Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Risolino candido

By 16 Dicembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Franco aveva diffuso rapidamente la notizia alla moglie avvisandola che per mercoledì era atteso un ospite da Vicenza, in quanto si sarebbe trattenuto da loro per tre giorni, eppure per causa di quel fiacco e tiepido annuncio ne era nata di colpo un’infuocata e rabbiosa discussione. Concetta, difatti, a dispetto della sua corporatura minuta come una bimba graziosa, era una donna abbastanza grintosa e tutto pepe, in quanto non amava né gradiva le imposizioni né le prevaricazioni di Antonio.

In verità, nonostante i suoi trentasette anni, a guardarla bene sembrava una ragazzina di appena vent’anni, per il fatto che non arrivava al metro e sessanta di statura, con un corpo magro dove i suoi due prosperosi seni creavano un contrasto ineludibile da non trascurare allo sguardo d’un uomo. Il busto era come una vespa giacché rilevava sottolineando con grazia il sedere alto e tondo, un perfetto complemento alle due gambe affusolate e scattanti, in definitiva pur avendo un corpo magro e sottile da ragazzina, con quelle perfette ed equilibrate rotondità, attribuiva alla sua figura la pienezza matura d’una donna, rendendo i suoi abbracci quanto di più accogliente e confortevole si potesse desiderare. Il viso dalla forma ovale perfetta era incorniciato da un caschetto nero e liscio e al centro aveva incassati due splendidi occhi di colore verde, purtroppo però la bellezza di Concetta era resa visibile da un naso per così dire ampio e considerevole, anche se lei detestava disapprovando quest’espressione, tra l’altro ingrato, irriconoscente e penoso odierno luogo comune.

Da ragazza lei aveva patito e sofferto molto per quel difetto, considerandosi a lungo bruttina, dato che soltanto più tardi nel tempo si era resa conto che gli uomini la ritenevano una figura amabile e piacente, valutandola in conclusione comunque una bella fica. Lei rimpianse sempre le molte occasioni che aveva perso in gioventù, a causa della sua rimandata e tardiva presa di coscienza, per il fatto che cercò in parte di recuperare, ma fatalità volle che si sposò troppo presto, così per il suo carattere infuocato e rivoltoso rimase frustrata e lungamente scoraggiata anche per causa d’un marito sempre impegnato e con moderate tentazioni e bassissime voglie bisettimanali. Lei però lo amava, comunque sesso a parte lui sapeva accontentarla appagandola sotto tutti gli aspetti, poiché era acuto, attento e geniale nei suoi riguardi. Anche Antonio portava bene i suoi quarant’anni, era una decina di centimetri più alto della moglie, era stato colpito però precocemente dalla pancetta del quarantenne. Lui lavorava presso un’industria metalmeccanica della provincia di Alessandria con la mansione di caposquadra, tuttavia era il suo impegno come dirigente sindacale che lo teneva molto occupato, per questa ragione Concetta aveva considerato valutando in ultimo l’arrivo di quell’ospite come un vero e proprio abuso e parecchia smodatezza da parte del marito, perché in quella circostanza lei gli aveva duramente e seccamente ribadito:

‘Che bravo che sei però, fantastico. Non ti basta togliere del tempo per me, perché adesso devi portarmi pure i sindacalisti in casa’ – lo aveva aggredito alcune sere prima apprendendo la notizia dal marito.

‘Dai su Concetta, cerca di capire, lui lavora nella nostra fabbrica di Vicenza, non posso mandarlo in albergo. Sono stato io a insistere perché venisse alla nostra riunione sindacale’ – aveva replicato Antonio, non riuscendo a comprendere perché Concetta gli creasse suscitandogli di continuo tanti problemi quando c’era qualche novità.

Concetta pensava già al seguito, così si preparò: un trucco leggero, un abitino nero al ginocchio, poiché non intendeva impegnarsi né occuparsi più di tanto per quell’ospite, dal momento che le avrebbe procurato soltanto più lavoro. Antonio tornò dalla stazione verso le sei e mezzo della sera annunciando il loro arrivo dal citofono, giacché dalla voce sembrava entusiasta del suo ospite. Alla porta, infatti, il sorriso di circostanza di Concetta si trasformò ben presto in un’espressione di meraviglia, perché dopo i saluti di rito peraltro carichi d’imbarazzo, l’ospite Franco fu accompagnato nella sua camera dove rimase lì sistemando la valigia.

