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Racconti Erotici Etero

Promesse

By 22 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

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Si dice che il giorno del proprio matrimonio sia indimenticabile; i suoi ricordi restano marchiati per sempre nel cuore di una persona. Così fu anche per le nozze di Giorgio e Alice. Ma accadde qualcosa poco prima della cerimonia che rese quella giornata ancora più indimenticabile per lo sposo.
La chiesa era già piena di gente quando Giorgio, nel suo smoking perfetto, venne accolto dai suoi parenti e da quelli della sposa. C’erano tutti, dagli amici ai parenti più o meno stretti. L’uomo era eccitato all’idea di suggellare ufficialmente il suo amore per la graziosa Alice. Se n’era innamorato in età adolescenziale, e da allora non aveva avuto altre donne all’infuori di lei. Non ce ne sarebbe stato motivo. Alice era a dir poco incantevole: alta, slanciata, magra e dai lunghi capelli biondi leggermene mossi, con un viso dolcissimo e affascinante, gli occhi d’un azzurro vivo e dal taglio sensuale, e poi le sue labbra soffici, morbide, leggermente pronunciate, e quella forma del viso così graziosa rendevano Alice Donati una donna desiderabile per qualunque uomo; in poche parole, era la sposa perfetta.
C’era stato solo un momento, uno solo, in cui Giorgio aveva temuto di cedere alla tentazione di un possibile tradimento. Era accaduto poco dopo aver conosciuto Giorgia Donati, la sorella di Alice. Più giovane della sposa di appena un anno, Giorgia non era perfetta come Alice, ma coi suoi capelli neri e il corpo dai tratti meridionali trasudava una sensualità che, forse, superava quella della bionda.
Giorgio era rimasto subito affascinato da quella ragazzina con cui condivideva il nome. Fin dall’inizio, Giorgia era sembrata fin troppo vivace con lui. Una delle prime volte in cui era a casa di Alice, Giorgio dovette cacciar via Giorgia per via delle sue eccessive avances. Col passare dei mesi, la ragazzina si era abituata al fatto incontestabile che lui fosse il fidanzato della sorella e che, volente o dolente, non avrebbe mai potuto averlo.
Eppure, gli anni passavano e lei restava, per forza di cose, una presenza fissa nella vita di Giorgio. Uscivano insieme la sera, andavano a cena nei migliori ristoranti della città; il più delle volte, Giorgia portava con sé un ragazzo, ma erano relazioni che non si trasformavano mai in qualcosa di serio.
Una volta, mentre erano a mangiare in una bella veranda del centro, Giorgio sentì il piede di Giorgia farsi strada fra le sue cosce. All’inizio pensò di sfidare quella ragazza arrogante restando indifferente alla cosa. L’indifferenza ‘ aveva sentito dire ‘ &egrave l’arma migliore per contrastare le avances. Ma quella sera rimase sconvolto quando fu costretto ad alzarsi da tavola, poiché l’eccitazione lo aveva aggredito senza preavviso. Stava per tornare a tavola con la fidanzata, sua sorella e il suo ragazzo, quando decise di correre in bagno. Non ce la faceva più! Si sbottonò i pantaloni e si fece una sega davanti al cesso, pensando al corpo sensuale di Giorgia nell’istante di un orgasmo femminile irresistibile.
Nelle settimane che seguirono a quella sorta di incidente, Giorgio fantasticò ancora altre volte sulla sorella della sua fidanzata. La immaginò intenta a succhiarglielo avidamente, bagnandogli la cappella con tutta la saliva che aveva in gola; e poi ancora nuda, mentre lo seduceva accarezzandolo con una gamba; e poi nel letto della sorella, legata e implorante di essere scopata da lui, il futuro cognato. Giorgio finì per masturbarsi quasi ogni giorno al pensiero di quella ragazza bruna e seducente, fin troppo spavalda nei suoi atteggiamenti.
Fra le vacanze estive di quell’anno, un nuovo impiego lavorativo e la decisione di andare a vivere con Alice in un appartamento ‘ una decisione che, in realtà, era partita dalla donna ‘ Giorgio riuscì a calmare i suoi istinti sessuali; vedeva Giorgia solo una o due volte al mese, e in tali circostanze la ragazza sembrò non essere più interessata a sedurlo. Era un miracolo, una vera fortuna, ma in parte a Giorgio dispiacque.
