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Racconti Erotici Etero

Parigi. Mathilde.

By 22 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Parigi. Mathilde.

Spesso frequento Parigi.
Impegni ricorrenti di lavoro mi portano a passare una decina di giorni li, almeno due-tre volte l’anno.
E’ successo proprio a luglio.
Ancora un periodo di lontananza forzata dalla mia donna.
E lei, conoscendomi, si fa prendere dalle solite ‘preoccupazioni’.
La conosco e so che ‘mi vuole solo per lei’

Dieci giorni solo di sesso telefonico.
Nei pochi momenti rubati al suo e al mio lavoro.
Con lei che si masturba freneticamente e viene gridando il mio nome.

Ed &egrave proprio dopo uno di questi momenti che me lo chiede.
‘Mi fido sai? Lo so che non ti farai nessun’altra, anche se non ti mancheranno le occasioni’.
‘Finalmente, cominiciamo a fidarci?’
‘Beh quando non c’ero io sicuramente le tue scopate te le sarai fatte no?’
‘In effetti ‘Mi conosci no?’
‘Certo ‘e mi piaci ‘anzi perché non mi racconti le tue avventure parigine’dai ”

Ne ridiamo un po’. Giochiamo sull’argomento.
Le dico che ho troppa voglia di lei per pensare ad altre.
Poi ci salutiamo.

Il giorno dopo un sms.
‘Fammi leggere una tua storia vissuta a Parigi su Milu’ Scegli tu quale”
Eccola la mia donna.
Ha voglia di eccitarsi con qualcosa che appartiene al mio passato. Di addormentarsi bagnata dopo aver letto una mia avventura.
Del resto ci siamo conosciuti proprio così.
Non posso non accontentarla.

Il problema &egrave scegliere quale. Ce ne sono state molte.
E qualcuna anche non da solo.
In qualche viaggio di lavoro oltre a me era presente il mio socio Stefano. E non sono mancati con lui i giochi in gruppo.

E allora come non scegliere la prima?
La prima avventura con una donna parigina.
Forse non la migliore. Ma speciale perché, appunto, la prima.
E, poi, in fondo &egrave un invito a Pat a chiedermi le altre.

Prima avventura e largamente inattesa devo dire.

Lei l’avevo conosciuta al lavoro.
Era l’assistente di direzione della società per cui lavoriamo.
Efficiente e competente. Sempre prodiga di consigli operativi al giovane avvocato italiano per la prima volta stabilmente in città.
Consigli su dove cenare la sera o su un parco tranquillo dove riposarsi. Su un locale interessante. Sui luoghi dove fare acquisti.

Era una donna decisamente piacente.
Alta. Elegante. Sempre nei suoi tailleur gonna-giacca al ginocchio. Occhi verdi. Curata nel trucco, senza mai apparire volgare.
Le unghie lunghe e sempre smaltate.
Capelli corti neri con una frangetta molto lunga che scendeva verso il suo occhio destro, coprendolo parzialmente.
Forse qualche chilo di troppo per gli esteti. Ma decisamente un corpo sodo e tonico.

Mathilde ‘ questa volta posso usare il suo nome vero tanto sono passati quasi 20 anni e difficilmente si leggerà su Milù ‘ aveva indubbiamente un gran fascino su di me, giovane professionista milanese.
E più di una volta l’ho guardata, non visto, desiderando di assaporarla per bene.
Sono certo che se ne &egrave accorta.
E forse si &egrave accorta anche del rigonfiamento che qualche volta &egrave comparso in mezzo alle mie gambe.

Ma serviva un pretesto. Non era facile.
E poi’ figuriamoci se ci sta ‘.

Il pretesto me lo offri lei. Senza saperlo probabilmente.

Domenica pomeriggio.
Avevo scelto di passarla in uno dei tanti parchi parigini.
Sdraiato su un prato a leggere.
Me lo aveva consigliato proprio lei perch&egrave molto tranquillo.
In effetti lo era per davvero.
Pochi turisti. Qualche mamma coi bambini.
Parigine e parigini che si rilassavano o correvano.
E soprattutto molto vicino a casa mia.

La vidi arrivare in tenuta da corsa.
E sgranai gli occhi.
Decisamente un’altra. Molto meno elegante ovviamente.
Ma decisamente molto sexy e stuzzicante.
Tenuta sportiva. Una fascia in testa a tenerle i capelli.
Il seno sodo appena costretto da una maglietta molto aderente.
Le gambe abbronzate che uscivano dai pantaloncini aderenti.
Il solco delle natiche ben in vista.

La chiamai e la invitai a sedersi un attimo.
‘Sei in forma smagliante’ puoi anche smettere un po’ di allenarti.. e sederti qua’.’
‘Ma guarda ‘che ci fai?’allora &egrave vero che ti piace qui”
‘Certo ‘&egrave un bel posto’e vedo che si fanno anche ottimi incontri”
Un sorriso ‘ Ecco andata ‘
Vediamo un po’ come reagisce’
Beh intanto si &egrave seduta e ha allungato le sue gambe sul prato’
‘In effetti direi che per oggi possa bastare ‘Tu invece ? Niente moto vedo”

E così la conversazione &egrave iniziata. Sciolta. Allegra.
E decisamente più personale di quelle in ufficio.
Seppi che aveva 39 anni. 8 più di me quindi.
Seppi che era vedova da quasi due anni. Incidente d’auto.
Che aveva una figlia di 7 anni.
Che si divideva tra lavoro e cura della figlia.
‘E qualche piacere ‘.’
L’aggiunta era ammiccante. Di quelle che lasciano intendere.
E mi ci buttai.
‘Vista la linea immagino che non sia il cibo il piacere da cui ti lasci tentare”
‘Beh ‘in effetti non mi riferivo a quello ‘ ma non farti strane idee ”
‘Stavo solo cercando di capire se ti va un aperitivo”
E’ stata al gioco e si &egrave alzata di scatto.
‘Andiamo ‘ un bicchiere di vino bianco posso permettermelo”.

