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Racconti Erotici Etero

Puniscimi! …ti prego…

By 30 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

-Puniscimi!
‘ti prego’-
Occhi di disperata preghiera,
fianchi di fuoco
appiccato dalle mie mani’

-Puniscimi!
‘ti prego’-
La tua voce &egrave quasi un rantolo, roca, eccitata.
Eccitante.
-‘ti prego Mio Signore.
Ti prego.-
Guardo i tuoi occhi mentre mi guardi, non osservo subito “te” prima mi perdo in loro.
Belli &egrave poco, io un verde così non l’avevo mai visto.
E mai me lo sarei sognato.
E invece’
Sei a gattoni sul tappeto completamente nuda.
Oscenamente bella.
-Voglio essere ancora punita da te, sono la tua ‘O, sono la tua schiava la tua Puttana, sarò tutto ciò che vorrai’-
Per terra vicino a te due mollette da biancheria, le hai appena tolte ed hai goduto due volte mentre sadiche ti pizzicavano i capezzoli.
Smorfie di piacere e dolore mentre ti mordevi il labbro inferiore: celestiale visione che si immortala ogni volta nella mia memoria.
Hai la morbida pelle delle natiche tutta rossa, ti ho sculacciata forte, le mollette dondolavano ed aggiungevano tortura alla tortura.
Piacere al piacere.
Ma come cazzo siamo finiti fino a qui?
Chi l’avrebbe detto che saremmo naufragati anche noi nella follia?
E che saremmo stati così bene.
E così disperati.
Eppure’
Ti bacio mentre afferro i tuoi capelli, ricambi calda, ciucci famelica la mia lingua.
Gemi.
-Ti prego prendimi dietro, voglio sentirti entrare tutto.
Tutto.
Ti prego.
‘ti prego’-
Ho il cazzo duro e gonfio, dal tuo buchetto fuoriesce una cordicina ed un anellino, l’afferro piano e tiro, la prima pallina ti dilata la coroncina e sforza per uscire così come aveva fatto per entrare, poi di colpo viene espulsa, gemi ancora, ora tocca alla seconda, sollevi la testa, respiri ti giri mi guardi seria.
Mi guardi con lo sguardo che preferisco.
Poi la tua voce, la tua voce con quel tono.
Il tono che preferisco.
-Prendimi dietro’
Prendimi voglio sentirti spingere.
Prendimi forte.
‘ti prego’-
Appoggio la cappella al tuo buchetto, ti irrigidisci, aspetto poi impunto un poco ed entro dolcemente.
La tua schiena &egrave scossa da un tremito, le tue mani si chiudono, lo specchio poggiato per terra davanti a noi riflette la tua smorfia di dolore.
Ti guardi, ci guardi.
Aspetto.
Aspetto ma tremo.
Riprovo, questa volta entro un poco di più.
Avercelo grande non &egrave sempre un pregio.
Ancora le tue mani, le tue unghie si conficcano nelle palme, ti mordi il labbro e provi a spingere indietro.
Ci vuoi riuscire, vuoi darmi il piacere.
La mia Piccola ‘O.
Sono a metà ed avrei una gran voglia di entrare con un colpo, vorrei sentirmi dentro fino alle palle, non ci siamo mai riusciti.
Vorrei ora, adesso, vorrei pugnalarti la carne morbida.
Ma ora &egrave presto.
Ancora fuori e dentro, mi muovo adagio rubo centimetro su centimetro, ti scavo ti dilato ti penetro ed incomincio a spingere.
Ancora ed ancora ed ancora.
Ancora…
Sono dentro, tremi come una foglia, anch’io non scherzo aspetto ma vorrei muovermi come un ossesso.
Aspetto.
Aspetto e poi incomincio.
Il paradiso (o l’inferno) deve essere una cosa molto simile a questa, deve essere così. Oppure non lo voglio!
Questo &egrave il paradiso ed ogni singolo secondo passato dentro il tuo culo &egrave l’eternità dei miei sensi, il tempo si incurva capriccioso al nostro volere, il vento della follia ci soffia sulle schiene e ci porta lontano.
Ancora dentro e fuori entro fino al pube ora e sento il bacino contro le tue chiappe ancora calde delle mie sculacciate.
I corpi sbattono le mie palle toccano il tuo sesso fradicio di voglia come un polposo frutto maturo, esco fino a vedermi la cappella e vedo il tuo buchetto che ora &egrave dilatato e arrossato poi impunto ancora ed affondo, affondo e spingo come ossesso, un disperato, come un folle Cyrano che affonda o come un folle e basta.
Ho i muscoli tesissimi e gonfi sembrano scoppiare e dallo specchio guardo l’immagine della nostra follia: Dio quanto siamo belli!
Afferro le tue spalle bianche, sei larga ora che ti sei adattata al dolce supplizio e segui il mio ritmo assecondi la lussuria che mi pervade e che impera egemonica la mia anima.
Pugno di ferro.
…che sento nello stomaco.
Poi afferro i tuoi capelli che hanno il colore dell’inferno e li tiro, li tiro mentre spingo ancora e ancora colpisco.
-Sono la tua puttana!- Lo ripeti ossessivamente, mi stai dando piacere e ne sei fiera: -Fino in fondo amore voglio sentirti dentro, voglio sentirti nella pancia, voglio sentire il tuo caldo che cola dentro me.-
Pieghi di lato la testa, hai ancora il labbro tra i denti: -Spingi amore, voglio sentirmi tua.-
Ed io spingo ed entro e colpisco e tiro.
Vengo ti riempio, tutto si appanna si piega si deforma.
La camera esplode con me e con me torna in silenzio.
Silenzio.
E il mio respiro che piano torna a respirare.
Abbracciati nudi scomposti giacciamo distesi sul tappeto, il contatto con il tuo corpo caldo &egrave meraviglioso.
Anche il tuo odore lo &egrave.
Rimaniamo così, in silenzio, abbracciati.
Domani partirai.
Non vogliamo parlarne.

B!

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