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Racconti Erotici Etero

Revenge

By 26 Agosto 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

REVENGE

La sera che accadde stavo pigramente seduto sul divano a guardare la televisione.
Non aspettavo nessuno e quando sentii suonare il campanello pensai al solito scocciatore intenzionato a vendermi qualche cianfrusaglia.
Risposi con malagrazia al citofono, rimanendo sorpreso nel sentire la voce di Alessia, la fidanzata del mio amico Roberto: “Ciao, disturbo? Mi fai salire un attimo”.
Appena salita la feci accomodare in salotto: le versai due dita di liquore con ghiaccio e la feci sedere sul divano.
“Che ci fai di bello da me stasera? E Roberto viene?”
“No, Roberto non è venuto, sono sola. Volevo chiederti un favore.”
“Dimmi pure, qualsiasi cosa”
“Dunque, se non ricordo male sei un appassionato di riprese cinematografiche, vero?”
Annuii, nel tempo libero mi dilettavo con riprese amatoriali e cortometraggi con la mia piccola ma versatile videocamera digitale, in alcuni corti avevo pure coinvolto i miei amici, compresi Roberto e Alessia.
“Mi insegneresti?”
Accettai volentieri, e andai subito a prendere la videocamera col cavalletto e tutta l’attrezzatura che tenevo in un’altra stanza.
Gliela mostrai: “Non è difficile, guardi dentro l’obiettivo, pigi il tasto play e riprendi tutto quello che vuoi” e così dicendo feci partire la ripresa.
“Avrei voglia di ascoltare della musica, accendi lo stereo per favore?”
Mentre Alessia armeggiava con la videocamera andai a mettere un CD di musica latino-americana: i suoni, ritmati e sensuali, si sprigionarono dalle casse del diffusore.
“Mi piace questa musica, che bello…mi filmi mentre ballo?” cinguettò felice, guadagnando il centro del salotto e iniziando a dimenare il corpo seguendo i ritmi latini.
Io acconsentii entusiasta e cominciai a riprenderla mentre danzava: Alessia è una ragazza molto bella, alta e slanciata, con lunghe gambe e un seno piccolo ma ben proporzionato, occhi scuri e lunghi capelli neri, quella sera raccolti in una coda che le scendeva sulla schiena.
Indossava una camicetta di cotone bianca e un gonnellino di jeans molto corto con le frange, che faceva risaltare le lunghe gambe ornate da cavigliere, la cui perfetta forma e tonicità era esaltata dai sandali neri con tacco alto che calzava quella sera.
Muovendosi in modo molto sensuale, si sciolse i lunghi capelli mentre io continuavo a filmarla: girando su se stessa il gonnellino si alzava, scoprendo generose porzioni di coscia che non sfuggivano all’occhio elettronico della piccola videocamera.
“Che caldo…non senti caldo anche te?” mi urlò, sganciandosi le maniche e i bottoni del colletto della camicetta.
Il suo modo di ballare era sempre più sensuale e disinibito, dimenandosi si voltò dandomi le spalle e si piegò in avanti, facendo risalire il gonnellino fino all’altezza del sedere e lasciando intravedere il perizoma bianco che sotto indossava.
Quando si girò aveva sganciato anche gli altri bottoni della camicetta, che era ormai aperta mettendo in mostra il reggiseno di pizzo dello stesso colore delle mutandine.
La temperatura nella stanza cominciava a farsi torrida, io riprendevo la danza di Alessia, sempre più simile ad uno spogliarello, paralizzato dalla bellezza e dalla sensualità che sprigionava il suo corpo.
Con un gesto rapido da ballerina esperta la camicetta volò via, mentre con le mani giocava in maniera sempre più esplicita e maliziosa con le frange del gonnellino, facendolo risalire e scendere in modo sempre più provocante.
Si voltò di nuovo, facendosi prima scivolare le spalline del reggiseno e successivamente sganciandoselo, poi girandosi e indirizzando lo sguardo verso me e di conseguenza verso la videocamera che la stava riprendendo, urlò “voilà” e mi lanciò l’indumento, rimanendo col seno scoperto.
Io ero prigioniero dell’imprevisto spettacolo che si presentava ai miei occhi, ormai sempre più preda di inevitabili istinti e desideri.
Nel frattempo Alessia, sempre più scatenata nella danza, aveva sganciato il gonnellino, scivolatole ai piedi, e coperta solo dal ridottissimo perizoma agitava sempre più velocemente le anche, facendo risaltare la forma perfetta del suo sedere.
