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Racconti Erotici Etero

preparare la maturita’…

By 29 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Partiro’ con un piccolo preambolo riguardo a questa storia che iniziera’ quindi come racconto reale, che e’ un po’ banale volendo guardare ma mi ha quasi tolto il sonno qualche anno fa…
Si tratta della mia prof di italiano. Se chiudo gli occhi ricordo ancora il primo giorno della terza superiore, quando e’ entrata di corsa tutta trafelata perche’ in ritardo (avrei poi capito che era una sua peculiarita’) sbattendo le sue cose sulla cattedra, e prendendo posto….su di essa.
Gambe accavallate, fasciate in una gonna blu a meta’ ginocchio, e sopra una camicetta bianca con motivi blu di un tessuto che non saprei identificare ma leggerissimamente trasparente, tanto che si intravedeva il reggiseno nero sotto. Lei, non tanto alta, magra (forse troppo), capelli biondo scuro e occhi di un azzurro penetrante, e un’espressione che ha ancora adesso a distanza di dodici anni (ogni tanto ci sentiamo ancora) di sfida e di dolcezza allo stesso tempo.
Inutile dire che la mia mente impazzita di adolescente con gli ormoni a mille si era gia’ lanciata in mille mila pensieri di situazioni di ogni genere, facendo mille milioni di cose che per il momento non ero ancora riuscito a fare, e che ancora adesso alcune mancano nella mia bacheca, ma naturalmente non era neanche lontanamente possibile cercare di avvicinarmi a lei in quel senso.
Allora la presi “alla lontana”…iniziai a darci sotto con lo studio, diventando in breve il migliore della classe nelle sue materie, e finendo sotto la sua ala protettiva tanto da non subire mai un corso di recupero nei successivi tre anni nonostante avessi qualche insufficienza qua e la’…scoprii che portava la figlia nella mia vecchia scuola elementare, e quindi capitava spesso che passassi “casualmente” di li’ all’orario di uscita, o che nei miei giri per il paese finissi davanti a casa sua…ero ossessionato da lei. E poi quando tornavo a casa, visto che mia mamma e mio fratello lavoravano, passavo lunghi momenti pensando a lei e a cosa avremmo potuto fare insieme.
E cosi’ fino alla quinta, quando, con l’incombere dell’esame di maturita’, lei propose a quelli che portavano italiano come materia per l’orale (ho avuto il gran culo di fare l’ultimo anno del vecchio metodo di esami) di fare un paio di “lezioni extra” a casa sua. Ovviamente non mi feci ripetere l’invito…e per puro culo la prima volta i miei due compagni non poterono partecipare per impegni di cui non mi ricordo, e dei quali francamente non mi puo’ importare un beneamato c…anche a distanza di anni.
Finalmente quindi entro in quella casa che avevo sempre solo immaginato…e qui finisce la parte “reale” della storia…ora iniziero’ con la fantasia, con quello che avrei tanto desiderato che accadesse.
Mi apre la porta in tuta, con i corti capelli biondi ancora piu’ scuri perche’ bagnati dalla doccia appena fatta, e si scusa per essere un po’ indietro con i lavori di casa,che novita’….
