Skip to main content
Racconti Erotici Etero

R2R

By 13 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

— La sceneggiatura —

La porta dell’agenzia si chiuse alle sue spalle con un tonfo sordo. Fuori pioveva a dirotto ma non gli importava: aveva un contratto, qualcuno aveva creduto in lui. Corse verso il suo appartamento, doveva affrettarsi a fare la valigia. Al primo semaforo si fermo’ e mise una mano in tasca, sfiorando il rigido involucro del biglietto aereo. La sua vita stava per cambiare. Verde. Coraggio.

Il giorno prima

“Pronto?”
“Pronto, Lucia? Ho una sceneggiatura da proporti, potrebbe essere la volta giusta. Possiamo vederci dopo pranzo?.”
“Cos’ha di diverso dall’altra merda, Giorgio?”
“Non ha senso per telefono. Devi leggerla. E’ REALE.”
“Bene, come vuoi. Passa alle due.”
Riappese. Guardo’ il soffitto, poi l’orologio. Ripenso’ alla telefonata e a tutte le volte che Giorgio, il suo agente, le aveva proposto una scrittura. La solita esaltazione che veniva puntualmente smontata dal suo cinico giudizio. In vent’anni di carriera aveva visto il mondo dell’hard evolversi, ruotare su se stesso, stagnare ed aveva elaborato la sua personale risposta alla domanda: “perche’ la gente potrebbe guardare cento volte Il “Padrino” senza mai stancarsi, mentre tutti, TUTTI, i film hard, una volta visti (avendo tempo da perdere) venivano gettati nel cesso?” E la risposta era “Perche’ quello che per lei era un lavoro, per gli altri era merda, un surrogato del sesso per gente sola che non aveva conosciuto mai l’amore.”
Lucia aveva quarant’anni ma credeva ancora nell’amore, all’unico amore della sua vita, vissuto tra il liceo e l’universita’. Un amore totale che la perseguitava come una maledizione, ma che era finito perche’, come ogni umana cosa, era anch’esso imperfetto.
Si alzo’ guardandosi allo specchio. Si vide bella come sempre: il caschetto di capelli nero corvino, la pelle abbronzata e liscia, completamente depilata, il seno, abbondante e sodo con i capezzoli rosa molto larghi. Come ogni volta, penso’ che essere porca era il suo mestiere.. “Pazienza.. questa vita e’ andata cosi’. Ci rifaremo la prossima. Ora prepariamoci a ricevere il povero Giorgio”.

Giorgio arrivo’ puntuale; nel tono l’esaltazione mostrata al telefono, in mano una carpetta con scritte le lettere “R2R” sopra.
“E’ l’acronimo di “Rags to Riches””, spiego’ sedendosi, “Ci e’ arrivato tramite l’agenzia la settimana scorsa. Alla loro prima scrematura e’ passato e, Lucia, devi leggerlo. Chiunque interpretera’ questo film, passera’ alla storia. Questo film scuotera’ l’hard d’autore dal suo letargo!”
Lucia penso’ che l’esaltazione di Giorgio questa volta avesse dell’apocalittico.
“Al telefono hai detto che e’ “reale”… di che si tratta?” disse non riuscendo a trattenere il suo sorrisino sardonico.
“Leggi e mi saprai dire. Aspetto la tua risposta stasera. Intanto preparo la solita trafila per le location. Questo e’ l’elenco con i possibili coprotagonisti.”
Le passo’ un foglietto a cui lei diede una rapida occhiata. C’erano solo due nomi, un uomo ed una
donna con la quale aveva girato gia’ piu’ volte.
“Giorgio, si gira in economia? l’elenco e’ incompleto o scopiamo in tre per tutto il film?”
“Leggi la sceneggiatura, ne riparliamo piu’ tardi.” Disse alzandosi. “Voglio avere anche l’autore sul set, devo essere certo che la magia passi dal foglio alla pellicola”.

