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Racconti Erotici Etero

Ricatto a scuola…

By 30 Gennaio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Era arrivata la fine del primo quadrimestre, tempo di pagelle e riunione con i genitori. Proprio quel pomeriggio mia moglie aveva un importante impegno di lavoro quindi fui costretto ad andare io al suo posto. Mia figlia non era mai stata una secchiona, ma fortunatamente fino a quel giorno era riuscita a non avere insufficienze.

La sorpresa arrivò proprio con quella pagella. Arrivai a scuola insieme a mia figlia. Entrammo dentro. Lei si fermò a parlare con i suoi compagni all’entrata indicandomi dove dovevo andare per ritirare la pagella. Entrai in quella che doveva essere la sua classe e aspettai pazientemente il mio turno.

Il prof. d’Italiano chiamò il mio cognome. Mi avvicinai a lui, intento a leggere la pagella di mia figlia. Dopo una breve pausa alzò gli occhi e mi disse: ‘devo darle una brutta notizia, sua figlia ha preso una insufficienza dalla collega di storia dell’arte’.
‘Pazienza’ – pensai – ‘anch’io da ragazzino come lei avevo tanti pensieri e problemi e che mi portavano a studiare poco…proverò ad aiutare mia figlia durante il secondo quadrimestre.’
Non notando alcuna meraviglia nei miei occhi il prof continuò: ‘Guardi che l’insufficienza di cui le sto parlando è grave…sua figlia rischia addirittura di perdere l’anno. Le consiglio vivamente di parlare con la collega di storia dell’arte che si trova in questo momento in sala professori. Le saprà spiegare meglio la gravità della situazione’

Adesso ero preoccupato. Grave insufficienza? Rischia di perdere l’anno? Ero stupito e imbarazzato. La mia stellina era sempre stata sincera con me, mi raccontava tutto…tutto quello che una ragazzina può raccontare al suo vecchio…di sicuro mi diceva molto di più di quanto potessero raccontare i suoi compagni ai propri genitori. Ma soprattutto mai e poi mai mi avrebbe nascosto i problemi e difficoltà con professori e materie. Mi sentivo tradito dalla mia stellina.

Lasciai l’aula e cominciai a cercare la sala professori. Passai dall’ufficio del preside, amico di vecchia data con cui di tanto in tanto uscivamo insieme alle nostre famiglie in barca a pescare. Ci salutammo cordialmente, iniziammo a parlare di lavoro e di figli. Cercai di evitare l’argomento pagelle. Fortunatamente una telefonata ci interruppe. Approfittai per salutarlo rapidamente e andar via.

Arrivai infine alla sala professori, una stanza con un grande tavolo al centro circondato da diverse sedie e le pareti piene di scaffali. La prof di storia dell’arte era seduta, stava leggendo attentamente delle scartoffie. Al mio arrivo sollevò gli occhi, mi fissò e mi sorrise.
Dimostrava una quarantina d’anni, l’aspetto molto curato. Sebbene venissi ogni giorno a prendere mia figlia all’uscita della scuola non ricordavo il suo viso.

‘E’ lei l’insegnante di storia dell’arte?’ – chiesi – ‘Sono xxx, ero passato per la pagella di mia figlia e il suo collega di italiano mi ha evidenziato il problema…’

Mi interruppe frettolosamente: ‘Sì, sì, la conosco, l’ho vista diverse volte venire a prendere sua figlia all’uscita della scuola…Sebbene sia io la supplente di storia dell’arte, sono stata io a dare quell’insufficienza a sua figlia…si accomodi pure. Un attimo e sono da lei’.
Si alzò per andare a chiudere la porta della sala. Appena seduto mi si avvicinò. Si sedette sul tavolo tirando un po su la gonna e mettendo in bella vista le sue gambe velate.

‘Sua figlia in diverse occasioni è stata molto critica nei miei confronti’ – inizio’ – ‘sono stata costretta a riprenderla davanti ai compagni, ma non è servito a nulla. Ho provato a parlare con lei, a cercare di capire quale potesse essere il motivo di tutta questa ostilità nei miei confronti.’

Scrutavo i suoi occhi con attenzione.