Ci accomodiamo sul tavolo della sala, fuori il librone di letteratura pieno di appunti, e via con una mini interrogazione…ma ogni tanto vedo che si interrompe, prende la penna in bocca come fa a lezione, solo che stavolta mi fissa negli occhi, ma io cerco di non pensarci o forse da babbeo quale sono non me ne accorgo proprio. Andiamo avanti cosi’ per una mezz’ora, anche se e’ stranamente inquieta, infatti ha quella specie di tic di muovere la gamba che abbiamo tutti quando siamo un po’ nervosi o imbarazzati…tanto che a un certo punto mi dice: “possiamo metterci comodi sul divano? oggi sono veramente stanca” io dentro di me penso al marito che sicuramente ci avra’ dato dentro la notte prima, ma la seguo obbediente…
Mi siedo sull’altra parte del divano ma lei mi invita a sedermi dalla sua perche’ “mica ti mangio”, e ncora una volta la seguo…quando finalmente sono di fianco a lei, riesco a sentirne il profumo, dev’essere un Calvin Klein qualcosa ma non mi importa, so solo che e’ buonissimo e per nulla “pesante”…forse si accorge che aspiro questo profumo perche’ mi prende la mano, mi guarda e mi fa: “Stefano, e’ stata una fortuna che Roberto e Gabriele non siano potuti venire oggi. Non mi dispiace stare un po’ da sola con te. Lo so che ti piaccio, e credimi, se da una parte sono imbarazzata, dall’altra mi fa un piacere enorme perche’ ho 25 anni piu’ di te, potrei essere tua madre e tu con tutte le ragazze della tua eta’ dietro cui sbavare vuoi me”. Io credo di aver cambiato colore in faccia due milioni di volte in dieci secondi, ma lei prendendomi la mano inizia a guidarmi lungo il suo viso, con qualche rughetta qua e la’ ma ancora molto fresco e tonico. Arrivo con le dita alla sua bocca, e lei ne prende uno mordicchiandolo e poi infilandoselo come se fosse un piccolo cazzetto…mi stava spompinando il dito. Poi si ferma, si allunga e prova a baciarmi… io da bravo pirla per un attimo mi ritraggo, ma poi lei si lascia scivolare su di me e impedendomi di muovermi comincia a baciarmi sul serio…
Un bacio dolce ma intenso, non da film porno con la lingua fuori dalla bocca per essere ben visibile, ma un “accerchiamento” tra labbra con due lingue dentro che si cercano, che si vogliono, che si desiderano e che forse si aspettavano da tre anni…
Cosi’ scaldato, anche la’ sotto, prendo un minimo di iniziativa e comincio a far scorrere le mani lungo la tuta, cercando quelle tettine di una seconda misura che ho sempre sognato e che stavo per vedere. Avevo sentito abbracciandola il ferretto del reggiseno, e aprendo la zip della giacca potei finalmente scoprire quei due piccoli tesori: coperti da un reggipetto trasparente, di sintetico, che copriva con una cucitura a X giusto i capezzoli piccoli ma ben tesi, non pensavo che mettesse intimo cosi’ sexy per stare in casa (ma in quel momento mi venne in mente che forse era tutto voluto), ma glielo tolsi piano, abbassando le spalline e mordicchiandole un po’ le areole prima di slacciare anche dietro….stavo leccando le tette alla mia prof, e lei a quanto potevo sentire con l’altra mano stava gradendo eccome !!!
Mi ero accorto che si era molto eccitata, e la cosa mi stava facendo passare ogni timidezza…cosi’ mentre lei mi toglieva lentamente ma con grande abilita’ la polo baciandomi il petto, carezzandomi e facendomi delle specie di grattini che invece di darmi solletico mi stavano facendo impazzire, io le scostai le mutandine, bianche da ragazzina anche se molto “sgambate”, e iniziai a carezzare la’ sotto, molto piano. Eravamo praticamente nudi ormai, ma nessuno dei due voleva cedere e fare il primo passo. Fu lei, come al solito, a dare la spinta decisiva: mi spinse sulla spalliera del divano staccandosi un attimo da me, e baciandomi dalla bocca al petto all’ombelico arrivo’ a slacciarmi i pantaloni, perche’ aveva sentito che li’ sotto c’era qualcosa di interessante…non perse neanche un secondo in quel caso, e inizio’ a giocare col mio cazzo, gia’ durissimo come mai era stato prima a mia memoria, e solo dopo un minuto scese con il viso fino a dargli un bacio, e poi un altro, e poi un altro ancora, fino a farlo lentamente scomparire nella sua bocca. La mia mente, piu’ che il mio corpo, era partita: quella stessa bocca che per tre anni mi aveva raccontato tutta la storia