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Racconti Erotici Etero

Quando l’estate è sorprendente

By 25 Agosto 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Finalmente sono arrivate le agoniate vancanze e sono qui in campeggio come ogni anno a divertirmi in questa splendida località della riviera toscana.
La piazzola dove metto la mia roulotte, aiutato da Igor l’inserviente del campeggio, è ormai la stessa da anni, i vicini sono sempre gli stessi e ogni estate è sempre una festa ritrovarli, mangiare e chiacchierare di tutto quello che ci è accaduto durante l’anno.
Il pomeriggio, durante l’ora del silenzio, basta fare un giro per sentire rumori, tende che si muovono, persone che ansimano e non per il caldo : si è quasi immersi in una foresta, dove i rumori degli uccelli, degli animali e delle fronde degli alberi è sostituito dai gemiti di calorose donne o urli di maschi virulenti all’apice del piacere.
Io onestamente a sentire questi rumori mi inquieto un po’, sono ormai 10 anni che sono sulla sedia a rotelle, e sentire senza fare mi mette un po’ di amarezza, è quasi come riavere quel maledetto incidente stradale un’altra volta, sentire quel dolore subdolo che oltre alle gambe sembra volerti bloccare l’anima.
Ogni giorno scorreva come il precendente, finalmente un po’ di rilassamento dopo un anno di lavoro, passato davanti al computer, unica mia finestra sul mondo… fino a quando… arrivò quella mattina in cui mi svegliai in pace con il mondo, forse era un presagio di una lieta novella che da lì a poco il fato mi avrebbe comunicato…
Aprii la porta della roulotte, mi è costata un piccolo capitale renderla accessibile a un portatore di handicap come me, e vidi che Giovanni, che era nella piazziola davanti alla mia, non c’era più.
Mistero dei misteri… mi incuriosì e iniziai a domandare ai miei due vicini se sapevano qualcosa di cosa gli era successo : mi dissero che a sera inoltrata gli è arrivata una telefonata ed ha dovuto fare ‘bagagli e baglini’ e ritornare a Piacenza con tutta la sua famiglia, non sembrava triste, anzi, le persone che l’avevano visto la mattina presto dicevano che aveva un sorriso a 104 denti e che sprizzava gioia da tutti i pori : avrà mica vinto al super enalotto ?
Verso l’ora di pranzo arrivò una macchina, a bordo c’era una tranquilla famigliola composta da madre, padre e due figliolettine.
Con calma tutta la famiglia inizio a montare la tenda, una bella canadese da 6 posti, molto spaziosa, ma subito mi domandai : ‘Ma come faranno durante i momenti di intimità quei due ? Lei mi sembra troppo giovane per starsene tranquilla tutte le vacanze a badare solo hai figli’.
Passano le ore e la piazzola ormai era completamente sistemata : tenda, area cucina e macchina tutto in ordine come se fosse la loro casa quella e non una tenda dove passare alcuni giorni d’estate : per festeggiare e ripagare lo sforzo la prima sera andarono a farsi una bella abbuffata di pesce da Peppino; tornarono non molto tardi, verso le 11, e io dall’interno della mia roulotte spiavo cosa succedeva fuori.
Dopo alcuni minuti arrivò una signora, le ragazzine gli andarono subito in contro chiamandola nonna : adesso avevo capito tutto, ecco dov’era il trucchetto…
Come non detto le due bambine andarono a passare la notte dalla nonna e la coppia potè fare una notte in santa pace dedicandosi all’amore in libertà, o almeno così speravo.
Passano le ore e nulla, sembrano che siano distrutti e non si sente e non si vede nulla e anche la tenda è fermissima, io poi sono stanchissimo e me ne vado a letto.
Le ore passano, e io mi sveglio di soprassalto con la vescica piena e devo scappare in bagno, fortunatamente la mia roulotte ha anche questo e mi ci fiondo il più presto possibile : presto è sempre un eufemismo perchè il mettersi sulla sedia occupa sempre un po’ di tempo.
Finita l’operazione di evacuazione, vado per chiudere la finestrina e rimango bloccato dall’immagine a cui assisto.
L’entrata della tenda è leggermente aperta, ma è molto tardi e probabilmente non pensano di essere visti.
La luce del lampione mi da una mano ad associare un’immagine a quello che le mie orecchie sentono con i gemiti : lei è a cavalcioni su di lui, gli mostra il sedere perchè riesco a intravedere la sua faccia che ritmicamente appare e scompare dall’oscurità della tenda.
Ogni spinta è un gemito, ormai è sempre più forte e ritmato il movimento dei loro bacini che si incontrano e scontrano in questa ‘lotta simulata’.
Prima del colpo di grazia, con agilità felina, lei si gira e mostra le sue fattezze fuori dalla tenda : ormai è completamente presa dal pisello del marito e non vede altro.
Io, mentre lei sembra succhiare avidamente il sesso del marito, ammiro il bellissimo sedere e quella spaccatura che risalta tra quelle cosce scultoree : sembra quasi che ad ogni movimento della bocca, ormai in un turbinio di succhiate e leccate, anche le due labbra dietro si muovano come a simulare quello che fanno le gemmelle per ora più fortunate davanti.