‘Deve sapere ehmmm…posso darti del tu?’ – disse

‘Certamente’ – feci io – ‘non ci sono problemi’

‘Ok…beh…devi sapere che durante una di queste discussioni tua figlia mi ha rivelato una cosa che probabilmente l’ha traumatizzata…a quanto pare…qualche giorno fa…ha visto te e tua moglie in un momento….come dire…di intimità’

Le sue parole mi lasciarono sbalordito. Io e mia moglie avevamo fatto sempre attenzione per evitare che la mia stellina potesse beccarci in quei momenti…Prima o poi sarebbe accaduto, ne ero certo, ma non avrei mai creduto che avrebbe potuto traumatizzarsi così tanto. Avevo parlato più di una volta di sesso con la mia stellina, le avevo spiegato per benino quello che succede tra un uomo e una donna quando si amano. Le avevo spiegato chiaramente che papà e mamma e papà erano uomo e donna, che si amavano tanto e che per metterla al mondo avevano fatto anche loro quelle cose. Contavo proprio su quel discorsetto fatto periodicamente, man mano che crescesse, per evitare proprio quel trauma…non era servito a nulla.

‘Tua figlia mi ha confessato che non riesce proprio a digerirlo…aveva intenzione di farvela pagare ma non sapendo bene le sue intenzioni ho preferito non avvertirvi della cosa…’ – disse lei

‘Non…non è possibile…’ – balbettai disorientato.

‘…con il passare dei giorni l’ho vista sempre più irrequieta’ – continuò – ‘sempre più critica verso tutti fino a quando siamo arrivati alle scenate in classe…’

Com’era possibile? La mia stellina. Un angelo tranquillo e buono. A casa non avevamo percepito nessun cambiamento in lei. E poi come si spiegava il profitto delle altre materie? Se era irrequieta come mi stava dicendo quella donna anche gli altri professori avrebbero abbassato i voti. I conti non mi tornavano per nulla…quella donna mi stava nascondendo qualcosa…

‘…mi ha raccontato tutto sai? Nei minimi particolari…’ – disse avvicinando lentamente le gambe a me – ‘…vi ha sorpresi a letto…tua moglie era sopra di te…che si infilava fino alla radice il tuo sesso…’. La sua voce aveva improvvisamente cambiato tono…era diventata sensuale. Mi sentivo ancora più disorientato.

Improvvisamente avvicinò il suo viso a me come se volesse dirmi qualcosa di serio e più personale. Mi aspettavo che aprisse bocca da un momento all’altro. Invece, con mio sommo stupore, mi baciò cominciando sin da subito a succhiare le mie labbra.

‘So perfettamente quello che combini con tua moglie, porcellino!’ – disse scostandosi per un attimo – ‘…e non sai quanto abbia traumatizzato me quel racconto così dettagliato che il tuo angioletto mi ha candidamente confessato! Sei un porcellino perverso! Non immagini quante volte mi sono toccata freneticamente pensando alle tue maialate!’

Quella voce, quelle parole eccitate, quel bacio…la mia testa aveva smesso di funzionare…in compenso sentii subito il mio attrezzo, tra le gambe, funzionare alla perfezione. Puntuale come un orologio svizzero, aveva risposto per me alle provocazioni di quella donna e adesso premeva vistosamente sulla stoffa dei pantaloni.

Se ne accorse anche lei. Poggiò una mano sul mio pacco chiedendomi: ‘ti va di giocare con la tua maialina?’

Che donna perversamente attraente. In un attimo fui in piedi, tra le sue gambe. La baciai con passione e trasporto. Avevo perso completamente la bussola. Il mio pisello stava ragionando per me, se la voleva fare a tutti i costi. Nessuna traccia nella mia mente di ragione, di senso di colpa per il tradimento di mia moglie che stavo per compiere: la voglia di possedere quella donna aveva improvvisamente annullato la mia volontà.

Mentre io avevo preso il suo viso tra le mie mani, le sue erano già scese verso il basso ad armeggiare con la cintura e la zip dei miei pantaloni. Afferrò il mio pisello già in piena erezione e lo menò un paio di volte. ‘Facciamo presto…’ – disse con voce eccitata tirandosi su la gonna – ‘…ho chiuso a chiave la porta ma non voglio rischiare sospetti…’

Hai capito la maialina? Aveva già progettato tutto? E cosa sarebbe accaduto se fosse passata mia moglie a ritirare la pagella? Aveva avuto un colpo di fortuna?
Nel frattempo la mia mano era scesa tra le sue gambe…non indossava le mutandine ed era completamente fradicia. Delle coincidenze surreali…ma stava accandendo…proprio a me.

Tirai i suoi fianchi a me…in pochi istanti la mia cappella entrò dentro la sua passera assatanata che sembrò quasi volerlo risucchiare dentro. La penetrai con una facilità disarmante. Era così lubrificata che a stento sentivo il massaggio delle pareti della sua vagina.

