Beh… è anche più semplice di prima, non devi certo togliere la mutandina del costume, basta scostarlo, il tempo per attaccare il piccolo adesivo e fare uno scatto col cellulare”. Lei rispose diventando praticamente viola. “Preferirei essere ben preparata a farlo… potresti mostrarmi di preciso come devo fare?”. Era una domanda sciocca, se letta solo in superficie. Ma il ragazzo ne aveva colto il senso vero e rispose con un leggero sorriso. “Vuoi che sia io a fartelo vedere prima?”. Aveva usato un doppio senso perfetto. “Si” dichiarò candidamente.

Paolo non se lo fece ripetere. Si avvicinò a lei, si guardò intorno per sicurezza, pizzic’ il costume ai lati e lo scost’ dal pube, sotto i suoi occhi attenti. Guardando dall’alto il pene nudo era perfettamente visibile. Appena venuta via la costrizione, l’asta sgusci’ verso l’alto. In una frazione di secondo era fuori puntando verso il cielo, in tutta la sua grandezza, che Alexandra giudic’ più che ragguardevole. “Adesso sarà difficile rimetterlo dentro” si schern’ il ragazzo. Lei non distolse lo sguardo fin quando, dopo qualche secondo, lui tornò a parlare e lo fece con estrema naturalezza, come se non avesse il membro all’aria. “Ok, a te non dovrebbe succedere questo fuori programma… una volta scostato il costume e messo il bollino, si scatta la foto”. Poi richiuse il sipario.

“Bene… ora che sai cosa devi fare e come, ci hai ripensato?”. Alexandra agiva ormai fuori da ogni controllo, preda di un’eccitazione forse mai provata. Quel pene così grande l’aveva colpita e non poteva negare di avere la maldestra curiosità di toccarlo per saggiarne la durezza… e si ritrov’ anche ad immaginare cosa avrebbe potuto provare avendolo dentro, visto che quello del suo ex era almeno 3 cm più piccolo e anche meno tozzo. Rispose alla piccola provocazione del ragazzo con naturalezza e inconscienza… e con i fatti. Pizzicò i lati dello slip come aveva fatto lui e lo scost’ con apparente naturalezza. Il suo pube, con un triangolo di peli forse un po’ fuori moda, era perfettamente visibile dall’alto degli occhi di Paolo, che senza timidezza ci si posarono avidamente. Un brivido la percorse, mai avrebbe pensato di poter fare qualcosa del genere.

Il ragazzo fu tuttavia molto pacato, forse per non far nascere ulteriori imbarazzi. “Ehm… ecco il bollino” disse porgendoglielo. Alexandra lasci’ la presa del costume da una parte, prese il bollino e lo attacc’ sulla parte scoperta del pube. Poi riafferr’ il lato dello slip e tornò a mostrare tutto per bene. “Sono in posa” annunci’ guardando non il viso ma il costume di Paolo.

Il ragazzo era eccitato più che mai. Riprese il cellulare, lo puntò sul pube scoperto di Alexandra e cattur’ l’ultima prova per vincere la scommessa. “Fatto – disse – puoi coprirti”. Non aveva approfittato della situazione e gliene fu grata. “Sarebbe meglio che lo facessi anche tu” rispose lei incurante del fatto che in quel modo rivelava l’attenzione riservata al suo pene. “Non hai tutti i torti! Ma per ora resto così, ho caldo, tanto non c’è nessuno che possa sbirciare qui intorno”. “A parte me”. “Tu hai visto ben più di questo rilievo, non mi preoccupo!” spieg’ lui sorridendo. Forse era una piccola accusa, e lei volte scusarsi. “Scusami, forse ho approfittato della situazione”. “Sei stata molto delicata, davvero… ed era il minimo che potessi fare per te visto l’aiuto che mi hai dato! Sei stata davvero gentile! Anzi chiedimi qualunque cosa!”. La lingua si mosse prima della testa. “Una foto… come quella che hai fatto scattato a me?”. “Ma certo! Scusami se non c’ho pensato prima!”.

