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Racconti Erotici Etero

Quell’insenatura nella scogliera…

By 22 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Il sole pugliese picchiava come non mai, nella regione non si vedeva una nuvola ormai da settimane rendendo l’ambiente arido e secco, trasformando le ore mediane erano una tortura anche per i più accaniti turisti. Per evitare la canicola io e Rossella, la mia ragazza, ci alzammo verso le nove del mattino quando l’aria era ancora respirabile. Adoravo il suo aspetto di prima mattina, la sue labbra carnose erano piegate in un lieve broncio indispettito per la prematura dipartita del comodo giaciglio e i suoi grandi occhi marroni, lievemente obliqui, portavano ancora il velo del sonno che subito tornavano lucidi dopo la doccia gelata. Ero già pronto quando lei uscì nuda dalla doccia, mi capitava ogni giorno di vederla così ma ogni volta mi lasciava senza fiato, come una novella venere che esce dalla conchiglia, la guardai prendere un asciugamano e arrotolarselo in modo tipicamente femminile a mo’ di turbante su capo coprendo la cascata di lunghi capelli castani. La sua pelle era liscia e perfetta, imperlata da piccole goccioline d’acqua, la sua graziosa patatina era indicata da una striscia di peluria castana rasata di fresco, il suo ventre piatto e sodo erano in netto contrasto con i suoi grandi seni incoronati da due capezzoli di buona grandezza ancora eretti per l’acqua fredda della doccia, il portamento fiero e orgoglioso. Notando il mio sguardo, Rossella mi lanciò uno sguardo malizioso facendo quel sorriso da bambina monella che tanto mi faceva eccitare ‘Beh? Che stai guardando?’ mi disse girandosi verso di me e incrociando le braccia sotto il petto, come farebbe una mamma severa, ma mettendo così ancora più in risalto l’abbondante petto. ‘Niente, muoviti a vestirti che voglio evitare la calca’ le risposi accarezzandole la guancia e sfiorandole la mano. Speravo che non notasse la tremenda erezione che creava una specie di tenda sotto il mio costume da bagno se no la spiaggia me la sarei sognata, avremmo fatto l’amore furiosamente per tutto il giorno fino al tramonto. Dieci minuti dopo era pronti a partire, lei indossava un largo cappello di paglia, un pareo e un bikini nero, in contrasto con il mio abbigliamento chiaro, salimmo sulla mia cabrio e partimmo per la spiaggia.
Data l’ora trovare parcheggio non fu un problema, prendemmo le nostre cose dal cabrio e ci incamminammo sulla spiaggia di ciottoli. A dispetto del parcheggio vuoto la spiaggia era più affollata di quanto pensavamo, i pochi posti liberi erano vicino ai bagni pubblici allora Rossella mi propose un posticino più avanti, un insenatura nascosta nella scogliera che oltretutto aveva la sabbia. l’idea di stare solo con la mia ragazza in una bella spiaggetta mi piaceva molto e allora ci mettemmo in cammino su per la scogliera. La passeggiata non era facile e il sole cominciava a battere davvero forte e in un bagno di sudore arrivammo finalmente, il posto era davvero incantevole, non era molto grande ma sotto la roccia si era creata una piccola grotta naturale che procurava l’ombra necessaria. Senza perdere tempo buttammo le nostre cose nella rientranza sotto la roccia, ci spogliammo restando in costume e tenendoci per mano corremmo nell’acqua calda dell’adriatico. Restammo in acqua finche la il sudore e il disagio causato dalla lunga scalata non fu lavato via. Teneramente ci abbracciamo sentendo i nostri corpi resi viscidi dall’acqua salmastra strofinarsi come quelli di due serpi in amore, le nostre bocche si unirono in un lungo bacio appassionato, le sue labbra carnose accarezzarono le mie schiudendosi al passaggio della mia lingua che prese a intrecciarsi con la sua. Sentivo le sue dolci mani sulla mia schiena che stringevano i nostri corpi mentre le mie le accarezzavano i fianchi e il sedere. Il mio pene si erse come un obelisco, strofinando contro le sue gambe, sentendo i suoi prosperosi seni stringersi contro il mio petto muscoloso. Mi staccai dalle sue labbra e scostando i capelli bagnati di lato incominciai a leccarli il collo già asciutto dal potente sole pugliese. La mia lingua scorreva rapida dall’orecchio alla clavicola fermandosi ogni tanto per appoggiare le mie labbra con dei teneri baci sentendo i suoi sospiri di piacere. Mi staccai dal suo collo e con un movimento fluido la presi in braccio portandola fuori dall’acqua. Le sue braccia si strinsero attorno al mio collo e la sua testa si appoggiò al mio petto, camminai fino alla battigia e la stesi sulla sabbia che scottava, vedendo il suo dolce viso incresparsi in una piccola smorfia di dolore subito lenita dalla mia lingua nella sua bocca. Le mie braccia le presero le spalle e sollevarono la schiena facendole contrarre i muscoli ventrali e con movimento esperto le slacciai il pezzo sopra levandoglielo. La mia libido ebbe un sussulto alla vista di quei bei seni bianchi esposti alla luce, senza pensarci la mia lingua iniziò la lenta scalata di quelle montagne salate fino ad arrivare al capezzolo già turgido e sensibile. Con una mano afferravo il seno alla base e me lo portavo alla bocca, succhiando avidamente il capezzolo dando dei piccoli colpi di lingua sentendo i suoi gemiti e i sussulti del suo