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Racconti Erotici Etero

Passion

By 27 Marzo 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Lanciai un’occhiata ingenua allo specchio. Ciò che vidi non era altro che una ragazzina dagli occhi di cerbiatto che si stava sistemando un corpetto di pelle lucida, il quale metteva in risalto i seni sodi e giovani, in modo tale che fossero più appariscenti, più morbidi e pieni, al tatto..Perchè di questo si trattava in fondo,no?
Soddisfare i sensi, poco alla volta, far aumentare la tensione, la voglia, fino a ferire, fino a fare male..
No, poi non mi avrebbe più lasciata per tutta la notte, ne ero sicura. Avrebbe continuato a baciarmi, ad abbracciarmi, ebbro di una cieca passione che lo avrebbe travolto fino allo sfinimento corporale, ma mai, mai, mentale.
Passai una pennellata di cipria rigorosamente candida sul collo, poi lasciai scivolare i crini dorati sui seni, fra le cosce scoperte inumidite dai miei umori, e vicino all’inguine, dove vi stavo già immaginandole sue labbra premere, frementi.
Ma non era ancora giunto il momento.
Dovevo aspettare, doveva desiderarmi come non aveva mai desiderato nessun altra, o altro. Troppo tempo era trascorso dal primo istante in cui avevo sognato la sua lingua correre felina sulla mia schiena, e, sola nel mio letto, avevo iniziato a provocarmi intimi piaceri, immaginando quell’amore troppo lontano..
L’occasione si era presentata all’improvviso.
Anzi, lui mi aveva invitata all’improvviso. Una breve e coincisa e-mail, che lasciava intendere quanto mi volesse.
“Mia madre va via per le vacanze natalizie. C’è un’offerta aerea per Oslo. Ti prego, vieni da me. ”
Si, forse esistevi davvero.
Forse non eri solo una foto su un computer, o un ragazzino dai movimenti sensuali che suona la chitarra davanti ad una web cam.
Volevo assolutamente scoprire cos’eri.
Uscii dal bagno, e, come accade raramente per una ragazza così giovane, mi sentivo estremamente bella.
I boccoli ramati scendevano morbidi fino ai fianchi rotondi, soltanto un corpetto in letax e un paio di coulotte nere a coprirmi.
Eppure no, non ero imbarazzata, neanche con quelle scarpe eccessivamente alte, e palesemente fetish.
Forse perchè tu non mi stavi guardando, anzi, con i polsi legati alla spalliera del letto e gli occhi celati da un sottile fazzoletto di raso color notte, ridevi tranquillamente, sussurrando: “pensavo mi avessi lasciato quì così..!”
Accennai un sorrisetto ambiguo, vagamente soddisfatto, mentre, rimanendo in silenzio, mi avvicinai con passo felpato a te, l’oggetto dei miei desideri.
Era successo quasi per scherzo che ti ritrovassi lì, in quel modo, senza maglietta, legato al tuo letto,in quella cameretta di legno ancora così pregnante di infantilità. Eri splendido, le labbra carnose e ben disegnate, i capelli color nocciola lisci, e leggermente arruffati, il fisico snello e la pelle, così morbida e vellutata.
Lascia scivolare le dita sottili sulle tue labbra per un breve istante,come per avvertirti che il gioco sarebbe presto cominciato. Tu rimanesti in silenzio, e quando tolsi le mie dita per mettermi di fianco al mio cherubino, ti leccasti le labbra, sorridendo impercettibilmente,come se avvertissi nel loro sapore, la possibilità che fossero già state dentro di me poco prima.
Passai il mio volto sul tuo petto, senza sfiorarlo, se non con dei lievi sospiri, che ti fecero rabbrividire un paio di volte. Il pensiero di essere IO a renderti così bramoso ed eccitato, mi squassò ancora di più.
“Leccami” ordinai, posando di nuovo le dita sulle tue labbra. Tu lo fecesti più volte, accarezzandole con una passione che non mi sarei mai aspettata. Ti lasciai fare solo qualche secondo, immediatamente infatti le distolsi, e scivolando con il bacino contro il tuo fianco, le portai dentro le mie mutandine, spingendo in profondità.Come il mio piacere era stato sulla tua bocca, adesso la tua bocca era nel cuore del mio piacere, attraverso le mie dita, soddisfando solo me. Un gemito ti sfuggì dalle labbra, mentre inclinando appena il capo da un lato, cominciasti a tirare leggermente i polsi. Adesso capivi, forse, quanto potesse essere doloroso non potermi toccare. Sinuosa come il vento, mi portai sulle tue gambe, in modo che il mio altare fosse a contatto con il tuo organo, già turgido. Spinsi leggermente il bacino, mentre mi piegai in avanti, e una cascata di ricci si sparse sul suo Ventre. Mentre baciavo quel corpo così forte ed attraente, succhiando la pelle morbida, i capelli anellati ti sfioravano come mille dita affusolate, creando sensazioni inaspettate. Ti sentii gemere, mormorare il mio nome, dare spazio a profondi sospiri, mentre i lacci ed i tuoi pantaloni si facevano sempre più stretti. “lascia almeno che ti guardi negli occhi..” fu l’ultima cosa che ti sentii mormorare, mentre la mia bocca, curiosa, esplorava sotto i suoi pantaloni, che le mani stavano prontamente togliendo. Abbassai i tuoi boxer, scoprendo l’organo eretto e palpitante. Poi mi allontanai leggermente,ammaliata e deliziata da questa visione; tu, che imploravi di lasciarmi toccare, e di continuare a renderti mio.
Avrei potuto circondare con le labbra quel membro portentoso, ma sapevo che sarebbe stato fatale, e la serata non sarebbe finita più come previsto.
Così mi avvicinai di nuovo al tu volto, e leccando le tue labbra, sussurrai sensualmente: “forse adesso mi puoi guardare..” tolsi il fazzoletto, scoprendo quegli intensi occhi color ghiaccio, languidi e lucidi, completamente sottomessi. “Ti prego..basta” Scoppiai a ridere, e scuotendo maliziosa il capo, mi sfilai lentamente il corpetto, scoprendo il seno volluttuoso “quanto mi desideri?” sussurrai, accarezzando con i capezzoli già eccitati i tuoi. “Tanto..troppo, non ce la faccio più”
” Promettimi che non mi lascerai mai..” Era una richiesta strana, in quella situazione,mentre mi sfilavo divertita le mutandine. “Mai..” La tua voce fu appena percettibile, le tue labbra stringevano già vogliose i seni che avevo appena offerto loro. Incapace di resistere ancora un minuto, presi fra le mani il tuo volto serafico ed arrossato, e lo baciai come mai avevo fatto prima, mentre improvvisamente, muovendo il bacino, mi lasciai penetrare da te. Con un gemito inaspettato, che ancora mi riepie di orgoglio, venisti immediatamente, riempiendomi il ventre della tua corposa crema. Prima di cadere senza forze sul tuo petto, sciolsi freneticamente i lacci che ti avevano segnato profondamente i polsi.
Tu mi stringesti forte a te, e il mio corpo, ancora confuso con il tuo, fu invaso da un tenero calore, ardente.
“Ti amo..”
Le tue mani, le tue labbra, la tua voce vellutata..tutto fu ripetuto più di cento volte quella notte, senza che nessuno dei due si annoiasse mai di un gesto dell’altro.
Quella notte fu una delle più belle che ancora entrambi riusciamo ad immaginarci

“we want more than this world got to offer”

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