Lucia lo accompagno’ alla porta. Appena Giorgio fu andato via, rispettando una sua vecchia abitudine, prese il copione e si chiuse in bagno. Si rilassava leggendo mentre si liberava l’intestino.. forse una piu’ o meno cosciente associazione di quello che leggeva con quello che faceva.

Stavolta pero’ accadde qualcosa di diverso. Rilesse il gruppo di fogli due volte, poi capi’ perche’ Giorgio lo avesse trovato REALE. Ma contemporaneamente fu anche certa che il film non avrebbe rivoluzionato un bel niente, semplicemente perche’ il pubblico che avrebbe potuto capire, non aveva alcun bisogno di guardare film hard.

Telefono’ a Giorgio. Poco dopo, il suo agente chiamo’ il responsabile dell’agenzia.
L’indomani, Francesco ricevette una chiamata. Lo avvisavano che il suo manoscritto
era stato visionato e di passare il prima possibile in agenzia. Minacciava di piovere, ma si
precipito’ in strada senza prendere un ombrello. Incredulo e stordito.

— Chiarimenti —

Quando Francesco arrivo’ all’albergo, gli venne incontro un uomo sulla cinquantina, disse di chiamarsi Giorgio e gli fece i complimenti per la sua opera.
“Vieni, ti presento la protagonista”. La riconobbe subito, anche se la conosceva solo tramite il suo nome d’arte.
“Salve, sono Lucia”. Il nome la riporto’ ai suoi occhi ad una dimensione umana.
Dopo cena, alla vigilia del primo giorno di riprese, lei lo invito’ a fare una passeggiata.
“Sai, Francesco, ho letto la tua sceneggiatura diverse volte e vorrei farti due domande. Sei libero, naturalmente, di non rispondermi.”
“Dimmi, Lucia” disse. La sua voce tradiva ancora un certo imbarazzo. Penso’ di essere troppo teso
e forzatamente accondiscendente, ma era in gioco il futuro della sua vita e non era facile controllarsi.
“La storia descrive fondamentalmente un sogno. Presumo che il sogno sia tuo, vista la precisione
di certi dettagli. Ci sono due aspetti pero’ che mi rendono difficile associare un’eta’ alla fantasia. A quanti anni avevi questo sogno?”
Lui si rilasso’. La prima domanda era facile, e conosceva la risposta.
“Per quanto ricordi, direi che avevo dieci anni. Ma non escludo che sia ancora piu’ vecchia. Diciamo che ho la certezza che a quell’eta’ avevo questa fantasia, perche’ accompagno’ la mia prima eiaculazione.”
Lei gli sorrise. Non si era sbagliata.
“L’altra domanda e’ forse piu’ difficile. Immaginavo che la fantasia fosse giovanile, quasi infantile. Pero’ sono sicura che si mischia con ricordi piu’ forti e adulti.”
Gli occhi di Francesco le lasciarono intendere che non si sbagliava.
“Bene. La domanda e’ questa: quante donne ci sono dietro la protagonista?”
Questa era piu’ difficile, si prese qualche secondo per riflettere, poi disse:
“Fondamentalmente una, ma con un volto ed un corpo diverso ogni volta”.
Lucia sembro’ non capire questa risposta. Esito’, come se volesse fare un’altra domanda.
Poi tacque, pensosa.
Si diedero la buonanotte, l’indomani all’alba sarebbero iniziate le riprese.

— Impossibile da spiegare —

La prima giornata di riprese volse al termine. Il gruppo si riuni’ per rivedere il materiale girato. Sembravano tutti soddisfatti, tranne Giorgio, Lucia e Francesco.
Giorgio trovava che qualcosa stonava ma non riusciva a capire cosa e perche’. Lucia e Francesco
avevano perfettamente chiaro il problema: il protagonista maschile non aveva mai amato in vita sua. Impossibile da spiegare.
Lucia chiese un giorno di pausa. Aveva un’idea in testa ma non era certa che avrebbe funzionato.
Parlo’ a quattrocchi con Giorgio.
Alla fine, rassegnato, l’agente sospiro’ “Ok, proviamo. Hai 24 ore. Io intanto parlo con il legale.”
Lucia si avvicino’ a Francesco.
“Dobbiamo parlare. Saliamo in camera da me”.