petto. Lentamente passai a baciarla di nuovo sulla bocca sentendo i capezzoli eretti frizionare sul mio petto, avvertivo il piacere che le scatenava quel contatto e quindi presi a strusciarmi avanti e indietro sul suo corpo perfetto strappandoli ogni tanto dei sussulti di puro godimento. Sentivo la sua mano accarezzarmi il capo, passarmi le dita tra i capelli e facendo pressione verso il basso, sapevo bene cosa voleva e io non desideravo altro che darle il massimo piacere così, con lentezza esasperante e senza mai staccare la lingua dalla sua pelle salata cominciai a scendere verso la sua graziosa micetta che per esperienza sapevo già grondante e umida. Finalmente arrivai alla fine dalla pancia e senza smettere di leccare e baciare le slacciai gli slip sui fianchi aprendo la strada alla mia lingua. Le feci allargare lievemente le gambe e con due dita le dilatai le grandi labbra, il clitoride emerse già gonfio e lievemente pulsante. Senza esitare e con un enorme sospiro di piacere lo presi tra le mie labbra cominciando a succhiarlo e a frizionarlo con vigore tra le labbra e i denti alternando il tutto con piccoli colpetti di lingua. Il suo corpo cominciò a sussultare e a muovere il bacino ritmicamente assecondando le mie lunghe leccate, dopo breve dispiegai tutta la mia capacità e con due dita iniziai a penetrare la sua fichetta umida sentendo il suo lungo lamento di apprezzamento. Continuai così per un po’, con la mia lingua che giocava col suo clitoride, due dita nelle sue profondità e lei che si frizionava i capezzoli eretti e sensibili. Il mio pene non ne poteva più, sentivo il contatto con la sabbia calda come una calda mano che lo afferrava, mi misi in ginocchio guardando la mia amata negli occhi, mi abbassai il costume fino alle ginocchia e mi sollevai fino ad arrivare alle sue labbra. Ripresi a baciarla sapendo che sentiva la mia asta d’acciaio bollente strusciarsi libidinosamente contro il suo pancino, mi staccai e le sussurrai in un orecchio: ‘Vuoi fare l’amore?’. Lei nemmeno mi rispose, mi fece solo un lieve cenno di si con la testa e riprendendomi a baciare in modo quasi violento. La staccai da me e mi sdraiai, lei mi sorrise, sapeva che era la sua posizione preferita, afferrò il mio pene alla base e se lo condusse all’ingresso della patatina, la presi per i fianchi e la guidai lentamente nella penetrazione, la feci impalare sul mio enorme fallo centimetro per centimetro facendole apprezzare appieno l’appagamento totale che dava avere quell’enorme oggetto duro e caldo su per la patatina, facendola sentire completamente riempita. Il notevole diametro del mio pene faceva si che le pareti vaginali frizionavano contro l’asta facendole fare piccoli urli di piacere inteso finche non arrivai in fondo, lei si riprese dalla sua estasi e mi sorrise per un attimo e allora cominciai a pistonare. Sempre tenendola per i fianchi la feci muovere su e giù, a velocità sempre maggiore, sentiva indistintamente i nostri due sessi penetrarsi, così come una chiave entra in una serratura, travolgendola di piacere. Il suo clitoride eretto strusciava ad ogni passaggio contro l’asta facendola impazzire, la guardavo mentre le assestavo vigorosi colpi di bacino quasi volessi aprirla in due, teneva gli occhi chiusi e la fronte contratta, mentre si mordeva libidinosamente le labbra respirando forte col naso. I suoi seni ballavano su e giù al ritmo che le imponevo, sempre più veloce, finche non vidi la sua bocca aprirsi in un grido di estasi pura, sentivo il suo corpo in preda alle convulsioni orgasmiche violente, sentivo la sua muscolatura vaginale contrarsi spasmodicamente attorno all’asta del mio pene che affondava come una lancia nelle sue profondità. Non resistetti più, con un gemito iniziai a eiaculare dentro di lei, sentivo il mio liquido seminale bollente riempirle la micetta con una serie di contrazioni alla base del glande, mi sentivo unito a lei, sentivo che non solo i nostri corpi ma anche le nostre anime in quel momento, su quella spiaggetta deserta, si erano unite in un amore che trascende il fisico.
Finito l’orgasmo lei si accasciò ansimante su di me abbracciandomi, eravamo entrambi in un mare di sudore e per un attimo non fui sul punto di perdere i sensi dallo sfinimento. Mi imposi di alzarmi e completamente nudo mi immersi nell’acqua che in contrasto col mio corpo era fredda, sentii delle mani toccarmi piano la schiena, Rossella si era alzata e ora mi accarezzava, le sorrisi. Ci tuffammo entrambi per la seconda volta per rimuovere i segni dell’unione avvenuta poco prima e uscii dall’acqua seguita da lei. La guardai, era davvero splendida, cercai di imprimermi ogni dettaglio nella mente, ogni singola goccia di acqua marina caderle dai capelli, scivolare nel solco dei suoi seni, intrappolarsi tra i peli pubici, le sue carnose labbra lucide che mi sorridevano. Si avvicinò nella piccola alcova all’ombra e si sdraiò sentendo il suo corpo ora fresco contro il mio. Si mise comoda e in pochi attimi il suo respiro si fece regolare facendola scivolare in un dolce sonno tra le mie braccia. Mi chinai su di lei e le sussurrai un timido ‘ti amo’ per poi stendermi e piombare io un profondo sonno accanto al mio Amore.

Per commenti o suggerimenti: bardo1985@hotmail.com

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