Quel giorno, al loro matrimonio, ci sarebbe stata anche lei, la bella e sensuale Giorgia. Quando Giorgio la vide, in chiesa, rimase sconvolto: la bella mora indossava un abito rosso che le cingeva i fianchi stringendoli come un eccitante lavoro di bondage; il vestito era corto e lasciava scoperte le cosce, al punto che si intravedeva il tatuaggio di forma serpentina che la giovane donna si era fatta alcuni anni prima; un tatuaggio ‘ Giorgio lo sapeva per sentito dire ‘ che partiva in verità dall’inguine. Indossava un paio di prorompenti scarpe nere con tacco a spillo. Il décolleté era ben visibile dalla scollatura. Questa era un’altra cosa che Giorgio non avrebbe mai potuto trovare nel bel corpo d’ispirazione nordica di Alice. I seni di Giorgia erano abbondanti, anche se non era mai riuscito a vedere i suoi capezzoli. E pensare che la ragazza glieli avrebbe donati completamente’
r13; Ciao Giorgio! r13; lo salutò. r13; Sei molto elegante’
Cosa avrebbe dovuto rispondere? L’unico pensiero che gli veniva in mente era che lei, oltre che elegante, era anche molto, molto desiderabile; ma non poteva parlare in questo modo, doveva controllarsi!
In attesa della sposa, Giorgio si ritirò in una saletta. Non poteva stare per troppo tempo in compagnia di Giorgia: vederla così sensuale, e senza un accompagnatore ufficiale, glielo aveva fatto diventare duro in pochi secondi. Non era certamente un bel gesto per un uomo che si sarebbe sposato nel giro di pochi minuti!
Qualcuno entrò nella saletta. Non aveva bussato. Giorgio si voltò e la vide. Era Giorgia. Cosa poteva dire? Per un istante pensò che le avrebbe parlato normalmente, con tranquillità, poi si rese conto di una cosa che lo mise ancor più in difficoltà: lui non aveva niente da dirle. Quello era il problema: tra di loro si era instaurato un rapporto fatto di silenzi, di rifiuti ma anche di inconfessabili desideri. L’unica cosa che sarebbe potuta accadere tra loro era’
Giorgia gli accarezzò le spalle da dietro. Lui avvertì un brivido lungo tutta la schiena. Avrebbe voluto prenderla e sbatterla contro il muro della chiesa, e scoparla lì, solo pochi minuti prima di donare il suo sì eterno ad Alice. Lo voleva fare, lo voleva fare e questo non andava bene! No, no!
r13; Lasciami stare, Giorgia’
La ragazza sorrise con la sua bocca sensuale, mordicchiandosi appena le labbra, prima il superiore e poi l’inferiore. Era più che desiderabile: era una tentazione diabolica!
r13; T’ho detto di lasciarmi! r13;
Giorgio si alzò e la spinse via. La bella Giorgia scivolò sul pavimento, perdendo una delle scarpe. Le unghie dei piedi erano smaltate di nero. Quante volte l’aveva vista truccarsi davanti allo specchio e aveva pensato che, in fondo, la sua sensualità era sempre stata superiore perfino a quella della pur bellissima Alice? Quante volte l’aveva vista prepararsi per uscire, alla sera, e aveva iniziato a fantasticare sulla sua sensualità? Solo ora ricordò che, non di rado, aveva scopato con Alice pensando in realtà a Giorgia. Era stata una cosa mostruosa!
r13; Cazzo’ r13; sospirò l’uomo. r13; Ti sei fatta male?
Giorgia lo guardava dal basso, ma non era spaventata né si lamentava per alcun dolore. Piuttosto, sorrideva’
r13; Ti aiuto’ r13; Le si avvicinò e le prese la mano per aiutarla a rialzarsi, ma Giorgia lo attirò giù, sul pavimento. r13; C-Che fai!?
La donna lo bloccò con la presa delle proprie gambe; poi, con un gesto rapido, quasi fosse ciò per cui aveva studiato a lungo, si sfilò l’altra scarpa con un colpetto del piede e lo strinse a sé, con le caviglie incrociate, sorridendo e sospirando: r13; Ora sei mio.
Giorgio cercò di allontanarsi, ma il desiderio era troppo forte. Si slacciò i pantaloni dello smoking e lo tirò fuori: era durissimo, e davanti a sé aveva lei. Le alzò il vestito e vide le mutandine nere. Gliele strappò con un colpo secco. Lei sembrò smettere di respirare per un istante, come se quello strappo le avesse reciso qualche nervo interno. Lui glielo spinse subito fra le cosce, mentre con le mani le accarezzava le gambe nude, e con le labbra le baciava il mento, il collo, poi i seni; finalmente li poté scoprire.