‘Non m’avevi forse detto che lui &egrave un importante dirigente nazionale?’ – quasi lo investì Concetta alquanto incuriosita.

‘Certo che lo &egrave. E’ un sindacalista di primo piano che ha bisogno d’un nuovo e serio responsabile per il nord-ovest’ – aggiunse il marito con uno sguardo carico di significato e di nuove speranze.

Concetta era interdetta, quasi bloccata, perché passava al vaglio la notizia studiandone le conseguenze e le implicazioni future.

‘Vorresti diventare segretario per il nord ovest d’Italia?’ – replicò lei, quasi stupita.

‘In realtà &egrave quasi fatto, dipende unicamente da Franco’.

Antonio parlava con un sorriso raggiante, dato che aveva tenuto segreto anche alla moglie la sua ambizione, per il fatto che aveva duramente lavorato in sordina per diversi mesi.

‘Capisci adesso amore che cosa vorrebbe dire per noi? Smettere di lavorare in fabbrica, un miglioramento economico, un’altra vita insomma’.

Concetta lo ascoltava, in quanto ne rimase affascinata e attratta anche lei, per quell’opportunità che poteva presentarsi, però anche inquieta e preoccupata per gli esisti venturi.

‘Saresti così via spesso. Dimmi, ma non devi essere eletto in seguito a una normale votazione?’.

‘Certo che sì. Io ho lavorato per mesi al consenso dei miei colleghi del sindacato, resta comunque decisivo e risolutivo l’appoggio finale di Franco’ – replico lui in modo entusiasta.

‘Certo &egrave che lo immaginavo più vecchio’ – aggiunse Concetta.

‘Figurati, lui &egrave più giovane di me. Non vedi che &egrave bello come un attore, &egrave un politico di carriera e cura molto l’aspetto esteriore’.

Quella sera cenarono a casa, Franco era molto stanco, però Antonio voleva imbastire un rapporto più stretto con il collega e magari conversare della riunione del giorno dopo. Antonio apprezzò molto l’atteggiamento amichevole dell’ospite veneto, si chiamarono per nome e dopo pochi minuti già scherzavano allegramente come dei vecchi compagni di scuola. Concetta intanto si ritirò in cucina per riordinare, mentre i due uomini affrontarono l’argomento delle elezioni che si sarebbero tenute fra pochi giorni, ma quest’ultimo non sembrava volersi compromettere con il collega nonostante ne apprezzasse stimandone a fondo le qualità.

‘Non so Antonio, però un ruolo di responsabilità come questo richiede una disponibilità di cui un uomo sposato difficilmente dispone’.

‘Mia moglie non mi creerà di certo problemi, in quanto &egrave un interesse anche suo la mia crescita politica’.

‘Ti prego Antonio, domani partecipa alla riunione da semplice ascoltatore, perché voglio conoscere anche gli altri candidati’.

Concetta ascoltando quelle parole si rese conto che i loro progetti erano attualmente poco più che dei sogni e che la strada era tutt’altro che in discesa. Il giorno dopo Antonio e Franco uscirono molto presto per partecipare alla riunione in programma per quel giorno, Concetta rimasta da sola riordinò la casa e preparò una cena succulenta per la sera. Verso il primo pomeriggio mangiò un toast e uno yogurt perdendosi poi nella lettura d’un nuovo racconto d’un celebre autore erotico. A metà pomeriggio si fece un bagno caldo e rimase in ammollo a lungo, dedicando attenzioni a ogni parte del suo corpo con un rituale attento e meticoloso. Questa consuetudine le permetteva non soltanto di ricaricarsi, bensì le regalava momenti d’intima riflessione che ne aumentavano l’autostima, indispensabile strumento per delle scelte importanti e di gran peso, così, durante questo tranquillo spazio tutto per sé aveva lasciato correre liberamente il pensiero, dato che s’accorse non senza stupore di desiderare anche lei la promozione di Antonio. Adesso sembrava irrinunciabile l’inizio d’una vita nuova, magari un cambio di casa in una città diversa, dove ci sarebbero state più opportunità di svago, come per esempio il cinema, il teatro e la libertà, senza dover stare attenta alla maligna e invadente pettegola vicina di casa.