Cominciò a giocare col perizoma, facendolo scendere e salire velocemente.
Io ero letteralmente paralizzato: l’occhio elettronico della telecamera continuava a riprendere, mentre pregavo dentro di me che la mia amica completasse l’opera, mostrandomi la parte più intima del suo splendido corpo.
Venni ben presto accontentato, e le mutandine di Alessia terminarono sul pavimento a far compagnia agli altri indumenti, la peluria nera del suo pube era ormai in bella mostra.
Abbassai la camera, pensando che lo spettacolo fosse così terminato, ma venni fermato con decisione: “Che fai? Guarda che ho appena cominciato…”
Riportai l’occhio sull’obiettivo, sempre più eccitato dalla piega che stava prendendo la visita a sorpresa della mia amica.
Alessia si piegò in ginocchio e cominciò a camminare gattoni venendo verso me, quando mi raggiunse sganciò la cintola e calò i miei pantaloni, cominciando a strusciare la mano sulle mie mutande, che contenevano a stento la mia eccitazione.
Con un rapido gesto le abbassò e strinse forte il mio pene, che aveva ormai raggiunto la massima erezione.
Guardando l’obiettivo con uno sguardo veramente provocante, mi fece l’occhiolino: “scommetto che hai proprio voglia di questo” e così dicendo cominciò a leccarlo, facendoselo ben presto scivolare tutto in bocca.
Non riuscivo a capacitarmi di quello che stava capitando: comodamente seduto sul divano del mio salotto, coi calzoni abbassati, stavo filmando la fidanzata del mio più caro amico deliziarmi con un pompino coi fiocchi.
Alessia era abilissima, con la lingua percorreva l’asta in tutta la sua lunghezza, fino ai testicoli, per poi risalire velocemente, andando a stimolare il glande con delicati morsetti e facendosi successivamente scivolare il cazzo in bocca per tutta la sua interezza.
Stavo così per raggiungere l’orgasmo quando Alessia fermò la sua azione: “adesso prendimi, forza!”
Posai la videocamera, ma lei pretese di continuare ad essere filmata: eccitato da questa sua volontà posizionai velocemente lo strumento sul cavalletto, volgendolo verso il divano, in modo da riprendere tutto quello che sarebbe successo in seguito.
La feci stendere e cominciai a baciarle e leccarle tutto il suo splendido corpo: cominciai dai piedi, risalii con la lingua le caviglie e le gambe, fino ad arrivarle in mezzo alle cosce, assaporando il sapore del suo sesso e stimolandola nelle sue parti più intime e delicate.
Poi risalii fino ai seni, succhiandole delicatamente i capezzoli, le leccai il collo e arrivai a sfiorarle le labbra, ma Alessia me le rifiutò, urlandomi un esplicito “scopami”.
“Bene, niente coccole e tenerezze, vuoi essere scopata, ti accontento subito” pensai, e montandole sopra appoggiai il pene alle labbra del suo sesso, facendolo scivolare dentro.
Mentre cominciavo a muovermi dentro di lei, notai che Alessia volgeva il viso verso la videocamera, urlando e mugolando come se fosse preda del più violento degli orgasmi.
“Che esibizionista” pensai “e che troia, le piace riprendersi, magari rivedendosi si masturba pure…”.
Le feci voltare e mettere carponi sul divano, in modo da poterla prendere a pecorina, poi mi sedetti e le chiesi di montarmi sopra.
Lei mi assecondò, ma lo fece voltandomi la schiena, offrendo così tutto il suo corpo all’obiettivo: si lasciò scivolare dentro il cazzo e cominciò ad andare in su e giù, mugolando e urlando di piacere.
“Sì, dai così…ancora…ancora…mi piace…”
Facevo sempre più fatica a resistere al suo ritmo e a trattenermi, sentivo l’orgasmo avvicinarsi, quando Alessia si fermò di nuovo.
“Adesso inculami”
Il tono perentorio con cui mi ordinava di sodomizzarla non ammetteva repliche: si alzò e si mise carponi sul pavimento, col sedere rivolto verso la videocamera.
Io mi inginocchiai dietro di lei, leccandole il solco delle natiche cercai di lubrificarle l’ano con la saliva, e poi tentai la penetrazione: la mia precipitazione tuttavia, unita alla mancanza di una valida lubrificazione, resero l’operazione assai difficoltosa.
“Alessia, ma sei proprio sicura?” le domandai, esitante.
“Guarda nella borsetta, ho del gel lubrificante.”