e la letteratura degli ultimi 700 anni stava avvolgendo il mio cazzo. Mi sentivo il re del mondo, mentre in realta’, ancora una volta era lei a comandare. Infatti non resistetti molto, e le venni in bocca spruzzando un sacco di liquido, che lei lascio’ colare sulla ceramica del pavimento, imprecando leggermente, ma non con me… Inghiotti’ il resto, poi risali’ a baciarmi, facendomi sentire il mio sapore sulle sue labbra. Non mi era mai successo, era un po’ “schifoso” ma terribilmente eccitante. Rimanemmo infatti a sbaciucchiarci e coccolarci per un po’, il tempo necessario a farmi riprendere (ma a 18 anni non ci vuole molto), e che lei impegno’ anche per ripulire il pavimento da quella sostanza che e’ tanto piacevole ma che macchia dappertutto…
Dopodiche’ torno’ da me, mi prese per mano e mi fece alzare, trascinandomi in camera. “Qui staremo piu’ comodi” furono le sue parole accasciandosi sul morbido letto ancora da rifare. Si infilo’ sotto il lenzuolo, invitandomi a fare come lei, poi mi abbraccio’, baciandomi come se fosse la mia fidanzata…una sensazione bellissima. E poi ricominciammo…questa volta tocco’ a me scendere con la bocca, a cercare di darle piacere, ma in quella calda mattinata tutto era di una facilita’ estrema…appena appoggiate le mie labbra sulle sue (quelle sotto) sentii una piacevole umidita’, e proseguii senza indugi, aggiungendo un dito, poi un altro, mentre la mia lingua cercava il suo clitoride, piccolo, ma un po’ sporgente e gia’ molto gonfio. Passai cosi’ qualche minuto finche’ lei mi prese per i capelli e mi costrinse a guardarla negli occhi: “Stefano, non ce la faccio piu’, mettimelo” io rimasi un attimo sorpreso da quella dichiarazione perche’ (chissa’ poi perche’, visto che ormai il nostro rapporto era molto cambiato) avevo ancora del timore reverenziale per la mia prof, che me la stava offrendo su un piatto d’argento.
Ma ce l’avevo troppo duro, e gli ormoni che si liberano nell’atto sessuale mi erano passati dal naso al cervello dandomi una botta di adrenalina che non avrei potuto controllare. Obbedii, per cosi’ dire, dapprima nella classica posizione del missionario, ma non mi piaceva, cosi’ ruotai di 180′ tenendolo dentro, trovandomi sotto io, posizione molto piu’ gradita. Essendo magra, era un piacere senza fatica farla quasi saltellare sotto i colpi, toccandole i seni ormai dai capezzoli appuntiti come chiodi, e facendola scendere su di me per baciarla dappertutto e giocare con i suoi capelli. Riuscii a girarla ancora una volta, questa volta togliendolo per metterla a quattro zampe. Dopo averla leccata ancora un po’ e “prelevando” un po’ dei suoi umori iniziai a bagnarle il buchetto dietro, giocherellando con le dita mentre intanto avevo ripreso a colpire nella vagina ormai allargata e bagnatissima. Lo tirai fuori per puntare dritto di la’, ma lei non appena senti’ la cappella si scosto’ e mi disse, con voce stranamente calma come durante le interrogazioni: “No, dietro no, mio marito li’ se ne accorgerebbe”, e con la mano lo prese e lo rimise da dove lo avevo tolto…ero al limite, e per paura di non potermi controllare e combinare qualche disastro venendo dentro, lo tirai fuori di nuovo, facendola girare e avvicinandoglielo di nuovo alla bocca. Le bastarono un paio di leccate per farmi esplodere di nuovo, questa volta le bagnai la faccia, schizzando anche un po’ fra i capelli. Ma lei non si scompose. Come fosse una crema di bellezza, se la spalmo’ per bene (quella che non riusci’ a leccarsi muovendo la lingua verso il naso e le guance) e poi si ripuli’ con le dita, leccandosele una per una. io purtroppo non avevo energie in quel momento, altrimenti penso che sarei venuto nuovamente all’istante.
Ci baciammo ancora a lungo, per poi andare a farci una doccia tonificante e preparare qualcosa da mangiare…si, si era fatta l’ora di pranzo e fra poco la nonna avrebbe riportato a casa sua figlia, e noi avremmo anche dovuto ripassare un po’ per il mio esame…

E questo e’ quanto…ovviamente si tratta di una fantasia…nella realta’ quella giornata si e’ fermata al ripasso a casa sua, al pranzo insieme con la figlia, e a quel suo giocherellare con la penna in bocca, oltre alla tuta e i capelli bagnati freschi di doccia….

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