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Racconti Erotici Etero

Replay

By 11 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Viola… e giallo, e rosso, e verde, poi di nuovo viola…
La Provenza si riversa negli occhi, sfocata, nel tremolio liquido del sole di agosto…

La Diane arancio, che prima borbottava sulla strada, è ora ferma a cuocersi sotto il sole… ed io con lei, accompagnate dall’insistente presenza delle cicale.

Caldo… in testa… addosso… il vestito leggero a fiori si appiccica alla pelle…

 

La vasca a bordo strada, fra gli alberi, è incredibile: acqua limpida, fresca che si colora di azzurro nell’ombra delle foglie…

Perché no…? In fondo non incrocio anima viva da ore…

…Lo faccio… il vestito va via in un attimo, lo lancio sul sedile…
Niente reggiseno… la sensazione di follia è esaltante: in perizoma e sandaletti saltello come una bambina fino al bordo vasca…
E poi… dentro!!
Cazzo!!… Toglie il fiato… poi gelida … poi deliziosamente fresca…
Mi lascio andare, ed il corpo lentamente affiora fino ad allinearsi al pelo dell’acqua, gli occhi socchiusi, le orecchie sommerse, piene solo dello sciabordìo ovattato dell’acqua…
…La pelle d’oca, i capezzoli duri dal freddo… ma quanto tempo è passato??
Scivolo fuori, le dita tirano indietro i capelli, poi passano sul corpo a spazzare le gocce…

 

…Lo vedo…

 

Se ne sta in piedi, appoggiato alla sua macchina parcheggiata poco più avanti, in una rientranza, non potevo notarla dalla strada… Fuma una sigaretta e mi guarda divertito…

Istintivamente mi copro il seno con le mani.
Lui porta la sigaretta alle labbra, ed applaude, lento, un colpo alla volta, ogni colpo uno sguardo… alle gambe … ai fianchi … al collo … ai seni … al pube…
Muove due dita in cerchio, con un’espressione interrogativa, come a chiedere di girare su me stessa.
Un brivido mi corre per il corpo, le braccia si rilassano… piroetto lentamente…
Di nuovo i suoi occhi… le dita indicano il perizoma… un gesto breve… ripetuto… verso il basso…
E sia, la situazione mi turba, ma piacevolmente, non ho paura di lui.
Se m’avessero detto che un giorno mi sarei spogliata nuda, assecondando la richiesta di uno sconosciuto, avrei riso loro in faccia, sprezzante.

E invece lo sto facendo: mi calo il perizoma, fino alle caviglie, e mi risollevo a guardarlo, mentre sento l’acqua ancora fresca gocciolare lentamente dalla sottile striscia di peluria del mio sesso…
I suoi occhi si assottigliano, intenti, come quando si vuole capire la vera essenza di un quadro… ma il sorriso rimane…
Mi fa segno di rimanere dove sono, lascia andare la sigaretta con un gesto ostentato e prende per il corpo una bottiglia sul cofano.
Si alza e si avvicina, coprendo lo spazio che ci separa con un passo controllato… come… come un ginnasta, un atleta, un ballerino…

…È davanti a me… gli occhi neri incollati ai miei…

Prende un sorso… e mi porge alle labbra la bottiglia…
Profumo intenso, dolciastro, con il pungente aroma dell’anice…
Non riesco a trattenere una smorfia. Con un gesto gentile della mano rifiuto l’alcolico.
 “Non ne ho bisogno” gli dico, calma.

Lui capisce, gli si allarga il sorriso… mi squadra nuovamente.. il suo sguardo scende, si sofferma sul perizoma ai miei piedi, poi sale, fino ai miei occhi, e si fissa.

Abbassa la bottiglia… la porta all’altezza del mio ventre e con le nocche delle dita strette sul collo di vetro mi accarezza il pube bagnato… si china leggermente portando la mano sotto il mio inguine… sento il vetro toccarmi l’intimità… strusciarmi le labbra… spostarle…

Poi si raddrizza e solleva a sé la bottiglia.

Se la porta alle labbra, beve nuovamente, gustandosi quel sapore aggiunto.

Si asciuga la bocca con il dorso della mano… il sorriso si dissolve, un movimento brusco… mi fa cenno di girarmi.

Titubo… lui ripete il gesto, più impaziente.

Ubbidisco.

Guardo i colori vibrare lungo la linea dell’orizzonte, il resto dei sensi è concentrato su quest’uomo alle mie spalle.

…Una mano su una spalla, preme, decisa, verso il basso…

Piego una gamba, poi l’altra… la terra a contatto con la pelle delle mie ginocchia è calda.

…Una pressione alla nuca…
Mi chino in avanti, tocco le piastrelle con i palmi… e abbasso la testa, fino a terra, inarcando così la schiena… esponendogli ciò che vuole… “Come una gatta in calore…” mi viene da sussurrare, completando il mio pensiero.

…Secondi che passano lenti… le cicale aumentano il rumore… di nuovo caldo, ma non è il sole, stavolta…
…Qualcosa scivola sulla mia schiena… la bottiglia… poi, contemporaneamente, l’odore di anice e la sensazione di qualcosa che scorre, liquido, dalla base della schiena, attraverso il solco delle natiche e giù… a gocciolare, come prima faceva l’acqua…
…Altri secondi interminabili…
Poi lo sento bere… leccarmi, lapparmi… godersi il liquore sulla mia carne… nella mia carne…
Ora lieve… ora profondo… lento… rapido… gentile e spietato… lingua, poi dita, poi…

 

Ora è qualcosa di più consistente che mi penetra… Carne o vetro… non importa… adesso non importa più, basta che continui…

 

Il tempo perde di significato, il piacere monta, continuo… sento l’orgasmo salire, farsi vicino… sollevo gli occhi…

…La luce abbagliante mi acceca…

La cicala tace, il vento è andato…

…Silenzio…

“Pilota, sei richiamato ai tuoi compiti.”
La voce androgina vibra dentro di me, passando per l’impianto corticale.
“Merda che palle, Nave!” …non riesco mai a chiamarla Vascello Da Carico IZ649…
Mi sfilo l’impianto dalle tempie, riapro gli occhi… Giove occupa l’intero orizzonte fuori dagli oblò.
“Sai quanto ho aspettato per questo file di memoria indotta? E quanto cazzo mi costa l’affitto dell’impianto?” …non risponde… non lo fa mai quando protesto.
“Eseguire correzione di rotta, pilota” …io non la chiamo VDC e lei non mi chiama Mari, siamo pari, in fondo…

La mia mano si muove veloce e rabbiosa sulla consolle… “Ecco… ecco qui… sei contenta adesso, Nave?”
“Le correzioni sono state accettate, pilota.”
Sbuffo. “Quanto a Titano?”
“Due giorni, sei ore, ventisette minuti e sedici secondi.”
Mi rimetto l’impianto e mi torno ad adagiare sulla cuccetta, le flebo sono ancora nelle vene: non avrò fame…

…Chiudo gli occhi…
“Nave, file ‘Provenza’… replay…”

Viola… e giallo, e rosso, e verde, poi di nuovo viola…

 

 

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