Il ragazzo, dopo una rapida occhiata intorno, scost’ il costume liberando di nuovo il pene, eretto come e più di prima. Alexandra si sent’ bagnare. Le stava davvero concedendo di scattare una foto ricordo al pene?? “Sicuro?” si limitò a chiedere. “Solo se fai in fretta… è una spiaggia pubblica!”. Prese il suo cellulare dal tavolino, inquadr’ il pene dall’alto e scatt’. Realizzò che avrebbe potuto guardare la foto mille volte, ma dubitava che le avrebbe regalato la stessa eccitazione che stava vivendo in quel momento. Appena scattata la foto, il ragazzo si occup’ di coprirsi e lei osservò tutta la scena in prima fila. Non fu semplice perché il pene era saldo in posizione eretta e non intendeva piegarsi al volere del ragazzo. Alla fine riuscì nell’intento, ma Alexandra, complice anche l’effetto rilievo sotto al costume, contnuava ad avere negli occhi il membro nudo. Sent’ di aver superato ogni limite e sper’ che il ragazzo se ne andasse a breve. Così fu. “Ora devo proprio andare, scusami ma ho un appuntamento per cena. Grazie ancora per l’aiuto!” disse lui congedandosi mentre indossava anche gli altri pantaloncini. “Ciao, e grazie a te” rispose lei. Il distacco era avvenuto più in fretta di quanto avesse immaginato e la lasciò con un senso strano di vuoto. Pens’ che normalmente quello stato di eccitazione che stava vivendo si prova solo quando si fa sesso e forse il vuoto era dovuto alla mancanza di una degna conclusione, che ovviamente in quella occasione non poteva esserci. O meglio, non poteva esserci col ragazzo, ma poteva almeno cavarsela da sola.

C’era solo un posto in cui avrebbe potuto farlo subito e in modo discreto… in mare. Magari l’acqua fredda avrebbe anche contribuito a spegnere i bollenti spiriti.

A quel punto Alexandra vide solo la mèta e vi si diresse.

Raggiunse la riva ed entrò in acqua senza fermarsi, quasi tuffandosi. L’acqua era subito abbastanza fonda e impiegò poco tempo per averla all’altezza del collo. Non la sentì neanche troppo fredda per quanto era eccitata, non sentiva o vedeva nulla se non il desiderio di masturbarsi. Lo fece con veemenza, penetrandosi con due dita, e raggiunse l’orgasmo quasi all’istante, sofficando suo malgrado i gemiti che avrebbe voluto esternare.

Respirato a fondo e superata la fase critica, Alexandra iniziò a guardarsi intorno. In acqua c’erano poche persone, sulla spiaggia la gente si concentrava per lo più sul bagnasciuga, visto il caldo che faceva. Inizi’ ad avviarsi verso riva. Quando il busto fu fuori dall’acqua, percep’ la sensazione della maglietta bagnata che aderiva al corpo. Era abituata perché nelle ore calde faceva sempre il bagno così per proteggere la pelle delicata, ed era un’abitudine diffusa a quelle latitudini. Ma stavolta c’era qualcosa di diverso. Il contatto le aveva provocato un brivido, come se la maglietta fosse più fredda.

Un ragazzo le pass’ accanto in quel momento e le guardò palesemente il petto, sgranando gli occhi in modo poco discreto. Alexandra si guardò e comprese tutto, tornando solo a quel punto davvero in sè.

Come aveva potuto essere così distratta? Solo lo stato di eccitazione assoluta poteva giustificarla. Quella sensazione di freddo quando la maglia aveva aderito al corpo e lo sguardo compiaciuto del ragazzo avevano la stessa spiegazione… Alexandra era entrata in acqua con la maglietta come al solito si, ma sotto non aveva il reggiseno!! Non l’aveva indossato dopo essersi mostrata in topless a Paolo, per fare in fretta a coprirsi, e poi aveva fatto il bagno senza pensarci! E adesso sembrava stesse partecipando ad un concorso di miss maglietta bagnata… i seni risultavano ben evidenti, perfettamente delineati in rilievo proprio come lo era stato il pene di quel Paolo sotto al boxer attillato, con l’aggravante della quasi completa trasparenza. Il ragazzo che era passato un attimo prima aveva chiaramente apprezzato la sua formosit’, ma quel briciolo di compiacimento che era affiorato in lei era niente di fronte all’imbarazzo di dover tornare verso l’ombrellone in quelle condizioni.