Le frugai nella borsetta, che aveva abbandonata sul tavolo del salotto appena arrivata, e tra i vari oggetti contenuti al suo interno vi trovai anche un tubetto di lubrificante, ancora sigillato, di cui evidentemente si era premunita prima di venire da me.
Eccitatissimo le unsi il buco del sedere e le feci scivolare dentro l’indice della mano, poi appena sentii che si era abituata le infilai dentro anche il dito medio.
Dopo averla stimolata in questo modo per qualche minuto, fu dilatata e rilassata al punto giusto, allora sfilai le dita e appoggiai la cappella, premendo con una certa delicatezza.
“Forza, che aspetti? Lo voglio nel culo…” urlò Alessia, volgendo la testa verso la videocamera.
Persi ogni esitazione e la penetrai, spingendo con decisione.
La sentii urlare per il dolore, mi arrestai subito, aspettando che lo sfintere si abituasse al mio pene, dopodichè lo spinsi fino in fondo, iniziando lentamente a muovermi dentro di lei.
Alessia cominciò ben presto a rispondere ritmicamente ai miei affondi con movimenti ad essi contrari, spingendo il sedere contro di me ogni qual volta io spingevo il cazzo dentro di lei.
Col collo piegato di lato rivolgeva il volto verso la camera, ansimando e urlando oscenità come una consumata pornostar: “Dai, siiii…inculami così, come una troia…più forte, più forte…”
Non potevo più resistere a lungo, la strinsi per i fianchi e aumentai rapidamente il ritmo, raggiungendo velocemente il culmine del piacere: uscii da lei appena in tempo per schizzarle il mio seme sulla schiena.
Crollai esausto sul pavimento, mentre Alessia rimaneva immobile, col sedere rivolto verso la camera e lo sperma che le colava oscenamente tra le natiche.
Poi si scosse: “vai a farti una doccia, che sei tutto sudato. Poi se mi dai un asciugamano mi pulisco anch’io” .
La invitai ad andare subito in bagno a lavarsi, che io avrei aspettavo, ma insistette perché mi facessi la doccia per primo.
Mentre l’acqua scorreva sul mio corpo mi chiedevo cosa avesse scatenato proprio quella sera la sua carica erotica, e perché avesse voluto filmare tutto, forse per una forma di vouyerismo o di perversione che non facevo sua, almeno per come avevo imparato a conoscerla.
Mi asciugai, mi misi addosso l’accappatoio e le presi un asciugamano, ma quando tornai in salotto non c’era più: se n’era andata, portandosi via la mia videocamera in cui era ripreso il nostro amplesso.
Sul divano, dove fino a pochi minuti prima i nostri corpi si scambiavano reciproco piacere, c’era un suo biglietto.
“So che Roberto mi tradisce con più di una donna, e lo sai anche te. L’ho pure pedinato e fotografato, quel maiale. Non volevo crederci. Avrei voluto picchiarlo, strappargli le palle, cancellarlo dal mondo. Ma poi ho preferito vendicarmi così, ripagandolo con la sua stessa moneta..
Quando vedrà in video la sua fidanzata scopare col suo migliore amico capirà quello che ho provato io: sentirà anche lui l’umiliazione profonda, il senso di impotenza, frustrazione e rabbia che viene dallo scoprirsi traditi dalla persona amata.
So che questo comprometterà irrimediabilmente la vostra amicizia, ma non sentirti una vittima perché sei colpevole pure te: potevi rifiutarti in qualsiasi momento, ma come avevo previsto non hai esitato un attimo a farti la ragazza del tuo migliore amico. Voi uomini siete tutti uguali…”
Seduto sul divano rileggevo le parole di Alessia, pensando che pochi minuti di piacere avrebbero evidentemente rovinato un amicizia che durava fin dai tempi dell’infanzia: inoltre ero doppiamente colpevole, infatti ero perfettamente a conoscenza delle numerose scappatelle di Roberto, gli avevo pure prestato più di una volta la mia casa per i suoi incontri.
Poco dopo il suono del cellulare mi segnalò l’arrivo di un sms: era ancora Alessia.
“A proposito, è la prima volta che me lo faccio mettere dietro. Non ero sicura che ne sarei stata capace. A lui non l’ho mai permesso, nonostante insista molto. Il pensiero che mi vedrà farmi rompere il culo dal suo migliore amico e complice mi ha reso la cosa assai piacevole…”
Sì Alessia, hai proprio ragione. Noi uomini siamo tutti uguali. Dei mascalzoni. Dei gran maiali. Sempre pronti alla prima occasione a tradire gli amori e le amicizie di una vita intera.
Tu però hai ottenuto la tua vendetta…

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