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Racconti Erotici Etero

Relax dopo un matrimonio.

By 8 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Premetto che questo è il mio primo racconto in assoluto..

Era una calda giornata di giugno, e stavamo tutti quanti festeggiando il matrimonio del nostro amico, il primo della compagnia a compiere il grande passo. La giornata era trascorsa tra scherzi, balli, risa e grandi abbuffate.

L’età media era molto bassa, attorno ai 25 anni escludendo i parenti e non mancano le belle ragazze da ammirare. Con la mia compagnia stavamo seduti in una tavolata di uomini dove il principale argomento di discussione era l’abito da cerimonia della sorella della sposa, si passava dal commento delicato di Marco “Che bel fondoschiena..” a quello più esplicito di Andrea “Le mangerei la figa!!!”

Erano le 6 di sera, eravamo in piedi dalle 8 del mattino e, complice il caldo, mi sentivo davvero stanco. I primi gruppi avevano già abbandonato la festa e mentre stavo valutando questa ipotesi, ecco arrivarmi un sms:
“ciao! come va il matrimonio?”
Era Elena, una ragazza conosciuta un mese prima in una chat e che avevo iniziato a frequentare.
“un bel matrimonio, ma ormai la festa è finita..”
“Io sono rientrata da un giro con le amiche, ti va di venirmi a trovare?”
Non potevo chiedere di meglio, era la motivazione che mi mancava per andarmene, in un attimo mi congedai da amici e sposi

“Arrivo tra mezz’ora”.

Il viaggio in macchina non fu leggero. Il caldo dell’auto parcheggiata al sole e la noia della guida contribuirono in modo considerevole ad aumentare la mia stanchezza, per fortuna le canzoni rock passate alla radio mi tennero sveglio consentendomi di arrivare sano e salvo a destinazione.

Purtroppo solo quando mi ritrovai davanti alla sua porta di casa mi resi conto del mio stato: stanco, sudato ma soprattutto, ancora vestito in giacca e cravatta:
“ahahah ma come cazzo sei messo?”
Era apparsa prima ancora che potessi suonare, accogliendomi con la sua solita grinta che la caratterizzava:
“ehm… sono venuto diretto senza passare da casa”
“be è strano vederti così elegante, ma stai bene, dai entra!”

In effetti ero in pieno contrasto rispetto lei, più bassa di me, vestiva una canottiera nera con un teschio glitterato sul petto messo in risalto dall’abbondante seno che la scollatura lasciava ammirare e dei jeans stretti che esaltavano le sue già formose curve.

Salimmo direttamente in camera sua e mentre lei mi tempestava di domande sulla mia giornata, io mi sedetti sul letto crollando dalla stanchezza e addormentandomi.

Quando mi ripresi, era orma buio ma il caldo non aveva cessato la sua morsa, infatti ero ancora più sudato avendo dormito vestito.
“Ah rieccoti tra noi!” aveva passato il suo tempo al computer lasciandomi riposare.
“Scusa cazzo, ero davvero stanco morto, e che caldo!” e nel frattempo mi tolsi giacca e cravatta.
” Dai su vai in bagno a rinfrescarti, sei una spugna di sudore, fai schifo!” disse ridendo.
Andai in bagno, mi tolsi camicia e canottiera e mi rinfrescai faccia e petto, poi ritornai in camera da lei.

“Uh Uh abbiamo Mister italia qua!” e spento il computer, mi venne incontro. Io la presi tra le mie braccia e la baciai.
Non era il primo che ci scambiavamo, già altre sere ci eravamo scambiate affettuosità, ma senza andare oltre le carezze ed i baci.
Stringendosi a me disse:
“Non resisto più! l’avrei fatto la prima volta che ci siamo visti ma non volevo sembrarti una di quelle. Oggi ti presenti a casa mia in un vestito che ti fa veramente sexy, ora sei a petto nudo in camera mia, voglio farlo! subito!”

Fino a quel momento, non avevo pensato ad una tale occasione, l’avevo baciata sì, ma senza pensare ai risvolti di quella situazione, allora la baciai nuovamente, lei schiuse le labbra lasciando scivolare la mia lingua che incontrò la sua. Terminai il bacio succhiandole violentemente le labbra e le dissi:
” Anch’io ti voglio!”

Non se lo fece ripetere due volte, allungò le mani per slacciarmi cintura e pantaloni. Inginocchiandosi si pose all’altezza dei miei boxer e fissandomi negl’occhi me lì sfilò salutando il mio pene con un gran sorriso.

