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Racconti Erotici EteroTradimento

Roberto non si decide mai

By 22 Luglio 2023No Comments

Avevo 17 anni ed era da un paio di mesi che stavo con Roberto, un ragazzo secchione e molto timido.
Roberto era un ragazzo che mi piaceva, e stavo spesso con lui, cercavo di tornare da scuola assieme a lui. A Roberto piaceva e gli piacevo io, me ne ro accorta io, tutta la compagnia di amici, ma Roberto non si decideva a dichiararsi. Fu Enzo a fare in modo che ci mettessimo assieme.
Ogni tanto aveva l’occasione di vederci separatamente e in una di quelle occasioni mi disse:
“Sai Giovanna, Roberto mi ha chiesto un favore”
“Quale?”
“Ti sarai accorta che lui è molto timido”
“Me ne sono accorta”
“Gli ho detto che doveva farlo lui, ma mi ha chiesto di chiederti se vuoi essere la sua ragazza.”
Ero un po’ delusa, ma contenta che finalmente fosse successo.
“Digli di sì”
“No! Questo è troppo diglielo tu”
Il ruffiano aveva fatto la stessa cosa con Roberto così quando ci vedemmo ci corremmo incontro e gli dissi per prima: “Si! Voglio essere la tua ragazza.”
Rimase sorpreso, poi si fece coraggio e rispose: “Anche io.”
Attesi che mi baciasse, ma vedendolo immobile mi feci avanti io e gli diedi un piccolo bacio di incoraggiamento sulle labbra.
Purtroppo, Roberto andava incoraggiato molto, e con andò mai più in là di qualche bacio, tante carezze e qualche fugace toccata al mio culetto.
All’epoca, primi anni Ottanta, ero un fuscello, ero molto snella il seno non era piccolo, ma per il fatto che ero magra tendeva ad afflosciarsi per cui non risaltava, e allora non c’erano i reggiseni Push-up di adesso.
Speravo che Roberto si dedicasse anche alle mie tette, ma niente.
Roberto sarebbe dovuto andare via con la propria famiglia per un week end, così mi promisi che al ritorno avrei preso l’iniziativa, tutte le mie amiche dovevano tenere a bada il proprio ragazzo invece io avevo il problema opposto.
Moreno, un amico della nostra compagnia, proprio quel fine settimana organizzò una festa a casa sua e sapendo che ero sola mi invitò.
Nel piccolo magazzino dietro casa aveva organizzato una piccola discoteca, con luci colorate, musica e un rinfresco.
Come si usava all’epoca nella musica si alternavano brani ‘disco’ a brani lenti, dove le coppie si abbracciavano e ne approfittavano per strusciarsi per benino.
Rita, piccola, snella, ma con una terza di seno e un bel sedere tondo, invitò Enzo a ballare un lento e subito formò con lui un sol corpo.
Io seduta a fare da tappezzeria li guardavo mentre lei gli appoggiava le tette sul petto e lui gli teneva strette le chiappe in quel lento dondolio, e non stavano nemmeno insieme.
Al lento successivo Enzo invitò me. Io mi strinsi la lui come faceva Rita, ma lui mi mise le mani dietro la schiena e non sul sedere.
Mi avvicinai al suo orecchio: “A Rita tocchi il culo e a me no?”
“Tu sei la ragazza di Roberto. Non posso toccarti.”
“Voglio che mi tratti come Rita.”
“Vedranno tutti.”
“Hai ragione.” riposi sconsolata.
Ballando lo spinsi nella zona più buia, vicino all’ingresso di uno stanzino per gli attrezzi, e lì le mani di Enzo finalmente mi accarezzarono il sedere attraverso la gonna.
Mi strinsi ancora di più a lui, volevo sentire il suo petto premere sulle mie tette.
Strinse l’abbraccio di più anche lui, spingendomi contro la porta e, approfittando del buio, infilò una mano sotto il maglioncino e arrivò su un seno, iniziando a palparlo delicatamente.
Forse lo avevo incoraggiato troppo, feci per ritrarmi, ma la sensazione di quella mano che mi voleva, attraverso la stoffa della camicetta e il reggiseno, mi fece restare immobile e lasciare che Enzo continuasse.
La porta dietro di me si aprì, noi finimmo dentro, la porta si chiuse e rimanemmo in una specie di semi oscurità.
Enzo portò anche l’altra mano sul mio seno, mentre io cominciavo ad eccitarmi e cercai le sue labbra.
Ricambiò con un bacio appassionato, e nel mentre cominciò a toccarmi le gambe da sotto la gonna.
Sentivo la mano attraverso il collant salire, fino alle natiche, palparle, accarezzare la mia passerina da sopra le mutande.
E io continuavo a tenerlo stretto per sentire il suo corpo contro il mio.
Se ne accorse e guidò la mia mano tra le sue gambe, mi fece sentire la sua eccitazione, quella che Roberto non mi aveva mai fatto sentire.
Mi abbassò i collant e infilò la mano nelle mutande. Un brivido mi percorse quando sentii la sua mano sulla pelle delle natiche.
Cosa stavo facendo? Perché lo lasciavo fare? Ero troppo eccitata per fermalo, anche quando attraverso la peluria il suo dito si fece largo tra le labbra della passera e raggiunse il mio punto più sensibile.
Quando ebbi quella scossa capii che non lo avrei più fermato, neanche quando sentii chiaramente la zip dei pantaloni aprirsi.
Mi abbassò le mutande fino alle ginocchia assieme ai collant e cominciò a strofinare il suo pene sulle labbra della passera. Ero completamente partita, non capivo più nulla, volevo solo sentirlo, toccarlo, e man mano che mio ci adattavamo l’una all’altro lo volevo sempre più dentro.
Quando lo sentii puntare all’entrata gli afferrai le chiappe e tirai verso di me stringendo i denti per il dolore che sentii.
Restammo immobili qualche attimo, in piedi uno nell’altra, poi Enzo cominciò a spingere ripetutamente fino a farlo entrare fino in fondo.
Quando ebbi l’orgasmo le gambe mi cedettero ma Enzo mi sostenne per il sedere e mi fece appoggiare al muro per continuare la sua azione di martellamento fino a quando non venne.
Ero sconvolta, non avevo provato nulla di simile prima, a malapena avevo realizzato di avere scopato e men che meno che Enzo mi fosse venuto dentro.
E Roberto?

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