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Racconti Erotici Etero

Ritorno da Lucca Comics

By 22 Febbraio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Notte.
Macchina.
Autostrada.
Sui sedili davanti i due amici della mia ragazza parlano dei giochi provati durante la giornata. Li bado appena, non ci capisco niente. Sono andato a Lucca Comics solo per la mia ragazza. Bella giornata, ma stancante… ho le gambe a pezzi. Non li conosco nemmeno più di tanto quei due, sono stati tutto il giorno nel padiglione Games mentre noi abbiamo girato la città almeno una decina di volte.
Lei riposa con la testa sulle mia gambe. Io guardo fuori, osservo i pochi giochi di luce nell’oscurità, la musica della radio in sottofondo.
Ripenso alla giornata e ai cosplay incrociati per le vie di Lucca. Alcuni facevano proprio ridere tanto erano ridicoli addoso a certe persone, altri invece… certo che i personaggi femminili dei manga sono davvero interessanti. Il costume di quella lì era proprio accattivante… starebbe da dio addosso alla mia ragazza… già me l’immagino, uhu! Quasi quasi glielo regalo per il nostro anniversario!
L’immagine è proprio eccitante e qualcuno là sotto si è svegliato, ma non posso fare niente come sono messo adesso quindi sarà per un’altra volta.
Un furgone di fronte a noi frena di botto per non perdere l’uscita e il nostro autista lo schiva per un pelo per non tamponarlo. Fortuna che di notte in autostrada non c’è quasi nessuno!
Noi dietro siamo stati sballottati come alle montagne russe e la mia ragazza si è svegliata per lo spostamento. O almeno è quello che penso di primo acchito.
Poi comincio a sentire la sua mano sotto la testa che accarezza il gonfiore che ho nei pantaloni. Distolgo lo sguardo dal finestrino e guardo in basso. Lei non si muove. I due davanti continuano a parlare, hanno commentato un po’ il cretino in furgone e poi sono tornati all’argomento del giorno.
Lei si fa più audace e la sua presa si fa più decisa, sentendo che qualcuno apprezza le sue attenzioni. Piano tira già la zip dei pantaloni e insinua la mano dentro. Riesce a entrare nelle mutande e a prendere quello che cerca. Piano comincia a masturbarmi.
Non so cosa mi ecciti di più… il fatto che i due davanti non si accorgano di nulla… il fatto che a vederci sembra che lei stia riposando…
Allungo le gambe per darle più spazio di manovra e lei mi sorprende: in un lampo lo tira fuori e lo fa sparire nelle sue fauci. Trattengo il fiato come se mi fossi tuffato nell’acqua gelida. La sua testa si muove impercettibilmente su e giù, la sua lingua mi manda in estasi, mi sento come un lecca lecca nella sua bocca.
Butto un’occhiata ai due davanti, ma sono talmente presi dai loro discorsi che non sospettano di nulla, convinti che stiamo dormendo. Riprendo a guardare fuori dal finestrino con sguardo estasiato.
Si muove piano per non farsi sentire, ma sono convinto anche per godersi la situazione. Sono in suo potere, potrebbe farmi raggiungere l’orgasmo quando vuole e invece… invece si gode la situazione intrigante, il sapore nella sua bocca, il fremito che mi percorre quando lei gira la lingua, succhia senza lasciare uscire un fiato o una goccia di saliva.
Le metto una mano sulla testa per carezzarla, per assecondare i suoi movimenti. Le dita tra i suoi capelli le fanno capire quanto è grande il mio desiderio… come se non lo sapesse! Dolce diavoletta, mi stai facendo godere come solo tu sai fare. Quanto vorrei ricambiare, quanto vorrei ripagarti con la stessa moneta…
Entriamo in una galleria e l’esterno perde di attrattiva. I due continuano imperterriti e li bado ancora meno di prima preso dalle sensazioni: il calore che ho in mezzo alle gambe, l’umido della sua bocca, la voglia di strapparle i vestiti che sale e il non poterlo fare.
Poi mi accorgo di un riflesso in mezzo alle sue gambe. La luce dell’illuminazione della galleria si riflette sullo schermo del suo smartphone, messo in mezzo alle gambe per non farlo cadere. Un ghigno mi si dipinge in faccia e piano tiro fuori il mio telefono dalla tasca della giacca. Sblocco lo schermo, cerco il suo numero e faccio partire la chiamata…
Lei lo tiene sempre in silenzioso. In un attimo lo schermo si illumina e lo smartphone comincia a vibrare. Lei si ferma, la sua bocca si apre e percepisco un sorriso. Eh eh, pensavi di essere l’unica a guidare il gioco? No, carina!
Con una mano scivola in mezzo alle gambe e sistema meglio l’inatteso strumento del piacere. Io immagino già il suo sesso caldo e umido, le sue mutandine fradice, il suo odore sulle mie dita. Ma non posso far altro che immaginare e lei mi consola.
Il movimento della sua testa si fa più audace, le succhiate più vigorose, le mie dita stringono i suoi capelli, la sua lingua non mi da tregua… gira e rigira quasi volesse consumarmelo, arriva a mordermi dolcemente. E poi all’improvviso aumenta e in poco tempo vengo!
Trattengo i miei gemiti e le riempio la bocca di uno zampillo di calore. Lei accoglie tutto finchè non ho finito. Si sfila con un bacio dolce e me lo rimette nei pantaloni. Si alza e mi guarda soddisfatta leccandosi le labbra, mentre io mi sistemo e tiro su la zip e chiudo la chiamata al telefono.
Uno dei due davanti si gira “Ah vi siete svegliati! Giusto in tempo, adesso ci fermiamo a fare il pieno. Se volete potete sgranchirvi un poco le gambe.”
“Perfetto, grazie.” Rispondo pensando *per un pelo*. Lei sorride e prima di scendere mi sussurra all’orecchio “Ti aspetto in bagno…”

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