— La proposta —

Lucia si sedette sul letto e invito’ Francesco ad accomodarsi accanto a lei.
“Francesco, io e te sappiamo cosa non va. Ora abbiamo due scelte: o finiamo il film cosi’, facendolo morire insieme all’altra merda, oppure sostituiamo Angelo.”
“Conosci qualcuno che sappia come comportarsi adeguatamente?”
“Mai incontrato in vita mia sui set. E sono in quest’ambiente da sempre. Ho pensato che possiamo fare un tentativo io e te. Ma abbiamo le ore contate”.
Francesco ebbe un sussulto. Il battito cardiaco accelero’ e sembro’ risuonare nel silenzio della stanza.
“Io non sono un attore, Lucia”, riusci’ a dire. “Non potrei neanche eccitarmi davanti a tutta quella gente. Non mi sono eccitato persino oggi, nelle retrovie, durante tutto il tempo delle riprese.”
Lei sorrise. Era un sorriso che non faceva da tempo.
“Mi ricordi tanto un mio compagno di liceo, o meglio, mi ricordi l’idea di lui nei primi giorni..”
“Ascolta,” continuo’, “conosci esattamente la tua sceneggiatura, non solo perche’ l’hai scritta
ma perche’ l’hai sognata e in parte vissuta. Inoltre, parlando di fattori, per cosi’ dire, tecnici: il montaggio serve apposta a sistemare le imperfezioni. Inoltre non e’ necessario sapere recitare: il film sara’ comunque doppiato. Per l’imbarazzo da troupe, puoi usare le magiche pillole. Hai problemi di cuore?”
“No.. ma continuo a non essere convinto. Se, come dici, hai compreso il significato della mia storia, capirai che servirebbero anni per far sorgere tra noi la confidenza necessaria.”
“Gia’, questo e’ il grande interrogativo. Abbiamo solo una notte, per creare questo film come
lo hai pensato tu e come ho deciso di recitarlo io. O facciamo questo tentativo o lo porteremo a termine incompleto e passera’ nel dimenticatoio.”