Affondai nella sua carne lentamente causandole un lungo e intenso uhhhhhhhhhhmmmmmmmmm. Mi bastarono appena un paio di movimenti per essere completamente dentro di lei. Cominciai a muovermi lentamente. Il suo corpo rispondeva in modo sempre più eccitante ai miei movimenti. In breve portò le sue gambe dietro la mia schiena piantando i suoi talloni sopra le mie natiche. Contemporaneamente strinse le braccia spingendo il suo corpo sul mio. Il suo bacino rispondeva ai miei colpi con un sincronismo eccezionale.

‘Montami stallone!’ – cominciò ad ansimare – ‘fammi vedere come monti la tua cavalla…sfondami…fammi sentire quanto ti piace la fica…scopami!!’

I suoi gemiti, alternati a parole sempre più volgari mi alimentavano sempre più il mio bisogno di castigare quella donna focosa. Cominciai ad aumentare il ritmo sempre di più. I suoi gemiti ben presto diventarono singhiozzi. Il mio corpo aveva liberato una bestia che non sapevo di conoscere. La pompavo come un ossesso. La stanza risuonava di un suono di schiaffi causato dal violento sbattere delle mie palle sulle sue chiappe. Stavamo scopando come delle bestie.

L’odore del suo sesso aveva invaso la stanza. La cavalla apprezzava vistosamente quel trattamento, voleva dentro il mio cazzo, lo voleva tutto, voleva godere di quell’amplesso così proibito. Cercava disperatamente di affondare le sue unghie sulle mie spalle attraverso la stoffa del maglione che indossavo. ‘Oh mio dio…che stallone…il tuo cazzo…oh…la mia fica…come mi stai montando…ohhhh…un uragano…mi squassi…’ – urlava tra un sighiozzo e l’altro. Le sue parole erano sempre più sconclusionate. Gemeva intensamente. Chiuse gli occhi tirandomi a se con forza. Stava venendo. Un orgasmo oscenamente eccitante. Ben presto anche io raggiunsi l’apice del piacere. Improvvisamente mi ricordai che il mio cazzo stava scivolando nudo dentro di lei, senza alcun tipo di precauzione. Ebbi la forza sovrumana di riuscire a fermarmi e a uscire da lei proprio un istante prima che il mio cazzo esplodesse schizzando il mio caldo sperma dappertutto.

Collassai sul suo corpo. Rimasi fermo per qualche istante per riprendere fiato e senno. Piano piano realizzavo quanto in basso ero caduto: avevo tradito mia moglie. Erano anni che avevo smesso di ragionare con il pisello e adesso mi era bastata una femmina infoiata per tornare a comportarmi come un ragazzino in calore.

‘Mmmmmmh sei stato molto convincente…’ – disse lei, strappandomi dai pensieri e richiamandomi alla realtà – ‘…in fondo la situazione di tua figlia non è così disperata…penso che dovremmo vederci di tanto in tanto per vedere si ci sono miglioramenti…che ne pensi?’

Non risposi, il senso di colpa per come m’ero lasciato trasportare mi aveva tolto la voce. Nel ricomporci alla meno peggio dissi solo: ‘vedremo…’.

Abbandonai la sala professori completamente frustrato. Non sapevo più in che credere. L’idea della mia dolce stellina che mi aveva visto scopare, l’insufficienza, i casini con la professoressa d’arte…e poi quel tradimento inaspettato.
All’uscita mia figlia era li che mi aspettava. Capì subito che c’era qualcosa che non andava bene. Mi seguì in silenzio.

Appena saliti in macchina mi chiese con voce ansiosa: ‘cos’hai papà? non ti senti bene?’

‘Storia dell’arte ti dice qualcosa?’ – dissi con voce spezzata

‘Beh…’ – rispose – ‘tutte le interrogazioni mi sono andate bene, non mi appassiona tantissimo, ma ho fatto di tutto per impegnarmi…cos’è successo?’

Le passai la pagella.

‘Noooo’ – esclamò sorpresa – ‘non può essere…quella troia!!’

Alzai la voce: ‘Stella! Cos’è questo linguaggio adesso?’

‘Papà…ti giuro…ho studiato come una matta…’ – cominciò a supplicare con le lacrime agli occhi – ‘…ti prego…ti imploro…devi credermi!’

‘Stella…’ – cercai di fermarla

‘No!’ – urlò disperata – ‘Devi credermi! Devi fidarti di me come hai sempre fatto! C’è una cosa che non ti ho mai voluto dire e che potrebbe essere la spiegazione a questa pagella!’