Si immerse per darsi tempo di riflettere. Il ragazzo che era passato vicino a lei poco prima torn’ verso la spiaggia, forse aveva solo voluto rinfrescsrsi un po’. Alexandra lo vide passare accanto ad una ragazza in topless che camminava nella direzione opposta. Aveva un bel seno ed il tizio le diede un’occhiata, ma senza quella morbosità che le era parso di scorgere quando aveva visto lei con la maglietta bagnata. Si rese conto che era normale. Di ragazze in topless su quella spiaggia ce n’erano, come e forse più che in tutte le spiagge, non era qualcosa da far gridare allo scandalo… non c’era su di loro un’attenzione tanto maggiore di quella che c’era sulle ragazze in costume. Una maglietta aderente trasparente era qualcosa di ben diverso, che ai più, forse a tutti, sarebbe apparso come un tentativo di mettersi in mostra.

Se così era, c’era solo un modo per tornare al suo ombrellone in modo decoroso. Respir’ profondamente e si immerse. In apnea, nascosta dall’acqua, sfil’ la maglietta e la lasci’ andare. Nuot’ qualche metro verso riva finché sent’ il fondale abbastanza basso. Prese coraggio e cerc’ di pensare al pene di Paolo per eccitarsi, sperando che la aiutasse nell’impresa. Era la sua scommessa con se stessa. Agli antipodi del suo modo di essere, lontana anni luce dalla sua reale timidezza e riservatezza, Alexandra si sollev’ in piedi.

Era in topless in un luogo pubblico, per la prima volta, forse l’ultima. Con la coda dell’occhio si guardò intorno. C’erano una ventina di persone sparse in acqua, nessuno sembrò farci caso più di tanto. Erà in un altro paese, nessuno la conosceva, nessuno l’avrebbe mai più rivista. Pens’ che fosse la condizione ideale. Ricordò un complimento di Paolo: “devi lasciare che il mondo veda quelle meraviglie”… e decise che, se non proprio tutto il mondo, nei minuti successivi qualcuno le avrebbe viste.

Inizi’ a camminare, dapprima rapidamente. Si rese conto che lo scrosciare dell’acqua avrebbe potuto attirare l’attenzione, soprattutto per il sobbalzare dei seni che quella andatura provocava… e decise che avrebbe dovuto essere più naturale possibile. Rallent’ e con molta tranquillità apparente giunse a riva, dove c’era il maggiore affollamento. Fu percorsa da un brivido, i capezzoli si inturgidirono, si sentì di nuovo bagnare tra le gambe. Sent’ che diventava rossa in viso inutilmente. Dopo un attimo di esitazione, fece un po’ di slalom tra teli e sdraio. Due ragazzi la seguirono con lo sguardo ma altri non si accorsero di lei. I suoi seni erano piacenti, come Paolo non aveva mancato di farle notare, ma lì ce n’erano tanti da vedere.

Eppure si sentiva come se tutti gli occhi dei presenti premessero su di lei, sulle sue tette, sui suoi capezzoli all’aria. Super’ indenne un altro gruppetto di ragazzi e ragazzi e si avvicinò ancora alla mèta. Poi sentì qualcosa colpirla su un fianco. Era un pallone. Un ragazzo poco lontano alzò la mano in gesto di scusa ma anche per chiedere di restituire il pallone. Si sentì indifesa. Per evitare che si avvicinasse troppo, si chin’ a raccogliere il pallone e glielo lanci’. Il tizio ringrazi’ senza staccarle gli occhi di dosso e Alexandra cap’ che chinandosi prima e lanciando la palla poi aveva dato vita ad un piccolo spettacolo avente due protagoniste assolute.