— Sotto la doccia —

Aveva accettato. Lei appese il cartello “Non disturbare” fuori dalla porta e tiro’ le tende. Accese l’aria condizionata e spense le luci.
Gli si avvicino’. Nel controluce la vide spogliarsi. Sentiva il cuore scoppiare
(..hai problemi di cuore?..)
ma nessuna reazione in basso.
Prese la sua mano e gli sussurro’ all’orecchio “andiamo a fare una doccia, dobbiamo per prima cosa conoscere i nostri corpi”.
Entrarono in bagno. Lei non accese la luce e lo guido’ nel buio. “Spogliati.”
Regolo’ la temperatura dell’acqua, poi entrarono entrambi in doccia.
Francesco senti’ la bocca della donna vicina alla sua. “Sono tua. Qualsiasi cosa tu desideri, l’avrai. Toccami, amore”.
Quell’ultima parola fu come un interruttore. Senti’ le palle scosse da una discesa di liquido seminale, come una improvvisa acquolina in bocca. Il cazzo gli si induri’ e le sue mani cominciarono ad esplorare il corpo sodo della donna che aveva di fronte.
Le tocco’ le spalle, scese sui seni, sentendo i capezzoli irrigidirsi sotto il suo massaggio. Percepi’ che si trattava solo di una reazione fisica e fu certo che anche per lei il compito non era facile. Doveva trovare il modo di causarle la stessa reazione che aveva avuto lui. La volto’ con forza. La mossa inaspettata le fece emettere un piccolo gemito.
Prese del sapone e le tocco’ le mani. Le dita si intrecciavano mentre il suo cazzo si faceva sentire appoggiato al suo culo. Quando le mani di entrambi furono ben insaponate, le sussurro’ “Prendimi il cazzo in mano.”. Le mani di lei gli scappellarono l’uccello.
“Piano, tesoro, lentamente”. L’appellativo aveva avuto effetto su di lei. Senti’ il suo respiro variare e capi’ che era giunto il momento di giocare la sua carta. Comincio’ ad insaponarle il seno, quasi
sfiorandolo. La sua lingua sali’ dal collo verso l’orecchio in un tempo infinito. Quando giunse all’orecchio disse piano “Amore, sei la mia donna”.
Lucia impazzi’. Era tornata a vent’anni prima. Stavolta fu lei a divincolarsi di scatto. Come affamata si inginocchio’ di fronte a lui e gli prese il cazzo in bocca facendolo entrare tutto fino alle palle mugolando. Francesco resto’ immobile. Lei aveva il cazzo in gola e non accennava amuoversi. Sembrava stesse godendo non riuscendo a respirare.
Gli prese le mani e se le mise sulla testa. Lui prima la schiaccio’ ancora di piu’ contro il suo bacino. Lei ebbe un conato. Poi le tolse il cazzo dalla bocca, si abbasso’, le tiro’ la testa indietro dai capelli, e la bacio’ mentre aveva ancora la bocca aperta e la lingua piena di saliva e residui di sapone.
“Ti piace il mio cazzo duro?”
“E’ buonissimo. Ancora un po’, ti prego”
Lui le sposto’ la testa, sempre tenendola per i capelli. Lei apri’ la bocca e stavolta lui’ le scopo’ la faccia.
Stava godendo. Le mani di lei sul culo. Le sue passarono dalla testa alle spalle. Poi ai seni.
Decise che adesso toccava a lui. Le disse “Adesso mangio io. Cosa mi fai mangiare amore?”
Lei direziono’ lo schizzo d’acqua tiepida verso la parete e ci si appoggio’. Alzo’ le braccia e disse “Comincia a leccarmi la faccia. Poi scendi sul collo. Poi voglio che mi lecchi le ascelle. Poi ti mettero’ in bocca i miei seni e ti allattero’. Poi..”
Ma non riusci’ a finire. La lingua di lui era gia’ al lavoro. Tracciava cerchi sui suoi zigomi alti, accompagnava la linea del viso. Passo’ alle spalle, risalendo le braccia fino alle mani. Succhio’ le dita una per una, passando la lingua in mezzo alle falangi. Lei stringeva con la mano libera il suo cazzo, strizzandolo e ogni tanto schiaffeggiandolo piano, ansimando, ormai completamente in calore.
Fu il turno delle ascelle, piccoli tesori bianchi nascosti nel suo corpo abbronzato. Mentre leccava lei gli disse “Bravo amore, puoi leccare quello che vuoi, puoi fare quello che vuoi con me. Cosa vuoi adesso?”.
“Voglio sentire il tuo orgasmo. Devo conoscerlo. Devi dirmi come fare a scatenarlo, devi dirmi ogni tua fantasia.”
“Ti diro’ tutto mentre ti allatto. Vieni qui.” Raccolse un seno con la mano e gli indirizzo’ la testa verso il capezzolo. “Bevi.”
Mentre lui leccava, succhiava, mordeva, le dita di entrambi si spostarono sulla sua fica. A turno una mano allargava le labbra e l’altra masturbava il clitoride o penetrava dentro, scoprendo, allargando, torturando.
Lucia senti’ la sua voce come da lontano. “Se vuoi farmi venire, devi farmi sdraiare sul letto. Mi devi massaggiare con dell’olio tutto il corpo, leccandomi accuratamente. Poi..ahi, piano amore con i morsi…lecca, lecca tutta la tettona.., poi mi devi allargare le gambe e mi devi masturbare tenendomi il cazzo vicino al viso, io devo sapere che il tuo cazzo e’ mio ed e’ li’, in qualsiasi momento ne abbia voglia.”
Lui si fermo’. “Lo faro’, pero’ prima mi devi promettere che farai una cosa per me.”
Lo bacio’ con forza. Le lingue si cercavano, si penetravano. Usci’ dalla sua bocca e lo tenne a distanza.
“Cosa vuoi che faccia? Sono porca e in calore solo per te. Mi sento troia solo per te.”
“Voglio che prendi il tuo intimo piu’ provocante. Ti devi mettere a pecorina, scostare il perizoma, poggiare la testa sul cuscino, infilarti un dito nel culo e masturbarti con l’altra mano.”
“Oh, si’…se ti eccita, lo faro’ per te amore. Ma tu cosa fai nel frattempo?”
“Mi eccitero’ guardandoti, tenendomi il cazzo in mano. Lo mettero’ vicino alla tua bocca, ma non potrai leccarlo. Potrai solo baciare la cappella.”
“E se vengo?”
Le sculaccio’ una chiappa. “No, tu vieni solo quando vengo anche io. Dobbiamo venire insieme come nella tua fantasia. Mentre tu hai l’orgasmo io ti riempio il viso di schizzi di sborra calda.”
Lei non disse nient’altro. Chiuse l’acqua della doccia, gli afferro’ il cazzo e lo tiro’ verso la camera da letto.