La situazione sembra non finire mai fino a quando in un raptus quasi di follia, lei salta addosso al marito e quasi avida lo inizia a mungere con dei movimenti indemoniati del bacino : il rumore dei gemiti e dei corpi che sembrano quasi schiantarsi fra di loro, è ormai arrivato a un livello tale che fra un po’ si sveglia mezzo campeggio.
Dopo alcuni minuti di gemiti continui, d’improvviso il silenzio più assoluto, la quiete dopo la tempesta : riesco a vedere i due corpi avvinghiati quasi in una stretta mortale, completamente immobili, certo che di energia ne devono aver consumato !
La mattina seguente sembrano proprio delle altre persone, tutte compite, con i figli come due genitori modello : se la nonna sapesse cosa fanno i due piccioncini quando sono soli gli verrebbero più capelli bianchi di quanti non ne abbia adesso.
Arriva finalmente l’ora di pranzo e subito dopo vedo che la signora misteriosa, la chiamerò Mimosa perchè non sono riuscito ancora a parlarci, va a farsi un doccia rinfrescante nei bagni del campeggio lì vicino.
Il marito, sfinito dalla notte di fuoco va nella tenda con le due figlie a riposare, io quatto quatto mi avvio verso i bagni per sentire il suono dell’acqua che accarezza il corpo di Mimosa.
Arrivato davanti alle docce sento il rumore dell’acqua provenire da due box : quale sarà dei due ?
Mi appresto a posizionarmi davanti alla seconda porta quando mi sento toccare le spalle e alcune gocce mi cadono sulla schiena dandomi un po di brividi : era lei, Mimosa in tutto il suo splendore con l’accappatoio semichiuso ma era abbastanza per far intravedere le sue forme.
Quando girai la testa per poco non mi veniva un colpo, lei in tutta la sua bellezza mi disse : ‘Ho visto che stanotte ci guardavi, ti sei eccitato nel vederci ?’.
Io non potevo onestamente capire quella sventatezza che la caratterizzava, cosa si aspettava che gli dicessi, si bella porca mi hai fatto eccitare come un caimano ?
Le mie uniche parole che riuscì a dire furono : ‘scusa !?’, ero imbarazzatissimo, lei si strinse meglio l’accappatoio, e iniziò a spingere la carrozzella verso i bagni, quelli per vuotare il contenuto del bagno biologico che sono un po’ più grandi del normale.
Io ero completamente esterefatto, mi accomodò dentro, entrò anche lei e chiuse la porta; avevo il cuore a mille, ci mancava poco che mi venisse un infarto dall’emozione.
Con una mossa fulminea si slacciò l’accappatoio, poggiò la gamba sinistra sul poggia braccia della sedia a rotelle e guidando la mia mano mi fece fare la conoscenza con la sua coscia.
Davanti a me si apriva la distesa floreale del boschetto in festa, il profumo di camomilla mi avvolegeva come in un abbraccio, ero eccitatissimo a punto tale che venni nei pantaloni in maniera così eclatante che in men che non si dica si era formata una grossa macchia.
Mimosa, visto il ‘disastro che avevo combinato’, mi tolse i pantaloni e dicendomi : ‘O piccolino, ti sei sporcato tutto, dai che ci pensa la mamma a pulirti’ inizio a leccare tutti i rimasugli di sperma e vedendo che era ancora duro, inizio a mungermi come una puledra fa con la mammella della madre : mi sentivo risucchiato, il mio uccello aveva trovato il suo nido caldo e umido.
Mimosa era ormai su di giri, si era slacciata completamente l’accappatoio e ogni volta che affondava la sua testa sentivo un gemito strozzato venirgli dalla gola : come se fosse il rumore della cappella che le solleticava le corde vocali.
Sembrava non averne abbastanza e ad un certo punto mi si buttò tra le braccia, cavalcandomi furiosamente come fossi il suo stallone da monta : era una sensazione che non provavo da anni, era bellissimo finalmente ero tornato l’uomo completo di un tempo.
Il suo bacino continuava a muoversi forsennatamente, il suoi gemiti erano tagliati dalla paura di farsi sentire dal marito, quasi ingoiati prima che uscissero dalla bocca, fino a che non venne e mi senti inondato da un misto di liquido seminale ed umori vaginali che grondavano dal suo fiore ormai sfinito.
Quando si alzò potei ammirare l’obelisco che si stagliava in quella valle ormai ricoperta di bianco, come fosse un canion dopo un alluvione : il clitoride è come fosse il totem della tribù indiana che tra quelle valli trovano giovamento.
Lei con molta normalità si riallacciò l’accappatoio e se ne ritornò tranquilla in tenda, dopo una piccola tappa in doccia probabilmente per lavarsi ciò che gli avevo lasciato.
Nel tentare di uscire dal bagno, mi si incastrò la sedia sul bordo del water e mi ribaltai, ero per terra, ormai tutto bagnato perchè il pavimento era stato da poco lavato, mi giro e con una mano tocco il mio cuscino : ma cosa era successo ? E’ stato un sogno, aprò il piccolo oblò che avevo vicino al letto e con mio dispiacere vedo la roulotte di Giovanni : mannaggia a lui, dov’è Mimosa ?
Ormai avevo capito che era un sogno, ma sentii strani rumori venire da fuori e con mio stupore, Giovanni allegro si stava preparando per andarsene….

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