Un trucco leggero metteva in risalto il suo insinuante e scaltro sguardo da gatta morta, il sorriso contagioso e intenso ancora più bianco e luminoso sottolineato da un rosa primavera. Lei non amava cancellare il suo aspetto fresco e giovanile con i cosmetici, tuttavia non rinunciava a curare la propria femminilità con esperte e sapienti pennellate, perché due spruzzi di profumo ben dosati, l’ultimo regalo di Antonio, catturavano infine anche l’olfatto dell’ignara e inconsapevole preda. Lei indossava una camicetta bianca dove quei due seni rigogliosi sembravano voler evadere dai primi tre bottoni lasciati incautamente aperti. I fianchi erano cinti da una gonna scozzese di colore rosso che terminava all’inizio della coscia, infine i calzini corti e gli zoccoletti completavano il perfetto abbigliamento della massaia. Un abbigliamento civettuolo e sfizioso, come lo amava definire Concetta, dal momento che non si poteva certamente considerare censurabile ai giorni nostri, anche se qualche marito meno illuminato e modernista, avrebbe potuto considerarla un’arma impropria nei confronti del gradito ospite. Verso le cinque del pomeriggio suonarono al citofono, era Franco di rientro dalla riunione:

‘Sei da solo?’ – s’accertò Concetta.

‘Sì, Antonio ne avrà ancora per molto. Ha detto che possiamo cenare senz’aspettare il suo ritorno’ – rispose Franco visibilmente stanco.

‘Ti dispiace se faccio una doccia?’ – aggiunse un po’ imbarazzato.

‘Figurati, anzi, aspetta, che ti porto dei sali per il bagno rilassanti. Com’&egrave andata la riunione?’.

‘Bene, m’hanno messo sotto pressione, dato che per domani dovrò decidere per un nome’.

Franco sembrò accorgersi della sua interlocutrice, poiché la figura notevolmente accattivante di Concetta gli provocò un tuffo al cuore, una vampata gl’invase completamente il viso che si colorò notevolmente, mentre il suo sguardo dai seni scivolava rapido sul suo corpo curvando con un virtuosismo per posarsi su quei glutei maturi come una pesca, infine proseguendo sulla pelle scoperta e vulnerabile delle splendide gambe, colse appieno la casta e virginale depravazione di Concetta. Il contegno di Concetta, con quel sorriso candido e innocente in questo suo abbigliamento da educanda che sfacciatamente metteva in mostra, era una provocazione forte e impossibile da non notare, in quanto creò un certo imbarazzo agli occhi di Franco, poiché decise senz’altri indugi d’andare a farsi una doccia. Concetta però aveva notato la protuberanza che si presentava nei pantaloni, così mentre lui s’attardava nella doccia sotto un getto d’acqua fredda, cercando di far tacere i suoi desideri troppo forti ed evidenti, Concetta in cucina stappò una bottiglia di Prosecco, se ne versò un bicchiere e andò fuori sulla veranda appoggiandosi alla ringhiera.

Il suo pensiero intanto era concentrato sulla curiosità di sapere come mai Franco si stava attardando così in bagno, in quanto immaginava il suo corpo nudo sotto i getti dell’acqua, le sue mani sfiorare il cazzo duro e voglioso, dato che aveva bisogno d’una donna per appagare le sue voglie, mentre la sua fica era avvolta da un formicolio a lei molto noto, i capezzoli si erano frattanto induriti mentre si mordicchiava il labbro inferiore. Franco uscì dal bagno sicuro d’aver interpretato male il comportamento di Concetta, poiché non poteva credere che quella donna così carica di sensualità, però sposata con un suo futuro collaboratore, fosse una possibile e verosimile preda, tuttavia quando la vide fuori appoggiata sulla balconata, in una posizione tale da mostrare il perizoma di pizzo bianco, non resistette all’impulso e all’istinto di possederla. Concetta immersa com’era nella sua immaginazione non sentì che Franco si era avvicinato a lei avvolto da un intenso aroma di tabacco. Lui s’accosto dietro e iniziò a sfiorarle il collo con le dita, sussurrandole nell’orecchio che non era riuscito a calmare i suoi desideri neanche dopo una doccia gelata.