Continuando a fissarmi, prese il mio pene in mano e iniziando a succhiarmelo intensamente, non preoccupandosi di essere delicata, ma anzi tirandomelo talmente forte da farmi male Ero stordito, sveglio da poco e travolto dalla forza delle sue labbra, mi stavo godendo lo spettacolo incredulo per quello che mi stava succedendo, non solo erano mesi che non avevo un rapporto con una ragazza, ma mai mi sarei aspettato di ritrovarmi in una situazione del genere, con una conosciuta appena un mese prima in chat, inconsapevole di introdurmi in un mondo fino a quel momento esistito soltanto nei miei desideri più sepolti.

Nonostante il pompino quasi violento, il mio pene era già al massimo dell’eccitazione:
“Hai un cazzo meravigliosamente duro!” disse eccitata per poi farlo sparire nuovamente nella sua bocca spingendoselo fino in gola con grande foga. Dovevo reagire e svegliarmi, mi aveva acceso come la dinamite e la voglia era ormai a mille, mi staccai da lei e tirandola sù la spinsi sul letto.
“dai scoparmi!” disse mentre iniziò a sfilarsi i jeans ed io, tolti i boxer che erano rimasti ai miei piedi, mi avvicinai ai suoi slip neri e senza neanche aspettare che si fosse completamente spogliata, iniziai a leccarglieli assaporando i suoi umori che l’avevano copiosamente bagnata.
“Mmm, finalmente la tua bocca sulla mia patata, dai mangiamela!”
Leccavo e succhiavo gli umori attraverso i suoi slip, il sapore mi inebriava il cervello come una droga, lei allungando una mano si scostò il filo delle mutandine per farmi raggiungere il suo clitoride che salutai con un bacio mentre già un mio dito iniziava a penetrarla scivolando tra le sue grandi labbra.
“Ti piace?” le chiesi
“ssssi… era tanto che lo desideravo..” disse tra un sospiro e l’altro. La mia bocca esplorava frenetica ogni millimetro della sua pelle al di sotto del monte di venere che era decorato soltanto da un piccolo ciuffo di peli, segno di una cura personale che apprezzavo notevolmente. Con la lingua seguivo le pieghe della carne che si facevano sempre più profonde e saporite, succhiando e tormentando con puro istinto animale la sua femminilità. Il mio indice era ora affiancato dal medio che insistemente si spingevano all’interno del suo corso, guidati dalle contrazioni del bacino che reclamava la sua dose di piacere.
“Mi stai divorando.. oh dio, ti prego lo voglio dentro!”
Staccandomi dal suo sesso, mi avvicinai al suo viso baciandola e dicendole:
“Non avevo programmato nulla di tutto ciò, tanto meno ho dei preservativi dietro e a meno che tu non prenda la pillola, mi sa che non possiamo fare molto di più..”
“No non l’ha prendo la pillola maledetto te, ma arrivata a questo punto, non mi tiro più indietro!”

Così dicendo si sfilò da sotto di me e facendomi sdraiare sul letto, mi montò sopra guidando il mio pene con una mano e facendolo scomparire tra le sue grandi labbra mentre il suo sguardo, più selvaggio che mai, non tradiva alcuna esitazione:
“Non ti azzardare a liberare il tuo seme e fammi godere..” disse quasi sotto voce, come se fosse stata in trance, mentre iniziava a far scorrere l’asta dentro e fuori cavalcarmi in modo lento ma intenso.

Ammiravo i suoi capelli neri lisci ondeggiare, con una mano liberai il seno dalla canottiera e tirandola a me inziai a succhiarle avidamente i capezzoli:
“Uh sì mangiami..”
Eravamo caldi e sudati e questo rendeva il sapore quasi acido ma ancora di più inebriante, mi sentivo come se fossi allattato da una lupa tanto mi sentivo animale.
“Finalmente ti scopo, hai un fuoco dentro, mi fai bruciare il cazzo!” le dissi
“Oh ti piace la mia patata calda?? ”
Di tutta risposta scesi con le mie mani fin sopra il suo sedere stringendolo con forza e iniziando a martellarla col cazzo nella figa. Il suono dei nostri sessi che sbattevano riempiva la stanza, come lo stesso odore nella nostra carne calda che si univa soffocandoci di piacere, la sua bocca era spalancata dal piacere:
“cazzo si, sì, non smettere.. lo sento fino in gola.. dai sfondami!”
Continuai finchè lei non si lasciò andare ad un grido di piacere crollando poi su di me.
“mi hai fatto venire subito, non ho resistito, sei stato bravo. Ma tu? ancora nulla, ora tocca a me farti godere!”

Era davvero irrefrenabile, senza esitazioni era scivolata tra le mie gambe dal mio pene, ripulendolo dai suoi umori con la lingua prima e iniziando un nuovo meraviglioso pompino. Neanche mi guardava, aveva occhi soltanto per il mio cazzo, la forza del suo pompino dimostrava la gratitudine per l’orgasmo appena ricevuto.