— In camera da letto —

Lo fece stendere sul letto e apri’ l’armadio. Non si erano neanche asciugati e la sensazione di bagnato tra le gambe faceva eccitare entrambi.
Lucia si schermo’ con un’anta e ne usci’ poco dopo. Gli si sdraio’ sopra, aveva qualcosa in mano. Lui la tocco’. Immersi nel buio, senti’ che aveva delle calze autoreggenti con un reggicalze, un perizoma filiforme e un body che le teneva i seni stretti l’uno contro l’altro. Avverti’ anche una cavigliera, una catenina attorno alla vita e un filo di raso attorno al collo. Mentre lei gli leccava il collo, lui tocco’ i capelli bagnati. Il suo profumo lo faceva impazzire e il desiderio di sentirla godere era piu’ forte di quello di godere a sua volta. Stava funzionando, o meglio, poteva funzionare. Si costrinse ad abbandonare il pensiero del film.
“Mettiti a pecorina.” Fu un ordine perentorio. “Lei si scosto’, prese un cuscino e vi appoggio’ la testa. La curva della schiena esaltava ancora di piu’ la sua sensualita’. Attraverso la scarsa luce che filtrava dalla finestra, le vide spostarsi il perizoma. “Prendi l’olio, amore, e spruzzamelo sul buco del culo.”.
Gli passo’ l’olio. Lui lo apri’ e schiaccio’ la bottiglia. Un primo spruzzo la colpi’ sulla schiena, il resto le inondo’ il culo.
Lo spalmo’ il piu’ possibile, poi si concesse una leccata. “Ferma un secondo, allargati le chiappe, voglio leccarti un po’ il buco del culo.” Lei diligente si allargo’ per lui ma dopo qualche colpo di lingua, una sua mano mollo’ la presa e si diresse sulla fica: aveva troppa voglia di masturbarsi.
Capendo che era giunto il momento di spostarsi, la lascio’ libera di farsi un ditalino al culo e si sposto’ per metterle il cazzo di fronte la bocca.
“Solo piccoli baci. Dimmi quando ne hai voglia che lo scappello per te.”
“Francesco….. aaahhhhh sto godendo…. fammelo baciare….”
Le sue labbra carnose si appoggiarono alla cappella.
“Devi essere bellissima con gli occhi chiusi e il mio cazzo in bocca.”
“Voglio venire..non ce la faccio piu’…”
“Fermati, stai buona. Ora tocca alla tua fantasia. Voltati e veniamo insieme. Ti avviso che ti faro’ una doccia..”
“Oh si'”, urlo’ girandosi.
Allargo’ le gambe in modo osceno. Poggio’ la schiena su due cuscini. Si accarezzava un seno con una mano e con l’altra masturbava il suo cazzo leccandolo ogni tanto. Le mani di lui erano dedicate all’altro seno e al clitoride.
“Vuoi venire amore?”, le disse.
“Si’, voglio godere con te.”
“Masturbati e aspettami”.
Lui inizio’ a masturbarsi puntandole il cazzo sul viso. Lei gli inumidiva la cappella con dei continui colpi di lingua.
Erano entrambi vicinissimi. Le sue gambe sempre piu’ larghe.
Lui fu il primo ad avvicinarsi e l’aspetto’ sapientemente.
Lei disse “Eccomi amore…dimmi che mi ami mentre mi allatti…AaaaaahhhhHHHAHHHHHHH!”
Lui si lascio’ andare, l’urlo di lei lo fece impazzire ancora di piu’. Senti’ un brivido alle palle. Tutte le ossa del suo corpo scricchiolarono quando inarco’ la schiena. Le vide per un attimo arricciare le dita dei piedi, poi il suo sguardo passo al viso e alla cappella. Non si sarebbe perso quello spettacolo per nulla al mondo. Senti’ la sua voce urlare “Lucia, ti amoooooooo!”
Il primo schizzo la colpi’ con violenza. Se non ci fosse stata la sua faccia davanti, avrebbe attraversato l’intera stanza. Al secondo schizzo lei decise di godersi l’orgasmo a bocca aperta. Intravedeva la sua cappella accanto a lei.
Apri’ la bocca in attesa del suo nettare.
Ancora scossa dall’orgasmo, si lecco’ le labbra, si alzo’ sulle ginocchia mentre lui, esausto, rallentava il movimento della mano.
Lo bacio’. Le lingue si accarezzarono dentro un lago di sborra.