‘Stella…’ – ancora un mio inutile tentativo di fermarla…

‘Qualche giorno dopo che è arrivata questa supplente, mi chiamò da una parte e cominciò a farmi delle domande strane. Aveva cominciato a chiedermi di te e mamma, voleva sapere se eri separato, se a casa andavi daccordo con mamma…un giorno mi chiese pure il tuo numero di cellulare! Non so cosa le stava passando per la testa…le dissi di smetterla di fare tutte queste domande sui miei…finchè un giorno le urlai in faccia che era una strega…ma io non volevo papà…avevo paura che volesse farti del male…e tu lo sai quanto ti voglio bene’

Singhiozzava disperatamente. Adesso era tutto chiaro: questa femmina orribile aveva usato mia figlia per arrivare a me in quel modo così meschino…aveva preparato tutto minuziosamente, come un ragno aveva tessuto la sua tela per incastrarmi…e c’era riuscita benissimo.
Adesso, oltre al peso del tradimento, avrei dovuto portarmi dietro il suo ricatto. La sufficienza della mia stellina era legata al sesso di quest’arpia.

‘Lascia stare amore mio’ – dissi abbracciandola teneramente – ‘papà ha chiarito tutto, adesso ti lascerà stare…devi continuare a studiare come hai sempre fatto e tutto si risolverà presto’
Mentivo spudoratamente, ma dovevo essere il più convincente possibile per evitare dubbi e sospetti su quello che era accaduto quel giorno.
‘Non diremo nulla alla mamma, sarà il nostro segreto…’ – aggiunsi – ‘…questa insufficienza non esiste, ok?’

‘Ok’ – rispose guardandomi con quegli occhioni gonfi di pianto.

Passarono i giorni e io non avevo trovato ancora alcuna via di uscita. Sapevo che prima o poi la prof si sarebbe fatta risentire. Se l’avessi respinta non solo la mia stellina ne avrebbe pagato le conseguenze, ma avrei rischiato di essere miserabilmente sputtanato agli occhi di mia moglie. Sarebbe forse stata la fine di una famiglia.

Una mattina squillò il telefono: era la scuola. Risposi preoccupato. Immaginavo si trattasse della professoressa. Con mio stupore invece dall’altro capo del telefono rispose la voce amica del preside. ‘Ti devo parlare immediatamente’ – mi disse – ‘molla tutto e vieni qui, è molto importante’.

Per un attimo ebbi paura per mia figlia: ‘E’ successo qualcosa a Stella?’ – chiesi preoccupato.
‘No’ – rispose – ‘ma devi venire subito, è molto importante’

Mollai il lavoro e mi fiondai a scuola. I ragazzi erano ancora dentro a lezione. Entrai nell’ufficio del preside ancora con il fiatone per la corsa che avevo fatto. Lui mi accolse con un freddo saluto da dietro la scrivania.

‘Siediti’ – mi disse – ‘ti faccio portare un bicchiere d’acqua?’

‘No’ – risposi affannato – ‘piuttosto dimmi cosa c’è di tanto urgente’

‘Si tratta di te…’ – principiò, battendo nervosamente le dita sulla scrivania – ‘…devi sapere che per problemi di sicurezza da qualche giorno ho fatto istallare delle microcamere di sorveglianza nell’istituto…’

‘Merda!’ – pensai – ‘E’ la fine…sputtanamento in arrivo’

‘Non ho avuto ancora il tempo di avvisare i docenti e…insomma…probabilmente sai di cosa sto parlando…’ – si avvicino a me e aggiunse incazzato a bassa voce – ‘Ma che cazzo ti passa per la testa? Con tutti i posti che ci sono per farti una femmina dovevi proprio scopartela in sala dei professori?’

Ritornò dritto sulla poltrona riprendendo il tono serio e solenne: ‘non voglio compromettere nessuno, ma devi promettermi che non accadrà mai più, almeno non nel mio istituto’

Un idea improvvisa illuminò i miei occhi: ‘No!’ – dissi fermamente, battendo il pugno sulla scrivania.

Mi guardò inebetito: ‘Come no!?!?! Vuoi mettermi in mezzo? Vuoi sputtanare tutti?’

‘No!’ – continuai – ‘esiste un modo più intelligente di usare quelle immagini!’

Mi scrutava con sguardo incerto.

Mi confidai con lui, gli raccontai il perchè della cazzata combinata con la prof mi svuotai la coscenza dal peso di tutti quei segreti.
‘…e visto che hai quelle immagini, sarai tu ad aiutarmi ad uscire da questo casino!’ – conclusi

Appena uscito dall’ufficio, il preside fece chiamare immediatamente la professoressa. Dopo una breve discussione la vidi uscire di corsa in lacrime. Il giorno dopo la prof si mise in malattia e contemporaneamente chiese di essere trasferita.
La mia dolce stellina superò senza problemi l’anno, mentre io, per mia grande fortuna, non rividi mai più quella donna così perfida.

Nota dell’autore: i fatti e le persone narrate in questo racconto sono pura invenzione della mia fantasia.

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