Quando vide i suoi capezzoli, chiari e grandi, già turgidi e pronti per essere consumati, li afferrò con le labbra e prese a succhiarli. Poi li leccò con la punta della lingua.
r13; Oh sì’ r13; annaspò lei. r13; Oh sì, cazzo! Cazzo! Sono tuoi! Ti piacciono!?
Glieli leccò, li succhiò di nuovo, stavolta col desiderio di ingoiarli.
Lei lasciò colare un po’ di saliva dalla bocca per bagnarsi i capezzoli. Lui raccolse tutta quella saliva; il suo sapore era la cosa più incantevole che avesse mai assaggiato. Tornò a baciarla in viso. Le morse la gola, poi salì fino al mento, poi sulle labbra, in un bacio tenero eppure rabbioso: un mix di sensazioni che non aveva mai provato in vita sua.
r13; Sono buona, eh? r13; ridacchiò lei.
Lui era entrato dentro di lei fin dall’inizio, ma solo ora ebbe il tempo per muoversi; prima era stato letteralmente aggredito dal desiderio di lei, al punto che non si era neanche preoccupato di ‘scoparla’ nel modo canonico. Ma ora era desideroso di sfondarla nel vero senso della parola. La tirò su e la sbatté contro il muro, come aveva sognato prima che lei entrasse nella saletta. La penetrò fino in fondo, allontanandolo e facendolo sprofondare di nuovo in intensi, ripetuti colpo inguinali. Lei gemeva, quasi sempre con la bocca aperta mentre con la lingua tentava di afferrare quella di lui, o di mordicchiarla con i denti. Lui teneva le dita affondate nelle natiche di lei, sia per il piacere fino a se stesso che per manovrare le spinte nel migliore dei modi.
Quando si accorse che lei era sul punto di venire ‘ i versi erano inequivocabili ‘ anche la sua eccitazione divenne incontrollabile: le venne dentro, fino all’ultimo verso di quel lamento intimo che non poteva più frenare.
Giorgia si lasciò scivolare contro il muro, l’inguine ancora gocciolante dello sperma di Giorgio. L’uomo la guardò dall’alto, e per quanto avesse concluso quello che poteva essere considerato un rapporto sessuale, non avvertiva alcuna differenza rispetto a pochi istanti prima: il desiderio era più vivo che mai. La donna se ne accorse e, sorridendo, con aria fintamente scocciata, allungò la mano seducente e afferrò il cazzo di Giorgio. Era ancora durissimo. Iniziò a segarlo, poi avvicinò la bocca e la aprì: le labbra di Giorgia sembrarono formare una voragine che lo avvolse completamente, non soltanto intorno ai genitali. Con la bocca dipinta dal rossetto riuscì a prendere anche i testicoli in un unico, diabolico e avvolgente gesto di risucchio.
Giorgio non riuscì a muoversi, era come paralizzato; solo quando avvertì un nuovo, tremendo orgasmo salirgli fino al ventre, afferrò Giorgia per i capelli e prese ad affondarglielo in gola. Tre’ quattro’ cinque colpi violenti, e poi lo sperma che iniziò a fluire, ancora, abbondante e caldo, e l’irresistibile suono della gola di Giorgia che sembrava voler inghiottire tutto, anche la sua cappella.
Quando allontanò il cazzo divenuto più molle dalla bocca della donna, Giorgio la vide sporca di sperma; le sue labbra tremavano per il lavoro appena svolto, e i suoi piedi erano tesi, come se fossero stati turbati da una tensione terribile.
Giorgio stava per dire qualcosa, ma venne interrotto da un bussare insistente: r13; Giorgio! Ci sei? Non vorrai mica fare tardi al tuo matrimonio, vero!?
L’uomo e la donna si scambiarono un ultimo, fugace sguardo. Poi Giorgio si richiuse i pantaloni e uscì dalla saletta.
[‘] Alice era bellissima nel suo abito bianco. Una scarpetta che sembrava ricordare quella di cristallo di Cenerentola sbucava da sotto il lungo vestito da sposa.
Giorgio la accolse di fronte all’altare.
Il prete recitò una delle formule più antiche del mondo. I due sì giunsero senza imprevisti.
r13; Ora potete scambiarvi un bel bacio! r13; esclamò simpaticamente il prete.
Giorgio alzò il velo della sua Alice. La donna era commossa; le sue belle guance erano bagnate di lacrime. Lui andò a baciarle, poi raggiunse le labbra di quella che era appena diventata sua moglie.
Con gli occhi, però, riuscì a toccare, anche se solo per un secondo, le guance ancora arrossate e sudate di Giorgia.

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