— Il giorno dopo —

Francesco apri’ gli occhi. Era giorno inoltrato. Accanto a lui Lucia dormiva. Nel sonno doveva essersi tolta le autoreggenti e il body, che giacevano fra di loro. Cercando di fare meno rumore possibile, ando’ in bagno, si sciacquo’ il viso. Si sedette sul bidet e urino’, lavandosi con acqua tiepida. Mentre si lavava la porta si apri’ ed entro’ Lucia.
“Buongiorno, tesoro.”
“Ciao amore mio.” disse lui.
“Aspetta un secondo. Non muoverti che ti lavo io.”
Si diede anche lei una ripulita al viso e poi si sedette sul water, vicino al bidet.
Glielo prese in mano, insaponandolo lentamente su e giu’. Non smettevano di guardarsi.
Il suo cazzo rispose immediatamente, diventando di marmo.
“Sai, ho un’altra fantasia amore. Ho voglia di realizzarla con te.”. Lucia si sentiva bene, le parole le uscivano naturali, come se avesse conosciuto Francesco da sempre. In realta’, sapeva esattamente quello che stava succedendo e finalmente capiva la risposta di Francesco alla sua seconda domanda.
Lei lo stava amando come avrebbe amato il suo primo ed unico amore. Non era Francesco, lui prestava soltanto il corpo.
Non era Francesco il nome che aveva urlato nella sua mente durante il suo orgasmo la sera prima. Ed era sicura che la stessa cosa valeva per lui. “Fondamentalmente una, ma con un volto ed un corpo diverso ogni volta”.
“Mi rinfrescheresti i piedini?”
Lascio’ il suo cazzo scappellato e insaponato e mise i piedi sotto il getto d’acqua del bidet.
Lui capi’ immediatamente il gioco. Le bagno’ i piedi, poi uso’ il suo cazzo per insaponarli.
Anche i piedi di Lucia, cosi’ come le ascelle, erano un oasi bianca nel bellissimo corpo abbronzato. Le stacco’ la cavigliera e la passo’ tra le dita seguendola con la lingua.
Lei nel frattempo aveva allargato le gambe, i ganci del reggicalze che pendevano davanti alla fica, e aveva iniziato a masturbarsi.
Le succhio’ un alluce, mentre infilava la cappella tra le dita dell’altro piede. Le disse “E’ buonissimo amore, dovresti provarlo.”
Lei accolse l’invito e si porto’ entrambi i piedi alla bocca, leccando ora l’uno ora l’altro.
“E’ buono, si’…ma condito sarebbe meglio…”, disse provocandolo.
“Oh si..”, si tolse il sapone dal cazzo, sotto l’acqua l’asta sembrava ancora piu’ gonfia e dura. Punto’ il cazzo tra i due piedi, al centro dei quali la lingua di Lucia aspettava ingorda.
L’orgasmo non tardo’ ad arrivare. Meno impetuoso di quello della notte prima, ma altrettanto intenso. Lei gusto’ i suoi piedini conditi con la lingua e lui la aiuto’ a ripulire il tutto.