Il bicchiere divenne una bottiglia.
Bevuta insieme nel dehors di un bistrot accogliente.
Conversando sempre più fitti.
Sapevo di non poterla invitare a cena ‘ ma non volevo proprio lasciarmela scappare.
Un’altra occasione così con lei difficilmente mi sarebbe capitata.

L’alcool l’aveva sciolta ancora di più. Era allegra.
Gli occhi ancora più belli.
E poi il freddo della sera le aveva indurito i capezzoli.
Difficile non guardarli. Erano grossi e duri e decisamente ben visibili sotto la maglietta.
Glielo sussurrai all’orecchio.
‘Meglio se andiamo a casa ‘ Con te così vicina e così provocante non so quanto tempo ancora riesco a contenermi ‘ ‘
‘Dici? Sicuro che io voglia che tu continui a contenerti?’

La baciai in quel momento.
E fui davvero sorpreso da come sembrasse non aspettare altro.
Un bacio iniziato con titubanza ma trasformato in un bacio vorace, famelico. Le lingue in fondo alla gola.

Ci alzammo subito dopo.
E dopo dieci minuti eravamo sotto casa mia.
E poi in ascensore.
Schiacciata contro la parete la baciavo e la toccavo con foga.

‘Ecco ora penserai che questi sono i piaceri che mi prendo ‘ ma non &egrave così”
La zittii con un dito sulle labbra e poi con un nuovo bacio.

Appena entrati le tolsi la maglietta.
Aveva un seno davvero splendido. Pieno e sodo.
Coi capezzoli grossi e durissimi.
Iniziai a leccarglieli. A strizzarglieli.
Capivo da come si muoveva che questo le piaceva.
E capivo che non si sarebbe più fermata.

La feci sdraiare sul divano mettendomi in ginocchio davanti a lei e le abbassai i calzoncini.
Anche li sotto non portava nulla.
La fica molto curata con solo un ciuffetto di peli sul pube.
Iniziai a leccarla. Era davvero bagnata.
‘Se mi fai così vengo subito sai ‘.?’
Per tutta risposta unii due dita alla lingua che le torturava il clitoride.
E lei venne davvero dopo pochissimo.
Come chi non gode da tempo.

‘Vieni.. ora tocca a me scoprire come sei fatto.. e gustarti per bene”
Ha iniziato a spogliarmi. E a baciarmi.
Partendo dalla bocca per poi scendere fino al mio cazzo.
Non c’&egrave stato bisogno di dirle quanto desideravo la sua bocca.
Ci si &egrave buttata con gusto e con foga.
Segandomi con una mano.
Sentivo che sarei schizzato dopo pochi minuti di quel trattamento.
L’ho fermata. E si &egrave dedicata alle mie palle.
Mangiandole. Prendendole tutte in bocca e giocandoci con la lingua.
Era un peccato doverla interrompere e ancor più alzarsi a cercare un preservativo.
Ma volevo scoparla.

‘Fammi salire sopra di te”
La aiutai a impalarsi sul mio cazzo duro e dritto.
‘Ahh’si ‘. &egrave grosso ‘lo voglio tutto’.’
‘Prendilo ‘scopati da sola ‘goditelo”
Iniziò a muoversi e a saltare sul mio cazzo senza sosta.
Sgrillettandosi furiosamente mentre si impalava sul cazzo.
Mi ha colpito la foga con cui se lo prendeva.
La voglia di essere scopata che mi stava mostrando.
E le urla di piacere ogni volta che le mordevo i capezzoli.

‘Sssiii ‘godo ancora ‘ mi piace ‘continua ‘.’

Da come mi scopava intuivo che in ascensore mi stava dicendo la verità.
Che non era solita farsi scopare dal primo che passava.
Anzi che, al contrario, Mathilde dovesse avere una certa fame arretrata.
Probabilmente era da molto che non si faceva scopare.

Ho così deciso che era il momento di prendere in mano la situazione.
Di iniziare a scoparla con forza e a fondo.
Ora sapevo che era quello che voleva.

‘Girati’voglio scoparti da dietro’ voglio sbatterti per bene ‘ guardandoti il culo”
Non se lo fece ripetere due volte.
La testa contro il divano e il culo in alto.
Come piace a me.
E io in piedi. Le mani sul suo culo.
I colpi sempre piu profondi e piu forti.
E la sua fica che mi prendeva tutto.
‘Lo senti come ti sbatto’come te la sto aprendo’come stai godendo’hai la figa fradicia’.’
‘Sii ‘non smettere’ encore’encore’.’

Venne un paio di volte così.
Con il mio cazzo che le arrivava in fondo.
Con i miei colpi sempre più potenti.
Fino a che le sborrai tutto sulla schiena.

Ma scopandola da dietro avevo capito che più tardi mi sarei preso anche quel suo splendido culetto visto che era sicuramente già stato aperto per bene.

Dopo quella sera ci siamo incontrati altre tre volte.

richardoit@gmail.com

PS: ovviamente il culetto me lo sono preso’ ma lei &egrave stata decisamente ben felice di farselo prendere.

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