A quel punto, quasi corse verso l’ombrellone. Prese la maglia di ricambio dalla borsa, la indoss’ dopo aver rimesso il costume e si sedette cercando di ritrovare la calma. Il cuore batteva come mai prima, sentiva caldo. Fu assalita da un brivido. Cerc’ disperatamente il cellulare che ricordava di aver lanciato nella borsa prima del bagno. Una volta trovato, entr’ nella galleria e clicc’ sull’ultima immagine.. Stavolta non le servì toccarsi… le bastò accavallare le gambe e guardare il pene di Paolo sul display perché un orgasmo violento, più devastante del precedente in acqua, la facesse barcollare sulla sedia.

Sper’ che i gemiti, che stavolta non riuscì propriona soffocare, si perderessero nella brezza pomeridiana tipica di quel luogo… Gli ospiti erano in leggero ritardo e questo le consent’ di rimanere ancora un po’ nella sus camera. Stava pian piano superando lo choc emozionale del pomeriggio, ma sentiva anche che in lei aveva rappresentato uno spartiacque.

Se mai prima di allora aveva immaginato di poter stare in topless su una spiaggia pubblica, adesso ne sentiva un gran desiderio. Era assurdo un cambiamento così radicale nel giro di qualche ora, eppure non riusciva a togliersi dalla testa l’idea di prendere il sole senza reggiseno, o forse, senza prendersi troppo in giro, l’idea di mostrarsi.

Per la cena aveva scelto un abbigliamento casual-sportivo molto casto, come da sue abitudini: jeans e ampia felpa con la zip chiusa su… niente!! Trasgressiva verso se stessa, visto che mai una volta era andata in giro senza reggiseno, men che mai senza almeno una maglia sotto la felpa, ma casta per tutti, perché era impossibile accorgersene.

Il citofono di casa suon’ annunciando l’arrivo degli ospiti. Indoss’ il suo miglior sorriso di circostanza e and’ in salone, dove i suoi erano già alla porta ad aprire. Non aveva mai visto dal vivo gli amici dei suoi genitori. Sapeva solo che si erano incontrati per caso in quella località di villeggiatura, senza sapere gli uni degli altri, anche perché non si vedevano e sentivano da qualche mese a causa del loro trasferimento in un’altra città. Era probabile quindi che avrebbero passato molto tempo insieme in quegli ultimi giorni di vacanza.

Entrò prima la signora, una donna dall’aspetto giovanile e dall’abbigliamento sicuramente meno casto di lei. Una delicata scollatura della camicia a manica lunga infatti evidenziava un seno prosperoso, a prescindere dall’eventuale supporto di un reggiseno push-up. Un pantalone jeans completava l’operazione gioventù della signora.

Poi fu il turno del marito. Un pochino più attempato ma piacente, vestito con una giacca di lino sopra ad una camicia bianca ed un jeans casual-elegante. Dopo aver salutato degnamente i suoi genitori, si presentarono entrambi a Alexandra. “Barbara, vostro figlio non è venuto?” chiese sua madre. “Si si arriva, ha dimenticato il cellulare in macchina e non può vivere senza…” rispose la donna con tono rassegnato proprio mentre il ragazzo metteva piede in casa.

Alexandra rimase impietrita e arross’ all’istante. Per tutti, tranne che per il ragazzo appena entrato, l’evidente imbarazzo che l’aveva assalita non aveva spiegazioni. E

ppure era più che motivato… perché lei aveva sul cellulare una foto del pene eretto di quel ragazzo, così come lui aveva una foto di lei in topless e una in cui mostrava la sua parte più intima.

La svolta di Alexandra era iniziata quando aveva conosciuto Paolo in spiaggia. Aveva deciso di trasgredire sicura del fatto che sarebbe stata solo quella volta, solo con un ragazzo che non avrebbe mai più rivisto in vita sua.

E invece ora era proprio l’ davanti a lei. Scoprire chi fosse davvero la tramort’, perché sapeva che non avrebbe resistito alla tentazione di lasciarsi andare ancora.

Sorrise al ragazzo, che sembrava avere in testa pensieri dello stesso tipo…

Leave a Reply