Tornarono a letto. Fu lui a parlare per primo.
“Stavolta sono io a doverti fare una domanda personale. Posso?”
“Spara.”, disse lei, immaginando gia’ cose le avrebbe chiesto.
“Non ti ho ancora penetrata neanche una volta. Ho l’impressione che tu stia rivivendo l’inizio della tua storia d’amore. Quando hai perso la verginita’?”
“A diciotto anni.” Gli poggio’ la testa sul petto. “Si’, hai ragione, e’ proprio cosi’. I primi anni della mia storia d’amore passarono tutti con le piu’ svariate forme di petting. Poi scoprimmo anche la penetrazione, ma subito dopo ci lasciammo e io mollai l’universita’ per entrare in questo mondo. La penetrazione resta qualcosa di meno eccitante per me.”
“Capisco. Beh, la tua storia si avvicina alla mia. Pensa che la fantasia alla base di R2R non prevedeva neanche la penetrazione. A quell’eta’ sapevo che si poteva penetrare, ma ritenevo molto piu’ eccitante lo strusciarsi l’uno contro l’altra. Davo molta piu’ importanza agli abbracci. Naturalmente non si gira un hard senza penetrazioni, quindi ho integrato con mie esperienze dell’eta’ adulta.”
“Sarebbe stato ancora piu’ bello. Ma non sarebbe mai diventato un film. Troppo di nicchia.” Si sorrisero.
“Senti, Francesco. Torniamo per un attimo alla realta’. Devo fare sapere a Giorgio se possiamo girare con te o meno.”
Gli sembro’ di uscire da un sogno. Aveva dimenticato il perche’ del tutto.
“Beh, se troppe pillole non fanno male, e se pensi che non saro’ impacciato, possiamo tentare.”
Lo sguardo di lei si illumino’.
“Cosa mi serve?” si sforzo di sorridere, il cuore riprese a battere forte e il cazzo sembro’ andare in letargo dicendo “non chiamatemi, non ci sono”.
“Per prima cosa devi passare qualche ora da Anna, l’estetista. Hai un po’ troppi peli per essere il personaggio di un ventenne ed inoltre l’hard del nuovo secolo non ammette peli, gli anni settanta sono finiti.”
“Ok, nessun problema.”
“Nel frattempo sentiro’ Giorgio per una questione legale, visto che dobbiamo in qualche modo rimborsare Angelo.”
Alzo’ il telefono. “Centralino?”. Lo guardo’ e capi’ la sua preoccupazione nei suoi occhi. Lo bacio’ sulle labbra, accarezzandogli la guancia. Lo conosceva, sarebbe andato tutto bene.