La voce di Franco causava insanabilmente alle membra di Concetta brividi inconsueti e irrecuperabili che percorrevano tutto il suo corpo stravolgendola, perché il suo desiderio di lasciarsi andare, di disubbidire e d’infrangere erano così forti, ma allo stesso tempo venivano irrimediabilmente messi in contesa e in manifesta discussione, dal quel senso di devozione e di fedeltà che fino a questo momento l’avevano accompagnata per tutto il suo naturale percorso di femmina bigotta, diligente idealista e ligia. Era però così piacevole sentirsi ambita da un estraneo, sentire sulla sua pelle l’odore di desiderio, farsi sfiorare dalle mani d’uno sconosciuto, chiedendosi fino a che punto sarebbe riuscita a resistere alla quella famelica tentazione. Franco intanto si stringeva sempre di più al suo corpo sfregandosi e facendole sentire qual era la consistenza e l’entità del desiderio, così Concetta cedette. Lei si girò lentamente, cercando avida la sua bocca, gustandosi le labbra di Franco e lasciandosi palpare. Franco tenuto conto che era molto più alto di lei con un solo gesto la prese in braccio e le baciò prima il collo per poi scendere sul suo seno generoso e teso, in seguito appoggiò Concetta sul tavolo della veranda e sempre baciandola con le dita le scostò il perizoma infilandole l’indice in quella pelosissima e sugosa fica. Concetta emise un gemito di desiderio, dal momento che sembrava essere un assenso e Franco che non aspettava altro abbassò il viso sulla fica mentre con la mano pizzicava i capezzoli e con la lingua s’intrometteva in quella fenditura odorosa e vogliosa.

A questo punto il desiderio l’aveva interamente travolta, anche se Concetta tentava d’allontanarsi non poteva resistere. A sua volta s’abbassò con la lingua e iniziò a sfiorare il suo cazzo, in un attimo se lo portò in bocca facendo accomodare Franco, indi gli salì sopra cavalcioni perché le piaceva amabilmente condurre i giochi. Le sue labbra erano gonfie, poiché dai suoi occhi s’intravedeva che si era smarrita nel giardino dei desideri, intanto lei sfregava il suo sesso, i glutei sul pene così duro e grosso e in un attimo Concetta lo fece suo.

Lei si muoveva così bene, in quanto Franco faceva fatica a trattenersi dal godere e mentre lei si muoveva i suoi seni finivano sempre sulle labbra di Franco che glieli mordicchiava. Concetta inarcò la schiena e strinse sempre di più le cosce, in modo da non permettere una via di fuga e i suoi movimenti presero velocità, poi d’improvviso si scostò dal corpo di Franco, con la lingua giocherellò con il glande e voltandosi rivolgendo la schiena al partner s’infilò nuovamente il cazzo. Franco allora strinse le mani attorno ai fianchi trattenendola non appena lei dava dei segni di spostarsi, la strinse talmente forte che lei sentendosi costretta non riuscì a resistere e ansimando venne sbraitando.

Quando si scostò da Franco, dato che lui che non aveva ancora sborrato, la girò distesa sul letto supina e attirandola con le mani s’insinuò nuovamente, perché adesso era lui che dirigeva sovrintendendo il gioco, mentre lei ormai mansueta si lasciava penetrare. Finalmente anche Franco eiaculò e rimasero lì sdraiati l’una fra le braccia dell’altro, intanto fuori era già scesa la sera e stava gradualmente accennando a nevicare.

{Idraulico anno 1999}

Leave a Reply