Da parte mia stavo godendo come non mi succedeva da anni forse, ma ero ancora ben lontano dall’orgasmo. La stanchezza della giornata unita all’afa estiva mi ponevano in questo limbo e lei se ne accorse dopo le sue insistenti cure.
“Ma tu non vieni mai?? ti avevo chiesto di trattenerti, ma così mi pare troppo, voglio farti godere..”
“eh.. sarà un po’ la stanchezza, alla fine ho passato una giornata molto sfiancante e tu non aiuti”
“si ma io voglio farti venire!”
La sua espressione era molto determinata ma io sinceramente non sapevo che dirle, non volevo che finisse così. Tra l’altro la breve pausa aveva già provocato un leggero calo della mia erezione che notò chiedendomi:
“Ma come? sei davvero così stanco? uffa… non c’è niente che ti ecciti tanto da farti … venire?”
Mi venne subito un pensiero, un desiderio sempre presente ma che svelarlo mi sembrava troppo perchè mi avrebbe fatto sembrare un maniaco. Ma poi, riflettendoci a come ci eravamo conosciuti, ai discorsi in chat, ai momenti adesso, chi avrebbe previsto una tale evoluzione? E poi mi sentivo bene con lei, sentivo di poter confessare a lei il mio desiderio senza paura.
“Beh, una cosa che mi fa impazzire davvero c’è, farlo da dietro… il sesso anale”.
Lei, stupendomi come assolutamente mai avrei previsto, con tutta tranquillità si mise a gattoni sul letto mostrandomi il suo bel sedere:
“si si dai prendimelo è il tuo regalo, sono tutta tua!” mi disse con enfasi.
Da prima allibito, mi lanciai sul suo sedere (tralasciando i dettagli della sua evidente non verginità di cui mi avrebbe parlato in futuro), inumidì il suo ano con un po’ di saliva e appoggiai il mio glande sul suo fiorellino. Lei con le mani si allargò le natiche mentre iniziavo spingere dentro di lei.
Dopo una prima resistenza, la punta scivolò dentro accolto da un suo estasiastico “oooh”. Spingevo ammirando l’asta che poco alla volta scivolava dentro di lei fino a sbatterle contro con le palle, godendomi il suo calore e i suoi muscoli contratti:
“Che culo meraviglioso hai…” le dissi.
“E’ tutto tuo, fanne ciò che vuoi.”
Le sue parole mi lasciavano sempre senza fiato ma con tanta eccitazione, infatti iniziai lentamente a uscire, fermandomi un attimo prima e impalandola nuovamente. Il ritmo aumentava man mano che i suoi muscoli si rilassavano, il suo retto lubrificato mi permetteva movimenti sempre più veloci e forti.
Stavo godendo come non mi capitava da anni, lei a pecora sul letto con me dietro che la scopavo nel culo senza sosta, mi sentivo al limite ma non volevo smettere, rischiavo però di stancarmi troppo e decisi allora di concludere aumentando la forza delle mie spinte.
Le mie palle sbattevano violentemente sulla sua pelle, il retto aveva perso ogni elasticità sotto i miei colpi e lei incantata in un rantolo di piacere subiva passivamente finchè esplosi il mio orgasmo con cui scaricai tutto il mio sperma riempendole l’intestino.
Ci fermammo:
“Tutto bene??” mi chiese, “oh sì… mi hai fatto morire” “Mi hai riempita senza permesso ma te lo sei meritato..”
Drogato dall’eccitazione del momento non avevo pensato ai rischi del caso, ma ne era valsa la pena.
Mi sfilai lentamente da lei, ma appena il suo ano fu libero dal mio pene, schizzò un grande getto di sperma che sporcò le lenzuola, seguito da altri due.
L’odore ne impregnava la camera, aprì la finestra per dare aria alla stanza mentre lei con un gran sorriso disse:
“Oooh quanta, allora ti sono piaciuta molto!”
Le sue frasi erano provocazioni pure, ero quasi tentato di riprendere da dove eravamo rimasti, quando ad un tratto bussarono alla porta:
“Ele sei in camera? voglio andare a dormire!”
“Vai a dormire in camera di Mamma e Papà, qua ci sto io!”
“Eh che palle!!!”
Questo stroncò ogni mio desiderio e possibilità di riprendere:
“Chi cazzo e!?!?” le chiesi sottovoce “Mia sorella” disse scocciata mentre toglieva le lenzuola dal letto per buttarle nel cesto della roba sporca. “Dai vestiamoci e usciamo”.

La nostra serata assieme si concluse da li a poco, mezz’ora dopo ero già a casa mia a riflettere sulla giornata appena trascorsa nel tentativo di rimettere insieme il filo degli eventi, troppo stanco per poter immaginare cosa mi aspettava e crollando nel sonno più profondo.

Buonanotte!

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