— Un pacco a sorpresa —

Alla sede di un noto giornale underground giunse un pacco, la dicitura nel foglio di accompagnamento diceva “Videocassetta”.
La segretaria catalogo’ la ricezione e busso’ alla porta di Enrico.
“Enri’, e’ arrivata una videocassetta. Deve essere qualcuno che ti conosce, solo tu sopporti ancora queste anticaglie”.
“Grazie Teresa, lascia pure sulla scrivania”. disse l’uomo mentre rileggeva la bozza di una sua recensione.
Cinque minuti dopo si prese una pausa, getto’un’occhiata al pacco e vide il mittente. Lacero’ il cartone ed estrasse il contenuto.
Una videocassetta, un foglio scritto a mano e una sceneggiatura.
‘In anteprima per te. Guardalo e fammi sapere. Lucia’
Si ripromise di guardarlo quella sera. Rimugino’ sulla strada verso la macchinetta del caffe’ sul perche’ Lucia, la detrattrice del suo stesso genere per eccellenza, si fosse presa la briga di inviargli un filmato.. forse non era hard..

Non riuscendo a darsi una risposta e sopraffatto dalla curiosita’, si chiuse a chiave come faceva ogni volta che visionava del materiale da recensire. Inseri’ la vhs nel suo fido Panasonic, indosso’ le sue cuffie e schiaccio’ PLAY.

— Prima visione —

La statica sul video spari’ in uno sfondo nero. Lo sguardo di Enrico passava dallo schermo alla sceneggiatura.

L’inquadratura del mare durante l’alba, in lontananza una spiaggia, in lento avvicinamento. Pian piano che la cinepresa si avvicina alla spiaggia, appare chiaro che lo spettatore guarda un lido deserto. Tutte le porte delle cabine sono chiuse mentre l’inquadratura si fa strada passando dal mare alla sabbia, salendo verso una cabina in particolare. Sulla cabina il numero 210.
Fade out. Nuovo fade in. Le gambe di un ragazzo dentro la cabina. Lo vediamo in viso per la prima volta. Deve essersi appena svegliato. Si guarda intorno sfiorando le pareti della cabina. Sembra
conoscere il posto, ma non capisce come abbia fatto a svegliarsi li’.
Esce. E’ nudo ma non ci fa caso. Inizia a girare per il lido. Passa alle docce, ai giochi, all’ingresso, alla piscina. Nessun’altro eccetto lui.
Dal solarium guarda la strada e i lidi vicini, e’ tutto vuoto, come se fosse l’ultimo essere sulla terra.
Improvvisamente un grido lacera il silenzio.
La telecamera segue la corsa disperata del ragazzo verso la spiaggia. Una donna, anch’essa nuda, gli corre incontro non appena lo vede, chiamandolo per nome…

— Epilogo —

Il telefono squillo’ mentre facevano l’amore. Scatto’ la segreteria telefonica.
Piu’ tardi attivo’ la riproduzione, mentre il suo uomo faceva il bagno.
“Lucia, sono Enrico. Ho visto R2R. Saro’ sincero: secondo me sara’ un fiasco. Troppo raffinato per i palati hard e troppo hard per i palati raffinati. Ti prometto di farlo girare nei circoli giusti ma ti avviso che restera’ confinato tra i modern”
BIIP, altro messaggio.
“Dicevo, che restera’ confinato tra gli esteti moderni. Posso prepararne una versione sottotitolata per alcuni amici francesi e giapponesi? Potrebbe sfondare da quelle parti. Ciao e grazie per l’anteprima.”

Lucia sorrise. Era orgogliosa del film e sentiva di essere il piu’ vicina possibile ad un’illusione di felicita’.
Che il mondo andasse in malora, per ora non aveva bisogno di altro. Si chiedeva solo per quanto sarebbe durata.

Schiaccio’ il tasto CANCELLA sulla segreteria, si sfilo’ l’accappatoio ed entro’ in bagno.

———-

Nota:
Tengo a precisare che tutti i fatti e le persone presenti nel racconto sono puramente opera della mia fantasia.
Non ho nulla a che vedere con il mondo dell’hard. Sono solo un ragazzo che si e’ divertito per una volta a giocare allo scrittore.

Ciao,
Unatantum.

Leave a Reply